GIOVANNI OGGIANA
STORIA
DELL'ARCHITETTURA
IL MOVIMENTO MODERNO
Corso di Geometria Descrittiva – Movimento Moderno
Il Movimento Moderno Col termine “Movimento Moderno” si indica quella serie di contributi teorici prodotti nei primi tre decenni del XX° secolo volti a rinnovare radicalmente i principi e i caratteri dell'architettura e del suo approccio progettuale. Il “Movimento Moderno” è stato spesso indicato anche con altri termini a seconda del periodo e del luogo di riferimento: ● Purismo (Francia anni '10 e '20); ● Razionalismo (Italia anni '20 e '30); ● International Style (USA anni '40 e '50); ● Funzionalismo (Italia anni '50 e '60);
ORIGINI
DEL
MOVIMENTO MODERNO:
IL
PURISMO
DI
LE CORBUSIER
Dopo la I Guerra Mondiale nascono vari movimenti che si propongono il superamento della classificazione delle arti. Tra questi troviamo il Purismo i cui principi fondativi sono stilati da Ozenfant e Le Corbusier (C.E. Jeanneret) attraverso la pubblicazione del manifesto “Après le cubisme”. I principi del Purismo, diffusi con la rivista “Esprit Nouveau”, stabiliscono l'uso di forme semplici e l'armonia dei processi dell'arte con quelli della natura.
ORIGINI
DEL
MOVIMENTO MODERNO: DEUTSCHER WERKBUND
Il Deutscher Werkbund ("lega tedesca artigiani") era un'associazione tedesca composta da artisti, architetti, designer ed industriali che proponeva una nuova cultura del lavoro industriale nella quale, per ogni progetto, dovevano essere analizzati i costi di produzione, la qualità artigianale, le modalità ed i tempi di produzione, cercando di coniugarli con le politiche aziendali. Gli ideali del Werkbund derivavano dal movimento inglese Arts & Crafts che Muthesius aveva conosciuto da vicino a seguito dei contatti col fondatore William Morris. Oltre a Muthesius facevano parte del Deutscher Werkbund anche Peter Behrens, Josef Hoffmann, Heinrich Tessenow, Joseph Maria Olbrich, Walter Gropius, Bruno Taut e Henry van de Velde. Il gruppo si proponeva unitariamente di promuovere un design essenziale e privo di ornamenti ma non tutti i membri si trovarono d'accordo per i metodi di produzione: un gruppo di essi guidato da Henry van de Velde puntava alla preservazione della produzione artigianale così da valorizzare la creatività del singolo artigiano; un altro gruppo, fra cui lo stesso Muthesius, era favorevole allo sviluppo industriale di massa, utilizzando materiali come il ferro, l'acciaio ed il vetro. Grazie alla sentita esigenza di mettere la Germania al passo con lo sviluppo industriale di Inghilterra e Stati Uniti, prevalse quest'ultima posizione e la grande esposizione di Colonia del 1914 fu l'occasione per far conoscere la propria produzione al grande pubblico.
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Nell'ambito di questa esposizione a Van de Velde fu affidata la costruzione del Teatro del Werkbund (distrutto dai bombardamenti). La progettazione del padiglione destinato ad ospitare le opere del Werkbund fu invece affidato agli architetti Walter Gropius e Hannes Meyer mentre Bruno Taut si occupò del Glaspavilion (padiglione dell'industria vetraria oggi distrutto). Nel 1927 il Werkbund tornò a esporre le proprie opere all'esposizione di Stoccarda. In occasione di ciò fu costruito un intero quartiere residenziale, il Weissenhof, le cui abitazioni furono progettate sia dai propri membri, che da architetti "esterni" di fama internazionale come Le Corbusier e Ludwig Mies van der Rohe. L'evento segnerà una tappa importare per il nascente Movimento Moderno in quanto i principi che ispirarono il progetto di personalità tanto diverse fu la necessità di ricercare una coerenza fra estetica e funzionalità nell'architettura moderna, piuttosto che la ricerca di uno stile unitario.
DIFFUSIONE
DEL
MOVIMENTO MODERNO:
I
C.I.A.M.
I CIAM, Congressi Internazionali di Architettura Moderna, furono costituiti nel Castello di La Sarraz, dal bisogno di promuovere un'architettura ed un'urbanistica funzionali, nel giugno 1928 da un gruppo di 24 architetti europei su iniziativa di Le Corbusier, Hélène de Mandrot (la proprietaria del castello) e Sigfried Giedion, primo segretario generale. Nel 1933 i CIAM presentarono la Carta di Atene, testo fondatore dell'architettura e dell'urbanistica moderna. Questo testo enuncia i mezzi per migliorare le condizioni di esistenza nella città moderna, che devono permettere lo svolgere armonioso delle quattro funzioni umane: abitare, lavorare, divertirsi e spostarsi.
CRISTALLIZZAZIONE
DEL
MOVIMENTO MODERNO: L'INTERNATIONAL STYLE
Con l'ascesa al potere del nazismo diversi architetti modernisti saranno costretti a riparare negli Stati Uniti. Tra questi Walter Gropius e Ludwig Mies Van Der Rohe. L'attività didattica e progettuale dei due, adeguatamente promosse dall'architetto austriaco Richard Neutra, contribuirà alla diffusione dell'estetica modernista e nel Nord America. I volumi bianchi e puliti, l'uso dei materiali grezzi accostati ad ampie vetrate costituiranno l'ideale estetico della classe borghese americana degli anni '50 e di riflesso per quella europea.
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CARATTERI
DEL
MOVIMENTO MODERNO
Il carattere internazionalista del Movimento Moderno avvallato dal Werkbund e dai CIAM permise a Bruno Taut di stilare i seguenti punti: 1. La prima esigenza in ogni edificio è il raggiungimento della migliore utilità possibile; 2. I materiali impiegati e il sistema costruttivo devono essere subordinati a questa esigenza primaria. 3. La bellezza consiste nel rapporto diretto tra edificio e scopo, caratteristiche dei materiali ed eleganza del sistema costruttivo. 4. L'estetica di tutto l'edificio è nel suo insieme senza preminenza di facciate o piante o particolare architettonico. Ciò che è funzionale è anche bello. 5. Come le parti vivono nell'unità dei rapporti reciproci, così la casa vive nel rapporto con gli edifici circostanti. La casa è il prodotto di una disposizione collettiva e sociale. I punti di Bruno Taut sintetizzano bene l'essenza e i propositi del Movimento Moderno. Ma non possiamo esaurirne i contenuti senza parlare dell'opera teorica e architettonica di quelli che sono considerati i tre maestri del Movimento stesso: ● Charles Edouard Jeanneret detto Le Corbusier; ● Walter Gropius; ● Ludwig Mies Van der Rohe;
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