Manuale Quarkxpress 7 Ita

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  • Words: 99,838
  • Pages: 336
Guida a QuarkXPress 7

NOTE LEGALI

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II

|

NOTE LEGALI

QUARK E/O I LORO LICENZIATARI VENGONO GIUDICATI RESPONSABILI PER I DANNI ASSOCIATI AI PRODOTTI/SERVIZI QUARK O AI PRODOTTI/SERVIZI DI TERZI, TALE RESPONSABILITÀ SARÀ LIMITATA ALLA SOMMA EVENTUALMENTE VERSATA DALL’UTENTE A QUARK PER I SERVIZI O IL SOFTWARE IN QUESTIONE (AD ESCLUSIONE DEI PRODOTTI/SERVIZI DI TERZI) O ALLA SOMMA MINIMA PREVISTA DALLE DISPOSIZIONI DI LEGGE VIGENTI, MA IN QUALUNQUE CASO PREVARRÀ L’AMMONTARE MINORE. TALI LIMITAZIONI SARANNO VALIDE ANCHE NEL CASO IN CUI QUARK, LE SOCIETÀ AFFILIATE A QUARK, I LORO LICENZIATARI E/O I LORO AGENTI SIANO STATI AVVERTITI DELLA POSSIBILITÀ DI TALI DANNI. POICHÉ ALCUNE REGIONI, PROVINCE E GIURISDIZIONI NON RICONOSCONO L’ESCLUSIONE O LA LIMITAZIONE DI DANNI ACCIDENTALI O CONSEQUENZIALI, LA LIMITAZIONE O L’ESCLUSIONE SUDDETTA POTREBBE NON ESSERE VALIDA IN ALCUNI CASI. TUTTE LE ALTRE LIMITAZIONI STABILITE DALLE DISPOSIZIONI DI LEGGE VIGENTI IN MATERIA, INCLUSE LE LEGGI SULLA PRESCRIZIONE, RIMARRANNO VALIDE. NEL CASO IN CUI LE PRESENTI CLAUSOLE SIANO O VENGANO DICHIARATE NULLE SULLA BASE DELLE NORME LEGISLATIVE VIGENTI IN MATERIA, DETTE CLAUSOLE SARANNO MODIFICATE O LIMITATE IN MODO DA RENDERLE VALIDE ED ESECUTIVE A TUTTI GLI EFFETTI DI LEGGE. L’USO DEI PRODOTTI QUARK È SOGGETTO AI TERMINI DELL’ACCORDO DI LICENZA D’USO PER L’UTENTE FINALE O ALTRI ACCORDI APPLICABILI A TALI PRODOTTI O SERVIZI. NEL CASO DI CONFLITTO TRA TALI ACCORDI, PREVERRÀ L’ACCORDO RILEVANTE. Quark, QuarkXPress, XTensions, Quark Publishing System, QuarkXPress Passport e QuarkXTensions sono marchi commerciali di Quark Inc. e di tutte le relative società affiliate, Reg. U.S. Pat. & Tm. Off. e in molti altri Paesi. Il logo Quark, Job Jackets, Composition Zones, QuarkVista e altri marchi relativi a Quark che Quark potrebbe adottare di volta in volta sono marchi commerciali di Quark Inc. e di tutte le relative società affiliate. Microsoft, OpenType, Excel e Windows sono marchi registrati di Microsoft Corporation negli Stati Uniti d’America e/o in altri Paesi. Mac OS e AppleScript sono marchi registrati di Apple Computer Inc. negli Stati Uniti e in molti altri paesi. QuickTime è un marchio commerciale utilizzabile dietro licenza. QuickTime è un marchio registrato negli Stati Uniti e in altri Paesi. Adobe, PostScript, Photoshop, Acrobat, Reader, Distiller, Macromedia, Flash, Fireworks e il logo Adobe sono marchi registrati o marchi commerciali di Adobe Systems Incorporated negli United States e/o in molti altri Paesi. Kodak, Digital Science e i marchi correlati a Kodak sono marchi commerciali di Eastman Kodak Company. I colori PANTONE® visualizzati nelle applicazioni software oppure nella documentazione dell’utente potrebbero non corrispondere agli standard identificati da PANTONE. Consultate PANTONE Color Publications per ottenere accuratezza di colori. PANTONE® e altri marchi commerciali di Pantone, Inc. sono di proprietà di Pantone, Inc. ©Pantone, Inc. 2005. Color Data è prodotto sotto licenza da Dainippon Ink and Chemicals, Inc.

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III

NOTE LEGALI

FOCOLTONE e FOCOLTONE Colour System sono marchi registrati di FOCOLTONE. Il concetto, la struttura e la forma della proprietà materiale e intellettuale di FOCOLTONE sono protetti dalla legislazione sui brevetti e sul copyright. Qualsiasi riproduzione, in qualsiasi formato, per intero o parziale, per uso privato o per la vendita, è tassativamente proibito. Contattare FOCOLTONE, Ltd. per informazioni specifiche sui brevetti. Toyo Ink Mfg. Co., Ltd. è il proprietario del copyright di TOYO INK COLOR FINDER ™ SYSTEM AND SOFTWARE concesso dietro licenza a Quark Inc. per una distribuzione esclusivamente in congiunzione con QuarkXPress. TOYO INK COLOR FINDER SYSTEM AND SOFTWARE non possono venire copiati su altri dischi o in memoria a meno che ciò non faccia parte dell’esecuzione di QuarkXPress. TOYO INK COLOR FINDER SYSTEM AND SOFTWARE ©TOYO INK MFG. CO., LTD., 1991. COLOR FINDER è in corso di registrazione come marchio registrato di Toyo Ink Mfg. Co., Ltd. Le simulazioni computerizzate su video di COLOR FINDER™ utilizzate nel prodotto potrebbero non corrispondere al libro di COLOR FINDER, così come alcuni colori di stampa utilizzati nel prodotto potrebbero non corrispondere. Si raccomanda agli utenti di utilizzare il libro di COLOR FINDER per ottenere colori accurati.” TRUMATCH, TRUMATCH Swatching System e TRUMATCH System sono marchi commerciali di TRUMATCH, Inc. Unicode è un marchio commerciale di Unicode, Inc. Questo prodotto include il software sviluppato da TTF2PT1 Project e dai suoi collaboratori. Copyright ©1997–2001 degli AUTORI: Andrew Weeks ; Frank M. Siegert ; Mark Heath <[email protected]>; Thomas Henlich ; Sergey Babkin , <[email protected]>; Turgut Uyar ; Rihardas Hepas ; Szalay Tamas ; Johan Vromans <[email protected]>; Petr Titera ; Lei Wang ; Chen Xiangyang ; Zvezdan Petkovic . Tutti i diritti riservati. IL SOFTWARE APACHE VIENE FORNITO DAI SUOI AUTORI E COLLABORATORI “TALE QUALE” E QUALSIASI GARANZIA ESPRESSA O IMPLICITA, INCLUSE, MA NON LIMITATAMENTE A, LE GARANZIE IMPLICITE DI COMMERCIABILITÀ E IDONEITÀ A UNO SCOPO PARTICOLARE, NON SONO RICONOSCIUTE. IN NESSUN CASO AUTORI O COLLABORATORI SARANNO RITENUTI RESPONSABILI PER QUALSIASI DANNO DIRETTO, INDIRETTO, ACCIDENTALE, SPECIALE, ESEMPLARE O CONSEQUENZIALE (INCLUSI MA NON LIMITATAMENTE A APPROVVIGIONAMENTI DI BENI O SERVIZI SOSTITUTIVI, PERDITA DELL’USO, DATI O PROFITTI; O INTERRUZIONE DELL’ATTIVITÀ AZIENDALE IN QUALUNQUE MODO SIANO STATI PROVOCATI E SOTTO QUALUNQUE FORMA DI RESPONSABILITÀ O COLPA (INCLUSI NEGLIGENZA O SIMILE) CHE SORGANO IN UN MODO QUALUNQUE DALL’USO DI QUESTO SOFTWARE ANCHE SE AVVERTITI DELLA POSSIBILITÀ DI TALI DANNI. Per quanto riguarda il software Apache software, copyright ©1999–2000 The Apache Software Foundation. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi software Apache distribuito con questo software è un software sviluppato da Apache Software Foundation (http://www.apache.org/). IL SOFTWARE APACHE VIENE FORNITO “TALE QUALE” E NON SI RICONOSCE RESPONSABILITÀ ALCUNA, SIA ESPRESSA CHE IMPLICITA, INCLUSO, MA NON LIMITATAMENTE A, GARANZIE IMPLICITE RIGUARDANTI LA SUA COMMERCIABILITÀ O IDONEITÀ A UNO SCOPO PARTICOLARE. IN

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NOTE LEGALI

NESSUN CASO APACHE SOFTWARE FOUNDATION O I SUOI COLLABORATORI SARANNO RITENUTI RESPONSABILI PER QUALSIASI DANNO DIRETTO, INDIRETTO, ACCIDENTALE, SPECIALE, ESEMPLARE O CONSEQUENZIALE (INCLUSI MA NON LIMITATAMENTE A APPROVVIGIONAMENTI DI BENI O SERVIZI SOSTITUTIVI, PERDITA DELL’USO, DATI O PROFITTI; O INTERRUZIONE DELL’ATTIVITÀ AZIENDALE IN QUALUNQUE MODO SIANO STATI PROVOCATI E SOTTO QUALUNQUE FORMA DI RESPONSABILITÀ O COLPA (INCLUSI NEGLIGENZA O SIMILE) CHE SORGANO IN UN MODO QUALUNQUE DALL’USO DI QUESTO SOFTWARE ANCHE SE AVVERTITI DELLA POSSIBILITÀ DI TALI DANNI. Riguardo alla tecnologia Apache, copyright ©1999–2002. The Apache Software Foundation. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi software Apache distribuito con questo software è sviluppato da Apache Software Foundation (http://www.apache.org/). Concesso in licenza dietro Apache License, Versione 2.0 (la “Licenza”); non è consentito usare questo file a meno che non sia in conformità alla Licenza d’uso. Si può ottenere una copia della Licenza a http://www.apache.org/licenses/LICENSE-2.0. A meno prescritto da una legislazione applicabile o in possesso di un consenso scritto, il software distribuito in base alla Licenza viene distribuito “TALE E QUALE” SENZA GARANZIE O CONDIZIONI DI ALCUN GENERE, sia espresse che implicite. Vedere la Licenza per la legislazione specifica che regola i permessi e le limitazioni derivanti dalla LIcenza. Riguardo al software MoreFiles, ©1992–2002 di Apple Computer, Inc., tutti i diritti riservati. Parti di questo prodotto includono una tecnologia utilizzata dietro licenza da Global Graphics. Riguardo alla tecnologia ICU, copyright ©1995–2001 International Business Machines Corporation e altri. Tutti i diritti riservati. Con questo atto viene concesso il permesso, a titolo gratuito, a qualsiasi persona che ottiene una copia di questo software e dei relativi file di documentazione (qui di seguito denominati “Software”), di usare il software senza restrizioni, incluso, ma non limitatamente a, il diritto di usare, copiare, modificare, unificare, pubblicare, distribuire e/o vendere copie del Software e di riconoscere simili diritti alle persone a cui il copie viene fornito, purché le informazioni sul copyright e questo permesso appaiano nella documentazione di accompagnamento. QUESTO SOFTWARE VIENE FORNITO “TALE QUALE” SENZA ALCUNA GARANZIA ESPRESSA O IMPLICITA, INCLUSE, MA NON LIMITATAMENTE A, LE GARANZIE DI COMMERCIABILITÀ E IDONEITÀ A UNO SCOPO PARTICOLARE E DI NON INFRANGIMENTO DEI DIRITTI DI TERZI. IN NESSUN CASO, IL DETENTORE O I DETENTORI DEL COPYRIGHT INCLUSI IN QUESTA NOTA SARANNO RITENUTI RESPONSABILI PER QUALSIASI RIVENDICAZIONE, O QUALSIASI DANNO SPECIALE INDIRETTO O consequenziale, O PER DANNI RISULTANTI DA EVENTUALI PERDITE DI DATI O DI PROFITTI, SIA A SEGUITO DI UN’AZIONE CONTRATTUALE, DI NEGLIGENZA O ALTRE AZIONI LESIVE DERIVANTI DA O IN CONNESSIONE ALL’USO O ALL’ESECUZIONE DI QUESTO SOFTWARE. Ad eccezione di quanto contenuto in questa nota, i nomi dei detentori di copyright non potranno essere utilizzati in attività pubblicitarie o in altre attività mirate alla promozione della vendita, dell’uso o in altri tipi di contrattazioni relativi a questo software senza l’autorizzazione scritta del detentore del copyright. Questo software è basato interamente o in parte sul lavoro compiuto da Independent JPEG Group. Riguardo alla tecnologia Microsoft, ©1988–2005 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati.

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V

NOTE LEGALI

Riguardo al software Nodeka, ©1999–2002 Justin Gottschlich. Tutti i diritti riservati. Riguardo alla tecnologia STLPort (adapted SGI STL) copyright ©1997 Moscow Center for SPARC Technology. Il permesso di utilizzare, copiare, modificare, distribuire e vendere la tecnologia STLPort e la sua documentazione per qualsiasi scopo è qui di seguito concesso, a titolo gratuito, purché le note di copyright specificate sopra appaiano in tutte le loro copie e che sia le note di copyright che questa autorizzazione appaiano nella documentazione di accompagnamento. Moscow Center per SPARC Technology non si assume alcuna responsabilità riguardo l’idoneità di questo software a qualsiasi uso o scopo. Viene fornito “tale quale” senza alcuna garanzia espressa o implicita. STLPort è stato prodotto in base alla versione 3.0 per pubblica distribuzione di SGI Standard Template Library (STL) (Oct 28, 1997), che possiede: Copyright ©1994 Hewlett-Packard Company Copyright ©1996,97 Silicon Graphics Computer Systems, Inc. Il permesso di utilizzare, copiare, modificare e vendere la tecnologia STLPort e la sua documentazione per qualsiasi scopo è qui di seguito concesso senza alcun costo, purché le note di copyright sopra specificate appaiano in tutte le copie e purché sia le note di copyright che questa nota di autorizzazione appaiano nelle documentazione di accompagnamento. Hewlett-Packard Company non si assume alcuna responsabilità riguardo l’idoneità di questo software a qualsiasi uso o scopo. Viene fornito “tale quale” senza alcuna garanzia espressa o implicita. Riguardo al software W3C, Copyright ©2001 World Wide Web Consortium, (Massachusetts Institute of Technology, European Research Consortium for Informatics and Mathematics, Keio University). Tutti i diritti riservati. Questo prodotto viene fornito dietro la Licenza d’uso del software W3C® per la sua potenziale utilità, ma SENZA ALCUNA GARANZIA, compresa la garanzia implicita di COMMERCIABILITÀ O IDONEITÀ A UNO SCOPO PARTICOLARE. (1) http://www.w3.org/Consortium/Legal/2002/copyright-software-20021231. Riguardo a omniORB library, Copyright ©1996–1999 At&T Laboratories Cambridge. La libreria omniORB è un software di pubblico dominio e può essere ridistribuita e/o modificata conformemente ai termini e alle condizioni della Licenza Pubblica Generale per librerie GNU pubblicata da Free Software Foundation, in particolare della versione 2.1 della licenza o (a scelta) qualunque altra versione successiva. Detta libreria viene fornita per la sua potenziale utilità, ma SENZA ALCUNA GARANZIA, compresa la garanzia implicita di COMMERCIABILITÀ O IDONEITÀ A UNO SCOPO PARTICOLARE. Per ulteriori informazioni vedere GNU Lesser General Public license. Dovreste aver ricevuto una copia di GNU Lesser General Public License insieme a questa libreria; in caso contrario, scrivete a Free Software Foundation, Inc., 59 Temple Place - Suite 330, Boston, MA 02111-1307 USA. Per quanto riguarda i menu sovrapposti nei menu.js. di Gary Smith, July 1997, Copyright ©1997–1999 Netscape Communication Corp. Netscape autorizza la licenza senza diritti di autore per l’uso e la modifica del software dei menu sovrapposti purché questa nota di copyright appaia in tutte le copie. Questo software viene fornito “TALE QUALE,” senza garanzie di alcun tipo. Riguardo al software Dr. Brian Gladman, Copyright ©2001, Dr. Brian Gladman , Worcester, UK. Tutti i diritti riservati. TERMINI DELLA LICENZA La distribuzione e l’uso gratuiti di questo software sia in forma sorgente che binaria sono autorizzati (con o senza modifiche) purché: 1. la distribuzione del codice sorgente includa la suddetta nota di copyright, questo elenco di condizioni e il declino di responsabilità indicato di seguito; 2. la distribuzione in forma binaria includa la nota di copyright di cui sopra, questo elenco di condizioni e il declino di responsabilità indicato di seguito, nella documentazione e/o altro materiale ad essa associato; 3. il nome del detentore del

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NOTE LEGALI

copyright non venga utilizzato per avallare prodotti ottenuti dall’uso del software, senza autorizzazione scritta. DECLINO DI RESPONSABILITÀ Questo software viene fornito “tale quale” senza garanzie esplicite o implicite in riferimento a qualsiasi titolo di proprietà incluse, ma non limitatamente a, mancanza di errori e idoneità all’uso previsto. Powered by ALAP. Java e tutti i marchi basati su Java sono marchi commerciali o marchi registrati di Sun Microsystems,Inc. negli Stati Uniti e in altri paesi. Linotype, Linotype Library and Linotype Univers sono marchi commerciali di Heidelberger Druckmaschinen AG, che potrebbero essere registrati in determinate giurisdizioni, e concessi in licenza esclusivamente da Linotype Library GmbH, una sussidiaria di proprietà esclusiva di Heidelberger Druckmaschinen Ag. Tutti gli altri marchi sono di proprietà dei rispettivi depositari.

|

VII

INDICE

Introduzione a QuarkXPress 7 QuarkXPress nel 21° secolo

xx

Evoluzione delle funzionalità

xxi

I “documenti” diventano “progetti”

xxii

La nuova versatilità del layout della pagina

xxv

Tipografia Immagini grafiche

1

VIII

|

xxviii xxx

Produttività

xxxiii

Output

xxxv

Oltre QuarkXPress

xxxvii

Utilizzo di questa guida

xxxvii

Vi serve aiuto?

xxxvii

Convenzioni di questa guida

xxxviii

Grafica Utilizzo dell’opacità

3

Specifica dell’opacità

3

Specifica di opacità per i gruppi

4

Creazione di sfumature con trasparenza

5

Utilizzo delle ombreggiature

5

Applicazione di ombreggiature

6

Personalizzazione delle ombreggiature

7

Incorporazione delle ombreggiature negli elementi della pagina

9

Utilizzo delle maschere alfa

10

Salvataggio delle maschere alfa

11

Selezione delle maschere alfa

11

Nozioni di base sull’appiattimento e sulle problematiche di produzione

12

Appiattimento durante il processo di stampa

12

Verifica di possibili problemi

13

INDICE

Utilizzo di QuarkVista

13

Utilizzo di immagini e effetti

14

Regolazioni

16

Filtri

22

Automatizzazione degli effetti di un’immagine

27

Revisione dell’uso delle immagini

28

Esportazione dei file di immagine

29

Impostazione delle preferenze di QuarkVista

32

Salvataggio dei layout con effetti immagine in un formato QuarkPress 6

32

Apertura di progetti delle versioni precedenti

33

Incorporazione di trasparenza e di effetti in un workflow OPI

33

Utilizzo delle immagini PSD

34

Preparazione dei file Photoshop

35

Importazione di file Adobe Photoshop

35

Utilizzo dei livelli PSD

36

Utilizzo dei canali PSD

39

Utilizzo dei percorsi PSD

42

Ottimizzazione dell’ambiente di PSD Import

43

File PSD modificati o mancanti

44

Apertura di progetti QuarkXPress senza PSD Import

45

Stampa con PSD Import

45

Creazione di pellicole di colori piatti e vernice

46

Utilizzo delle immagini

46

Specifica dei colori di sfondo per le immagini

46

Conservazione degli attributi dell’immagine

48

Conversione di una modalità colore dell’immagine 49

|

IX

INDICE

2

3

X

|

Sincronizzazione e contenuto condiviso Nozioni generali sulla sincronizzazione

50

Nozioni generali sulla libreria di un contenuto condiviso

51

Creazione di molteplici layout in un singolo progetto

53

Sincronizzazione del contenuto

54

Nozioni generali sulle opzioni di sincronizzazione

55

Sincronizzazione di linee e finestre senza contenuto

56

Sincronizzazione di un contenuto protetto

57

Collocazione di oggetti e contenuto sincronizzati

57

Collocazione di un oggetto sincronizzato

57

Collocazione di un contenuto sincronizzato

57

Importazione di un contenuto in una libreria di contenuto condiviso

58

Molteplici visualizzazione di un layout

59

Suddivisione di una visualizzazione

59

Creazione di una visualizzazione in una nuova finestra

62

Sincronizzazione con le aree di composizione

62

Layout Web Nozioni di base sui layout Web

63

Che cos’è il layout Web?

64

Prove dei layout Web

65

Layout Web in azione

65

Gestione dei layout Web

69

Creazione di un layout Web

69

Gestione delle finestre di testo

71

Utilizzo degli elementi grafici

74

Conversione nei e dai layout Web

76

INDICE

Link ipertestuali

76

Nozioni di base sui link ipertestuali

77

Utilizzo dei link ipertestuali

79

Rollover

85

Creazione di un rollover di base

86

Modifica e eliminazione dei rollover di base

86

Creazione di un rollover a due posizioni

87

Alternanza delle immagini del rollover di un layout

88

Rimozione di una finestra di destinazione da una finestra con rollover a due posizioni

88

Rottura del collegamento di un rollover a due posizioni

88

Mappe immagine

89

Creazione di una mappa immagine

89

Modifica di una mappa immagine

90

Moduli

91

Nozioni di base sui moduli

91

Utilizzo dei moduli

92

Menu

99

Utilizzo di menu standard

99

Utilizzo dei menu sovrapposti

101

Tabelle dei layout Web

105

Meta tag

107

Nozioni di base sui meta tag

107

Gestione dei meta tag

107

Anteprima delle pagine Web

109

Anteprima del layout Web attivo

109

Specifica di altri browser per la visualizzazione in anteprima

110

|

XI

INDICE

4

5

XII

|

Esportazione di pagine Web

110

Preparazione dell’esportazione

110

Esportazione di una pagina Web

111

File creati all’esportazione

113

Livelli Nozioni generali sui livelli

114

Livelli in azione

115

Utilizzo dei livelli

115

Creazione di un livello

116

Selezione dei livelli

116

Livelli visualizzati e nascosti

117

Creazione di oggetti su un livello

117

Determinazione del livello su cui si trova un oggetto

118

Eliminazione dei livelli

118

Opzioni di modifica dei livelli

118

Spostamento degli oggetti su un livello diverso

119

Modifica dell’ordine di sovrapposizione dei livelli

120

Livelli e scorrimento del testo

120

Duplicazione dei livelli

121

Unificazione di livelli in un unico livello

122

Protezione degli oggetti nei livelli

123

Utilizzo delle pagine master con i livelli

123

Soppressione della stampa dei livelli

124

Testo e tipografia Utilizzo delle font OpenType

125

Revisione degli stili delle font OpenType

125

Nozioni generali sugli stili OpenType

126

Applicazione degli stili OpenType

128

INDICE

Utilizzo delle legature

130

Definizione del kern OpenType per i progetti

132

Salvataggio degli stili OpenType come “XPress Tags”

133

Utilizzo dei glifi

133

Visualizzazione dei glifi

134

Inserimento dei glifi

136

Salvataggio dei glifi come preferiti

136

Visualizzazione dei codici

137

Inserimento di caratteri speciali

138

Inserimento di spazi

138

Inserimento di altri caratteri speciali

141

Formattazione e scorrimento del testo

143

Definizione della lingua dei caratteri

143

Impostazioni di tabulazioni interattive

144

Modifica del kern orizzontale e verticale

145

Aggiornamento dei metodi di scorrimento del testo

145

Gestione dello sfondo delle finestre di testo

146

Utilizzo delle Font alternative

146

Attivazione della Font alternativa

147

Applicazione ai caratteri della Font alternativa

148

Importazione ed esportazione di un testo con le opzioni Unicode

148

Utilizzo delle regole di mappatura delle font

149

Creazione di regole di mappatura delle font

149

Gestione delle regole di mappatura delle font

150

Definizione delle preferenze per la mappatura di font

150

|

XIII

INDICE

6

XIV

|

Tabelle Creazione di tabelle

152

Creazione completa di una tabella

152

Conversione di un testo in tabella

155

Importazione di tabelle in Excel

158

Incollatura delle tabelle di Excel

161

Importazioni di grafici Excel

161

Aggiunta di testo e immagini alla tabella

161

Aggiunta di un testo alle celle di una tabella

161

Importazione di immagini nelle celle di una tabella

162

Utilizzo di un’immagine come sfondo della tabella

163

Modifica e formattazione del testo di una tabella

163

Modifica del testo di una tabella

163

Taglia/copia e incolla il contenuto di una tabella

165

Collegamento delle celle di una tabella

166

Formattazione del testo di una tabella

167

Aggiornamento di una tabella di Excel

168

Formattazione delle tabelle

169

Cornici delle tabelle

169

Creazione dello sfondo di una tabella

170

Specifica della trasparenza di una tabella

170

Formattazione delle griglie

171

Formattazione di celle, righe e colonne

172

Regolazione delle tabelle

173

Posizionamento delle tabella in una pagina

173

Inserimento di righe o colonne

174

Eliminazione di righe o colonne

174

Unificazione delle celle

175

Mantenimento della geometria della tabella

175

INDICE

7

Regolazione automatica di righe e colonne per il contenimento del testo

176

Ridimensionamento numerico di tabelle, righe e colonne

177

Ridimensionamento manuale di tabelle, righe e colonne

177

Conversione di tabelle in testo

178

Utilizzo delle tabelle e dei gruppi

179

Tabelle estese in varie sezioni del layout

180

Specifica della divisione di una tabella

180

Separazione di tabelle estese e creazione di tabelle distinte

181

Aggiunta di righe di intestazione e di pié di pagina a una tabella

181

Utilizzo dei menu contestuali con le tabelle

183

Job Jackets Nozioni generali sui Job Jackets

184

Che cosa sono i Job Jackets?

186

La struttura dei Job Jackets

186

Workflow di esempio di un Job Jackets

191

Vantaggi del Job Jackets

192

Job Jackets in azione

193

Utilizzo dei Job Jackets

195

Modalità di base e modalità avanzata

195

Creazione dei Job Jackets

196

Utilizzo dei Job Ticket

200

Creazione di un modello di Job Ticket

201

Aggiunta di una definizione di layout a un Job Ticket: modalità avanzata

206

Applicazione di un modello di Job Ticket a un progetto

206

Applicazione di una definizione di layout a un progetto

209

|

XV

INDICE

XVI

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Collaborazione tramite i Job Jackets condivisi

209

Esportazione e importazione di Job Ticket

212

Il file Job Jackets di default

213

Modifica del modello di default di un Job Ticket

214

Modifica del file Job Jackets di default

215

Utilizzo delle risorse: modalità avanzata

215

Accesso alle risorse: modalità avanzata

215

Configurazione delle risorse: modalità avanzata

216

Specifica del percorso delle risorse: modalità avanzata

217

Utilizzo delle specifiche di layout

218

Creazione delle specifiche di layout: modalità avanzata

218

Applicazione delle specifiche di layout a un layout

219

Utilizzo delle specifiche di output

220

Creazione delle specifiche di output: modalità avanzata

221

Applicazione delle specifiche output a un layout

221

Utilizzo delle specifiche di output con il Job di output

223

Utilizzo delle regole e dei set di regole

224

Creazione delle regole: modalità avanzata

224

Aggiunta di regole a un set di regole modalità avanzata

226

Applicazione di un set di regole a un layout

227

Valutazione di un layout

229

Protezione del Job Jackets

231

Stampa con un output JDF

232

Preferenze dei Job Jackets

233

Valutazione del layout

233

Percorso dei file Job Jackets

234

INDICE

8

Composition Zones Nozioni generali sulle Composition Zones

235

Le Composition Zones in azione

235

Terminologia delle Composition Zones

237

Creazione di una Composition Zones

240

Creazione di una Composition Zones da una serie di oggetti selezionati

241

Creazione di una Composition Zones da un layout

242

Creazione di una Composition Zones tramite lo strumento Composition Zones

242

Collocazione di una Composition Zones

243

Gestione di molteplici pagine in una Composition Zones posizionata

244

Condivisione di un layout di composizione

245

Condivisione di un layout di composizione per la modifica

245

Condivisione di un layout di composizione per il posizionamento (ma non per la modifica)

247

Collegamento a un layout di composizione in un altro progetto

248

Gestione della zona di condivisione per gli aggiornamenti

250

Modifica di un layout di composizione

252

Modifica del contenuto di un layout di composizione di un progetto singolo

253

Modifica degli attributi di una Composition Zones

254

Desincronizzazione e modifica dei collegamenti per le Composition Zones e i layout di composizione

255

Desincronizzazione di una Composition Zones

255

Desincronizzazione di un layout di composizione

255

Rottura del collegamento a un layout di composizione

255

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XVII

INDICE

Eliminazione di un layout di composizione collegato

256

Eliminazione di un layout di composizione

256

Conversione di una Composition Zones in un’immagine

257

Utilizzo dell’impostazione di collaborazione

257

Collegamento ad altri progetti

258

Visualizzazione di informazioni sui layout di composizione collegabili

258

Importazione e gestione di un contenuto condiviso 259 Specifica delle opzioni di aggiornamento

9

XVIII

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259

Gestione del colore Impostazioni di origine e impostazioni di output

261

Esperienza della gestione del colore

261

Ambiente di gestione del colore di default

261

Utilizzo di impostazioni d’origine e impostazioni di output definite da un esperto del colore

264

Utilizzo dell’ambiente di gestione del colore delle versioni precedenti

266

Prova del colore su schermo

266

Controllo delle gestione del colore da parte di esperti

268

Creazione di impostazioni d’origine

268

Creazione di un’impostazione di output

270

Condivisione delle impostazioni di origine e impostazioni di output

272

Sintonizzazione della gestione del colore per singole immagini

273

Gestione dei profili

275

Installazione dei profili

275

Caricamento di profili

276

Verifica dell’uso del profilo

277

INDICE

10

Altre nuove funzionalità Gestione potenziata delle palette

278

Aggiunta di palette: creazione di un gruppo di palette

278

Set di palette: salvataggio di una configurazione delle palette

280

Altre considerazioni sui set e sui gruppi di palette 281 Design potenziato della palette delle Misure

282

Visualizzazione della palette delle Misure standard

282

Controlli di Spazio/Allinea

283

Altre note sulla palette delle Misure

284

Protezione di oggetti e contenuti

285

Incorporazione automatica di font nei file EPS esportati

286

Nuove opzioni di output per QuarkXPress 7

286

Salvataggio di una pagina in formato EPS

287

Esportazione di un layout in formato PDF

289

PPML (Print Markup Language) personalizzato

292

Stili di output

297

Altre modifiche dell’interfaccia

298

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XIX

QUARKXPRESS NEL 21° SECOLO

Introduzione a QuarkXPress 7 QuarkXPress® 7 rappresenta un nuovo, significativo paradigma nell’ambito delle applicazioni del layout della pagina. QuarkXPress non costituisce più soltanto il punto finale di raccolta delle pubblicazioni destinate alla stampa. È importante infatti osservare come le funzionalità implementate in QuarkXPress dalla sua entrata nel 21° secolo, ossia dalla versione 4, abbiano generato non soltanto nuove opportunità creative e una semplificazione dei processi di stampa, ma anche un ambiente editoriale efficiente ed integrato con contenuti destinati a media diversi utilizzando lo stesso formato. Indipendentemente dal tipo di contenuto con il quale lavorate (testo, immagini, fogli elettronici, contenuto di database, XML e così via) e indipendentemente dalla loro destinazione (stampa, PDF e Web, tanto per citarne alcuni), QuarkXPress 7 vi offre la potenza di design e di workflow di cui avete bisogno.

QUARKXPRESS NEL 21° SECOLO Se, come altri utenti, state compiendo solo ora la transizione da un ambiente editoriale tradizionale, come ad esempio Windows® 95 o Mac OS® 9, questo potrebbe rappresentare il vostro primo sguardo a QuarkXPress del 21° secolo. O forse avete già aggiornato alle versioni 5 e 6 pur mantenendo lo stesso workflow in conformità a procedure e scadenze strutturate. Oppure avete già aggiornato a QuarkXPress 6.5 ed avete già adottato tutte le nuove tecnologie offerte e siete ora pronti a trarre vantaggio dai nuovi avanzamenti. Qualunque sia il vostro punto di partenza, questa guida e questo software, sono stati studiati e realizzati appositamente per voi. Questa guida, QuarkXPress nel 21° secolo, intende offrirvi una comprensione approfondita delle opportunità creative e di produttività insite nelle funzionalità introdotte da QuarkXPress, a iniziare dalla versione 4. Una scorsa veloce all’evoluzione compiuta da QuarkXPress in questo secolo, vi mostrerà anche la via da seguire per il futuro.

XX

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INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7

EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ Proviamo a dare ora un’occhiata alle potenzialità implementate nelle versioni 5, 6 e 7 di QuarkXPress. Non ha importanza sapere in quale specifica versione siano state introdotte, ma piuttosto capire la loro rilevanza: • QuarkXPress 5 ha aggiunto i layout Web, i livelli e le tabelle. • QuarkXPress 6 ha aggiunto i file progetto che contengono layout multipli, sincronizzazione del testo, esportazione in PDF, importazione in Photoshop®, effetti applicati alle immagini e anteprime di immagini a piena risoluzione. • QuarkXPress 7 aggiunge trasparenza, Job Jackets™, Composition Zones™, supporto di Unicode® e supporto di OpenType®. E per quanto questi rappresentino sicuramente i potenziamenti di maggior rilievo, non possiamo dimenticare che Quark continua, come sempre, ad apportare miglioramenti anche all’interfaccia, alla velocità di esecuzione del programma e alle funzionalità esistenti. Prendiamo ora un progetto tipico e vediamo come le funzionalità di QuarkXPress 7 influiscono sulla sua esecuzione:

1 Il progetto che vi è stato assegnato consiste nella creazione di una serie di avvisi pubblicitari per un negozio di musica; gli avvisi pubblicitari verranno pubblicati anche sul Web. Il progetto, assegnato da un project manager, include un Job Jackets con tutte le specifiche di layout e di stampa necessarie per una corretta esecuzione del progetto. Ad esempio, le specifiche della gestione del colore agevoleranno, per il disegnatore grafico, la visualizzazione del colore nell’apposito spazio cromatico.

2 Iniziate ora la creazione del progetto QuarkXPress utilizzando come base Job Jackets che contiene automaticamente molteplici layout per dimensioni diverse di avvisi pubblicitari. Nel primo layout, create l’avviso pubblicitario di base. Importate un file Adobe® Photoshop nativo per lo sfondo e procedete ad esplorare diverse possibilità manipolando la trasparenza dei suoi livelli in QuarkXPress. Create un livello specifico per un file TIFF e sovrapponetelo a un testo e ad altri elementi della pagina; utilizzate quindi la maschera alfa dell’immagine TIFF per creare un’interazione realistica tra immagine, testo e oggetti dello sfondo.

3 Create molteplici livelli per l’avviso pubblicitario in modo da poter generare versioni regionali dell’avviso. Sincronizzate il testo e gli oggetti della pagina in modo da assicurare uniformità di contenuto tra i vari avvisi. Importate le informazioni sul costo dell’avviso pubblicitario da una tabella di Microsoft® Excel®. Poiché il testo scorre oltre i limiti designati, create dal layout un’area di composizione e assegnatela a un revisore di testi affinché ne corregga la lunghezza mentre voi, nel frattempo, continuate a lavorare con il layout.

INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7

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XXI

EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

4 Esportate automaticamente l’avviso pubblicitario in un file PDF e inviatelo per la revisione. Una volta approvato, create diversi layout di stampa nell’ambito del progetto in modo che contengano diverse dimensioni dell’avviso e quindi create il layout Web. Per usare l’avviso originale come punto di partenza, potete aggiungerlo agli altri layout del progetto. Mano a mano che procedete con il design dell’avviso, il testo e gli elementi della pagina sincronizzati mantengono uniformità attraverso i molteplici layout. Se il costo dell’avviso pubblicitario cambia, potete aggiornare automaticamente la tabella del file Excel in modo che riporti i dati più aggiornati.

5 Quando siete pronti per l’output, usate Job Jackets come guida, raccogliete i file per l’output, generate i file PDF e esportate in HTML. È indubbio che abbiate completato numerosi progetti come questo in passato, ma avete probabilmente dovute gestire molteplici file, passare da un’applicazione all’altra, immettere correzioni e revisioni e trasferire i file da una persona all’altra. Oggi la produzione di documenti cha mantengano uniformità di contenuto e soddisfino i più alti requisiti di qualità, è diventato un compito semplicissimo. I “DOCUMENTI” DIVENTANO “PROGETTI” La modifica di maggiore impatto adottata da QuarkXPress a partire dalla versione 4 è stato la sostituzione del concetto di “documento” con il concetto di “progetto” e “layout”. Quello che una volta era un “documento”, ossia un file singolo con dimensioni di pagina fisse e destinato alla stampa o al Web, è ora un “layout”. QuarkXPress consiste ora in vari layout a cui vengono assegnati nomi specifici e che vengono archiviati in un file “progetto”, anche questo con un nome specifico. Il file progetto può includere i layout di stampa e i layout Web (introdotti con la versione 5). La memorizzazione di vari layout nell’ambito di un singolo file progetto semplifica la condivisione di informazioni tra i layout e riduce sensibilmente i compiti di gestione dei file. E questa nuova unificazione di compiti non implica una minore collaborazione: le nuove funzionalità delle aree di composizione consentono infatti a molteplici utenti di lavorare simultaneamente sullo stesso layout. Ma andiamo per ordine… LAYOUT E PROGETTI Presumiamo che siate abituati a creare documenti e che disponiate di una grande quantità di documenti creati in passato. Cosa farne ora? Quando create un documento, create ora essenzialmente un progetto contenente un singolo layout. Quando create il progetto, assegnate al layout un nome specifico e quando salvate il progetto, assegnate al progetto un nome generico. Mano a mano che create i layout, assegnate loro un nome e un tipo, ad esempio stampa o Web. Quando aprite un documento da QuarkXPress 4 o 5, il layout e il progetto avranno lo stesso nome, a meno che non decidiate di cambiarlo.

XXII

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INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7

EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

Questo progetto QuarkXPress, creato per il lancio di un album musicale, include dei layout distinti per ciascun componente della promozione dell’album, ossia dei layout per i cartoncini di annuncio e gli inviti ufficiali oltre a un layout Web contenente il programma delle rappresentazioni del gruppo. Per una maggiore praticità, potete creare dei progetti con layout singoli in modo che il nome del progetto e il nome del file siano gli stessi. Potete inoltre esportare dal progetto singoli layout o potete aggiungere al progetto interi layout in modo che determinati contenuti vengano facilmente condivisi tra i layout e i progetti. L’applicazione di numerose funzionalità si estende ai vari layout per consentire di ottenere un’uniformità di contenuto. Ad esempio potete sincronizzare un testo e una formattazione tra diversi layout; potete far condividere specifiche riguardanti fogli di stile, colori e SG tra i vari layout di un progetto; e potete anche convertire determinati layout da un media di distribuzione a un altro. La memorizzazione di molteplici layout nell’ambito di un singolo file progetto offre inoltre una serie di nuove opportunità. Prima di tutto potete avere ora molteplici dimensioni di pagina nello stesso file e potete quindi gestire simultaneamente in un solo progetto, buste, biglietti da visita e carta intestata. E potete memorizzare layout di stampa e Web nello stesso file utilizzando lo stesso contenuto indipendentemente dal mezzo di distribuzione, che sia stampa e Web. Supponiamo che uno dei vostri clienti sia un ristorante. Con il progetto, potete ora archiviare le immagini grafiche che utilizzate per i menu stampati, per i volantini, i buoni di sconto, la pubblicità e le T-shirt nello stesso file, insieme al contenuto per il sito Web. Se fosse necessario introdurre una variazione, ad esempio una modifica di colore o di un numero di telefono da applicare globalmente, potete apportarla una volta soltanto in quanto questa verrà applicata automaticamente e di riflesso a tutti i layout del progetto. Questo semplifica le gestione dei file e dei progetti per i vostri clienti, con un notevole risparmio di tempo e costi di produzione.

INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7

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EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

LAYOUT WEB QuarkXPress 5 ha introdotto il concetto di documenti Web, divenuti ora layout Web, che possono far parte di un progetto più grande. Per facilitare il passaggio da parte dei disegnatori grafici da un ambiente di stampa a un ambiente Web, gli strumenti e la terminologia Web sono stati realizzati con l’intento di sfruttare la conoscenza e l’esperienza già acquisite con l’uso di QuarkXPress. Con i metodi WYSIWYG e gli strumenti intuitivi offerti da QuarkXPress, non avete bisogno di diventare un Webmaster per produrre pagine Web interattive dall’aspetto estremamente professionale. QuarkXPress offre tutto ciò che vi serve per aggiungere moduli in linea, link ipertestuali, rollover, menu sovrapposti ed altro ancora, senza dover imparare il linguaggio di programmazione HTML.

Iniziando da una busta per il CD realizzata per la stampa, il disegnatore grafico ha creato anche una pagina interattiva per il sito Web. Altre pagine del sito contengono i programmi delle rappresentazioni del gruppo, clip audio e video, biografie dei membri del gruppo, elenchi di pezzi musicali nonché i versi delle canzoni. Qualsiasi testo destinato alla stampa o al Web, come ad esempio i versi delle canzoni, vengono sincronizzati tra i layout di stampa e i layout Web. Per cominciare a produrre pagine, potete convertire il contenuto di stampa. O meglio ancora, potete sincronizzare il testo e la formattazione tra i layout di stampa e i layout Web per mantenere uniformità di contenuto. Ma potete anche creare un testo e una formattazione specifici per un determinato media.

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INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7

EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

LA NUOVA VERSATILITÀ DEL LAYOUT DELLA PAGINA Sebbene gli elementi di base del layout della pagina di QuarkXPress siano sostanzialmente gli stessi, ossia finestre di testo, finestre immagine e linee, le nuove funzionalità accrescono le vostre possibilità di creazione di un prodotto versatile e facilmente modificabile. Nuove tecnologie hanno reso infatti possibili funzionalità come quella della trasparenza, introdotta da QuarkXPress 7, che consente di specificare determinati livelli di opacità nell’applicazione di colore e ombreggiature. Tabelle, livelli e sincronizzazione facilitano la scorrevolezza del workflow mentre le viste multiple di layout, i potenziamenti della protezione e i miglioramenti apportati alle palette rendono QuarkXPress uno strumento sempre più flessibile e facile da usare. OPACITÀ PER COLORI, OGGETTI E CONTENUTO Era già possibile in passato specificare l’intensità di un colore applicato ad oggetti e a un contenuto, come ad esempio a finestre, a linee, a cornici, testo e altro ancora, ma l’unico metodo disponibile per “vedere” attraverso gli oggetti era di usare il colore Nessuno. In QuarkXPress 7 potete ora specificare l’opacità da applicare a qualsiasi oggetto o contenuto, definendo un valore da 0% a 100% (da trasparente a opaco). Potete specificare l’opacità ogni volta che applicate un colore e potete quindi creare effetti come ad esempio sfumature da un bianco uniforme a trasparenti. Questo vi consente di applicare un valore di trasparenza esattamente quando e dove lo volete, ossia in un titolo, un’immagine o una tabella di sfondo e così via.

Se specificate il 65% di opacità per la parola “Blonde”, la lucentezza della chitarra filtrerà attraverso i caratteri. Specificando semplicemente l’opacità, potrete creare effetti su diversi livelli che richiedevano in passato l’uso di un’applicazione di gestione delle immagini. Potete ora restare in QuarkXPress e produrre effetti originali per i layout di stampa e Web. OMBREGGIATURA È sempre stato possibile creare un’ombreggiatura in QuarkXPress semplicemente duplicando gli elementi della pagina e ponendoli su diversi livelli. Tuttavia per ombreggiature tenui e sofisticate, con bordi frangiati, dovevate usare i software XTensions® o un software di gestione delle immagini. L’introduzione della tecnologia della trasparenza consente ora di applicare automaticamente ombreggiature ad oggetti e testo nonché di specificare scostamento, angolo, colore, ombre, opacità e nitidezza, tanto per citare soltanto alcune delle opzioni disponibili.

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XXV

EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

Restando in QuarkXPress potete quindi ora creare delle ombre grafiche come parte del design della pagina senza dover usare un’applicazione di gestione delle immagini. Ridurrete con questo la necessità di passare da una applicazione all’altra nonché gestire simultaneamente molteplici file di immagine. Se dovete inoltre modificare un testo contenente un’ombreggiatura, potete ora apportare le modifiche direttamente in QuarkXPress. Con le opzioni di sincronizzazione, potete infine creare delle ombre uniformemente distribuite lungo un layout o un progetto. TABELLE Le funzionalità di creazione e modifica delle tabelle introdotte da QuarkXPress 5, sono state ulteriormente migliorate. Le funzionalità delle tabelle sono centrate su due principi di base: facilitare l’organizzazione dei dati posseduti e mettere a disposizione dell’utente le stesse opzioni di formattazione disponibili in QuarkXPress. Sul fronte dei dati, sono disponibili tre opzioni: creazione di una tabella vuota e aggiunta di immagine e testo, conversione di un testo in una tabella e importazione/aggiornamento di fogli elettronici Microsoft Excel, di grafici e di immagini. Per quanto riguarda la formattazione, QuarkXPress offre un controllo totale sulla creazione di sfondi di tabelle, righe e celle nonché sul colore, stile e spessore delle cornici e delle linee delle celle della griglia.

Ci vogliono solo pochi secondi in QuarkXPress per la creazione e la formattazione di una tabella come questa, incluso l’applicazione automatica di ombre. Quando si tratta poi di modificare delle tabelle, potete ridimensionare interattivamente righe, colonne e perfino l’intera tabella. E potete automaticamente adattare una tabella a un dato contenuto. Come per tutti gli altri elementi della pagina, potete ruotare le tabelle a qualsiasi grado di angolazione. E come per qualsiasi altro tipo di contenuto editoriale, una tabella può continuare da una pagina all’altra di un layout. Le tabelle possono inoltre includere righe per intestazioni e pié di pagina automaticamente sincronizzate. Tutte queste funzionalità rendono facile e rapida la preparazione di una presentazione basata su tabelle, come ad esempio rapporti finanziari annuali e moduli d’ordine di cataloghi.

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INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7

EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

LIVELLI Potete suddividere un layout in diversi livelli per agevolare la produzione di pubblicazioni multilingue, la gestione di parti di illustrazioni o di altri elementi del design della pagina nonché per includere nella pagina note non stampabili. I livelli funzionano come versioni elettroniche di strati sovrapposti e possono essere visualizzati, protetti e stampati in base alla vostre necessità. Introdotto per la prima volta con QuarkXPress 5, il controllo dei livelli continua ad essere potenziato in ogni nuova versione. VISUALIZZAZIONE DI MOLTEPLICI LAYOUT Potete visualizzare l’incidenza di determinate modifiche sull’aspetto di una pagina o di un layout suddividendo la finestra di QuarXPress in due riquadri separati oppure aprendo un numero qualsiasi di finestre per un dato progetto. In entrambi i casi, potete visualizzare ciò che volete nei due riquadri o nelle due finestre, ossia diverse scale di visualizzazione, pagine, layout e così via. Questa funzionalità di QuarkXPress 7 consente una verifica immediata dell’impatto che eventuali modifiche possono avere sugli elementi della pagina, ad esempio se potrebbero causare una fuoriuscita dai limiti prestabiliti.

La divisione della finestra di un progetto consente di lavorare su due schermate diverse di una pagina del layout e consente di verificare come eventuali modifiche apportate ad un’area della pagina incidono sulle altre aree.

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EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

SINCRONIZZAZIONE DEL TESTO E DI ALTRI ELEMENTI DELLA PAGINA È possibile ottimizzare l’uniformità dei contenuti e automatizzare modifiche da apportare all’intero progetto sincronizzando testo, immagini e attributi degli elementi della pagina tra cui formattazione del testo, effetti applicati alle immagini, colori e ombre. Introdotta con la versione QuarkXPress 6, la sincronizzazione vi consente di decidere ad esempio se sincronizzare sia i contenuti di una finestra immagine che la sua formattazione, oppure soltanto la finestra immagine o la sua formattazione. PROTEZIONE DEGLI ELEMENTI DELLA PAGINA Per impedire l’applicazione di modifiche indesiderate, QuarkXPress dispone ora di una funzionalità di protezione più rigida con l’aggiunta di una protezione di testo e immagini. Prima di QuarkXPress 7, la protezione impediva soltanto lo spostamento involontario di un oggetto con il mouse. POTENZIAMENTO DELLE PALETTE QuarkXPress è stata la prima applicazione a mettere le palette a portata di mano dell’utente e QuarkXPress 7 continua ad aggiungere praticità e convenienza al loro uso. Potete ora infatti massimizzare la vostra area di lavoro raggruppando le palette e assegnando equivalenti da tastiera personalizzati alla visualizzazione di set di palette. Potete creare gruppi di palette personalizzati per tenere a portata di mano quelli che usate più di frequente. E nell’ambito di un gruppo, le palette possono essere ingrandite, ridotte e ridimensionate in base alle necessità. La tradizionale palette delle Misure di QuarkXPress offre ora ancora più opzioni, incluse numerose opzioni derivate dalle finestre di dialogo Modifica, Attributi paragrafo e Attributi carattere. Anziché aumentare le dimensioni della palette per includere i nuovi comandi, la palette è ora provvista di schede interattive contenenti dei controlli sensibili al contesto.

La nuova palette delle Misure offre una maggiore potenza e sensibilità al contesto. Una nuova scheda per Spazia/Allinea rende una distribuzione uniforme degli oggetti sulla pagina un processo interattivo rapidissimo. TIPOGRAFIA Grazie a un ulteriore supporto di nuove tecnologie delle font e a potenziamenti apportati all’interfaccia utente, QuarkXPress 7 offre una precisione tipografica sempre più sofisticata, facilitando al massimo la gestione del testo. Il controllo tipografico è sempre stato il punto di forza di QuarkXPress. Potete ora estendere questa capacità di controllo tipografico oltre i limiti della stampa e trarre vantaggio dalle nuove tecnologie come quella di OpenType.

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INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7

EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

SUPPORTO DI OPENTYPE OpenType è un formato di font cross-platform in grado di gestire set di caratteri di grandi dimensioni nonché legature discrezionali. Le font OpenType, che includono spesso la parola “Pro” nel loro nome, variano notevolmente in ciò che possono offrire. Alcuni set contengono semplicemente il gruppo di caratteri standard mentre altri sono stati considerevolmente estesi. Alcuni set offrono due o tre variazioni di una font – Roman, grassetto e corsivo – mentre altri offrono variazioni più elaborate come numeri vecchio stile, maiuscoletto e frazioni. QuarkXPress 7 agevola l’accesso alle funzionalità disponibili nella font OpenType selezionata. Sia tramite la palette delle Misure che la finestra di dialogo Attributi del carattere, potete ora accedere a tutte le funzionalità offerte da una font.

Con le opzioni OpenType disponibili nella font corrente, Caflisch Script Pro, potete usare la funzionalità “Lettere ornate” e “Alternative contestuali” per ottenere un ravvicinamento delle lettere per conferire loro un aspetto più naturale e più italico. PALETTE GEROGLIFICI La nuova palette Geroglifici di QuarkXPress 7, offre un accesso rapido, con un solo clic, a tutti i caratteri di una font. Sia che abbiate bisogno di un punto elenco, di un carattere frazionale o di un particolare accento, li avrete tutti a portata di mano. Se avete poi caratteri specifici che usate frequentemente, potete salvarli come i vostri caratteri preferiti. POTENZIAMENTO DI CARATTERI SPECIALI QuarkXPress ha sempre supportato o offerto direttamente tutti i tipi di caratteri speciali e di codici a fini tipografici e di design del layout: spazi em, trattino non divisibile, carattere di rientro, carattere del numero di pagina. Ma finora dovevate sapere che esistevano e dovevate quindi cercare il loro codice e ricordarlo. E nella maggior parte dei casi dovevate aver fiducia nella capacità del carattere speciale di fare quello che si voleva.

INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7

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EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

QuarkXPress offre ora delle opzioni per l’inserimento di caratteri speciali tramite il menu Utilità e rappresenta tali caratteri con icone specifiche (ad esempio, uno spazio non divisibile ha ora un aspetto diverso da uno spazio standard nel caso di caratteri invisibili). Se siete appassionati del codice Unicode, sarete lieti di sapere che QuarkXPress supporta ora FontFallback. Questo supporto aiuta a visualizzare i caratteri speciali se la font che state utilizzando non è in grado di visualizzarli. Inoltre, il supporto Unicode rende possibile abbinare caratteri romani e caratteri asiatici nella stesso layout. ANTI-ALIASING PER IL CARATTERE Il motore tipografico aggiornato di QuarkXPress 7 vi offre bellissime font antialias che appaiono con estreme nitidezza sullo schermo ad ogni livello di scala, anche quando le ruotate o le allungate per cui il WYS è sempre più vicino al WYG. IMMAGINI GRAFICHE Non è certo più necessario passare in continuazione da QuarkXPress a un’applicazione di gestione delle immagini e viceversa, accumulando una serie di file quando questo tipo di lavoro può essere svolto ora rapidamente in QuarkXPress. Sebbene non sia un programma di gestione delle immagini tipico, QuarkXPress intende continuare ad aggiungere funzionalità di correzione dell’immagine non soltanto per un risparmio di tempo, ma anche per massimizzare la vostra creatività consentendovi di esplorare la possibilità di effetti applicati alle immagini nel contesto di un design di contorno. QuarkXPress ha ottenuto questo risultato grazie ai moduli QuarkXTensions® gratuiti, diretti all’importazione di file Photoshop oltre che all’applicazione di effetti alle immagini e alla visualizzazione in anteprima di immagini ad alta risoluzione. SUPPORTO PER I FILE PHOTOSHOP NATIVI Il software PSD Import XTensions introdotto nel mercato con QuarkXPress 6.5, vi consente di importare nei layout QuarkXPress i file nativi di Adobe Photoshop Ciò comporta un notevole risparmio di tempo e di spazio sul disco rigido, necessario per l’esportazioni di immagini in formati accettabili, specialmente quando si manipolano diverse versioni della stessa immagine. PDS Import offre inoltre opportunità creative in quanto consente l’accesso a livelli, canali e percorsi nell’ambito delle immagini importate. Tanto per cominciare, potete ora nascondere e visualizzare i livelli per provare varie alternative, potete selezionare una modalità di sfumatura per i livelli come ad esempio dissolvi o schiarisci, potete modificare l’opacità dei livelli, mappare i canali alfa su colori o inchiostri per produrre vernici piatte e la quinta pellicola di un colore piatto, nonché selezionare diversi percorsi di ritaglio per la visualizzazione e il ritorno a capo del testo. Con PSD Import, il lavoro normalmente svolto in Photoshop può venire svolto ora in QuarkXPress. Se ad esempio siete in grado di memorizzano diverse versioni di un’immagine di sfondo sui livelli, potete scorrere lungo i livelli di QuarkXPress per scegliere l’immagine che preferite anziché produrre cinque file TIFF diversi.

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INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7

EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

EFFETTI DELL’IMMAGINE Il software QuarkVista XTensions, inviato insieme a QuarkXPress 6.5, porta gli stili dell’immagine a un livello completamente nuovo. È vero che nelle versioni precedenti avevate già a disposizione opzioni per l’applicazione di colore, sfumature, contrasto negativo e mezzitoni su determinati tipi di immagine. Ma QuarkVista va al di là di queste funzioni ed offre effetti speciali quali filtri, regolazioni e opzioni di output per i formati di file di immagine più diffusi. Ed implementa queste funzioni in un modalità “non distruttiva”, ossia salvando gli effetti in QuarkXPress anziché alterare il file di immagine originale, se non volete alterarlo. Gli effetti speciali e le regolazioni includono livelli, curve, rilievo, sfocatura gaussiana, maschera di contrasto, luminosità/contrasto, posterizzazione e così via. Potete sperimentare applicando diversi effetti alle immagini, agendo direttamente da QuarkXPress e distribuendo le immagini e altri elementi della pagina su vari livelli per ottenere un effetto globale. Per uniformità ed efficienza, gli effetti dell’immagine possono essere esportati e condivisi con altri progetti e utenti. Se decidete di creare dei file di immagine contenenti effetti speciali, potete specificare una modalità di colore, un formato di file, l’inclusione o meno di un ritaglio e di una scalatura, e così via.

Pur non trascurando concrete opportunità di design, molti utenti utilizzano tuttavia QuarkVista soprattutto per l’esportazione di immagini ritagliate. SUPPORTO DI MASCHERE ALFA Può darsi che siate già abituati ad usare percorsi di ritaglio per migliorare l’interazione tra immagini importate, testo ed elementi grafici di una pagina. Ma il supporto di canali alfa, introdotto con la versione QuarkXPress 7, consente di acquisire un livello di interazione completamente nuovo. Mentre un percorso di ritaglio produce un contorno deciso, i canali alfa offrono una maschera graduata in modo che elementi più tenui come ad esempio un’immagine di capelli appaia più naturale contro i caratteri e gli elementi della pagina posti nello sfondo. Potete creare ora una maschera alfa in un file TIFF usando la vostra applicazione di gestione delle immagini, potete importare il file TIFF in un layout di QuarkXPress e acquisire effetti di grande impatto visivo che non sarebbero stati possibili in applicazioni per il layout della pagina. QuarkXPress supporta inoltre la trasparenza di Photoshop nei file TIFF e PSD nativi.

INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7

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EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

La selezione delle maschere alfa nell’immagine del fuoco e l’alterazione successiva dell’opacità in modo che il fuoco abbia un’apparenza di trasparenza, produce questo effetto avvincente. VISUALIZZAZIONE DELLE ANTEPRIME A PIENA RISOLUZIONE Una volta iniziato il lavoro con i file di Photoshop e dopo aver sperimentato con gli effetti dell’immagine, è estremamente importante valutare i risultati ottenuti. QuarkXPress 6 offre a questo proposito il software Full-Res Preview XTensions rivolto all’acquisizione dei dettagli che volete osservare e valutare. Con questa funzione, potete finalmente abbandonare le immagini TIFF, EPS e PDF pixelate anche se scalate o le ingrandite. Questa funzionalità può generare inoltre anteprime per i file EPS in modo che il messaggio di “non anteprima” non venga più visualizzato. La funzionalità di Anteprima a piena risoluzione facilita la valutazione dell’interazione tra immagini, testo e elementi della pagina durante il processo di design e migliora in modo particolare la revisione sullo schermo. Applicando l’anteprima a piena risoluzione immagine per immagine, potete personalizzare questa funzionalità per bilanciare le vostre ispirazioni creative con la realtà della potenza di elaborazione del computer in uso. ANTI-ALIAS PER TUTTI GLI ELEMENTI DELLA PAGINA In aggiunta alle anteprime a piena risoluzione per le immagini, QuarkXPress 7 offre una funzione di anti-alias per tutti gli elementi visualizzati su schermo. Questo significa che le finestre e le linee non appariranno mai “scalettate”,

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INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7

EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

neppure quando esportate i layout Web in formato HTML. Noterete subito un miglioramento quando osservate un’anteprima delle pagine Web nel browser e l’aspetto del vostro sito, che apparirà ora decisamente più professionale.

Con la nuova tecnologia di visualizzazione, implementata in QuarkXPress, la visualizzazione di testo, curve e elementi ruotati è estremamente uniforme. PRODUTTIVITÀ QuarkXPress 7 offre la possibilità di svolgere il proprio lavoro in modo più intelligente, prevenendo duplicazione di compiti, ritardi e tempi di esecuzione eccessivamente lunghi. Funzionalità rivolte specificatamente ad un’ottimizzazione della produttività includono la sincronizzazione del testo tra i vari layout di uno stesso progetto, la possibilità di avere molteplici utenti che lavorano sulle stesse pagine del layout, molteplici livelli di annullamento, nuove funzionalità di amministrazione nonché opzioni di importazione e esportazione di XML. Non avete bisogno di cronometrarvi per sapere che state risparmiando tempo e costi di produzione! TESTO SINCRONIZZATO La sincronizzazione del testo, introdotta con QuarkXPress 6, sfrutta appieno il vantaggio di molteplici layout che fanno parte di uno stesso progetto. Potete utilizzare ora lo stesso testo in qualunque parte di un progetto, ossia nella parte destinata sia alla stampa che al Web, e in qualunque punto del testo si apporti una modifica, questa viene automaticamente applicata anche alle altre parti del progetto con lo stesso testo. Questa funzionalità intuitiva facilita enormemente il processo di modifica di un testo nei vari layout di un progetto, sia che si tratti di una modifica semplice come una data o l’indicia di un mailing o una modifica molto complessa come la sostituzione di un intero testo legale o un intero articolo. Non è più necessario quindi eseguire operazioni di ricerca e sostituzione.

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EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

COMPOSIZIONE MULTI-UTENTE DELLA PAGINA QuarkXPress 7 rimuove la limitazione di un utente per progetto consentendo a molteplici utenti di collaborare alla creazione delle singole pagine di un layout. Suddividendo le pagine in “aree di composizione”, gli utenti possono accedere alle parti condivise di una pagina tramite rete o anche remotamente tramite e-mail. Le aree di composizione sono applicabili ai layout di stampa e Web e possono essere di dimensioni minime, come ad esempio 2,5 cm x 2,5 cm o grandi tanto quanto i layout. Parallelamente al procedere del lavoro dei vari utenti, autori di testo, disegnatori grafici e illustratori di foto, le pagine vengono automaticamente aggiornate in modo che il grafico del layout possa vedere le modifiche apportate da tutti gli utenti che lavorano sullo stesso layout.

Con la aree di composizione, molteplici utenti possono lavorare sullo stesso layout, perfino sulla stessa pagina. Ciò rende possibile che un utente lavori su un testo mentre un altro si concentra ad esempio su immagini e layout. ANNULLAMENTI MULTIPLI QuarkXPress 6 ha esteso le azioni che possono venire annullate ed ha introdotto la funzione di annullamento multiplo, ossia fino a 30 azioni consecutive. Per quanto non sembri una funzionalità di grande impatto, può in effetti incidere significativamente sull’interazione quotidiana che mantenete con QuarkXPress. QLA E SUPPORTO DI CITRIX Come ben sappiamo, soltanto il personale IT è veramente interessato all’amministrazione delle licenze e alle procedure di installazione. Ma la gestione delle licenze per ogni copia di un programma software in esecuzione nonché l’installazione di QuarkXPress su sistemi singoli sono operazioni estremamente costose per ogni azienda. Quark® License Administrator, un software server distribuito gratuitamente ai clienti che possiedono molteplici copie di QuarkXPress 5 e successive, assegna una licenza d’uso del programma agli utenti soltanto quando ne hanno bisogno. Il supporto del server di presentazione Citrix MetaFrame aggiunto a QuarkXPress 6.5 gestisce aggiornamenti e installazioni duplicando l’installazione del software server in computer individuali.

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EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

WORKFLOW DI XML Dalla versione 5, QuarkXPress ha incluso degli strumenti potenti e basati su standard per il riutilizzo del contenuto in XML. OUTPUT Come ben sapete, ciò che ha un aspetto molto piacevole sullo schermo in QuarkXPress non è utile se non lo si può stampare o visualizzare sul Web. Di conseguenza nelle ultime versione di QuarkXPress, Quark ha valutato molto attentamente nuove tecnologie di output, incorporando standard e nuove funzionalità che offrono la garanzia un di output di alta qualità. La tecnologia più significativa è Job Jackets, seguita da un nuovo schema di gestione del colore e dall’introduzione dell’editoria basata sul database. QuarkXPress 7 supporta inoltre ancora più formati di output e offre nuovi stili di output. JOB JACKETS Job Jackets, una nuova funzionalità rivoluzionaria di QuarkXPress 7, acquisisce ciò che non è stato umanamente possibile acquisire in passato, ossia accertarsi che ogni aspetto del design sia indicato per l’output a cui è destinato. Job Jackets è in pratica un contenitore di tutte le specifiche di un intero processo di stampa editoriale. È in grado ossia di contenere informazioni sul lavoro, attributi come colori e fogli di stile, regole che indicano quali funzionalità di design possono e non possono venire utilizzate, elenchi di risorse necessarie, informazioni sui contatti, informazioni sulla pianificazione dei tempi, ecc. Tutte queste informazioni vengono salvate in Job Jackets per prevenire errori durante i processi di creazione e di output della pubblicazione. Per usare un semplice esempio, potete specificare un elenco di colori, inchiostri e spazi cromatici per l’immagine di un progetto, in modo che il disegnatore grafico non crei dei progetti che non possano avere un output corretto dalle presse di destinazione.

Job Jackets offre ai disegnatori grafici tutte le specifiche di cui hanno bisogno per produrre lavori strutturati correttamente per l’output a cui sono destinati.

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EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

Come molte nuove funzionalità, la funzionalità di Job Jackets è basata su un open standard, in questo caso JDF (Job Definition Format), un formato di tipo XML che offre un controllo e un’automatizzazione della produzione dell’editoria per la stampa semplificando nel contempo lo scambio di informazioni tra applicazioni e sistemi. GESTIONE DEL COLORE QuarkXPress 7 converte il processo di gestione del colore in un’operazione semplicissima che offre ottime simulazioni per la revisione sullo schermo. Grazie a una nuova interfaccia utente e a nuovi controlli, gli utenti non devono più passare dalla procedura laboriosa di acquisizione e selezione di dispositivi e profili delle immagini al fine di acquisire una gestione del colore facilmente gestibile. Con l’aiuto infatti di un tipografo o di un esperto della gestione del colore, potete ora definire uno schema di gestione cromatica rapido e che richiede pochissimo tempo. I disegnatori grafici non devono più prendere decisioni relative alla gestione del colore, immagine per immagine o layout per layout. In QuarkXPress 7, la gestione del colore si basa su tre principi essenziali: impostazione dell’immagine d’origine, simulazione della visualizzazione e impostazione dell’output. Tutte e tre queste impostazioni sono dipendenti dal sistema, ossia offrono diverse opzioni a seconda del tipo di supporto di cui dispongono per l’output. Ad esempio, potete ora visualizzare in anteprima sullo schermo come un RGB viene stampato in CMYK e come un CMYK viene stampato in scala dei grigi. EDITORIA BASATA SUL DATABASE QuarkXPress 7 consente di integrare dei contenuti provenienti da diverse fonti e di creare output da inviare alla stampa, il tutto con tempi di produzione prestampa minimi e a costi ridotti. È possibile gestire ora con facilità la produzione di cataloghi personalizzati e di offerte tramite mailing, listini di proprietà in vendita e rapporti giornalieri sui fondi comuni. OPZIONI DI OUTPUT ESTESO E STILI DI OUTPUT QuarkXPress è diventato ancora più flessibile in termini di opzioni di output semplificando l’obiettivo di uniformità di output. I potenziamenti apportati alle versioni 6 e 7 hanno comportato come risultato opzioni per l’esportazione diretta in HTML, PPML, XML, XHTML, XSLT, PDF e PDF/X (senza Acrobat® Distiller®). Potete ora salvare impostazioni di output complessi per la stampa, per EPS, PDF e PPML, come stili che potete riutilizzare e condividere con un’altra area di lavoro.

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OLTRE QUARKXPRESS

OLTRE QUARKXPRESS QuarkXPress, il prodotto cardine di Quark, continua ad offrire potenza in termini di potenzialità creativa e produttività con ogni nuova versione. Ma il vero punto di forza di QuarkXPress è la sua scalabilità. Mano a mano che si acquistano sempre più copie di QuarkXPress, ci si può affidare a Quark License Administrator per gestire licenze multi-utenza. Per i gruppi di lavoro editoriali, il passaggio a Quark Publishing System® comporta un’automatizzazione e un’accelerazione dei processi di produzione implementati. Quark Dynamic Document Server offre un accesso basato sui browser ai documenti QuarkXPress, a fini della personalizzazione. Quark offre questi e numerosi altri prodotti rivolti alla gestione di tutti i processi editoriali, dalla redazione al layout della pagina, alla gestione delle immagini per arrivare fino alla personalizzazione, fatturazione e automatizzazione della produzione. Per ulteriori informazioni, visitate www.quark.com e fate clic su Solutions (Soluzioni).

UTILIZZO DI QUESTA GUIDA La guida QuarkXPress nel 21° Secolo è stata redatta specificatamente per l’utente esperto di QuarkXPress, particolarmente per coloro che hanno acquisito un’ottima dimestichezza con le funzionalità della versione 4. Sia che abbiate usato una versione più recente o meno, le informazioni di questa guida sono destinate ad agevolare l’apprendimento e l’uso di tutte le nuove funzionalità offerte da QuarkXPress 7. VI SERVE AIUTO? Se siete nuovi utenti di QuarkXPress, o se volete esplorare una delle funzionalità più tradizionali dell’applicazione, consultate le risorse seguenti: • Guida in linea di QuarkXPress • Libri su QuarkXPress pubblicati da terzi • Libri sull’editoria elettronica in generale Se avete difficoltà a destreggiarvi con funzionalità a livello di sistema, ad esempio salvataggio di file, spostamento di file, attivazione di font, consultate la documentazione di accompagnamento del vostro computer.

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UTILIZZO DI QUESTA GUIDA

CONVENZIONI DI QUESTA GUIDA Le convenzioni di formattazione di questa guida intendono mettere in evidenza determinate informazioni per facilitarne il reperimento. • Stile di carattere grassetto I nomi di tutte le finestre di dialogo, campi e altri controlli sono scritti in grassetto. Ad esempio: “Scegliete Modifica dal menu Oggetti”. • Riferimenti: Nella descrizione delle funzionalità, troverete riferimenti in parentesi che vi segnalano dove potete accedere a queste funzionalità. Ad esempio: “La finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti) vi consente di formattare alcuni elementi della pagina”. • Frecce: Vedrete spesso delle frecce (Þ), che indicano il percorso a una data funzionalità. Ad esempio: “Scegliete Oggetti Þ Modifica Þ Testo per accedere al campo Colonne”. • Icone: Sebbene ci si riferisca a molti strumenti e pulsanti con il loro nome, che potete visualizzare nell’elenco dei Suggerimenti strumenti, in alcuni casi vengono visualizzate delle icone per una loro rapida identificazione. Ad esempio, “Fate clic sul pulsante della palette delle Misure per accedere alle funzionalità OpenType”. • Problematiche di cross-platform: QuarkXPress mantiene uniformità tra i sistemi operativi. Tuttavia alcune denominazioni, combinazioni di tasti e altri aspetti di QuarkXPress sono diversi in Mac OS e in Windows a cause di convenzioni dell’interfaccia utente o di altri fattori. In questi casi, vengono inlcuse le versioni di entrambe le piattaforme, separate da una barra obliqua. Ad esempio, se il nome di un pulsante è etichettato come Seleziona in Mac OS e come Sfoglia in Windows, le istruzioni vengono indicate come “Fate clic su Seleziona/Sfoglia”. Differenze più radicali nelle due piattaforma vengono indicate mediante apposite note o in parantesi. Utilizzando questa panoramica delle funzionalità più rilevanti della versione e utilizzando il sommario all’inizio della guida, potete lanciarvi alla scoperta di QuarkXPress 7.

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INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7

UTILIZZO DELL’OPACITÀ

Capitolo 1: Grafica Con l’introduzione di numerose nuove funzionalità, QuarkXPress 7 porta la gestione delle immagini grafiche del layout della pagina ad un livello mai raggiunto prima: dalla creazione di effetti grafici applicati ai caratteri all’utilizzo di maschere alfa nelle immagini importate. Poiché QuarkXPress 7 introduce una tecnologia di trasparenza che risolve le limitazioni inerenti a PostScript® (che, da parte sua, non ha alcun concetto di trasparenza), potete ora specificare un valore di opacità ad ogni applicazione del colore, sia che lo stiate applicando a un testo, a delle immagini, allo sfondo di una finestra, a linee, cornici o tabelle. La tecnologia della trasparenza consente inoltre di creare delle ombreggiature sfumate, di utilizzare maschere alfa e specificare sfumature con riduzioni graduali fino a divenire invisibili. QuarkXPress 6.5 aveva già introdotto due nuovi moduli XTensions che estendevano significativamente la possibilità di correzione delle immagini e queste possibilità sono state potenziate in QuarkXPress 7. Il software QuarkVista XTensions offre delle opzioni professionali di correzione del colore e di applicazione di effetti speciali, mentre PSD Import consente di importare direttamente file di immagine in formato Adobe Photoshop (PSD). Questi moduli XTensions hanno quindi un impatto notevole sul workflow in quanto riducono la necessità di usare altre applicazioni e potenziano la creatività del disegnatore grafico mostrando gli effetti delle correzioni apportate all’immagine nel contesto dell’area di design circostante.

CAPITOLO 1: GRAFICA

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UTILIZZO DELL’OPACITÀ

Provate a immaginare come è semplice ora creare la copertina di una rivista in QuarkXPress 7. Ombreggiature applicate ai sottotitoli? Facilissimo! Modifica dei sottotitoli? Facilissimo! Sovrapposizione del nome della rivista ai capelli di una modella? Anche questo facilissimo! Inserimento di una quotazione in una finestra semi-trasparente? Ormai lo sapete, facilissimo! Provate ora a immaginare quanti passaggi eviterete, avanti e indietro, in altri programmi di gestione delle immagini e di effetti grafici. E pensate al numero molto più limitato di file che dovrete destreggiare. E non dimenticate uno dei vantaggi irrinunciabili: poter continuare ad utilizzare le ineguagliabili funzionalità di tipografia, colore, precisione di gestione degli oggetti esclusivi di QuarkXPress.

Utilizzando una combinazione di ombreggiatura, opacità, maschere alfa ed effetti speciali, potrete ora creare un design di forte impatto visivo per il CD senza mai uscire da QuarkXPress.

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CAPITOLO 1: GRAFICA

UTILIZZO DELL’OPACITÀ

UTILIZZO DELL’OPACITÀ In QuarkXPress l’opacità viene applicata a livello di colore e potrete quindi specificare un valore di opacità per qualsiasi elemento della pagina a cui è possibile applicare il colore, incluso il secondo o terzo colore di una sfumatura. Ciò significa che potete applicare diverse opacità ai vari attributi dello stesso elemento della pagina. In altre parole, la cornice di una finestra di testo, lo sfondo, un’immagine e ciascun carattere del testo può avere un’opacità diversa. Quando si specifica l’opacità, è importante tenere presente i rapporti di composizione che si stabiliscono tra un elemento e l’altro.

Con l’applicazione di diversi livelli di opacità alle celle della tabella, alla cornice della tabella e all’immagine della chitarra, potete osservare le numerose possibilità offerte dall’effetto opacità applicato a livello di colore. SPECIFICA DELL’OPACITÀ La definizione dell’opacità è una procedura tanto semplice quanto lo è definire l’intensità di un colore. Qualunque sia lo strumento da cui scegliete un colore, sia che sia che si tratti della palette Colori, della palette delle Misure, del menu Stile o dei vari scheda della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti) o della finestra di dialogo Attributi del carattere (Stile Þ Carattere) ed altri ancora, potete immettere un valore di opacità da 0% (trasparente) a 100% (opaco) con incrementi di 0,1%. Per specificare l’opacità da applicare a un’immagine, immettete un valore nel campo Opacità del scheda Immagini (Oggetti Þ Modifica). L’unica difficoltà associata all’opacità è essere in grado di sfruttare tutte le opportunità che offre.

Utilizzate la palette Colori (menu Finestra) per specificare l’opacità da applicare a ciascun colore

CAPITOLO 1: GRAFICA

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UTILIZZO DELL’OPACITÀ

SPECIFICA DI OPACITÀ PER I GRUPPI Dovete tenere presente che quando si sovrappongono oggetti di varie opacità, i colori vengono integrati e potrebbero produrre un eccesso di inchiostro. Ad esempio, se portate una finestra gialla con applicata un’opacità del 30% davanti a una finestra cyan con un’opacità del 100%, la finestra di sovrapposizione assumerà un colore leggermente verde. Potete correggere questo effetto raggruppando gli elementi della pagina e specificando un’opacità di gruppo piuttosto che opacità individuali. Per fare questo, utilizzate il campo Opacità del gruppo della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti). A seconda dell’effetto che si vuole ottenere, potrebbe essere necessario portare il valore del campo Opacità dei singoli elementi della pagina su 100% (questo per evitare di avere un’opacità singola e un’opacità di gruppo applicata agli oggetti).

Quando selezionate un gruppo con lo strumento Oggetti, viene visualizzata la scheda Gruppo della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti) in cui potete specificare un ’Opacità del gruppo in sostituzione delle opacità applicate individualmente.

Con questi tre oggetti raggruppati, confrontate l’opacità applicata ad un oggetto singolo rispetto all’opacità applicata a un gruppo. A sinistra, ciascun oggetto ha un valore di opacità del 50%, ossia gli oggetti in primo piano si sovrappongono agli oggetti retrostanti. A destra, i singoli oggetti hanno un’opacità del 100% mentre l’opacità del gruppo è del 50%. ossia l’intero gruppo si sovrappone allo sfondo. Gli oggetti del gruppo, tuttavia, possono anche avere opacità individuali in aggiunta all’opacità del gruppo.

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CAPITOLO 1: GRAFICA

UTILIZZO DELL’OPACITÀ

CREAZIONE DI SFUMATURE CON TRASPARENZA La tecnologia della trasparenza di QuarkXPress 7 consente di sfumare un colore con Nessuno piuttosto che soltanto con il bianco. Scegliete semplicemente Nessuno per il primo o per il secondo colore di una sfumatura nella palette Colori o nella scheda Finestra della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti).

La scelta di Nessuno per il colore n. 2 della sfumatura, riduce gradualmente l’intensità del colore fino a divenire trasparente, consentendo quindi all’immagine di sfondo di divenire visibile.

UTILIZZO DELLE OMBREGGIATURE L’ombreggiatura è un attributo dell’elemento della pagina, come può esserlo il colore, applicabile tramite il scheda Ombreggiatura della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti) o della palette delle Misure. QuarkXPress vi offre un completo controllo sulle ombreggiature tramite la selezione di colore, sfocatura, angolo, distanza ed altro ancora. Potete creare delle ombreggiature da applicare ai vari elementi della pagina come cornici, testo, immagini ed altro ancora in base alla loro formattazione. Per utilizzare le ombreggiature in QuarkXPress, dovete avere il software DropShadow XTensions caricato nel computer.

CAPITOLO 1: GRAFICA

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UTILIZZO DELLE OMBREGGIATURE

APPLICAZIONE DI OMBREGGIATURE Per applicare un’ombreggiatura, selezionate un elemento della pagina e quindi Applica ombreggiatura dal scheda Ombreggiatura della palette delle Misure o dalla finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti). Le sfumature vengono applicate come segue: • Oggetti: Le sfumature vengono applicate nella forma di un oggetto — finestra, linea, percorso di testo, tabella — purché l’oggetto abbia un colore di sfondo ad esso applicato. Se l’oggetto ha un colore Nessuno, l’ombreggiatura viene applicata al contenuto (testo o immagine). Se l’oggetto ha una cornice, la sfumatura viene applicata anche alla cornice. • Testo: Le ombreggiature vengono applicate al testo quando lo sfondo della finestra ha un’opacità inferiore al 100%. Le ombreggiature sono applicabili a tutto il testo di una finestra di testo o di un percorso di testo.

Poiché questa finestra di testo ha uno sfondo impostato su Nessuno ed una cornice, l’ombreggiatura viene applicata sia al testo che alla cornice. • Immagini: Le ombreggiature vengono applicate ai contorni di un’immagine dopo aver selezionato un percorso di ritaglio o una maschera alfa e se lo sfondo della finestra è impostato su Nessuno. L’ombreggiatura viene applicata ai contorni del percorso di ritaglio o della maschera alfa. • Gruppi: Se applicate un’ombreggiatura a un gruppo, l’ombreggiatura rifletterà la forma collettiva di tutti gli oggetti del gruppo e verrà collocata dietro tutti gli oggetti del gruppo. (Per accedere ai controlli dell’ombreggiatura applicabile ai gruppi, selezionate il gruppo con lo strumento Oggetti.) I singoli oggetti del gruppo possono mantenere la propria ombreggiatura.

A sinistra, il testo e la finestra hanno applicata la propria ombreggiatura. A destra, l’ombreggiatura viene applicata al gruppo in modo che la stessa ombreggiatura viene applicata al testo e alla finestra.

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CAPITOLO 1: GRAFICA

UTILIZZO DELLE OMBREGGIATURE

Potete personalizzare l’ombreggiatura di default utilizzando i controlli dei scheda di Ombreggiatura, potete aggiungere oggetti con applicata un’ombreggiatura alla palette Contenuto condiviso per sincronizzarli, qualora inseriti in diverse pagine, e definire le preferenze di Ombreggiatura per i singoli strumenti (QuarkXPress/Modifica Þ Preferenze Þ Strumenti).

Il riquadro Ombreggiatura della palette delle Misure offre dei controlli per l’applicazione e la personalizzazione delle sfumature. PERSONALIZZAZIONE DELLE OMBREGGIATURE Utilizzando i controlli del scheda Ombreggiature della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti) o della palette delle Misure, potete personalizzare l’aspetto di un’ombreggiatura tra cui la sua distanza dall’oggetto, l’angolo d’origine della luce, il colore, la sfocatura ed altro ancora. I controlli dell’ombreggiatura funzionano come segue: • Campo Angolo: Immettete un valore compreso tra 180° e –180° con incrementi di 0,001 per specificare l’angolo dell’ “origine della luce” che crea l’ombreggiatura. • Casella di selezione Sincronizza l’angolo: Selezionate questa opzione per sincronizzare l’angolo con le altre ombreggiature del layout per il quale è stata selezionata questa funzionalità. La modifica del valore assegnato ad Angolo per le ombreggiature per le quali è stata selezionata l’opzione Sincronizza l’angolo, inciderà su tutte le ombreggiature per le quali viene selezionata questa casella. Questa funzionalità rende possibile mantenere una sorgente di luce significativa lungo un intero layout, conferendo un aspetto più naturale alle ombreggiature. • Campo Distanza: Immettete un valore di scostamento per l’oggetto; lo scostamento dell’ombreggiatura viene misurato dall’angolo superiore sinistro della finestra di delimitazione dell’oggetto. Il valore di Distanza è limitato soltanto dalle dimensioni della pagina e degli appunti. • Campo Scala: Immettete un valore da 0 a 1000% per specificare le dimensioni dell’ombreggiatura in rapporto all’oggetto originale. Un’ombreggiatura inferiore a 100% è più piccola dell’oggetto, un’ombreggiatura standard è pari al 100% ed ha le stesse dimensioni dell’oggetto e un’ombreggiatura superiore al 100% è più grande dell’oggetto. Ad esempio, se specificate una Scala pari al 120% e una Distanza di 0, potete creare un contorno sfocato intorno all’oggetto piuttosto che creare un effetto di ombreggiatura. • Campo Sfocatura: Immettete un valore per specificare il grado di sfocatura dei contorni dell’ombreggiatura con i valori più alti che creano dei contorni più sfocati.

CAPITOLO 1: GRAFICA

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UTILIZZO DELLE OMBREGGIATURE

• Campo Inclinazione: Immettete un valore compreso tra –75° e 75° per inclinare l’ombreggiatura ad una determinata angolazione. È consigliabile usare questo effetto speciale con parsimonia.

L’inclinazione di un’ombreggiatura assume una posizione obliqua rispetto al testo o all’oggetto. • Colore, Intensità e Opacità: Scegliete un colore dal menu a discesa e immettete dei valori negli appositi campi per specificare colore, intensità e opacità dell’ombreggiatura. Riducete il grado di ombreggiatura per schiarire il colore; riducete l’opacità per rendere più visibili gli oggetti sottostanti l’ombreggiatura. • Sovrastampa ombreggiature: Questa impostazione controlla come l’ombreggiatura deve venire integrata allo sfondo al momento della separazione. Quando questa casella è selezionata, l’ombreggiatura sovrastampa lo sfondo. Quando questa casella è selezionata, il colore dello sfondo viene integrato al colore dell’ombreggiatura per creare le sfumature intermedie visibili sullo schermo. In generale, questa casella può venire selezionata quando l’ombreggiatura è nera (indipendentemente dall’intensità o opacità applicate), ma deselezionata quando l’ombreggiatura è di un colore più chiaro.

Utilizzate il scheda Ombreggiatura della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti) per personalizzare l’aspetto dell’ombreggiatura. Se necessario, puntate alle icone della palette delle Misure per visualizzare la descrizione della funzione del controllo.

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CAPITOLO 1: GRAFICA

UTILIZZO DELLE OMBREGGIATURE

INCORPORAZIONE DELLE OMBREGGIATURE NEGLI ELEMENTI DELLA PAGINA Ulteriori opzioni disponibili controllano il tipo di interazione che le ombreggiature mantengono con gli oggetti, incluso la gestione dell’opacità e lo scorrimento del testo intorno agli oggetti. Analogamente agli altri controlli, queste opzioni sono disponibili nel scheda Ombreggiature della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti) o della palette delle Misure. Le caselle di selezione funzionano come segue: • Eredita opacità dell’oggetto: Selezionate questa casella per fare in modo che l’ombreggiatura rifletta le diverse opacità dell’oggetto, come ad esempio le differenze definite per lo sfondo della finestra e per la cornice.

Con selezionata l’opzione Eredita opacità dell’oggetto, come potete osservare a sinistra, l’ombreggiatura riflette le diverse opacità applicate allo sfondo della finestra e alla cornice. A destra, l’opzione Eredita opacità dell’oggetto non è selezionata nella palette delle Misure e l’ombreggiatura è intera. • Oggetto ritaglia l’ombreggiatura: Selezionate questa opzione per impedire che un’ombra attraversi le aree semi-opache di un oggetto, ad esempio per impedire la visibilità di un’ombra attraverso la sua finestra.

A sinistra l’opzione Oggetto ritaglia l’ombreggiatura è deselezionato nella palette delle Misure e potete quindi vedere il cerchio con il 50% di opacità che si sovrappone all’ombreggiatura a cui è stato applicato il 75% di opacità. A destra, con selezionato Oggetto ritaglia l’ombreggiatura, l’ombreggiatura non è visibile attraverso la finestra. • Ombreggiatura con circonda: Selezionate questa opzione per applicare un’ombreggiatura al contorno di un testo che scorre intorno a un oggetto come specificato nel scheda Circonda (Oggetto Þ Modifica). Il valore di Esterno viene calcolato dai contorni dell’ombreggiatura. Ad esempio, se il testo circonda una quotazione in formato rettangolare con ombreggiatura, il testo non si sovrappone all’ombreggiatura quando selezionate l’opzione Ombreggiatura con circonda.

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UTILIZZO DELLE OMBREGGIATURE

• Opzioni di Eredita opacità dell’immagine e Oggetto ritaglia l’ombreggiatura abbinate: Otterrete risultati diversi in base all’abbinamento di queste impostazioni, come illustrato di seguito.

All’estrema sinistra, entrambe le opzioni Eredita opacità dell’oggetto e Oggetto ritaglia l’ombreggiatura sono deselezionate. Nella seconda da sinistra, soltanto l’opzione Eredita opacità dell’oggetto è selezionata. Nella terza da sinistra, soltanto Oggetto ritaglia l’ombreggiatura è selezionato. All’estrema destra, entrambe le opzioni sono selezionate.

UTILIZZO DELLE MASCHERE ALFA Al contrario dei percorsi di ritaglio che producono un contorno definito, utilizzato per separare un’immagine di primo piano da un’immagine di sfondo, le maschere alfa possono includere informazioni di trasparenza al fine di integrare impercettibilmente un’immagine di primo piano in un nuovo sfondo. Per utilizzare le maschere alfa in QuarkXPress 7, dovete prima aver acquisito familiarità con la creazione di una maschera alfa in un’applicazione di correzione delle immagini, come ad esempio Photoshop. Potete quindi utilizzare la maschera alfa in QuarkXPress.

La maschera alfa applicata alle fiamme consente di intravedere l’immagine di sfondo.

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CAPITOLO 1: GRAFICA

UTILIZZO DELLE MASCHERE ALFA

SALVATAGGIO DELLE MASCHERE ALFA Per utilizzare le maschere alfa in QuarkXPress, dovete salvarle con l’immagine in un formato che supporti i canali alfa. • In un’applicazione di gestione delle immagini, potete creare una maschera e salvarla come un canale alfa. Accertatevi di salvare i canali alfa con il file dell’immagine. Ad esempio, in Photoshop, selezionate Canali alfa nella finestra di dialogo Salva come (Archivio/File menu). • In Photoshop, potete convertire automaticamente una trasparenza nativa (ossia una trasparenza non basata su una maschera alfa) in un canale alfa selezionando Salva la trasparenza nella finestra di dialogo Opzioni TIFF (Archivio/File menu Þ Salva come Þ pulsante Salva). • Salvate il file di immagine in un formato che supporti i canali alfa, incluso TIFF, PDF e PNG-24 ed altri ancora.

In alcune situazioni, le maschere alfa e la trasparenza vengono applicate automaticamente a un’immagine. Ad esempio i file PSD, GIF e PNG possono venire salvati con la trasperenza e i file TIFF possono venire salvati con l’opzione Salva la trasparenza selezionata. SELEZIONE DELLE MASCHERE ALFA QuarkXPress elenca tutte le maschere salvate nei canali alfa nei nuovi controlli di Maschera. Potete selezionare la maschera alfa da utilizzare dal menu a discesa Canale nell’area Maschera del scheda Immagini (Oggetti Þ Modifica). Questo offre un’anteprima della maschera consentendovi di confermare la selezione eseguita. Potete anche scegliere un’opzione dal menu a discesa Maschera all’estrema destra del scheda Classico della palette delle Misure. Specificate, come sempre, l’opacità dell’immagine nel campo Opacità del scheda Immagini (Oggetti Þ Modifica).

Utilizzate l’area Maschera del scheda Immagini (Oggetti Þ Modifica) per scegliere dalle maschere alfa salvate con l’immagine attiva.

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NOZIONI DI BASE SULL’APPIATTIMENTO E SULLE PROBLEMATICHE DI PRODUZIONE

NOZIONI DI BASE SULL’APPIATTIMENTO E SULLE PROBLEMATICHE DI PRODUZIONE Quando si utilizza l’effetto trasparenza, è naturale essere preoccupati circa eventuali problematiche di produzione. Una buona conoscenza di quello che accade nel retro scena e l’esecuzione di determinate operazioni per ottenere un output più rapido e privo di problemi, può essere rassicurante. Inizieremo con una spiegazione dell’appiattimento che avviene durante il processo di stampa e offriremo quindi alcuni suggerimenti utili nell’utilizzo della trasparenza. Per utilizzare la funzione di appiattimento in QuarkXPress, dovete avere il software Flattening XTensions caricato sul computer. APPIATTIMENTO DURANTE IL PROCESSO DI STAMPA Poiché PostScript non ha alcun concetto di trasparenza, utilizza l’appiattimento come un processo di simulazione della trasparenza senza per questo alterare gli elementi della pagina al fine di produrre il design desiderato. Poiché l’appiattimento avviene soltanto nel corso del processo di stampa, ossia quando gli oggetti vengono alimentati alla stampante, i layout di QuarkXPress non subiscono alcuna modifica. In QuarkXPress, l’appiattimento avviene come segue: • Decomposizione: Le finestre vengono decomposte, gli elementi trasparenti vengono identificati e i rapporti tra le forme discrete (incluse le delimitazioni del testo) vengono decostruite. • Senza rasterizzazione: Le regioni che non devono venire rasterizzate vengono riempite con un nuovo colore creato dalla fusione dei colori esistenti. (Le aree con un’opacità impostata su Nessuno o su un valore di 0% non hanno bisogno di essere appiattite quando utilizzate per sfumature e immagini.) • Rasterizzazione necessaria: Le regioni che hanno bisogno di essere rasterizzate danno origine a percorsi di ritaglio. (Le immagini semi opache, ombreggiature, sfumature semi-opache e oggetti semi-opachi che si sovrappongono a elementi della pagina, devono venire rasterizzati.) • Risoluzione: Questa impostazione controlla la risoluzione dell’output degli elementi della pagina che vengono rasterizzati a seguito degli effetti di trasparenza o di ombreggiatura applicati. Tenete presente che una riduzione della risoluzione può essere applicabile se la finestra Output TIFF a piena risoluzione è deselezionata nel riquadro Opzioni della finestra di dialogo Layout di stampa.

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NOZIONI DI BASE SULL’APPIATTIMENTO E SULLE PROBLEMATICHE DI PRODUZIONE

• Trapping: In generale, quando si lavora con rapporti di trasparenza, non è necessario applicare il trapping. Quando entra in gioco il trapping, la sovrastampa di oggetti opachi viene ereditata da percorsi creati mediante la decomposizione; riduzione ed estensione definite per gli elementi della pagina trasparenti vengono ignorate. A tutti gli altri elementi originati dalla decomposizione viene applicata una foratura e il trapping di default di QuarkXPress durante la separazione dei colori eseguita dall’applicazione host (in questo caso da QuarkXPress). • PDF: Tutti gli elementi della pagina trasparenti vengono sempre appiattiti in un output in PDF. VERIFICA DI POSSIBILI PROBLEMI Job Jackets di Quark può contribuire a prevenire determinati problemi relativi all’output della trasparenza, prima che questi si verifichino. Nel verificare l’esistenza di potenziali problemi, tenete presente quanto segue: • Ordine di sovrapposizione: Per motivi di rapidità, accertatevi che QuarkXPress non appiattisca elementi che non è necessario appiattire. Per ottenere ciò, portate gli elementi trasparenti più in fondo possibile nell’ordine di sovrapposizione, ponendo gli elementi non coinvolti nell’effetto della trasparenza in primo piano, se possibile. (Se necessario, create elementi della pagina con il colore impostato su Nessuno, per forzare lo scorrimento del testo intorno all’oggetto.) • Modelli di colore: Tenete presente le ramificazioni dell’integrazione di diversi modelli di colore nell’ambito di un rapporto di trasparenza con la possibile insorgenza di problemi nel caso di un appiattimento. • Trapping: Verificate il trapping e ricordate che la riduzione ed estensione impostate per elementi trasparenti della pagina, verranno ignorati. • Rilegatura a punti: Verificate la definizione della rilegatura a punti per accertarvi che tutti gli elementi della pagina siano correttamente allineati lungo le varie pagine. • Risoluzione: Verificate ancora la risoluzione impostata nel riquadro Trasparenza della finestra di dialogo Stampa (Archivio/File menu).

UTILIZZO DI QUARKVISTA Il software QuarkVista™ XTensions® aggiunge a QuarkXPress funzionalità ben note di gestione dell’immagine tra cui la correzione del colore e i filtri per effetti speciali. Questo consente di applicare sofisticate manipolazioni dell’immagine direttamente nel layout di QuarkXPress anziché dover usare un’altra applicazione e dover continuamente passare da un’applicazione all’altra. Le modifiche apportate con QuarkVista non sono distruttive, ossia non incidono sul file di immagine d’origine (a meno che non lo si scelga). Modifiche e filtri vengono infatti salvati insieme ai file del progetto QuarkXPress, vengono visualizzati su schermo a piena risoluzione e applicati soltanto in fase di output.

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Se tuttavia, preferite salvare le modifiche direttamente con i file di immagine, QuarkVista vi offre anche questa opzione. In QuarkVista potete esportare in modo selettivo le immagini insieme a qualsiasi tipo di correzione, filtro e trasformazione, da una rotazione e ritaglio eseguiti in QuarkXPress all’applicazione di effetti, come una sfumatura in Negativo o una Curva gaussiana. Durante l’esportazione delle immagini potete anche convertire il tipo di file e il modello del colore e specificare se volete salvare i file di immagine d’origine o creare nuovi file di immagine (che possono venire automaticamente ricollegati al layout). QuarkVista consente inoltre di visualizzare informazioni sul colore dei pixel mentre spostate il puntatore sopra un’immagine. QuarkXPress considera gli effetti di QuarkVista come attributi dell’immagine che possono venire salvati come preimpostazioni e inclusi nella sincronizzazione per garantire uniformità tra i vari layout.

I nuovi strumenti di modifica della curva possono enfatizzare i dettagli di un’immagine scura e regolare i colori per complementare il layout.

Per utilizzare gli effetti immagine in QuarkXPress, dovete avere il software QuarkVista XTensions caricato nel computer. UTILIZZO DI IMMAGINI E EFFETTI Potete utilizzare la palette Effetti immagine (menu Finestra) per sperimentare con varie regolazioni e filtri. È sufficiente importate e selezionare un’immagine in uno dei formati di file supportati seguenti: TIFF (.tif), PNG (.png), JPEG (.jpg), Scitex CT (.sct), GIF (.gif), PICT (.pct o .pict), BMP (.bmp), o rasterizzato/ Photoshop EPS (.eps). Potete quindi, con estrema facilità, applicare, rimuovere, riorganizzare e modificare gli effetti speciali.

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APPLICAZIONE E MODIFICA DI EFFETTI L’effetto speciale consiste in una regolazione o in un filtro applicati tramite QuarkVista; gli effetti vengono descritti in dettaglio nelle sezioni “Regolazioni” e “Filtri” che seguono. Tramite la palette Effetti immagine, potete applicare effetti speciali all’immagine selezionata, procedendo come segue: • Per applicare un nuovo effetto, scegliete un’opzione dal menu a discesa Regolazioni o dal menu a discesa Filtri. Potete applicare molteplici effetti e molteplici istanze dello stesso effetto ma con parametri diversi. • Per applicare un effetto esistente in un’altra immagine, trascinate l’icona di Regolazione o l’icona del Filtro (a sinistra del nome dell’effetto nella palette Effetti immagine) sopra un’immagine diversa di un layout. • Per visualizzare le impostazioni di un effetto, fate clic sul triangolo adiacente a un’icona dell’effetto. Per modificare una delle impostazioni, selezionate l’effetto e fate clic su Modifica l’effetto o fate doppio clic sul nome dell’effetto.

La palette Effetti immagine (menu Finestra) elenca gli effetti applicati all’immagine selezionata, mostra dettagli sulle impostazioni definite e visualizza le informazioni sul colore riguardo ai pixel quando si porta il puntatore su di essi. RIORGANIZZAZIONE SEQUENZIALE DEGLI EFFETTI Gli effetti speciali vengono applicati a immagini in base all’elenco della palette Effetti immagine, dall’alto verso il basso. Ad esempio, se posterizzate un’immagine e quindi la offuscate, acquisirete un aspetto significativamente diverso da quello che otterreste offuscandola e quindi posterizzandola. Per riorganizzare l’ordine sequenziale degli effetti, trascinateli verso l’alto o verso il basso nell’elenco.

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A sinistra, viene applicata prima la Sfocatura gaussiana e quindi la Posterizza in modo da posterizzare la sfumatura. A destra, Posterizza viene applicata per prima per ottenere che la Sfocatura gaussiana agisca sull’immagine posterizzata. RIMOZIONE ED ELIMINAZIONE DI EFFETTI SPECIALI La palette Effetti speciali vi consente di rimuovere provvisoriamente un effetto a scopo di sperimentazione oppure di eliminarlo completamente dell’elenco. • Per rimuovere un effetto (senza eliminarlo), deselezionatelo. Potete selezionare o deselezionare effetti speciali per sperimentare con diversi tipi di combinazione. • Per eliminare un effetto, selezionatelo e fate quindi clic su Elimina effetto . Tenete presente che i tasti Backspace/Canc sulla tastiera eliminano l’immagine (quando è selezionato lo strumento Contenuto) o l’immagine con la sua finestra (quando è selezionato lo strumento Oggetti). VISUALIZZAZIONE DI EFFETTI A PIENA RISOLUZIONE QuarkVista visualizza immagini a seconda della risoluzione dell’anteprima corrente. Potete modificare la risoluzione applicata a un’immagine selezionata scegliendo un’opzione dal sottomenu Risoluzione anteprima (menu Oggetti). REGOLAZIONI Potete usare il menu a discesa Regolazioni della palette Effetti immagine (menu Finestra) per analizzare i pixel lungo un’immagine e mapparli su diversi valori. (Il menu a discesa Filtri, d’altro canto, offre opzioni che valutano l’intera immagine o cluster di pixel e modificano quindi i pixel in base al contesto.) Se avete familiarità con le funzionalità di regolazione di un’altra applicazione, sarete sicuramente in grado di usare i controlli di regolazione disponibili in QuarkVista. Ricordate che gli effetti sono cumulativi, ossia vengono applicati dall’alto verso il basso nell’ordine in cui appaiono elencati nella palette Effetti immagine.

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Quando si valutano i colori su schermo, anche se in un ambiente di calibrazione e gestione del colore, accertatevi di tenere in considerazione tutte le variabili coinvolte. Per visualizzare gli effettivi valori di colore dei pixel, utilizzate l’area Info della palette Effetti immagine. Le correzioni di colore apportate sullo schermo, specialmente da un principiante, potrebbero produrre risultati inaspettati. In generale, le correzioni del colore come ad esempio Livelli e Curve possono essere eseguite soltanto da utenti con un’ampia esperienza nella gestione del colore e nei processi di stampa.

Scegliete un’opzione dal menu a discesa Regolazioni della palette Effetti immagine per applicare correzioni del colore e effetti speciali mappando i pixel su valori diversi. LIVELLI Se un’immagine è troppo chiara o troppo scura, potete utilizzare l’effetto Livelli per accentuare le alte luci, comprimere le ombreggiature e regolare individualmente i mezzi toni. Al contrario dell’effetto Curva, che offre un grado più alto di precisione, la regolazione dei livelli modifica un’immagine nel suo complesso ed è spesso più semplice da imparare e da usare.

Utilizzate la finestra di dialogo Livelli per regolare le alte luci, le ombreggiature e i mezzi toni.

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La finestra di dialogo Livelli funziona come segue: • Scegliete i colori che volete utilizzare dal menu a discesa Canale. Vedrete le modifiche apportate soltanto ai canali selezionati. • Regolate Livelli di input per comprimere o espandere il range della tonalità. L’incremento dei livelli di input mappa i pixel più scuri sul nero e i pixel più chiari sul bianco. Modifica quindi l’immagine scurendo i livelli più scuri e schiarendo i valori più chiari. Ad esempio, se portate il controllo scorrevole dell’ombreggiatura su 10, tutti i pixel con un valore di 10 o inferiore diventano neri. Quando portate il controllo scorrevole delle alte luci su 210, tutti i pixel con un valore di 210 o superiore diventano bianchi. L’istogramma rispecchia immediatamente le modifiche apportate nei campi o nei controlli scorrevoli di Livelli di input. • Regolate i Livelli di output per specificare quanto scuri o chiari devono essere i livelli di bianco e nero quando rimappati sui Livelli di input. Ad esempio, supponiamo che un’immagine includa sia il nero (0) che il bianco (250) nel suo range tonale. Se impostate il livello di output del nero su 20 e il livello di output del bianco su 235, i pixel più scuri dell’immagine assumeranno il valore di 20 e i pixel più chiari il valore di 235. QuarkVista scala tutte le altre tonalità dell’immagine in proporzione e riduce il contrasto complessivo. L’istogramma riflette le modifiche apportate ai Livelli di output. CURVE Per schiarire o scurire un’immagine, potete apportare regolazioni tonali utilizzando l’effetto Curva. Anziché limitare le regolazioni a ombreggiature, alte luci e mezzitoni, potete regolare qualsiasi punto lungo una scala da 0% a 100% (per CMYK e scala di grigi) o da 0 a 255 (per RGB). La caratteristica di precisione di questo strumento richiede molta più esperienza e pratica di quanto necessario per l’uso dell’effetto Livello.

La finestra di dialogo Curve offre funzionalità di precisione per la regolazione delle alte luci, ombreggiature e mezzitoni.

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La finestra di dialogo Curve funziona come segue: • Nell’area Canali, verificate i canali dell’immagine selezionata che volete modificare. Potete regolare le curve di ogni canale selezionando i canali uno per volta. • Fate clic sull’icona per la modalità di curva con la quale preferite lavorare. Segmento curvo, Segmento diritto o Segmento a scaletta. • Per eseguire modifiche tonali e di colore, regolate le curve del grafico. Se necessario, fate clic su Ripristina tutto per ricominciare daccapo. • L’asse orizzontale rappresenta i valori di intensità originale dei pixel (livelli di input) e l’asse verticale rappresenta i nuovi valori di intensità (livelli di output). La linea di default diagonale visualizza tutti i pixel con valori di input e di output identici. • Modificate la forma della curva per modificare la visualizzazione di questi valori distribuiti. L’effetto delle modifiche apportate alla curva dipende dal modello di colore dell’immagine selezionata. Ad esempio, nelle immagini in RGB e scala di grigi, il rialzo della curva in qualsiasi punto rende i pixel di quel range di luminosità più chiari. In CMYK, il rialzo della curva rende i pixel più scuri. • Per regolare l’immagine, manipolate le curve come segue: Trascinate una curva o fate clic su un punto della curva che volete rimanga fisso. Potete aggiungere 16 punti alla curva. Per rimuovere un punto dalla curva, premete Option+clic sul punto/Ctrl+clic sul punto. Per spostare un punto di controllo, selezionate quel punto e muovete i tasti freccia verso l’alto o verso il basso. • Mentre trascinate i punti sul grafico, i campi Input e Output visualizzano i valori di intensità di quei punti. Per modificare la posizione di un determinato punto, potete immettere nuovi valori negli appositi campi. LUMINOSITÀ/CONTRASTO Per apportare semplici modifiche al range tonale di un’immagine, potete utilizzare l’effetto Luminosità/Contrasto per regolare la tonalità di ogni pixel anziché dei singoli canali. Per utilizzare la finestra di dialogo Luminosità/Contrasto, immettete i valori necessari nei rispettivi campi oppure trascinate i controlli scorrevoli. EQUILIBRIO COLORE Utilizzate l’effetto Equilibrio colore per rimuovere i colori non desiderati o per correggere i colori che possiedono una saturazione in eccesso o in difetto. Questo effetto cambia la miscela complessiva dei colori in un’immagine ai fini di una correzione generalizzata del colore.

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L’effetto Equilibrio colore agevola l’ancoraggio di colori non desiderati, saturati in eccesso o in difetto. La finestra di dialogo Equilibrio colori funziona come segue: • Scegliete l’area tonale che volete utilizzare, dal menu a discesa in alto: Ombre, Mezze tinte o Alte luci. • Modificate i livelli del colore immettendo nuovi valori negli appositi campi o trascinando i controlli scorrevoli. • Per mantenere l’equilibrio tonale nell’immagine, selezionate Preserva luminosità. Ciò previene l’applicazione di luminosità all’immagine mentre si modificano i colori. TONALITÀ/SATURAZIONE L’effetto Tonalità/Saturazione consente di regolare l’intensità e la luce complessiva del colore in un’immagine sbiadita o smorzata, ma viene generalmente utilizzato come un effetto speciale. La tonalità, la saturazione (intensità) e la lucentezza (livello di luce) applicate correntemente all’immagine vengono espresse come zero per impostazione di default. Immettete i nuovi valori negli appositi campi e trascinate i controlli scorrevoli per aumentare o ridurre Tonalità, Saturazione e/o Lucentezza nella finestra di dialogo Tonalità/Saturazione. COLORE SELETTIVO Per imitare il tradizionale metodo di correzione del colore, potete usare l’effetto Colore selettivo. Questo incrementa o riduce la quantità di colore di quadricromia in ciascuno dei colori primari di un’immagine. Ad esempio, se una mela è troppo viola, potete eliminare del cyan dall’area che si vuole alleggerire.

Utilizzate l’effetto Colore selettivo per regolare la quantità di colore di quadricromia applicata ai colori primari.

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La finestra di dialogo Colore selettivo funziona come segue: • Scegliete un colore primario dal menu a discesa: Rosso, Giallo, Verde, Cyan, Blu, Magenta, Bianco, Neutro e Nero. • Specificate i componenti Cyan, Magenta, Giallo e Nero del colore selezionato modificando i valori negli appositi campi o trascinando i controlli scorrevoli. Potete modificare i colori di quadricromia del colore primario selezionato senza alterare gli altri colori primari. Ad esempio, potete modificare il cyan del componente verde di un’immagine mentre lasciate invariato il cyan del componente blu. • Fate clic su Assoluto per modificare i valori in base alle quantità specificate. Ad esempio, se iniziate con un pixel che è 50% magenta e aggiungete 10%, il valore totale diventa 60% (50% + 10%). Fate clic su Relativo per specificare i valori percentuali relativi rispetto ai valori dei componenti del colore primario specificati in precedenza. Ad esempio, se iniziate con un pixel che è 50% magenta e aggiungete 10%, il valore totale diventa 55% (50% + [10% di 50]). CORREZIONE GAMMA Per le immagini destinate a una visualizzazione su schermo (in un layout Web) potete regolare il punto bianco utilizzando l’effetto Correzione gamma. La regolazione del punto bianco controlla la luminosità dell’immagine visualizzata sullo schermo. Per utilizzare la finestra di dialogo Correzione gamma, regolate i mezzi toni immettendo un nuovo valore nel campo Gamma oppure trascinando il controllo scorrevole. Un valore più alto genera un’immagine complessivamente più scura. Sebbene la modifica gamma offra un maggior controllo sulla visualizzazione delle immagini, le differenze tra Windows e Mac OS possono comportare dei problemi. Windows utilizza un valore di gamma più alto (2,2) per la visualizzazione rispetto a Mac OS (1,8), per cui la stessa immagine apparirà più scura in Windows. DESATURAZIONE L’effetto speciale Desaturazione converte un’immagine a colori in un’immagine in scala di grigi quando si lasciano invariati la modalità del colore e il valore di lucentezza di ogni pixel. Ad esempio, viene assegnato lo stesso valore di rosso, verde e blu a ogni pixel in un’immagine RGB in modo che l’immagine appaia in scala di grigi. INVERTI L’effetto speciale Inverti converte il valore di luminosità di ogni pixel al suo valore inverso. Ad esempio, un pixel di un’immagine in positivo cambia da un valore di 255 al valore 0 e un pixel con un valore di 5 cambia in un valore di 250. Se si utilizzano immagini CMYK, applicate l’effetto Negativo anzichéé l’effetto Inverti.

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SOGLIA L’effetto speciale Soglia converte le immagini del colore in bianco e nero senza utilizzare il grigio. Immettete un valore nel campo Soglia o trascinate il controllo scorrevole; tutti i pixel più chiari rispetto al valore di soglia vengono convertiti in bianco e i pixel più scuri vengono convertiti in nero. POSTERIZZAZIONE L’effetto speciale Posterizza modifica i livelli tonali di ogni canale d’immagine per produrre effetti speciali. Per usare la finestra di dialogo Posterizza immettete un nuovo valore nel campo Livelli o trascinate il controllo scorrevole. Ad esempio, se scegliete cinque livelli tonali in un’immagine RGB otterrete 15 colori (cinque per ognuno dei tre colori primari). NEGATIVO L’effetto speciale Negativo crea un negativo colorimetrico di un’immagine CMYK. Questo effetto è utile in quanto la funzionalità Inverti rende di solito le immagini CMYK troppo scure (a causa dell’inversione del canale del nero). Se esportate l’immagine in un’altra modalità di colore (Archivio/File menu Þ Salva l’immagine), l’effetto Negativo non viene applicato. FILTRI Il menu a discesa Filtri della palette Effetti immagine (menu Finestra) offre opzioni che valutano l’intera immagine o cluster di pixel e modificano quindi i pixel in base al contesto. (Il menu a discesa Regolazioni, d’altro canto, offre opzioni che analizzano i singoli pixel e li mappano su valori diversi.) Se avete familiarità con i filtri di altre applicazioni, è possibile che le relative opzioni e effetti siano simili a quelli disponibili in QuarkVista. Ricordate che gli effetti sono cumulativi, ossia vengono applicati dall’alto verso il basso nell’ordine in cui appaiono elencati nella palette Effetti immagine.

Scegliete un’opzione dal menu a discesa Filtri della palette Effetti immagine per applicare effetti speciali mediante un’analisi dei pixel nel contesto dei pixel circostanti. SMACCHIA Il filtro Smacchia rileva i contorni di un’immagine e sfoca l’intera immagine eccetto i contorni. Rimuove il rumore, preservando i dettagli e puòò essere utile per rimuovere l’effetto di polvere da un’immagine scansita.

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SFOCATURA GAUSSIANA Il filtro Sfocatura gaussiana attenua le transizioni approssimando una media dei pixel adiacenti ai contorni delle linee definite e delle aree ombreggiate di un’immagine. Per impostazione di default, l’effetto viene applicato all’immagine e alla maschera selezionata per l’immagine nel scheda Oggetti Þ Modifica Þ Immagine.

Utilizzare la finestra di dialogo Sfocatura gaussiana per applicare l’effetto a un’immagine e/o alla sua maschera. La finestra di dialogo Sfocatura gaussiana funziona come segue: • Per specificare il raggio dell’area a cui applicare il filtro, immettete un valore di pixel nel campo Raggio oppure trascinate il controllo scorrevole. • Per modificare come deve venire applicato l’effetto all’immagine e alla maschera, potete deselezionare Sfoca l’immagine o Sfoca la maschera. • La palette Effetti immagine visualizza un’icona di Maschera per indicare come deve venire applicato l’effetto. L’icona della Maschera con un centro bianco indica che entrambe l’immagine e la maschera sono sfocate, l’icona della Maschera con un centro rosso indica che soltanto la maschera è sfocata e nessuna icona indica che soltanto l’immagine è sfocata. MASCHERA DI CONTRASTO Il filtro Maschera di contrasto confronta i valori di pixel di un’area definita con il valore di soglia specificato. Se un pixel ha un valore di contrasto più basso del valore di soglia, il suo contrasto viene aumentato.

Utilizzate la finestra di dialogo Maschera di contrasto per specificare la quantità di contrasto da applicare e le aree a cui applicarlo.

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La finestra di dialogo Maschera di contrasto funziona come segue: • Per incrementare la quantità di contrasto applicata, immettete una nuova percentuale nel campo Quantità o trascinate il controllo scorrevole. • Per specificare il raggio dell’area a cui applicare il filtro, immettete un valore di pixel nel campo Raggio oppure trascinate il controllo scorrevole. • Per specificare il valore al quale il contrasto dei pixel va aumentato, immettete un valore nel campo Soglia o trascinate il controllo scorrevole. I valori più bassi (inferiori a 5) rendono definite più aree. TROVA I BORDI Il filtro Trova i bordi accentua i contorni di un’immagine con linee scure contro un background bianco. SOLARIZZAZIONE Il filtro Solarizza integra le aree positive e negative di un’immagine, producendo un effetto di solarizzazione fotografica. Per usare la finestra di dialogo Solarizza, immettete un nuovo valore nel campo Soglia o trascinate il controllo scorrevole. Il valore immesso specifica i pixel da modificare, ossia quelli con valori inferiori alla soglia vengono considerati negativi e quelli con valori superiori alla soglia vengono considerati positivi. I valori dei pixel possono quindi venire invertiti. DIFFONDI Il filtro Diffondi ridistribuisce i pixel per far apparire l’immagine più sfocata. Per impostazione di default, l’effetto viene applicato all’immagine e alla maschera selezionata per l’immagine nel scheda Oggetti Þ Modifica Þ Immagine.

Utilizzate la finestra di dialogo Diffondi per specificare come ridistribuire i pixel, i pixel da ridistribuire e se questo effetto va applicato all’immagine e alla sua maschera. La finestra di dialogo Diffondi funziona come segue: • Per specificare come vanno ridistribuiti i pixel, fare clic su un’opzione nell’area Modalità: Normale ridistribuisce i pixel a caso e ignora i valori del colore, Oscura soltanto sostituisce i pixel chiari con pixel più scuri e Schiarisci soltanto sostituisce i pixel più scuri con pixel più chiari. • Per specificare il raggio dell’area a cui applicare il filtro, immettete un valore di pixel nel campo Raggio oppure trascinate il controllo scorrevole.

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• Per modificare come deve venire applicato l’effetto all’immagine e alla maschera, potete deselezionare Immagine diffusa o Maschera diffusa. • La palette Effetti immagine visualizza un’icona di Maschera per indicare come deve venire applicato l’effetto. L’icona della Maschera con un centro bianco indica che l’effetto diffusione è stato applicato ad entrambe l’immagine e la maschera, l’icona della Maschera con un centro rosso indica l’effetto diffusione è stato applicato soltanto alla maschera e nessuna icona indica l’effetto diffusione è stato applicato soltanto all’immagine. IN RILIEVO Il filtro In rilievo fa apparire l’immagine in rilievo o incisa.

Utilizzate la finestra di dialogo In rilievo per controllare l’area da porre in rilievo o il grado di visibilità dell’effetto. La finestra di dialogo In rilievo funziona come segue: • Per specificare il raggio dell’area a cui applicare il filtro, immettete un valore di pixel nel campo Raggio oppure trascinate il controllo scorrevole. • Per specificare l’angolo dell’effetto “in rilievo”, immettete un valore nel campo Angolo o trascinate il controllo di scorrimento. Gli angoli positivi creano un effetto di rilievo mentre gli angoli negativi creare un effetto di incisione (timbro). • Per specificare la quantità di rilievo o di incisione dei pixel, immettete un valore nel campo Quantità. I valori più altri creano un effetto più drammatico. EFFETTI IN RILIEVO Quando viene applicato il filtro In rilievo, potete specificare la direzione su cui rialzare o incidere l’immagine utilizzando il filtro Effetti in rilievo Fate clic sulle frecce direzionali della finestra di dialogo Effetti in rilievo per applicare diverse direzioni. Ad esempio, facendo clic su Est si può specificare che la pressione dell’incisione sull’oggetto deve essere rivolta leggermente verso destra. RILEVAMENTO BORDO Il filtro Rilevamento bordo visualizza soltanto i contorni di un’immagine, sopprimendo i colori rimanenti. La finestra di dialogo Rilevamento bordo offre due metodi matematici per la determinazione dei bordi: Sobel e Prewitt. Il metodo Sobel è forse più preciso in quanto considera nel calcolo un numero maggiore di pixel circostanti.

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TRACCIA CONTORNO Il filtro Traccia contorno delinea le transizioni delle aree di più alta luminosità per ciascun canale, producendo una delineazione in bianco e nero dell’immagine. Avete la possibilità di invertire il risultato ottenuto.

Utilizzate la finestra di dialogo Traccia contorno per specificare quanto dettagliato deve essere il contorno e per invertire i risultati. Per utilizzare la finestra di dialogo Traccia contorno: • Per specificare il valore di luminosità che accentua al massimo i dettagli di un’immagine, immettete un valore nel campo Livelli oppure trascinare il controllo scorrevole. I valori più alti producono immagini più scure con meno delineazione. • Per convertire al valore opposto il valore di luminosità di ciascun pixel nella delineazione che ne risulta, fate clic su Inverti. AGGIUNGI DISTURBO Il filtro Aggiungi disturbo applica casualmente dei pixel a un’immagine per simulare un’immagine ripresa in un film ad alta velocità. Il filtro applica un modello uniforme alle tonalità dell’ombreggiatura e ai mezzi toni mentre aggiunge un modello più levigato e saturato alle aree più chiare dell’immagine.

Utilizzate la finestra di dialogo Aggiungi disturbo per specificare la quantità, distribuzione e colore dei pixel casuali aggiunti a un’immagine per l’effetto del disturbo.

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La finestra di dialogo Aggiungi disturbo funziona come segue: • Per specificare la quantità di pixel casuali da aggiungere, immettete un valore nel campo Quantità o trascinate il controllo scorrevole. • Per specificare la distribuzione dei valori del colore in pixel casuali, fate clic su un’opzione nell’area Distribuzione. Uniforme utilizza un numero casuale per distribuire i valori del colore al fine di ottenere un effetto tenue mentre Curva gaussiana utilizza una curva a forma di campana per distribuire i valori del colore in modo da ottenere un effetto macchiato. • Per rendere neri i pixel casuali, selezionate Monocromatico. MEDIA Il filtro Media riduce o elimina l’aspetto di movimento di un’area specifica dell’immagine. L’effetto cerca i pixel di simile luminosità e sostituisce il pixel centrale con il valore di luminosità media dei pixel di ricerca; i pixel che differiscono in modo significativo dai pixel adiacenti rimangono inalterati. Per specificare il raggio dell’area a cui applicare il filtro, immettete un valore di pixel nel campo Raggio oppure trascinate il controllo scorrevole. Selezionate Scala di grigio per ridurre l’effetto di movimento dei pixel grigi. AUTOMATIZZAZIONE DEGLI EFFETTI DI UN’IMMAGINE QuarkVista e QuarkXPress offrono due metodi per la gestione automatica degli effetti dell’immagine: preimpostazioni e sincronizzazione. Le preimpostazioni vi consentono di salvare molteplici regolazioni e filtri come un file che potete facilmente applicare ad altre immagini. Se sincronizzate la formattazione di un’immagine, potete essere certi che gli effetti dell’immagine verranno applicati uniformemente a tutto il progetto. SALVATAGGIO E APPLICAZIONE DELLE PREIMPOSTAZIONI Per applicare rapidamente e uniformemente le stesse regolazioni e filtri a molteplici immagini, potete esportare le impostazioni come preimpostazioni. Ad esempio, se sapete che le immagini dalla vostra macchina fotografica digitale hanno sempre bisogno di determinate correzioni del colore, potete salvare queste correzioni del colore come una preimpostazione. Dopo aver applicato una preimpostazione a un’immagine, potete sempre apportare modifiche alle impostazioni applicate e aggiungere o rimuovere effetti. Le preimpostazioni vengono salvate come file distinti con l’estensione .vpf e potete caricare le preimpostazioni per l’immagine attiva in qualsiasi progetto. Potete anche facilmente condividere le preimpostazioni definite con altri utenti. Per utilizzare le preimpostazioni, procedete come segue: • Salvataggio delle preimpostazioni: Prima di tutto, applicate gli effetti a un’immagine e verificate tutte le impostazioni. Con l’immagine selezionata, fate clic su Salva preimpostazioni nella palette Effetti immagine. Immettete un nome intuitivo e specificate un percorso per il file .vpf. Per default, le preimpostazioni vengono archiviate nella cartella delle “Picture Effects Presets” all’interno della cartella dell’applicazione QuarkXPress.

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• Applicazione delle preimpostazioni: Selezionate un’immagine del layout e fate quindi clic su Carica preimpostazioni nella palette Effetti immagine. Navigate al file delle preimpostazioni e fate clic su Apri. Gli effetti della preimpostazione vengono aggiunti dopo altri effetti già applicati all’immagine. Non potete modificare le preimpostazioni. Se volete apportare modifiche alle impostazioni di un file di preimpostazioni, eliminate il file di preimpostazioni corrente e createne uno nuovo. SINCRONIZZAZIONE DELLE IMMAGINI Quando sincronizzate un’immagine, potete includere gli effetti QuarkVista in modo che se aggiungete, eliminate o modificate un effetto, quella modifica viene applicata a tutte le istanze dell’immagine sincronizzata. Quando aggiungete una finestra immagine alla palette Contenuto condiviso (menu Finestra), selezionate Contenuto e quindi Sincr. nella finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso. Quindi per essere certi, fate clic su Contenuto e attributi. Questo applica gli stessi effetti allo stesso file di immagine utilizzato in vari punti del layout.

La sincronizzazione di Contenuto e attributi accerta che gli effetti dell’immagine applicati a un’immagine sincronizzata vengano aggiornati nell’intero progetto. REVISIONE DELL’USO DELLE IMMAGINI Per facilitare l’individuazione degli effetti di QuarkVista utilizzati in un layout, fate clic sulla riquadro Vista della finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilità). Analogamente alla riquadro Immagini già nota, la riquadro Vista elenca il nome e il percorso del file, il numero di pagina (il simbolo di uno stiletto o PB che indica l’area di lavoro), il tipo di file e il numero di effetti per ciascuna immagine del layout. Per motivi di praticità, potete usare la riquadro Vista per renderizzare gli effetti ed altre modifiche apportate all’immagine, salvando le modifiche apportate al file di immagine esistente oppure generando dei nuovi file di immagine. Selezionate semplicemente le immagini dall’elenco e fate clic su Renderizza. Utilizzate la finestra di dialogo Opzioni di esportazione immagine per specificare quello che volete includere nei file dell’immagine. Per ulteriori informazioni, vedere la sezione “Esportazione dei file di immagine” più avanti in questo capitolo.

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UTILIZZO DI QUARKVISTA

La riquadro Vista della finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilità) offre un metodo diretto alla creazione di file di immagini che riflettano le modifiche apportate in QuarkXPress.

Se le immagini sono mancanti o modificate, utilizzate la riquadro Immagini per individuare e aggiornare i file di immagine. ESPORTAZIONE DEI FILE DI IMMAGINE Analogamente al metodo utilizzato per esportare un testo formattato da QuarkXPress in altri formati, potete esportare file di immagine modificati nel formato di vostra scelta. Qualsiasi modifica apportata in QuarkXPress, tra cui qualsiasi azione eseguita nel scheda Immagini della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti) e nella palette Effetti immagine (menu Finestra), possono venire salvate insieme al file dell’immagine d’origine o in un nuovo file di immagine. L’applicazione di modifiche al file d’origine di un’immagine viene definita come renderizzazione e viene normalmente eseguita per accelerare i tempi di elaborazione in fase di output. Potrebbe tuttavia essere necessario a volte avere dei file di immagine nuovi e modificati da utilizzare in altre applicazioni o in altri progetti. Durante l’esportazione di file di immagine, si può specificare esattamente le modifiche da salvare con ciascuna immagine, il tipo di file e la modalità di colore. Potete inoltre scegliere di sovrascrivere i file di immagine esistenti o di creare nuovi file. I nuovi file di immagine possono essere ricollegati al layout. Ad esempio, potete iniziare con un’immagine CMYK in formato TIFF, ritagliarla e ruotarla e quindi applicarvi gli effetti QuarkVista. Potete quindi esportare un’immagine a bassa risoluzione RGB in formato JPEG che viene ritagliata e ruotata in modo da poterla inviare via e-mail.

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UTILIZZO DI QUARKVISTA

QuarkVista può esportare immagini nei formati seguenti: TIFF (CMYK, RGB, scala di grigi, 1-bit senza compressione o con compressione LZW ), PNG (RGB e scala di grigi), JPEG (CMYK, RGB e scala di grigi con compressione bassa, media o alta), Scitex CT (CMYK, RGB e scala di grigi), GIF (indicizzato), PICT (RGB), BMP (RGB e 1-bit) e EPS (CMYK, RGB, scala di grigi e 1-bit). UTILIZZO DELLA FINESTRA DI DIALOGO OPZIONI DI ESPORTAZIONE DELL’IMMAGINE Per esportare immagini, utilizzate la finestra di dialogo Opzioni di esportazione immagine, disponibile mediante una serie di controlli: • Scegliete Archivio/File menu Þ Salva l’immagine Þ Immagine selezionata per esportare l’immagine selezionata. • Scegliete Archivio/File menu Þ Salva l’immagine Þ Tutte le immagini nel layout per esportare tutte le immagini di un layout. (Le immagini in formati e modalità di colore non supportati da QuarkVista non vengono esportati.)

• Scegliete Archivio/File menu Þ Raccolta dati per la stampa e fate quindi clic sulla scheda Vista e selezionate Renderizza alterazioni immagine. • Scegliete Utilità Þ Utilizzo Þ riquadro Vista, selezionate un’immagine e quindi fate clic su Renderizza.

Utilizzate la finestra di dialogo Opzioni di esportazione immagine per specificare le modifiche da applicare ai file d’origine e la modalità di creazione dei file.

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UTILIZZO DI QUARKVISTA

La finestra di dialogo Opzioni di esportazione immagini funziona come segue: • Nell’elenco in alto, deselezionate le modifiche che non volete applicare ai file di immagine esportati. • Se ridimensionate in scala delle immagini, QuarkVista può ridurre la risoluzione dell’immagine (eliminando qualsiasi dato estraneo dell’immagine) a seconda della risoluzione di ouptut. Nell’area Risoluzione, fate clic su Mantieni la risoluzione oppure fate clic su Riduci la risoluzione a per specificare il numero di punti per pollice (dpi). • Se ritagliate delle immagini (creando una finestra immagine più piccola dell’immagine), potete immettere un valore nel campo Finestra immagine al vivo. Questo specifica la quantità di dati d’immagine da includere oltre la delimitazione del ritaglio; l’inclusione di dati extra consente di apportare leggere regolazione alla posizione dell’immagine. • Per convertire i colori nei file d’immagine, scegliete un’opzione dal menu a discesa Modalità colore. Ad esempio, se importate tutte immagini RGB in formato TIFF, potete esportare immagini CMYK in formato TIFF. • Per convertire le immagini a un formato di file diverso, scegliete un’opzione dal menu a discesa Formato appropriato alla risoluzione e alla modalità di colore specificati. Se modificate il formato dei file, dovete creare nuovi file di immagine piuttosto che sovrascrivere i file originali. • Per renderizzare le modifiche apportate ai file di immagine d’origine, selezionate Sovrascrivi immagine originale. Per creare nuovi file di immagine con applicate le modifiche selezionate, deselezionate questa opzione. • Per importare automaticamente i nuovi file di immagine nel layout, selezionate Collega layout alla nuova immagine. Dopo aver fatto clic su OK per esportare le immagini, vi potrebbe venire richiesto dall’applicazione di specificare dettagli sulla compressione nonché un percorso per i nuovi file. GESTIONE DELLA STESSA IMMAGINE CON DIVERSE MODIFICHE Se utilizzate la stessa immagine in vari punti del layout, ma apportate diverse modifiche all’immagine usando i controlli QuarkXPress e QuarkVista, non esporterete necessariamente molteplici copie dell’immagine. QuarkVista esporta i file di immagine necessari per riprodurne l’aspetto senza generare file non necessari. Ad esempio, se ridimensionate in scala molteplici istanze della stessa immagine in modo diverso, ma con le stesse proporzioni, QuarkVista esporta queste molteplici istanze come un file singolo.

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UTILIZZO DI QUARKVISTA

STAMPA, SALVATAGGIO DI PAGINE IN EPS E ESPORTAZIONE IN PDF Quando stampate, salvate pagine in EPS o create PDF da un layout, il QuarkVista XTensions software incorpora le immagini nel layout o nello stesso output con tutti gli effetti applicati. Se l’output è su pellicola, il processore di immagini raster (RIP) applica direttamente tutte le trasformazioni. IMPOSTAZIONE DELLE PREFERENZE DI QUARKVISTA Per impostazione di default, quando salvate le preimpostazioni, queste vengono salvate nella cartella “Picture Effects Presets” nella cartella dell’applicazione QuarkXPress. Mentre state lavorando su un’immagine utilizzando la palette Effetti immagine, i dati dell’immagine vengono salvati nella memoria cache. Potete modificare il percorso di default per le preimpostazioni, ad esempio in un percorso su un server dove i file possono essere disponibili per altri utenti. Se avete inoltre bisogno di ulteriore spazio sul disco fisso per ottenere migliori prestazioni della cache, potete modificare il percorso della cache. Per personalizzare il percorso di salvataggio delle preimpostazioni e della cache, utilizzate il riquadro Effetti immagine della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica Þ Preferenze. Utilizzate le opzioni disponibili in Posizione preimpostazioni degli effetti immagine e Posizione cache immagine per specificare i percorsi preferiti. SALVATAGGIO DEI LAYOUT CON EFFETTI IMMAGINE IN UN FORMATO QUARKPRESS 6 Potete esportare un layout QuarkXPress 7 contenente effetti di immagine di QuarkVista come un progetto della versione 6 (Archivio/File menu Þ Esporta Þ Layout come progetto). Potete quindi aprire il progetto in QuarkXPress 6.5 o versione successiva con il software XTensions QuarkVista in esecuzione. Le seguenti modifiche vengono automaticamente applicate al layout salvato nel formato QuarkXPress 6: • L’effetto Negativo (palette Effetti immagine Þ menu a discesa Regolazioni) viene sostituito dallo stile delle versioni precedenti Negativo (Stile Þ Negativo). Qualsiasi effetto di immagine applicato in congiunzione con l’effetto Negativo viene ignorato.

• L’effetto Inverti (palette Effetti immagine Þ menu a discesa Regolazioni) applicato a immagini RGB, a 1-bit e scala di grigi viene sostituito dallo stile delle versioni precedenti Negativo (Stile Þ Negativo).

• Nell’effetto Curve (palette Effetti immagine Þ menu a discesa Regolazioni), le modalità di curva Segmento diritto e Segmento a scaletta applicate alle immagini, vengono sostituite con la modalità curva delle versioni precedenti. La posizione dei punti di controllo tuttavia, rimane invariata. • Tutti gli effetti applicati ai file EPS rasterizzati vengono rimossi.

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UTILIZZO DI QUARKVISTA

Affinché gli effetti QuarkVista possano venire visualizzati e stampati adeguatamente, occorre aprire il progetto con il software QuarkVista XTensions in esecuzione in QuarkXPress 6.5 e QuarkXPress 7. Se aprite il progetto in una versione che non è in grado di gestire gli effetti, riceverete un messaggio di avvertenza. APERTURA DI PROGETTI DELLE VERSIONI PRECEDENTI Quando aprite un progetto creato in una versione precedente di QuarkXPress, gli stili Negativo e Contrasto (menu Stile) applicati alle immagini vengono mappati sugli effetti corrispondenti di QuarkVista. Lo stile Negativo viene mappato su Inverti o su Negativo e lo stile Contrasto viene mappato su Curve, entrambi dei quali sono disponibili nel menu a discesa Regolazioni della palette Effetti immagine. Gli stili vengono mappati come segue: • Stile Negativo: Quando applicato a 1-bit, scala di grigio o immagini RGB, lo stile Negativo viene mappato sull’effetto Inverti. Quando applicato alle immagini CMYK, lo stile Negativo viene mappato sull’effetto Negativo. • Stile Contrasto: Lo stile Contrasto viene mappato sull’effetto Curve; le specifiche del contrasto vengono mappate sulle curve QuarkVista se un’immagine CMYK ha regolazioni di contrasto CMYK applicati, se un’immagine RGB ha regolazioni di contrasto RGB o CMYK applicati o se l’immagine è in scala di grigi.

QuarkVista non è in grado di convertire le specifiche di contrasto definite nelle versioni precedenti nelle situazioni seguenti: un’immagine LAB con contrasto RGB, un’immagine CMYK con contrasto RGB, un’immagine RGB con contrasto CMYK o qualsiasi immagine con contrasto HSB. Quando aprite il progetto, viene visualizzato un messaggio di errore.

INCORPORAZIONE DI TRASPARENZA E DI EFFETTI IN UN WORKFLOW OPI Quando si lavora con file di immagini a bassa risoluzione che verranno sostituiti in seguito da file di immagini ad alta risoluzione, occorre evitare di usare effetti di immagine QuarkVista e qualsiasi effetto di trasparenza che potrebbe comportare un appiattimento (come descritto nella sezione “Nozioni di base sull’appiattimento e sulle problematiche di produzione” più indietro in questo capitolo). Poiché QuarkXPress non è in grado di accedere a dati di immagine ad alta risoluzione fino alla fase di output, non può applicare in modo accurato effetti o appiattire le immagini. In questo caso, potrebbe essere necessario applicare gli effetti direttamente ai file di immagine ad alta risoluzione in un’applicazione di gestione delle immagini.

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UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD È possibile ora importare file di immagine nativi, non appiattiti, da Adobe Photoshop direttamente in QuarkXPress con il PSD Import XTensions software, in dotazione con QuarkXPress. Una volta importati i file, potete manipolare qualsiasi livello, canale e percorso salvato con i file Photoshop (PSD). Questa integrazione tra Photoshop e QuarkXPress semplifica il vostro workflow consentendovi di evitare l’appiattimento dei file, comporta un risparmio di spazio sul disco rigido grazie alla possibilità di lavorare con file nativi e potenzia la vostra creatività grazie all’accesso a livelli, canali e percorsi.

Questa figura mostra PSD Import in atto. L’immagine in alto a sinistra mostra l’immagine originale in Photoshop. L’immagine contiene tre livelli, uno per il testo, uno per il chitarrista e uno per lo sfondo (le chitarre). In QuarkXPress, il disegnatore grafico cambia la sfumatura del livello della chitarra con Luminosità come dimostrato nell’immagine in alto a destra. Cambia quindi l’opacità del livello della chitarra con un valore del 25% come mostrato nell’immagine in basso a sinistra. Nasconde infine il livello di testo originale e lo sostituisce con un testo ricavato da QuarkXPress. Per utilizzare i file PSD in QuarkXPress, dovete avere il software PSD Import XTensions caricato nel vostro computer.

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UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

PREPARAZIONE DEI FILE PHOTOSHOP Quando si stanno preparando immagini in Photoshop per un uso con PSD Import, occorre tenere presente alcuni particolari. Le operazioni di preparazione dipendono dal livello di manipolazione dell’immagine che si intende eseguire in QuarkXPress. Ricordate quanto segue: • Non occorre salvare l’immagine in un formato di file diverso, ossia non dovete appiattire i livelli. • Gli effetti QuarkVista non sono disponibili per le immagini Photoshop. Se un’immagine richiede una di queste manipolazioni, ricordare di eseguire la manipolazione in Photoshop. PREPARAZIONE DI IMMAGINI CON LIVELLI, CANALI E PERCORSI Se pensate di utilizzare PSD Import per altre operazioni oltre all’importazione di file Photoshop nativi, sperimentate con le tecniche seguenti: • Portate diverse versioni della stessa immagine su livelli diversi. • Se volete disporre della flessibilità di mostrare e nascondere determinati aspetti di un’immagine, collocate queste aree su diversi livelli. • Create canali alfa o percorsi di ritaglio per qualsiasi contorno intorno al quale volete far scorrere un testo. • Create canali per aree dove potete applicare un colore piatto o una vernice diversi. • Se utilizzate degli effetti di livello come ad esempio ombre o sfumatura, convertite l’effetto in un livello. Per ottenere questo, premete Control e fate clic/fate clic con il pulsante destro del mouse sull’icona della scheda Livelli di Photoshop. Se non convertite gli effetti di livello in livelli veri e propri, non sarete in grado di accedere ai singoli livelli utilizzando PSD Import. PREPARAZIONE DELLE IMMAGINI CON EFFETTI DI LIVELLO E LIVELLI DI REGOLAZIONE Se un’immagine include degli effetti di livello e dei livelli di regolazione, dovete includere un composito con il file di immagine per importare quel file mediante PSD Import. La scheda Livelli della palette PSD Import elenca soltanto un livello composito per questo tipo di immagine; non potrete quindi manipolare i livelli usando PSD Import. Potete stampare il composito e le separazione dei colori dell’immagine come fate solitamente e le schede Canali e Percorsi funzionano come sempre in relazione all’immagine. IMPORTAZIONE DI FILE ADOBE PHOTOSHOP Con il PSD Import XTensions software in esecuzione, potete usare Archivo/File Þ Importa immagine per importare un file PSD in una finestra immagine QuarkXPress selezionata. PSD Import supporta i file PSD in modalità scala di grigio, RGB, CMYK, indicizzato e multicanale.

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UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

• Una volta importato il file PSD, potete manipolarlo come la maggior parte delle altre immagini QuarkXPress con alcune eccezioni: I comandi Colore, Intensità e Mezzitoni del menu Stile non sono disponibili e gli effetti QuarkVista della palette Effetti immagine (menu Finestra) non sono disponibili.

• Per utilizzare livelli, canali e percorsi di un’immagine, scegliete Finestra Þ PSD Import. Potete utilizzare la palette PSD Import per integrare vari livelli, utilizzare i canali del colore e selezionare i percorsi.

Se non potete vedere il file PSD o se il nome del file non è disponibile, confermate che il PSD Import XTensions software è in esecuzione (Utilità Þ XTensions Manager). In Windows, per visualizzare i file PSD della finestra di dialogo Importa immagine, scegliete Tutti i file di immagine dal menu a discesa File di tipo. UTILIZZO DEI LIVELLI PSD Potete archiviare diverse versioni di un’immagine in un singolo file PSD, importare il file d’immagine in un layout QuarkXPress e quindi mostrare e nascondere i livelli per determinare la versione da stampare. Sperimentando con i livelli è possibile visualizzare diverse immagini nel contesto dell’intero layout. È possibile inoltre modificare l’opacità di un livello e provare ad applicare varie modalità di fusione, come ad esempio dissolvenza, luce e differenza per verificare come questi effetti si integrano con il resto del design. Potete usare il riquadro Livelli della palette PSD Import per mostrare, nascondere, sfumare e modificare l’opacità dei livelli all’interno delle immagini PSD. Se non esistono livelli nel file PSD, la palette PSD Import mostra soltanto il livello dello sfondo. La palette PSD Import visualizza informazioni sulla modalità di creazione del file d’immagine, ma non consente di apportare modifiche radicali al file di immagine. • Non potete creare, assegnare un nome, copiare, duplicare, allineare, riposizionare, eliminare o unificare vari livelli tramite il riquadro Livelli. • L’icona Collega e l’icona Proteggi indicano la modalità di creazione dell’immagine in Photoshop e indicano che non è possibile modificare l’immagine tramite PSD Import. • L’icona Collega indica i livelli collegati che si spostano insieme e usano gli stessi effetti applicati in Photoshop. I collegamenti erano stati creati in Photoshop e non possono essere modificati in PSD Import. • L’icona Proteggi indica i livelli protetti e ancorati in una determinata posizione e che non possono essere spostati in Photoshop. Le protezioni non possono essere eliminate con PSD Import. • Una linea tratteggiata intorno a livelli continui indica un gruppo di ritaglio.

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UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

Il riquadro Livelli della palette PSD Import mostra ciascun livello salvato in Photoshop. Potete visualizzare, nascondere e scegliere opzioni di sfumatura da applicare ai livelli. LIVELLI VISUALIZZATI E NASCOSTI Potete visualizzare e stampare i livelli non nascosti. I livelli nascosti non vengono visualizzati su schermo e non appaiono in uno stampato. PSD import consente di nascondere i livelli incluso il livello dello sfondo. • Per visualizzare un livello, fate clic su un’icona della finestra vuota a sinistra del livello. • Per mostrare tutti i livelli, premete Option+Maiusc+clic/Alt+Maiusc+clic sull’icona della finestra vuota. • Per nascondere un livello, fate clic sull’icona con il simbolo dell’occhio. • Per nascondere tutto ad eccezione di un livello, premete Option+clic/Alt+clic sull’icona con il simbolo dell’occhio. FUSIONE DEI LIVELLI Il menu a discesa Modalità di fusione del riquadro Livelli consente di controllare come i pixel di un livello selezionato interagiscono con i pixel di tutti i livelli sottostanti al livello selezionato. Le modalità di fusione sono simili a quelle di altre applicazioni di gestione delle immagini: Moltiplica, Colore scherma, Esclusione, Saturazione, ecc. La palette PSD Import visualizza i livelli dall’alto verso il basso nel riquadro Livelli, con il livello sovrastante in primo piano e il livello di sfondo sottostante a tutti gli altri. Per specificare una modalità di fusione, fate clic sul nome del livello per selezionarlo. Scegliete un’opzione dal menu a discesa Modalità di fusione per specificare come i pixel del livello selezionato devono interagire con i livelli visibili sottostanti al livello selezionato.

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UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

Create effetti interessanti scegliendo diverse opzioni di fusione per i livelli. MODIFICA DELL’OPACITÀ DEI LIVELLI Un menu e un campo del riquadro Livelli vi consente di controllare la trasparenza dei pixel di un livello selezionato. Potete specificare una trasparenza d 0% (trasparente) a 100% (opaco) in incrementi di 1%. Per modificare l’opacità di un livello, fate clic sul suo nome per selezionarlo. Immettete un valore nel campo Opacità oppure scegliete un valore dal menu a discesa per specificare l’opacità dei pixel del livello selezionato. Se applicate un valore di opacità all’immagine mediante il scheda Immagine (Oggetti Þ Modifica), l’opacità viene applicata a tutti i livelli visibili dell’immagine.

Cambiando l’opacità del livello selezionato a una percentuale di si crea un effetto interessante.

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UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

UTILIZZO DELLE MASCHERE DEI LIVELLI Se le maschere dei livelli vengono salvati con i file PSD, potete attivare o disattivare le maschere nel riquadro dei Livelli della palette PSD Import. Per attivare/disattivare le maschere di un livello, premete Maiusc.+clic sull’icona Maschera del riquadro Livelli. ANNULLAMENTO DI MODIFICHE APPORTATE AI LIVELLI Se la modifica di sfumature e opacità dei livelli produce dei risultati non soddisfacenti, potete riportare i livelli al loro stato originale, ossia quello del file PSD importato. Per ottenere questo, scegliete Livello d’origine o Tutti i livelli d’origine dal menu della palette PSD Import o dal menu contestuale. I comandi Annulla e Ripristina del menu Modifica (Windows) o Comp. (Mac OS) non sono applicabili alle modifiche apportate nella palette PSD Import. UTILIZZO DEI CANALI PSD I canali Photoshop archiviano le informazioni sui colori delle immagini. Per impostazione di default, le immagini in scala di grigio o con colori indicizzati possiedono un solo canale, le immagini RGB possiedono tre canali e le immagini CMYK possiedono 4 canali. Ci si riferisce a questi canali come canali di default. Potete utilizzare il riquadro Canali della palette PSD Import per mostrare o nascondere tutti i canali, per modificare l’uniformità del colore o dell’inchiostro di un canale di colore piatto selezionato o di un canale alfa nonché di assegnare colori piatti ai colori indicizzati selezionati. Ad esempio, potete assegnare effetti speciali come ad esempio colori piatti, vernici, rilievo e ritagli sagomati.

Il riquadro Canale della palette PSD Import visualizza i canali di default del file PSD e qualsiasi altro canale creato per il file.

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UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

CANALI VISUALIZZATI E NASCOSTI I canali che vengono visualizzati su schermo, possono anche venire stampati; i canali nascosti, che non appaiono visualizzati su schermo, non possono venire stampati. Il processo adottato per visualizzare e nascondere i canali è lo stesso di quello dei livelli. • Per nascondere tutto ad eccezione di un canale, premete Option+clic/Alt+clic sull’icona con il simbolo dell’occhio. • Per mostrare tutti i livelli, premete Option+Maiusc+ clic (Mac OS) o Alt+Maiusc+clic sull’icona della finestra vuota. • Facendo clic sul canale composito si visualizzano tutti i canali di default, come ad esempio CMYK o RGB.

Per impostazione predefinita, il riquadro Canali visualizza i canali in scala di grigio. Per visualizzare i canali con i colori, scegliete Visualizza canali con colore dal menu della palette PSD Import o dal menu contestuale. MODIFICA DEL COLORE E DELLA DENSITÀ DEL CANALE Potete utilizzare PSD Import per modificare la densità del colore, dell’intensità e dell’inchiostro di ogni colore piatto, maschera o canale alfa creati in Photoshop. Potete assegnare colori piatti ai canali che sovrastampano immagini composite e potete specificare densità di colore per la visualizzazione di canali su schermo e per la stampa di compositi del colore (il valore di uniformità non viene considerato durante la stampa delle separazioni del colore). I canali specificati come canali maschera in Photoshop vengono importati in modo diverso dai canali specificati come colori piatti. In Photoshop, ai canali maschera viene assegnata un’impostazione di opacità, mentre ai canali piatti viene assegnata un’impostazione di densità. Poiché PSD Import supporta la densità di inchiostro, i canali maschera vengono importati con una densità di inchiostro dello 0%. I canali tinte piatte mantengono l’impostazione di densità nel file PSD. Per poter utilizzare i canali in questo modo, dovete stampare le separazioni di stampa da QuarkXPress. Per modificare il colore, l’intensità o la densità di inchiostro dei pixel di un canale tinte piatte o alfa, procedete come segue:

1 Fate clic sul nome del canale per selezionarlo. Non potete modificare i canali di default.

2 Scegliete Opzioni canale dal menu della palette PSD Import o dal menu contestuale

3 Per modificare il colore dei pixel del canale, scegliete un colore dal menu a discesa Colore della finestra di dialogo Opzioni canale.

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UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

Il menu Colore elenca tutti i colori piatti, i colori multi-inchiostro e i colori piatti elencati nella finestra di dialogo Colori (menu Modifica in Windows o Comp. in Mac OS), ad eccezione dei colori Bianco e Registrazione.

Utilizzate la finestra di dialogo Opzioni canale per modificare colore, intensità e densità di inchiostro per i canali tinte piatte e i canali alfa. Potete ottenere con questo una pellicola di vernice.

4 Per specificare una tinta per il colore, scegliete un valore da 0% a 100% in incrementi di 1% dal menu a discesa Intensità.

5 Per modificare il modo in cui i pixel vengono visualizzati nel canale, scegliete un’opzione dal menu a discesa Densità inchiostro. Un valore alto di densità (100%) visualizza il canale come un inchiostro opaco, similarmente ai colori piatti. Un valore di opacità basso (0%) visualizza il canale come semi-trasparente, similarmente alle vernici.

6 Fate clic su OK per salvare le modifiche. UTILIZZO DEI CANALI COLORI INDICIZZATI Per impostazione di default, quando stampate le separazioni dei colori da QuarkXPress utilizzando PSD Import, i colori delle immagini a colori indicizzati vengono separati a CMYK. Potete oltrepassare questa impostazione creando un colore piatto o un colore multi-inchiostro in QuarkXPress (Comp./Modifica Þ Colori) e assegnare quel colore ai colori indicizzati selezionati nell’immagine. PSD Import vi consente anche di creare dei colori piatti dai colori dell’immagine a colori indicizzata. I colori indicizzati non modificati verranno sempre separati in CMYK. Per assegnare i colori piatti ai colori indicizzati, proseguite come segue:

1 Con la palette PSD Import aperta, selezionate un file PSD con colori indicizzati. 2 Nel riquadro Canali, fate doppio clic sul canale Indicizzato oppure scegliete Opzioni canale dal menu della palette o dal menu contestuale.

3 Per assegnare un colore piatto a un colore indicizzato, fate clic sul campione del colore indicizzato nella finestra di dialogo e scegliete quindi un’opzione dal menu a discesa Colore.

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UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

Utilizzate la finestra di dialogo Opzioni Colori indicizzati per mappare i colori indicizzati per l’output. UTILIZZO DEI PERCORSI PSD Potete anche utilizzare Import PSD per scegliere tra i percorsi incorporati da utilizzare per il ritaglio e lo scorrimento del testo intorno a un oggetto. Potete creare percorsi in Photoshop per isolare il primo piano di un’immagine dallo sfondo, per isolare diversi aspetti di un’immagine ai fini di sperimentazione e per isolare i contorni dello scorrimento di un testo. Il riquadro Percorsi della palette PSD Import offre un accesso pratico al percorso di ritaglio e alle funzioni di scorrimento del testo in QuarkXPress.

Utilizzate il riquadro Percorsi della palette PSD Import per scegliere i percorsi di ritaglio a scopo di visualizzazione e scorrimento del testo. REGOLAZIONE DELLO SCORRIMENTO DEL TESTO Utilizzando il riquadro Percorsi, potete selezionare diversi percorsi di ritaglio da usare per i contorni dello scorrimento del testo. Il contorno dello scorrimento del testo non deve essere lo stesso del percorso di ritaglio che controlla la visualizzazione. Per selezionare un contorno per lo scorrimento del testo, fate clic sulla casella vuota della prima colonna. Viene visualizzata l’icona Scorrimento testo e il testo scorre intorno ai contorni del percorso di ritaglio. Per ottenere uno scorrimento del testo in QuarkXPress, la finestra immagine deve essere in primo piano rispetto al testo. Se il testo non scorre, selezionate la finestra immagine e scegliete Oggetti Þ Porta avanti o Porta in primo piano.

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UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

SELEZIONE DI UN PERCORSO DI RITAGLIO Potete anche utilizzare il riquadro Percorsi per controllare la visualizzazione di un’immagine selezionando un percorso di ritaglio creato in Photoshop. Per selezionare un percorso di ritaglio, fate clic sulla casella vuota della seconda colonna. Viene visualizzata l’icona Percorso di ritaglio e l’area dell’immagine all’interno del percorso di ritaglio. ANNULLAMENTO DI MODIFICHE APPORTATE AI PERCORSI Potete annullare qualsiasi modifica apportate ai percorsi in PSD Import. I percorsi ritorneranno allo stato originale di creazione del file PSD importato. Per ottenere questo, scegliete Percorso o Tutti i livelli d’origine dal menu della palette PSD Import o dal menu contestuale. I comandi Annulla e Ripristina del menu Modifica (Windows) o Comp. (Mac OS) non sono applicabili alle modifiche apportate nella palette PSD Import. OTTIMIZZAZIONE DELL’AMBIENTE DI PSD IMPORT Quando importate un’immagine PSD in un layout QuarkXPress, PSD Import crea un’anteprima basata sulle impostazioni correnti del riquadro Visualizza della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/menu Modifica). Per visualizzare le immagini Adobe Photoshop, PSD Import utilizza una cache per rendere più rapida la visualizzazione. Per agevolare il controllo esercitato sull’uso della memoria e sulla rapidità di rigenerazione dello schermo, è possibile ottimizzare l’ambiente PSD Import mediante le impostazione di visualizzazione di QuarkXPress ed è possibile modificare le impostazioni della cache tramite le preferenze. MODIFICA DELLE IMPOSTAZIONI DI VISUALIZZAZIONE DI QUARKXPRESS Per ottimizzare la visualizzazione, potete provare a utilizzate Bassa risoluzione (Oggetti Þ Visualizza) piuttosto che le anteprime a Piena risoluzione. Potete inoltre ridurre le impostazioni di TIFF a colori e TIFF grigio del riquadro Visualizza nella finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica) e reimportare quindi le immagini. Questa modifica agisce soltanto sulle immagini importate. MODIFICA DELLE PREFERENZE DI PSD IMPORT Utilizzate la finestra di dialogo Preferenze PSD Import (Utilità Þ PSD Import) per specificare le impostazioni di regolazione delle dimensione e del percorso della cache utilizzati per archiviare i dati dell’immagine. Potete anche annullare, se necessario, i dati dell’immagine nella cache.

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UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

Potete utilizzare la finestra di dialogo Preferenze PSD Import per personalizzare le dimensioni e il percorso della cache utilizzata per l’archiviazione dei dati dell’immagine. La finestra di dialogo Preferenze PSD Import funziona come segue: • Campo Dimensioni: Per aumentare la quantità di spazio su disco allocato ai dati dell’immagine nella cache, immettete un valore compreso tra 1MB e 32.767 MB nel campo Dimensioni. Questa è la quantità di spazio della memoria che i file della cache usano durante la gestione delle immagini tramite PSD Import. Questo spazio non viene tuttavia mantenuto nell’unità disco rigido e viene rilasciato non appena uscite da QuarkXPress. • Con QuarkXPress e PSD Import in esecuzione, PSD Import utilizza tanto spazio sul disco rigido quando ne serve per le immagini nella cache. Quando uscite da QuarkXPress, i dati delle immagini nella cache vengono limitati alla quantità allocata. • Pulsante Cancella la cache: Se insorgono problemi dovuti alla mancanza di spazio disponibile sul disco fisso, potete eliminare i dati delle immagini archiviate nella cache facendo clic su questo pulsante: • Pulsante Seleziona: In Mac OS, la cartella “PSD Import Cache” è reperibile al percorso “hard drive\User\<user name>\Library\Preferences”. In Windows, la cartella “PSD Import Cache” è reperibile all’interno della cartella “XTension”, a sua volta nella cartella dell’applicazione QuarkXPress. Se lo spazio disponibile sul disco fisso per questo percorso non è sufficiente, potete selezionare un’altra cartella. • Le modifiche apportate alle dimensioni e al percorso della cache vengono applicate non appena si esce da QuarkXPress. FILE PSD MODIFICATI O MANCANTI Come con gli altri file di immagine, QuarkXPress deve avere i dati di immagini più recenti per visualizzare adeguatamente le immagini PSD. Se apportate modifiche ai file di immagine in Photoshop o spostate i file di immagine, potrebbe verificarsi una condizione di immagini modificate o mancanti. PSD Import non vi consente di continuare a lavorare con file PSD fino a quando non aggiornate i collegamenti definiti per immagini modificate o mancanti. Viene visualizzata un’icona Stop insieme a un messaggio nell’area inferiore della palette PSD Import, come specificato di seguito:

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UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

• Aggiornamento dei collegamenti: Per una semplice modifica in Photoshop come ad esempio una modifica del nome di un file o l’applicazione di una modalità di fusione o di opacità diversa, fate clic sull’icona Stop per aggiornare il collegamento. Per aggiornare tutte le ricorrenze dell’immagine nel documento, premete Option+clic/Alt+clic sull’icona Stop. • Reimportazione dei file PSD: Per una modifica di Photoshop complessa come ad esempio una modifica di modalità o un’aggiunta di livelli, canali o percorsi, dovete aggiornare il collegamento per poter apportare altre modifiche tramite PSD Import. Fate clic sull’icona Stop per visualizzare il riquadro Immagini della finestra di dialogo Utilizzo e quindi per identificare o aggiornare il file di immagine.

L’icona Stop nell’area inferiore della palette PSD Import indica la presenza di file PSD modificati o mancanti. APERTURA DI PROGETTI QUARKXPRESS SENZA PSD IMPORT Potete aprire e stampare un progetto QuarkXPress contenente file PSD nativi anche se l’ PSD Import XTensions non è installata. Se tuttavia stampate un layout senza il software XTensions PSD, verranno stampate soltanto delle anteprima a bassa risoluzione dell’immagine. Il riquadro Immagini della finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilizzo) visualizza la dicitura “Nessuna XTension” nella colonna Stato per i file PSD quando l’XTensions PSD Import non è in esecuzione. STAMPA CON PSD IMPORT Quando stampate un layout tramite PSD Import, potete specificare i livelli, i canali e i percorsi presenti in ciascuna immagine PSD da stampare. Poiché l’icona con il simbolo dell’occhio disponibile nella palette PSD Import controlla sia la visualizzazione che la stampa, le immagini vengono stampate come appaiono sullo schermo. Se quindi avete numerose versioni di un’immagine su vari livelli di PSD Import, accertatevi che il livello contenente la versione dell’immagine che volete stampare, venga visualizzato nella finestra immagine. Se stampate un layout senza il PSD Import XTensions software in esecuzione, i file PSD vengono stampati come anteprime composite a bassa risoluzione. Le informazioni sui livelli, i canali e i percorsi non sono disponibili e le immagini non verranno separate.

CAPITOLO 1: GRAFICA

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UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

CREAZIONE DI PELLICOLE DI COLORI PIATTI E VERNICE Utilizzando PSD Import potete creare delle pellicole di colori piatti e delle pellicole di vernice per determinate aree dell’immagine. Avrete bisogno di preparare i file di immagine per queste pellicole in Photoshop. CREAZIONE DI UNA PELLICOLA PER IL COLORE PIATTO Potrebbe essere necessario stampare una parte di un’immagine CMYK in Photoshop in un colore piatto, come ad esempio nel caso di un logo aziendale. Per fare questo, selezionate innanzi tutto l’area interessata in Photoshop e da questa create un canale. Se sapete il colore che volete assegnare, potete specificare colore e opacità per il canale in Photoshop. Se siete certi sul colore da usare, potete assegnare al canale il nome del colore in modo che stampi nelle separazioni. Se non siete certi del colore, assegnate al canale un nome generico come ad esempio “colore piatto”. Se preferite specificare il colore dopo aver visto l’immagine inserita nel layout, potete utilizzare il comando Opzioni canale (nella scheda Canale del menu della palette). Potete anche utilizzare PSD Import per modificare il colore e l’opacità che avete specificato in Photoshop. CREAZIONE DI UNA PELLICOLA PER LA VERNICE In Photoshop, create un canale che contenga l’area a cui volete applicare la vernice, ad esempio, salvando una selezione come maschera. Assegnate a questo canale il nome “Vernice” nella finestra di dialogo Opzioni del canale. Quando importate questa immagine nel documento QuarkXPress, viene aggiunto un nuovo colore piatto “Vernice” all’elenco dei colori di QuarkXPress. Quando si stampano le separazioni, accertatevi che la pellicola della vernice sia visibile nella palette PSD Import; in caso contrario, la pellicola non verrà stampata. Per una stampa composita, se non avete bisogno di un colore, potete impostare il colore della vernice sul bianco nella finestra di dialogo Modifica colore di QuarkXPress (Modifica Þ Colori). In questo modo la pellicola della vernice non verrà inclusa nel composito ma verrà separata correttamente durante la separazione dei colori.

UTILIZZO DELLE IMMAGINI Alcuni aspetti della gestione delle immagine sono cambiati in QuarkXPress 7, incluso il metodo di applicazione del colore dello sfondo e della sostituzione delle immagini quando queste vengono reimportate. SPECIFICA DEI COLORI DI SFONDO PER LE IMMAGINI Nelle versioni precedenti di QuarkXPress, quando applicavate un colore alle immagini in scala di grigi e di arte al tratto, i pixel bianchi acquisivano il loro colore dal colore di sfondo della finestra immagine. Ne deriva che se una finestra immagine aveva uno sfondo rosso e importavate un’immagine in scala di

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UTILIZZO DELLE IMMAGINI

grigi, i pixel neri, bianchi e grigi assumevano sfumature rosse. Per offrire più opzioni di design per le immagini, QuarkXPress 7 offre ora colori per le finestre, colori per le immagini e colori per lo sfondo delle immagini. Le funzionalità disponibili funzionano come segue: • Colore finestra: Il colore per la finestra controlla lo sfondo della finestra immagine (Oggetti Þ Modifica Þ scheda Finestra Þ area Finestra Þ menu a discesa Colori oppure icona Colore di sfondo della palette Colori. • Colore immagine: Il colore per l’immagine viene applicato ai pixel neri e grigi dell’immagine (Oggetti Þ Modifica Þ scheda Immagine Þ area Immagini Þ menu a discesa Colore o icona Colore immagine della palette Colori). • Colore sfondo immagine: Il colore per lo sfondo dell’immagine viene applicato ai pixel bianchi e grigi dell’immagine (Oggetti Þ Modifica Þ scheda Immagine Þ area Sfondo Þ menu a discesa Colore o icona Colore sfondo immagine della palette Colori). • Per i pixel grigi, il colore per l’immagine e il colore per lo sfondo vengono mischiati. • Se specificate diverse opacità per il colore dell’immagine o per il colore dello sfondo dell’immagine, i colori interagiranno uno con l’altro e con il colore della finestra.

Il scheda Immagini, a sinistra, (Oggetti Þ Modifica) include un menu a discesa Colore nell’area Immagine e nell’area Sfondo.

Quando aprite un documento o un progetto da una versione precedente di QuarkXPress, il colore della finestra viene mappata sul colore di sfondo dell’immagine in modo che l’immagine mantenga lo stesso aspetto.

CAPITOLO 1: GRAFICA

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UTILIZZO DELLE IMMAGINI

CONSERVAZIONE DEGLI ATTRIBUTI DELL’IMMAGINE Quando importate un’immagine in una finestra immagine, sia che la finestra immagine contenga o meno un’immagine, QuarkXPress 7 offre l’opzione di conservare gli attributi dell’immagine. Ad esempio, se una finestra di immagine vuota in un modello specifica che l’immagine deve venire ridimensionata in scala del 50% e ruotata di 90°, potete importare una nuova immagine e questi attributi vengono automaticamente applicati. Oppure, se avete investito del tempo regolando perfettamente un’immagine alle dimensioni di una finestra e decidete in seguito di usare un’immagine leggermente diversa nello stesso modo, potete importare un’altra immagine con tutti gli stessi attributi. Per importare un’immagine e conservare gli attributi specificati per la finestra e/o per l’immagine esistente, selezionate Conserva gli attributi della finestra immagine nella finestra di dialogo Importa immagine (menu Archivio/File). Gli attributi che seguono, del scheda Immagine della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti), vengono conservati: scostamento, scala, angolo, inclinazione, capovolgimento e soppressione dell’output oltre a colore, intensità e opacità sia per l’immagine che per lo sfondo immagine.

Utilizzate la casella di selezione Conserva gli attributi della finestra immagine della finestra di dialogo Importa immagine (menu Archivio/File) per determinare se una nuova immagine debba avere gli stessi attributi dell’immagine esistente.

Conserva gli attributi della finestra immagine è selezionato per default. Se preferite iniziare con gli attributi dell’immagine di default dalle Preferenze strumenti quando importate le immagini, deselezionate Conserva gli attributi della finestra immagine nel riquadro Interattivo della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica). Questa casella di selezione determina anche se le finestre immagine debbano mantenere i loro attributi quando incollate delle immagini in diverse finestre. Questa è una Preferenza dell’applicazione, per cui diventa un’impostazione di default per la vostra copia di QuarkXPress. Potete tuttavia selezionare o deselezionare Conserva gli attributi della finestra immagine ogni volta che importate un’immagine.

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CAPITOLO 1: GRAFICA

UTILIZZO DELLE IMMAGINI

CONVERSIONE DI UNA MODALITÀ COLORE DELL’IMMAGINE Nelle versioni precedenti di QuarkXPress, gli equivalenti da tastiera vi consentivano di convertire una modalità di colore dell’immagine mentre importavate l’immagine. Potevate in pratica convertire le immagini a colori in immagini in scala di grigi, le immagini in scala di grigi in immagini in bianco e nero e le immagini in bianco e nero in immagini in scala di grigio premendo il tasto Mela/Ctrl mentre facevate clic su Apri nella finestra di dialogo Importa immagine (menu Archivio/File). Se dovete convertire la modalità di colore di un’immagine, potete ora esportare l’immagine con QuarkVista, come descritto in precedenza nella sezione “Esportazione di file di immagine”. Poiché le funzionalità di gestione dell’immagine sono state estese in QuarkXPress 7, queste conversioni non vengono più supportate. Se aprite un documento o un progetto da una versione precedente di QuarkXPress, qualsiasi immagine convertita continuerà a venire visualizzata correttamente.

CAPITOLO 1: GRAFICA

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NOZIONI GENERALI SULLA SINCRONIZZAZIONE

Capitolo 2: Sincronizzazione e contenuto condiviso Grazie all’architettura di QuarkXPress 7, potete utilizzare ora la funzionalità di sincronizzazione per organizzare facilmente delle informazioni ai fini di una distribuzione in molteplici formati e attraverso vari canali. Oltre alla personalizzazione del design in base al supporto di destinazione, ossia stampa o Web, potete anche creare progetti che contengano molteplici dimensioni di layout. Ma ancora più importante, potete facilitare in modo significativo la gestione del vostro contenuto mediante una sincronizzazione automatica tra layout di simile o diverso tipo.

NOZIONI GENERALI SULLA SINCRONIZZAZIONE L’editoria moderna dispone oggi di un’ampia varietà di canali per la distribuzione dei suoi contenuti editoriali. Giornali e riviste che una volta erano disponibili soltanto in forma stampata, sono ora disponibili in stampa, sul Web e in una varietà di altri formati basati su XML e destinati a dispositivi come ad esempio telefoni cellulari. È da tenere presente inoltre che anche un contenuto disponibile soltanto in forma stampata necessita a volte di una diversificazione in base a diversi formati di output, ad esempio nel caso lo stesso contenuto debba venire prodotto in un formato di carta U.S. Letter o A4. Questa diversificazione dei formati di distribuzione è sicuramente positiva in termini di diffusione delle informazioni ma crea inevitabilmente una serie di complicazioni. Se vi è capitato di lavorare in un progetto il cui contenuto deve essere mantenuto identico in molteplici locazioni, siete sicuramente consapevoli del livello di rischio coinvolto. Come si può evitare che ad esempio la versione stampata di un documento venga aggiornata, ma non la versione Web? La coesistenza di due versioni diverse di un contenuto che dovrebbe essere identico è decisamente poco professionale. Il problema è dovuto parzialmente al fatto che le aziende usano diversi strumenti per produrre un contenuto destinato a diversi formati di distribuzione. Anche nell’ambito di un gruppo di strumenti utilizzati per lo stesso tipo di distribuzione, il problema può comunque esistere. Come evitare che la versione di una lettera in formato U.S. Letter resti sincronizzata con la versione A4 quando le due versioni esistono in file completamente distinti? Chiaramente quello

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CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO

NOZIONI GENERALI SULLA SINCRONIZZAZIONE

che serve è uno strumento che consenti non solo di produrre un contenuto destinato a molteplici formati di ouptut ma che consenta anche di sincronizzare quel contenuto tra documenti di diverso tipo e dimensioni. Per affrontare questo problema, QuarkXPress 7 include una serie di funzionalità specifiche: • Molteplici layout in singolo file di progetto: Un singolo file di progetto QuarkXPress può contenere molteplici layout di stampa, molteplici pagine di un sito Web o una combinazione di entrambi. • Sincronizzazione: Questa funzionalità consente di collegare un contenuto utilizzato in diverse località di un file progetto. Se una copia del contenuto cambia, le altre copie vengono immediatamente e automaticamente aggiornate per riflettere queste modifiche. Potete sincronizzare testo (con e senza formattazione), immagini, finestre, linee e aree di composizione (vedere il capitolo 8, “Aree di composizione”). • Visualizzazioni suddivise: Questa funzionalità consente di visualizzare diverse parti di un progetto simultaneamente. Potete utilizzare questa funzionalità per esaminare due pagine dello stesso layout o due layout completamente diversi o perfino due tipi di visualizzazione diversi della stessa pagina. Utilizzando questa funzionalità potete verificare immediatamente come le modifiche apportate in un progetto incidano sulle altre parti del progetto. Questo capitolo descrivo l’uso di queste funzionalità per assicurare non solo che i materiali pubblicati siano della più alta qualità, ma anche che mantengano una reciproca concordanza.

NOZIONI GENERALI SULLA LIBRERIA DI UN CONTENUTO CONDIVISO Diverse persone interpretano la sincronizzazione in diversi modi. Se non avete dimestichezza con le pagine master, potete presumere che la sincronizzazione utilizzi la “versione master” di un oggetto al fine di determinare l’aspetto di tutte le altre istanze di quell’oggetto. Oppure, potete presumere che quando due oggetti vengono sincronizzati, una modifica apportata all’oggetto A aggiorni automaticamente l’oggetto B e viceversa. Quale impostazione è corretta? La risposta è che sono entrambe corrette. Per la maggior parte degli oggetti sincronizzati, QuarkXPress mantiene una versione master ma archivia quella versione in una parte invisibile del file del progetto chiamato libreria di contenuto condiviso. Se apportate una modifica a un oggetto sincronizzato di un layout, quella modifica viene scritta nella versione master conservata nella libreria di contenuto condiviso e QuarkXPress aggiorna automaticamente tutte le copie sincronizzate di quell’oggetto nel progetto per riflettere la modifica apportata. Se quindi aggiornate l’oggetto A, l’oggetto B viene automaticamente aggiornato grazie all’oggetto master conservato nella libreria di contenuto condiviso e se aggiornate l’oggetto B, l’oggetto A viene egualmente aggiornato.

CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO

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NOZIONI GENERALI SULLA LIBRERIA DI UN CONTENUTO CONDIVISO

La libreria di contenuto condiviso può comprendere immagini, finestre, linee, testo formattato e non formattato, aree di composizione e altri oggetti che è possibile vogliate riutilizzare o sincronizzare. Dopo aver creato uno di questi oggetti, potete aggiungerlo alla libreria di contenuto condiviso e sincronizzarlo (o “condividerlo”). Progetto QuarkXPress Libreria di Contenuto condiviso

Art. prinicpale

Testata

(soltanto testo)

(finestra di testo e testo)

Layout di stampa 1

Testata Art. principale

Layout di stampa 2

Testata Art. principale

Foto (immagine nella finestra immagine)

Layout Web

Testata Art. principale

La libreria di contenuto condiviso comprende testo, immagini, linee, aree di composizione e oggetti che possono venire utilizzati in diversi layout nell’ambito di un progetto. Quando modificate l’istanza di un oggetto conservato in una libreria di contenuto condiviso, le istanze di quell’oggetto in tutti i layout vengono automaticamente aggiornate in quanto sono collegate alla versione master della libreria di contenuto condiviso. Gli oggetti conservati nella libreria di contenuto condiviso vengono visualizzati nella palette Contenuto condiviso. Da questa palette, potete duplicare e sincronizzare quegli oggetti in diversi layout, come illustrato in precedenza. Layout di stampa 1 TESTATA Art. principale

Immagine

Progetto QuarkXPress Libreria di Contenuto condiviso

Art. prinicpale (soltanto testo)

Testata (finestra di testo e testo) Layout Web 1 TESTATA

Immagine

Immagine (Immagine dell’articolo principale nella finestra dell’immagine articolo principal)

Art. principale

La palette Contenuto condiviso offre un accesso agli oggetti della libreria di contenuto condiviso. In questo esempio, il “Layout di stampa 1” utilizza la “Finestra immagine dell’articolo di copertina” e l’immagine in essa contenuta, ma il “Layout Web 1” utilizza soltanto l’immagine (in una finestra immagine più grande). Se l’immagine cambia in uno dei due layout, entrambi i layout vengono automaticamente aggiornati.

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CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO

NOZIONI GENERALI SULLA LIBRERIA DI UN CONTENUTO CONDIVISO

Nelle versioni precedenti di QuarkXPress, la libreria di contenuto condiviso era chiamata “spazio indipendente dal layout”. Non potete aggiungere un gruppo alla libreria di contenuto condiviso. Potete tuttavia convertire un gruppo in un’area di composizione e quindi aggiungere l’area di composizione alla libreria di contenuto condiviso. Per ulteriori informazioni, vedere il capitolo 8, “Aree di composizione”.

CREAZIONE DI MOLTEPLICI LAYOUT IN UN SINGOLO PROGETTO Per creare un singolo progetto con molteplici layout:

1 Scegliete (in Windows) o Archivio/ File Þ Nuovo Þ Progetto.

Utilizzate la finestra di dialogo Nuovo progetto per attivare molteplici layout del progetto e per specificare le impostazioni per il primo layout.

2 Immettete un nome per il layout nel campo Nome del layout. Tenete presente che il nome del layout è distinto dal nome del file del progetto. Un layout può avere lo stesso nome di un progetto o un nome diverso.

3 Deselezionate Modalità Layout singolo. 4 Specificate i parametri del primo layout e fate clic su OK.

5 Scegliete Layout Þ Nome per visualizzare la finestra di dialogo Nuovo layout. I controlli corrispondono a quelli della finestra di dialogo Nuovo progetto, ad eccezione della casella di selezione Modalità Layout singolo. Specificate nome, tipo di layout, dimensioni, orientamento, margini e colonne e fate clic su OK.

6 Ripetete il punto 4 per ciascun layout che volete aggiungere al vostro progetto. 7 Scegliete Archivio/ File, immettete un nome per il progetto e scegliete un percorso.

CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO

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SINCRONIZZAZIONE DEL CONTENUTO

SINCRONIZZAZIONE DEL CONTENUTO Potete sincronizzare oggetti, il contenuto di oggetti o entrambi. Ma potete specificare le opzioni di sincronizzazione soltanto quando aggiungete un oggetto o un contenuto alla palette Contenuto condiviso. Per sincronizzare un testo e un contenuto e gli attributi della finestra di testo, procedete come segue:

1 Visualizzate la palette Contenuto condiviso (menu Finestra). 2 Scegliete una finestra di testo. 3 Fate clic sul pulsante Nuovo della

palette Contenuto condiviso per visualizzare la finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso.

Utilizzate la finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso per sincronizzare il contenuto esclusivamente o in congiunzione con gli attributi del contenuto (come ad esempio i parametri della finestra e i tipi di stili applicati).

4 Selezionate Sincronizza attributi finestra. Vedere “Nozioni generali sulle opzioni di sincronizzazione” più avanti, per informazioni su altre opzioni disponibili per la finestra e il contenuto.

5 Selezionate Sincronizza il contenuto e fate clic su Contenuto e attributi. 6 Fate clic su OK e aggiungete la finestra di testo alla palette Contenuto condiviso.

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CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO

SINCRONIZZAZIONE DEL CONTENUTO

Layout di stampa 1

Art. principale

Progetto QuarkXPress Libreria di Contenuto condiviso

TESTATA

Immagine

Art. prinicpale (soltanto testo)

Testata (finestra di testo e testo) Layout Web 1 TESTATA

Immagine

Immagine

(Immagine dell’articolo principale nella finestra dell’immagine articolo principal)

Art. principale

La palette Contenuto condiviso (menu Finestra) offre un accesso agli oggetti e al contenuto della libreria di contenuto condiviso. In questo esempio, la finestra della testata e il suo contenuto, il testo della storia di copertina e l’immagine della storia di copertina sono sincronizzati in tutti e i layout. Se modificate il testo o l’immagine in uno dei layout, il contenuto viene aggiornato automaticamente in tutti gli altri layout.

Potete anche archiviare linee, percorsi di testo (con o senza testo e attributi di testo) e finestre senza contenuto nella palette Contenuto condiviso per risparmiare tempo quando dovete ricreare uno stile specifico. Potete sincronizzare un testo all’interno della cella di una tabella, ma non potete sincronizzare un’intera tabella o i suoi attributi.

NOZIONI GENERALI SULLE OPZIONI DI SINCRONIZZAZIONE Quando aggiungete oggetti e contenuto alla palette Contenuto condiviso, potete scegliere varie opzioni di sincronizzazione dalla finestra di dialogo Proprietà oggetti condivisi.

Le scelte effettuate nella finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso determinano l’uso della palette Contenuto condiviso, ossia se semplicemente a scopo di archiviazione o anche per motivi di sincronizzazione.

CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO

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NOZIONI GENERALI SULLE OPZIONI DI SINCRONIZZAZIONE

• Per sincronizzare il contenuto della finestra di testo, del percorso di testo o della finestra immagine selezionati, senza sincronizzare la finestra o il percorso, deselezionate Sincronizza attributi finestra e selezionate Sincronizza il contenuto. Il testo sincronizzato in questo modo deve essere trascinato in una finestra di testo o in un percorso e le immagini sincronizzate in questo modo devono venire trascinate in una finestra immagine. • Potete sincronizzare il testo o l’immagine con i relativi attributi (come ad esempio, formattazione per il testo e ridimensionamento in scala, rotazione e effetti per le immagini) facendo clic su Contenuto e attributi. • Per sincronizzare il testo o l’immagine ma consentire modifiche univoche da apportare agli attributi del contenuto, fate clic su Soltanto il contenuto. In questo caso, il testo o l’immagine possono venire formattati in modo diverso in diverse parti del progetto. Se però modificate il testo o aggiornate l’immagine in un dato posto, quella modifica verrà duplicata ovunque. • Per sincronizzare una finestra di testo, un percorso di testo o una finestra immagine e i relativi attributi senza sincronizzare il contenuto, selezionate Sincronizza attributi finestra e deselezionate Sincronizza il contenuto. Ad esempio, supponiamo che applichiate queste selezioni a una finestra di testo o immagine e che quindi trasciniate fuori da questa due copie della finestra stessa. Se procedete a ridimensionare e ad aggiungere una cornice a una di queste finestre, l’altra finestra viene automaticamente ridimensionata ed acquisisce la stessa cornice. Potete tuttavia importare diversi contenuti in ciascuna finestra. Per sincronizzare gli attributi di un oggetto, di un contenuto e degli attributi di un contenuto, selezionate Sincronizza attributi finestra e Sincronizza il contenuto e fate quindi clic su Contenuto e attributi. Se sincronizzate due finestre in questo modo, qualsiasi modifica apportata a una di queste viene automaticamente applicata all’altra, incluse le modifiche apportate alle dimensioni della finestra, al suo contenuto e alla sua formattazione. SINCRONIZZAZIONE DI LINEE E FINESTRE SENZA CONTENUTO Quando aggiungete una linea o una finestra senza contenuto alla palette Contenuto condiviso, potete assegnare un nome a tali oggetti. Modifiche apportate successivamente a qualsiasi istanza di quegli oggetti vengono applicate a tutte le istanze.

Utilizzate la finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso per le linee e per le finestre senza contenuto (Oggetti Þ Contenuto Þ Nessuno).

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CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO

NOZIONI GENERALI SULLE OPZIONI DI SINCRONIZZAZIONE

SINCRONIZZAZIONE DI UN CONTENUTO PROTETTO Le impostazioni di protezione degli oggetti vengono mantenute anche nel caso di oggetti sincronizzati. Ad esempio, se scegliete Oggetti Þ Proteggi Þ Proteggi contenuto immagine per il contenuto di una finestra immagine e sincronizzate quindi la finestra immagine, il suo contenuto e gli attributi del suo contenuto, l’immagine rimarrà protetta quando collocate copie della finestra sincronizzata. In altre parole, non potete importare un testo o delle immagini o comunque sostituire il contenuto delle copie sincronizzate. Se proteggete la posizione di un oggetto (Oggetto Þ Proteggi Þ Proteggi la posizione) e aggiungete quindi l’oggetto alla palette Contenuto condiviso, dopo averlo trascinato in una pagina del layout non potrete più spostarlo. Se eliminate la protezione alla posizione di un oggetto o a un contenuto, la protezione verrà eliminata da tutte le istanze.

COLLOCAZIONE DI OGGETTI E CONTENUTO SINCRONIZZATI Per utilizzare un oggetto sincronizzato, potete trascinarlo dalla palette Contenuto condiviso nel layout della pagina. Per utilizzare tuttavia un contenuto sincronizzato senza la propria finestra o il suo percorso, avete bisogno di una finestra immagine, di una finestra di testo o di un percorso di testo che possano contenerlo. COLLOCAZIONE DI UN OGGETTO SINCRONIZZATO Per inserire un oggetto sincronizzato, procedete come segue:

1 Selezionate la voce dell’oggetto nella palette Contenuto condiviso. 2 Trascinate la voce dalla palette Contenuto condiviso nella pagina. COLLOCAZIONE DI UN CONTENUTO SINCRONIZZATO Per collocare un contenuto sincronizzato:

1 Selezionate una finestra di testo, un percorso di testo o una finestra immagine. 2 Selezionate la voce del contenuto di testo o di immagine dalla palette Contenuto condiviso e fate clic su Inserisci

.

Tenete presente che le maniglie di ridimensionamento dell’oggetto cambiano in simboli di sincronizzazione . Potete anche trascinare la voce del testo o dell’immagine dalla palette Contenuto condiviso in una finestra di testo, percorso di testo o finestra immagine attivi.

CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO

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COLLOCAZIONE DI OGGETTI E CONTENUTO SINCRONIZZATI

Se avete condiviso un oggetto e il suo contenuto, potete fare clic sul simbolo di espansione a sinistra del nome dell’oggetto nella palette Contenuto condiviso per visualizzare il contenuto dell’oggetto e quindi trascinare il contenuto dell’oggetto in una finestra immagine, finestra di testo o percorso di testo contenuti nel layout. Se inserite un contenuto sincronizzato in una finestra o in un percorso che dispone già di un contenuto, viene visualizzato un messaggio di avvertenza che il contenuto precedente verrà sostituito. Per osservare come un contenuto sincronizzato venga aggiornato simultaneamente, vedere “Molteplici visualizzazioni del layout” più avanti in questo capitolo.

IMPORTAZIONE DI UN CONTENUTO IN UNA LIBRERIA DI CONTENUTO CONDIVISO Oltre ad importare un testo o delle immagini in finestre di testo o di immagine, potete utilizzare due modalità per l’importazione di un contenuto direttamente nella palette Contenuto condivisa. Per importare un contenuto utilizzando la finestra di dialogo Impostazione di collaborazione:

1 Con un layout attivo, scegliete Archivio/File Þ Impostazioni di collaborazione. 2 Fate clic sulla scheda Contenuto. 3 Fate clic su Importa immagine o su Importa testo. 4 Navigate al file delle preimpostazioni e fate clic su Apri. Il contenuto importato viene visualizzato nella scheda Contenuto della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione e nella palette Contenuto condiviso. Se trascinate un’immagine importata in questo modo nel vostro layout dalla palette Contenuto condiviso, il nome dell’immagine e il percorso verranno visualizzati nella finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilità). Per importare un contenuto, usando il pulsante Sfoglia, nella palette Contenuto condiviso procedete come segue:

1 Selezionate la voce di un’immagine o di un testo dalla palette Contenuto condiviso. In alcuni casi, questi potrebbero essere una finestra immagine vuota, un finestra di testo o un percorso di testo per i quali era stato selezionato Sincronizza il contenuto nella finestra di dialogo Proprietà dell’oggetto condiviso. Vedere “Sincronizzazione contenuto” più sopra.

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CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO

IMPORTAZIONE DI UN CONTENUTO IN UNA LIBRERIA DI CONTENUTO CONDIVISO

2 Fate clic su Sfoglia. 3 Navigate al file di testo o di immagine che volete utilizzare e fate clic su Apri. Il nuovo file di testo o di immagine condiviso riempie il percorso o la finestra di testo vuoti oppure il nuovo contenuto sostituisce tutte le istanze del contenuto precedentemente condiviso. Il testo importato con questo metodo, viene incorporato nel file del progetto; non viene mantenuto alcun collegamento con il file di testo d’origine. Le immagini importate con questo metodo, possono venire visualizzate e aggiornate nel riquadro Immagini della finestra di dialogo Utilizzo.

MOLTEPLICI VISUALIZZAZIONE DI UN LAYOUT Con QuarkXPress 7, potete aprire simultaneamente molteplici visualizzazioni di un layout e potete vedere le modifiche apportate simultaneamente a tutte le visualizzazioni. Potete suddividere molteplici visualizzazioni in senso verticale o orizzontale all’interno di una finestra di progetto oppure potete creare nuove finestre che possono venire ridimensionate e riposizionate ma che mostrano lo stesso progetto come le altre visualizzazioni. Con le versioni precedenti di QuarkXPress, gli utenti dovevano utilizzare lo zoom di riduzione per vedere l’intera composizione e usare lo zoom di ingrandimento per vedere tutti i dettagli. Con la funzionalità di visualizzazione di molteplici layout in QuarkXPress 7, potete evidenziare i dettagli a un’alta percentuale di ingrandimento e nello stesso tempo osservare l’effetto visivo globale. Potete anche verificare come le modifiche incidano sui diversi layout del vostro progetto (senza alternare le visualizzazioni). SUDDIVISIONE DI UNA VISUALIZZAZIONE Se volete vedere molteplici layout in una singola finestra di progetto, potete orientare le varie visualizzazioni orizzontalmente o verticalmente e potete ridimensionarle in modo indipendente una dall’altra dopo aver scelto un determinato tipo di visualizzazione.

1 Con il progetto che contiene tre layout aperti, scegliete Finestra Þ Finestra suddivisa Þ Orizzontale.

CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO

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MOLTEPLICI VISUALIZZAZIONE DI UN LAYOUT

Potete confrontare molteplici visualizzazioni all’interno di una finestra di progetto singolo. La finestra superiore mostra Visualizza Þ Pagina intera e la finestra inferiore mostra Visualizza Þ Dimensioni reali. 2 Fate clic sulla finestra inferiore e scegliete Finestra Þ Finestra suddivisa Þ Verticale.

3 Visualizzate un layout nella finestra superiore, un secondo layout nella finestra inferiore sinistra e un terzo layout nella finestra inferiore destra.

4 Scegliete Visualizza Þ Pagina intera per una finestra, Visualizza Þ 75% per un’altra finestra e Visualizza Þ 200% per la terza.

Potete suddividere le finestre orizzontalmente e verticalmente nell’ambito della stessa finestra di progetto.

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CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO

MOLTEPLICI VISUALIZZAZIONE DI UN LAYOUT

5 Se il vostro layout contiene un’immagine non protetta, spostatela semplicemente all’interno della sua finestra. Potrete osservare il movimento che si verifica in tutte e tre le finestre.

6 Per cambiare le dimensioni delle due visualizzazioni, trascinate la barra di separazione situata tra di loro. Sebbene non possiate modificare una visualizzazione suddivisa orizzontalmente in una visualizzazione suddivisa verticalmente, potete suddividere le singole visualizzazioni. Potete chiudere le visualizzazioni suddivise con un’unica operazione, scegliendo Finestra Þ Finestra suddivisa Þ Elimina tutto. Potete suddividere orizzontalmente una visualizzazione facendo clic sulla piccola casella sopra la barra di scorrimento verticale. Potete anche suddividere verticalmente una visualizzazione facendo clic sulla piccola casella a destra della barra di scorrimento orizzontale.

Potete utilizzare le barre di separazione orizzontali e verticali per suddividere le finestre in senso orizzontale e verticale.

CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO

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MOLTEPLICI VISUALIZZAZIONE DI UN LAYOUT

CREAZIONE DI UNA VISUALIZZAZIONE IN UNA NUOVA FINESTRA Potete creare una finestra separata per aprire una nuova visualizzazione.

1 Attivate una delle finestre del layout. 2 Scegliete Finestra Þ Nuova finestra. La nuova finestra del progetto diventa attiva. Se il progetto contiene molteplici layout, l’area inferiore del menu Finestra indica “” per identificare quella visualizzazione particolare. Sebbene possa sembrare che le visualizzazioni della nuova finestra mostrino file separati, sono soltanto provvisorie. Ossia, non sarà possibile salvare queste visualizzazione per condividerle con altri utenti. Quando chiudete il progetto, la visualizzazione non viene salvata.

SINCRONIZZAZIONE CON LE AREE DI COMPOSIZIONE Come avete già imparato da questo capitolo, potete usare la palette Contenuto condiviso per sincronizzare testo e altri tipi di contenuto all’interno di un progetto. Potete tuttavia anche utilizzare la palette Contenuto condiviso per sincronizzare un’area di composizione, ossia un layout oppure un’area definita dall’utente nell’ambito di un progetto, che può essere condivisa con altri utenti QuarkXPress. Per informazioni sulla sincronizzazione di un contenuto tra vari progetti, vedere il capitolo 8, “Aree di composizione”.

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CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO

NOZIONI DI BASE SUI LAYOUT WEB

Capitolo 3: Layout Web QuarkXPress è ed è sempre stato l'applicativo di scelta dei creatori di documenti destinati alla stampa. Con la versione 5, QuarkXPress aveva già aggiunto funzionalità che consentivano ai designer di creare pagine Web con gli stessi strumenti utilizzati per la crezione di progetti stampati nonché di convertire layout di stampa in layout Web (e viceversa). Con la versione 6 di QuarkXPress, i grafici di layout potevano sincronizzare il contenuto di un layout di stampa con il contenuto di un layout Web nell'ambito dello stesso progetto. Ora, con la versione 7, QuarkXPress arricchisce sempre di più la qualità dei layout Web esportati e aggiunge una funzionalità per l'importazione in formato Flash® (SWF) consentendo ai grafici di layout di creare pagine Web visivamente più attraenti e sempre più interattive. NOZIONI DI BASE SUI LAYOUT WEB Oltre ai layout di stampa e QuarkXPress supporta i layout Web che potete esportare per creare delle pagine Web in HTML. QuarkXPress offre una serie di strumenti per la creazione di pagine Web, tra cui rollover, mappe di immagine, menu e CSS oltre ai componenti standard delle pagine Web come link ipertestuali. Qualunque cosa potete fare in una pagina Web, potete ora farlo in QuarkXPress. QuarkXPress offre inoltre tre funzionalità che non sarà facile trovare in altri ambienti di authoring di pagine Web. • Potete creare automaticamente versioni rasterizzate e completamente antialias del testo di una pagina, con la possibilità quindi di mantenere tutte le caratteristiche tipografiche più potenti di QuarkXPress quando portate un layout sul Web. • Potete creare automaticamente versioni rasterizzate degli elementi grafici della pagina, tra cui immagini, finestre, linee e testo su un percorso. Ciò significa che gli elementi grafici non avranno bordi scalettati e l’utente finale della pagina Web vedrà gli stessi elementi che vedete voi nell’ambiente di design. • Potete usare le funzionalità a voi famigliari di QuarkXPress per costruire le vostre pagine e non dovrete quindi imparare ad usare strumenti di linguaggio HTML né avrete mai bisogno di vedere un codice scritto in HTML. Potete semplicemente creare ciascuna pagina esattamente come la volete e quindi esportarla come file HTML.

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Detto questo, è da notare che esistono differenze significative tra il design destinato al Web e un design destinato alla stampa ed occorre tenerle presenti. Questa sezione offre informazioni su ciò che è applicabile e non applicabile a un layout Web, oltre ad esempi su come potete efficacemente creare dei layout Web. CHE COS’È IL LAYOUT WEB? Il layout Web è un tipo di layout QuarkXPress particolare che potete usare per creare file HTML. Il layout Web non è un documento HTML in quanto non viene memorizzato in un formato HTML, ma viene invece memorizzato come layout di un progetto QuarkXPress. Per creare una versione HTML di un layout Web, dovete esportare i layout Web in formato HTML. QUAL È LA DIFFERENZA TRA UN LAYOUT WEB E UN LAYOUT DI STAMPA? Il layout Web di QuarkXPress funziona in modo diverso da un layout di Stampa di QuarkXPress in quanto HTML ha determinati punti di forza e limitazioni che i layout di stampa non hanno. Ad esempio, il trapping non ha alcun senso per una pagina creata per una visualizzazione su monitor. E i rollover non hanno alcun senso nei layout di stampa in quanto non potete far “scorrere” il cursore sopra un pezzo di carta. Ci sono anche altre differenze. In un layout di stampa, potete specificare esattamente dove volete collocare una finestra di testo, quanto grande deve essere ed esattamente quali font deve usare. Ma l’acquisizione di questo tipo di precisione è piuttosto difficoltosa in un layout Web in quanto HTML è stato creato con l’intento di mantenere la massima flessibilità. Ad esempio, il concetto di “dimensioni della pagina” non esiste in una pagina Web in quanto gli utenti finali possono modificare le dimensioni delle finestre dei loro browser Web. Inoltre non c’è modo di sapere se gli utenti finali del Web avranno disponibili le stesse font di cui disponete voi sul vostro computer. Fortunatamente QuarkXPress consente di risolvere facilmente queste restrizioni. Quando create un layout in QuarkXPress, le dimensioni della pagina sono esattamente quelle create in QuarkXPress (a meno che diversamente specificato) e potete mantenere la qualità tipografica acquisita in QuarkXPress usando finestre di testo rasterizzate (ossia finestra di testo convertite in immagini vedere “Utilizzo degli elementi grafici” più avanti in questo capitolo). L’uso di finestre di testo raster vi consente di conservare non soltanto le font ma anche effetti tipografici come ad esempio kerning e interlinea, Ciò potrebbe far pensare che è necessario convertire tutte le finestre di testo in finestre di immagine raster per poter mantenere lo stesso effetto visivo della pagina. Ma questo tipo di conversione potrebbe comportare un incremento drammatico dei tempi di scaricamento da parte dell’utente finale. Inoltre, se non convertite una finestra di testo in un’immagine, potrete trarre vantaggio dalle funzionalità offerte per i testi in HTML sui quali è possibile condurre ricerche e che possono essere ingranditi o ridotti a seconda delle preferenze dell’utente finale. Il testo HTML può anche essere letto da browser che non supportano immagini.

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PROVE DEI LAYOUT WEB Prima di pubblicare una pagina sul Web, è consigliabile sottoporre la pagina a dei test con diversi browser e diversi computer. La prova di uno scaricamento a bassa velocità può dare un’idea di quello che l’utente dovrà affrontare quando dispone di connessioni lente. LAYOUT WEB IN AZIONE Questa sezione vi mostrerà la sequenza delle operazioni da eseguire in un progetto che usa un layout Web. Non preoccupatevi se alcuni dettagli non sono facilmente comprensibili; verranno infatti descritti più estesamente nelle sezioni successive del capitolo. Questa sezione intende dare soltanto un’idea generale di come e perché potreste voler creare un layout Web. Supponiamo che Paolo sia incaricato della pubblicità di un gruppo musicale. Il gruppo musicale vuole avere un sito Web che includa i seguenti elementi: • Una pagina principale di forte impatto visivo • Una pagina contenente il programma della tournée del gruppo • Una pagina contenente un elenco dei CD prodotti dal gruppo • Una pagina contenente informazioni sul gruppo musicale, con una pagina dedicata a ciascun musicista parte del gruppo • Un modulo che i visitatori del sito possono riempire se vogliono prenotare il gruppo per una rappresentazione Supponiamo che il gruppo possieda già un’identità visiva che vuole usare sulla pubblicità stampata (che naturalmente viene prodotta utilizzando QuarkXPress). Qual è il miglior modo in cui Paolo può costruire questo sito per il gruppo musicale?

Paolo apre per prima cosa un layout di stampa creato in QuarkXPress che include l’identità visiva del gruppo e crea una copia di questo layout in un layout Web scegliendo Layout Þ Duplica. Utilizza la finestra di dialogo Duplica il layout per specificare una larghezza di pagina di 600 pixel e sceglie uno dei colori del brand del gruppo, Nero, come colore di sfondo.

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Quando il layout viene visualizzato, anziché il contorno di una pagina, Paolo vede una linea blu sul lato destro dello schermo che indica la posizione della linea di guida di 600 pixel. Vede anche una nuova serie di strumenti Web disponibili in una nuova barra degli strumenti posta sotto la barra degli strumenti originale.

Paolo regola ora il layout in modo che possa essere visualizzato da un browser Web e costruisce la pagina principale del sito Web del gruppo.

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Procede quindi con le seguenti operazioni: • Si accerta che le finestre contenenti “Wendigo” e “Blonde” siano finestre di testo raster che consentano una visualizzazione accurata del logo del gruppo.

• Disegna quindi una finestra blu che contiene la parola “Navigate” e crea quindi un menu di navigazione utilizzando Comp./Modifica Þ Menu sovrapposti. Paolo associa quindi il menu di navigazione alla finestra “Navigate” in modo che i fan del gruppo possano spostarsi facilmente all’interno delle pagine del sito.

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• Aggiunge quindi dei rollover che collegano alle stesse pagine nel caso i fan del gruppo preferiscano usare la pagina principale come base per la navigazione.

• Costruisce una pagina contenete un modulo HTML che consente ai visitatori del sito interessati a prenotare il gruppo, di inviare le loro informazioni di contatto.

• Crea quindi una serie di meta tag che consentono ai motori di ricerca del Web di trovare la pagina del gruppo e di riprodurne la descrizione.

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Terminate queste operazioni, Paolo esporta il layout Web come una serie di pagine e immagini HTML, le carica sul suo server e il sito Web del gruppo è completo. Paolo non è stato esposto neppure una volta al linguaggio HTML.

GESTIONE DEI LAYOUT WEB Questa sezione descrive le operazioni di base per la creazione dei layout Web. Alcune sezioni successive descrivono come usare funzionalità avanzate come link ipertestuali, rollover e moduli. CREAZIONE DI UN LAYOUT WEB Le operazioni che seguono descrivono la procedura da adottare per la creazione di un layout Web.

1 Per prima cosa, eseguite una delle operazioni seguenti: • Per creare un layout Web come il primo layout di un progetto, scegliete Archivio/File Þ Progetto. • Per creare un layout Web come un nuovo layout di un progetto esistente, aprite il progetto e scegliete Layout Þ Nuovo. • Per creare un layout Web basato su un layout esistente, aprite il layout e scegliete Layout Þ Duplica. Viene visualizzata la finestra di dialogo Nuovo progetto, Nuovo layout o Duplica layout (sono tutte essenzialmente le stesse).

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GESTIONE DEI LAYOUT WEB

Potete configurare un nuovo layout Web nella finestra di dialogo Nuovo progetto.

2 Scegliete Web dal menu a comparsa Tipo di layout. 3 Per usare un testo e dei colori di sfondo diversi da quelli di default di una pagina Web, scegliete le opzioni disponibili dai menu a comparsa dell’area Colori.

4 Specificate la larghezza di una pagina adottando uno dei metodi seguenti: • Per creare una pagina con larghezza fissa (indipendentemente dalla finestra del browser usato) immettete un valore nel campo Larghezza pagina e lasciate deselezionata l’opzione Pagina a larghezza variabile. • Per rendere la larghezza della pagina adattabile alla larghezza della finestra del browser usato, selezionate Pagina a larghezza variabile ed immettete dei valori per Larghezza (in modo da definire la posizione della guida verticale che indica la fine della pagina) e Minimo (in modo da definire la larghezza minima consentita per la pagina). Quando si crea la pagina, occorre indicare le finestre di testo la cui larghezza viene automaticamente adattata alle dimensioni della finestra del browser selezionando Oggetti Þ Modifica Þ Testo Þ Pagina a larghezza variabile.

5 Per definire l’immagine di sfondo della pagina, selezionate Immagine di sfondo, fate clic su Seleziona per specificare il file di immagine che volete applicare allo sfondo e scegliete un’opzione dal menu a comaprsa Ripeti. (Quando esportate la pagina, l’immagine di sfondo verrà copiata nella posizione di esportazione.)

6 Fate clic su OK.

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GESTIONE DEI LAYOUT WEB

GESTIONE DELLE FINESTRE DI TESTO I layout Web supportano due tipi di finestre di testo: • Finestre di testo raster: Le finestre di testo raster hanno disponibile la casella di selezione Converti in immagine all’esportazione, selezionata nella finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti). Le finestre di testo raster assumono un ottimo aspetto visivo in una pagina esportata in quanto vengono convertite in immagini all’atto dell’esportazione (come indicato dalle piccole icone a forma di macchina fotografica negli angoli superiori destri) ma il loro contenuto non è modificabile o ricercabile dall’utente finale. Si consiglia di utilizzare le finestre di testo quando la duplicazione accurata di un design è essenziale. Per informazioni sul formato in cui le finestre di testo raster possono venire esportate, vedere “Utilizzo degli elementi grafici” più avanti in questo capitolo. • Finestre di testo HTML: Le finestre di testo HTML hanno la caselle di selezione Converti in immagine all’esportazione deselezionata nella finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti). Le finestre di testo HTML sono selezionabili e ricercabili in una pagina Web esportata ma possono usare soltanto font installate nel computer dell’utente finale. Nella fase di creazione di una pagina, potete usare le vostre font preferite in una finestra di testo HTML ma non potete essere certi che quella font verrà visualizzata nel browser dell’utente finale. Utilizzate finestre di testo HTML se la ricerca e la selezione del testo è più importante del suo aspetto visivo. Le finestre di testo HTML hanno le limitazioni seguenti: • Le finestre di testo HTML devono essere rettangolari. Una finestra di testo HTML non rettangolare viene convertita in un’immagine grafica all’atto dell’esportazione. • Le finestre di testo HTML non possono essere ruotate. • Le finestre di testo HTML possono contenere colonne ma le colonne verranno convertite in una tabella HTML quando il layout Web viene esportato. • Non potete ridimensionare (allargare) una finestra di testo HTML senza tener conto delle proporzioni. • Non potete applicare dimensioni frazionali a un testo contenuto in una finestra di testo HTML. • Il testo di una finestra HTML circonderà un oggetto posto davanti alla finestra nella pagina esportata ma soltanto se questo oggetto non copre completamente la finestra di testo HTML. Se la finestra di testo HTML è completamente coperta, si comporterà come se l’opzione di scorrimento del testo intorno all’oggetto posto davanti ad essa fosse impostata su Nessuno. • Non potete collegare finestre di testo HTML da una pagina all’altra.

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Le funzionalità descritte di seguito non sono disponibili in finestre di testo HTML. • Allineamento forzato o giustificato • Specifiche di sillabazione e giustificazione (SG) • Rientro di prima riga • Blocco alla griglia della linea di base • Tabulazioni • Impostazioni di Prima linea di base e Max tra i paragrafi • Spostamento linea di base • Kerning e tracking • Scala orizzontale e verticale • Tipi di stile Bordato, Ombreggiato, Maiuscoletto, Superiore e Parola sottolineata • Capovolgimento orizzontale e verticale Se volete usare una di queste impostazioni in una finestra di testo HTML, scegliete Oggetti Þ Modifica e selezionate Converti in immagine all’esportazione per convertire la finestra di testo HTML in una finestra raster. UTILIZZO DELLE FAMIGLIE DI FONT CSS Lo standard CSS (fogli di stile sovrapposti) rende possibile creare della famiglie di font, ossia gruppi di font che possono venire associati a un testo contenuto in finestre di testo HTML. L’idea di base delle famiglie di font è la seguente: quando la pagina viene caricata, il browser cerca di visualizzare il testo con la prima font della famiglia di font ad esso applicata. Se quella font non esiste sul computer dell’utente finale, il browser cerca la font successiva della famiglia. Se nessuna delle font della famiglia è utilizzabile, il browser cerca la font “generica” di quella famiglia (ossia “Serif” e “Sans Serif”) e utilizza quel tipo di font. Le famiglie di font sono utili in quanto danno la possibilità di esercitare un certo controllo sulle font che verranno utilizzate per visualizzare le pagine create in quanto non è certo possibile controllore la scelta delle font installate nel computer dell’utente finale. Normalmente una famiglia di font inizia con una font molto specifica (come ad esempio Agency FB), elenca quindi alcune font simili ma più comuni che sono generalmente disponibili nella maggior parte delle piattaforme (come ad esempio Arial e Helvetica) e termina quindi con una font “generica”: Serif, Sans-serif, Cursive, Fantasy o Monospace. Non potete determinare esattamente la font generica che verrà utilizzata, ma potete almeno definire il tipo di font generica che volete.

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GESTIONE DEI LAYOUT WEB

Per creare una famiglia di font (CSS – Cascading Style Sheet), procedete come segue:

1 Scegliete Comp./Modifica Þ Famiglie font del CSS. Viene visualizzata la finestra di dialogo Famiglie font.

Definite le famiglie di font desiderate nella finestra di dialogo Famiglie font.

2 Fate clic su Nuovo. Viene visualizzata la finestra di dialogo Modifica la famiglia font.

Potete indicare quali font sono membri di una famiglia di font utilizzando la finestra di dialogo Modifica famiglia font.

3 Scegliete una font generica dal menu a comparsa Font generica. 4 Per aggiungere font alla famiglia font, utilizzate gli appositi pulsanti a freccia. Utilizzate i pulsanti Sposta in alto e Sposta in basso per modificare le priorità di font di una data famiglia (quelle più in alto nell’elenco hanno una priorità maggiore).

5 Fate clic su OK. Per usare una famiglia di font, applicate semplicemente la prima font della famiglia di font ad una finestra di testo HTML. Quando il file viene esportato, la famiglia di font appropriata viene automaticamente applicata al testo.

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UTILIZZO DEGLI ELEMENTI GRAFICI Quando esportate un layout Web, gli oggetti che seguono vengono convertiti in immagini, in un formato adatto ad una visualizzazione sul Web: • Finestre contenenti immagini importate • Linee • Testo su un percorso

• Nessuna finestra (Oggetti Þ Contenuto Þ Nessuno) • Finestre vuote

• Tabelle per le quali le opzioni Oggetti Þ Modifica Þ Tabella Þ Converti la tabella in immagine all’esportazione sono selezionate. Potete regolare questa conversione utilizzando la scheda Esporta della finestra di dialogo Modifica.

Potete definire le opzioni di immagini, finestre di testo raster e altri elementi grafici dalla scheda Esporta della finestra di dialogo Modifica. Per configurare un elemento grafico per l’esportazione, procedete come segue:

1 Scegliete Oggetti Þ Modifica e andate alla scheda Esporta. 2 Per specificare un nome diverso per l’immagine esportata, immettete il nome nel campo Nome file. Ad esempio, se il nome del file originale contiene degli spazi, potete specificare un nome senza gli spazi.

3 Scegliete un’opzione dal menu a comparsa Esporta come. • GIF (Graphics Interface Format) è un formato indicizzato con colore, più adatto alle immagini con colori interi e a finestre di testo contenenti elementi grafici. GIF è supportato da quasi tutti i browser. • JPEG (joint Photographic Experts Group) è più adatto alle immagini fotografiche. Per il formato JPEG, quando si sceglie un’opzione dal menu a comparsa Qualità immagine, tenete presente che una più alta qualità significa anche un file di dimensioni più grandi. JPEG è supportato da quasi tutti i browser.

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GESTIONE DEI LAYOUT WEB

• SWF (Flash) è il formato più indicato se l’immagine contenuta nella finestra immagine è un file SWF importato o una zona di composizione contenente un layout Interattivo. Tenete presente che per visualizzare l’immagine SWF, l’utente finale deve avere installato il plug-in Flash. Tenete presente che per utilizzare questa opzione dovete aver caricato il software SWF Filter XTensions e il software SWF Toolkit XTensions. • PNG (Portable Network Graphics) è molto flessibile e supporta sia i colori indicizzati (come GIF) e il colore vero e proprio (come JPEG). Tenete presente che, al contrario dei formati JPEG e GIF, PNG non è supportato da tutti i browser Web. Tenete presente che per utilizzare questa opzione dovete aver caricato il software PNG Filter XTensions. Le opzioni disponibili per questi formati sono le seguenti (non tutte le opzioni sono disponibili per ogni formato): • Usa intensità graduata: Migliora la visualizzazione delle immagini con gradazioni del colore consentendo quindi l’uso di colori non disponibili nella palette di colori Colori adatti per il Web. • Usa interlacciamento: Consente una visualizzazione graduale dell’immagine nel browser. • Progressivo: Consente una visualizzazione graduale dell’immagine nel browser. • Palette: Indica i colori che possono essere applicati all’immagine esportata. Scegliete Colori adatti per il Web per usare soltanto colori supportati da tutti i browser, Windows per usare soltanto colori supportati sui monitor da 256 colori di Windows, Mac OS per usare soltanto colori supportati sui monitor da 256 colori di Mac OS o Adattabile per una visualizzazione ottimale (opzione consigliata).

4 Per specificare una directory di destinazione per i file di immagine esportati, immettete un valore nel campo Esporta in.

5 Immettete una breve descrizione o un nome per l’immagine nel campo Testo alternativo. Questo valore viene visualizzato quando l’immagine non può essere caricata e quando l’utente finale porta il mouse sopra l’immagine. Questo valore può anche essere letto dai browser non visivi. IMPORTAZIONE DI UN FILE IN FORMATO FLASH (SWF) Oltre ad importare immagini in tutti i formati supportati dai layout di stampa, potete anche importare file in formato Flash (SWF). Quando esportate un layout contenente un file Flash importato, il file Flash viene copiato nel punto di esportazione e viene visualizzato come parte della pagina HTML esportata. Tenete presente che per utilizzare questa funzionalità dovete aver caricato il software SWF Filter XTensions e il software SWF Toolkit XTensions.

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CONVERSIONE NEI E DAI LAYOUT WEB Per convertire un layout di Stampa o un layout Interattivo in un layout Web, aprite il layout e scegliete Layout Þ Duplica e scegliete quindi Web dal menu a comparsa Tipo di layout. Quando convertite un layout di Stampa in un layout Web, si verificano le seguenti modifiche: • La casella di selezione Converti in immagine all’esportazione è selezionata per tutte le finestre di testo. Se deselezionate questa opzione e convertite la finestra in una finestra di testo HTML, tutte le tabulazioni vengono convertite in spazi. • Le finestre di testo collegate e contenute nelle pagine affiancate, vengono visualizzate come finestre di testo separate sulla stessa pagina.

Gli attributi dei fogli di stile non supportati nelle finestre di testo HTML vengono contrassegnati con un asterisco (*) nella finestra di dialogo Modifica fogli di stile Comp./Modifica Þ Fogli di stile). Quando convertite un layout Web in un layout di Stampa, si verificano le seguenti modifiche: • Le finestre di testo HTML e raster vengono visualizzate come finestre di testo. • Le finestre dei moduli in HTML e i moduli vengono eliminati. • I rollover e le mappe delle immagini vengono convertiti in immagine normali.

LINK IPERTESTUALI Il link ipertestuale è un elemento della pagina Web su cui l’utente può fare clic nel browser per ottenere uno dei risultati seguenti: • Passare a un’altra pagina Web dello stesso sito Web o di un sito diverso • Passare a una sezione diversa della pagina aperta • Scaricare un file • Aprire un messaggio e-mail da inviare I link ipertestuali funzionano tramite gli URL (Uniform Resource Locators). Ciascun URL punta ad una risorsa specifica. Tale risorsa potrebbe essere una pagina Web, un’area particolare di una pagina Web, un file o anche un indirizzo e-mail. Per creare un link ipertestuale, occorre soltanto associare un URL ad un elemento su cui l’utente può fare clic nella pagina. Quando l’utente fa clic, il browser apre la risorsa a cui l’URL punta.

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LINK IPERTESTUALI

Gli URL possono essere assoluti o relativi: • L’URL assoluto è un URL completo che include un indirizzo di server Web. Ad esempio, http://www.quark.com è un URL completo. • L’URL relativo indica la posizione della risorsa di destinazione in relazione alla posizione del file corrente. Ad esempio, l’URL relativo “/immagini/logo.gif” punta a un file “logo.gif” all’interno di una cartella “immagini” situata nello stesso posto del file HTML contenente il link ipertestuale. La scritta “../” di un URL indica che il browser deve cercare il file nella cartella principale della cartella contenente il file HTML. Se state collegando dei file contenuti nello stesso sito, è meglio usare un URL relativo in quanto sono più portatili. Se usate URL assoluti per collegare diverse parti del vostro sito, non potete spostare il sito in un server diverso senza modificare tutti i collegamenti. Se invece usate URL relativi, potete spostare il sito in qualunque posizione volete. Questo può essere vantaggioso in un ambiente di sviluppo/staging dove state provando un sito prima di andare in linea. Sebbene i link ipertestuali costituiscano fondamentalmente una funzionalità dei layout Web, possono anche essere utilizzati per fornire un mezzo di navigazione nei layout di Stampa esportati in formato PDF. NOZIONI DI BASE SUI LINK IPERTESTUALI Con la maggior parte degli strumenti HTML, potete creare un link ipertestuale selezionando una porzione di testo o un’immagine e digitando quindi l’URL nell’apposito campo. In QuarkXPress questo funziona in un modo leggermente diverso. DESTINAZIONI La destinazione è il “contenitore” di un determinato URL. Così come un progetto QuarkXPress può contenere elenchi di colori e di fogli stile, può anche contenere un elenco di destinazioni. Ciascuna destinazione contiene uno dei tipi seguenti di URL: • URL: Punta a una particolare risorsa del Web. • Pagina: Punta a una pagina specifica dello stesso layout. • Àncora: Punta a un’area particolare di una pagina del layout. Sebbene l’interfaccia utente differenzi tra URL, pagine e àncore, il collegamento effettivo incluso nel file HTML esportato è sempre un URL. Come i colori e i fogli di stile, ciascuna destinazione ha un nome specifico. Potete assegnare un nome qualunque a una destinazione. Ad esempio, se avete una destinazione per l’URL http://www.quark.com, potete assegnare il nome “Sito Web di Quark”

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Così come potete vedere un elenco dei colori utilizzati in un progetto nella palette Colori, potete vedere l’elenco delle destinazioni del progetto nella palette Link ipertestuali. E così come potete applicare un colore dalla palette Colori, potete “applicare” una destinazione al testo o all’oggetto selezionato facendo clic su un link ipertestuale nella palette Link ipertestuali. Potete modificare l’elenco delle destinazioni nella finestra di dialogo Link ipertestuali (menu Comp./Modifica). Tenete presente che così come per i colori, anche l’elenco delle destinazioni di un progetto può contenere destinazioni che non vengono necessariamente utilizzate in un progetto. Se preferite creare dei link ipertestuali selezionando un elemento della pagina e immettendo quindi un URL, potete farlo anche in QuarkXPress. Occorre tenere tuttavia presente che quando fate questo, create una destinazione e che questa destinazione verrà aggiunta all’elenco delle destinazioni del progetto ed inclusa nella palette Link ipertestuali. ÀNCORE L’àncora è semplicemente un indicatore che potete applicare a un oggetto contenuto nel layout. Potete applicare un àncora agli elementi seguenti: • Una parola, un carattere o una stringa di una finestra di testo raster o HTML oppure a un testo su un percorso • Una finestra immagine • Un’area particolare di una mappa di immagine • Una cella particolare di una tabella • Una finestra vuota • Una linea In QuarkXPress, gli indicatori dell’àncora sono rappresentati dalle icone seguenti: oppure . Un link ipertestuale non deve puntare a un’àncora. FINESTRA-TARGET Potete utilizzare le finestre-target per determinare in quale finestra si vuole aprire una destinazione. I tipi di finestre-target disponibili sono le seguenti: • None: La destinazione deve venire visualizzata nella stessa finestra del link ipertestuale. • _blank: La destinazione deve venire visualizzata in una nuova finestra del browser. Questa opzione è utile se volete tenere aperta la pagina corrente in modo che gli utenti finali vedano ancora la pagina originale quando chiudono la finestra per accedere alla pagina di collegamento. • _self: La destinazione deve venire visualizzata nella stessa finestra del link ipertestuale.

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• _parent: La destinazione deve venire visualizzata nella finestra principale della pagina contenente il link ipertestuale. Se non esiste una finestra principale, questa impostazione funziona come l’opzione _self Questa opzione è utile quando create una pagina da utilizzare in una serie di frame nidificati e se volete aprire la pagina di collegamento per sostituire il frame principale del frame corrente. • _top: La destinazione dovrebbe eliminare tutti i frame della pagina e occupare l’intera finestra del browser. Questa opzione è utile quando create una pagina da utilizzare in una serie di frame nidificati e se volete aprire la pagina di collegamento per sostituire tutti i frame della serie di frame. La finestra-target è associata a un link ipertestuale singolo (un elemento su cui l’utente finale fa clic), piuttosto che a una destinazione (l’URL aperto da quel clic). Di conseguenza, non potete specificare una finestra-target se state soltanto creando una destinazione. UTILIZZO DEI LINK IPERTESTUALI Il metodo migliore per creare i link ipertestuali è tramite l’uso della palette Link ipertestuali (Finestra Þ Mostra i link ipertestuali). Con la palette Link ipertestuali potete: • creare, modificare e eliminare destinazioni e àncore • visualizzare tutte le destinazioni e le àncore del layout attivo, in base al loro nome o URL • aprire dei link ipertestuali o navigare a un àncora facendo doppio clic sul link ipertestuale o sull’àncora nella palette.

Tramite la palette Link ipertestuali potete gestire destinazioni, àncore e link ipertestuali. Questa sezione descrive come utilizzare la palette Link ipertestuali per creare destinazioni, àncore e link ipertestuali. Potete anche completare tutte le operazioni descritte sopra direttamente dalla finestra di dialogo Link ipertestuali (menu Comp./Modifica).

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CREAZIONE DI UNA DESTINAZIONE La destinazione contiene un URL a cui un link ipertestuale può puntare. Per creare una destinazione, procedete come segue:

1 Scegliete Visualizza Þ Mostra i link ipertestuali Viene visualizzata la palette Link ipertestuali.

2 Fate clic sul pulsante Nuovo link ipertestuale

della palette Link ipertestuali. Viene visualizzata la finestra di dialogo Nuovo link ipertestuale.

3 Immettete un nome per la destinazione nel campo Nome. Ricordate che questo è il nome del contenitore dell’URL, non l’effettivo URL. Potete usare un nome descrittivo come ad esempio “Sito Web di Quark”.

4 Scegliete un’opzione dal menu a comparsa Tipo. • Per specificare l’URL manualmente, scegliete URL e digitate quindi l’URL nel campo URL oppure usate il pulsante Seleziona per creare un percorso a un determinato file. (Ricordatevi di verificare che il percorso sia ancora valido nella pagina HTML esportata.) Potete scegliere tra quattro protocolli tramite il menu a comparsa disponibile vicino al campo URL. • Se volete collegarvi a una pagina diversa dello stesso layout, scegliete Pagina dal campo Tipo e scegliete quindi una pagina dal menu a comparsa Pagina. • Se volete collegarvi a un’ ancora particolare dello stesso layout, scegliete Àncora dal campo Tipo e scegliete quindi un’àncora dal relativo menu a comparsa.

5 Fate clic su OK. (Se state aggiungendo molteplici destinazioni, premete Maiusc. mentre fate clic su OK e la finestra di dialogo Nuovo link ipertestuale rimarrà aperta.)

Create una nuova destinazione utilizzando la finestra di dialogo Nuovo link ipertestuale. CREAZIONE DI UN’ÀNCORA L’ ancora è semplicemente un indicatore rivolto a un punto specifico del layout. Per creare un’àncora, procedete come segue:

1 Scegliete Visualizza Þ Mostra i link ipertestuali Viene visualizzata la palette Link ipertestuali.

2 Per indicare la posizione in cui volete situare l’àncora, portate il punto di inserimento del testo sopra una serie di pagine, selezionate una porzione di testo o selezionate una finestra immagine o una linea.

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3 Visualizzate la finestra di dialogo Nuova àncora in uno dei modi seguenti: • Fate clic sul pulsante Nuova àncora

• Scegliete Stile Þ Àncora Þ Nuovo.

nella palette Link ipertestuali.

• Visualizzate il menu della palette Link ipertestuali e scegliete Nuova àncora. • Visualizzate il menu contestuale per il testo o per l’oggetto selezionato e scegliete Àncora Þ Nuova.

4 Immettete il nome da assegnare all’àncora nel campo Nome dell’àncora oppure, dal menu a comparsa, scegliete un nome di àncora non ancora utilizzato.

5 Fate clic su OK.

Configurate una nuova àncora utilizzando la finestra di dialogo Nuova àncora.

Per creare un’àncora “vuota”, deselezionate tutto e fate clic sul pulsante Nuova àncora nella palette Link ipertestuali. Utilizzate questo metodo per creare link ipertestuali che puntino ad àncore situate in aree del layout a cui non avete accesso o che non avete ancora creato. Potete definire il colore dell’àncora di default nel riquadro Layout Web Þ Generale della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/menu Comp./Modifica). CREAZIONE DI UN LINK IPERTESTUALE UTILIZZANDO UNA DESTINAZIONE ESISTENTE Il link ipertestuale è una stringa di testo, una finestra o una linea che puntano a una destinazione particolare. Per creare un link ipertestuale utilizzando una destinazione esistente, selezionate il testo o la finestra immagine che volete usare come link ipertestuale e procedete come segue: • Fate clic su una destinazione nella palette Link ipertestuali.

• Scegliete Stile Þ Link ipertestuale Þ [destinazione].

• Visualizzate il menu contestuale per il testo o per l’oggetto selezionato e scegliete Link ipertestuale Þ [destinazione]. Potete definire il colore del link ipertestuale nel riquadro Layout Web Þ Generale della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/menu Comp./Modifica).

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LINK IPERTESTUALI

CREAZIONE COMPLETA DI UN LINK IPERTESTUALE Il link ipertestuale è una stringa di testo, una finestra o una linea che puntano a una destinazione particolare. Per creare simultaneamente un link ipertestuale e una destinazione, procedete come segue:

1 Selezionate un testo o un oggetto che volete usare come link ipertestuale. 2 Visualizzate la finestra di dialogo Nuovo link ipertestuale in uno dei modi seguenti: • Fate clic sul pulsante Nuovo link ipertestuale

• Scegliete Stile Þ Link ipertestuale Þ Nuovo.

della palette Link ipertestuali.

• Visualizzate il menu contestuale per il testo o per l’oggetto selezionato e scegliete Link ipertestuale.

3 Immettete un nome per la destinazione nel campo Nome. Ricordate che questo è il nome del contenitore dell’URL, non l’effettivo URL. Potete usare un nome descrittivo come ad esempio “Sito Web di Quark”.

4 Scegliete un’opzione del menu a comparsa Tipo. • Per specificare l’URL manualmente, scegliete URL e digitate quindi l’URL nel campo URL oppure usate il pulsante Seleziona per creare un percorso a un determinato file. (Ricordatevi di verificare che il percorso sia ancora valido nella pagina HTML esportata.) Potete scegliere tra quattro protocolli tramite il menu a comparsa disponibile vicino al campo URL. • Se volete collegarvi a una pagina diversa dello stesso layout, scegliete Pagina e scegliete quindi una pagina dal menu a comparsa Pagina. • Se volete collegarvi a un’àncora particolare dello stesso layout, scegliete Àncora e scegliete quindi un’àncora dal menu a comparsa Àncora.

5 Fate clic su OK.

Potete usare la finestra di dialogo Nuovo link ipertestuale per creare simultaneamente un link ipertestuale e una destinazione.

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CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

LINK IPERTESTUALI

VERIFICA DI UN LINK IPERTESTUALE Ci sono due modi per verificare che un link ipertestuale sia stato applicato a una stringa di testo o a un oggetto specifici: • I link ipertestuali vengono visualizzati con il colore (in un layout Web) o con una sottolineatura colorata (in un layout di stampa), specificati nei riquadri di Generale della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/menu Modifica). • I link ipertestuali di un’immagine o di un elemento grafico, sono rappresentati da un’icona di collegamento visibile nell’angolo superiore destro. LINK IPERTESTUALI DELLA PALETTE LINK IPERTESTUALI I pulsanti Mostra e i menu a comparsa della palette Link ipertestuali vi consentono di determinare ciò che volete visualizzare nell’elenco a scorrimento della palette: • Fate clic sul pulsante Mostra destinazioni • Fate clic sul pulsante Mostra àncore

per visualizzare le destinazioni.

per visualizzare le àncore.

• Fate clic sul pulsante Mostra link della pagina pagine del layout.

per visualizzare i link alle

• Scegliete Nome per mostrare gli elementi dell’elenco con il loro nome oppure scegliete Link per mostrare gli elementi dell’elenco in base al loro URL.

Potete usare la palette Link ipertestuali per visualizzare e per navigare alle destinazioni, alle àncore e ai link ipertestuali. FORMATTAZIONE DEI LINK IPERTESTUALI Per default, il testo ipertestuale viene sottolineato e colorato secondo i colori di default definiti nella finestra di dialogo Proprietà del layout (Layout Þ Proprietà del layout). Potete ignorare l’aspetto visivo di default di determinati link ipertestuali selezionando della parole specifiche del link e applicandovi la formattazione desiderata (colore, dimensioni e font).

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

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LINK IPERTESTUALI

Se modificate la formattazione di un paragrafo contenente un testo con link ipertestuali, i link ipertestuali rifletteranno le modifiche di font e di dimensioni apportate alla font del paragrafo pur mantenendo il colore di default e la sottolineatura applicati. In questo modo il testo con link ipertestuali può continuare ad essere differenziato dal resto del testo del paragrafo. MODIFICA E ELIMINAZIONE DELLE DESTINAZIONI Per modificare il nome o l’URL di una destinazione, selezionate le destinazione nella palette Link ipertestuali e fate clic sul pulsante Modifica . Qualsiasi modifica apportata viene applicata a tutti i link ipertestuali del layout che utilizzano la stessa destinazione. Per eliminare una destinazione, selezionate la destinazione dalla palette Link ipertestuali e fate clic sul pulsante Elimina . Tutti i link ipertestuali diretti a questa destinazione vengono rimossi dal layout. In alternativa, potete modificare e eliminare destinazioni utilizzando la finestra di dialogo Link ipertestuali (menu Comp./Modifica). MODIFICA E ELIMINAZIONE DELLE ÀNCORE Per modificare il nome di un’àncora, selezionatela dalla palette Link ipertestuali e fate clic sul pulsante Modifica . Potete modificare il nome dell’àncora e l’àncora stessa. Se un’àncora non ha un nome, viene visualizzata nella palette Link ipertestuali. Per eliminare un’àncora, selezionatela dalla palette Link ipertestuali e fate clic sul pulsante Elimina . Tutti i link ipertestuali diretti a questa àncora verranno rimossi dal layout. In alternativa, potete modificare e eliminare le àncore utilizzando la finestra di dialogo Link ipertestuali (menu Comp./Modifica). MODIFICA E ELIMINAZIONE DEI LINK IPERTESTUALI Per modificare la destinazione di un link ipertestuale, selezionate il link dal layout, fate clic sul pulsante Modifica della palette Link ipertestuali ed immettete quindi una nuova destinazione nel campo URL o scegliete un’opzione dal menu a comparsa posto vicino al campo URL. Per rimuovere la destinazione di un link ipertestuale, selezionate il link dal layout e fate clic su Nessun link ipertestuale nella palette Link ipertestuali oppure scegliete Stile Þ Link ipertestuale Þ Modifica.

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CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

LINK IPERTESTUALI

NAVIGAZIONE UTILIZZANDO LA PALETTE LINK IPERTESTUALI Oltre alla creazione dei link ipertestuali nella palette Link ipertestuali, potete usare la palette Link ipertestuali per navigare ai link ipertestuali e alle àncore contenute nel layout QuarkXPress attivo. Per navigare utilizzando la palette Link ipertestuali, procedete come segue: • Per visualizzare una destinazione costituita da un URL, fate doppio clic sulla destinazione nella palette Link ipertestuali. L’URL viene trasferito al browser Web designato. • Per navigare a un’àncora del layout attivo, fate doppio clic sul nome dell’àncora nella palette Link ipertestuali.

Utilizzate la palette Link ipertestuali per aprire le destinazioni e navigare alle àncore.

ROLLOVER Il rollover è un’immagine contenuta in una pagina HTML che cambia quando portate il puntatore del mouse sopra di essa. I rollover vengono normalmente utilizzati come “pulsanti” che collegano a una pagina diversa o che avviano lo scaricamento di un file. Per quanto visivamente attraenti, i rollover comportano una serie di inconvenienti in termini di dimensioni del file e di tempi di scaricamento. I rollover inoltre non sono supportati da tutte le versioni dei browser Web (sebbene siano supportati dalla versione 3.x e successiva di Microsoft Internet Explorer e Netscape Navigator e dalle versioni correnti di Safari e Firefox). QuarkXPress offre due tipi di rollover: • Rollover di base. Cambia l’immagine quando il puntatore del mouse si trova sulla finestra del rollover. • Rollover a due posizioni. Cambia l’immagine in uno o più di uno degli altri riquadri quando il puntatore del mouse si trova sopra la finestra del rollover.

Il rollover cambia il suo aspetto visivo quando l’utente finale porta il puntatore del mouse sopra di esso.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

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ROLLOVER

CREAZIONE DI UN ROLLOVER DI BASE Potete creare un rollover di base con finestre immagine e con finestre di testo. Se usate finestre di testo, queste vengono automaticamente convertite in immagini all’esportazione. Per creare un rollover di base, procedete come segue:

1 Selezionate una finestra immagine o una finestra di testo nel layout Web attivo.

2 Scegliete Oggetti Þ Rollover di base Þ Crea rollover. Viene visualizzata la finestra di dialogo Rollover.

3 Specificate quello che volete visualizzare quando il puntatore del mouse si posa sul rollover. • Se si tratta di un rollover di immagine, immettete il percorso e il nome del file dell’immagine nel campo Immagine di default oppure fate clic su Seleziona/Sfoglia per trovare manualmente il file. • Per un rollover di testo, immettete e formattate il testo come desiderato.

4 Specificate quello che volete visualizzare quando l’utente finale porta il puntatore del mouse sopra il rollover: • Se si tratta di un rollover di immagine, immettete il percorso e il nome del file dell’immagine nel campo Immagine per il rollover oppure fate clic su Seleziona/Sfoglia per trovare manualmente il file. • Per un rollover di testo, immettete e formattate il testo come desiderato.

5 Per aggiungere un link ipertestuale al rollover, immettete un URL nel campo Link ipertestuale oppure scegliete un URL dal menu a comparsa Link ipertestuale. Potete anche fare clic su Seleziona/Sfoglia per trovare il file di destinazione manualmente ma tenete presente che ciò crea un link assoluto; per creare un link relativo, dovete immettere manualmente il percorso relativo al file di destinazione.

6 Fate clic su OK. La finestra del rollover visualizza l’icona

per indicare che contiene immagini scambiabili, visualizza l’icona per indicare che è sensibile al rollover del mouse e, se avete aggiunto un link ipertestuale, visualizza l’icona per indicare la presenza di un link ipertestuale.

MODIFICA E ELIMINAZIONE DEI ROLLOVER DI BASE Per modificare un rollover, selezionate una finestra immagine contenente il rollover e scegliete Oggetti Þ Rollover di base Þ Modifica rollover. Viene visualizzata la finestra di dialogo Rollover. Potete modificare l’immagine o modificare il link ipertestuale.

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CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

ROLLOVER

Per eliminare un comportamento del rollover dal rollover stesso, selezionate la finestra immagine contenente il rollover e scegliete Oggetti Þ Rollover di base Þ Elimina rollover. CREAZIONE DI UN ROLLOVER A DUE POSIZIONI Nel caso di un rollover a due posizioni, l’utente finale porta il puntatore del mouse sopra una finestra e l’immagine del rollover viene visualizzata in un’altra finestra. La finestra su cui l’utente finale porta il puntatore del mouse, si chiama finestra d’origine e la finestra che visualizza l’immagine del rollover si chiama finestra di destinazione. Per creare un rollover a due posizioni, procedete come segue:

1 Create una finestra di testo o una finestra immagine da utilizzare come finestra d’origine, ossia la finestra su cui viene portato il puntatore del mouse per attivare il rollover. Se la finestra è una finestra di testo, scegliete Oggetti Þ Modifica e selezionate Converti in immagine all’esportazione.

2 Create un’altra finestra di testo o finestra immagine da utilizzare come finestra di destinazione, ossia la finestra che cambierà di contenuto quando il puntatore del mouse viene portato sopra la finestra d’origine. Se la finestra è una finestra di testo, scegliete Oggetti Þ Modifica e selezionate Converti in immagine all’esportazione.

3 Importate un’immagine o immettete un testo nella finestra di destinazione. Questo è il contenuto di default della finestra di destinazione.

4 Con la finestra di destinazione selezionata, scegliete Oggetti Þ Rollover Þ Crea destinazione in due posizioni. Nella finestra d’origine viene visualizzata l’icona .

5 Per specificare l’immagine di rollover, importate una nuova immagine o immettete un testo nella finestra di destinazione.

6 Per collegare la finestra di origine alla finestra di destinazione, selezionate lo strumento Collegamento rollover a 2 posizioni nella palette Strumenti Web; fate clic sulla finestra d’origine e quindi sulla finestra di destinazione. Nella finestra di destinazione viene visualizzata l’icona . Se non vedete il comando Finestra Þ Strumenti Þ Mostra strumenti Web, dovete attivare il software Image Map QuarkXTensions tramite XTensions Manager (menu Utilità).

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ROLLOVER

7 Per creare altre finestre di destinazione, ripetete le operazioni descritte ai punti 2–6.

8 Visualizzate un’anteprima della pagina per accertare che il rollover funzioni come desiderato. Potete usare un rollover di base come finestra di origine di un rollover a due posizioni, ma non potete usare la finestra di destinazione di un rollover a due posizioni come finestra di origine di un altro rollover a due posizioni. ALTERNANZA DELLE IMMAGINI DEL ROLLOVER DI UN LAYOUT La finestra di destinazione di un rollover di base o di un rollover a due posizioni è una finestra immagine con due immagini importate: una per lo stato di default e una per lo stato di rollover. Si può tuttavia visualizzare soltanto una di queste due immagini per volta. Per alternare le due immagini nel layout, selezionate la finestra contenente la destinazione del rollover di base o del rollover a due posizioni e procedete come segue: • Per il rollover di base, scegliete Oggetti Þ Rollover di base Þ Immagine di default per l’immagine di default oppure Oggetti Þ Rollover di base Þ Immagine per il rollover.

• Per un rollover a due posizioni, scegliete Oggetti Þ Rollover a 2 posizioni Þ Mostra e scegliete quindi una voce del menu. (La voce che termina con “(default)” è l’immagine di default.) RIMOZIONE DI UNA FINESTRA DI DESTINAZIONE DA UNA FINESTRA CON ROLLOVER A DUE POSIZIONI Per rimuovere una destinazione da una finestra con rollover a due posizioni, selezionate la finestra contenente il rollover a due posizioni, scegliete Oggetti Þ Rollover a 2 posizioni Þ Elimina destinazione e scegliete quindi l’immagine che volete rimuovere. ROTTURA DEL COLLEGAMENTO DI UN ROLLOVER A DUE POSIZIONI Per rompere il collegamento di un rollover a due posizioni, selezionate lo della palette Strumenti strumento Rimozione collegamento rollover Web, fate clic sulla finestra d’origine e fate quindi clic sulla finestra di destinazione. Questo rimuove il collegamento tra la finestra d’origine e la finestra di destinazione, ma non rimuove il contenuto dalle finestre. Se non vedete il comando Finestra Þ Strumenti Þ Mostra strumenti Web, dovete attivare il software Image Map QuarkXTensions tramite XTensions Manager (menu Utilità).

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CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

MAPPE IMMAGINE

MAPPE IMMAGINE La mappa immagine è una funzionalità HTML che consente all’utente finale di collegarsi a due diversi URL facendo clic su due punti di un’immagine contenuta in una pagina Web. Per creare una mappa immagine, importate un’immagine, disegnate le “aree interattive” (forme) nei punti dell’immagine che volete agiscano come link ipertestuali e associate i link ipertestuali a queste aree interattive. Le aree interattive sono invisibili all’esportazione ma i link ipertestuali entrano in azione quando l’utente finale fa clic sulle varie parti di un’immagine. Per utilizzare le mappe immagine in QuarkXPress, dovete aver caricato il software ImageMap QuarkXTensions. CREAZIONE DI UNA MAPPA IMMAGINE Per creare una mappa immagine, selezionate una finestra immagine e disegnate una o più aree interattive nella finestra immagine. Per disegnare delle aree interattive in una finestra immagine attiva, procedete come segue:

1 Selezionate uno strumento Mappa immagine dalla palette Strumenti Web. Potete scegliere dallo strumento Mappa immagine rettangolare, dallo strumento Mappa immagine ovale e dallo strumento Mappa immagine Bézier.

Usate lo strumento Mappa immagine rettangolare, lo strumento Mappa immagine ovale e lo strumento Mappa immagine Bézier (da sinistra a destra nella palette in alto) per disegnare le aree interattive di una finestra immagine. Se non vedete il comando Finestra Þ Strumenti Þ Mostra strumenti Web, dovete attivare il software Image Map QuarkXTensions tramite XTensions Manager (menu Utilità).

2 Se state usando lo strumento Mappa immagine rettangolare o lo strumento Mappa immagine ovale, trascinate il puntatore a croce, iniziando dell’interno della finestra immagine.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

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MAPPE IMMAGINE

3 Se state utilizzando lo strumento Mappa immagine Bézier, fate clic (o fate clic e trascinate) per posizionare i punti del poligono. Accertatevi che il primo clic sia all’interno della finestra immagine. Quando avete terminato il disegno, fate doppio clic per chiudere il contorno dell’area interattiva.

4 Per convertire un’area interattiva in un link ipertestuale, fate clic su una destinazione o su un’àncora della palette Link ipertestuali. (Per ulteriori informazioni, vedere “Utilizzo dei link ipertestuali” più indietro in questo capitolo.)

5 Scegliete Visualizza Þ Mostra le guide e verificate che le aree interattive siano dove lo volete. Le aree interattive vengono visualizzate quando la finestra immagine che le contiene è selezionata. Le aree interattive non vengono stampate. Potete creare delle aree interattive che si estendano oltre i limiti di una finestra immagine. All’atto dell’esportazione tuttavia, queste aree interattive vengono ritagliate in corrispondenza dei contorni della finestra (ad eccezione delle aree interattive circolari). Le aree interattive ovali (aree ellittiche che non sono cerchi perfetti) vengono convertite in poligoni. Per gestire il numero di punti di tali poligoni, modificate le impostazioni di ciascuno strumento nel riquadro Layout Web Þ Strumenti della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/menu Modifica). MODIFICA DI UNA MAPPA IMMAGINE Dopo aver creato una mappa immagine, potete spostare le sue aree interattive, modificarne le dimensioni o eliminare tutte o alcune di esse. Per modificare una mappa immagine, procedete come segue:

1 Selezionate una finestra immagine che contiene una mappa immagine. 2 Se le aree interattive non sono visibili, scegliete Visualizza Þ Mostra le guide.

3 Per ridimensionare un’area attiva, selezionatela e trascinate una delle sue maniglie.

4 Per spostare un’area interattiva, trascinatela all’interno del suo contorno. 5 Per eliminare un’area interattiva, selezionate l’area interattiva e premete Canc/Backspace.

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CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

MAPPE IMMAGINE

Se l’immagine di una finestra immagine viene spostata, le aree interattive dell’immagine si sposteranno insieme ad essa. Non potete tagliare, copiare o incollare aree interattive ma potete tagliare, copiare e incollare le immagini contenute nelle aree interattive. Le aree interattive vengono memorizzate insieme all’immagine all’interno della quale sono state create. Se un’immagine viene duplicata, spostata, ridimensionata, inclinata o ruotata, le mappe immagini rimangono incluse. Se si inserisce una nuova immagine in una finestra immagine usando il comando Importa immagine (Archivio/File), le aree interattive create per l’immagine precedente vengono eliminate.

MODULI I moduli HTML consentono agli utenti di unificare liste di mailing e di inviare feedback tramite Internet o Intranet. I moduli (o form) possono contenere campi di testo, caselle di selezione, menu a comparsa ed elenchi; gli utenti possono usare questi controlli per immettere testo, password e anche per caricare file. NOZIONI DI BASE SUI MODULI Quando si vogliono creare dei moduli, è essenziale tenere presente che non possono esistere da soli; ossia quando si crea un modulo, occorre creare anche uno script o un’applicazione basati sul server, che siano in grado di elaborare i dati trasmessi dal modulo. Tali script o applicazioni usano spesso, ma non sempre, il protocollo CGI (Common Gateway Interface) e possono essere scritti in linguaggi come Perl, C, Java™ e AppleScript®. I protocolli e i linguaggi di programmazione utilizzati sono in funzione del software server del Web e dalla piattaforma su cui il software server del Web viene eseguito. Se volete usare i moduli HTML come parte del vostro sito Web, dovete usare uno strumento sviluppato da terzi per generare lo script o l’applicazione server. Per informazioni su come gestire queste operazioni, consultatevi con il vostro Webmaster. Gli strumenti per la creazione di moduli, sono disponibili nella palette Strumenti Web (Finestra Þ Strumenti Þ Mostra strumenti Web). Se non vedete il comando Finestra Þ Strumenti Þ Mostra strumenti Web, dovete attivare il software Image Map QuarkXTensions tramite XTensions Manager (menu Utilità).

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MODULI

UTILIZZO DEI MODULI Come il resto della pagina Web, il modulo HTML consiste di tag HTML. I browser Web leggono i tag di un modulo e li convertono in campi di testo, pulsanti, caselle di selezione, menu a comparsa ed elenchi. I lettori utilizzano questi elementi della pagina per immettere informazioni e quindi fanno clic su un pulsante per inviare il contenuto del modulo all’URL di uno script o di un’applicazione in esecuzione sul server Web.

Potete utilizzare un modulo per raccogliere informazioni sui visitatori del vostro sito Web. CREAZIONE DI UNA FINESTRA DEL MODULO La finestra del modulo definisce il contorno di delimitazione del modulo HTML. La finestra del modulo contiene uno o più controlli e può anche contenere campi nascosti. Potete usare impostazioni di convalida per specificare quello che deve accadere se un utente finale lascia vuoto un determinato campo. Per creare la finestra di un modulo, procedete come segue:

1 Selezionate lo strumento Finestra del modulo

dalla palette Strumenti Web.

2 Portate il cursore a croce in una posizione qualunque della pagina e quindi trascinate per disegnare la finestra del modulo.

3 Scegliete Oggetti Þ Modifica per visualizzare la finestra di dialogo Modifica e fate quindi clic sulla scheda Modulo.

4 Immettete un nome per la finestra del modulo nel campo Nome.

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CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

MODULI

5 Scegliete un metodo di trasmissione delle immissioni dal menu a comparsa Metodo: • Scegliete Get se volete che il broswer Web aggiunga i dati del modulo alla fine dell’URL dello script o dell’applicazione di destinazione. Questo metodo può limitare la quantità di dati del modulo da trasmettere; consultate al proposito la documentazione disponibile sul software del server. • Scegliete Post se volete che il browser Web invii i dati del modulo allo script o all’applicazione di destinazione come una transazione http separata.

6 Se scegliete Post dal menu a comparsa Metodo, specificate un tipo MIME (Multipurpose Internet Mail Extensions) per i dati del modulo scegliendo un’opzione dal menu a comparsa Tipo di codifica: • L’opzione urlencoded significa che i dati del modulo inviati al server Web sono codificati per URL. La codifica URL è una specifica comune che rende possibile codificare i dati URL (Uniform Resource Locator) e usarli con la maggior parte delle piattaforme hardware e applicazioni software. • L’opzione form-data significa che i dati del modulo che includono file allegati verranno codificati come multipart/form-data. Questo metodo di codifica assicura che ciascuna parte della trasmissione “multipart” venga interpretata correttamente dal server Web. Senza questa opzione, viene trasmesso soltanto il nome del file allegato (anziché i dati contenuti nel file). • L’opzione plain significa che i dati del modulo inviati al server Web non sono codificati per URL.

7 Per specificare dove l’applicazione CGI deve visualizzare le sue eventuali risposte, scegliete un’opzione dal menu a comparsa Destinazione. • Scegliete None o Self per specificare lo stesso frame o la stessa finestra del modulo. • Scegliete Blank per specificare la finestra-target come una finestra nuova e senza nome. • Scegliete Parent per specificare la finestra-target come un frame o una finestra con un ruolo primario rispetto al modulo. Se non esistono finestre principali, i dati del modulo verranno visualizzati nella stessa finestra del modulo (anche se sono stati specificati None o Self nel campo Destinazione). • Scegliete Top per specificare come finestra-target la prima finestra che non contiene dei frame, di solito la pagina di introduzione del modulo.

8 Per specificare lo script o l’applicazione di destinazione che elaboreranno i dati trasmessi dalla finestra del modulo attiva, immettete un URL nel campo Azione. Potete anche fare clic su Seleziona/Sfoglia per trovare manualmente lo script o l’applicazione di destinazione ma tenete presente che ciò crea un link assoluto; per creare un link relativo, dovete immettere manualmente il percorso relativo al file di destinazione.

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MODULI

9 Utilizzate l’area Convalida del modulo per specificare quello che deve accadere se un utente cerca di trasmettere un modulo senza immettere le informazioni necessarie in un campo obbligatorio: • Scegliete Pagina dell’errore per specificare di visualizzare una pagina HTML diversa ed immettete quindi l’URL di quella pagina. Potete anche fare clic su Seleziona/Sfoglia per trovare manualmente la pagina di destinazione ma tenete presente che ciò crea un link assoluto; per creare un link relativo, dovete immettere manualmente il percorso relativo al file di destinazione. • Scegliete Messaggio nella finestra di dialogo per specificare che l’avvertenza deve venire visualizzata in una finestra di dialogo e quindi immettete il messaggio di avvertenza in quella finestra di testo. Per includere il nome del primo campo obbligatorio vuoto dell’avvertenza, usate <missing field>. Quando viene visualizzata l’avvertenza, questo tag viene sostituito dai nomi dei campi obbligatori vuoti.

10 Fate clic su OK. Potete anche creare un modulo disegnando i controlli del modulo in un’area vuota del layout Web. (Quando disegnate i controlli del modulo, la finestra del modulo viene creata automaticamente.) La finestra del modulo in questo caso utilizza le dimensioni di altezza e larghezza di default specificate nel riquadro Layout Web Þ Strumenti della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/menu Modifica). Le finestre dei moduli non possono sovrapporsi ad altre finestre di moduli. I controlli dei moduli devono essere contenuti interamente in una finestra per modulo. AGGIUNTA DI UN CAMPO PER TESTO, UN CAMPO PER PASSWORD O UN CAMPO NASCOSTO Il campo di un testo consente agli utenti di immettere un testo normale. Il campo di una password consente agli utenti di immettere un testo normale, ma visualizza quel testo soltanto come una serie di asterischi. Il campo nascosto invia un valore quando il modulo viene trasmesso ma non visualizza quel valore per l’utente. Per aggiungere un campo per testo, password o un campo nascosto, procedete come segue:

1 Utilizzate lo strumento Campo del testo

per tracciare un campo per il testo all’interno della finestra del modulo. Tenete presente che mentre i campi nascosti possono sovrapporsi uno all’altro all’interno di una finestra di modulo, i campi visibili di un modulo non possono sovrapporsi.

2 Scegliete Oggetti Þ Modifica e andate alla scheda Modulo.

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CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

MODULI

3 Immettete un nome per il campo di testo nel campo Nome. 4 Scegliete un’opzione dal menu a comparsa Tipo per specificare il tipo di campo: • Scegliete Testo su una riga per un campo che può contenere soltanto una riga di testo. • Scegliete Testo su molteplici righe per un campo che può contenere più di una riga di testo. • Scegliete Password per un campo dove tutti i caratteri vengono visualizzati come asterischi o punti. • Scegliete Campo nascosto per un campo che verrà trasmesso insieme al modulo ma non verrà visualizzato nel browser Web dell’utente finale. Potete utilizzare un campo nascosto per inviare dati che l’utente finale non può vedere. I campi nascosti vengono usati solitamente per memorizzare informazioni ID, variabili, codici di convalida, ecc di una determinata sessione. Se scegliete Campo nascosto, le opzioni Numero massimo di caratteri, Testo a capo autom., Solo lettura e Obbligatorio non sono disponibili.

5 Immettete un numero nel campo Numero massimo di caratteri per specificare il numero massimo di caratteri che il campo può accettare.

6 Selezionate la casella Testo a capo autom. per specificare che le righe di testo di un controllo devono automaticamente andare a capo. (Questa casella di selezione è disponibile soltanto se si è scelto Testo su molteplici righe dal menu a comparsa Tipo).

7 Per impedire che l’utente possa modificare il contenuto del campo, selezionate Lettura soltanto.

8 Per indicare che il campo deve contenere un’immissione prima che il modulo possa essere inviato, selezionate Obbligatorio.

9 Fate clic su OK. AGGIUNTA DI UN PULSANTE Il pulsante per l’invio dei dati consente agli utenti di inviare il modulo a uno script o a un’applicazione di destinazione su server. Il pulsante per il ripristino riporta tutti i campi e i pulsanti del modulo alle loro impostazioni di default. Per creare un pulsante per l’invio dei dati e per il ripristino, procedete come segue:

1 Utilizzate lo strumento Pulsante

per disegnare il pulsante nella finestra

del modulo.

2 Scegliete Oggetti Þ Modifica e andate alla scheda Modulo. 3 Immettete un nome per il pulsante nel campo Nome.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

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MODULI

4 Scegliete un’opzione del menu a comparsa Tipo. • Scegliendo Ripristina si configura il pulsante in modo che riporti i campi e i pulsanti del modulo alle loro impostazioni di default. • Scegliendo Invia si configura il pulsante in modo che invii i dati del modulo allo script CGI o all’applicazione di destinazione indicata dalla finestra del modulo.

5 Fate clic su OK. 6 Se volete un pulsante con testo, fate clic sul pulsante con lo strumento Contenuto e immettete il testo che volete venga visualizzato sul pulsante. I pulsanti si ridimensionano automaticamente per contenere la lunghezza del testo immesso. AGGIUNTA DI UN PULSANTE CON IMMAGINE Potete creare pulsanti con immagine per l’invio dei dati di un modulo. Per creare un pulsante con immagine, procedete come segue:

1 Utilizzate lo strumento Pulsante immagine

per disegnare il pulsante nella

finestra del modulo.

2 Scegliete Importa immagine (Archivio/File Þ Importa immagine) per visualizzare la finestra di dialogo Importa immagine. Selezionate il file di immagine che volete visualizzare sul pulsante con immagine e fate clic su Apri.

3 Scegliete Oggetti Þ Modifica e andate alla scheda Modulo. 4 Immettete un nome per il pulsante nel campo Nome. 5 Fate clic sulla scheda Esporta (Oggetti Þ Modifica) per visualizzare le opzioni di esportazione relative al pulsante con immagine selezionato. La scheda Esporta visualizza diverse opzioni a seconda delle opzioni selezionate nel campo Esporta come. Per informazioni sulle opzioni di questa scheda, vedere “Utilizzo degli elementi grafici” più indietro in questo capitolo.

6 Fate clic su OK. AGGIUNTA DI VOCI DI MENU A COMPARSA E DI ELENCHI I menu a comparsa consentono agli utenti di scegliere una voce di menu. Gli elenchi consentono agli utenti di scegliere una o più voci di menu. Per aggiungere un menu a comparsa o un elenco, procedete come segue:

1 Utilizzate lo strumento un menu a comparsa dell’elenco

o lo strumento Finestra per creare l’elenco nella finestra del modulo.

2 Scegliete Oggetti Þ Modifica e andate alla scheda Modulo.

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CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

MODULI

3 Immettete un nome per il menu a comparsa e l’elenco nel campo Nome. 4 Scegliete un’opzione del menu a comparsa Tipo, se necessario. • Scegliete Menu a comparsa per creare un menu a comparsa. • Scegliete Elenco per creare un elenco scorrevole.

5 Specificate un menu da visualizzare procedendo come segue: • Per specificare un menu che avete già creato, scegliete il nome di quel menu dal menu a comparsa Menu. • Per creare un nuovo menu, fate clic su Nuovo. Per utilizzare la finestra di dialogo Menu Modifica, vedere “Creazione di un menu standard” in questo capitolo.

6 (Soltanto per gli elenchi) Per indicare che è possibile selezionare una o più voci dell’elenco, selezionate Consenti selezioni multiple.

7 Per indicare che almeno una delle voci dell’elenco deve essere selezionata prima che il modulo possa essere inviato, selezionate Obbligatorio.

8 Fate clic su OK. AGGIUNTA DI UN GRUPPO DI PULSANTI DI OPZIONE Il gruppo di pulsanti di opzione consente agli utenti finali di scegliere un’opzione specifica tra una serie di opzioni. Quando un utente finale fa clic su un pulsante di opzione, disattiva automaticamente tutti gli altri pulsanti opzione del gruppo. Per aggiungere a un modulo un gruppo di pulsanti di opzione, procedete come segue:

1 Utilizzate lo strumento Pulsante di opzione

per disegnare il pulsante di

opzione nella finestra del modulo.

2 Selezionate uno dei pulsanti di opzione e scegliete quindi Oggetti Þ Modifica e fate clic sulla scheda Modulo.

3 Scegliete Pulsante di opzione dal menu a comparsa Tipo, se necessario. 4 I pulsanti di opzione con lo stesso nome vengono considerati come parte dello stesso gruppo. Decidete un nome da assegnare al gruppo dei pulsanti di opzione e immettetelo nel campo Gruppo.

5 Per specificare un valore per il pulsante di opzione selezionato, immettete un valore nel campo Valore.

6 Ripetete le operazioni descritte dal punto 2 al punto 5 fino a quanto non avete creato e configurato tutti i pulsanti di opzione del gruppo.

7 Per rendere uno dei pulsanti di opzione selezionato per default, selezionate il pulsante di opzione desiderato, scegliete Oggetti Þ Modifica, fate clic sulla scheda Modulo e quindi selezionate Usa come default.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

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MODULI

8 Per indicare che uno dei pulsanti di opzione del gruppo deve essere selezionato prima che il modulo venga inviato, selezionate uno dei pulsanti di opzione e quindi Obbligatorio. Selezionando Obbligatorio per un pulsante di opzione, si selezionano automaticamente tutti gli altri pulsanti di opzione del gruppo.

9 Fate clic su OK. Potete specificare un testo da visualizzare accanto a un pulsante di opzione del modulo. Il pulsante di opzione non può avere lo stesso nome di una casella di selezione disponibile nello stesso modulo. AGGIUNTA DI UNA CASELLA DI SELEZIONE La casella di selezione è un tipo di controllo che può essere selezionato o deselezionato dall’utente. Per aggiungere una casella di selezione a un modulo, procedete come segue:

1 Utilizzate lo strumento Casella di selezione

per disegnare la casella di

selezione nella finestra del modulo.

2 Scegliete Oggetti Þ Modifica e andate alla scheda Modulo. 3 Scegliete Casella di selezione dal menu a comparsa Tipo. 4 Immettete un nome per la casella di selezione nel campo Nome. 5 Immettete un valore per la casella di selezione nel campo Valore. 6 Per indicare che la casella di selezione deve essere selezionata quando la pagina Web viene visualizzata per la prima volta, selezionate Selezionata all’inizio.

7 Per indicare che un casella di selezione deve essere selezionata prima che il modulo possa essere inviato, selezionate Obbligatorio.

8 Fate clic su OK. La scheda Modulo non consente di aggiungere un testo a una casella di selezione; potete tuttavia specificare un testo da visualizzare accanto alla casella di selezione quando, mediante lo strumento Contenuto, selezionate la casella di selezione come controllo per il modulo. La casella di selezione non può avere lo stesso nome di un pulsante di opzione disponibile nello stesso modulo.

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CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

MODULI

AGGIUNTA DI UN COMANDO PER L’INVIO DEI FILE Il comando per l’invio dei file consente agli utenti finali di specificare il percorso a un file locale che verrà caricato quando si invia il modulo. L’utente finale può immettere il percorso di un file o fare clic sul pulsante Sfoglia (creato con il modulo) e navigare al file. Per aggiungere al modulo un comando per l’invio di un file, procedete come segue:

1 Utilizzate lo strumento Selezione dei file

per disegnare il comando dell’invio

del file nella finestra del modulo.

2 Scegliete Oggetti Þ Modifica e andate alla scheda Modulo. 3 Immettete il nome del comando per l’invio dei file nel campo Nome. 4 Potete anche specificare un elenco dei tipi di MIME accettabili, separati da virgole, nel campo Accetta.

5 Selezionate la casella di selezione Obbligatorio per specificare che un file deve essere inviato insieme ai dati del modulo.

6 Fate clic su OK.

MENU Il menu consiste in una serie di voci che vengono visualizzate in un elenco o in un menu a comparsa all’interno di una finestra di modulo. Potete usare i menu per consentire agli utenti di scegliere tra una serie di opzioni oppure potete creare dei menu di navigazione dove ogni voce ha un URL di destinazione. UTILIZZO DI MENU STANDARD I menu standard consistono in un elenco di opzioni utilizzabili in un modulo HTML. Il menu standard offre dei valori che possono essere trasmessi nel moduli o possono essere utilizzati per la navigazione. CREAZIONE DI UN MENU STANDARD Per creare un menu standard, procedete come segue:

1 Scegliete Comp./Modifica Þ Menu per visualizzare la finestra di dialogo Menu.

Potete gestire i menu standard mediante la finestra di dialogo Menu.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

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MENU

2 Per creare un nuovo menu, fate clic su Nuovo. Viene visualizzata la finestra di dialogo Modifica menu.

Utilizzate la finestra di dialogo Modifica menu per configurare un menu standard.

3 Per specificare che un menu debba essere un menu di navigazione, selezionate Menu di navigazione. Quando un utente finale sceglie una voce dal menu di navigazione, il browser Web tenterà di aprire l’URL specificato come valore di quella voce.

4 Per aggiungere una voce al menu selezionato, fate clic su Aggiungi. Viene visualizzata la finestra di dialogo Voce di menu.

La finestra di dialogo Voce di menu offre controlli per la configurazione delle voci di un menu standard.

5 Immettete un nome nel campo Nome. Il nome viene visualizzato come una voce nel menu a comparsa.

6 Immettete un valore nel campo Valore. Il modo in cui il valore viene utilizzato dipende dal fatto che il menu sia o meno un menu di navigazione. • Se il menu è un menu di navigazione, la scelta di una voce comporterà che il browser Web tenti di aprire l’URL specificato nel campo Valore. Di conseguenza, se il menu è un menu di navigazione, accertatevi che il valore immesso nel campo Valore sia un URL valido. • Se il menu non è un menu di navigazione, la scelta della voce significa semplicemente che il valore immesso nel campo Valore verrà inviato al server Web insieme al resto dei dati del modulo quando il modulo viene trasmesso per l’elaborazione.

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CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

MENU

7 Per specificare che una voce di menu deve apparire selezionata per default, selezionate Usa come default.

8 Fate clic su OK per chiudere la finestra di dialogo Voce di menu. 9 Fate clic su OK per chiudere la finestra di dialogo Modifica menu. 10 Fate clic su Salva per chiudere la finestra di dialogo Menu. Potete anche usare la finestra di dialogo Menu per modificare, duplicare, eliminare e aggiungere menu standard. Potete anche visualizzare la finestra di dialogo Voce di menu facendo doppio clic sul nome di una voce. Se non si specificano voci di default, la prima voce del menu o dell’elenco viene solitamente visualizzata come selezionata nel modulo (questo comportamento dipende dal browser). UTILIZZO DI UN MENU STANDARD Per aggiungere un menu standard a un layout Web, dovete aggiungere una finestra di modulo. • Se state utilizzando il menu per l’immissione di valori in un modulo HTML, disegnate il menu nella finestra del modulo come descritto in “Aggiunta di un elenco a discesa e di un elenco normal voci a menu a comparsa e a elenchi”, più indietro in questo capitolo. • Se state utilizzando un menu per la navigazione, disegnate il menu nella pagina utilizzando gli strumenti Menu a comparsa oppure Elenco dalla palette Strumenti Web. QuarkXPress crea automaticamente un modulo per contenere il menu a comparsa o l’elenco ma userà il modulo solo come contenitore.

Gli strumenti per la creazione di moduli, sono disponibili nella palette Strumenti Web (Finestra Þ Strumenti Þ Mostra strumenti Web). Se non vedete il comando Finestra Þ Strumenti Þ Mostra strumenti Web, dovete attivare il software Image Map QuarkXTensions tramite XTensions Manager (menu Utilità). UTILIZZO DEI MENU SOVRAPPOSTI Con la funzionalità Menu sovrapposti potete creare dei layout ottimizzati per il Web che offrono un’efficace interfaccia utente e un ottimo effetto visivo. I menu sovrapposti semplificano il vostro design in quanto “nascondono” le voci dei menu fino a quando l’utente non porta il puntatore del mouse sopra un elemento specifico.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

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MENU

CREAZIONE DI UN MENU SOVRAPPOSTO Prima di poter applicare un menu sovrapposto, dovete crearlo. Per creare un menu sovrapposto, procedete come segue:

1 Scegliete Comp./Modifica Þ Menu sovrapposti Viene visualizzata la finestra di dialogo Menu sovrapposti.

Potete gestire i menu sovrapposti mediante la finestra di dialogo Menu sovrapposti.

2 Fate clic su Nuovo. Viene visualizzata la finestra di dialogo Modifica menu sovrapposti.

Utilizzate la finestra di dialogo Modifica menu sovrapposti per configurare i menu sovrapposti.

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CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

MENU

3 Immettete un nome per il menu sovrapposto nel campo Nome menu. 4 Nella scheda Proprietà menu, configurate le proprietà generali del menu sovrapposto nel modo seguente: • Scegliete un colore per il menu sovrapposto dal menu a comparsa Colore di sfondo. • Scegliete un foglio di stile per il menu sovrapposto dal menu a comparsa Fogli stile. • Immettete un valore nel campo Dist. testo/fin. per specificare la distanza del bordo della finestra del menu sovrapposto rispetto al testo del menu. • Nell’area Orientamento del menu, fate clic su Orizzontale e Verticale per specificare la direzione di lettura del menu. • Nell’area Finestra, specificate la larghezza ed altezza dell’intero menu sovrapposto. Il valore Autom. viene calcolato utilizzando il conteggio dei caratteri del nome della voce di menu o di sottomenu e le relative dimensioni font. • Nell’area Bordo, specificate lo spessore di una linea nel campo Linea e un colore per la linea nel menu a comparsa Colore. Questa linea e colore verranno applicati all’intera finestra del menu sovrapposto. • Nell’area Separatore, specificate lo spessore di una linea nel campo Linea e un colore per i separatori Nel menu a comparsa Colore. Lo spessore e il colore di questa linea verranno applicati ai separatori che dividono le voci del menu. • Nell’area Animazione d’apertura, scegliete un’opzione dal menu a comparsa Direzione per determinare come si deve aprire il menu. • Se scegliete un’opzione diversa da Nessuna dal menu a comparsa Animazione d’apertura, il campo Velocità diventa disponibile. Immettete un valore compreso tra 0 e 10.000. La velocità viene misurata in millesecondi. • Nei campi Spostamento, immettete un valore nei campi X e Y per specificare la distanza delle voci di menu rispetto al bordo del menu.

5 La scheda Voci di menu consente di specificare le voci del menu e di eventuali sottomenu. Nell’area Struttura menu, scegliete Voce di menu dal pulsante Nuovo per creare una nuova voce di menu.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

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MENU

Potete creare voci di menu e di sottomenu dalla scheda Voci di menu della finestra di dialogo Modifica Menu sovrapposto.

6 Nel campo Nome voce di menu, immettete un nome per la voce del menu. 7 Per specificare un link ipertestuale per la voce di menu, scegliete un link ipertestuale dal menu a comparsa Link ipertestuale oppure immettete un link ipertestuale nel campo Link ipertestuale. Soltanto i link ipertestuali associati a URL vengono visualizzati nel menu a comparsa Link ipertestuali.

8 Per specificare una voce di sottomenu, selezionate il menu dall’elenco Struttura menu e scegliete Voce del sottomenu dal pulsante Nuovo e configurate quindi la voce del sottomenu come descritto sopra. Le voci di un sottomenu vengono aggiunte sotto la voce di menu selezionata e visualizzate con un rientro nell’elenco Struttura menu.

9 Nelle aree Mouseover voce menu e Mouseover voce sottomenu, scegliete i colori per le voci del menu e del sottomenu dal menu a comparsa Font e scegliete i colori per lo sfondo dal menu a comparsa Sfondo. Quando il puntatore del mouse viene portato sopra un oggetto, l’oggetto viene visualizzato utilizzando questi colori.

10 Fate clic su OK e quindi su Salva nella finestra di dialogo Menu sovrapposti. Potete anche usare la finestra di dialogo Menu sovrapposto per modificare, duplicare, eliminare e aggiungere menu sovrapposti.

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CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

MENU

APPLICAZIONE DI UN MENU SOVRAPPOSTO A UNA FINESTRA Una volta creato un menu sovrapposto, potete applicare quel menu a qualsiasi oggetto che sia stato specificato come un elemento grafico per l’esportazione (Oggetti Þ Modifica Þ Converti in immagine all’esportazione). Per fare ciò, selezionate semplicemente l’oggetto e scegliete quindi Oggetti Þ Menu sovrapposto Þ [Nome del menu sovrapposto].

ll menu sovrapposto (in questa illustrazione, si estende dalla finestra di testo “Navigate”) può rendere la navigazione più invogliante. RIMOZIONE DI UN MENU SOVRAPPOSTO DA UNA FINESTRA Per rimuovere un menu sovrapposto da una finestra, selezionate la finestra e scegliete Oggetti Þ Menu sovrapposto Þ Rimuovi menu sovrapposto. Il menu sovrapposto viene rimosso dalla finestra e il contenuto della finestra rimane intatto. La rimozione di un menu sovrapposto da una finestra non elimina il menu sovrapposto dal progetto. Per eliminare un menu sovrapposto da un progetto, utilizzate la finestra di dialogo Menu sovrapposto (menu Comp./Modifica).

TABELLE DEI LAYOUT WEB Potete creare tabelle nei layout Web nello stesso modo in cui le create nei layout di Stampa. Le funzionalità per tabelle descritte di seguito sono tuttavia disponibili soltanto nei layout di stampa; queste funzionalità possono essere diverse o non disponibili nei layout Web. • Sfumature applicate allo sfondo delle celle. Potete specificare soltanto colori interi per lo sfondo delle celle dei layout Web. • La percentuale di sfumatura per lo sfondo quando si scelgono colori adatti per il Web. Se usate un altro modello cromatico, come ad esempio RGB o PANTONE®, potete specificare una sfumatura per lo sfondo.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

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TABELLE DEI LAYOUT WEB

• Tratteggi e strisce sulle linee griglia. Linee griglia, inclusi i contorni delle tabelle e le linee griglia delle celle devono essere ininterrotte. • Spessore variabile delle linee griglia Le linee griglia devono avere uno spessore uniforme che diventa la spaziatura tra le celle in un’esportazione HTML. • Valori di Prima linea di base, Minimo, Spostamento e Max tra paragrafi. • Valori di distanza testo/finestra Multipli. Le celle di testo devono avere un valore di distanza testo/fin. uniforme, che diventa il riempimento di celle in un’esportazione HTML. • Scorrimento testo intorno a tutti i lati. • Capovolgim. orizzontale/Capovolgim. verticale applicato al testo. • Testo ruotato o inclinato all’interno delle celle. Se volete usare queste funzionalità in un layout Web, dovete rasterizzare la tabella o alcune delle sue celle: • Per rasterizzare un’intera tabella, scegliete Oggetti Þ Modifica e selezionate Converti tabella in immagine all’esportazione. Per informazioni sulle opzioni di questa scheda, vedere “Utilizzo degli elementi grafici” più indietro in questo capitolo. • Per rasterizzare una singola cella, selezionate la cella con lo strumento Contenuto; scegliete Oggetti Þ Modifica; fate clic sulla scheda Cella; e selezionate Converti la cella in immagine all’esportazione.

Se una tabella viene impostata per l’esportazione come un’immagine, tutte le sue celle verranno incorporate nell’immagine. Non potete esportare le celle individualmente come contenuto HTML. Le celle immagine e le celle con un contenuto di tipo Nessuno verranno automaticamente esportate come immagini: quando questo tipo di celle è selezionato, l’opzione Converti celle in immagine all’esportazione (finestra di dialogo Modifica) non è disponibile.

Quando create una tabella in un layout Web, l’area di delimitazione della tabella ha un aspetto tridimensionale, esattamente come le tabelle create in HTML.

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CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

META TAG

META TAG I meta tag contengono informazioni sulle pagine Web. Non vengono visualizzati in un browser Web ma l’aggiunta di meta tag al vostro layout Web può semplificare l’indicizzazione delle vostre pagine da parte dei motori di ricerca. NOZIONI DI BASE SUI META TAG I meta tag consistono in tre parti diverse: • Tag: Indica il tipo di meta tag. Questo è normalmente impostato su “nome” o su “http-equiv.” • Nome: Indica il nome del meta tag. Sono disponibili diversi gruppi di nomi per diversi tipi di meta tag. • Contenuto: Questa è l’essenza del meta tag, contenente un elenco di valori separati da virgola. Come detto prima, i meta tag possono essere di due tipi diversi: • I meta tag del tipo nome (Tag = “name”) offrono agli utenti Web e ai motori di ricerca informazioni sulla pagina. Potete specificare i vostri meta tag per il nome oppure potete scegliere tra i meta tag standard seguenti, relativi al nome: author, copyright, description, distribution, generator, keywords, resource-type, revisit-after e robots. • I meta tag del tipo http-equiv (Tag = “http-equiv”) vi consentono di istruire il browser ad eseguire determinate azioni quando visualizzano le pagine, come ad esempio caching, rigenerazione dello schermo e visualizzazione della pagina in una determinata lingua. Potete specificare i vostri meta tag http-equiv specifici oppure potete scegliere tra i meta tag http-equiv standard seguenti: charset, cache-control, content-language, refresh e set cookie. Per ulteriori informazioni sui meta tag specifici e sui loro valori, consultate qualsiasi tipo di documentazione relativa a HTML. Alcuni meta tag elencati sopra potrebbero richiedere una modifica del contenuto del documento HTML in un editor di testo per accertare che le informazioni o le azioni dei meta tag vengano correttamente interpretate. GESTIONE DEI META TAG I meta tag vengono memorizzati in set di meta tag. Potete associare dei set di meta tag a una pagina del layout Web e quando quella pagina viene esportata come HTML, la pagina esportata includerà tutti i meta tag del set.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB

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META TAG

Il meta tag è un elemento HTML, come ad esempio oppure <body>. I meta tag utilizzati più di frequente hanno due attributi: name e content. L’attributo name identifica un tipo di meta tag mentre l’attributo content include i valori specifici del meta tag. Potete usare un’ampia varietà di meta tag. Due dei meta tag utilizzati più di frequente sono tuttavia i seguenti: • <meta name="description">: L’attributo content per questo meta tag viene letto e visualizzato da alcuni motori di ricerca. • <meta name="description">: L’attributo content per questo meta tag viene utilizzato da alcuni motori di ricerca per agevolare la classificazione delle pagine e potrebbe anche venire usato nelle ricerche di parole chiave. CREAZIONE DI UN SET DI META TAG Per creare un set di meta tag, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Scegliete Comp./Modifica Þ Meta Tag Viene visualizzata la finestra di dialogo Meta Tag.<br /> <br /> 2 Fate clic su Nuovo. Viene visualizzata la finestra di dialogo Modifica set di meta tag.<br /> <br /> 3 Immettete un nome per il set di meta tag nel campo Nome. 4 Fate clic su Aggiungi. Viene visualizzata la finestra di dialogo Nuovo meta tag.<br /> <br /> 5 Utilizzate i controlli disponibili nella finestra di dialogo per configurare il nuovo meta tag nel modo seguente: • Utilizzate il menu a comparsa Meta Tag per scegliere un tipo di attributo per il meta tag o immettete un attributo nel campo Meta Tag. • Utilizzate il menu a comparsa e il campo Nome per specificare un valore da associare al tipo di attributo dei meta tag selezionato nel campo Meta Tag. • Immettete il contenuto del meta tag nel campo Contenuto. Ciascun elemento del contenuto immesso nel campo Contenuto dovrebbe essere separato dall’elemento successivo con una virgola.<br /> <br /> 6 Fate clic su OK per salvare il nuovo meta tag. 7 Quando avete aggiunto tutti i meta tag desiderati, fate clic su OK per chiudere la finestra di dialogo Modifica set di meta tag.<br /> <br /> 8 Fate clic su Salva per salvare le modifiche e per chiudere la finestra di dialogo Meta Tag.<br /> <br /> 108<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 3: LAYOUT WEB<br /> <br /> META TAG<br /> <br /> Potete gestire i set di meta tag dalla finestra di dialogo Meta tag. Potete anche usare la finestra di dialogo Meta Tag per modificare, duplicare, eliminare e aggiungere set di meta tag. Per creare un set di meta tag di default che può venire riutilizzato e personalizzato per ciascun progetto Web, create un set di meta tag mentre nessun progetto è aperto. SPECIFICA DI UN SET DI META TAG PER UNA PAGINA WEB Per associare un set di meta tag a una pagina Web, scegliete Pagina Þ Proprietà della pagina; scegliete un set di meta tag dal menu a comparsa Set di meta tag e fate quindi clic su OK.<br /> <br /> ANTEPRIMA DELLE PAGINE WEB I layout Web possono apparire diversi in QuarkXPress da come appaiono in un browser Web. Potrebbero anche venire visualizzati in modo diverso nei vari browser Web o perfino nello stesso browser ma su piattaforme diverse. Fortunatamente, QuarkXPress rende molto semplice la visualizzazione in anteprima di una pagina HTML nel browser di vostra scelta, prima di esportare il file. ANTEPRIMA DEL LAYOUT WEB ATTIVO Sono disponibili due metodi per visualizzare il layout Web attivo in un dato browser: • Fate clic sul pulsante Anteprima HTML nell’area inferiore della finestra del documento. • Scegliete un’opzione dal menu a comparsa Anteprima HTML nell’area inferiore della finestra del documento.<br /> <br /> CAPITOLO 3: LAYOUT WEB<br /> <br /> |<br /> <br /> 109<br /> <br /> ANTEPRIMA DELLE PAGINE WEB<br /> <br /> SPECIFICA DI ALTRI BROWSER PER LA VISUALIZZAZIONE IN ANTEPRIMA Quando installate QuarkXPress, il browser HTML di default del vostro computer viene automaticamente selezionato per visualizzare i layout Web. Potete specificare altri browser HTML per renderli disponibili in un menu a comparsa nell’area inferiore della finestra del documento, consentendovi così di visualizzare in anteprima le vostre pagine Web con diversi browser. Per creare un elenco di browser per la visualizzazione in anteprima delle pagine Web, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Aprite la finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/ menu Modifica) e fate clic su Browser nell’elenco a sinistra per visualizzare il riquadro Browser.<br /> <br /> 2 Fate clic su Aggiungi per visualizzare la finestra di dialogo Seleziona browser. 3 Navigate a un browser Web, selezionatelo nell’elenco e fate quindi clic su Apri. Il browser viene aggiunto all’elenco di browser visualizzato nel riquadro Browser.<br /> <br /> 4 Se volete che questo browser diventi il browser di default per la visualizzazione in anteprima dei layout Web di QuarkXPress, fate clic nella colonna sinistra del browser che avete appena aggiunto e accertatevi che appaia un segno di spunta in quella colonna.<br /> <br /> 5 Fate clic su OK.<br /> <br /> ESPORTAZIONE DI PAGINE WEB Potete creare delle pagine Web di forte impatto visivo utilizzando le funzionalità dei layout Web di QuarkXPress. Prima di poter rendere le pagine Web disponibili al mondo intero, dovete tuttavia esportare il layout Web in un formato HTML. PREPARAZIONE DELL’ESPORTAZIONE Prima di esportare una pagina, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Visualizzate il riquadro Layout Web Þ Generale della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/ menu Modifica).<br /> <br /> 2 Per indicare dove esportare i file, immettete un percorso a una directory del vostro sistema di file nel campo Directory principale del sito oppure fate clic su Seleziona/Sfoglia per trovare manualmente la cartella di destinazione.<br /> <br /> 3 Quando esportate un layout Web, i file immagine che accompagnano la pagina o le pagine HTML vengono automaticamente collocati in una sotto directory della Directory principale del sito. Per indicare il nome di questa sottodirectory, immettete un valore nel campo Directory di esportazione immagini.<br /> <br /> 4 Visualizzate in anteprima il layout per accertarvi che abbia l’aspetto visivo previsto (vedere “Anteprima delle pagine Web” più indietro in questo capitolo).<br /> <br /> 110<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 3: LAYOUT WEB<br /> <br /> ESPORTAZIONE DI PAGINE WEB<br /> <br /> ESPORTAZIONE DI UNA PAGINA WEB Per esportare un layout Web attivo come una pagina HTML, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Scegliete Archivio/File Þ Esporta Þ Layout come HTML, Layout come XHTML 1.1 oppure Layout come XSLT 1.0. Viene visualizzata la finestra di dialogo Esporta HTML.<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Esporta HTML per scegliere un’opzione di formattazione per i layout Web esportati.<br /> <br /> 2 Navigate alla cartella dove volete memorizzare i file esportati. Questa non deve necessariamente essere la stessa cartella specificata nel campo Directory principale del sito del riquadro Layout Web Þ Generale della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/menu Modifica).<br /> <br /> 3 Scegliete un’opzione del menu a comparsa Esporta come. • HTML: Esportate la pagina nel formato HTML 4.0 Transitional Questa è una valida opzione per una massima compatibilità con i browser esistenti. • XHTML 1.1: Esportate la pagina nel formato HTML 1.1 Scegliete questa opzione se volete aderire al formato XHTML 1.1 e creare un file HTML che sia anche un file XML. Tenete presente che questo formato non è supportato al momento da tutti i browser. • XSLT: Genera trasformazioni XSL in un file XSL contenente nodi XML. Queste trasformazioni XSL, quando applicate a XML utilizzando un processore XSLT, possono produrre un file HTML (compatibile XHTML 1.1) che visualizza i dati XML nella finestra del vostro browser Web.<br /> <br /> CAPITOLO 3: LAYOUT WEB<br /> <br /> |<br /> <br /> 111<br /> <br /> ESPORTAZIONE DI PAGINE WEB<br /> <br /> 4 Immettete un range di pagine nel campo Pagine oppure scegliete un’opzione dal menu a comparsa Pagine.<br /> <br /> 5 Scegliete un’opzione del menu a comparsa Tipo di codifica. • Se state esportando una pagina contenente caratteri con molteplici codifiche (come ad esempio diverse lingue con font di diverse lingue) scegliete Unicode (UTFx). Questa opzione conserva le codifiche dei caratteri del vostro layout, con una più alta probabilità che i caratteri vengano visualizzati correttamente in un browser che supporta Unicode. • Se state esportando una pagina che usa soltanto un tipo di codifica (come ad esempio una lingua con font di una sola lingua), scegliete la codifica corrispondente dal menu a comparsa. Il vostro testo dovrebbe venire visualizzato correttamente in qualunque browser che supporti quel tipo di codifica.<br /> <br /> 6 Selezionate File CSS esterno per specificare che le informazioni sullo stile del layout Web esportato verranno memorizzate come un file CSS (Cascading Style Sheet) nella cartella di esportazione. Un file CSS contiene informazioni di stile utilizzate dal browser per visualizzare file HTML. Selezionando questa opzione, generate un file CSS singolo che regola la formattazione di tutte le pagine nel sito esportato. Ciò facilita l’aggiornamento della formattazione del sito in un secondo tempo.<br /> <br /> 7 Selezionate Lancia il browser per visualizzare la prima pagina esportata nel vostro browser di default.<br /> <br /> 8 Fate clic su Esporta. Quando siete pronti a rendere i vostri file HTML disponibili in Internet o Intranet, ricordate che tutti i file devono usare lo stesso percorso di file; in altre parole, i file devono trovarsi nella stessa posizione (in rapporto uno con l’altro) quando li rendete disponibili su Internet o Intranet. Se spostate i file o se assegnate loro un nome diverso, potrebbero verificarsi errori o alcuni collegamenti potrebbero rompersi.<br /> <br /> 112<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 3: LAYOUT WEB<br /> <br /> ESPORTAZIONE DI PAGINE WEB<br /> <br /> FILE CREATI ALL’ESPORTAZIONE Quando esportate un layout Web in formato HTML, si genera quanto segue: • Un file HTML, XHTML o XSL per ciascuna pagine del layout Web. A ciascuna pagina viene assegnato un nome basato sul nome di quella pagina nella palette Layout della pagina. • Una cartella “immagine” contenente file di immagine per tutti gli elementi grafici nonché le finestre di testo raster del layout. I nomi di questi file sono gli stessi dei nomi delle immagini d’origine, se possibile; se le immagini sono state incollate nelle finestre immagini anziché essere importate, vengono utilizzati nomi di default. Per default, le immagini vengono esportate in formato JPEG ma potete ignorare questa impostazione di default, selezionare l’immagine e quindi utilizzare i controlli della scheda Esporta della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti). • Un file CSS se selezionate File CSS esterno dalla finestra di dialogo Esporta HTML. Se utilizzate questa opzione, tutti i file HTML esportati dal layout Web vengono collegati a un file CSS singolo per la formattazione del loro testo rendendo in tal modo più semplice apportare modifiche globali di stile.<br /> <br /> CAPITOLO 3: LAYOUT WEB<br /> <br /> |<br /> <br /> 113<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SUI LIVELLI<br /> <br /> Capitolo 4: Livelli La funzionalità dei livelli è in pratica uno dei molti modi in cui QuarkXPress facilita la gestione di diversi documenti con correlazione di contenuto. Potete utilizzare i livelli per abbinare, in un unico layout, molteplici versioni di un contenuto in diverse lingue, potete isolare e stampare parti specifiche di una pagina mediante una sola operazione ed altro ancora.<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SUI LIVELLI I livelli di QuarkXPress sono come sovrapposizioni trasparenti che coprono le pagine di un layout. Potete mettere qualsiasi cosa su un livello, incluso finestre immagine, finestre di testi, linee, tabelle oggetti interattivi e qualsiasi altro tipo di elemento della pagina di QuarkXPress. I livelli sono utili per diversi motivi: • Potete immettere diverse traduzioni di un documento su diversi livelli e quindi tenere memorizzate in un singolo layout tutte le versioni tradotte del documento. Quando stampate il layout, potete nascondere tutti i livelli ad eccezione di quello che contiene la lingua che volete stampare. • Potete immettere diverse versioni di un design su vari livelli in modo da poter facilmente passare da una versione all’altra del design quando si fa, ad esempio, una presentazione per il cliente. • Potete anche usare la funzione di protezione dei livelli per impedire che determinate modifiche vengano applicate a dei livelli contenenti elementi della pagina che non volete alterare. Ad esempio, se volete stampare su una carta prestampata con un’intestazione e un’immagine grafica di sfondo, potete includere sia l’intestazione che l’immagine su un dato livello, valutare l’effetto visivo globale di una pagina stampata e quindi applicare a quel livello la funzione di protezione e saltarlo interamente durante la stampa. Se avete già utilizzato applicazioni di gestione dell’immagine come ad esempio Adobe Photoshop e Macromedia® Fireworks®, avrete probabilmente già acquisito dimestichezza con il concetto dei livelli. I livelli hanno tuttavia alcune implicazioni in QuarkXPress che non hanno in altri programmi di gestione dell’immagine: • Anche se un livello è visualizzato in primo piano, potete fate clic su un’area vuota di quel livello e selezionare oggetti posti sui livelli sottostanti senza dover manualmente attivare i rispettivi livelli.<br /> <br /> 114<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 4: LIVELLI<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SUI LIVELLI<br /> <br /> • Ogni pagina del layout di QuarkXPress comprende tutti i livelli anziché soltanto livelli specifici di una determinata pagina o documento disteso. Ciò facilita la gestione dell’aspetto visivo di ciascuna pagina di un layout composto da molte pagine. • Il testo di un livello più sottostante può circondare gli oggetti di un livello sovrastante. LIVELLI IN AZIONE Diamo ora un’occhiata ai livelli in azione. Supponiamo che Tia debba produrre diverse versioni di una circolare che include una serie di prezzi e di indirizzi specifici di determinati mercati. Tia ha anche bisogno di inviare il progetto QuarkXPress contenente la circolare, a diverse persone per l’approvazione, prima di finalizzare il documento. Per il primo ciclo di approvazione del layout, e quindi prima di aggiungere i dati di specifiche località, Tia crea un “livello di commenti” non stampabile e invia il progetto alle persone che fanno parte del suo gruppo di lavoro. Anziché segnare la copia stampata e aggiungere note al layout vero e proprio, i revisori immettono le loro note nel livello non stampabile riservato per i commenti. Quando il progetto ha completato il ciclo di revisione, Tia scorre le note immesse nel livello dei commenti, nascondendole e visualizzandole secondo le necessità in modo da poter apportare le corrette modifiche ai livelli sottostanti. Una volta che tutti i commenti sono stati considerati, Tia può eliminare quel livello o può salvarlo e tenerlo come copia di riferimento. Una volta finalizzato e approvato il layout iniziale, Tia crea un livello per ciascun mercato, in modo che ognuno di essi riporti soltanto prezzi e informazioni specifiche. Quando è il momento di raccogliere i file per l’output, Tia visualizza il livello di ogni mercato e raccoglie i rispettivi file ripetendo questo processo per ciascun livello.<br /> <br /> UTILIZZO DEI LIVELLI La palette Livelli costituisce il punto di gestione centrale di tutti i livelli Con un semplice clic in questa palette potete nascondere o mostrare i livelli, o potete applicarvi o eliminare la protezione. Potete usare questa palette anche per specificare il livello che volete attivare (ossia quello in cui volete creare dei nuovi oggetti), potete riorganizzare l’ordine di sovrapposizione dei livelli, unificare due livelli e spostare gli oggetti da un livello a un altro. Ciascun livello che create dispone dei propri colori campione nella palette Livelli. Quando create un oggetto su un dato livello, la finestra di delimitazione e le maniglie dell’oggetto assumono il colore di quel livello.<br /> <br /> CAPITOLO 4: LIVELLI<br /> <br /> |<br /> <br /> 115<br /> <br /> UTILIZZO DEI LIVELLI<br /> <br /> Per visualizzare la palette Livelli, scegliete Visualizza Þ Livelli.<br /> <br /> Potete gestire i livelli dalla palette Livelli. Ciascun layout ha un livello di Default. Potete aggiungere e rimuovere oggetti dal layout di default ma non potete eliminare il livello di Default. Quando aprite un layout che è stato creato con una versione di QuarkXPress precedente alla versione 5, tutti gli oggetti appaiono nel layout di Default. Un layout può contenere fino a 256 livelli, incluso il livello di Default. CREAZIONE DI UN LIVELLO Per creare un livello, fate clic sul pulsante Nuovo livello della palette Livelli. Il nuovo livello viene aggiunto alla palette Livelli, in posizione sovrastante rispetto al livello attivo. Il nuovo livello è attivo per default ossia tutti i nuovi oggetti che create vengono posti su quel livello. SELEZIONE DEI LIVELLI Il livello attivo è identificabile nella palette Livelli dall’icona Modifica . Il livello attivo è il livello dove viene posto ogni oggetto che create. Si può definire il livello attivo in due modi diversi: • Facendo clic sul nome del livello nella palette Livelli. • Selezionando un singolo oggetto della pagina. Il livello di quell’oggetto diventa automaticamente il livello attivo. Può essere attivo soltanto un livello per volta (anche se selezionate contemporaneamente oggetti posti su più di un livello). Potete tuttavia selezionare più di livello per volta (se ad esempio volete unificare due livelli). Per selezionare più di un livello, eseguite una delle seguenti operazioni: • Selezionate degli oggetti posti su più di un livello (ad esempio, selezionando tutti gli oggetti di una pagina). • Per selezionare livelli consecutivi dalla palette, premete Maiusc. mentre fate clic sul primo e sull’ultimo livello del gruppo di livelli che volete selezionare. • Per selezionare livelli non consecutivi dalla palette, premete il tasto Mela/Ctrl mentre fate clic sui livelli che volete selezionare. Per deselezionare un livello dopo aver selezionato diversi livelli, premete il tasto Mela/Ctrl e fate clic sul livello che volete deselezionare.<br /> <br /> 116<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 4: LIVELLI<br /> <br /> UTILIZZO DEI LIVELLI<br /> <br /> LIVELLI VISUALIZZATI E NASCOSTI La colonna Visibile della palette Livelli consente di definire i livelli che volete visualizzare in un dato momento. Quando l’icona Visibile viene visualizzata nella colonna Visibile, significa che un livello è visibile. • Per visualizzare o nascondere un livello, fate clic sull’icona Visibile a sinistra del nome del livello. Potete anche fare doppio clic su un livello per visualizzare la finestra di dialogo Attributi, selezionare o deselezionare Visibile dalla finestra di dialogo e fare quindi clic su OK. • Per visualizzare o nascondere simultaneamente tutti i livelli di un layout, selezionate il nome di un livello e scegliete quindi Mostra tutti i livelli o Nascondi tutti i livelli dal menu della palette Livelli. • Per nascondere tutti i livelli ad eccezione del livello attivo, selezionate il nome del livello che volete mantenere attivo e scegliete Nascondi gli altri livelli dal menu della palette Livelli. In alternativa, potete premere il tasto Mela/Ctrl mentre fate clic sull’icona Visibile del livello che volete visualizzare; tutti gli altri livelli verranno nascosti. • Per visualizzare tutti i livelli ad eccezione del livello attivo, scegliete Mostra gli altri livelli dal menu della palette Livelli. Quando utilizzate la funzionalità Trova/Cambia, QuarkXPress conduce la ricerca sia nei livelli nascosti che nei livelli visualizzati. Se si trova una corrispondenza in un livello nascosto, QuarkXPress visualizza temporaneamente la finestra di testo o il percorso di testo nascosti. Quando eseguite la verifica ortografica di un layout o di una storia, QuarkXPress conduce la ricerca in tutti i livelli del layout o della storia. Se trova una parola che potrebbe essere ortograficamente incorretta in un livello nascosto, QuarkXPress visualizza temporaneamente la finestra di testo o il percorso di testo nascosti. Quando un livello è nascosto, quel livello appare deselezionato per default nel riquadro Livelli della finestra di dialogo Stampa e conseguentemente non verrà stampato (a meno che non facciate clic su di esso per selezionarlo manualmente dalla finestra di dialogo Stampa). Quando create un oggetto su un livello nascosto, quell’oggetto rimane visibile fino a quando non lo deselezionate. CREAZIONE DI OGGETTI SU UN LIVELLO Per creare un nuovo oggetto su un determinato livello, fate prima clic sul nome del livello nella palette Livelli per attivarlo. Utilizzate quindi uno degli strumenti di creazione degli oggetti per creare un oggetto nel livello selezionato.<br /> <br /> CAPITOLO 4: LIVELLI<br /> <br /> |<br /> <br /> 117<br /> <br /> UTILIZZO DEI LIVELLI<br /> <br /> DETERMINAZIONE DEL LIVELLO SU CUI SI TROVA UN OGGETTO Per determinare il livello su cui si trova un determinato oggetto, potete eseguire una delle due operazioni seguenti: • Osservate la finestra di delimitazione dell’oggetto e le sue maniglie (potreste aver bisogno di scegliere Visualizza Þ Guide per visualizzarle). A ciascun livello (ad eccezione del livello di Default) viene assegnato un campione di colori esclusivo dalla palette Livelli e le finestre di delimitazione e le maniglie degli oggetti di quel livello vengono quindi disegnati assumendo il colore assegnato al livello. • Osservate la palette Livelli. Quando selezionate un oggetto di una pagina, l’icona Oggetti viene visualizzata nella palette Livelli, adiacente al nome del livello contenente l’oggetto selezionato. Se selezionate molteplici oggetti posti su livelli diversi, l’icona Oggetti viene visualizzata accanto a ciascun livello contenente un oggetto selezionato. ELIMINAZIONE DEI LIVELLI Non potete eliminare il livello di Default, ma potete eliminare qualsiasi altro livello. Quando eliminate dei livelli, potete scegliere di eliminare gli oggetti dei livelli o spostare gli oggetti su un altro livello. Per eliminare un livello, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Nella palette Livelli, selezionate il livello o i livelli che volete eliminare. 2 Fate clic sul pulsante Elimina il livello<br /> <br /> / .<br /> <br /> 3 Se il livello che state eliminando contiene degli oggetti, viene visualizzata la finestra di dialogo Elimina livello. Scegliete una delle opzioni seguenti: • Se i livelli includono oggetti che volete eliminare, selezionate Elimina oggetti dal livello(i) selezionato(i). • Se i livelli includono oggetti che volete spostare a un altro livello, deselezionate Elimina oggetti dal livello(i) selezionato(i) e scegliete un livello di destinazione dal menu a comparsa Sposta l’oggetto sul livello.<br /> <br /> 4 Fate clic su OK. Per eliminare i livelli non utilizzati di un layout, scegliete Elimina i livelli non in uso dal menu della palette. OPZIONI DI MODIFICA DEI LIVELLI Potete gestire i seguenti attributi, in relazione al livello selezionato, dalla finestra di dialogo Attributi: • Nome: Il nome del livello visualizzato nella palette Livelli. • Colore del livello: Il colore utilizzato per le finestre di delimitazione e per le maniglie degli oggetti contenuti in quel livello. • Visibile: Determina la visibilità o meno del livello in QuarkXPress.<br /> <br /> 118<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 4: LIVELLI<br /> <br /> UTILIZZO DEI LIVELLI<br /> <br /> • Impedisci l’output: Determina se il livello deve venire stampato quando si stampa il layout. Si può ignorare questa impostazione tramite le opzioni della finestra di dialogo Stampa. • Protetti(e): Determina se si possono manipolare gli oggetti di questo layout. • Mantieni scorrimento del testo: Determina se lo scorrimento del testo intorno a un oggetto di un livello nascosto va applicato ai livelli sottostanti Per visualizzare la finestra di dialogo Attributi relativa ad un determinato livello, fate doppio clic sul nome del livello nella palette Livelli, oppure selezionato un nome dalla palette e scegliete Modifica livello dal menu della palette.<br /> <br /> Potete gestire le opzioni dei livelli dalla finestra di dialogo Attributi. Potete selezionare le impostazioni di default Visibile, Protetti(e), Impedisci l’output e Mantieni scorrimento del testo ed applicarle ai nuovi livelli dai riquadri Livelli della finestra di dialogo Preferenze (menu QuarkXPress/Modifica). SPOSTAMENTO DEGLI OGGETTI SU UN LIVELLO DIVERSO La palette Livelli offre tre metodi per spostare degli oggetti su un livello diverso. Utilizzando lo strumento Oggetti, selezionate gli oggetti che volete spostare ed eseguite quindi una delle operazioni seguenti: • Fate clic sul pulsante Sposta l’oggetto sul livello , e scegliete quindi il livello di destinazione nella finestra di dialogo Sposta oggetti. • Trascinate l’icona Oggetti<br /> <br /> nel layout di destinazione.<br /> <br /> • Tagliate gli oggetti dal livello corrente e incollateli nel livello di destinazione. Per collocare la copia di un oggetto su un livello diverso, premete il tasto Mela/ Ctrl durante il trascinamento dell’icona Oggetti nel livello di destinazione nella palette Livelli. Potete spostare degli oggetti da una pagina master alle pagine del layout, spostandoli dal livello di Default agli altri livelli, ma in questo caso gli oggetti spostati non saranno più oggetti della pagina master.<br /> <br /> CAPITOLO 4: LIVELLI<br /> <br /> |<br /> <br /> 119<br /> <br /> UTILIZZO DEI LIVELLI<br /> <br /> MODIFICA DELL’ORDINE DI SOVRAPPOSIZIONE DEI LIVELLI La sovrapposizione di un livello su altri livelli funziona esattamente come per le pagine normali. Nell’ambito di un livello, ciascun elemento della pagina ha una posizione specifica nell’ordine di sovrapposizione (posizionamento degli oggetti in primo piano o in posizione sottostante all’interno di uno stesso livello). Quando si creano degli oggetti in un livello, i nuovi oggetti vengono posti di fronte agli oggetti esistenti in quel particolare livello. Potete usare i comandi Manda in fondo, Manda dietro, Porta in primo piano e Porta avanti (menu Oggetti) per modificare l’ordine di sovrapposizione degli oggetti all’interno di un livello, ma tenete presente che questi comandi non spostano gli oggetti su altri livelli Tuttavia il contenuto di un livello sovrastante viene visualizzato davanti a qualsiasi contenuto di un livello sottostante. Per modificare l’ordine di sovrapposizione dei livelli, trascinate un determinato livello nella posizione desiderata, nella palette Livelli. (Il livello in primo piano nella palette Livelli, è anche il livello in primo piano del layout.) LIVELLI E SCORRIMENTO DEL TESTO Gli oggetti posti sui livelli seguono le regola di scorrimento del testo standard di QuarkXPress: il testo può circondare soltanto gli oggetti che sono sovrastanti rispetto al testo. Ad esempio, se disegnate una piccola finestra immagine nel centro di una colonna di testo, il testo per default circonderà la finestra immagine. QuarkXPress valuterà anche l’impostazione dell’opzione Tipo della scheda Circonda della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti) quando determina se far scorrere o meno il testo intorno agli oggetti. Quando nascondete un livello, potete visualizzare o nascondere uno scorrimento del testo causato da oggetti di intralcio presenti in quel livello. Per default, lo scorrimento del testo forzato da oggetti nascosti viene mantenuto. • Per nascondere lo scorrimento di un testo intorno a un oggetto causato dagli oggetti di un livello nascosto, fate doppio clic sul livello nascosto dalla palette Livelli per visualizzare la finestra di dialogo Attributi, deselezionate Mantieni scorrimento del testo e fate clic su OK. • Per modificare l’impostazione di default dello scorrimento di un testo intorno a un oggetto, deselezionate Mantieni scorrimento del testo dal riquadro Livelli della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/menu Modifica).<br /> <br /> 120<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 4: LIVELLI<br /> <br /> UTILIZZO DEI LIVELLI<br /> <br /> Il testo di un livello più sottostante può circondare gli oggetti di un livello sovrastante. DUPLICAZIONE DEI LIVELLI Per duplicare un livello, selezionate quel livello dalla palette Livelli e scegliete Duplica livello dal menu della palette Livelli. Il nuovo livello duplicato viene posto davanti al livello da cui è stata originato. Quando duplicate un livello, QuarkXPress duplica anche tutti gli elementi di quel livello, incluso il contenuto di ciascun oggetto.<br /> <br /> CAPITOLO 4: LIVELLI<br /> <br /> |<br /> <br /> 121<br /> <br /> UTILIZZO DEI LIVELLI<br /> <br /> Se duplicate una storia associata alle finestre di testo collegate che sono state posizionate su diversi livelli, osserverete quanto segue: • Se duplicate il livello contenente la prima finestra della storia, tutto il testo di quella finestra, incluso il testo contenuto nelle finestre di testo ad essa collegate che completano la storia, viene duplicato. La prima finestra apparirà nel livello duplicato e verrà visualizzato un simbolo di fuoriuscita del testo. • Se duplicate un livello contenente una delle finestre nel mezzo della storia, tutto il testo di quella finestra, incluso il testo contenuto nelle finestre di testo ad essa collegate che completano la storia, verrà duplicato. La finestra di mezzo apparirà nel livello duplicato e verrà visualizzato un simbolo di fuoriuscita del testo. Il testo contenuto nelle finestre precedenti della storia non verrà copiato nel livello duplicato. • Se duplicate il livello contenente soltanto l’ultima finestra di una storia, soltanto il testo dell’ultima finestra e nessuna parte di testo contenuto nelle finestre precedenti della storia, verrà copiata nel livello duplicato. UNIFICAZIONE DI LIVELLI IN UN UNICO LIVELLO Quando unificate due o più livelli creando un unico livello, tutti gli oggetti dei livelli unificati si sposteranno nel nuovo livello. L’ordine di sovrapposizione viene mantenuto nell’ambito di ogni livello e tra i diversi livelli unificati. Per unificare i livelli, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Nella palette Livelli, selezionate i livelli che volete unificare. 2 Fate clic sul pulsante Unisci i livelli<br /> <br /> della palette Livelli. Viene visualizzata<br /> <br /> la finestra di dialogo Unisci i livelli.<br /> <br /> 3 Scegliete un livello di destinazione dal menu a comparsa Scegli il livello di destinazione.<br /> <br /> 4 Fate clic su OK. Gli indicatori visivi degli oggetti unificati visualizzano il colore del livello di destinazione dell’unificazione e i livelli selezionati per l’unificazione vengono eliminati. I livelli non possono venire unificati se uno dei livelli è protetto. Gli elementi della pagina possono venire unificati dal livello Default, ma il livello Default non verrà mai eliminato da un'operazione di unificazione. I livelli incidono sulla modalità di visualizzazione e di stampa; potete quindi selezionare tutti gli attributi da applicare a ciascun livello prima di inviare il layout a un servizio per la stampa. Potete anche salvare una copia del layout e “appiattirla” unificando tutti i livelli nel livello di Default.<br /> <br /> 122<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 4: LIVELLI<br /> <br /> UTILIZZO DEI LIVELLI<br /> <br /> PROTEZIONE DEGLI OGGETTI NEI LIVELLI Per evitare l’applicazione di modifiche involontarie agli oggetti di un livello, potete usare la palette Livelli per proteggere l’intero livello. La protezione dei livelli è indipendente dalla protezione degli oggetti. Gli oggetti protetti tramite Oggetti Þ Protezione possono sempre essere selezionati e modificati; gli oggetti di un livello protetto non possono venire selezionati. Se proteggete l’oggetto di un livello usando Oggetti Þ Proteggi e quindi proteggete ed eliminate la protezione del livello, l’oggetto mantiene la protezione dopo che la protezione del livello è stata eliminata. La colonna Proteggi della palette Livelli viene utilizzata per definire la protezione dei livelli. Per proteggere i livelli, adottate uno dei metodi seguenti: • Per proteggere o eliminare la protezione di un livello, fate clic sulla colonna Proteggi a sinistra del nome del livello. Potete anche fare doppio clic sul livello per visualizzare la finestra di dialogo Attributi, selezionare o deselezionare Proteggi e fare quindi clic su OK. • Per proteggere tutti i livelli eccetto uno, premete il tasto Mela/Ctrl e fate clic sulla colonna Proteggi posta accanto al livello che volete modificare. • Per proteggere tutti i livelli, scegliete Proteggi tutti i livelli dal menu della palette.<br /> <br /> È possibile creare degli oggetti in un livello protetto. UTILIZZO DELLE PAGINE MASTER CON I LIVELLI Gli oggetti posti sulle pagine master risiedono nel livello di Default delle pagine del layout. Riguardo ai livelli, gli oggetti della pagina master hanno le caratteristiche seguenti: • Se applicate una pagina master a una pagina del layout, gli oggetti della pagina master incideranno soltanto sul livello di Default della pagina del layout. • Gli oggetti aggiunti a una pagina master vengono posti dietro gli oggetti aggiunti al livello di Default di una pagina del layout. • Gli oggetti di una pagina master che risiedono nel livello di Default, possono venire spostati su un altro livello ma in questo caso non saranno più oggetti della pagina master.<br /> <br /> La pagina master non può contenere livelli per cui quando visualizzate una pagina master, la palette Livelli diventa automaticamente disattiva.<br /> <br /> CAPITOLO 4: LIVELLI<br /> <br /> |<br /> <br /> 123<br /> <br /> UTILIZZO DEI LIVELLI<br /> <br /> SOPPRESSIONE DELLA STAMPA DEI LIVELLI Così come si può sopprimere la stampa di oggetti, come ad esempio delle finestre immagine tramite la finestra di dialogo Modifica, potete sopprimere anche la stampa dei livelli. Per sopprimere la stampa di un livello, fate doppio clic su quel livello nella palette Livelli. Nella finestra di dialogo Attributi, selezionate Impedisci l’output e fate quindi clic su OK. Quando Impedisci l’output è selezionato per un dato livello, quel livello appare deselezionato per default nel riquadro Livelli della finestra di dialogo Stampa e conseguentemente quel livello non verrà stampato (a meno che non facciate clic su di esso per selezionarlo manualmente nella finestra di dialogo Stampa).<br /> <br /> La finestra di dialogo Stampa offre impostazioni di gestione della stampa dei layout.<br /> <br /> Per modificare l’impostazione di default della stampa di nuovi livelli, selezionate Impedisci l’output dal riquadro Livelli della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/menu Modifica). L’impostazione Impedisci l’output applicata a un livello è indipendente da Impedisci l’output e dai controlli di Impedisci l’output dell’immagine della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti).<br /> <br /> 124<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 4: LIVELLI<br /> <br /> UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE<br /> <br /> Capitolo 5: Testo e tipografia Per modificare un testo e ottimizzare la tipografia applicata alla pagina, è necessario poter accedere alle numerose opzioni disponibili e essere in grado di vedere i risultati del proprio lavoro sullo schermo. Per ottimizzare l’aspetto del testo e la gestione dei caratteri, QuarkXPress 7 supporta ora Unicode e OpenType, include una palette Glifi che consente di accedere a tutti i caratteri di una data font, offre opzioni di menu per l’accesso a caratteri speciali e ha aggiunto varie funzionalità sviluppate ai fini della massima convenienza, di un miglioramento della visualizzazione e un’ottimizzazione dei caratteri. Per poter usare la palette Glifi dovete avere il software GlyphPalette XTensions attivato, come da impostazione di default.<br /> <br /> UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE OpenType è un formato di font cross-platform sviluppato da Adobe e da Microsoft che supporta set di caratteri e glifi di grandi dimensioni che includono spesso frazioni, legature discrezionali, numerali di “vecchio stile” (Old Style) ed altro ancora. Potete attivare le font OpenType tramite il sistema operativo o un programma di gestione di font, in modo analogo alle altre font. Come siete abituati a fare in QuarkXPress, potete selezionare una font OpenType dal menu Font. Quando il testo contiene una font OpenType, potete accedere alle opzioni relative ai vari stili incorporati nella font tramite la palette Misure (menu Windows) e la finestra di dialogo Attributi carattere (Stile Þ Carattere). OpenType sta diventando rapidamente il formato di font preferito in QuarkXPress per l’editoria professionale in quanto previene ricorrimenti del testo nel passaggio da una piattaforma all’altra. REVISIONE DEGLI STILI DELLE FONT OPENTYPE È importante tenere presente, riguardo agli stili OpenType, come ad esempio frazioni e legature, che non tutti gli stili sono disponibili in tutte le font OpenType, in effetti pochissime font OpenType offrono tutte le opzioni di stile descritte in questo capitolo. Se iniziate a lavorare su un progetto che potrebbe trarre vantaggio dalle funzionalità di OpenType, potete acquistare una font OpenType dai siti Web di molti sviluppatori di font. Se avete bisogno di qualcosa di particolare, accertatevi di valutare tutti i glifi e le opzioni disponibili<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> |<br /> <br /> 125<br /> <br /> UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE<br /> <br /> prima di acquistare una font. Alcune font OpenType sono semplicemente font PostScript Type 1 convertite in un formato OpenType senza l’inclusione delle nuove funzionalità. Altre font OpenType offrono molti caratteri speciali e funzionalità. Come con altre font, le font OpenType possono inoltre venire continuamente aggiornate con un’eventuale aggiunta di nuove funzionalità. NOZIONI GENERALI SUGLI STILI OPENTYPE QuarkXPress 7 consente di accedere agli stili OpenType che potrebbero o non potrebbero essere disponibili in una data font. Se vi serve qualcosa di specifico, vogliamo ricordarvi ancora di valutare le opzioni disponibili quando acquistate delle font OpenType. QuarkXPress non può offrire accesso agli stili OpenStyle non disponibili in una determinata font. Potete usare anche la palette Glifi (menu Finestra) per valutare le opzioni disponibili per una determinata font. Tenete presente che quando applicate questi “stili”, i caratteri vengono visualizzati come glifi diversi nella font. Non dimenticate inoltre che gli stili a cui accedete tramite OpenType sono il risultato di una decisione del designer del carattere, non di QuarkXPress. CARATTERI E GLIFI Una corretta comprensione della differenza tra caratteri e glifi aiuta sicuramente nella comprensione di come funzionano gli stili OpenType. Il carattere è un elemento della lingua scritta — lettere maiuscole, lettere minuscole, numerali e punteggiatura sono tutti caratteri. Il glifo è in pratica un’immagine che rappresenta un carattere, possibilmente in diverse forme. Ad esempio il numerale 1 è un carattere, mentre il numerale 1 in “vecchio stile”, è un glifo. Un altro esempio potrebbe essere una “f” e una “i” adiacenti, che sono caratteri, mentre una legatura “fi” è un glifo. Non esiste tuttavia sempre una relazione, da uno a uno, tra caratteri e glifi. In alcuni casi, tre caratteri (come ad esempio 1, il segno “/” e un 2) costituiscono un glifo a frazione (1⁄2). Oppure un carattere potrebbe essere rappresentato da tre glifi (ad esempio, tre diversi simboli di congiunzione) Utilizzando QuarkXPress, potete selezionare singoli caratteri ai fini della formattazione e revisione dei testi, indipendentemente dai glifi utilizzati. DEFINIZIONE DI STILE Gli stili OpenType a cui si può accedere tramite la palette Misure e la finestra di dialogo Attributi carattere (menu Stile Þ Carattere) vengono definiti come segue: • Legature standard: Legature comuni, definite dal designer della font. Solitamente, le legature standard includono come minimo le coppie di caratteri fi e fl e a volte le coppie ff, ffi e ffl. Alcuni stili possono anche includere altre sequenze di caratteri come ad esempio fi e ffi. • Legature discrezionali: Sono costituite da legature particolari, come ad esempio ct, sp, st e fh, raramente incluse nelle font. • Ordinali: I glifi di tipo apice per gli ordinali come ad esempio 1º, 2º e 3º, ecc.<br /> <br /> 126<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE<br /> <br /> • Alternative di titoli: Solitamente tutte le lettere maiuscole create per titoli di dimensioni più grandi. • Tutto minuscolo: Versioni più piccole delle lettere maiuscole utilizzate sia per lettere maiuscole che minuscole. • Frazioni: Specifici glifi per frazioni. Questi includono solitamente almeno 1⁄2, 1⁄4, e 3⁄4 e a volte includono 1⁄3, 2⁄3, 1⁄8, 3⁄8, 5⁄8 e 7⁄8. Alcuni stili offrono anche la possibilità di costruire frazioni. [typesetter: use real fraction characters here if possible] • Lettere ornate: Caratteri ornati caratterizzati da tratti lunghi. I caratteri ornati sono solitamente disponibili in font script o nella versione in corsivo di una font, ma potrebbero essere disponibili anche in altre font. • Maiuscoletto: Lettere maiuscole utilizzate in dimensioni più piccole per le lettere minuscole soltanto. I caratteri di dimensioni maiuscole rimangono nei glifi standard. • Alternative contestuali: Legature e glifi alternativi che sostituiscono combinazioni specifiche di lettere per un aspetto più naturale. • Contorno tabulare: Numerali con la stessa altezza delle maiuscole e la stessa larghezza una rispetto all’altra. • OldStyle proporzionale: Numerali di altezza e larghezza variabili, appropriati per l’uso con un testo in lettere minuscole. • Contorno proporzionale: Numerali con la stessa altezza delle lettere maiuscole e con larghezza diversa in base al design specifico del numerale. • OldStyle tabulare: Numerali di altezza variabile e di pari larghezza uno rispetto all’altro. • Apice: Lettere e numerali più piccoli e rialzati rispetto alla linea di base. • Pedice: Lettere e numerali più piccoli e abbassati rispetto alla linea di base. • Numeratore: Il numerale superiore di una frazione. • Denominatore: Il numerale inferiore di una frazione. UNIFORMITÀ DIMENSIONALE DELLE FRAZIONI Quando lavorate con le frazioni, avete svariate opzioni per la loro creazione e potete eseguire le operazioni seguenti: • Utilizzare le opzioni Frazioni, Numeratore e Denominatore nelle font OpenType.<br /> <br /> • Utilizzare il comando Crea frazione (Stile Þ Tipo di stile) in QuarkXPress<br /> <br /> • Formattare manualmente le frazioni • Utilizzare una font creata in modo specifico per le frazioni Se utilizzate una varietà di frazioni in un layout, l’uniformità dei caratteri è estremamente importante. Un uso combinato di diversi tipi di frazioni può comportare l’acquisizione di risultati non uniformi. È consigliabile definire i tipi di frazione che servono e determinare quindi l’opzione di creazione di frazione più adeguata.<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> |<br /> <br /> 127<br /> <br /> UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE<br /> <br /> In questo esempio, utilizzando caratteri Myriad Pro, potete vedere come la combinazione di frazioni formattate in modo diverso non è una soluzione valida. La prima frazione è stata creata con il tipo di stile Crea frazione di QuarkXPress (menu Stile) La seconda è stata formattata con gli stili OpenType Numeratore e Denominatore nella font. (Entrambe le frazioni utilizzano il segno “/ ” anziché la barra rovesciata.) La terza frazione, la più attraente delle tre, è il glifo della font. Mentre 1⁄2 è un esempio semplice, se state utilizzando frazioni come 3⁄16 e 1⁄8, avete bisogno di trovare una font con glifi specifici oppure scegliere un’altra opzione di creazione della frazione. UTILIZZO DI ALTERNATIVE Alcune font OpenType includono variazioni di glifi specifici e includono possibilmente Forme storiche, Ornamenti, Zero barrato e Alternative stilistiche. Potete visualizzare queste variazioni nella palette Glifi (menu Window) facendo clic sulla cella di un glifo che contiene una casella nell’angolo inferiore destro. Potete inoltre scegliere opzioni dal menu Mostra della palette Glifi. Ad esempio, Alternative di selezione visualizza glifi alternativi per il primo carattere selezionato nel testo.<br /> <br /> La palette Glifi visualizza un glifo alternativo per il carattere del dollaro nella font Palatino Linotype®. APPLICAZIONE DEGLI STILI OPENTYPE Potete applicare uno “stile” OpenType ai caratteri per visualizzare glifi diversi, creati specificatamente o riposizionati nell’ambito della font corrente. Ad esempio, potete applicare Frazioni per accedere a specifici glifi di frazioni anziché formattare manualmente le frazioni mediante un ridimensionamento o riposizionamento dei caratteri esistenti. Similarmente, l’applicazione di Legature standard utilizza i caratteri secondo le legature disponibili nella font. (Per ulteriori informazioni al proposito, vedere la sezione successiva, “Utilizzo delle legature”.) Potete applicare gli stili OpenType utilizzando la palette Misure, la finestra di dialogo Attributi carattere (Stile Þ Carattere) oppure i fogli di stile.<br /> <br /> 128<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE<br /> <br /> Potete applicare gli stili OpenType a un testo selezionato in una font qualunque, a prescindere dal fatto che la font supporti o meni questi stili. Ad esempio, potete applicare Frazioni a un testo in PostScript Helvetica. Se applicate in seguito la font OpenType a un testo che supporta Frazioni, lo stile OpenType entra in azione. Per ottenere i risultati migliori, applicate stili OpenType supportati a un testo che ne ha effettivamente bisogno. In caso contrario, potrebbe risultare una spaziatura inaspettata causata da stili conflittuali. L’applicazione di Frazioni, Numeratore e Denominatore in combinazione, ad esempio, non è un’alternativa valida. UTILIZZO DELLA PALETTE MISURE Per applicare gli stili OpenType utilizzando la scheda Caratteri o Classico della palette Misure, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Applicate una font OpenType al testo. 2 Evidenziate il testo d’interesse, come ad esempio una frazione. 3 Fate clic sul menu OpenType della palette Misure. Le opzioni visualizzate in parentesi quadre [Alternative di titolatura] non sono disponibili per la font attiva.<br /> <br /> 4 Scegliete un’opzione disponibile dal menu OpenType, utilizzando come guida la sezione precedente, “Nozioni di base sugli stili OpenStyle”, Potete applicare molti stili in abbinamento, sebbene alcuni di essi, come ad esempio Apice e Pedice si escludano a vicenda.<br /> <br /> Il menu OpenType della scheda Carattere della palette Misure; le opzioni in parentesi quadra non sono disponibili per la font attiva. (In questo caso, Palatino Linotype non offre Ordinali, Tutto maiuscoletto, Lettere ornate, Alternative contestuali, Contorno tabulare, Numeratore o Denominatore. Sebbene possa apparire che questa font supporti pochissimi stili OpenStyle, di fatto ne supporta molti in confronto con le altre font OpenType disponibili. Fino a quando non acquisite familiarità con le opzioni disponibili nelle font OpenType che utilizzate, è probabile che vi dobbiate sperimentare con diversi stili.<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> |<br /> <br /> 129<br /> <br /> UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE<br /> <br /> UTILIZZO DELLA FINESTRA DI DIALOGO ATTRIBUTI CARATTERE O DEI FOGLI STILE Oltre ad accedere agli stili OpenType mediante la palette Misure, potete utilizzare la finestra di dialogo Attributi carattere (Stile Þ Carattere) e i riquadri Modifica attributi del carattere (Comp./Modifica Þ Fogli stile) per definire i fogli stile dei caratteri e dei paragrafi. Fate clic sulla freccia adiacente a OpenType per visualizzare gli stili e utilizzate quindi le caselle di selezione per applicarli. Una casella di selezione che appare non disponibile o un’opzione di menu a discesa in parentesi quadra indica uno stile di OpenType che la font corrente non supporta.<br /> <br /> L’area OpenType della finestra di dialogo Attributi carattere (menu Stile); le opzioni non disponibili non sono incorporate nella font attiva. UTILIZZO DELLE LEGATURE QuarkXPress 7 offre due metodi per l’uso delle legature: il metodo tradizionale e il metodo OpenType. Il metodo tradizionale, con il quale vengono implementate legature standard come fi e fl delle font PostScript, è stato ampliato, al di là delle preferenze, a un attributo di carattere che può venire applicato in modo selettivo. Il metodo OpenType, mediante il quale QuarkXPress accede alle legature standard e alle legature discrezionali incorporate nelle font, è l’altro metodo disponibile. Quando si applicano le legature, il metodo tradizionale e il metodo OpenType si escludono a vicenda. Le Character Preferences relative al layout vengono tuttavia applicate ad entrambi i tipi di legature.<br /> <br /> 130<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE<br /> <br /> UTILIZZO DELLE LEGATURE NELLE FONT POSTSCRIPT Le legature nelle font PostScript, solitamente fi, fl, ffi e ffl, possono venire ora applicate come un attributo di carattere utilizzando sia la versione Mac OS o Windows di QuarkXPress. Selezionate semplicemente il testo al quale volete applicare le legature e selezionate quindi Attiva legature della scheda Carattere disponibile nella palette Misure (menu Finestra). Potete inoltre selezionare Legature dalla finestra di dialogo Attributi carattere (menu Stile Þ Carattere) e potete applicare legature mediante i fogli di stile del carattere (Comp./Modifica). (Tenete presente che le legature erano state incluse primariamente nelle font PostScript. Se una font TrueType include legature, anche queste continueranno ad essere supportate.)<br /> <br /> La casella di selezione Attiva legature della scheda Carattere della palette Misure vi consente di applicare legature nelle font PostScript o TrueType al testo evidenziato, UTILIZZO DELLE LEGATURE NELLE FONT OPENTYPE Quando un testo viene formattato con una font OpenType, potete utilizzare il set esteso delle legature di OpenType anziché le funzionalità di legature tradizionali di QuarkXPress. In questo caso, selezionate il testo e scegliete Legature standard dal menu OpenType della scheda Classico o Carattere della palette Misure (menu Finestra). Verranno applicate legature come ad esempio fi, fl, ff, ffi, ffl, fj, ffj, e th se incorporate nella font. Potete inoltre scegliere Legature discrezionali per applicare altri tipi di legature come ad esempio sp, st, ct e fh. Se una o l’altra delle opzioni di legatura viene visualizzata in parentesi quadra significa che la font OpenType non supporta quelle funzionalità di legatura.<br /> <br /> Con Zapfino Extra LTX, di Linotype potete vedere le legature standard e discrezionali in azione. Nell’esempio della prima riga, non sono state usate legature. Nell’esempio della seconda riga, potete vedere legature discrezionali applicate alle lettere “st” di “First” e “first” e “th” e “ng” applicate a “things”. Potete infine vedere le legature standard per “fi” in “first”, ma osservate come la “f” sia diversa da quella della riga sopra. Potete selezionare Legature standard e Legature discrezionali nell’area OpenType della finestra di dialogo Attributi carattere (menu Stile Þ Carattere) e nella finestra di dialogo Modifica fogli stile del carattere (Comp./Modifica Þ Fogli stile)<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> |<br /> <br /> 131<br /> <br /> UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE<br /> <br /> DEFINIZIONE DELLE PREFERENZE PER LE LEGATURE Quando applicate legature, tutti i caratteri per i quali esistono legature nella font corrente le utilizzeranno in base alle Preferenze carattere definite per il layout. Nel riquadro Carattere della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica), le opzioni disponibili regolano la modalità di applicazione delle legature. Nell’area Legature: • Dividi sopra: Il valore immesso in questo campo specifica un valore di track o kern sopra il quale le legature verranno divise. Al valore di default di 1, se applicate un tracking al testo pari a +1 (1/200° di uno spazio em), le legature ritornano alle lettere standard. • Non “ffi” o “ffl”: Selezionate questa casella per impedire l’applicazione delle legature fi e fl in parole come ad esempio “ufficio” o “flanella” se queste legature non esistono nella font corrente. Tenete presente che molte font PostScript non hanno legature ffi e ffl, ma la maggior parte delle font OpenType le includono. Questa opzione è deselezionata per default.<br /> <br /> L’impostazione Non “ffi” o “ffl” viene applicata quando si lavora su documenti o progetti che usano il metodo dello scorrimento del testo di QuarkXPress 6.5 o versione precedente, in quanto il metodo di scorrimento del testo non supportava legature ffi e ffl nelle font PostScript. Per aggiornare lo scorrimento del testo in un progetto approfittando della gestione estesa delle legature, vedere “Aggiornamento dei metodi di scorrimento del testo” più avanti in questo capitolo.<br /> <br /> L’area Legature del riquadro Carattere (QuarkXPress/Modifica Þ Preferenze Þ Layout di stampa Þ Carattere) è dove potete regolare la modalità di applicazione delle legature alle font. DEFINIZIONE DEL KERN OPENTYPE PER I PROGETTI Una nuova opzione delle preferenze si riferisce alle font che includono le informazioni di kern di OpenType sotto forma di tabelle GPOS (gliph positioning data - dati di posizionamento dei glifi). Disponibile nella riquadro Generale delle Preferenze del progetto (QuarkXPress/Modifica Þ Preferenze), l’opzione Usa kern OpenType è selezionata per default per progetti creati in QuarkXPress. Per mantenere lo scorrimento del testo, Usa kern OpenType è deselezionato per i progetti creati in QuarkXPress 6.5 e precedenti. Questa funzionalità si riferisce anche a tutti i tipi di layout di un progetto ossia stampa, stampa o Web. Quando il kern di OpenType è attivo, acquista priorità su ogni altro tipo di kern definito tramite Modifica la tabella di kern (menu Utilità) per quelle font. Potete tuttavia applicare manualmente più kern, se necessario.<br /> <br /> 132<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE<br /> <br /> SALVATAGGIO DEGLI STILI OPENTYPE COME “XPRESS TAGS” Quando si marca un testo con “XPress Tags” ai fini dell’importazione e quando si esporta un testo in formato “XPress Tags”, tutti gli stili OpenType sono supportati. L’intero elenco di “XPress Tags” è disponibile nel file di Aiuto di QuarkXPress; potete inoltre visualizzare facilmente i codici che vi servono selezionando il testo formattato e esportandolo come “XPress Tags” (Archivio/File Þ Salva il testo). Importate quindi il testo con l’opzione Interpreta XPress Tags deselezionata nella finestra di dialogo Importa testo (Archivio/File). Questo approccio visualizzerà i codici di cui avete bisogno.<br /> <br /> La prima riga di testo è in Palatino Linotype, con lo stile dei numeri ordinali su “No”, lo stile delle frazioni su “1/2” e le legature standard su “waffle”.<br /> <br /> UTILIZZO DEI GLIFI Il glifo è l’unità più piccola di una font — ogni lettera maiuscola, ad esempio, possiede il proprio glifo. Ciascuna lettera minuscola possiede anche un glifo così come ogni segno di punteggiatura e ogni carattere speciale. Per accedere a tutti i glifi di una font, specialmente una font OpenType che potrebbe includere circa 65.000 glifi, avete bisogno di visualizzare l’intera mappa dei caratteri. QuarkXPress consente l’accesso alla mappa dei caratteri, tramite la palette Glifi (menu Finestra) mediante la quale potete visualizzare tutti i glifi della font selezionata, visualizzare grassetto o corsivo, fare doppio clic su un glifo per inserire quel glifo nel testo e salvare i glifi preferiti per un rapido accesso. La palette Glifi è altrettanto utile quando si tratta di trovare un glifo che si usa occasionalmente, come ad esempio il pallino per indicare primo, secondo e terzo o una frazione 1/2, nonché per trovare glifi che si usano raramente, come ad esempio il segno di cediglia sotto una “c”. Per i glifi che si usano spesso, linee em, pallini di elenchi listati o alcuni tipi di lettere accentate, vale la pena ricordare e utilizzare i comandi da tastiera. (Alcuni software sviluppati da terzi, come ad esempio applicazioni di gestione delle font, visualizzano a volte i comandi da tastiera disponibili per ogni glifo di una font.)<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> |<br /> <br /> 133<br /> <br /> UTILIZZO DEI GLIFI<br /> <br /> VISUALIZZAZIONE DEI GLIFI Come primo passo per trovare il glifo di cui avete bisogno, dovete accertarvi, tramite un’utilità del sistema o tramite un’applicazione di gestione delle font, che la font di cui avete bisogno sia attiva nel vostro sistema,. Se state cercando un carattere insolito, come ad esempio certi segni diacritici o frazioni, è probabile che dobbiate usare una font OpenType che includa molti caratteri speciali. La maggior parte dei fornitori di font visualizzano, nel loro sito Web, una mappa completa dei caratteri inclusi nelle font che vendono, in modo che gli utenti possano accertarsi che i caratteri di cui hanno bisogno esistano in quella data font. Per visualizzare i glifi di una font, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Se la palette Glifi non è visualizzata, scegliete Finestra Þ Glifi. 2 Scegliete una font dal menu Font disponibile nell’angolo superiore sinistro. Potete anche digitare le prime lettere del nome della font fino a quando questo non viene riconosciuto.<br /> <br /> 3 Se volete visualizzare dei glifi nelle istanze di una font in grassetto, corsivo o grassetto-corsivo (come ad esempio Helvetica Bold), fate clic sul pulsante Grassetto o sul pulsante Corsivo o su entrambi accanto al menu. Fate clic su Normale per ritornare alla font principale, in caratteri romani (come ad esempio, Helvetica). Se le istanze della font in grassetto, corsivo o grassetto-corsivo non sono attive nel vostro sistema, QuarkXPress simulerà il grassetto, il corsivo o il grassetto-corsivo così come fa con i glifi quando applicate gli stili di carattere Grassetto e Corsivo utilizzando la palette Misure.<br /> <br /> 4 Per visualizzare un sottogruppo dei glifi di una data font, scegliete un’opzione dal menu a discesa Mostra. I tipi di glifi tra i quali potete scegliere sono specifici di una data font e quindi il menu a discesa mostra soltanto le categorie disponibili per la font selezionata.<br /> <br /> Il menu a discesa Mostra delle palette Glifi (menu Finestra) è dove potete visualizzare un sottogruppo di glifi disponibili nella font.<br /> <br /> 134<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> UTILIZZO DEI GLIFI<br /> <br /> 5 Per visualizzare alternative disponibili per un determinato glifo, fate clic sulla relativa casella nell’angolo inferiore destro della cella del glifo.<br /> <br /> Le alternative disponibili in Palatino Linotype Bold per il segno del dollaro.<br /> <br /> 6 A seconda della font e della complessità dei glifi, potrebbe essere difficoltoso visualizzare i glifi. Se necessario, fate clic sullo strumento Zoom della palette per incrementare le dimensioni del glifo. Se i glifi visualizzati non sono sufficienti, trascinate l’angolo della palette per ridimensionarla.<br /> <br /> 7 Scorrete lungo i glifi fino a quando non trovate quello di cui avete bisogno. Se vi occorre avere il punto codice Unicode di un glifo, ad esempio per una programmazione in HTML, potete puntare al glifo stesso per visualizzarne il punto codice Unicode (rappresentato come un esadecimale). QuarkXPress supporta tutti i glifi di una font, ad esempio tuttte le variabili disponibili negli stili OpenType, perfino i glifi che non hanno punti di codice Unicode ufficiali.<br /> <br /> Il valore Unicode visualizzato per il glifo 1⁄2 della palette Glifo (menu Finestra).<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> |<br /> <br /> 135<br /> <br /> UTILIZZO DEI GLIFI<br /> <br /> INSERIMENTO DEI GLIFI Potete inserire il glifo, selezionato nella palette Glifi, al punto di inserimento del testo facendo doppio clic sul glifo. Se avete selezionato un testo, il glifo sostituirà l’intero testo selezionato.<br /> <br /> Il glifo della frazione 1⁄2 è stato inserito selezionando un’alternativa per i caratteri 1, 2 e barra obliqua in Palatino Linotype. SALVATAGGIO DEI GLIFI COME PREFERITI Se usate frequentemente specifici glifi di una data font, potete salvare questi glifi come preferiti per potervi accedere rapidamente. Potete ad esempio usare i preferiti per un rapido accesso a tutte le frazioni di una “export” font mentre si sta lavorando sul libro di gastronomia. Per creare un elenco di preferiti, fate prima clic sul simbolo di espansione adiacente a Glifi preferiti della palette Glifi (menu Finestra). Quindi trascinate semplicemente in una cella vuota dell’area Glifi preferiti. Per eliminare un preferito, premete Control+clic fate clic con il pulsante destro del mouse sul glifo e utilizzate il menu contestuale. Tutti i preferiti salvati vengono visualizzati nella palette Glifi, indipendentemente dal layout che avete aperto o dalla font che avete selezionato. Se la font di un glifo è inattiva nel vostro sistema, tuttavia, quel glifo viene visualizzato come una casella. Fate clic nella casella per visualizzare un suggerimento relativo alla font mancante.<br /> <br /> L’area Glifi preferiti della palette Glifi (menu Finestra) offre un accesso rapido ai glifi usati frequentemente in qualsiasi font.<br /> <br /> 136<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> VISUALIZZAZIONE DEI CODICI<br /> <br /> VISUALIZZAZIONE DEI CODICI L’opzione Mostra i codici (menu Visualizza) è sempre molto utile per le revisioni dei testi e per un’ottimizzazione della tipografia in quanto consente di visualizzare i codici (detti anche caratteri invisibili) come ad esempio spazi, tabulazioni e ritorni a capo del paragrafo. Con QuarkXPress potete ora visualizzare l’intera serie di caratteri invisibili tra cui i trattini discrezionali, gli spazi em, gli spazi non divisibili ed altro ancora. I codici vengono inoltre automaticamente ridimensionati in base alle dimensioni del carattere e alla percentuale di visualizzazione definita. Ne risulta che il punto che rappresenta uno spazio ha un aspetto diverso quando visualizzato alle dimensioni di un carattere pari a 10 punti piuttosto che 60 punti ed ha un aspetto diverso quando visualizzato ad una percentuale di visualizzazione del 100% piuttosto che del 500%. I codici vengono visualizzati come segue: SIMBOLO STANDARD<br /> <br /> CODICI<br /> <br /> SIMBOLO NON DIVISIBILE<br /> <br /> Spazio Spazio con larghezza del numero zero/ collegamento parole Spazio molto sottile Spazio sottile 6 per spazio Em 4 per spazio em 3 per spazio em Spazio en Spazio em Spazio della figura Spazio punteggiatura Spazio flessibile Rientro qui<br /> <br /> n/a<br /> <br /> Nuova riga discrezionale<br /> <br /> n/a<br /> <br /> Trattino di sillabazione non divisibile Nuova riga<br /> <br /> n/a n/a<br /> <br /> Nuova colonna<br /> <br /> n/a<br /> <br /> Nuova finestra<br /> <br /> n/a<br /> <br /> Tabulazione<br /> <br /> n/a<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> |<br /> <br /> 137<br /> <br /> INSERIMENTO DI CARATTERI SPECIALI<br /> <br /> INSERIMENTO DI CARATTERI SPECIALI QuarkXPress supporta tutti i tipi di caratteri speciali da utilizzare a fini tipografici e di formattazione. Ad esempio, le linee em e le linee en sono caratteri speciali che vengono visualizzati e stampati per conferire un aspetto professionale alla tipografia di un documento. Altri caratteri speciali sono invisibili e vengono utilizzati unicamente per controllare lo scorrimento del testo, come ad esempio gli spazi non divisibili, i trattini di sillabazione discrezionali e i caratteri colonna successiva/finestra successiva. Altri sono semplicemente codici utilizzati come segnaposto per altri elementi della pagina, come ad esempio il carattere per il numero della pagina. Potete di solito inserire queste tipi di caratteri speciali usando gli equivalenti da tastiera. In QuarkXPress 7, potete immettere tali caratteri direttamente dal menu Utilità. Se utilizzate spesso questi caratteri speciali, vale la pena ricordare il relativo comando da tastiera. Questi comandi da tastiera sono inclusi nelle sezioni “Inserimento di spazi” e “Inserimento di altri caratteri speciali”. Come discusso nella sezione precedente. “Visualizzazione dei codici”, ciascun carattere viene visualizzato in modo diverso quando vengono visualizzati i codici (Visualizza Þ Codici). INSERIMENTO DI SPAZI I compositori di testo utilizzano una serie di caratteri di spazio speciali per ottimizzare lo scorrimento e la spaziatura di un testo, particolarmente ai punti finali della riga e nelle colonne con numeri. Per inserire un tipo specifico di spazio, come ad esempio uno spazio em, al punto di inserimento del testo, scegliete Utilità Þ Inserisci carattere Þ Spazio oppure Utilità Þ Inserisci carattere Þ Spazio non divisibile. Le opzioni del sottomenu Spazio non divisibile agiscono da “colla” tra due parole, due numeri, ecc, impedendo che si verifichino delle divisioni tra i due elementi “incollati” alla fine della riga. Ad esempio, potreste voler applicare uno spazio non divisibile alle parole “Mac” e “OS” per tenere il marchio “Mac OS” insieme alla fine di una riga. La larghezza degli spazi “em” (e quindi degli spazi “en”) immessi in un layout è regolata dall’impostazione di Spazio em standard nelle preferenze del carattere (QuarkXPress/Modifica Þ Preferenze Þ Layout di stampa Þ Carattere). Spazio em standard è deselezionato per default, ossia lo spazio em rappresenta la larghezza di due zero nella font attiva (e uno spazio en rappresenta la larghezza di uno zero). Quando Spazio em standard è selezionato, QuarkXPress utilizza la dimensione di punto corrente dello spazio em specificato nella font attiva. La larghezza dello spazio flessibile è controllato anche dall’impostazione definita per Larghezza spazio flessibile nelle Character Preferences.<br /> <br /> 138<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> INSERIMENTO DI CARATTERI SPECIALI<br /> <br /> COMANDO DA TASTIERA STANDARD<br /> <br /> TIPO DI SPAZIO<br /> <br /> USO<br /> <br /> Spazio em<br /> <br /> La dimensione di punto corrente o una larghezza specificata nell’ambito della font; quando la preferenza Spazio em standard è selezionata, la larghezza di due zeri in una data font; utilizzato per separare dei dati.<br /> <br /> Tasto Mela+6, Ctrl+Maiusc+7<br /> <br /> Spazio en<br /> <br /> Metà della dimensioni di punto corrente oppure una larghezza specificata nell’ambito della font; quando la preferenza Spazio em standard è selezionata, la larghezza di uno zero in una data font. utilizzato spesso in elenchi numerati dopo il punto che segue il numero delle voci dell’elenco.<br /> <br /> Option+Spazio, Ctrl+Maiusc+6<br /> <br /> 3 per spazio em<br /> <br /> La larghezza di 1/3 di uno spazio em; utilizzato come variazione di uno spazio sottile.<br /> <br /> n/a<br /> <br /> 4 per spazio em<br /> <br /> La larghezza di 1/4 di uno spazio em; utilizzato come variazione di uno spazio sottile.<br /> <br /> n/a<br /> <br /> 6 per spazio em<br /> <br /> La larghezza di 1/6 di uno spazio em; utilizzato come variazione di uno spazio sottile.<br /> <br /> n/a<br /> <br /> Spazio sottile<br /> <br /> La larghezza di 1/8 di uno spazio em ; separa gruppi di numeri o può essere utilizzato ad entrambe le estremità di una linea em o en.<br /> <br /> Tasto Mela+7, Ctrl+Maiusc+8<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> |<br /> <br /> 139<br /> <br /> INSERIMENTO DI CARATTERI SPECIALI<br /> <br /> 140<br /> <br /> |<br /> <br /> COMANDO DA TASTIERA STANDARD<br /> <br /> TIPO DI SPAZIO<br /> <br /> USO<br /> <br /> Spazio molto sottile<br /> <br /> 1/24 di larghezza di uno spazio em; utilizzato per regolazioni minute.<br /> <br /> n/a<br /> <br /> Spazio della larghezza di uno zero<br /> <br /> Nessuna larghezza; utilizzato per indicare divisioni delle parole che non richiedono trattini sillabici.<br /> <br /> n/a<br /> <br /> Spazio flessibile<br /> <br /> Uno spazio di larghezza fissa definito dall’utente; un’impostazione di default delle preferenze carattere è pari al 50% di uno spazio en.<br /> <br /> Option+Maiusc+Spazio, Ctrl+Maiusc+5<br /> <br /> Spazio figura<br /> <br /> La larghezza di un numerale nello stile di carattere corrente; allinea i numeri di tabelle finanziarie<br /> <br /> n/a<br /> <br /> Spazio punteggiatura<br /> <br /> La larghezza di un punto nello stile di carattere corrente; allinea i numeri quando contengono dei punti o delle virgole<br /> <br /> Maiusc+Spazio/Ctrl+6<br /> <br /> TIPO DI SPAZIO NON DIVISIBILE<br /> <br /> COMANDO DA TASTIERA STANDARD<br /> <br /> Spazio em (non divisibile)<br /> <br /> Tasto Mela+Option+6, Ctrl+Alt+Maiusc+7<br /> <br /> Spazio en (non divisibile)<br /> <br /> Tasto Mela+Option+Spazio, Ctrl+Alt+Maiusc+6<br /> <br /> 3 per ogni spazio em (non divisibile)<br /> <br /> n/a<br /> <br /> 4 per ogni spazio em (non divisibile)<br /> <br /> n/a<br /> <br /> 6 per ogni spazio em (non divisibile)<br /> <br /> n/a<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> INSERIMENTO DI CARATTERI SPECIALI<br /> <br /> TIPO DI SPAZIO NON DIVISIBILE<br /> <br /> COMANDO DA TASTIERA STANDARD<br /> <br /> Spazio sottile (non divisibile)<br /> <br /> Tasto Mela+Option+7, Ctrl+Alt+Maiusc+8<br /> <br /> Spazio molto sottile (non divisibile)<br /> <br /> n/a<br /> <br /> Collegamento parole (non divisibile, noto in precedenza come spazio non divisibile con larghezza pari a uno zero)<br /> <br /> Tasto Mela+Spazio/Ctrl+5<br /> <br /> Spazio flessibile (non divisibile)<br /> <br /> Tasto Mela+Option+Maiusc+Spazio, Ctrl+Alt+Maiusc+5<br /> <br /> Spazio della figura (non divisibile)<br /> <br /> n/a<br /> <br /> Spazio punteggiatura (non divisibile)<br /> <br /> Tasto Mela+Maiusc+6/Ctrl+Alt+6<br /> <br /> Spazio standard (non divisibile)<br /> <br /> Tasto Mela+Spazio/Ctrl+Spazio<br /> <br /> INSERIMENTO DI ALTRI CARATTERI SPECIALI Per inserire un carattere speciale diverso dallo spazio, come ad esempio una linea em o un carattere segnaposto per il numero di pagina corrente, al punto di inserimento del testo, scegliete Utilità Þ Inserire carattere Þ Speciale o Utilità Þ Inserire carattere Þ Speciale non divisibile. Come con i caratteri spazio, le opzioni del sottomenu Speciale non divisibile impediscono la divisione di due caratteri alla fine di una riga. Ad esempio, potreste usare un trattino non divisibile in un numero di telefono per tenere l’intero numero sulla stessa riga. CARATTERE SPECIALE STANDARD<br /> <br /> USO<br /> <br /> COMANDO DA TASTIERA<br /> <br /> Linea en<br /> <br /> Gruppi di numeri, valori negativi<br /> <br /> Option+trattino, Ctrl+Alt+Maiusc+trattino<br /> <br /> Linea em<br /> <br /> Indicatore di clausole, transizioni improvvise<br /> <br /> Option+Maiusc+trattino, Ctrl+Maiusc+=<br /> <br /> Trattino di sillabazione<br /> <br /> Divisione sillabica di parole, unione di parole composte<br /> <br /> trattino<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> |<br /> <br /> 141<br /> <br /> INSERIMENTO DI CARATTERI SPECIALI<br /> <br /> CARATTERE SPECIALE STANDARD<br /> <br /> 142<br /> <br /> |<br /> <br /> USO<br /> <br /> COMANDO DA TASTIERA<br /> <br /> Trattino di sillabazione discrezionale<br /> <br /> Collocato all’inizio di una parola per prevenire la sillabazione o limitare la sillabazione a punti di sillabazione discrezionali; immesso tra le parole per indicare punti di sillabazione preferiti<br /> <br /> Tasto Mela+trattino Ctrl+trattino<br /> <br /> Rientro qui<br /> <br /> Rientri della riga<br /> <br /> Tasto Mela+\ Ctrl+\<br /> <br /> Nuova riga discrezionale<br /> <br /> Linea di divisione all’interno di un paragrafo<br /> <br /> Maiusc+Invio, Maiusc+Return<br /> <br /> Tabulazione di rientro destro<br /> <br /> La tabulazione crea un allineamento con il rientro destro, usato spesso per posizionare i caratteri alla fine delle storia<br /> <br /> Option+Tabulazione, Maiusc+Tabulazione<br /> <br /> # pagina finestra precedente<br /> <br /> Numero pagina nella riga di “continua”<br /> <br /> Tasto Mela+2, Ctrl+2<br /> <br /> # pagina corrente<br /> <br /> Segnaposto per i numeri pagina nelle pagine master, aggiunge un numero pagina alla pagina corrente<br /> <br /> Tasto Mela+3, Ctrl+3<br /> <br /> # pagina finestra successiva<br /> <br /> Numero pagina nella riga di “continua”<br /> <br /> Tasto Mela + 4, Ctrl+4<br /> <br /> Linea en (non divisibile)<br /> <br /> Gruppi di numeri da non dividere alla fine di una riga<br /> <br /> n/a<br /> <br /> Linea em (non divisibile)<br /> <br /> Impedisce l’inserimento di una linea all’inizio o alla fine di una riga<br /> <br /> Tasto Mela+Option+=, Ctrl+Alt+Maiusc+=<br /> <br /> Trattino (non divisibile)<br /> <br /> Numeri di telefono<br /> <br /> Tasto Mela+=, Ctrl+=<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> INSERIMENTO DI CARATTERI SPECIALI<br /> <br /> Il sottomenu Inserisci carattere Þ Speciale del menu Utilità; il sottomenu Inserisci carattere Þ Speciale non divisibile offre le versioni non divisibili di alcuni caratteri speciali.<br /> <br /> FORMATTAZIONE E SCORRIMENTO DEL TESTO Alcuni aspetti della formattazione e dello scorrimento del testo all’interno di un layout sono stati modificati in QuarkXPress 7 ed hanno acquisito una maggior flessibilità e facilità d’uso. Queste modifiche includono quanto segue: • Lingua è ora un Attributo Carattere anziché un Attributo Paragrafo • La palette Misura include ora un scheda Tabulazioni • La frecce vengono visualizzate in un modo diverso • Potete utilizzare il software Kerning Table Edit XTensions per applicare un kerning orizzontale e verticale. Indipendentemente da eventuali problemi di formattazione, QuarkXPress mantiene lo scorrimento del testo delle versioni precedenti in modo che non incorriate in un riscorrimento del testo quando aprite dei documenti e progetti pre-esistenti. Per sfruttare le nuove funzionalità di scorrimento del testo, come ad esempio le legature nei layout di Windows, potete aggiornare lo scorrimento del testo quando aprite i file. DEFINIZIONE DELLA LINGUA DEI CARATTERI Nelle versioni precedenti, Lingua era un Attributo Paragrafo Con QuarkXPress 7, potete specificare la lingua utilizzata per la sillabazione e per la verifica ortografica come un Attributo Carattere. Questa funzionalità è utile soprattutto in QuarkXPress Passport® dove potete mischiare ora parole di diverse lingue nello stesso paragrafo senza causare una sillabazione di bassa qualità o un numero più alto di Parole sospette nella Verifica ortografica<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> |<br /> <br /> 143<br /> <br /> FORMATTAZIONE E SCORRIMENTO DEL TESTO<br /> <br /> (menu Utilità). Oltre ad applicare una lingua specifica ai caratteri, potete applicare l’impostazione Nessuno in modo che una parola non venga considerata per la sillabazione o per la verifica ortografica. Nelle versioni di lingua singola di QuarkXPress, potete usare questa opzione di Lingua quando non volete generare un numero eccessivo di eccezioni di sillabazione o di voci dei dizionari ausiliari con parole che utilizzate raramente ma che non volete sillabare o verificare ortograficamente ogni volta che le usate. Per applicare una lingua ai caratteri selezionati, utilizzate il menu a discesa Lingua della finestra di dialogo Attributi carattere (Stile Þ Carattere) o la scheda Carattere della palette Misure.<br /> <br /> Utilizzate il menu a discesa Lingua della scheda Carattere della palette Misure per applicare una lingua ai caratteri selezionati. IMPOSTAZIONI DI TABULAZIONI INTERATTIVE Sono stati apportati diversi perfezionamenti ai metodi di definizione delle tabulazioni in QuarkXPress 7 per facilitare l’allineamento di dati. I perfezionamenti apportati includono: • Un nuovo scheda per le Tabulazioni nella palette Misure consente di definire tabulazioni senza oscurare il layout con il scheda Tabulazioni della finestra di dialogo Attributi del paragrafo (Stile Þ Tabulazioni). • Oltre a poter trascinare le icone dei tabulatori sul righello, potete ora trascinare le icone sul testo per specificare i fermi di tabulazione. • Quando state trascinando i tabulatori sopra il righello o sopra un testo, viene visualizzata una linea verticale sullo schermo che vi aiuta a definire dove posizionare la tabulazione. Utilizzando la palette Misure potete conservare spazio sullo schermo e potete osservare in tempo reale gli effetti delle modifiche che state apportando alle impostazioni delle tabulazioni.<br /> <br /> Sia che stiate utilizzando il scheda delle Tabulazioni della finestra di dialogo Attributi Paragrafo o il riquadro Tabulazioni della palette Misure, potete trascinare le icone delle tabulazioni sul righello di tabulazione e visualizzare una linea verticale che vi aiuta a valutare con precisione il posizionamento della tabulazione.<br /> <br /> 144<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> FORMATTAZIONE E SCORRIMENTO DEL TESTO<br /> <br /> MODIFICA DEL KERN ORIZZONTALE E VERTICALE Il software Kern-Track Editor XTensions, fornito con QuarkXPress, ha sempre consentito la regolazione della spaziatura orizzontale tra due caratteri. Potete ora personalizzare anche la spaziatura verticale all’interno di coppie di kerning. Procedete come segue:<br /> <br /> 1 Scegliete Utilità Þ Modifica della tabella di kern Se volete specificare l’applicazione del kern di default per tutti i nuovi progetti, eseguite questa operazione senza alcun progetto aperto.<br /> <br /> 2 Selezionate una font e fate clic su Modifica. 3 Selezionate una coppia di kern dall’elenco a sinistra. Se necessario, immettete una coppia di kern nel campo Coppia di kern.<br /> <br /> 4 Immettete un valore nel campo Vert. e orizz. oppure fate doppio clic sulle frecce per personalizzare la spaziatura.<br /> <br /> 5 Quando avete finito di modificare la tabella del kern delle font, fate clic su OK e quindi su Salva.<br /> <br /> Incrementando il valore del campo di kern Vert. e orizz. in Modifica della tabella di kern (menu Utilità), abbiamo rialzato le virgolette doppie in relazione alla “A” per Zapfino Plain. AGGIORNAMENTO DEI METODI DI SCORRIMENTO DEL TESTO Per sfruttare i perfezionamenti apportati in QuarkXPress 7, come ad esempio le legature fi, fl, ffi e ffl nei progetti Windows, dovete aggiornare il metodo di scorrimento del testo applicato al progetto. A questo scopo, selezionate il documento o il progetto nella finestra di dialogo Apri (Archivio/File) mentre fate clic sul pulsante Apri. Non potete aggiornare il metodo di scorrimento del testo premendo Option/Ctrl mentre fate doppio clic su un file del desktop.<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> |<br /> <br /> 145<br /> <br /> GESTIONE DELLO SFONDO DELLE FINESTRE DI TESTO<br /> <br /> GESTIONE DELLO SFONDO DELLE FINESTRE DI TESTO In QuarkXPress 7, le finestre di testo hanno, per default, un colore di sfondo impostato su Nessuno. Quando selezionate inoltre la finestra di testo con lo strumento Contenuto per modificare un testo, la finestra rimane trasparente in modo da consentirvi di vedere gli elementi della pagina sotto di essa. (Prima di QuarkXPress 6, il colore di default dello sfondo delle finestra di testo era Bianco; prima di QuarkXPress 5, lo sfondo delle finestre veniva visualizzato in bianco quando modificavate il testo.) Se volete che QuarkXPress funzioni in modo più simile alle versioni precedenti, potete modificare le preferenze come segue: • Sfondo di default delle finestre di testo: Se preferite che lo sfondo delle finestre di testo sia Bianco, o in qualsiasi altro colore, fate doppio clic sullo Strumento Finestra di testo rettangolare per aprire il riquadro Strumenti della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica). Fate clic su Tipi simili se volete modificare le preferenze per tutti gli strumenti delle finestre di testo. Fate infine clic su Modifica. Nella scheda Gruppo, modificate l’impostazione nel menu a discesa Colore. Se fate questo senza progetti aperti, diventerà l’impostazione di default per tutti i nuovi progetti. Potreste voler definire questa impostazione per i layout di stampa in quanto le finestre con un colore impostato su Nessuno richiedono tempi di esecuzione più lunghi quando inviati al RIP. • Sfondi per la modifica del testo: Se preferite modificare un testo con uno sfondo a colore intero, selezionate Modifica finestra di testo opaca nel riquadro Visualizza della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica). Sebbene lo sfondo delle finestre di testo sia opaco mentre state modificando un testo con lo strumento Contenuto, il colore della finestra ritorna al suo colore originale non appena selezionate un oggetto diverso (ad esempio, Nessuno o una sfumatura). Questa è un’impostazione di default dell’applicazione che potete tuttavia modificare in modo da potervi concentrare sul testo senza essere distratti da elementi dello sfondo.<br /> <br /> UTILIZZO DELLE FONT ALTERNATIVE Il supporto di Unicode — un sistema di codifica dei caratteri a 16 bit che consente di espandere notevolmente i set di caratteri contenuti nelle font — include anche il supporto di Font alternativa. La Font alternativa consente ad un’applicazione di selezionare automaticamente e intelligentemente una font alternativa per visualizzare un carattere specifico quando la font corrente non può visualizzare o stampare quel carattere. Font alternativa entra in azione quando QuarkXPress incontra un carattere non-standard in un testo impostato o incollato che la font corrente non include. Senza la Font alternativa, le versioni precedenti di QuarkXPress visualizzavano in quel caso il carattere di una piccola casella. Può darsi che abbiate avuto occasione di vederla nel caso di un particolare carattere accentato, di una frazione<br /> <br /> 146<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> UTILIZZO DELLE FONT ALTERNATIVE<br /> <br /> o di un dingbat non disponibili nella font utilizzata. Se un carattere non viene visualizzato, è impossibile ovviamente determinare di che carattere si tratti e come formattarlo adeguatamente. Il supporto della Font alternativa in QuarkXPress risolve questo problema in quanto cerca una font in grado di visualizzare e stampare correttamente ciascun carattere. Font alternativa è una Preferenza a livello di Applicazione che agisce soltanto su un testo che non possiede le font specificate. Questo vale anche quanto copiate e incollate un testo da altre applicazioni, quando importate un testo normale o un testo in HTML e quando inserite un punto Unicode da una palette del sistema come ad esempio PickChar. ATTIVAZIONE DELLA FONT ALTERNATIVA La Font alternativa viene implementata come una Preferenza a livello di Applicazione, ossia la funzionalità è attiva o disattiva per la vostra copia di QuarkXPress. Questa funzionalità è attiva come impostazione predefinita, ma se dovete disattivarla, deselezionate Font alternativa nel riquadro Interattivo della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica). Se preferite essere informati di qualsiasi problema associato alle font e di gestirlo personalmente per evitare un possibile riscorrimento del testo, è consigliabile deselezionare la Font alternativa.<br /> <br /> La casella di selezione Font alternativa, disponibile nel riquadro Interattivo della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica), che potete deselezionare se preferite gestire personalmente tutte le questioni inerenti alle font.<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> |<br /> <br /> 147<br /> <br /> UTILIZZO DELLE FONT ALTERNATIVE<br /> <br /> APPLICAZIONE AI CARATTERI DELLA FONT ALTERNATIVA Prima dell’implementazione della Font interattiva, quando importavate o incollavate un testo che non possedeva le font specificate, il testo veniva formattato in base ai propri fogli stile o in base alla font selezionata al punto di inserimento del testo. Qualsiasi carattere che la font attiva non conteneva veniva sostituito con caratteri di caselle vuote ocon altri simbol simili. Con la Font alternativa: • Se QuarkXPress incontra un carattere non disponibile nella font corrente, cerca tra le font attive nel vostro sistema una font che includa il carattere in questione. Ad esempio, se Helvetica è la font applicata al punto di inserimento del testo e state importando o incollando un testo contenente un carattere Kanjii, QuarkXPress potrebbe applicare una font Hiragino a quel carattere. • Tenete presente che la funzionalità Font alternativa applica una font che contiene quel particolare carattere; è vostra decisione tuttavia scegliere una font adatta al design e alla tipogragia applicati e che contenga il carattere necessario. • Se QuarkXPress non riesce a trovare una font attiva che contenga il carattere necessario, questo viene ancora visualizzato come una casella vuota o un simbolo.<br /> <br /> IMPORTAZIONE ED ESPORTAZIONE DI UN TESTO CON LE OPZIONI UNICODE Con il supporto di Unicode di QuarkXPress 7, avete ora la possibilità di specificare un tipo di codifica quando importate ed esportate un testo. Il tipo di codifica specifica la sequenza di byte utilizzata per rappresentare ciascun glifo nel testo. Quando si lavora su un testo internazionale o su un testo HTML, potete scegliere la codifica appropriata per convertire tutti i caratteri del file in Unicode. Le opzioni disponibili funzionano come segue: • La finestra di dialogo Importa testo include un menu a discesa Tipo di codifica quando selezionate un testo normale o un testo in HTML. Il software cerca di determinare la codifica dei file di testo selezionati e di applicare un tipo di codifica appropriata. Potete tuttavia scegliere un’opzione diversa per il testo. • La finestra di dialogo Salva il testo e le finestre di dialogo Esporta HTML offrono il menu a discesa Tipo di codifica quando esportate un testo in formato normale, HTML o XPress Tag. • L’opzione Converti virgolette continua a convertire le virgolette diritte in virgolette curve e la linea doppia in linea em.<br /> <br /> 148<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> UTILIZZO DELLE REGOLE DI MAPPATURA DELLE FONT<br /> <br /> UTILIZZO DELLE REGOLE DI MAPPATURA DELLE FONT Quando aprite un progetto, QuarkXPress effettua una verifica per accertare che tutte le font applicate al testo — nei layout di stampa e nei layout Web, nelle pagine standard e nelle pagine master — siano attive nel vostro sistema. In caso contrario, viene visualizzato il messaggio Font mancanti che vi dà l’opportunità di sostituire le font mancanti con delle font attive. Ad esempio, potete sempre sostituire Helvetica con Arial o Times con Times New Roman. Potete salvare quindi queste sostituzioni come “regole di mappatura delle font” globali inmodo che vangano applicate automaticamente ogni volta che aprite un progetto. QuarkXPress vi consente di creare regole di mappatura delle font istantaneamente durante l’apertura del progetto; vi consente di gestirle tramite modifiche, eliminazioni e condivisioni nonché di definire le Preferenze dell’applicazione per personalizzare la gestione delle font mancanti. Se seguite un workflow basato sulla stampa che prevede un’attivazione specifica delle corrette font per ciascun progetto, particolarmente in un ambiente di output, non è consigliabile creare delle regole di mappatura delle font e di sopprimere la visualizzazione del messaggio Font mancanti. Se state utilizzando un manager di font che include funzionalità automatiche di attivazione delle font, sarà molto probabile che aggiri il messaggio di QuarkXPress Font mancanti e non avrete quindi bisogno di specificare regole di mappatura delle font. CREAZIONE DI REGOLE DI MAPPATURA DELLE FONT Per creare una regola di mappatura delle font, aprite per prima cosa un progetto che utilizzi una font mancante (inattiva). Selezionate Elenco font per visualizzare il messaggio Font mancanti. Utilizzate il pulsante Sostituisci per scegliere delle font di sostituzione per tutte le font mancanti e fate quindi clic su Salva come regola. Tutte le sostituzioni riportate nell’elenco del messaggio Font mancanti vengono salvate come regole anche se selezionate soltanto alcune sostituzioni. Se cambiate idea riguardo a una sostituzione, selezionate la riga corrispondente e fate clic su Ripristina. Potete anche scegliere Archivio/File Þ Versione precedente dopo aver aperto il progetto. Questo visualizza ancora il messaggio Font mancanti e vi consente di apportare le modifiche necessarie. (Tenete presente che le modifiche sono applicabili soltanto a quel progetto, non a regole appena salvate.) Una font “mancante” è semplicemente una font che non è correntemente attiva nel vostro sistema. Se possedete la font, potete attivarla utilizzando le opzioni del sistema o un manager di font piuttosto che sostituirla con un’altra font.<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> |<br /> <br /> 149<br /> <br /> UTILIZZO DELLE REGOLE DI MAPPATURA DELLE FONT<br /> <br /> GESTIONE DELLE REGOLE DI MAPPATURA DELLE FONT Una volta creata una regola di mappatura delle font, facendo clic su Salva come regola nel messaggio Font mancanti la regola viene salvata nelle preferenze della vostra copia di QuarkXPress e applicata a tutti i progetti. Se avete bisogno in seguito di modificare, eliminare o condividere delle regole di mappatura delle font, scegliete Utilità Þ Mappatura delle font. La finestra di dialogo Mappatura delle font elenca tutte le regole create, mostrando la font originale e la font di sostituzione e vi consente quindi di importare, esportare, modificare e eliminare delle regole, come necessario. Tenete presente che con il pulsante Esporta si possono esportare tutte le regole di mappatura delle font elencate, indipendentemente dal fatto che siano selezionate. DEFINIZIONE DELLE PREFERENZE PER LA MAPPATURA DI FONT Per facilitare la gestione delle font, QuarkXPress offre alcune Preferenze a livello Applicazione, applicabili a tutti i progetti. Nel riquadro Mappatura delle font (QuarkXPress/Modifica Þ Preferenze) potete specificare una font di sostituzione di default tutte le volte che viene visualizzato il messaggio Font mancanti. • Specificare la font sostitutiva di default: Quando una font mancante non possiede una regola, potete specificare la font di default da usare per la sostituzione. Selezionate Specificare la font sostitutiva di default e scegliete quindi una font attiva dal menu a discesa. In genere, questa dovrebbe essere una font che è sempre attiva nel sistema. • Non visualizzare la finestra di dialogo “Font mancante”: Una volta definite le regole di mappatura di font adatte al vostro workflow, potete sopprimere la visualizzazione del mesaggio relativo alle font mancanti selezionando Non visualizzare la finestra di dialogo “Font mancante”. Se QuarkXPress incontra una font mancante che non possiede una regola di mappatura, fate clic su una delle opzioni seguenti per specificare come gestirla: Visualizza la finestra di dialogo “Font mancanti” oppure Sostituisci le font mancanti con le font sostitutive (che utilizza la Font di sostituzione di default). La creazione di regole di mappatura delle font e l’impostazione delle preferenze eliminano la necessità di visualizzare la finestra di dialogo Font mancanti. Tenete presente tuttavia che la maggior parte dei workflow di stampa prevedono l’uso delle font corrette in ogni progetto. Prima di creare queste regole globali e prima di impostare le preferenze, accertatevi che siano applicabili a tutti i progetti.<br /> <br /> 150<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA<br /> <br /> CREAZIONE DI TABELLE<br /> <br /> Capitolo 6: Tabelle Sia che stiate lavorando con i dati di una tabella tradizionale, come ad esempio i dati di un rapporto annuale, una pianificazione dei tempi o un modulo, o che vogliate semplicemente distribuire simmetricamente delle foto in una finestra, potete trarre vantaggio dalle funzionalità delle tabelle di QuarkXPress e semplificare il vostro lavoro. Le funzionalità delle tabelle offrono tutte le opzioni e la precisione di design tipiche di QuarkXPress, incluse l’applicazione di colori a singole celle, la creazione di celle di testo e celle di immagini, la formattazione con cornici e griglie nonché la gestione di testi importati o di file creati in Microsoft Excel. In QuarkXPress, la tabella è un oggetto, come può esserlo una finestra di testo, una finestra immagine, un percorso di testo o una linea. E come con questi oggetti, potete modificare l’ordine di sovrapposizione di una tabella, raggrupparla con altri oggetti, modificare i suoi attributi, ruotarla, ridimensionarla e modificarne il contenuto. Come con gli altri oggetti, potete modificarne il contenuto (testo e immagini) utilizzando lo strumento Contenuto nonché modificarne gli attributi (dimensioni, posizione, ecc) utilizzando lo strumento Oggetti. In un certo senso, tuttavia, le tabelle si differenziano dagli altri oggetti. La tabella può infatti essere considerata un gruppo a sé in quanto consiste in una serie di finestre rettangolari raggruppate, chiamate celle. Quando lavorate con le tabelle, potete gestire la cella come una finestra immagine individuale, una finestra di testo o una finestra senza contenuto e potete gestirla nello stesso modo in cui gestireste gli altri oggetti. Per lavorare con gli oggetti di una tabella, come ad esempio righe e colonne, potete utilizzare il menu Tabella. Le funzionalità delle tabelle, introdotte con la versione di QuarkXPress 5, vi hanno consentito di creare tabelle con celle di testo e con celle immagini e di trarre vantaggio dalle numerose opzioni di formattazione disponibili. Le funzionalità delle tabelle sono state potenziate nella versione QuarkXPress 6 e sono<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> |<br /> <br /> 151<br /> <br /> CREAZIONE DI TABELLE<br /> <br /> state ulteriormente rifinite nella versione di QuarkXPress 7, producendo dei controlli potenti e sofisticati per la creazione, aggiornamento e formattazione di tabelle. Le tabelle possono ora essere collegate ad altri oggetti di testo, possono essere ruotate, possono estendersi ad altri sezioni del layout e possono contenere intestazioni e pié di pagina sincronizzati. Per informazioni sulla gestione delle tabelle nei layout Web, vedere il Capitolo 3, “Layout Web”.<br /> <br /> CREAZIONE DI TABELLE QuarkXPress offre tre opzioni per la creazione di tabelle: un disegno completo della tabella con l’inserimento dei dati, una conversione di un testo esistente in una tabella e un’importazione di dati da Excel. L’opzione che scegliete dipende dall’origine dei dati: • Il disegno completo di una tabella è consigliabile se state lavorando con un documento stampato da cui dovete ricavare i dati, se state importando dei dati che non sono delimitati per essere usati in tabelle oppure se la tabella consiste primariamente in immagini. • La conversione di un testo in tabella è indicata se i dati sono già stati divisi (o delimitati) in qualche modo (come ad esempio con i tabulatori) per indicarne colonne e righe. • L’importazione di dati da Excel è la scelta naturale per dei dati che sono stati originati in Excel soprattutto considerando l’opzione ora disponibile di un aggiornamento automatico dei dati nelle tabelle importate. CREAZIONE COMPLETA DI UNA TABELLA Con QuarkXPress potete disegnare un rettangolo che si avvicini alle dimensioni che volete dare alla tabella e questo è tutto per quanto riguarda il disegno in sé. Non appena rilasciate il pulsante del mouse, viene visualizzata la finestra di dialogo Proprietà della tabella che vi offre opzioni per la personalizzazione della tabella disegnata. Per disegnare interamente una tabella e per specificarne le proprietà, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Selezionate lo strumento Tabelle dalla palette degli Strumenti. 2 Trascinate per disegnare un rettangolo che abbia approssimativamente le dimensioni della tabella desiderata. Per forzare il rettangolo a una forma quadrata, premete Maiusc mentre disegnate la tabella.<br /> <br /> 152<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> CREAZIONE DI TABELLE<br /> <br /> Trascinate lo strumento Tabella per disegnare un rettangolo che abbia approssimativamente le dimensioni delle tabella finale.<br /> <br /> 3 Quando rilasciate il pulsante del mouse, viene visualizzata la finestra di dialogo Proprietà della tabella. Se la finestra di dialogo Proprietà della tabella non viene visualizzata, ridisegnate la tabella con l’opzione Mostra la finestra di dialogo selezionata nelle Preferenze strumenti relative allo strumento Tabelle. Per accedere a questa casella di selezione, fate doppio clic sullo strumento Tabelle, scegliete Modifica e fate quindi clic sul riquadro Creazione.<br /> <br /> 4 Specificate il numero di righe orizzontali nel campo Righe e specificate il numero di colonne verticali nel campo Colonne. Potete aggiungere ed eliminare righe e colonne in un secondo tempo. QuarkXPress calcola automaticamente la larghezza delle righe e l’altezza delle colonne in base alle dimensioni del rettangolo che avete disegnato.<br /> <br /> La finestra di dialogo Proprietà della tabella è dove potete personalizzare le tabelle disegnate con lo strumento Tabelle.<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> |<br /> <br /> 153<br /> <br /> CREAZIONE DI TABELLE<br /> <br /> 5 Per specificare il tipo di cella di default, fate clic su Celle di testo o Celle di immagine nell’area Tipo di cella. Fate clic sull’opzione che riflette la maggior parte del tipo di contenuto da immettere nella tabella. Potete in seguito selezionare specifiche celle e convertire il tipo di contenuto, se necessario.<br /> <br /> 6 Se volete creare delle celle di testo che si espandono automaticamente quando aggiungete un testo, utilizzate i controlli dell’area Conten. autom. Selezionando Righe definite un aumento automatico dell’altezza delle celle, mentre selezionando Colonne definite un aumento automatico della larghezza delle celle. Se selezionate entrambe le opzioni, le celle aumenteranno prima in larghezza raggiungendo i valori massimi specificati nel riquadro Celle della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti). Per ulteriori informazioni su Conten. autom., vedere “Regolazione automatica di righe e colonne per il contenimento del testo”, più avanti in questo capitolo.<br /> <br /> 7 Se avete una preferenza su come navigare lungo le celle di una tabella quando premete Control+Tab, potete scegliere un’opzione diversa dal menu a comparsa Ordine di tabulazione.<br /> <br /> 8 Se volete collegare le celle di testo in modo che il testo importato scorra lungo le celle specificate — come nelle finestre di testo collegate — selezionate Collega le celle. Se non collegate le celle con questo sistema, potete collegarle in un secondo tempo utilizzando lo strumento di Collegamento o il comando Collega le celle di testo (menu Tabella). Inoltre, anche se non collegate le celle di testo, potete sempre utilizzare Control+Tab per passare da una cella all’altra mentre immettete o modificate i dati.<br /> <br /> 9 Se selezionate Collega le celle, potete scegliere l’ordine in cui volete collegare le celle di testo dal menu a discesa Ordine di collegamento. Ad esempio, potete specificare un ordine di collegamento diverso se sapete che i dati che state importando mostreranno i valori in senso ascendente da sinistra verso destra mentre ritenete che sarebbe meglio mostrarli in ordine discendente.<br /> <br /> 10 Se intendete importare i dati da Excel, selezionate Collega a dati esterni. Per ulteriori informazioni, vedere “Importazione di tabelle Excel” più avanti in questo capitolo.<br /> <br /> 11 Fate clic su OK per creare la tabella. Se i valori di default della finestra di dialogo Proprietà della tabella non sono indicati per la tabella che state creando, ad esempio se tutte le vostre tabelle consistono in celle di immagine o hanno una cornice di 2 punti di spessore, potete modificare le Preferenze strumenti dello strumento Tabelle. Fate doppio clic sullo strumento Tabelle per accedere alla Preferenze strumenti.<br /> <br /> 154<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> CREAZIONE DI TABELLE<br /> <br /> CONVERSIONE DI UN TESTO IN TABELLA Se le informazioni che volete usare in una tabella sono già state importate o digitate in una finestra di testo QuarkXPress, potete convertire questo testo in una tabella. Ciò è particolarmente indicato se un testo è già stato in qualche modo delimitato per indicare come suddividere le informazioni in colonne e in righe. Nella maggior parte dei casi, i caratteri di tabulazione indicano nuove colonne mentre i ritorni a capo di paragrafo indicano nuove righe. La conversione di un testo in una tabella è spesso la soluzione più semplice e più rapida per la creazione di una tabella. Questo sistema consente inoltre di mantenere tutti gli attributi di carattere e di paragrafo rilevanti. Le impostazioni dei nella scheda Tabulazioni Þ Regole della finestra di dialogo Attributi paragrafo (Stile e Formati) non vengono mantenute in quanto queste impostazioni non sono associate alle celle di una tabella. Il successo della conversione di un testo in una tabella dipende dalla preparazione del testo. È importante che paragrafi, tabulazioni, spazi o virgole (ossia i caratteri che QuarkXPress può convertire) vengano utilizzati uniformemente nello stesso blocco di testo in quanto verranno utilizzati nella conversione in tabelle per definire righe e colonne. Gli utenti usano normalmente molteplici tabulazione in un programma di gestione del testo per allineare colonne di dati piuttosto che definire specifici fermi di tabulazione. Se il blocco di testo che state convertendo possiede questi tipi di tabulazione, contiene probabilmente un numero di tabulazioni non uniforme nelle varie colonne. Dovrete quindi uniformare i caratteri di tabulazione prima di convertire un testo in tabella.<br /> <br /> Il testo delimitato preparato in Microsoft Word mostra un ritorno a capo alla fine di ogni riga e soltanto un carattere di tabulazione tra una colonna e l’altra. Per convertire un testo in una tabella:<br /> <br /> 1 Importate o immettete il testo in una finestra di testo. Scegliete Visualizza Þ Codici per visualizzare i delimitatori e determinare come separare i dati. Se necessario, ripulite il testo eliminando tutti i caratteri superflui e sostituendoli con i caratteri corretti (ad esempio, sostituite due caratteri di tabulazione con uno oppure sostituite le divisioni di righe forzate, con ritorni a capo del paragrafo).<br /> <br /> 2 Utilizzando lo strumento Contenuto, selezionate tutto il testo che volete convertire in tabella.<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> |<br /> <br /> 155<br /> <br /> CREAZIONE DI TABELLE<br /> <br /> 3 Scegliete Tabelle Þ Converti il testo in tabella per visualizzare la finestra di dialogo Converti il testo in tabella.<br /> <br /> La finestra di dialogo Converti il testo in tabella è dove potete determinare come suddividere i dati tra righe e colonne, l’ordine in cui le celle vanno riempite e se volete riempire automaticamente le righe e le colonne con un testo.<br /> <br /> 4 In base al testo selezionato, QuarkXPress determina automaticamente come separare le righe (Specifica separazione righe) e le colonne (Specifica separazione colonne) e quante Righe e Colonne potrebbero essere necessarie, nel peggiore dei casi, per contenere l’intero testo evidenziato. Nella maggior parte dei casi, queste ipotesi sono corrette e potete proseguire. Se necessario, potete apportare modifiche come indicato di seguito: • Campi Righe e Colonne: Se questi valori non sono corretti, potete modificarli. (In questo caso, dopo aver creato la tabella, dovrete confermare le modifiche eseguite.) Potete inoltre incrementare questi valori per aggiungere righe segnaposto alla fine della tabella e colonne segnaposto al lato destro della tabella. • Specifica separazione righe, Specifica separazione colonne: Se le righe e le colonne non sono state adeguatamente separate, potete modificare le opzioni relative alla loro separazione in questi due menu a discesa. Se non sapete cosa è meglio selezionare, accertatevi di verificare il testo d’origine con l’opzione Codici selezionata (menu Visualizza).<br /> <br /> Se i valori di default della finestra di dialogo Converti testo in tabella non sono corretti, significa spesso che esiste un problema con il testo, come ad esempio un carattere di tabulazione erroneo che crea più colonne di quelle che volete. Potete fare clic su Annulla, riparare il testo e quindi di scegliere ancora Tabella Þ Converti il testo in tabella.<br /> <br /> 156<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> CREAZIONE DI TABELLE<br /> <br /> 5 Come impostazione di default, Converti testo in tabella crea delle celle che includono un blocco di testo più grande del range evidenziato. Le dimensioni delle celle rimangono in questo caso invariate fino a quando non le modificate. Se volete creare delle celle di testo che si espandono automaticamente quando aggiungete un testo, utilizzate i controlli dell’area Conten. autom. • Selezionate Righe per aumentare automaticamente l’altezza delle celle in modo che possa contenere il testo aggiunto. • Selezionate Colonne per aumentare automaticamente la larghezza delle celle in modo che possa contenere il testo aggiunto. • Se selezionate entrambe le opzioni, le celle aumenteranno prima in larghezza fino a quando questa non raggiunge il valore massimo specificato nella scheda Celle della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti).<br /> <br /> Per ulteriori informazioni su Conten. autom., vedere “Regolazione automatica di righe e colonne per il contenimento del testo”, più avanti in questo capitolo.<br /> <br /> 6 Se volete che i dati inseriti in questa tabella scorrano in modo diverso, ad esempio se i valori sono attualmente in ordine discendente ma li vorreste vedere in ordine ascendente, potete modificare l’ordine. Scegliete un’opzione dal menu a discesa Ordine di riempimento delle celle (l’impostazione di default è Da sinistra a destra, dall’alto in basso).<br /> <br /> 7 Fate clic su OK. Viene creata una nuova tabella, con uno scostamento dalla finestra di testo originale.<br /> <br /> 8 Il testo d’origine rimane nella pagina, dietro la nuova tabella. Potete eliminare a questo punto il testo d’origine, la finestra di testo o entrambi.<br /> <br /> Il testo delimitato mostrato in precedenza era stato convertito in questa tabella che include altri elementi di formattazione, tra cui una cornice, uno stile di griglia e una nuova distanza testo/finestra. Una volta convertito il testo in una tabella, potete modificare e formattare la tabella come fareste con qualsiasi altra tabella. Se avete bisogno di estrarre i dati dalla tabella, vedere “Conversione di un testo in tabelle” più avanti in questo capitolo.<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> |<br /> <br /> 157<br /> <br /> CREAZIONE DI TABELLE<br /> <br /> IMPORTAZIONE DI TABELLE IN EXCEL I dati di una tabella vengono spesso originati in un programma di fogli elettronici, come ad esempio Excel, e potete quindi importare i dati che volete inserire nella tabella esattamente come importereste delle immagini. Sebbene la tecnica di importazione sia leggermente diversa, il risultato è lo stesso: la tabella di QuarkXPress viene collegata al file Excel per facilitare la gestione dei dati e l’aggiornamento. Il collegamento è in un certo senso più sofisticato del collegamento applicato alle immagini in quanto ogni cella della tabella in QuarkXPress è collegata alla cella corrispondente in Excel.<br /> <br /> Confrontate il foglio di Excel a sinistra con la tabella QuarkXPress a destra. Quando importate una tabella, ciascuna cella di Excel viene collegata a una cella della tabella di QuarkXPress. Sebbene possiate aggiornare le tabelle nello stesso modo in cui aggiornereste le immagini, dovete tenere presente alcuni punti importanti. • Se selezionate Includi formati nella finestra di dialogo Collegamento tabella quando importate una tabella Excel, la formattazione della tabella Excel viene preservata (il più possibile) in QuarkXPress. Se più tardi volete aggiornare la tabella, qualsiasi tipo di formattazione locale applicata in QuarkXPress, viene rimossa e sostituita dalla formattazione applicata al file Excel. • Se non selezionate Includi formati nella finestra di dialogo Collegamento tabella quando importate una tabella Excel, la formattazione della tabella Excel viene eliminata. Se più tardi volete aggiornare la tabella, QuarkXPress cerca di preservare qualsiasi formattazione locale abbiate applicato alla tabella in QuarkXPress.<br /> <br /> Per importare le tabelle e i grafici Excel in QuarkXPress, dovete avere il software Table Import XTensions caricato.<br /> <br /> 158<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> CREAZIONE DI TABELLE<br /> <br /> Per importare una tabella di Excel e mantenere il collegamento con QuarkXPress, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Se disponete del programma Excel, aprite prima il file in Excel e determinate quello che volete importare. Ad esempio, volete importare più di un foglio elettronico o volete importare soltanto alcune celle di un determinato foglio elettronico? Annotate quello che volete importare e chiudete il file.<br /> <br /> 2 Utilizzando lo strumento Tabella, trascinate per disegnare una tabella delle dimensioni approssimative che volete.<br /> <br /> 3 Quando rilasciate il pulsante del mouse, viene visualizzata la finestra di dialogo Proprietà della tabella. Selezionate Collega a dati esterni. Se la finestra di dialogo Proprietà della tabella non viene visualizzata, selezionate Mostra la finestra di dialogo nelle Preferenze strumenti dello strumento Tabelle. Per accedere a questa casella di selezione, fate clic su Modifica e quindi sul riquadro Creazione.<br /> <br /> 4 Se avete una preferenza su come volete navigare lungo le celle di una tabella quando premete Control+Tab, potete scegliere un’opzione diversa per l’Ordine di tabulazione.<br /> <br /> 5 Se volete che il testo venga adeguatamente contenuto nelle celle, particolarmente se avete scelto di non usare la geometria della tabella di Excel, utilizzate i controlli dell’area Conten. autom. Selezionando Righe definite un aumento automatico dell’altezza delle celle mentre selezionando Colonne definite un aumento automatico della larghezza delle celle. Se selezionate entrambe le opzioni, le celle aumenteranno prima in larghezza fino a quando non raggiungono il valore massimo specificato nella scheda Celle della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti).<br /> <br /> 6 Fate clic su OK per visualizzare la finestra di dialogo Collegamento tabella.<br /> <br /> La finestra di dialogo Collegamento tabella è dove potete selezionare un file Excel e quindi specificare quale foglio di lavoro importare e come importarlo.<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> |<br /> <br /> 159<br /> <br /> CREAZIONE DI TABELLE<br /> <br /> 7 Fate clic su Sfoglia per individuare e selezionare il file Excel da importare. 8 Se il file include molteplici fogli di lavoro, scegliete il foglio che volete importare dal menu a discesa Fogli. Potete importare soltanto un foglio elettronico per volta.<br /> <br /> 9 Se volete importare soltanto una parte dei dati, potete specificare un range di celle nel campo Range oppure scegliere un range con un nome dal menu a discesa.<br /> <br /> 10 Nell’area Opzioni, selezionate gli attributi che volete importare: • Includi righe nascoste e Includi colonne nascoste: Importa le righe e/o le colonne nascoste tramite il comando Formato Þ Riga Þ Nascondi o Formato Þ Colonna Þ Nascondi di Excel. • Includi formati: Importa un testo formattato come ad esempio con font, colori e allineamento specificati nella barra degli strumenti Formattazione (menu Visualizza) di Excel. • Includi geometria: Importa le celle mantenendo le dimensioni che hanno in Excel. Deselezionate questa opzione per regolare la tabella di Excel e portarla alle dimensioni della tabella disegnata in QuarkXPress. • Includi fogli stile: Importa gli stili applicati al testo e definiti nella finestra di dialogo Formati (menu Stile) di Excel. Potete risolvere eventuali conflitti che potrebbero sorgere con i fogli stile di Excel importati nello stesso modo in cui risolvereste conflitti con i fogli stile di Word.<br /> <br /> 11 Fate clic su OK per creare una tabella dai dati di Excel. I dati di Excel vengono importati in QuarkXPress nel modo seguente: • I bordi vengono mappati agli stili di linea di QuarkXPress, se possibile; in caso contrario, i bordi vengono importati come linee ininterrotte, con uno spessore di 1 punto. • Gli stili di sottolineatura Singola, Doppia, Totale e Totale doppia vengono convertiti nello stile Sottolineato. • I valori di rotazione delle celle vengono mantenuti. • I link ipertestuali vengono importati e visualizzati nella palette Link ipertestuali (menu Finestra). • Le celle unificate vengono importate come celle abbinate della tabella. • Eventuali formule e riferimenti non vengono importati. I valori finali che risultano da formule e riferimenti vengono invece importati. • Le immagini inserite non vengono importate. • Il testo a cui è stato applicato Filtro automatico o Filtro avanzato (Dati Þ Filtro) viene importato come testo statico.<br /> <br /> 160<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> CREAZIONE DI TABELLE<br /> <br /> INCOLLATURA DELLE TABELLE DI EXCEL Un modo rapido per creare una tabella dai dati Excel, senza dover collegare la tabella d’origine ai progetti QuarkXPress per gli aggiornamenti, è di copiare e incollare. Passate quindi semplicemente a QuarkXPress e scegliete Comp./Modifica Þ Incolla. QuarkXPress crea una tabella appropriata per la data e inserisce il testo. La tabella rifletterà la geometria della tabella Excel. IMPORTAZIONI DI GRAFICI EXCEL Se avete grafici o immagini creati tramite Inserisci Þ Grafico o Inserisci Þ Immagine in Excel che volete utilizzare in un layout di QuarkXPress, potete importare questi grafici o immagini nello stesso modo in cui importate altre immagini. Per fare ciò, utilizzate il riquadro Grafico della finestra di dialogo Importa immagine (menu Archivio/File) di QuarkXPress. I grafici e le immagini importate da Excel sono gestibili dal nella scheda Immagini della finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilità), esattamente come tutte le altre immagini.<br /> <br /> AGGIUNTA DI TESTO E IMMAGINI ALLA TABELLA Nel vostro lavoro con le tabelle, potete considerare la cella della tabella come una finestra di testo o una finestra immagine. Ciascuna finestra possiede un contenuto, ossia un testo che potrebbe essere o non essere collegato alla cella successiva, o potrebbe essere un’immagine singola o potrebbe non essere nulla (potrebbe essere ad esempio soltanto una sfumatura). Potete quindi aggiungere un contenuto alle tabelle così come potete aggiungere un contenuto alle finestre, ossia digitando un testo, importando un testo o importando delle immagini. AGGIUNTA DI UN TESTO ALLE CELLE DI UNA TABELLA Potete aggiungere un testo alle celle di una tabella in due modi diversi: digitando il testo nelle celle o importando il testo nelle celle collegate. (Potete anche importare un testo nelle singole celle, sebbene questo richiederebbe molto più tempo.) Per iniziare, utilizzate lo strumento Contenuto e fate clic su una cella: • Iniziate a digitare per immettere il testo manualmente. Quando avete immesso tutto il testo necessario in una cella, premete Control+Tab per spostarvi alla cella successiva oppure premete Control+Maiusc+Tab per ritornare alla cella precedente. • Scegliete Archivio/File per importare il testo. Se avete selezionato Collega le celle nella finestra di dialogo Proprietà della tabella o se avete collegato le celle con lo strumento Collegamento, il testo importato scorrerà lungo le celle in base all’Ordine di collegamento specificato.<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> |<br /> <br /> 161<br /> <br /> AGGIUNTA DI TESTO E IMMAGINI ALLA TABELLA<br /> <br /> Come con le finestre di testo collegate, il testo riempirà ogni cella collegata prima di spostarsi alla cella successiva. Potreste aver bisogno di utilizzare il carattere Colonna successiva (tasto Invio per Windows e Enter per Mac OS del tastierino numerico) per portare il testo alla cella collegata successiva. Se state lavorando con un testo delimitato, ad esempio con tabulazioni tra le colonne e con ritorni a capo delle righe, importate il testo in una finestra di testo e utilizzate Converti testo in tabella (menu Tabella) anziché importare il testo in una tabella già completata.<br /> <br /> L’importazione di un testo nelle celle collegate di una tabella è analogo all’importazione di un testo in finestre di testo collegate. Come con le finestre di testo collegate, le frecce indicano l’ordine di collegamento delle celle. IMPORTAZIONE DI IMMAGINI NELLE CELLE DI UNA TABELLA Quando create una tabella, la finestra di dialogo Proprietà della tabella offre l’opzione di creare delle Celle di immagine. Sebbene questo tipo di celle siano pratiche nel caso di tabelle con celle contenenti un’immagine, questo non è uno scenario tipico. È molto più probabile che la vostra tabella inizi con delle celle di testo e continui con celle di immagine. La conversione di celle di testo in celle immagine è analoga alla conversione di una finestra di testo in una finestra immagine. Selezionate tutte le celle che volete convertire e scegliete Oggetti Þ Contenuto Þ Immagine. Potete importare e formattare le immagini nelle celle di una tabella nello stesso modo in cui importereste immagini in finestre di immagine. Selezionate per prima cosa la cella di immagine con lo strumento Contenuto e utilizzate quindi la finestra di dialogo Importa immagine (menu Archivio/File) per importare l’immagine. Per formattare l’immagine, utilizzate il nella scheda Immagini della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti), il menu Stile e la palette Effetti immagine (menu Finestra). Oltre ad importare immagini, potete incollare un’immagine a bassa risoluzione nella cella selezionata di una tabella.<br /> <br /> 162<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> AGGIUNTA DI TESTO E IMMAGINI ALLA TABELLA<br /> <br /> L’utilizzo sia delle celle del testo che delle celle immagine di una tabella, facilita la creazione di grafici e di cataloghi. UTILIZZO DI UN’IMMAGINE COME SFONDO DELLA TABELLA Per utilizzare un’immagine come sfondo di un’intera tabella, collocate la tabella davanti alla finestra immagine contenente l’immagine. Affinché l’immagine possa essere visibile attraverso la tabella, le celle devono essere trasparenti. Nell’area Colore del riquadro Celle (Oggetti Þ Modifica), scegliete Nessuno o immettete un valore di Opacità inferiore a 100% per le celle selezionate.<br /> <br /> MODIFICA E FORMATTAZIONE DEL TESTO DI UNA TABELLA La gestione di un testo nelle tabelle è analoga alla gestione di un testo nelle finestre. L’unica differenza consiste nella navigazione tra le celle e nel sistema di selezione del testo nelle celle. Quando si lavora con tabelle importate da Excel, potete automaticamente applicare le modifiche apportate in Excel semplicemente aggiornando la tabella. MODIFICA DEL TESTO DI UNA TABELLA Due fattori importanti da tenere presente quando si vogliono apportare modifiche a un testo contenuto di una tabella, sono il sistema di navigazione tra le celle e il sistema di selezione del testo per la formattazione. Come sempre, quando si lavora con un testo, dovete per prima cosa selezionare lo strumento Contenuto. La navigazione tra le celle di una tabella funziona nel modo seguente: • Fate clic sulla cella in cui volete immettere o importare un testo. • Premete Control+Tab per spostarvi alla cella successiva. • Premete Control+Masiuc+Tab per ritornare alla cella precedente. • Premete i tasti a freccia per spostarvi lungo il testo di una cella e per spostarvi da una cella all’altra.<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> |<br /> <br /> 163<br /> <br /> MODIFICA E FORMATTAZIONE DEL TESTO DI UNA TABELLA<br /> <br /> Per immettere un carattere di tabulazione in una cella di testo, premete Tab. Per immettere una tabulazione di rientro a destra, premete Option+Tab/ Maiusc+Tab. Se dovete allineare dei numeri contenuti in una tabella sul numero decimale o su un altro tipo di carattere, potete inserire le tabulazioni in ogni cella della tabella e quindi specificare i fermi di tabulazione necessari con Allinea su (Stile Þ Tab). Per selezionare un testo contenuto nelle celle, procedete come segue: • Per selezionare il testo di una cella, trascinate all’interno della cella. • Fate clic due volte per selezionare una parola, tre volte per selezionare una riga e quattro volte per selezionare un paragrafo. • Per selezionare l’intero testo di una cella o quello di celle collegate, fate clic cinque volte oppure scegliete Comp./Modifica Þ Seleziona tutto. Per selezionare il testo di righe o colonne, procedete come segue: • Per selezionare tutto il testo di una riga, fate clic esternamente al bordo destro o sinistro della tabella.<br /> <br /> Quando vi trovate al di fuori del contorno di una tabella, il puntatore si converte in una freccia e potete quindi selezionare un’intera riga o un’intera colonna. • Per selezionare tutto il testo di una colonna, fate clic esternamente al bordo superiore o inferiore della tabella. • Per selezionare tutto il testo distribuito su svariate righe o colonne, trascinate lungo il bordo della tabella. • Per selezionare un testo su righe o in colonne non adiacenti, premete Maiusc + fate clic sulle righe o sulle colonne specifiche. • Per selezionare un testo distribuito su varie righe o colonne, utilizzate le opzioni nel sottomenu Seleziona del menu Tabella. Le opzioni includono Cella, Riga, Righe dispari, Righe pari, Colonna, Colonne dispari, Colonne pari, Tutte le celle, Righe dell’intestazione, Righe pié di pagina e Righe corpo del testo.<br /> <br /> 164<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> MODIFICA E FORMATTAZIONE DEL TESTO DI UNA TABELLA<br /> <br /> I comandi Seleziona del menu Tabella sono utili per applicare diversi tipi di formattazione a righe e colonne alternate.<br /> <br /> Il sottomenu Seleziona del menu Tabella offre opzioni per la selezione di diverse parti di una tabella. A destra del sottomenu, potete vedere i risultati di una scelta di Tabella Þ Seleziona Þ Righe pari. TAGLIA/COPIA E INCOLLA IL CONTENUTO DI UNA TABELLA Potete tagliare/copiare e incollare testo e immagini nelle celle di una tabella così come copiate e incollate normalmente altri contenuti. Per tagliare/copiare e incollare delle celle, procedete come segue: Selezionate le righe, colonne o celle utilizzando lo strumento Contenuto e quindi scegliete Comp./Modifica Þ Taglia oppure Comp./Modifica Þ Copia. Potete osservare quanto segue: • Si può copiare soltanto una cella immagine per volta. Se si selezionano molteplici celle immagine, i comandi Taglia, Copia e Incolla (menu Comp./Modifica) diventano disponibili. • Se copiate più celle di testo di quelle che possono essere contenute nella tabella o nelle celle di destinazione, le celle verranno incollate (utilizzando lo stesso ordine della tabella originale) da sinistra verso destra e dall’altro verso il basso fino a quando non riempiono l’area di incollatura. Le celle di testo rimanenti non verranno incollate. • Se selezionate delle celle con un contenuto misto (in altre parole alcune celle con immagini, alcune celle con testo e alcune celle con un contenuto di tipo Nessuno), i comandi Taglia, Copia e Incolla (Comp./Modifica) non saranno disponibili.<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> |<br /> <br /> 165<br /> <br /> MODIFICA E FORMATTAZIONE DEL TESTO DI UNA TABELLA<br /> <br /> COLLEGAMENTO DELLE CELLE DI UNA TABELLA Le celle della tabella possono essere collegate una all’altra esattamente come collegate le finestre di testo e i percorsi di testo. Quando le celle sono collegate, il testo che viene digitato, importato o incollato in una cella riempie la prima cella di testo della storia collegata e quindi scorre nella cella collegata successiva. Come con il testo nelle finestre collegate, il carattere Colonna successiva (tasto Enter in Mac OS e tasto Invia in Windows) aiuta a gestire lo scorrimento del testo nelle celle collegate. Oltre a collegare le celle della tabella tra di loro, potete collegare le celle a finestre di testo e a percorsi di testo e viceversa. Per collegare le celle di una tabella, potete procedere in diversi modi: • Per collegare tutte le celle di una tabella, selezionate Collega le celle dalla finestra di dialogo Proprietà della tabella, al momento della creazione della tabella. Potete anche specificare un Ordine di collegamento che potete in seguito modificare dal nella scheda Tabelle della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti).<br /> <br /> • Per collegare le celle di una tabella, scegliete Tabella Þ Collega le celle di testo. Tutte le celle della selezione devono essere vuote ad eccezione della prima. Così come con le finestre di testo e i percorsi, non potete applicare un collegamento a oggetti che contengono già un testo. • Per collegare manualmente le celle di una tabella, utilizzate lo strumento Collegamento. Così come con il collegamento delle finestre di testo, fate clic per selezionare la cella iniziale e fate quindi clic sulla cella che volete sia la cella successiva. Per ridefinire i collegamenti esistenti, premete il tasto Maiusc e fate clic con lo strumento Collegamento. Quando collegate delle celle manualmente, potete collegarle nell’ordine che preferite.<br /> <br /> Quando collegate manualmente delle celle di testo, potete saltare delle celle, collegarle in un ordine qualunque e collegarle ad oggetti esterni come ad esempio un percorso di testo.<br /> <br /> 166<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> MODIFICA E FORMATTAZIONE DEL TESTO DI UNA TABELLA<br /> <br /> • Per rompere il collegamento delle celle di una tabella, utilizzate lo strumento di Rottura del Collegamento e fate clic sull’estremità piatta della freccia situata tra le celle collegate. Quando rompete il collegamento delle celle, il testo rimanente riscorre nella prima cella della catena. Se il testo non può essere contenuto nella cella, viene visualizzato il simbolo di fuoriuscita del testo. • Per collegare le celle di una tabella e le finestre di testo o i percorsi di testo, utilizzate lo strumento di Collegamento. Se unificate delle celle di testo collegate (Tabella Þ Unisci celle), le celle unificate vengono rimosse dalla catena del testo; il resto dei collegamenti rimane inalterato. Se una cella unificata viene suddivisa (Tabella Þ Dividi la cella), i collegamenti vengono mantenuti e il testo scorre in base alle specifiche dell’Ordine di collegamento. FORMATTAZIONE DEL TESTO DI UNA TABELLA La procedura di formattazione del testo di una tabella è analoga alla procedura adottata per la formattazione di qualsiasi altro testo: selezionate il testo con lo strumento Contenuto e applicate le opzioni dal menu Stile, inclusi i fogli di stile del paragrafo e i fogli di stile del carattere. Per portare il testo nelle celle selezionate, utilizzate il nella scheda Testo della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetto).<br /> <br /> Il nella scheda Testo della finestra di dialogo Modifica per le tabelle (menu Oggetti) è analogo al riquadro Testo delle finestre di testo, ed offre controlli di Distanza testo/fin. e Allineamento verticale, ed altri ancora.<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> |<br /> <br /> 167<br /> <br /> MODIFICA E FORMATTAZIONE DEL TESTO DI UNA TABELLA<br /> <br /> AGGIORNAMENTO DI UNA TABELLA DI EXCEL Se importate una tabella da Excel utilizzando la funzionalità Collega alla tabella esterna della finestra di dialogo Proprietà della tabella, la tabella verrà gestita in modo analogo alle immagini. Questo accerta che veniate notificati nel caso la tabella d’origine venga modificata e che disponiate quindi dei dati più recenti della tabella quando siete pronti per l’output del layout, sia che si tratti di stamparlo, di raccogliere dati per la stampa, di salvare il file come PDF o di esportarlo in HTML. Per verificare lo stato di una tabella, scegliete Utilità Þ Uso e fate quindi clic sul nella scheda Tabelle.<br /> <br /> Il nella scheda Tabelle della finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilità) tiene traccia delle tabelle Excel importate e vi notifica se i dati d’origine sono stati modificati. Così come con le immagini, il nella scheda Tabelle elenca ciascun uso di una tabella del layout e ne visualizza lo stato come OK, Modificato o Mancante. Al contrario delle immagini, tuttavia, lo stato Mancante di una tabella non incide sul suo output. QuarkXPress stamperà la tabella esattamente come appare nel layout. Uno stato Modificato, tuttavia, potrebbe indicare che i dati della tabella sono stati modificati. In questo caso, se volete importare dei nuovi dati, selezionate un’istanza della tabella nella scheda Tabelle e fate clic su Aggiorna. Quando aggiornate, potete presumere che si verifichi quanto segue: • Se selezionate Includi formati della finestra di dialogo Collegamento tabella quando create la tabella, viene mantenuta l’intera formattazione del file Excel, inclusa l’aggiunta di righe per intestazioni e pié di pagina. • Se la struttura della tabella di Excel è stata modificata, come ad esempio mediante l’aggiunta o l’eliminazione di righe, le modifiche apportate alla struttura non verranno riflesse nella tabella aggiornata. Soltanto le celle della struttura della tabella originale verranno aggiornate. Se state utilizzando una tabella la cui struttura è stata modificata in Excel, potreste voler cancellare la tabella dal layout di QuarkXPress e importare nuovamente la tabella Excel modificata. • Se una cella è stata rimossa dal file Excel, viene reperito un valore nullo per quella cella nella tabella QuarkXPress.<br /> <br /> 168<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> MODIFICA E FORMATTAZIONE DEL TESTO DI UNA TABELLA<br /> <br /> • Gli attributi di testo o della geometria della tabella specificati in QuarkXPress potrebbero venire ignorati durante l’aggiornamento della tabella a seconda delle opzioni selezionate quando la tabella era stata inizialmente importata. In Windows, potete automaticamente aggiornare tutte le tabelle modificate nei layout quando aprite un progetto premendo Ctrl e facendo clic sul pulsante Apri della finestra di dialogo Apri (Archivio/File).<br /> <br /> FORMATTAZIONE DELLE TABELLE Così come con qualunque altro oggetto di QuarkXPress, le tabelle hanno la loro versione della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti) per la formattazione degli attributi della tabella. I riquadri disponibili nella finestra di dialogo Modifica dipendono dalle selezioni eseguite; ad esempio, potete selezionate l’intera tabella con lo strumento Oggetti, potete selezionare singole celle o gruppi di celle tramite lo strumento Contenuto o potete selezionare specifiche griglie, celle immagine o celle di testo. Le opzioni della palette Misurazione e della palette Colori riflettono le selezioni della tabella consentendovi di eseguire determinate regolazioni. Nella finestra di dialogo Modifica, le opzioni del nella scheda Circonda e del nella scheda Ombreggiatura sono le stesse per le tabelle come per gli altri oggetti. Questa sezione tratta degli attributi specifici delle tabelle. CORNICI DELLE TABELLE Quando selezionate un’intera tabella con lo strumento Oggetti, potete utilizzare il nella scheda Cornice della finestra di dialogo Modifica per specificare lo spessore della cornice, lo stile e il colore della linea e il colore dell’interspazio. Per i colori, potete specificare la sfumatura e l’opacità. Le cornici vengono sempre collocate al di fuori dei bordi della tabella.<br /> <br /> Il nella scheda Cornici della finestra di dialogo Modifica viene visualizzato quando un’intera tabella viene selezionata con lo strumento Oggetti. Potete utilizzare il nella scheda Cornice per contornare i bordi esterni di una tabella.<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> |<br /> <br /> 169<br /> <br /> FORMATTAZIONE DELLE TABELLE<br /> <br /> CREAZIONE DELLO SFONDO DI UNA TABELLA In QuarkXPress, l’intera tabella può avere una sfumatura o un colore specifici applicati allo sfondo. Potete tuttavia vedere questo sfondo solo se le singole celle della tabella hanno un colore impostato su Nessuno o su Opacità, con un valore inferiore a 100% che rende le celle trasparenti. In caso contrario, lo sfondo delle celle della tabella ha priorità sullo sfondo della tabella. Per specificare uno sfondo per la tabella selezionata, utilizzate il nella scheda Tabella della finestra di dialogo Modifica. Se volete usare un’immagine per lo sfondo di una tabella, portate la tabella sopra l’immagine e accertatevi che lo sfondo della tabella e le celle siano trasparenti.<br /> <br /> Il nella scheda Tabella è dove potete specificare la posizione, le dimensioni e lo sfondo di una tabella. SPECIFICA DELLA TRASPARENZA DI UNA TABELLA Potete alterare l’opacità di un’intera tabella, incluso sfondo, cornice, griglie e contenuto. Per fare questo, utilizzate il campo Opacità della tabella nella scheda riquadro Tabella della finestra di dialogo Modifica. Il valore di questa opacità verrà applicato oltre agli altri valori di opacità specificati per gli elementi e il contenuto della tabella come ad esempio sfondi, griglie, testo e immagini.<br /> <br /> 170<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> FORMATTAZIONE DELLE TABELLE<br /> <br /> FORMATTAZIONE DELLE GRIGLIE Le griglie sono le linee orizzontali poste tra le righe e le linee verticali poste tra le colonne. Le griglie possono venire formattate in diversi modi, ad esempio potete usare una griglia più spessa direttamente sotto la riga dell’intestazione della tabella. Una volta selezionate le griglie, potete utilizzare il nella scheda Griglie della finestra di dialogo Modifica per specificare stile, spessore, colore, interspazio, intensità e opacità della linea.<br /> <br /> 1 Per formattare le linee della griglia, selezionatele nel modo seguente: • Nel caso di una linea singola di griglia, fate clic su di essa con lo strumento Contenuto. • Nel caso di molteplici linee di griglia, premete il tasto Maiusc e fate clic su ogni linea della griglia. • Nel caso dell’intera tabella, ossia tutte le linee orizzontali e verticali della griglia, selezionate la tabella con lo strumento Oggetti. Potete quindi specificare una selezione nella finestra di dialogo Modifica. • Scegliete un’opzione dal sottomenu Seleziona del menu Tabella: Griglie orizzontali, griglie verticali, Bordo o Tutte le griglie.<br /> <br /> 2 Una volta selezionate le linee della griglia desiderate, scegliete Oggetti Þ Modifica e fate quindi clic sulla scheda Griglia.<br /> <br /> Il nella scheda Griglia della finestra di dialogo Modifica è dove potete specificare spessore, stile, colore ed altri attributi da applicare alla griglie selezionate.<br /> <br /> 3 Se nessuna griglia è selezionata nella tabella attiva, fate clic su uno dei pulsanti a destra dell’area Anteprima. Dall’alto verso il basso, i pulsanti selezionano Tutte le griglie, Griglie orizzontali o Griglie verticali.<br /> <br /> 4 Modificate i valori disponibili nella scheda Griglia della e utilizzando l’area Anteprima e il pulsante Applica valutate il risultato delle modifiche apportate. La palette Misure (menu Finestra) offre anche un riquadro per la formattazione delle griglie selezionate.<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> |<br /> <br /> 171<br /> <br /> FORMATTAZIONE DELLE TABELLE<br /> <br /> FORMATTAZIONE DI CELLE, RIGHE E COLONNE QuarkXPress offre controlli di precisione per la formattazione delle celle di una tabella. Per formattare una riga o una colonna, selezionate semplicemente tutte le celle di quella riga o di quella colonna. Per selezionate le celle da modificare, utilizzate lo strumento Contenuto per eseguire una delle operazioni seguenti: • Per selezionare una cella, fate clic su di essa. • Per selezionate tutte le celle di una tabella, fate clic su una cella e scegliete Tabella Þ Seleziona Þ Tutte le celle. • Per selezionare una riga o una colonna singola, puntate al di fuori del contorno della tabella fino a quando non viene visualizzata la freccia di selezione. Fate clic sulla freccia per selezionare quella riga o quella colonna. Potete anche scegliere Tabella Þ Seleziona Þ Riga o Tabella Þ Seleziona Þ Colonna. • Per selezionare svariate righe o colonne adiacenti, trascinate il puntatore a freccia lungo il bordo della tabella per estendere la selezione. • Per selezionare un testo in righe o colonne non adiacenti, premete Maiusc e fate clic sul puntatore a freccia. • Per selezionare un motivo di righe o colonne, scegliete un’opzione dal sottomenu Seleziona del menu Tabella: Righe dispari, Righe pari, Colonne dispari o Colonne pari. Se state lavorando con le righe dell’intestazione e le righe del pié di pagina di una tabella che si estende su diverse sezioni del layout, potete anche scegliere Righe dell’intestazione, Righe del pié di pagina o Righe corpo del testo.<br /> <br /> La selezione di un motivo di righe e di colonne semplifica l’applicazione di una formattazione alternata, come ad esempio un’ombreggiatura applicata a una colonna sì e una colonna no, per semplificare l’identificazione di determinati dati distribuiti in una tabella.<br /> <br /> Il sottomenu Seleziona del menu Tabella è dove potete selezionare un motivo di righe e di colonne come ad esempio Colonne pari.<br /> <br /> 172<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> FORMATTAZIONE DELLE TABELLE<br /> <br /> Quando le celle sono selezionate, potete usare il nella scheda Celle della finestra di dialogo Modifica per modificare lo sfondo di ogni cella. Utilizzate le aree Cella e Sfumatura per specificare un colore, una sfumatura e un’opacità per le celle. I colori e le sfumature di sfondo che applicate all’interno di una cella vengono sovrapposti allo sfondo specificato per la tabella. Ad esempio, se le celle sono trasparenti, potete vedere lo sfondo della tabella.<br /> <br /> Le aree Cella e Sfumatura del nella scheda Celle della finestra di dialogo Modifica è dove potete specificare un colore e una sfumatura per le celle selezionate.<br /> <br /> La palette Colori (menu Finestra) è un altro punto da cui potete applicare colori e sfumature di sfondo alle celle selezionate.<br /> <br /> REGOLAZIONE DELLE TABELLE La flessibilità delle tabelle QuarkXPress vi permette di modificare facilmente la sua posizione all’interno di una pagina, modificare il numero delle sue righe e colonne, la loro larghezza e altezza ed altro ancora. Potete unificare e dividere le celle come necessario per contenere vari dati, accertare che una tabella mantenga le stesse dimensioni e regolare automaticamente righe e colonne affinché contengano un determinato testo. POSIZIONAMENTO DELLE TABELLA IN UNA PAGINA Così come con altri oggetti, le tabelle possono essere spostate e ruotate con precisione o liberamente. Potete selezionare una tabella e immettere dei nuovi valori per Origine X, Origine Y, o Ruota nella scheda Classic della palette Misure o nella scheda Tabella della finestra di dialogo Modifica. Oppure potete riposizionare una tabella trascinandola con lo strumento Contenuto o con lo strumento Rotazione. Se la tabella su cui state lavorando è più grande di una pagina o di un documento disteso, vedere la sezione “Tabelle estese su più sezioni del layout” più avanti in questo capitolo.<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> |<br /> <br /> 173<br /> <br /> REGOLAZIONE DELLE TABELLE<br /> <br /> INSERIMENTO DI RIGHE O COLONNE Potete inserire righe e colonne in qualunque punto della tabella. Fate clic in una cella immediatamente sopra o sotto il punto dove volete aggiungere la nuova riga. Oppure fate clic a destra o a sinistra dl punto in cui volete aggiungere la nuova colonna. Scegliete quindi Tabella Þ Inserisce Þ Riga o Tabelle Þ Inserisci Þ Colonna. Nella finestra di dialogo Inserisci righe nella tabella o Inserisci colonne nella tabella visualizzata, immettete il numero di righe o di colonne da inserire. Per le righe, fate clic su Inserisci sopra la selezione o Inserisci sotto la selezione per specificare dove inserire le nuove righe; per le colonna fate clic su Inserisci a sinistra della selezione o Inserisci a destra della selezione. Se volete che le nuove righe o le nuove colonne abbiano gli stessi attributi, come ad esempio lo sfondo delle celle e la formattazione della griglia, delle righe e delle colonne selezionate, selezionate Mantieni gli attributi. Se state lavorando con celle collegate, potete usare lo strumento Collegamento per ridefinire i collegamenti verso e dalle nuove celle. Così come con il collegamento delle finestre di testo, utilizzate Maiusc. e fate clic per ridefinire i collegamenti.<br /> <br /> Aggiungete righe adiacenti alla selezione corrente utilizzando la finestra di dialogo Inserisci righe della tabella.<br /> <br /> Se Mantieni la geometria è selezionata nel menu Tabella, le dimensioni delle colonne o delle righe esistenti vengono ridotte per contenere le righe o colonne inserite. Se Mantieni la geometria non è selezionata, la tabella si allarga o si allunga, come necessario. ELIMINAZIONE DI RIGHE O COLONNE Così come con l’inserimento, potete eliminare a piacere righe o colonne dalla tabella. Questa azione eliminerà testo o immagini contenuti nelle celle interessate a meno che queste celle non siano collegate ad altre celle che rimangono nella tabella. Non potete eliminare singole celle da una tabella in quanto ciò altererebbe la geometria della tabella. Per selezionare righe o colonne da eliminare, trascinate il puntatore della freccia sopra il bordo di una tabella e premete quindi Maiusc e fate clic sul puntatore<br /> <br /> 174<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> REGOLAZIONE DELLE TABELLE<br /> <br /> a freccia o utilizzate i comandi del sottomenu Seleziona del menu Tabella (come ad esempio, Righe dispari). Scegliete quindi Tabella Þ Elimina Þ Riga o Tabelle Þ Elimina Þ Colonna. Se Mantieni la geometria è selezionata nel menu Tabella, le dimensioni delle colonne o delle righe esistenti vengono aumentate per riempire lo spazio delle righe o colonne eliminate. Se Mantiene la geometria non è selezionata, la tabella si restringe, come necessario. UNIFICAZIONE DELLE CELLE Potete unificare una selezione rettangolare di celle adiacenti di una tabella, incluso intere righe o colonne, in una singola cella. Ad esempio, potreste definire che l’intestazione di una tabella si estenda su tre celle piuttosto che una. Se riunite delle celle di testo collegate, il testo scorrerà nelle celle rimanenti. Se unificate delle celle non collegate contenenti testo o immagini, il contenuto della cella superiore-sinistra della selezione, viene mantenuto per la cella unificata. Per unificare delle celle, premete il tasto Maiusc e fate clic su una selezione rettangolare di celle con lo strumento Contenuto. Scegliete Tabella Þ Unisci celle. Per riportare le celle unificate al loro stato originale, in modo da farle corrispondere alle altre celle della tabella, selezionate le celle unificate e scegliete quindi Tabella Þ Dividi le celle.<br /> <br /> In questa tabella, le quattro celle superiori sono state unificate per creare una singola cella per l’intestazione della tabella. MANTENIMENTO DELLA GEOMETRIA DELLA TABELLA Quando inserite o eliminate righe o colonne, potete determinare se le modifiche devono incidere sulla larghezza e altezza dell’intera tabella. Per impedire che la larghezza e l’altezza di una tabella vengano alterate, selezionate la tabella e quindi Mantieni la geometria nel menu Tabella o nella scheda Tabella della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti). Quando Mantieni la geometria è selezionato, le righe e le colonne all’interno della tabella vengono ridimensionate proporzionalmente per accomodare le modifiche. Quando Mantieni la geometria è deselezionato, la tabella diventa più grande o più piccola mano a mano che le righe e le colonne cambiano.<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> |<br /> <br /> 175<br /> <br /> REGOLAZIONE DELLE TABELLE<br /> <br /> REGOLAZIONE AUTOMATICA DI RIGHE E COLONNE PER IL CONTENIMENTO DEL TESTO Se state digitando o importando un testo dentro le celle, potreste volere che le celle si espandano automaticamente per contenere tutto il testo digitato. La funzionalità di Contenim. autom. vi consente di specificare questa azione per le righe o le colonne selezionate o per l’intera tabella. Quando applicate Conten. autom. le dimensioni delle celle aumentano se si aggiunge un testo o se si aumentano le dimensioni font del testo; le celle non si riducono se un testo viene eliminato o se le dimensioni delle font vengono ridotte. Per specificare il Conten. autom., procedete come segue: • Quando create una tabella con lo strumento Tabelle, potete attivare Conten. autom. selezionando Righe e/o Colonne nell’area Conten. autom. della finestra di dialogo Proprietà della tabella. • Nel caso di una tabella esistente, potete attivare Conten. autom. per le righe e le colonne selezionate o per l’intera tabella. Per fare questo, scegliete Oggetti Þ Modifica Þ il riquadro Celle. Nell’area Larghezza e/o Altezza, selezionate Conten. autom. • Quando Conten. autom. è selezionato, potete immettere dei valori nei campi Massimo per l’Altezza delle righe e nel campo Larghezza per le colonne. Una volta che le celle sono state automaticamente ridimensionate alla loro massima altezza e larghezza, il testo potrebbe fuoriuscire. • Se selezionate Conten. autom. sia per le righe che per le colonne, la larghezza delle colonne viene alterata per prima. La larghezza delle celle aumenta al suo valore massimo e quindi aumenta l’altezza delle celle.<br /> <br /> Nelle aree Larghezza e Altezza del nella scheda Celle potete selezionare Conten. autom. e specificare il limite Massimo di espansione delle colonne o delle righe. Ogni volta che volete modificare il funzionamento di Conten. autom. potete cambiare le impostazioni di Conten. autom. o quelle di Massimo nelle aree Altezza e Larghezza del nella scheda Celle (Oggetti Þ Modifica).<br /> <br /> 176<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> REGOLAZIONE DELLE TABELLE<br /> <br /> Se state lavorando sulle celle collegate, il testo che non può essere contenuto in una cella verrà fatto scorrere nella cella collegata successiva evitando quindi un ridimensionamento della cella eseguito da Conten. autom. RIDIMENSIONAMENTO NUMERICO DI TABELLE, RIGHE E COLONNE Potete ridimensionare in modo esatto tabelle, righe e colonne specificando altezza e larghezza esattamente come fareste con gli altri oggetti. Ad esempio, se avete ridimensionato manualmente diverse colonne di una tabella e volete riportare tutte le colonne alla stessa larghezza, potete farlo automaticamente. Per immettere un valore di Altezza e di Larghezza per la tabella selezionata, utilizzate il nella scheda Tabella della finestra di dialogo Modifica. Le colonne e le righe possono venire ridimensionate in base alle nuove dimensioni della tabella. Per ridimensionare le righe e le colonne selezionate, utilizzate i controlli del riquadro Celle della finestra di dialogo Modifica, nel modo seguente:<br /> <br /> 1 Selezionate le righe o le colonne che volete ridimensionare. 2 Scegliete Oggetti Þ Modifica Þ il nella scheda Celle. • Per specificare una dimensione fissa per le righe e per le colonne selezionate, immettete un valore nel campo Altezza e nel campo Larghezza. • Per creare righe o colonne delle stesse dimensioni che possano venire contenute nell’area selezionata, fate clic su Distribuito uniform.<br /> <br /> 3 Fate clic su Applica per confermare le modifiche e fate quindi clic su OK. RIDIMENSIONAMENTO MANUALE DI TABELLE, RIGHE E COLONNE Come per gli altri oggetti di QuarkXPress, potete trascinare per ridimensionare righe, colonne e tabella. Per ridimensionare una riga o una tabella, fate clic sulla griglia fino a visualizzare il puntatore di ridimensionamento. Trascinate il puntatore verso il basso o verso l’alto per ridimensionare una riga e verso destra e verso sinistra per ridimensionare una colonna. Per ridimensionare un’intera tabella, premete i comandi da tastiera indicati di seguito, mentre trascinate una maniglia di ridimensionamento.<br /> <br /> Potete trascinare le griglie per modificare la larghezza delle colonne (come mostrato nell’illustrazione qui sopra) e per modificare l’altezza delle righe.<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> |<br /> <br /> 177<br /> <br /> REGOLAZIONE DELLE TABELLE<br /> <br /> EFFETTI SULLA TABELLA<br /> <br /> COMANDO IN MAC OS<br /> <br /> COMANDO IN WINDOWS<br /> <br /> Contenuto ridimensionato insieme alle celle<br /> <br /> Tasto Mela<br /> <br /> Ctrl<br /> <br /> Tabella forzata a un quadrato<br /> <br /> Maiusc<br /> <br /> Maiusc<br /> <br /> Celle e contenuto ridimensionati mantenendone le proporzioni<br /> <br /> Tasto Mela+Option+Maiusc<br /> <br /> Ctrl+Alt+Maiusc<br /> <br /> CONVERSIONE DI TABELLE IN TESTO Se dovete esportare i dati correnti da una tabella, ad esempio per salvare i dati come un file Word, potete convertire i dati in un testo. Il testo viene copiato esternamente alla tabella e posto in una finestra di testo delle stesse dimensioni della tabella. Quando convertite una tabella, potete scegliere i caratteri di separazione da porre tra le colonne e le righe dei dati che costituivano la tabella nonché specificare l’ordine in cui i dati devono venire estratti. Per convertire una tabella in un testo:<br /> <br /> 1 Utilizzate lo strumento Oggetti o lo strumento Contenuto e selezionate una tabella.<br /> <br /> 2 Scegliete Tabella Þ Converti la tabella Þ In testo per visualizzare la finestra di dialogo Converti la tabella in testo.<br /> <br /> La finestra di dialogo Converti tabella in testo (menu Tabella) vi consente di esportare i dati in una nuova finestra di testo.<br /> <br /> 3 Scegliete un’opzione dal menu a discesa Specifica separazione colonne per specificare il carattere inserito tra le colonne (solitamente il carattere di tabulazione).<br /> <br /> 4 Scegliete un’opzione dal menu a discesa Specifica separazione righe per specificare il carattere inserito alla fine di ogni riga (solitamente il carattere di ritorno a capo).<br /> <br /> 178<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> REGOLAZIONE DELLE TABELLE<br /> <br /> 5 Scegliete un’opzione dal menu a discesa Ordine di estrazione del testo per specificare l’ordine in cui il testo deve venire estratto dalla tabella (l’impostazione di default è Da sinistra a destra, Dall’alto in basso).<br /> <br /> 6 Per eliminare la tabella dopo averla convertita in testo, selezionate Elimina tabella. Se volete conservare la tabella nel layout, deselezionate questa opzione.<br /> <br /> 7 Fate clic su OK per convertire la tabella in testo. Viene creata una finestra di testo contenente il testo convertito, a una determinata distanza dalla tabella originale.<br /> <br /> UTILIZZO DELLE TABELLE E DEI GRUPPI Per motivi di flessibilità, potete raggruppare delle tabelle con altri oggetti usando il comando Gruppo (menu Oggetti). Potete inoltre decomporre una tabella convertendo le sue celle in una serie di finestre di testo e di finestre immagine raggruppate, o entrambe. Questo metodo vi consente di separare gli elementi di una tabella e di utilizzare questi elementi in un’altra sezione del layout. Per ottenere ciò, selezionate una tabella e scegliete Tabella Þ Converti tabelle Þ In gruppo. Per lavorare su singole finestre, scegliete Oggetti Þ Separa.<br /> <br /> Dopo aver convertito una tabella in un gruppo, potete separare gli oggetti e lavorare con essi individualmente.<br /> <br /> Per conservare una tabella ma riutilizzare parti della stessa in altre sezioni del layout, usate l’opzione Duplica (menu Oggetti) per duplicare prima l’intera tabella e quindi per convertire il duplicato in un gruppo.<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> |<br /> <br /> 179<br /> <br /> UTILIZZO DELLE TABELLE E DEI GRUPPI<br /> <br /> TABELLE ESTESE IN VARIE SEZIONI DEL LAYOUT Poiché le tabelle non possono essere sempre contenute in una pagina o in un documento disteso, o nello spazio disponibile di un particolare design, le tabelle possono estendersi automaticamente in altre sezioni del layout. Quando le tabelle si estendono su diverse pagine, potreste aver bisogno di una legenda che spieghi il contenuto della tabella. Potete aggiungere una legenda in forma di righe di intestazione e di pié di pagina, automaticamente create e sincronizzate. SPECIFICA DELLA DIVISIONE DI UNA TABELLA Per continuare la tabella in un’altra sezione del layout, potete specificare un punto di divisione specifico. Il punto di divisione della tabella rappresenta le dimensioni massime che la tabella può raggiungere prima che venga divisa in due tabelle distinte e collegate. Nelle tabelle estese in varie sezioni, qualsiasi modifica apportata alla tabella, come ad esempio l’inserimento di colonne, viene riflessa lungo l’intera tabella. Per creare un’istanza di tabella che si estenda in varie sezioni, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Selezionate una tabella. 2 Scegliete Tabella Þ Divisione tabella per visualizzare la finestra di dialogo Divisione tabella.<br /> <br /> La finestra di dialogo Divisione tabella (menu Tabella) è dove specificate le dimensioni massime che una tabella può raggiungere prima di venir suddivisa in molteplici tabelle.<br /> <br /> 3 Selezionate Larghezza per dividere la tabella quando la sua larghezza supera il valore immesso nell’apposito campo. Per default, la larghezza corrente della tabella viene visualizzata nel campo Larghezza; la riduzione di questo valore comporterà la divisione della tabella.<br /> <br /> 4 Selezionate Altezza per dividere la tabella quando la sua altezza supera il valore immesso nell’apposito campo. Per default, l’altezza corrente della tabella viene visualizzata nel campo Altezza; la riduzione di questo valore comporterà la divisione della tabella.<br /> <br /> 5 Fate clic su OK. Se l’altezza o la larghezza della tabella rientra nei criteri di Divisione della tabella, la tabella viene separata in due o più tabelle collegate. Potete portare le parti divise della tabella in altre sezioni del layout. Se la tabella rientra nei criteri di Divisione della tabella, potrebbe venire suddivisa in un secondo tempo quando la regolate modificandone le dimensioni o inserendovi delle nuove righe o colonne.<br /> <br /> 180<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> UTILIZZO DELLE TABELLE E DEI GRUPPI<br /> <br /> Il programma della tournée è alto circa 18 cm. Se dividiamo la tabella a circa 6 cm, otteniamo tre istanze della tabella. La funzionalità della divisione della tabella funziona in modo bidirezionale: fa continuare la tabella, utilizzando sottotabelle, se necessario, nel caso la tabella diventi più larga e unifica le tabelle, se necessario, nel caso la tabella diventi più piccola. SEPARAZIONE DI TABELLE ESTESE E CREAZIONE DI TABELLE DISTINTE Potete spezzare il collegamento definito per tabelle estese su varie sezioni del layout in modo che ciascuna tabella diventi un’entità distinta. Ciò impedisce che delle modifiche apportate a una parte della tabella vengano applicate alle istanze delle pagine successive. Per rompere i collegamenti di una tabella, selezionate un’istanza della tabella estesa e scegliete Tabella Þ Crea tabelle separate. Tutti i “segmenti” della tabella estesa su diverse sezioni del layout vengono convertiti in tabelle separate, indipendenti una dall’altra. AGGIUNTA DI RIGHE DI INTESTAZIONE E DI PIÉ DI PAGINA A UNA TABELLA Se una tabella si estende in diverse sezioni del layout, potrebbe essere utile duplicare eventuali righe di intestazione o di pié di pagina utilizzate come descrizione dei dati contenuti nella tabella. Potete specificare che le righe di intestazione e di pié di pagina vengano ripetute automaticamente nelle istanze della tabella poste in altre sezioni del layout. Ancor meglio, le righe di intestazione e di pié di pagina possono venire automaticamente sincronizzate in modo che ogni modifica apportata al testo venga riprodotta in tutte le istanze della tabella estesa nelle varie sezioni del layout. Per specificare righe di intestazione e di pié di pagina di una tabella, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Selezionate una tabella. 2 Accertatevi che l’Altezza sia stata selezionata nella finestra di dialogo Divisione tabella. (menu Tabella)In caso contrario, non potete specificare righe di intestazione e di pié di pagina automatiche.<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> |<br /> <br /> 181<br /> <br /> UTILIZZO DELLE TABELLE E DEI GRUPPI<br /> <br /> 3 Selezionate la prima riga della tabella e scegliete Tabella Þ Ripeti come intestazione per specificare che la prima riga debba costituire una riga di intestazione automatica. Potete anche selezionare molteplici righe in cima ad una tabella in modo che vengano duplicate come intestazione.<br /> <br /> 4 Selezionate l’ultima riga della tabella e scegliete Tabella Þ Ripeti come pié di pagina per specificare che l’ultima riga debba costituire la riga di pié di pagina automatica. Potete selezionare anche in questo caso molteplici righe come pié di pagina. Potete deselezionare in qualsiasi momento l’opzione Ripeti come intestazione o Ripeti come pié di pagina dal menu Tabella per rimuovere le righe di intestazione o di pié di pagina dalla tabella estesa su varie sezioni del layout.<br /> <br /> In questa tabella estesa, le prime due righe, l’intestazione della tabella e le intestazioni delle colonne, vengono duplicate come righe di intestazione nelle istanze successive della tabella.<br /> <br /> Se si aggiungono automaticamente righe di intestazione e di pié di pagina, le righe rimanenti della tabella vengono considerate “righe del corpo della tabella”. Le opzioni del sottomenu Seleziona del menu Tabella vi consente di selezionare tutte le Righe dell’intestazione, Righe del pié di pagina e Righe corpo della colonna.<br /> <br /> 182<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> UTILIZZO DEI MENU CONTESTUALI CON LE TABELLE<br /> <br /> UTILIZZO DEI MENU CONTESTUALI CON LE TABELLE Se utilizzate i menu contestuali, a cui si può accedere premendo Control+facendo clic/o facendo clic con il pulsante destro del mouse in qualsiasi punto dell’oggetto, avrete disponibili i menu contestuali per le tabelle. In pratica, potete accedere a qualsiasi tipo di formattazione della tabella, delle celle e delle griglie tramite la finestra di dialogo Modifica. Il menu contestuale costituisce un sottogruppo del menu Tabella.<br /> <br /> CAPITOLO 6: TABELLE<br /> <br /> |<br /> <br /> 183<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS<br /> <br /> Capitolo 7: Job Jackets La funzionalità Job Jackets di rappresenta un passo rivoluzionario per il pre-flight in quanto dà la certezza che un lavoro di stampa aderisca alle sue specifiche dal momento della sua creazione e che continui ad aderire a tali specifiche fino al momento in cui esce dalle presse di stampa. Job Jackets estende il concetto di imposizione delle specifiche a un lavoro di stampa oltre la sfera dell’utente singolo, associando progetti a specifiche di design dinamicamente aggiornabili che includono tutti gli elementi necessari, dai fogli di stile e colori alle dimensioni e numeri di pagine, consentendo in tal modo ai gruppi di lavoro di mantenere uniformità tra progetti correlati anche quando le specifiche vengono modificate.<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS I Job Jackets conseguono due obiettivi fondamentali: • Consentono in fase di definizione del progetto di creare specifiche dettagliate per layout di stampa e i layout Web. • Consentono al grafico responsabile del layout di creare progetti e layout utilizzando specifiche già definite, condividerle con altri responsabili del layout nonché verificare che un layout segua le specifiche assegnate. I Job Jackets sono stati realizzati in quanto la creazione e la realizzazione di un layout e il suo invio alla stampa possono costituire un processo estremamente complesso. Consideriamo ad esempio alcune delle difficoltà che il creatore del layout di stampa deve affrontare quotidianamente. Diverse presse di stampa dispongono di svariate funzionalità e le applicazioni moderne del layout della pagina devono essere sufficientemente versatili per poter supportare tutte queste funzionalità. Ne consegue che le cose possono andare in modo diverso dal previsto specialmente quando si considera la possibilità di inevitabili errori umani. Alcuni esempi pratici potrebbero essere: • Un grafico di layout potrebbe usare colori o importare immagini grafiche in un layout che non possono venire riprodotte accuratamente dalla pressa di stampa a cui sono destinati.<br /> <br /> 184<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS<br /> <br /> • Un documento che si prevedeva fosse di 100 pagine, viene inviato alla stampa con un totale di 112 pagine. • Un progetto potrebbe venire inviato al dispositivo di stampa senza i necessari file grafici o font. • Un layout con un testo in un colore piatto potrebbe venire inviato a una pressa di stampa a quattro colori, risultando di conseguenza illeggibile. • Le impostazioni della gestione del colore potrebbero venire erroneamente impostate per il dispositivo di uscita, causando risultati indesiderati. Una comunicazione inadeguata, specifiche ambigue e semplicemente errori in cui si può facilmente incorrere, possono essere la causa di regolazioni da apportare in fase di stampa o possono addirittura comportare il ritorno del lavoro al grafico di layout in modo che questi possa risolvere i problemi di stampa emersi, con il rischio di superare il budget stanziato o di superare i tempi di esecuzione previsti. Lavori di stampa complessi comportano ancora più possibilità di errore e il costo di tali errori sale in misura proporzionale. Problemi simili possono esistere anche per i creatori di layout Web. Ad esempio, come si può mantenere uniformità di design nell’ambito di un grande sito Web quando 10 o 12 grafici di layout producono simultaneamente pagine per il sito? Come è possibile verificare che tutti stiano usando gli stessi colori, stili e impostazioni di font e che stiano osservando le stessi dimensioni di schermo? E che cosa accade quando viene richiesta una modifica stilistica da apportare globalmente? Per risolvere alcune di queste problematiche, Quark ha implementato la funzionalità “Raccolta dati per la stampa”. E intere applicazioni sono state sviluppate nell’ambito del “preflight” del layout, ossia verifiche eseguite automaticamente per accertare che un layout sia conforme ai requisiti di output e di stampa in funzione delle presse a cui è destinato. Sebbene Raccolta dati per la stampa e procedure di preflight siano ottimi strumenti per la verifica di un job (o lavoro) dopo che è stato completato, non sono sicuramente in grado di prevenire la creazione di un progetto che risulterà non stampabile o che verrà stampato in modo incorretto. L’obiettivo principale della funzionalità Job Jackets è di consentire una verifica che il layout soddisfi tutti i requisiti definiti, dal momento della sua creazione fino a quando non raggiunge il formato finale, sia che si tratti di un documento stampato, o di una pagina in formato HTML o XML/XSL, un PDF o qualsiasi altro formato di output supportato da QuarkXPress.<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 185<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS<br /> <br /> CHE COSA SONO I JOB JACKETS? Da un punto di vista tecnico, i Job Jackets sono strutture XML che includono specifiche e regole per la creazione e la verifica dei layout QuarkXPress. Da un punto di vista concettuale, la struttura di un Job Jackets può essere paragonata a una cartella contenente “job tickets”che descrivono vari tipi di progetto e di layout, oltre a contenere altri tipi di dati. I Job Jackets sono basati sull’ultima versione dello schema JDF (Job Definition Format). JDF è uno standard basato su XML, sviluppato e mantenuto dal CIP4 (International Cooperation for the Integration of Processes in Prepress, Press and Postpress Organization). JDF intende standardizzare il processo di avanzamento di un lavoro di stampa lungo le varie fasi di stampa, dal layout al pre-press, alla stampa, fino a ritaglio, rilegatura e consegna. JDF è supportato da una gran varietà di dispositivi e costituisce un ottimo metodo per introdurre automatizzazione in un workflow di produzione di stampa. Oltre a consentirvi di regolare le specifiche definite in QuarkXPress, Job Jackets vi consente anche di definire valori per varie altre specifiche supportate da JDF, come ad esempio impostazioni di rilegatura. Quando inviate un layout per l’output, avete la possibilità di includere i dati JDF del layout in modo che i sistemi che entrano in azione successivamente possano utilizzare quei dati a scopo informativo e di automazione. Inoltre, poiché le specifiche di Job Jackets sono estensibili, gli sviluppatori di sistemi compatibili con JDF possono incorporare le loro impostazioni, specifiche di una data implementazione, in Job Jackets prima di trasmettere i Job Jackets alla prima fase del ciclo, ossia al grafico responsabile del layout. Queste impostazioni possono essere preservate nel file Job Jackets e utilizzate da software XTensions, da applicazioni abilitate per JDF o da altri sistemi, per automatizzare e semplificare una gran varietà di processi. Job Jackets può inoltre agevolare la collaborazione nell’ambito di un workgroup. Svariati grafici responsabili del layout che lavorano su dei layout che condividono lo stesso set di specifiche, possono associare i loro progetti a un file Job Jackets condiviso, in modo che se un grafico di layout apporta una modifica ad esempio ad un foglio stile, la stessa modifica viene automaticamente propagata agli altri grafici di layout. I Job Jackets sono strumenti potenti e di conseguenza complessi. Questo capitolo inizia con una spiegazione dei concetti di base di Job Jackets, senza analizzare in dettaglio l’interfaccia utente, e prosegue quindi con una spiegazione su come si può accedere e come si possono usare i vari componenti che costituiscono i Job Jackets. LA STRUTTURA DEI JOB JACKETS Come accennato sopra, i Job Jackets sono strutture XML contenenti specifiche e regole. Questa sezione descrive il modo in cui queste specifiche e regole vengono organizzate nei Job Jackets.<br /> <br /> 186<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS<br /> <br /> RISORSE Job Jackets contiene delle Risorse che includono quanto segue:<br /> <br /> 1 Risorse a livello di progetto: Elementi applicabili a un particolare progetto, come ad esempio fogli stile, colori, stili di output e impostazioni di gestione del colore.<br /> <br /> 2 Risorse a livello di layout: Elementi applicabili a un particolare layout, come ad esempio: • Specifiche di layout: Impostazioni che possono essere utilizzate per assegnare a un layout particolari dimensioni, orientamento e così via. • Specifiche di output: Impostazioni che possono venire utilizzate per configurare un progetto in modo che il suo output venga eseguito correttamente su un determinato dispositivo. • Regole e set di regole: Prove che possono essere condotte per valutare la conformità di un layout alle specifiche definite. In aggiunta alle Risorse descritte sopra, Job Jackets può contenere una serie di risorse informative, tra cui: • Descrizione del job: Questa categoria include il numero del job (o lavoro), revisione, istruzioni, note e parole chiave. • Contatti: Informazioni su come contattare le persone che hanno definito i job e altre persone associate al job. L’aggiunta di contatti può semplificare la ricerca della persona più indicata a risolvere un problema che potrebbe verificarsi. JOB TICKET Le Risorse del Job Jackets sono organizzate in uno o più Job Ticket. Ciascun Job Ticket contiene un set di Risorse particolari che possono venire applicate a un progetto QuarkXPress. Nell’ambito di un Job Ticket, le Risorse sono raggruppate come segue:<br /> <br /> 1 Impostazioni del progetto: Un set di Risorse a livello progetto che possono venire applicate a un singolo progetto. Le impostazioni di un progetto includono elementi come fogli di stile, colori, stili di output e impostazioni per la gestione del colore. Ciascun Job Ticket contiene un set di impostazioni per il progetto.<br /> <br /> 2 Definizioni di layout: Svariati set di Risorse a livello di layout, ciascuno dei quali può essere applicato a un singolo layout. Ciascun Job Ticket può contenere nessuna o diverse definizioni applicabili al layout. Ciascuna definizione di layout può includere quanto segue: • Specificazioni di layout (dimensioni pagine, orientamento, e così via) • Nessuna o diverse specifiche di output (configurazioni per un particolare dispositivo di output)<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 187<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS<br /> <br /> • Nessuno o diversi set di regole (per la verifica del layout) • Un tipo di media di destinazione (stampa o Web) • Impostazioni per la gestione del colore (Impostazioni d’origine e Impostazioni di output) • Specifiche di revisione (Output di prova e Intento della prova) • Risorse informative (descrizione, descrizione del job e istruzioni) Struttura del Job Jackets Fogli di stile<br /> <br /> Job Ticket<br /> <br /> Colori<br /> <br /> Impostazioni del progetto<br /> <br /> Specifiche di layout Definizione di layout 1 Specifiche di output<br /> <br /> Regola 1 Regola 2 Regola 3 Regola 4<br /> <br /> Set di regole 1<br /> <br /> Definizione di layout 2<br /> <br /> Set di regole 2<br /> <br /> Le Risorse vengono definite e archiviate nella struttura del Job Jackets. Il Job Ticket contiene un set di impostazioni del progetto per un particolare tipo di definizioni del progetto e del layout, applicabili a nessuno o a diversi layout. Tenete presente che le definizioni delle Risorse non “vivono” nel Job Ticket; i Job Ticket si riferiscono o “puntano” alle definizioni delle Risorse che vivono nella struttura del Job Jackets. JOB TICKET E MODELLI DEI JOB TICKET Sono disponibili tre tipi di Job Ticket: • Il modello del Job Ticket è sostanzialmente un Job Ticket “master”. In un certo senso, il modello del Job Ticket è simile a una pagina master o a un file modello di QuarkXPress. • Un Job Ticket attivo è la copia di un modello del Job Ticket associato a un particolare progetto. • Un Job Ticket differito è la copia di un modello del Job Ticket che era stato associato a un progetto ma non è più associato a quel progetto (ad esempio, se il progetto è stato chiuso senza essere stato salvato).<br /> <br /> 188<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS<br /> <br /> Job Jackets file Job Ticket attivo Modello del Job Ticket<br /> <br /> Progetto 1 Layout 1 Layout 2<br /> <br /> Job Ticket differito<br /> <br /> Layout 3<br /> <br /> Il file Job Jackets può contenere dei modelli di Job Ticket (contenenti definizioni per i Job Ticket), Job Ticket attivi (ossia associati a un particolare progetto) e differiti (ossia che erano stati associati a un progetto ma non sono più associati a quel progetto). Ciascun modello di un Job Ticket può essere utilizzato per generare dei Job Ticket per uno o più progetti. Ogni Job Ticket può essere applicato a un solo progetto. Quando un Job Ticket viene applicato a un progetto, le Risorse di quel Job Ticket diventano disponibili nel progetto (ad esempio, il progetto eredita tutte le definizioni relative a colore, fogli di stile e layout elencate nel Job Ticket). Sono disponibili due modalità di applicazione di un Job Ticket a un progetto: • Quando create il progetto, scegliete Archivio/File Þ Nuovo Þ Progetto dal Ticket e selezionate quindi un modello di Job Ticket. QuarkXPress copia le informazioni contenute nel modello del Job Ticket in un nuovo Job Ticket per il nuovo progetto. Il nuovo progetto contiene automaticamente un layout pre-configurato per ciascuna definizione di layout contenuta nel modello del Job Ticket, oltre alle impostazioni del progetto definite nel modello del Job Ticket.<br /> <br /> • Create o aprite un progetto esistente e scegliete quindi Archivio/File Þ Job Jackets Þ Collega il progetto e selezionate un modello di Job Ticket. QuarkXPress copia le informazioni contenute nel modello del Job Ticket in un nuovo Job Ticket per questo particolare progetto. Il progetto acquisisce tutte le impostazioni del progetto definite nel modello del Job Ticket e viene creato un nuovo layout pre-configurato per ciascuna definizione di layout inclusa nel modello del Job Ticket.<br /> <br /> Il Job Ticket non mantiene alcun collegamento con il modello del Job Ticket dal quale era stato creato. Le modifiche apportate al modello del Job Ticket d’origine non vengono propagate ai Job Ticket esistenti.<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 189<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS<br /> <br /> JOB JACKETS COLLEGATI E INCORPORATI Ciascun progetto QuarkXPress è associato a una struttura di un Job Jackets. La struttura del Job Jackets di un progetto può venire incorporata nel progetto o può venire memorizzata in un file XML di Job Jackets nel file system locale. Il percorso di una struttura del Job Jackets di un progetto è determinato dal metodo usato per creare il progetto; per ulteriori informazioni, vedere “Applicazione di un modello di Job Ticket a un progetto”. File Job Jackets collegati File Job Jackets Modello del Job Ticket<br /> <br /> Job Ticket<br /> <br /> Progetto 1 Layout 1 Layout 2 Layout 3<br /> <br /> Struttura incorporata del Job Jackets Progetto 1 Struttura incorporata del Job Jackets Modello del Job Ticket<br /> <br /> Job Ticket<br /> <br /> Layout 1 Layout 2 Layout 3<br /> <br /> La struttura di un Job Jackets può esistere in un file XML, nel file system, oppure può venire incorporato nel file del progetto. Per impostazione di default, i file Job Jackets vengono memorizzati nel percorso specificato nel riquadro Job Jackets della finestra di dialogo Preferenze (“QuarkXPress/menu Modifica”) Potete tuttavia memorizzare i file Job Jackets nel percorso preferito. Ad esempio, se un file Job Jackets è condiviso tra diversi grafici di layout (vedere “Condivisione dei Job Jackets” più avanti in questo capitolo) potreste decidere di inserire quel file Job Jackets in un server di file a cui chiunque può accedere tramite la rete. Per modificare il percorso di default dove sono memorizzati i Job Jackets, andate al riquadro Job Jackets della finestra di dialogo Preferenze (“QuarkXPress/menu Modifica”), fate clic su Seleziona il percorso, fate clic sul pulsante Seleziona e navigate alla directory di destinazione. JOB JACKETS CONDIVISI La struttura incorporata di un Job Jackets può essere utilizzata soltanto in un progetto, ossia nel progetto in cui è incorporata. Ma un file Job Jackets autonomo, può essere condiviso da più di un progetto. (Più precisamente, un file Job Jackets condiviso dispone di definizioni delle Risorse utilizzabili da più di un progetto.)<br /> <br /> 190<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS<br /> <br /> Progetto 1 Layout 1<br /> <br /> File Job Jackets condiviso Job Ticket 1<br /> <br /> Job Ticket 2<br /> <br /> Layout 2 Layout 3<br /> <br /> Progetto 2 Layout 1 Layout 2<br /> <br /> Risorse condivise<br /> <br /> Layout 3<br /> <br /> Un file Job Jackets condiviso consente a molteplici progetti di condividere le Risorse. Quando due progetti condividono un file Job Jackets, possono sincronizzare qualsiasi Risorsa contenuta in entrambi i loro Job Ticket. Se ad esempio il responsabile del Progetto 1 modifica una definizione di colore che esiste in entrambi i Job Ticket, questa definizione del colore può venire automaticamente aggiornata nel progetto 2. Per ulteriori informazioni sui Job Jackets condivisi, vedere “Collaborazione con i Job Jackets condivisi”. WORKFLOW DI ESEMPIO DI UN JOB JACKETS Questa sezione descrive il workflow di un Job Jackets a titolo esemplificativo. Tenete presente che questo non soltanto è un workflow possibile, ma è anche un esempio che intende illustrare come i Job Jackets vanno utilizzati. Vengono adottate le seguenti definizioni: • Definitore del progetto: La persona che conosce i dettagli di stampa del progetto, ad esempio, il numero di pagine, le dimensioni, i colori, e così via. • Esperto di output: La persona che sa come un lavoro di stampa deve essere creato e configurato per una stampa corretta nella pressa di stampa di destinazione. • Grafico di layout: La persona che crea il layout in QuarkXPress. Il workflow del Job Jackets è il seguente:<br /> <br /> 1 L’esperto di output e il definitore del progetto collaborano nella definizione delle specifiche di output e delle regole più appropriate per un lavoro di stampa (o per una serie di lavori di stampa correlati), come ad esempio dimensioni della carta, numero di pagine, colori, impostazioni di trapping, fogli stile, spessore delle linee e spazi cromatici validi per le immagini importate.<br /> <br /> 2 Il definitore del progetto usa queste specifiche e regole per creare un modello di Job Ticket in un file Job Jackets. Il modello del Job Ticket descrive un particolare progetto e può includere diverse specifiche e regole per ciascun layout in quel progetto (supponiamo che soltanto un layout sia stato definito nel modello del Job Ticket). Quando il file Job Jackets è completo, il definitore del progetto passa il file al grafico di layout.<br /> <br /> 3 Il grafico di layout crea un progetto dal modello del Job Ticket utilizzando il<br /> <br /> comando Archivio/File Þ Nuovo Þ Progetto dal Ticket. QuarkXPress crea automaticamente un Job Ticket dal modello del Job Ticket e associa il Job Ticket<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 191<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS<br /> <br /> al progetto. QuarkXPress legge il Job Ticket e inserisce automaticamente tutte le Risorse del Job Ticket nel progetto (come ad esempio colori, fogli di stile e impostazioni sulla gestione del colore). QuarkXPress crea automaticamente i layout definiti nel Job Ticket.<br /> <br /> 4 Utilizzando il Job Ticket come una serie di linee guida, il grafico di layout cos-<br /> <br /> truisce il layout. Periodicamente il grafico di layout sceglie Archivio/File Þ Job Jackets Þ Valuta il layout per accertarsi di rimanere entro le linee guida definite nel Job Ticket. Durante questa verifica, una finestra di dialogo consente al grafico di identificare e di navigare agli elementi di design che sono in violazione delle regole definite nel Job Ticket. Ciò consente al grafico di layout di risolvere problemi non appena si verificano anziché scoprirli in fase di pre-press.<br /> <br /> 5 Quando il layout è completo, il grafico lo invia all’output tramite uno dei vari metodi disponibili, tra cui stampa diretta, Raccolta dati per la stampa o esportazione in PDF o PDF/X. Se il Job Jackets include Specifiche di output, queste Specifiche di output possono venire utilizzate per inviare il job a un output in formati specifici e con impostazioni specifiche. Poiché il layout è stato sviluppato entro le specifiche definite nel modello del Job Ticket, il layout è presumibilmente corretto quando arriva alle presse di stampa. VANTAGGI DEL JOB JACKETS Job Jackets offre numerosi vantaggi, tra cui: • Poiché i requisiti del job vengono codificati all’inizio del progetto, vengono preservati anche se il job viene completato da qualcuno che non prevedeva di lavorare su quel progetto. • Se è necessario apportare modifiche dopo che il grafico di layout ha già iniziato a lavorare su un progetto, è possibile apportarle al Job Ticket del progetto. Il grafico di layout può quindi semplicemente usare il comando Archivio/File Þ Job Jackets Þ Valuta il layout per verificare se una delle modifiche hanno un impatto sul suo lavoro. • Se più di un grafico di layout sta lavorando su progetti correlati, si può collocare un file Job Jackets che descrive questi progetti in un percorso condiviso su rete a cui tutti i grafici di layout possono accedere simultaneamente quando ne hanno bisogno. Se un grafico di layout aggiorna una Risorsa del progetto su cui sta lavorando, questo aggiornamento può venire applicato agli altri progetti che utilizzano lo stesso file Job Jackets. • I provider di output possono creare proattivamente dei Job Jackets che descrivono le funzionalità delle loro presse di stampa, inclusi i profili di gestione del colore, e possono consegnare questi Job Jackets a qualsiasi grafico di layout che intenda stampare su quelle presse di stampa. Anche se l’intero job non è catturato in un Job Jackets, il grafico di layout può almeno evitare che si verifichino alcuni degli inconvenienti più frequenti, utilizzando le impostazioni d’origine, impostazioni di output e specifiche di output preparate dal provider di output.<br /> <br /> 192<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS<br /> <br /> JOB JACKETS IN AZIONE Questa sezione illustra le operazioni di un progetto d’esempio che utilizza la funzionalità Job Jackets. Non preoccupatevi se alcuni dettagli non sono facilmente comprensibili; verranno infatti descritti più estesamente nelle sezioni successive del capitolo. Questa sezione intende dare soltanto un’idea generale dei vantaggi che derivano dall’uso di Job Jackets. Giulia ha deciso di inviare un notiziario bimensile ai suoi clienti, con la descrizione delle nuove chitarre in vendita nel suo negozio. Giulia decide che il notiziario dovrà avere quattro pagine e che verrà stampato su carta pesante, in quattro colori e con fotografie di alta qualità. Per essere certa che il notiziario soddisfi i più alti standard dei suoi clienti, Giulia seleziona personalmente una tipografia che gode di un’ottima reputazione. Per risparmiare, decide di creare lei stessa il design. Avendo sentito storie orrende dai suoi amici sul costo strabiliante di errori che potrebbero verificarsi nella stampa a 4 colori, Giulia chiede direttamente alla tipografia se dispone di un Job Jackets che può utilizzare per essere certa di creare correttamente il suo layout in QuarkXPress. La tipografia non sa nulla dei Job Jackets, ma quando Giulia spiega la loro funzione, il tipografo realizza immediatamente che è suo interesse utilizzarli. “Sono interessato a qualsiasi strumento che possa impedire ai miei clienti di inviarmi un lavoro che non è possibile stampare” sostiene il tipografo. Giulia e il tipografo discutono a fondo del progetto e decidono insieme la pressa di stampa più adatta per quel lavoro. Il tipografo contatta quindi il costruttore della pressa di stampa e scopre che il costruttore possiede un file Job Jackets che la tipografia può scaricare dal suo sito Web. Il file Job Jackets contiene delle regole che aiutano il grafico di layout nella creazione di un layout stampabile, tra cui un profilo di output per la gestione del colore, una specifica dei colori piatti non supportati, l’indicazione della risoluzione minima per i file di immagine e un limite di dimensioni del layout di 11" x 17" o inferiori. Il tipografo aggiunge le sue informazioni di contatto al file Job Jackets e invia quindi il file via e-mail a Giulia. Giulia modifica il file Job Jackets adattandolo ai requisiti del suo progetto mediante l’aggiunta di specifiche relative alle dimensioni della pagina, all’orientamento, al numero di pagine e ai colori. Per essere certa di non usare in qualche punto del progetto la font sbagliata, Giulia aggiunge delle regole che specificano le font da utilizzare. Per finire, raggruppa tutte le specifiche rilevanti in un modello di Job Ticket all’interno del file Job Jackets.<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 193<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS<br /> <br /> Quando Giulia è pronta a creare il notiziario, lancia semplicemente QuarkXPress e sceglie Archivio/File Þ Nuovo Þ Progetto dal Ticket e utilizza il modello di Job Ticket appena creato. Una volta completato il primo numero del notiziario, Giulia sceglie Archivio/File Þ Job Jackets Þ Valuta il layout e QuarkXPress segnala dove riscontra dei problemi, consentendo così a Giulia di risolvere tutte le istanze di font errate, immagini grafiche con colori cromatici non supportati o altri tipi di problemi. Terminata anche questa operazione, invia il progetto al tipografo il quale a sua volta lo invia per l’ouptut utilizzando le Specifiche di output incluse nel file di Job Jackets e quindi alla pressa di stampa senza preoccuparsi dell’esistenza di eventuali problemi. Con il passare del tempo, l’attività di Giulia continua a crescere. Giulia non ha più tempo di occuparsi direttamente del notiziario e assume quindi un grafico di layout, Andrea, che sarà incaricato di preparare il notiziario. Giulia consegna ad Andrea il file Job Jackets contenente il modello del Job Jackets che ha definito e usato, e istruisce Andrea di utilizzarlo quando crea il notiziario, accertandosi in questo modo che se Andrea non dovesse aver capito alcune istruzioni verbali, Job Jackets lo aiuterà ad evitare errori, come ad esempio creare un notiziario di otto pagine anziché quattro. Con la crescita del business, Giulia considera la possibilità di creare un altro notiziario, più specializzato, da inviare periodicamente ai suoi clienti della fascia più alta. Insieme ad Andrea, Giulia crea un altro Job Ticket da includere nel file Job Jackets che contiene il primo notiziario in modo da mantenere gli stessi criteri definiti per la pressa di stampa che verrà utilizzata e per mantenere uniformità di design con regole di colori e di font applicate al primo notiziario. Mano a mano che il business continua a crescere, Giulia decide di esplorare alcune funzionalità di automatizzazione acquisibili in sistemi che supportano lo standard JDF. Nel frattempo il tipografo ha modernizzato il suo workflow ed è ora in grado di creare un sistema quasi completamente automatizzato di stampa e post-stampa. Quando è pronto ad includere dati JDF nel suo workflow, incorpora i campi JDF necessari a contenere questi dati anche nel suo Job Jackets. Grazie a questa procedura, il tipografo consente ai suoi clienti di specificare, direttamente in QuarkXPress, determinati requisiti, come ad esempio specifiche di rilegatura e quindi di trasferire a lui questi dati in un file JDF di output automaticamente generato. Andrea è particolarmente coinvolto nella funzionalità Job Jackets, dopo tutto non è creativamente interessante come le nuove funzionalità di trasparenza, ma il tipografo, Giulia e lui stesso trarranno un enorme beneficio da un workflow lineare ed efficiente che la funzionalità Job Jackets consente di acquisire.<br /> <br /> 194<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB JACKETS<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB JACKETS Come descritto prima, i dati di Job Jackets vengono memorizzati in formato XML. QuarkXPress offre tuttavia un’interfaccia globale che consente di creare e di modificare il file Job Jackets. Le sezioni che seguono descrivono in dettaglio l’interfaccia utente di Job Jackets. MODALITÀ DI BASE E MODALITÀ AVANZATA La finestra di dialogo Manager di Job Jackets (Utilità Þ Manager di Job Jackets) offre un’interfaccia unificata dove il definitore del progetto può creare e configurare Job Jackets e i componenti che lo costituiscono. Come impostazione di default, la finestra di dialogo Manager di Job Jackets mostra i Job Jackets nella cartella Job Jackets (vedere “Percorso dei file Job Jackets”) inclusi i Job Jackets associati ai progetti attualmente aperti. Se un progetto è attivo, viene visualizzato in grassetto e con un asterisco. La finestra di dialogo Manager di Job Jackets offre due modalità: • La modalità di base è rivolta ai grafici di layout e ai definitori del progetto, che non hanno bisogno di utilizzare le funzionalità avanzate JDF di Job Jackets. La modalità di base offre tutti i comandi necessari a creare, gestire e condividere i Job Jackets. • La modalità avanzata è rivolta agli amministratori di produzione che vogliono utilizzare le funzionalità JDF per automatizzare e integrare parte del loro workflow. La modalità avanzata utilizza un’interfaccia utente diversa che consente di accedere a tutte le funzionalità della modalità di base oltre che a tutte le Risorse, come ad esempio regole e risorse specifiche di JDF, come nel caso di specifiche per la rilegatura. Per utilizzare la modalità avanzata, aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità) e fate clic sul pulsante Impostazioni avanzate. Per ritornare alla modalità di base, fare clic sul pulsante Impostazioni di base.<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 195<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB JACKETS<br /> <br /> La finestra di dialogo Manager di Job Jackets (Utilità Þ Manager di Job Jackets) consente al definitore di un progetto di lavorare con Job Jackets e con i suoi componenti. Questa finestra di dialogo offre una modalità di base (a sinistra) e una modalità avanzata (a destra). In questo capitolo, le sezioni che trattano soltanto della modalità avanzata hanno i titoli che terminano con “modalità avanzata”, mentre le sezioni che trattano soltanto della modalità di base, hanno i titoli che terminano con “modalità di base”. Le operazioni relative all’uso della modalità di base rispetto a quelle relative alla modalità avanzata, vengono considerate separatamente nelle sezioni che seguono. Si consiglia di cercare di raggiungere i propri obiettivi utilizzando prima la modalità di base e passando alla modalità avanzata soltanto se si ritiene di non poter acquisire gli obiettivi prefissati con la modalità di base. CREAZIONE DEI JOB JACKETS Prima di tutto, quando e perché il definitore di un progetto crea un nuovo file Job Jackets? Non c’è una risposta unica a questo tipo di domanda: se volete, potete infatti raccogliere tutti i Job Ticket creati per i vostri lavori di stampa, in un unico file Job Jackets. Esistono tuttavia alcuni principi da tenere presente quando si vogliono mantenere dei Job Jackets separati. • Se volete creare una serie di lavori di stampa che condividano le stesse Risorse (come ad esempio colori, fogli di stile, impostazioni di trap, impostazioni di gestione del colore, dimensioni carta, ecc.) potrebbe essere utile creare un unico file Job Jackets che raccoglie tutti questi lavori di stampa. Ma se fate parte, ad esempio, di uno studio grafico che serve una serie di clienti diversi ognuno dei quali ha la propria identità visiva, potrebbe essere più indicato creare un Job Jackets per ciascun cliente.<br /> <br /> 196<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB JACKETS<br /> <br /> • Se avete alle vostre dipendenze un gruppo di grafici di layout e volete essere certi che ogni grafico che lavora su un particolare progetto (come ad esempio una campagna promozionale), utilizzi le stesse Risorse, potrebbe essere utile creare un file Job Jackets e un modello di Job Ticket contenenti queste Risorse e richiedere a tutti i grafici di layout di condividere lo stesso file Job Jackets. • Se lavorate in una tipografia e disponete di una pressa di stampa particolare con requisiti specifici, potrebbe essere utile creare un file Job Jackets che catturi i requisiti della pressa di stampa da passare ai vostri clienti (evitando errori derivati da una mancata conoscenza dei requisiti della pressa di stampa). È anche possibile poter a volte scaricare direttamente dal costruttore della vostra pressa di stampa, un file Job Jackets con i requisiti di stampa già specificati. CREAZIONE DI UN FILE JOB JACKETS: MODALITÀ DI BASE Per creare un file Job Jackets usando la modalità di base, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (Utilità Þ Manager di Job Jackets).<br /> <br /> 2 Se nella finestra di dialogo viene visualizzato più di un elenco, fate clic su Impostazioni di base per aprire il riquadro di base.<br /> <br /> 3 Fate clic sul pulsante Nuovo Job Jackets<br /> <br /> . Viene visualizzata la finestra di<br /> <br /> dialogo Nuovo Job Jackets.<br /> <br /> 4 Immettete un nome per il file Job Jackets nel campo Nome. Poiché il file Job Jackets intende includere modelli di Job Ticket per una serie di progetti correlati, scegliete un nome che descriva tutti i progetti che volete basare su questo file Job Jackets. Ad esempio, se questo file Job Jackets verrà utilizzato per creare tutti i progetti Big Loud Guitar di Giulia, potete immettere il nome “Job Jackets di Giulia”.<br /> <br /> 5 Se volete che molteplici utenti condividano questo file Job Jackets, selezionate Condividi questo Jacket. Se non selezionate questa casella di selezione, il file Job Jackets verrà incorporato al progetto attivo (se esiste). Tenete presente che se non condividete il file Job Jackets adesso, potete condividerlo in seguito utilizzando la finestra di dialogo Impostazione di collaborazione (menu Archivio/File). Vedere “Collaborazione con Job Jackets condivisi” più avanti in questo capitolo.<br /> <br /> 6 Se avete selezionato Condividi questo Jacket come descritto al punto precedente, specificate dove volete archiviare il file Job Jackets scegliendo un’opzione dal menu a discesa Salva in: • Per utilizzare il percorso di default (vedere Job Jackets collegati e incorporati), scegliete Cartella Jacket di default. • Per archiviare il file Job Jackets nella stessa cartella del progetto attivo, scegliete Cartella del progetto. • Per archiviare in un altro percorso il file Job Jackets condiviso, scegliete Altri e navigate alla directory di destinazione (come ad esempio un volume su rete disponibile a tutti i grafici di layout).<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 197<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB JACKETS<br /> <br /> 7 Fate clic su Impostazioni per visualizzare le schede Tickets, Impostazioni di stile, Contatti e Specifiche di layout.<br /> <br /> La finestra di dialogo Nuovo Job Jackets consente di aggiungere Risorse a un file Job Jackets nuovo.<br /> <br /> 8 Utilizzate la scheda Tickets per aggiungere i modelli dei Job Ticket al file Job Jackets. Per ulteriori informazioni, vedere “Creazione di un modello di Job Ticket: modalità di base.”<br /> <br /> 9 Utilizzate la scheda Impostazioni di stile per aggiungere Risorse al file Job Jackets. Potete aggiungere delle Risorse a livello di progetto, da una varietà di fonti e utilizzando l’opzione Aggiungi da. • Per aggiungere Risorse dai valori di default dell’applicazione, fare clic su Applicazione. • Per aggiungere delle Risorse da un file del progetto o da un altro file Job Jackets, fate clic su Altri e fate quindi clic su Seleziona e navigate al file di destinazione. Per copiare delle Risorse nel template del Job Ticket, usate i tre elenchi visualizzati nell’area inferiore della finestra di dialogo. Scegliete un tipo di risorsa dal primo elenco e quindi scegliete delle risorse specifiche dal secondo elenco e fate clic sul pulsante per copiare queste risorse nel terzo elenco (che visualizza le risorse di questo tipo nel modello del Job Ticket).<br /> <br /> 198<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB JACKETS<br /> <br /> Per eliminare delle Risorse da un file Job Jackets, scegliete un tipo di risorsa dal primo elenco e scegliete quindi delle risorse specifiche nel terzo elenco e fate clic sul pulsante Elimina.<br /> <br /> 10 I Contatti facilitano le persone che stanno lavorando sullo stesso file QuarkXPress di rivolgersi al definitore del progetto se si verificano dei problemi. Per aggiungere informazioni di contatto al file Job Jackets, fate clic sulla scheda Contatti e quindi sul pulsante Nuova voce per aggiungere un contatto. Fate clic sul pulsante di espansione adiacente al nuovo contatto per aprire i relativi campi e quindi immettere i dettagli necessari in ciascun campo.<br /> <br /> 11 Le Specifiche di layout vi consentono di definire attributi come le dimensioni della pagina e il conteggio delle pagine necessari per la generazione del layout. Per aggiungere le Specifiche di layout al file Job Jackets, fate clic sulla scheda per aggiungere le Specifiche di layout e quindi sul pulsante Nuova voce nuove Specifiche di layout. Fate clic sul pulsante di espansione adiacente alle Specifiche di layout nuove per aprire i relativi campi e quindi immettere i necessari dettagli in ciascun campo.<br /> <br /> 12 Fate clic su OK. CREAZIONE DI UN FILE JOB JACKETS: MODALITÀ AVANZATA Per creare un file Job Jackets usando la modalità avanzata:<br /> <br /> 1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità). 2 Se nella finestra di dialogo viene visualizzato soltanto un elenco, fate clic su Impostazioni avanzate per aprire il riquadro avanzato.<br /> <br /> 3 Fate clic sul pulsante Nuovo Job Jackets<br /> <br /> . Viene visualizzata la finestra di<br /> <br /> dialogo Nuovo Job Jackets.<br /> <br /> 4 Immettete un nome per il file Job Jackets, navigate alla directory di destinazione e fate clic su Salva. Se volete consentire a molteplici grafici di layout di accedere allo stesso file Job Jackets, potrebbe essere utile scegliere una directory dalla quale tutti i grafici di layout possono accedere al file Job Jackets tramite rete.<br /> <br /> 5 Aggiungete le Risorse al file Job Jackets, come descritto nella sezione successiva. AGGIUNTA DI RISORSE A UN FILE JOB JACKETS: MODALITÀ AVANZATA La procedura descritta di seguito è utile se volete creare un file Job Jackets utilizzando le risorse di un progetto esistente. Ad esempio, se possedete la copia di un dépliant creato l’anno scorso e volete utilizzare tutti i fogli stile, colori, ecc. di quel progetto in un nuovo file Job Jackets, potete adottare questa procedura. Potete usare questa procedura anche per copiare le risorse da un file Job Jackets a un altro.<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 199<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB JACKETS<br /> <br /> Per aggiungere delle risorse a un Job Jackets usando la modalità avanzata, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità). 2 Se nella finestra di dialogo viene visualizzato soltanto un elenco, fate clic su Impostazioni avanzate per aprire il riquadro avanzato.<br /> <br /> 3 Specificate da dove volete copiare le Risorse: • Per copiare le Risorse da una struttura del Job Jackets, da un modello di Job Ticket o da un Job Ticket, selezionate l’origine dall’elenco a sinistra. • Per copiare le risorse da un progetto aperto, selezionate il progetto dall’elenco a sinistra. • Per copiare le risorse dalle impostazioni di default dell’applicazione, fate clic sul pulsante Carica risorse applicazione .<br /> <br /> 4 Selezionate una categoria di risorse nell’elenco in alto a destra. 5 Trascinate e copiate delle singole risorse dall’elenco in basso a destra sull’icona del Job Jackets di destinazione nell’elenco a sinistra. Potete anche trascinare le risorse in un Job Ticket o in un progetto. Per informazioni su come modificare la posizione delle risorse in un Job Ticket, vedere “Specifiche sul percorso delle risorse: modalità avanzata.”<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB TICKET Il Job Ticket consiste in una serie di risorse (specifiche e regole) che può essere applicata a uno o a più progetti QuarkXPress. Ciascun Job Ticket ha un nome e viene memorizzato nella struttura di un determinato Job Jackets. Il Job Ticket contiene risorse applicabili a livello di progetto (come ad esempio colori, fogli di stile e impostazioni di gestione del colore) e risorse applicabili a livello di layout (come ad esempio specifiche di layout e definizioni di layout). Sono disponibili tre tipi di Job Ticket: • Il modello di un Job Ticket è sostanzialmente un Job Ticket “master”. In un certo senso, il modello di un Job Ticket è simile alla pagina master o a un file modello di QuarkXPress. • Il Job Ticket attivo è la copia di un modello di Job Ticket associato a un particolare progetto. • Il Job Ticket differito è la copia di un modello di Job Ticket che era stato associato a un progetto ma non è più associato a quel progetto (ad esempio, se il progetto è stato chiuso senza essere stato salvato).<br /> <br /> 200<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB TICKET<br /> <br /> CREAZIONE DI UN MODELLO DI JOB TICKET Prima di tutto, quando e perché il definitore di un progetto crea un modello di Job Ticket? Ecco alcune linee guide al proposito: • Se avete un lavoro di stampa ricorrente, come un notiziario o una rivista, è utile creare un modello di Job Ticket per quel lavoro. • Se prevedete di creare diversi tipi di layout (come ad esempio un poster, una cartolina, un sito Web e una presentazione in Flash) e tutti questi progetti fanno parte della stessa campagna pubblicitaria, potrebbe essere utile creare un modello di Job Ticket per ciascun layout e memorizzare tutti i modelli in un singolo file Job Jackets. In questo modo, tutti i layout condividono gli stessi fogli stile, colori e così via • Se disponete di un formato standard utilizzato da una serie di persone, come ad esempio il formato di un avviso pubblicitario, un modello di Job Ticket potrebbe essere utile per aiutare i vostri clienti a costruire i loro avvisi pubblicitari in base alle guide linea da voi definite. • Se un gruppo di grafici di layout deve essere certo che tutti i partecipanti al gruppo utilizzino gli stessi fogli di stile, colori o altre risorse, e per mantenere queste risorse sincronizzate tra i vari grafici di layout nel caso una di queste risorse venga modificata, potrebbe essere utile archiviare le risorse in un modello di Job Ticket in modo che tutti i grafici di layout possano accedervi tramite un file Job Jackets condiviso. Questa metodologia può aiutarvi a rispettare gli standard di branding aziendale definiti per una grande organizzazione. CREAZIONE DI UN MODELLO DI JOB TICKET: MODALITÀ DI BASE Per aggiungere un modello di Job Ticket a una struttura del Job Jackets, utilizzando la modalità di base:<br /> <br /> 1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (Utilità Þ Manager di Job Jackets). Se nella finestra di dialogo viene visualizzato più di un elenco, fate clic su Impostazioni di base per aprire il riquadro di base.<br /> <br /> Potete creare dei modelli di Job Ticket nel riquadro di base della finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità).<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 201<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB TICKET<br /> <br /> 2 Selezionate la struttura del Job Jackets in cui volete inserire il modello di Job Ticket.<br /> <br /> 3 Fate clic sul pulsante Nuovo modello di Ticket . Viene visualizzata la finestra di dialogo Nuovo Job Ticket.<br /> <br /> Potete assegnare le risorse a un nuovo modello di Job Ticket dalla finestra di dialogo Nuovo Job Ticket.<br /> <br /> 4 Configurate il muovo modello di Job Ticket come descritto nella sezione “Utilizzo delle Risorse in un Job Ticket: modalità di base.” MODIFICA DI UN JOB TICKET: MODALITÀ DI BASE Potrebbe essere necessario dover modificare un Job Ticket attivo di un determinato progetto per diverse ragioni, tra cui le seguenti: • Se il progetto attivo contiene delle risorse che volete aggiungere alla struttura del Job Jackets, potete farlo aggiungendo queste risorse al Job Ticket attivo del progetto. (Se volete aggiungere una risorsa a un Job Ticket, questa risorsa viene automaticamente aggiunta al Job Ticket principale della struttura del Job Jackets.) • Se il Job Ticket attivo di un progetto attivo si trova nella struttura di un Job Jackets che contiene una risorsa di cui avete bisogno, ma tale risorsa non è al momento inclusa nel Job Ticket attivo, potete facilmente aggiungerla al Job Ticket attivo. Per modificare il Job Ticket attivo di un progetto, aprite il progetto e scegliete Archivio/File Þ Job Jackets Þ Modifica Job Jackets. Viene visualizzata la finestra di dialogo Modifica Job Ticket. Per informazioni su come utilizzare la finestra di dialogo Modifica Job Ticket, vedere “Utilizzo delle Risorse in un Job Ticket: modalità di base”.<br /> <br /> 202<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB TICKET<br /> <br /> UTILIZZO DELLE RISORSE CONTENUTE IN UN JOB TICKET: MODALITÀ DI BASE Questa sezione descrive come aggiungere e come eliminare le risorse incluse in un Job Ticket o in un modello di Job Ticket, utilizzando la finestra di dialogo Nuovo Job Ticket o Modifica Job Ticket. Queste due finestre di dialogo sono molto simili, eccetto per il fatto che la finestra di dialogo Modifica Job Ticket ha un aspetto leggermente diverso a seconda che si riferisca a un Job Ticket o un modello di Job Ticket.<br /> <br /> Potete aggiungere delle risorse a un modello di Job Ticket o a un Job Ticket tramite le finestre di dialogo Nuovo Job Ticket e Modifica Job Ticket. Per assegnare delle risorse tramite la finestra di dialogo Nuovo Job Ticket o Modifica Job Ticket, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Per aggiungere o eliminare delle risorse a livello di progetto, utilizzate i comandi della scheda Impostazioni di stile (per i modelli di Job Ticket) o della scheda Impostazioni del progetto (per i Job Ticket attivi o differiti). Potete aggiungere delle risorse a livello di progetto, da una varietà di fonti, utilizzando il menu a discesa Aggiungi da. • Per aggiungere delle risorse dalla struttura del Job Jackets da cui il Job Ticket dipende, scegliete Jacket corrente. • Per aggiungere delle risorse dal progetto attivo, scegliete Progetto collegato. • Per aggiungere delle risorse dall’applicazione corrente, scegliete Applicazione. • Per aggiungere delle risorse da un file del progetto o da un file Job Jackets, fate clic su Altri e fate quindi clic su Seleziona e navigate al file di destinazione. Per copiare delle risorse nel Job Ticket, usate i tre elenchi visualizzati nell’area inferiore della finestra di dialogo. Scegliete un tipo di risorsa dal primo elenco e quindi scegliete delle risorse specifiche dal secondo elenco e fate clic sul pulsante per copiare queste risorse nel terzo elenco (che visualizza le risorse di questo tipo nel Job Ticket).<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 203<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB TICKET<br /> <br /> Per eliminare delle risorse dal Job Ticket, scegliete un tipo di risorsa dal primo elenco e scegliete quindi delle risorse specifiche nel terzo elenco e fate clic sul pulsante Elimina.<br /> <br /> 2 La presenza di una definizione di layout significa che QuarkXPress creerà automaticamente un layout quando questo Job Ticket viene applicato a un progetto. Quando create una definizione di layout, potete definire le specifiche del layout (con dati del tipo dimensioni della pagine e numero totale di pagine), la destinazione (stampa o Web), i set di regole e le specifiche di output. Per aggiungere una definizione di layout al Job Ticket, fate clic sulla scheda Impostazioni di layout e fate quindi clic sul pulsante ; la nuova definizione di layout viene aggiunta all’elenco. Per configurare la definizione di layout selezionata, fate prima clic su Proprietà del layout per visualizzare i comandi delle proprietà del layout e quindi: • Per assegnare un nome alla definizione di layout, immettete un nome nel campo Nome del layout. Questo nome verrà applicato al layout generato automaticamente. • Per specificare informazioni come le dimensioni della pagine e il numero totale di pagine, scegliete un’opzione dal menu a discesa Specifiche di layout. (Tenete presente che le specifiche di layout devono essere incluse nella struttura del Job Jackets prima di scegliere qui le specifiche di layout; per ulteriori informazioni vedere “Creazione dei Job Jackets”. • Per indicare il tipo di layout da creare automaticamente in base a questa definizione di layout, scegliete un’opzione dal menu a discesa Tipo di destinazione. • Per copiare i set di regole e le specifiche di output dalla struttura del Job Jackets principale nella definizione di layout, utilizzate i tre elenchi disponibili nell’area inferiore della finestra di dialogo. Scegliete un tipo di risorsa dal primo elenco e quindi scegliete delle risorse specifiche dal secondo elenco e fate clic sul pulsante per copiare queste risorse nel terzo elenco (che visualizza le risorse di questo tipo nella definizione di layout). Per eliminare una definizione di layout, selezionatela e fate clic sul pulsante<br /> <br /> .<br /> <br /> 3 Una volta terminata la configurazione del Job Ticket, fate clic su OK. CREAZIONE DI UN MODELLO DI JOB TICKET: MODALITÀ AVANZATA Per aggiungere un modello di Job Ticket a una struttura del Job Jackets, utilizzando la modalità avanzata, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (Utilità Þ Manager di Job Jackets). Se nella finestra di dialogo viene visualizzato soltanto un elenco, fate clic su Impostazioni avanzate per aprire il riquadro avanzato.<br /> <br /> 2 Per indicare dove volete archiviare il nuovo modello del Job Ticket, create o selezionate l’icona di un Job Jackets dall’elenco di sinistra.<br /> <br /> 204<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB TICKET<br /> <br /> 3 Fate clic sul pulsante Nuovo modello di Ticket . Alla struttura del Job Jackets selezionata viene aggiunto il nuovo modello di Job Ticket.<br /> <br /> 4 Configurate il muovo modello del Job Ticket come descritto nella sezione “Utilizzo delle risorse in un Job Ticket: modalità avanzata.” UTILIZZO DELLE RISORSE IN UN JOB TICKET: MODALITÀ AVANZATA Potrebbe essere necessario lavorare con le risorse di un Job Ticket in diverse situazioni: • Potete usare la procedura descritta di seguito per creare un file Job Ticket utilizzando le risorse di un progetto esistente. Ad esempio, se possedete la copia di un dépliant creato l’anno scorso e volete includere tutti i fogli stile, colori, ecc. di quel progetto in un nuovo modello di Job Ticket oppure in un Job Ticket attivo di un progetto esistente, potete adottare la procedura descritta di seguito. • Potete usare questa procedura anche per copiare le risorse da un Job Ticket a un altro. • Potete usare questa procedura per copiare le risorse da una struttura del Job Jackets o da un progetto a un Job Ticket. Per aggiungere delle risorse a una struttura del Job Jackets usando la modalità avanzata, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità). 2 Se nella finestra di dialogo viene visualizzato soltanto un elenco, fate clic su Impostazioni avanzate per aprire il riquadro avanzato.<br /> <br /> 3 Specificate da dove volete copiare le risorse: • Per copiare le risorse da una struttura del Job Jackets, da un modello di Job Ticket o da un Job Ticket, selezionate l’origine dall’elenco disponibile nell’area superiore sinistra. • Per copiare le risorse da un progetto aperto, selezionate il progetto dall’elenco a sinistra. • Per copiare le risorse dalle impostazioni di default, fate clic sul pulsante Carica risorse applicazione .<br /> <br /> 4 Selezionate una categoria di risorse nell’elenco in alto a destra. 5 Trascinate e copiate delle singole risorse dall’elenco in basso a destra nel modello di Job Ticket o nel Job Ticket di destinazione, nell’elenco a sinistra. Per informazioni su come modificare la posizione delle risorse in un Job Ticket, vedere “Specifiche sul percorso delle risorse: modalità avanzata.”<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 205<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB TICKET<br /> <br /> AGGIUNTA DI UNA DEFINIZIONE DI LAYOUT A UN JOB TICKET: MODALITÀ AVANZATA La definizione di layout consiste in una serie di specifiche che descrivono un determinato layout. La definizione di layout include risorse come ad esempio il mezzo di destinazione (stampa o Web), specifiche di output e set di regole. Quando create un progetto dal modello di un Job Ticket, QuarkXPress crea automaticamente un layout per ciascuna definizione di layout inclusa nel modello del Job Ticket. Se una definizione di layout non contiene le Specifiche del layout, QuarkXPress visualizza la finestra di dialogo Nuovo progetto in modo che sia possibile specificare le dimensioni della pagina, i margini e così via. Quando aggiungete una definizione di layout a un Job Ticket attivo, dalla definizione del layout viene creato il nuovo layout il quale viene automaticamente aggiunto al progetto di appartenenza. Per aggiungere una definizione di layout a un modello di Job Ticket o a un Job Ticket, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (Utilità Þ Manager di Job Jackets) e selezionate il Job Ticket di destinazione dall’elenco di sinistra.<br /> <br /> 2 Per visualizzare i comandi delle risorse, fate clic sul pulsante Impostazioni avanzate.<br /> <br /> 3 Selezionate Layout nell’elenco in alto a destra. Le definizioni di layout incluse nel Job Ticket, vengono visualizzate nell’elenco in basso a destra.<br /> <br /> 4 Fate clic sul pulsante Nuova voce<br /> <br /> sopra l’elenco in basso a destra. Viene aggiunta una definizione di layout dal nome “Layout”. (Il nome assegnato alla definizione di layout è il nome assegnato al layout stesso in fase di creazione del progetto.) Per assegnare un nome diverso alla definizione di layout, fate doppio clic sul suo nome ed immettete quindi il nuovo nome.)<br /> <br /> 5 Fate clic sul pulsante , sul pulsante di espansione adiacente al nome delle definizione di layout, per visualizzare i relativi campi.<br /> <br /> 6 Specificate o immettete un valore per ciascun campo che volete utilizzare. 7 Fate clic su Salva. Per ulteriori informazioni sull’uso delle definizioni di layout, vedere “Applicazione di una definizione di layout a un progetto”. APPLICAZIONE DI UN MODELLO DI JOB TICKET A UN PROGETTO Potete applicare un modello di Job Ticket a un progetto in uno dei due modi seguenti: • Create un progetto dal modello di Job Ticket. • Collegate un progetto esistente a un modello di Job Ticket.<br /> <br /> 206<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB TICKET<br /> <br /> In entrambi i casi, un Job Ticket viene creato dal modello di Job Ticket e la nuova istanza del Job Ticket viene applicata al nuovo progetto. La sezione che segue descrive entrambi i metodi. CREAZIONE DI UN PROGETTO DAL MODELLO DI JOB TICKET. Quando create un progetto da un modello di Job Ticket, QuarkXPress crea sempre un Job Ticket dal modello di Job Ticket. Potete scegliere dove volete archiviare il Job Ticket: in un file Job Jackets condiviso o in una struttura incorporata del Job Jackets, contenuto nel file del progetto Per creare un progetto dal modello di Job Ticket, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Scegliete Archivio/File Þ Nuovo Þ Progetto dal Ticket Viene visualizzata la finestra di dialogo Nuovo progetto da Ticket.<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Nuovo progetto dal Ticket per selezionare un modello del Job Ticket da usare in un nuovo progetto.<br /> <br /> 2 Se la struttura del Job Jackets che volete non viene visualizzata, fate clic su Sfoglia per navigare al file Job Jackets e fate quindi clic su Apri.<br /> <br /> 3 Selezionate il modello del Job Ticket di destinazione dall’elenco. (Tenete presente che potete anche selezionare un Job Ticket differito.)<br /> <br /> 4 Selezionate o deselezionate la casella di selezione Condividi Jacket come segue: • Per archiviare il Job Ticket attivo di questo progetto in un file Job Jackets esterno in modo che il Job Jackets possa condividere delle risorse con altri utenti del file Job Jackets, selezionate Condividi Jacket. (Per ulteriori informazioni, vedere “Collaborazione con i Job Jackets condivisi”.) • Per archiviare il Job Ticket di questo progetto in una struttura incorporata del Job Jackets incluso nel file del progetto, deselezionate Condividi Jacket.<br /> <br /> 5 Fate clic su Seleziona. Il nuovo progetto eredita le impostazioni del progetto associato al modello di Job Ticket e QuarkXPress crea automaticamente dei layout per ciascuna definizione di layout contenuta nel modello di Job Ticket. Non potete archiviare un Job Ticket nella struttura del Job Jackets di default. Ne consegue che, se create un progetto da un modello di Job Ticket che si trova nella struttura di un Job Jackets di default e selezionate Condividi Jacket, verrà visualizzato un messaggio che vi richiede di salvare il nuovo file Job Jackets nel file system.<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 207<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB TICKET<br /> <br /> COLLEGAMENTO UN PROGETTO ESISTENTE A UN FILE JOB JACKETS. Quando collegate un progetto esistente a un file Job Jackets, rimuovete in pratica il Job Ticket attivo di questo progetto e collegate il progetto a un nuovo Job Ticket creato da un modello di Job Ticket contenuto in un altro file Job Jackets. Potete scegliere di procedere in questo modo, se, ad esempio volete collegare un progetto esistente a un file Job Jackets dove un altro grafico di layout ha un Job Ticket attivo e quindi sincronizzare alcune o tutte le risorse che state entrambi usando. (Per ulteriori informazioni, vedere “Collaborazione con i Job Jackets condivisi”.) Per applicare un Job Jackets a un progetto esistente, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Create o aprite il progetto. 2 Scegliete Archivio/File Þ Job Jackets Þ Collega il progetto. Viene visualizzata la finestra di dialogo Collega il progetto.<br /> <br /> 3 Se il file Job Jackets che volete non viene visualizzato, fate clic su Sfoglia per navigare al file e fate quindi clic su Apri.<br /> <br /> 4 Selezionate il modello del Job Ticket di destinazione dall’elenco. 5 Selezionate o deselezionate la casella di selezione Condividi Jacket come segue: • Per archiviare il Job Ticket di questo progetto nel file Job Jackets contenente il modello di Job Ticket di destinazione, selezionate Condividi Jackets. • Per archiviare il Job Ticket di questo progetto in una struttura incorporata del Job Jackets incluso nel file del progetto, deselezionate Condividi Jacket.<br /> <br /> 6 Fate clic su Allega. Il nuovo progetto eredita le impostazioni del progetto associato al modello di Job Ticket e vengono creati automaticamente dei layout per ciascuna definizione di layout contenuta nel modello di Job Ticket. Se utilizzate un modello di Job Ticket che si trova nella struttura di un Job Jackets di default e selezionate Condividi Jacket, verrà visualizzato un messaggio che vi richiede di salvare il nuovo file Job Jackets nel file system. Il motivo è che non potete archiviare un Job Ticket in una struttura del Job Jackets di default. VISUALIZZAZIONE DELLE RELAZIONI DEI JOB TICKET Potete osservare le relazioni tra i Job Jackets, i modelli di Job Tickets, i Job Tickets e i progetti nella finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità). Le icone visualizzate in questa finestra di dialogo sono le seguenti:<br /> <br /> 208<br /> <br /> |<br /> <br /> •<br /> <br /> Struttura del Job Jackets (collegato)<br /> <br /> •<br /> <br /> Struttura del Job Jackets (incorporato)<br /> <br /> •<br /> <br /> Template del Job Ticket<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB TICKET<br /> <br /> •<br /> <br /> Job Ticket attivo o differito<br /> <br /> •<br /> <br /> Progetto (un nome di progetto in grassetto indica il progetto attivo) Un progetto collegato a un Job Ticket attivo viene visualizzato come segue:<br /> <br /> Un Job Ticket differito è indicato dall’icona , ma non è collegato ad alcun progetto. Questo può significare che il progetto è stato spostato, eliminato o non è mai stato salvato. APPLICAZIONE DI UNA DEFINIZIONE DI LAYOUT A UN PROGETTO La definizione di layout consiste in una serie di impostazioni che descrivono un determinato layout. Queste impostazioni possono includere un tipo di destinazione (stampa o Web), un set di regole, delle impostazioni di output e impostazioni relative alla gestione del colore. La definizione di layout include anche delle specifiche di layout che a loro volta includono dati come ad esempio le dimensioni di una pagina e il numero totale di pagine (tenete presente che le specifiche di layout devono venire create a livello di Job Jackets). Quando associate un progetto a un modello di Job Ticket, QuarkXPress crea automaticamente un nuovo layout per ciascuna definizione di layout inclusa nel modello del Job Ticket. Questi layout hanno lo stesso nome della definizione di layout sulla quale si basano. Potete applicare una definizione di layout a un progetto in uno dei due modi seguenti: • Create un progetto dal Job Ticket contenente la definizione di layout, come descritto nella sezione “Creazione di un progetto da un Job Ticket”. • Collegate il Job Ticket al progetto attivo dopo che il progetto è stato creato, come descritto nella sezione “Collegamento di un progetto esistente a un Job Ticket”. Qualunque metodo adottiate, i layout definiti verranno creati automaticamente. COLLABORAZIONE TRAMITE I JOB JACKETS CONDIVISI Le risorse di un file Job Jackets condiviso possono essere condivise da qualsiasi progetto che utilizzi i Job Ticket contenuti nello stesso file Job Jackets. Quando un progetto aggiorna una risorsa condivisa, la modifica viene automaticamente trasmessa a tutti gli altri progetti che stanno usando quella risorsa. Ad esempio, supponiamo che due grafici di layout dal nome Andrea e Roberto stiano lavorando separatamente su due progetti. Ciascun progetto utilizza un Job Ticket situato in un file Job Jackets dal nome “Job Jackets di Giulia”.<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 209<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB TICKET<br /> <br /> (Non importa se i due Job Ticket sono basati o meno sullo stesso modello, purché entrambi i Job Ticket risiedano nel “Job Jackets di Giulia”.) Supponiamo ora che entrambi i Job Ticket includano un foglio stile dal nome “Sottotitolo del logo”. Poiché questo foglio stile è incluso in un Job Ticket, la definizione del foglio stile viene archiviata nel file Job Jackets. E poiché entrambi i Job Ticket dei grafici di layout includono questo foglio di stile, entrambi i progetto possono utilizzare soltanto la definizione di foglio stile archiviata nel file Job Jackets condiviso. Per cui se Andrea, il grafico di layout primario, decide di modificare una font utilizzata e definita nel foglio stile “Sottotitolo del logo”, quella modifica può venire automaticamente comunicata al layout su cui Roberto sta lavorando e la font definita nel suo foglio di stile cambierà di conseguenza. In altre parole, la risorsa del foglio di stile “Sottotitolo del logo” può venire sincronizzata tra i due progetti. Andrea Progetto 1 Layout 1 Definizione del foglio di stile per il "Sottotitolo del logo" del Progetto 1<br /> <br /> File “Job Jackets di Giulia” Job Ticket 1<br /> <br /> Job Ticket 2<br /> <br /> Definizione del foglio di stile per il "Sottotitolo del logo" del file Job Jackets<br /> <br /> Roberto Progetto 2 Layout 1 Definizione del foglio di stile per il "Sottotitolo del logo" del Progetto 2<br /> <br /> Nell’ambito di un file Job Jackets condiviso, ci può essere soltanto una definizione per ogni risorsa, indipendentemente da quanti Job Ticket usano quella risorsa. Per cui se i Job Ticket di due progetti utilizzano la stessa risorsa (in questo caso un foglio di stile), quella risorsa può venire sincronizzata automaticamente tra i due progetti. È importante rilevare come la copia di una risorsa inclusa nel file di un progetto sia collegata, pur essendo di fatto separata, alla copia di quella stessa risorsa contenuta nel Job Ticket. Se la copia di una risorsa di un progetto cambia, ad esempio se Andrea modifica la font del foglio di stile “Sottotitolo del logo”, QuarkXPress non aggiorna automaticamente la copia di quella risorsa nel progetto di Roberto a meno che sia stata attivata una collaborazione tra il progetto di Andrea e il progetto di Roberto (Archivio/File Þ Impostazione di collaborazione). Se avete attivato la collaborazione per Andrea, QuarkXPress comunica automaticamente la modifica apportata dal progetto di Andrea al suo Job Ticket attivo, e quindi aggiorna automaticamente la copia della risorsa nel “Job Jackets di Giulia”. Se la collaborazione è stata attivata anche per Roberto, la sua copia di QuarkXPress legge la definizione aggiornata nel “Job Jackets di Giulia” e inserisce la nuova definizione nel progetto di Roberto.<br /> <br /> 210<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB TICKET<br /> <br /> Andrea Progetto 1 Layout 1 Definizione del foglio di stile per il "Sottotitolo del logo" del Progetto 1 1. Andrea modifica la definizione del foglio di stile per “Sottotitolo del logo”<br /> <br /> File “Job Jackets di Giulia” Job Ticket 1<br /> <br /> Job Ticket 2<br /> <br /> Definizione del foglio di stile per il "Sottotitolo del logo" del file Job Jackets 2. QuarkXPress invia la modifica al file Job Jackets<br /> <br /> Roberto Progetto 2 Layout 1 Definizione del foglio di stile per il "Sottotitolo del logo" del Progetto 2 3. La copia di QuarkXPress di Roberto legge la nuova definizione del foglio stile nel progetto di Roberto.<br /> <br /> Quando Andrea modifica la definizione della risorsa del foglio di stile condiviso, la sua copia di QuarkXPress trasmette quella modifica (tramite il Job Ticket attivo del progetto) al file Job Jackets condiviso. La copia di QuarkXPress di Roberto legge quindi la definizione aggiornata del foglio di stile dal file Job Jackets e aggiorna la definizione nel progetto di Roberto. Le impostazioni che regolano questi aggiornamenti sono disponibili nella finestra di dialogo Impostazione di collaborazione (menu Archivio/File). Nella scheda Aggiornamenti, le caselle di selezione All’apertura, Prima dell’output e Durante il lavoro regolano quando il progetto deve aggiornare le definizioni delle risorse trasmesse dal file Job Jackets condiviso, ossia quando il progetto viene aperto, prima di inviarlo all’output o mentre si sta lavorando sul progetto.<br /> <br /> Per regolare la periodicità con cui modifiche apportate a risorse condivise devono venire scritte nel file, o lette dal file, Job Jackets condiviso, utilizzate la scheda Aggiornamenti della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione (menu Archivio/File).<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 211<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB TICKET<br /> <br /> La scheda Job Jackets di questa finestra di dialogo mostra il nome della struttura del Job Jackets del progetto attivo, lo stato (condiviso o non condiviso), il percorso al file Job Jackets (se esistente) e il nome del Job Ticket attivo del progetto. I pulsanti nell’area inferiore della scheda sono i seguenti: • Modifica Jacket: Utilizzate questo pulsante per collegare il progetto a un Job Ticket di un file Job Jackets diverso. • Cambia Ticket: Utilizzate questo pulsante per collegare questo progetto a un Job Ticket diverso. • Esegui l’aggiornamento: Se le opzioni di aggiornamento automatico nell’area superiore di questa finestra di dialogo sono disattive, potete utilizzare questo pulsante per eseguire un aggiornamento manuale. • Attiva la condivisione/Disattiva la condivisione: Utilizzate questo pulsante per separare il progetto attivo dal file Job Jackets condiviso. Il Job Ticket del progetto viene spostato in una struttura incorporata del Job Jackets nell’ambito del file del progetto.<br /> <br /> Potete regolare la condivisione della struttura di Job Jackets del progetto attivo nella scheda Job Jackets della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione (menu Archivio/File). È importante notare che un collegamento tra due Job Tickets non significa che tutte le risorse vengano automaticamente sincronizzate tra i progetti che utilizzano questi Job Tickets. Una risorsa viene sincronizzata tra due progetti soltanto se in presenza delle tre condizioni seguenti: • La risorsa esiste in entrambi i progetti. • La risorsa esiste nei Job Ticket di entrambi i progetti. • I Job Ticket di entrambi i progetti si trovano nello stesso file Job Jackets. ESPORTAZIONE E IMPORTAZIONE DI JOB TICKET Potrebbero verificarsi situazioni in cui il definitore di un progetto abbia bisogno di copiare un modello di Job Ticket o un Job Ticket da un file Job Jackets a un altro oppure di importare tutti i modelli di Job Ticket o i Job Ticket da una struttura del Job Jackets in un’altra struttura del Job Jackets. Potete eseguire entrambe queste azioni utilizzando le funzionalità di esportazione e di importazione di Job Ticket.<br /> <br /> 212<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> UTILIZZO DEI JOB TICKET<br /> <br /> ESPORTAZIONE DI UN MODELLO DI JOB TICKET O DI UN JOB TICKET Per esportare un modello di Job Ticket o un Job Ticket da una struttura del Job Jackets, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità) e selezionate il Job Ticket (o i Job Ticket) di destinazione dall’elenco di sinistra.<br /> <br /> 2 Fate clic sul pulsante Esporta Ticket<br /> <br /> sopra l’elenco di sinistra. Viene visualizzata la finestra di dialogo Nuovo Job Jackets.<br /> <br /> 3 Specificate un nome e un percorso e fate clic su Salva. Tutti i Job Ticket selezionati vengono salvati in un file Job Jackets con il nome di file specificato, insieme alle risorse necessarie. IMPORTAZIONE DI UN MODELLO DI JOB TICKET O DI UN JOB TICKET Per importare un modello di Job Ticket o un Job Ticket in una struttura del Job Jackets, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità) e selezionate l’icona del Job Jackets di destinazione dall’elenco di sinistra.<br /> <br /> 2 Fate clic sul pulsante di Importazione<br /> <br /> sopra l’elenco di sinistra. Viene visualizzata la finestra di dialogo Seleziona file Job Jackets.<br /> <br /> 3 Selezionate un file Job Jackets e fate clic su Apri. Tutti i modelli di Job Ticket e i Job Ticket contenuti nel file selezionato vengono importati nella struttura del Job Jackets selezionato, insieme a tutte le risorse necessarie.<br /> <br /> IL FILE JOB JACKETS DI DEFAULT Quando QuarkXPress è installato, viene anche installato un file Job Jackets di default (contenente un modello di Job Ticket di default dal nome “DefaultJacket.xml”), nel percorso specificato nel riquadro Job Jackets della finestra di dialogo Preferenze (“QuarkXPress/Modificia”): Quando create un progetto scegliendo Archivio/File, si verifica quanto segue: • QuarkXPress esegue una copia del file Job Jackets di default (dal nome “Default Job Jackets”) e lo incorpora nel nuovo progetto. La struttura incorporata del Job Jackets assume il nome di “[nome del file] Job Jacket.” • Nella struttura incorporata di Job Jackets, QuarkXPress crea un Job Ticket dal modello di Job Ticket di default (dal nome “Default Job Ticket”) Il nuovo Job Ticket assume il nome “[nome di file] Ticket.” • QuarkXPress associa il Job Ticket contenuto nella struttura incorporata del Job Jackets al nuovo progetto.<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 213<br /> <br /> IL FILE JOB JACKETS DI DEFAULT<br /> <br /> Potete utilizzare il file Job Jackets di default per regolare le risorse da utilizzare nei nuovi progetti QuarkXPress. Potete anche modificare il modello di Job Ticket di default utilizzato dai progetti creati tramite Archivio/File Þ Nuovo progetto. Questa sezione descrive entrambe le procedure. Non potete archiviare un Job Ticket nuovo nel file Job Jackets di default. Per ulteriori informazioni, vedere “Creazione di un progetto da un modello di Job Ticket” MODIFICA DEL MODELLO DI DEFAULT DI UN JOB TICKET Il modello di default di un Job Ticket viene utilizzato dai nuovi progetti creati con Archivio/File Þ Nuovo Þ Progetto. Per modificare il modello di default di un Job Ticket, procedete adottando uno dei due metodi descritti di seguito. Per modificare un modello di default di Job Jackets dal menu Archivio/File:<br /> <br /> 1 Chiudete i progetti aperti. 2 Per aprire il modello di default del Job Ticket nella finestra di dialogo Modifica Job Ticket, scegliete Archivio/File Þ Job Jackets Þ Modifica Job Ticket.<br /> <br /> 3 Utilizzate i comandi della finestra di dialogo Modifica Job Ticket per configurare il modello di default del Job Ticket e fate quindi clic su OK. Per modificare il modello di default di Job Tocket dalla finestra di dialogo Manager di Job Jackets, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Visualizzate la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilitàà) 2 Fate clic sul pulsante Apri Jacket<br /> <br /> , navigate al file Job Jackets di default e fate<br /> <br /> clic su Apri.<br /> <br /> 3 Espandete la struttura del Job Jackets di default e selezionate il modello di Job Ticket dal nome “Job Ticket di default” dall’apposito elenco.<br /> <br /> 4 Fate clic su Comp./Modifica<br /> <br /> . Viene visualizzata la finestra di dialogo<br /> <br /> Modifica il Job Ticket.<br /> <br /> 5 Utilizzate i comandi disponibili nella finestra di dialogo Modifica il Job Ticket per configurare il modello di Job Ticket di default.<br /> <br /> 6 Fate clic su OK. Il prossimo progetto che create tramite Archivio/File Þ Nuovo Þ Progetto utilizzerà il modello di default del Job Ticket modificato.<br /> <br /> 214<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> IL FILE JOB JACKETS DI DEFAULT<br /> <br /> MODIFICA DEL FILE JOB JACKETS DI DEFAULT Potete utilizzare il file Job Jackets di default per regolare le risorse da utilizzare nei nuovi progetti QuarkXPress. Per modificare il file Job Jackets di default, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità). 2 Fate clic sul pulsante Apri Jacket<br /> <br /> , navigate al file Job Jackets di default e<br /> <br /> fate clic su Apri.<br /> <br /> 3 Selezionate la struttura Job Jackets dal nome “Default Job Jackets” dell’elenco. 4 Utilizzate i comandi della finestra di dialogo Manager di Job Ticket per configurare la struttura del Job Jackets di default e fate quindi clic su OK. Per informazioni sulla gestione delle risorse, vedere “Utilizzo delle Risorse: modalità avanzata”.<br /> <br /> UTILIZZO DELLE RISORSE: MODALITÀ AVANZATA “Risorse” è un nome di categoria generico che descrive la maggior parte dei componenti che costituisce i Job Jackets e i Job Ticket. Le risorse includono qualsiasi tipo di attributo, dalle specifiche dei fogli di stile al numero totale delle pagine. Questa sezione descrive come accedere alle risorse, come crearle e aggiornarle nel riquadro avanzato della finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità). I definitori dei progetti utilizzeranno questa procedura per motivi diversi. I grafici di layout, tuttavia, potrebbero non aver mai bisogno di usare questa procedura. ACCESSO ALLE RISORSE: MODALITÀ AVANZATA Per poter utilizzare una risorsa, occorre potervi accedere. Per accedere a una risorsa, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità). 2 Se nella finestra di dialogo viene visualizzato soltanto un elenco, fate clic su Impostazioni avanzate per aprire il riquadro avanzato.<br /> <br /> 3 Nell’elenco di sinistra, aprite<br /> <br /> o create un file Job Jackets. Le categorie delle Risorse del file Job Jackets vengono elencate in ordine alfabetico nell’elenco in alto a destra.<br /> <br /> 4 Per gestire le risorse specifiche di una struttura di Job Jackets, selezionate la struttura Job Jackets di destinazione dall’elenco a sinistra. Tenete presente che le categorie che appaiono non selezionabili, rappresentano le Risorse che devono essere specificate a livello di Job Ticket.<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 215<br /> <br /> UTILIZZO DELLE RISORSE: MODALITÀ AVANZATA<br /> <br /> 5 Per lavorare con le risorse specifiche di un Job Ticket, espandete<br /> <br /> la struttura del Job Jackets; create , duplicate o importate un Job Ticket ed accertatevi quindi che il Job Ticket di destinazione sia selezionato nell’elenco a sinistra. Tenete presente che le categorie che appaiono non selezionabili, rappresentano le Risorse che devono essere specificate a livello di Job Jackets.<br /> <br /> 6 Selezionate un tipo di risorsa dall’elenco in alto a destra. Le risorse esistenti del tipo selezionato vengono elencate nell’elenco in basso a destra.<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Manager di Job Jackets per visualizzare, duplicare, eliminare, importare e esportare le risorse. CONFIGURAZIONE DELLE RISORSE: MODALITÀ AVANZATA Dopo aver navigato a una risorsa nella finestra di dialogo Manager di Job Jackets, potete configurarla. Sono disponibili varie opzioni per diversi tipi di risorse in questa finestra di dialogo: • Potete specificare un percorso per la maggior parte delle risorse. • Potete eliminare la maggior parte delle risorse. • Potete creare e modificare alcuni tipi di risorsa, ma altri devono venire creati e modificati utilizzando altre parti dell’interfaccia utente di QuarkXPress. • Potete creare, duplicare, eliminare e configurare definizioni di layout, specifiche di output, specifiche di layout, descrizioni di job, contatti, regole e set di regole in una struttura di Job Jackets.<br /> <br /> 216<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> UTILIZZO DELLE RISORSE: MODALITÀ AVANZATA<br /> <br /> Se una risorsa lo consente, potete creare e configurare quella risorsa nella finestra di dialogo Manager di Job Jackets nel modo seguente:<br /> <br /> 1 Per creare una risorsa del tipo selezionato nell’elenco in alto a destra, fate clic sul pulsante Nuovo oggetto nell’elenco in basso a destra. Per assegnare un nuovo nome alla risorsa, fate clic sul suo nome.<br /> <br /> 2 Se una risorsa dispone di un’icona di espansione , fate clic su quell’icona per espanderla e quindi configurate i campi che diventano disponibili. Alcuni campi delle risorse includono menu a discesa mentre altri vi consentono di immettere manualmente i valori.<br /> <br /> 3 Se una risorsa dispone di un pulsante , fate clic su quel pulsante per creare altre istanze della risorsa. Ad esempio, quando create le specifiche di un layout, potete fare clic su questo pulsante nella risorsa Colore piatto per creare altri colori piatti. SPECIFICA DEL PERCORSO DELLE RISORSE: MODALITÀ AVANZATA Le risorse possono esistere in diversi percorsi: • Nel Jacket: Archiviate in una struttura del Job Jackets, ma non utilizzate in alcun modello di Job Ticket o in alcun Job Ticket di quella struttura del Job Jackets; • Nel Ticket: Archiviate in una struttura del Job Jackets e associate a un modello di Job Ticket o a un Job Ticket. Se una risorsa “Nel Ticket” si trova in un modello di Job Ticket associato a un progetto, quella Risorsa è disponibile anche nel progetto. • Nel progetto: Archiviate in un progetto, ma NON associate a una struttura del Job Jackets o a un Job Ticket. Potete specificare il percorso delle Risorse nel modo seguente:<br /> <br /> 1 Accedete a una risorsa usando la finestra di dialogo Manager di Job Jackets, come descritto nella sezione ”Accesso alle risorse: modalità avanzata”.<br /> <br /> 2 Selezionate la risorsa nell’elenco in basso a destra. 3 Scegliete un percorso dal menu a discesa della colonna Stato: • Se la voce selezionata nell’elenco a sinistra è una struttura del Job Jackets, potete scegliere soltanto Nel Jacket. • Se la voce selezionata dall’elenco di sinistra è un modello di Job Ticket o un Job Ticket, potete specificare se la risorsa va associata o meno a quel modello del Job Ticket o a quel Job Ticket, scegliendo Nel Jacket o Nel Ticket. • Se la voce selezionata dall’elenco di sinistra è un progetto, potete specificare se la risorsa va definita soltanto nel progetto (Stato = Nel Progetto) o se deve usare la definizione nel Job Ticket attivo del progetto (Stato = Nel Ticket).<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 217<br /> <br /> UTILIZZO DELLE RISORSE: MODALITÀ AVANZATA<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità) per specificare dove devono venire archiviate le risorse.<br /> <br /> UTILIZZO DELLE SPECIFICHE DI LAYOUT Le Specifiche di layout vi consentono di definire i parametri da applicare al layout come ad esempio le dimensioni della pagina, il numero totale di pagine, i margini, informazioni sul documento disteso, sulle aree al vivo, sulla rilegatura e così via. La procedura standard per applicare le specifiche del layout sono:<br /> <br /> 1 Create le specifiche dei layout (vedere “Creazione delle specifiche di layout: modalità avanzata”). Questa parte del lavoro viene di solito eseguita dal definitore del progetto.<br /> <br /> 2 Associate le specifiche di layout a un layout tramite il modello di Job Ticket o il Job Ticket. Questo è di solito compito del grafico del layout. Questa sezione descrive in dettaglio le procedure specificate sopra. CREAZIONE DELLE SPECIFICHE DI LAYOUT: MODALITÀ AVANZATA La specifiche di layout sono risorse e devono quindi venire creare nella finestra di dialogo Manager di Job Jackets, come descritto nella sezione “Utilizzo delle risorse”.<br /> <br /> 218<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> UTILIZZO DELLE SPECIFICHE DI LAYOUT<br /> <br /> Potete usare la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità) per creare le specifiche di layout. APPLICAZIONE DELLE SPECIFICHE DI LAYOUT A UN LAYOUT Potete associare le specifiche di layout a un layout nei due modi seguenti: creando il layout da un modello del Job Ticket oppure applicando le specifiche di layout al Job Ticket attivo di un layout esistente. Il definitore del progetto aggiunge normalmente le specifiche di layout a una definizione di layout in un file Job Jackets prima che il progetto e il layout vengano creati. Poiché le specifiche di layout sono una risorsa, potete aggiungerle a una definizione di layout esattamente come fareste con le altre risorse (vedere “Utilizzo delle risorse: modalitàà avanzata”).<br /> <br /> Per configurare un modello di Job Ticket in modo che crei automaticamente un layout conforme a determinate specifiche di layout, associate le specifiche di layout alla definizione di layout utilizzando la finestra di dialogo Manager di Job Jackets.<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 219<br /> <br /> UTILIZZO DELLE SPECIFICHE DI LAYOUT<br /> <br /> Un grafico di layout può applicare le specifiche di layout al Job Ticket attivo di un layout dopo che il progetto e il layout sono stati creati utilizzando la finestra di dialogo Modifica Job Ticket (Archivio/File Þ Job Jackets Þ Modifica Job Ticket). Per aggiungere le specifiche di layout a un Job Ticket attivo, fate clic sulla scheda Impostazioni di layout, selezionate il layout dall’elenco dei layout e scegliete un’opzione dal menu a discesa Specifiche layout.<br /> <br /> Potete utilizzare la finestra di dialogo Modifica Job Ticket (Archivio/File Þ Job Jackets Þ Modifica Job Ticket) per assegnare le specifiche di layout a un layout del progetto attivo.<br /> <br /> UTILIZZO DELLE SPECIFICHE DI OUTPUT Le specifiche di output vi consentono di specificare parametri specifici dell’output come ad esempio spazio cromatico e risoluzione di un’immagine, formato di un file grafico, copertura di inchiostro, frequenza dei mezzi toni, livello PostScript, conformità a PDF/X e così via. Come le regole, le specifiche di output sono in pratica dei test che vengono eseguiti sul layout attivo quando un grafico di layout sceglie (Archivio/File Þ Job Jackets Þ Valuta il layout) La procedura standard per gestire le specifiche dell’output sono:<br /> <br /> 1 Create le specifiche di output (vedere “Creazione delle specifiche di output: modalità avanzata”). Questa parte del job viene praticamente svolta da un definitore del progetto insieme a un esperto di output.<br /> <br /> 220<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> UTILIZZO DELLE SPECIFICHE DI OUTPUT<br /> <br /> 2 Associate le specifiche di output a un layout tramite una definizione di layout in un modello di Job Ticket. Questo compito viene solitamente svolto dal definitore del progetto e a volte, ma più raramente, dal grafico di layout. Questa sezione descrive in dettaglio le procedure specificate sopra.<br /> <br /> 3 Utilizzate, in fase di output, le Specifiche di output (Archivio/File) Þ Output del job) per assicurare che il job vanga stampato correttamente. Per ulteriori informazioni vedere "Utilizzo delle specifiche di output con un job di output”. Questa sezione descrive in dettaglio le procedure specificate sopra. CREAZIONE DELLE SPECIFICHE DI OUTPUT: MODALITÀ AVANZATA La specifiche di output sono risorse e devono quindi venire creare nella finestra di dialogo Manager di Job Jackets, come descritto nella sezione “Utilizzo delle risorse: modalitàà avanzata”.<br /> <br /> Potete usare la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità) per creare le specifiche di ouptut. APPLICAZIONE DELLE SPECIFICHE OUTPUT A UN LAYOUT Potete associare le specifiche di output a un layout nei due modi seguenti: creando il layout da un modello del Job Ticket oppure applicando le specifiche di output al Job Ticket attivo di un layout esistente. Il definitore del progetto aggiunge normalmente le specifiche di output a una definizione di layout di un file Job Jackets prima che il progetto e il layout vengano creati. Poiché le specifiche di output sono una risorsa, potete aggiungerle a una definizione di layout esattamente come fareste con le altre risorse (vedere “Utilizzo delle risorse: modalitàà avanzata”).<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 221<br /> <br /> UTILIZZO DELLE SPECIFICHE DI OUTPUT<br /> <br /> Per configurare un modello di Job Ticket in modo che crei automaticamente un nuovo layout conforme a determinate specifiche di output, associate le specifiche di output alla definizione di layout utilizzando la finestra di dialogo Manager di Job Jackets. Il grafico di layout può associare le specifiche di output a un layout dopo che il progetto e il layout sono stati creati. Per ulteriori informazioni su questo argomento, vedere “Modifica di un Job Ticket: modalitàà di base”.<br /> <br /> Potete utilizzare la finestra di dialogo Modifica Job Ticket (Archivio/File Þ Job Jackets Þ Modifica Job Ticket) per assegnare le specifiche di output a un layout del progetto attivo.<br /> <br /> 222<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> UTILIZZO DELLE SPECIFICHE DI OUTPUT<br /> <br /> UTILIZZO DELLE SPECIFICHE DI OUTPUT CON IL JOB DI OUTPUT Una specifica di output puòò contenere regole precise sulla modalitàà di invio di un job all’output, inlcuse regole che occorre valutare oltre a direttive sul tipo di output a cui il job èè destinato. Ad esempio, una specifica di output puòò definire che un layout non deve includere immagini con una risoluzione inferiore a 150 dpi e che deve essere inviato a un output in formato PDF. Se la struttura del Job Jackets del layout attivo include una Specifica di output (vedere: “Crezione di una Specifica di output: modalitàà avanzata”), potete utilizzare quella Specifica di output per inviare il job all’output. In questo caso, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Scegliete Archivio/File Þ Job di output. Viene visualizzata la finestra di dialogo Job di output.<br /> <br /> 2 Selezionate una Specifica di output. 3 Fate clic su Output.<br /> <br /> Potete usare la finestra di dialogo Job di output (menu File in Windows e Archivio in Mac OS) per inviare il layout attivo all’output utilizzando una Specifica di output inclusa nella struttura del Job Jackets del layout.<br /> <br /> Un file JDF èè sempre incluso quando inviate un job all’output tramite Job di output.<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 223<br /> <br /> UTILIZZO DELLE REGOLE E DEI SET DI REGOLE<br /> <br /> UTILIZZO DELLE REGOLE E DEI SET DI REGOLE La Regola è un test che viene eseguito su un layout attivo quando scegliete Archivio/File Þ Job Jackets Þ Valuta il layout. Ciascuna regola può verificare una condizione soltanto. Ad esempio, una regola può definire che tutti i caratteri di un testo devono essere impostati per la sovrastampa. Le regole possono anche includere descrizioni, normative (ad esempio, possono indicare al grafico di layout se una determinata condizione è obbligatoria, consigliata o proibita) nonché istruzioni per rimediare a situazioni problematiche. La procedura standard per l’utilizzo delle regole e dei set di regole è la seguente:<br /> <br /> 1 Create le regole (vedere “Creazione delle regole: modalità avanzata”) e aggiungetele al set di regole (vedere “Aggiunta di regole a un set di regole: modalità avanzata”). Questo è tipicamente compito del definitore del progetto, possibilmente in collaborazione con un esperto di output.<br /> <br /> 2 Associate il set di regole a un layout tramite un modello di Job Ticket (vedere “Applicazione di un set di regole a un layout”). Questo è di solito compito del definitore del progetto.<br /> <br /> 3 Utilizzate il set di regole per valutare il layout (vedere “Valutazione di un layout”.) Questo è di solito compito del grafico del layout. Questa sezione descrive in dettaglio le procedure specificate sopra. CREAZIONE DELLE REGOLE: MODALITÀ AVANZATA Per creare una regola, navigate per prima cosa alle risorse della regola nella finestra di dialogo Manager di Job Jackets, come descritto nella sezione “Utilizzo delle risorse: modalità avanzata”. Utilizzate quindi la creazione guidata delle regole, come segue:<br /> <br /> 1 Fate clic sul pulsante Nuovo<br /> <br /> . Viene visualizzata la finestra di dialogo Modifica la regola (la prima parte della creazione guidata delle regole).<br /> <br /> 2 Immettete un nome per la regola nel campo Nome. 3 Per indicare il tipo di oggetto cui la regola va applicata, scegliete un’opzione dal menu a discesa Oggetto. Gli oggetti disponibili includono tutte le finestre, finestre di testo, caratteri del testo, linee, percorsi di testo, immagini e font.<br /> <br /> 224<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> UTILIZZO DELLE REGOLE E DEI SET DI REGOLE<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Modifica la regola per creare le regole.<br /> <br /> 4 Per specificare quello che volete che la regola verifica, selezionate un’opzione nell’area Condizioni. Le condizioni disponibili sono determinate dall’oggetto selezionato. Ripetete questa operazione per ogni condizione che volete includere nella regola. Le condizioni vengono combinate con un operatore logico AND. Ad esempio, per creare una regola che specifichi che le finestre di testo devono avere uno sfondo 50% blu, scegliete Finestre di testo e quindi Sfondo e Intensità.<br /> <br /> 5 Fate clic su Successiva per visualizzare la finestra di dialogo successiva della creazione guidata delle regole. In questa finestra di dialogo, potete specificare le condizioni che devono azionare quella data regola (ad esempio “non è una sovrastampa” o “è inferiore a 10 punti”). Per configurare ciascuna condizione, fate clic su sul pulsante di espansione per espandere la voce dell’elenco e scegliete quindi le opzioni desiderate e immettete valori nei campi disponibili.<br /> <br /> Utilizzate la seconda finestra di dialogo della creazione guidata delle regole per configurare una regola.<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 225<br /> <br /> UTILIZZO DELLE REGOLE E DEI SET DI REGOLE<br /> <br /> Se una condizione dispone di un pulsante , potete fare clic su questo pulsante per aggiungere altre clausole alla condizione. Le clausole vengono combinate tramite un operatore logico OR. Ad esempio, per specificare che la voce indicata deve avere un colore CMYK o un colore piatto, configurate la prima riga in modo che venga eseguita una verifica CMYK ed aggiungete quindi una seconda riga e configuratela per la verifica dell’Inchiostro piatto.<br /> <br /> 6 Fate clic su Successiva per visualizzare la terza e l’ultima finestra di dialogo della creazione guidata delle regole. Utilizzate questa finestra di dialogo per specificare una Descrizione della regola, una Linea direttiva (che determina il tipo di icona va visualizzata se la regola non viene osservata) e Istruzioni per risolvere il problema. Le informazioni immesse nelle Istruzioni vengono visualizzate quando un grafico di layout sceglie Valuta il layout nel caso una regola non sia stata osservata.<br /> <br /> Utilizzate la terza finestra di dialogo della creazione guidata delle regole per definire quello che deve accadere nel caso una regola non venga osservata. AGGIUNTA DI REGOLE A UN SET DI REGOLE MODALITÀ AVANZATA Le regole devono venire raggruppate in un Set di regole, denominate anche “raccolte di regole”. Il definitore di un progetto può includere uno o più set di regole nella definizione di un layout creata per un modello di Job Ticket. Il grafico di layout che sta lavorando su un layout basato su quelle definizione di layout può quindi valutare il layout utilizzando le regole incluse in quei set di regole (vedere “Valutazione di un layout”). Per aggiungere una regola a un set di regole, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità). 2 Se nella finestra di dialogo viene visualizzato soltanto un elenco, fate clic su Impostazioni avanzate per aprire il riquadro avanzato.<br /> <br /> 3 Create o selezionate una struttura del Job Jackets.<br /> <br /> 226<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> UTILIZZO DELLE REGOLE E DEI SET DI REGOLE<br /> <br /> 4 Selezionate Set di regole dall’elenco in alto a sinistra. 5 Fate clic sul pulsante Nuovo<br /> <br /> per creare un set di regole. Viene visualizzata la finestra di dialogo Modifica il set di regole.<br /> <br /> Utilizzare la finestra di dialogo Modifica il set di regole per lavorare con il set di regole.<br /> <br /> 6 Immettete un nome per il set di regole nel campo Nome. 7 Selezionate le regole che volete applicare dall’elenco Disponibili e fate clic sul pulsante oppure fate clic su Includi tutto per aggiungere tutte le regole all’elenco Disponibili del set di regole attivo.<br /> <br /> 8 Fate clic su OK. APPLICAZIONE DI UN SET DI REGOLE A UN LAYOUT Una volta associato il set di regole a un modello del Job Ticket di un dato layout, il grafico di layout può valutare il layout in base al set di regole definito (vedere “Valutazione di un layout”). Potete associare un set di regole a un layout nei due modi seguenti: Il definitore del progetto aggiunge normalmente il set di regole a una definizione di layout di un file Job Jackets prima che il progetto e il layout vengano creati. Poiché il set di layout è una risorsa, potete aggiungerlo a una definizione di layout esattamente come fareste con le altre risorse (vedere “Utilizzo delle risorse: modalità avanzata”).<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 227<br /> <br /> UTILIZZO DELLE REGOLE E DEI SET DI REGOLE<br /> <br /> Per rendere disponibile un set di regole in un layout, non appena questo viene creato, associate il set di regole alla definizione di layout utilizzando la finestra di dialogo Manager di Job Jackets. Il grafico di layout può aggiungere us set di regole a un layout dopo che il progetto e il layout sono stati creati. Per informazioni su questo argomento, vedere “Utilizzo delle risorse in un Job Ticket: modalità di base”.<br /> <br /> Il grafico di layout può utilizzare la finestra di dialogo Modifica Job Ticket (Archivio/File Þ Job Jackets Þ Modifica Job Ticket) per assegnare il set di regole a un layout del progetto attivo.<br /> <br /> 228<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> VALUTAZIONE DI UN LAYOUT<br /> <br /> VALUTAZIONE DI UN LAYOUT I set di regole, le specifiche di layout e le specifiche di output sono sostanzialmente dei test condotti per valutare l’aderenza di un layout alle specifiche create dal definitore del job. Il comando di Valuta il layout vi consente di eseguire questi test e di determinare se (e dove) si sono verificate discordanze. Questo comando verifica anche il layout in base alla definizione del layout, per verificare il tipo di supporto (Stampa o Web) e le impostazioni di gestione del colore. Una volta identificate queste discordanze, il grafico di layout può decidere (se necessario) le azioni da intraprendere. Prima di cercare di valutare un layout, accertatevi che il progetto sia associato a un Job Ticket che definisce i set di regole e le specifiche di output per il layout attivo. La funzionalità Valuta il Layout intende rilevare eventuali problemi di layout e indicare la soluzione da adottare. Non può tuttavia impedire a un grafico di layout di apportare modifiche in violazione delle specifiche e delle regole definite in un Job Ticket. Per valutare un layout, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Scegliete Archivio/File Þ Job Jackets Þ Valuta il layout. Viene visualizzata la finestra di dialogo Valutazione layout, con un elenco dei set di regole, specifiche di layout e specifiche di output applicabili. Per espandere un set di regole, le specifiche di layout o le specifiche di output e valutare le regole componenti, fate clic sull’icona di espansione ad essi adiacente.<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Valutazione layout per valutare il layout attivo in base ai set di regole, alle specifiche di layout e alle specifiche di output.<br /> <br /> 2 Per modificare la regola selezionata, fate clic sul suo nome e quindi sul pulsante Modifica la regola. Le modifiche apportate alle regole vengono scritte nel file Job Jackets e applicate ad altri progetti che utilizzando quello stesso Job Jackets.<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 229<br /> <br /> VALUTAZIONE DI UN LAYOUT<br /> <br /> 3 Per indicare che una determinata regola deve essere verificata, selezionate la casella ad essa adiacente. Per indicare che tutte le regole di un set di regole, di specifiche di layout e di specifiche di output devono venire verificate, selezionate la casella adiacente al nome del set di regole, delle specifiche di Layout o delle specifiche di output.<br /> <br /> 4 Per valutare il layout attivo in base alle regole selezionate, fate clic su Valuta. La colonna Casi viene aggiornata per indicare se il documento passa la verifica di ogni regola.<br /> <br /> 5 Per visualizzare informazioni più dettagliate su una regola violata, fate clic sul suo nome e quindi selezionate le caselle Istruzioni e Dettagli. La finestra Istruzioni visualizza le istruzioni scritte dal creatore della regola e la finestra Dettagli visualizza informazioni sul progetto (come ad esempio se è stato modificato dall’ultima verifica).<br /> <br /> La finestra di dialogo Valutazione layout visualizza le regole osservate e le regole che sono state violate.<br /> <br /> 6 Per scorrere lungo il layout e identificare le regole che sono state violate, fate clic sui pulsanti Mostra il caso. Questo semplifica la riparazione della regola violata. (Tenete presente che questa funzionalitàà non èè disponibile per tutte le violazioni; ad esempio, non esiste un “percorso” per un tipo di supporto incorretto). Potete configurare QuarkXPress in modo che valuti automaticamente ciascun layout quando il progetto viene aperto, quando viene salvato, quando viene chiuso e quando il layout viene inviato all’output. Per ulteriori informazioni, vedere “Preferenze di Job Jackets”.<br /> <br /> 230<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> PROTEZIONE DEL JOB JACKETS<br /> <br /> PROTEZIONE DEL JOB JACKETS Per evitare che due persone tentino di modificare una Risorsa simultaneamente, QuarkXPress consente di proteggere i file Job Jackets condivisi nel modo seguente: • Quando l’utente di un progetto che condivide un file di Job Jackets visualizza la finestra di dialogo Modifica Job Ticket (Archivio/File OS Þ Job Jackets Þ Modifica Job Ticket), QuarkXPress protegge quel file Job Jackets. • Quando un utente visualizza la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità) QuarkXPress protegge tutti i file Job Jackets visualizzati nella finestra di dialogo Manager di Job Jackets. • Quando l’utente di un progetto che condivide un file Job Jackets crea, duplica, modifica o ellimina una Risorsa che si trova in un file Job Jackets condiviso, QuarkXPress protegge il file Job Jackets. Ad esempio, se Tara sta lavorando su un progetto che condivide il file di Job Jackets “Lista di prodotti” e sceglie Comp./Modifica Þ Colori e inizia a modificare un colore che si trova nel Job Ticket del progetto, QuarkXPress protegge tutte le Risorse condivise del file “Lista di prodotti” di Job Jackets in modo che solo Tara puòò apportarvi modifiche. Quando un file Job Jackets è protetto: • Non potete creare un progetto dal modello del Job Ticket in quel particolare file Job Jackets • Non potete collegare un progetto al file Job Jackets • Non potete visualizzare la finestra di dialogo Modifica Job Ticket (Archivio/File Þ Job Jackets Þ Modifica Job Ticket) per un progetto che condivide il file Job Jackets • Non potete modificare una Risorsa condivisa nel file di Job Jackets. Ad esempio, se Tara ha protetto il file “Lista di prodotti” del Job Jackets e Sam sceglie Comp./Modifica Þ Colori e cerca di modificare un colore che si trova nel Job Ticket del progetto, il colore diventa non selezionabile fino a quando Tara non elimina la protezione del file Job Jackets. • Non potete aggiungere un layout o modificare il nome di un layout esistente in un progetto che condivide il file Job Jackets. • Non potete modificare una regola dalla finestra di dialogo Valutazione del layout (Archivio/File Þ Job Jackets Þ Valuta il layout). Un file Job Jackets protetto diventa non protetto nelle seguenti situazioni: • Quando l’utente con la protezione chiude la finestra di dialogo Modifica Job Ticket • Quando l’utente con la protezione chiude la finestra di dialogo Manager del Job Jackets • Quando l’utente con la protezione termina di modificare una Risorsa che si trova nel file condiviso di Job Jackets. In base all’esempio utilizzato prima, questo avviene quando Tara fa clic su Salva o Annulla nella finestra di dialogo Colori dopo aver cambiato il colore condiviso.<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 231<br /> <br /> PROTEZIONE DEL JOB JACKETS<br /> <br /> A causa della protezione del Job Jackets, è importante visualizzare le finestre di dialogo Modifica Job Ticket e Manager del Job Jackets soltanto quando necessario e di chiuderle non appena avete finito di lavorare di utilizzarle. Se visualizzate la finestra di dialogo Manager del Job Jackets (menu Utilità) e scoprite che non potete modificare il file Job Jackets associato al progetto, significa che quel file Job Jackets è stato probabilmente protetto da un altro utente.<br /> <br /> STAMPA CON UN OUTPUT JDF Quando inviate un progetto all’output, potete indicare se un file JDF debba venire generato e archiviato dove viene salvato il file di output. (Tenete presente che se state stampando direttamente al dispositivo di output, non viene generato un file JDF.)<br /> <br /> Utilizzate il riquadro JDF della finestra di dialogo Stampa per specificare che le informazioni del Job Jackets vengano incluse, in fase di output, come un file XML compatibile con JDF.<br /> <br /> 232<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> PREFERENZE DEI JOB JACKETS<br /> <br /> PREFERENZE DEI JOB JACKETS Potete usare il riquadro Job Jackets della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/menu Modifica) per specificare le preferenze da applicare alla valutazione automatica del layout e al percorso di default dei file Job Jackets.<br /> <br /> Utilizzate il riquadro Job Jackets della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/ menu Modifica in Windows o Comp. in Mac OS) per specificare le preferenze da applicare alla valutazione automatica del layout e al percorso di default dei file Job Jackets. VALUTAZIONE DEL LAYOUT Utilizzate le opzioni dell’area Valutazione del layout per determinare quando QuarkXPress deve eseguire automaticamente il comando Archivio/File Þ Valuta il layout. Ad esempio, selezionando All’output, potete accertarvi che un layout venga sempre valutato prima che l’output venga eseguito. Le opzioni sono: • All’apertura • Al salvataggio • All’output • Alla chiusura<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> |<br /> <br /> 233<br /> <br /> PREFERENZE DEI JOB JACKETS<br /> <br /> PERCORSO DEI FILE JOB JACKETS Utilizzate le opzioni dell’area Percorso per specificare dove i file Job Jackets vanno archiviati. Per impostazione di default, i file Job Jackets vengono memorizzati nei seguenti percorsi: • Mac OS: Cartella “Documenti” • Windows: Cartella “I miei documenti” Per utilizzare il percorso sopra indicato, fate clic su Utilizzare il percorso di default per i Jacket condivisi. Per modificare il percorso dove i Job Jackets vengono archiviati come impostazione di default, fate clic su Specifica il percorso, fate clic sul pulsante Seleziona e navigate alla directory di destinazione.<br /> <br /> 234<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 7: JOB JACKETS<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SULLE COMPOSITION ZONES<br /> <br /> Capitolo 8: Composition Zones Con QuarkXPress 7, i membri di un gruppo di lavoro possono creare design ed eseguire funzioni editoriali simultaneamente nello stesso layout. Questo capitolo illustra come le Composition Zones possono ottimizzare i workflow esistenti consentendo ai membri di un gruppo di lavorare sullo stesso progetto QuarkXPress simultaneamente.<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SULLE COMPOSITION ZONES La Composition Zones è un layout o un’area del layout definita dall’utente che può venire condivisa con altri utenti di QuarkXPress. Le funzioni di sincronizzazione disponibili in QuarkXPress 7 offrono un metodo di utilizzo di testo, immagini e altri oggetti finalizzato al mantenimento di coerenza nell’ambito di un progetto. Quando modificate un’istanza di un contenuto sincronizzato, tutte le istanze di quel contenuto vengono aggiornate. Le Composition Zones portano questa funzionalità a un livello più alto in quanto espandono il concetto di contenuto sincronizzato fino ad includere un intero layout o un’area definita dall’utente nell’ambito di un layout. Per lavorare con le Composition Zones in QuarkXPress, dovete avere il software CompositionZone XTensions caricato LE COMPOSITION ZONES IN AZIONE Provate a immaginare un grafico di layout incaricato della gestione dei file di un progetto QuarkXPress 7 per una rivista. Il grafico di layout può utilizzare le Composition Zones per condividere un determinato contenuto con autori, revisori di testo, grafici e collaboratori remoti che utilizzano QuarkXPress 7. Prima di QuarkXPress 7, l’artista di layout doveva designare uno spazio specifico del layout alla pubblicità e riempire questo spazio con l’artwork ricevuto, possibilmente costituito da file EPS e PDF. Ma se l’avviso pubblicitario conteneva un errore di battitura o altri problemi, il grafico di layout era tenuto a notificare il creatore del file affinché questi apportasse le necessarie correzioni e inviasse un nuovo file. Utilizzando QuarkXPress 7, il grafico di layout può delineare l’area del progetto destinata all’avviso di pubblicità utilizzando lo strumento Composition Zones e quindi esportare quella Composition Zones come un file separato. Questo file include le relative specifiche e con questo si elimina la necessità di determinate operazioni che il creatore remoto dell’avviso di pubblicità deve eseguire quando<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> |<br /> <br /> 235<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SULLE COMPOSITION ZONES<br /> <br /> riceve il file. Il creatore dell’avviso utilizza QuarkXPress 7 per creare e aggiungere il contenuto e quindi ritorna il file al grafico di layout, insieme alle immagini e alle font necessarie. Il grafico di layout inserisce quindi il file aggiornato nell’apposita cartella e il layout viene aggiornato automaticamente in modo da includere l’avviso di pubblicità. E poiché la Composition Zones funziona esattamente come un layout di QuarkXPress, il grafico di layout può aprire il file per correggere gli errori di battitura o apportare altre modifiche. Nel frattempo il grafico di layout può designare un’altra Composition Zones per un articolo da inserire sulla stessa pagina dell’avviso. Il grafico di layout delinea tre finestre: una per la testata, una per il testo dell’articolo e una per l’immagine. Utilizzando il tasto Maiusc. per selezionare tutte e tre le finestre, il grafico di layout crea un nuovo file della Composition Zones con queste tre finestre, esporta il file e quindi notifica l’autore del testo che il file è disponibile nella cartella condivisa su rete. Parallelamente al lavoro che l’autore del pezzo esegue sul file e al salvataggio che esegue di ogni versione aggiornata, gli aggiornamenti appaiono nel progetto del grafico di layout. E come per l’avviso di pubblicità, l’articolo può venire modificato in seguito una volta inserito nel progetto. Computer del grafico dell’avviso pubblicitario in remoto<br /> <br /> Computer del disegnatore grafico del layout<br /> <br /> Volume su rete locale<br /> <br /> Copia di QuarkXPress del disegnatoregrafico del layout Progetto QuarkXPress<br /> <br /> Progetto QuarkXPress<br /> <br /> Progetto QuarkXPress Rete<br /> <br /> E-Mail<br /> <br /> Computer del grafico dell’avviso pubblicitario in remoto<br /> <br /> Computer del disegnatore grafico del layout<br /> <br /> Volume su rete locale<br /> <br /> Copia di QuarkXPress del grafico dell’avviso pubblicitario in remoto<br /> <br /> Copia di QuarkXPress del disegnatoregrafico del layout<br /> <br /> Copia di QuarkXPress del redattore<br /> <br /> Progetto QuarkXPress<br /> <br /> Progetto QuarkXPress<br /> <br /> Progetto QuarkXPress<br /> <br /> TITOLO 1<br /> <br /> TITOLO 1<br /> <br /> Rete WOW!<br /> <br /> Computer del grafico dell’avviso pubblicitario in remoto<br /> <br /> Computer del disegnatore grafico del layout<br /> <br /> Volume su rete locale<br /> <br /> Copia di QuarkXPress del disegnatoregrafico del layout Progetto QuarkXPress<br /> <br /> Progetto QuarkXPress<br /> <br /> Progetto QuarkXPress<br /> <br /> TITOLO 1<br /> <br /> WOW!<br /> <br /> E-Mail<br /> <br /> WOW!<br /> <br /> TITOLO 1<br /> <br /> Rete<br /> <br /> In alto: Il grafico di layout principale esporta alcune parti di un progetto come Composition Zones ed invia quindi un file via e-mail a un artista grafico remoto per la creazione del design e colloca un altro file in un server locale su rete. Centro: Il grafico di layout principale, l’autore del pezzo editoriale e il designer dell’avviso lavorano simultaneamente nella parte della pagina a loro assegnata. In basso: Il designer dell’avviso pubblicitario invia una e-mail con il lavoro completato al grafico di layout principale, la pagina viene automaticamente aggiornata e il layout è praticamente completato.<br /> <br /> 236<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SULLE COMPOSITION ZONES<br /> <br /> Lo scenario illustrato sopra mostra gli utenti principali che traggono vantaggio dalle Composition Zones, ma questa funzionalità risolve anche altre problematiche tipiche di un workflow di collaborazione. Ad esempio, le Composition Zones possono essere limitate al progetto in cui vengono definite e ciò potrebbe essere utile per una serie di ragioni. Può darsi che il grafico di layout voglia usare un avviso in diversi punti del progetto e l’avviso potrebbe includere molteplici finestre di testo e di immagine. Non potete utilizzare la palette Contenuto condiviso per sincronizzare un gruppo di oggetti, ma se il grafico di layout crea una Composition Zones basata su una selezione di molteplici oggetti, quella Composition Zones diventa sincronizzata e disponibile per l’uso in diversi punti del progetto. Può darsi che il grafico di layout designi un layout per la rivista stampata e un altro layout nello stesso progetto per una pagina Web, comprendente anche l’avviso di pubblicità. Il grafico di layout può limitare l’uso di questa Composition Zones a questo singolo progetto ma l’avviso di pubblicità può apparire allo stesso modo sia in forma stampata che nel Web. TERMINOLOGIA DELLE COMPOSITION ZONES I termini che seguono identificano diversi componenti e condizioni della funzionalità delle Composition Zones in QuarkXPress 7. Le Composition Zones sono elementi della pagina unici in quanto hanno la caratteristica di oggetti quando vengono inseriti in un layout ma si comportano come layout quando si modifica il loro contenuto. • Composition Zones: Un oggetto che mostra il contenuto di un layout che esiste altrove. Potete considerare la Composition Zones come una “finestra” attraverso la quale potete vedere il contenuto di un determinato layout. Il layout visualizzato in una Composition Zones viene chiamato layout di composizione (vedere la definizione che segue). Ciascuna Composition Zones prende il suo contenuto da uno ed esclusivamente un layout di composizione. Le Composition Zones vengono visualizzate in un colore blue. • Layout di composizione: Un tipo speciale di layout utilizzato soltanto per fornire un contenuto a una Composition Zones. Potete considerare il layout di composizione come il layout che è visibile tramite la “finestra” di una Composition Zones. Molteplici Composition Zones sincronizzate possono visualizzare il contenuto di un singolo layout di composizione. Il layout di composizione può tuttavia venire modificato soltanto da una persona per volta.<br /> <br /> Quando create una Composition Zones, QuarkXPress crea automaticamente un layout di composizione che deve fornire il contenuto a quella Composition Zones.<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> |<br /> <br /> 237<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SULLE COMPOSITION ZONES<br /> <br /> Quando aggiungete un contenuto a un layout di composizione, tutte le Composition Zones corrispondenti vengono aggiornate. Gli aggiornamenti vengono visualizzati nelle Composition Zones in base alle preferenze definite per i layout contenenti le Composition Zones (immediatamente, al momento della stampa o all’apertura del progetto). • Composition Zones d’origine: Il layout iniziale o l’area definita dall’utente dai quali viene creata una Composition Zones • Composition Zones posizionata: Una Composition Zones che è stata posizionata in un layout utilizzando la palette Contenuto condiviso.<br /> <br /> Progetto QuarkXPress<br /> <br /> I layout di composizione vengono riportati in un elenco nella palette Contenuto condiviso. Potete utilizzare questa palette per posizionare i layout di composizione in molteplici layout, sia nello stesso progetto che in diversi progetti. • Layout host d’origine: Il layout in cui si era creata una Composition Zones. • Layout host: Qualsiasi layout nel quale sia stata posizionata una Composition Zones.<br /> <br /> 238<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SULLE COMPOSITION ZONES<br /> <br /> • Layout di composizione esterno: Un layout di composizione esportato come un progetto QuarkXPress separato. Un altro utente può modificare un layout di composizione esterno e le modifiche apportate da questo utente vengono riprodotte in tutti gli altri layout host. Copia di QuarkXPress del disegnatoregrafico del layout Progetto QuarkXPress<br /> <br /> COLLEGATO<br /> <br /> Copia di QuarkXPress del redattore Progetto QuarkXPress<br /> <br /> Composizione esterna del layout<br /> <br /> Quando esportate un layout di composizione, un altro utente può modificare quel layout. Le modifiche di questo utente possono venire automaticamente visualizzato in qualsiasi layout host che contiene le Composition Zones basate sul layout di composizione esterno. • Layout di composizione collegabile: Quando designate un layout di composizione collegabile nell’ambito del vostro progetto, altri utenti di QuarkXPress possono collegarsi al progetto e utilizzare quel layout di composizione per collocare Composition Zones nei loro layout. È possibile tuttavia apportare modifiche a un layout di composizione collegabile soltanto dall’interno del layout di composizione stesso (e potete farlo sia voi sia gli altri utenti che accedono al layout host d’origine). I layout di composizione collegabili vengono visualizzati nella scheda Layout condivisi della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione (Archivio/menu File). • Layout di composizione di un singolo progetto: Un layout di composizione che può essere posizionato e modificato soltanto nel progetto in cui il layout di composizione era stato creato. • Layout di composizione collegato: Un layout di composizione a cui potete accedere tramite il collegamento a un progetto che contiene un layout di composizione collegabile. I layout di composizione collegabili vengono visualizzati nella scheda Layout condivisi della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione (Archivio/menu File). Potete trascinare i layout di composizione collegati da una palette Contenuto condiviso al vostro layout dove potete quindi posizionare le Composition Zones.<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> |<br /> <br /> 239<br /> <br /> NOZIONI GENERALI SULLE COMPOSITION ZONES<br /> <br /> • Libreria di contenuto condiviso: Una parte “invisibile” di un file di progetto QuarkXPress che contiene testo, immagini, linee e Composition Zones e altri oggetti che possono essere utilizzati in diversi layout all’interno di un progetto. Computer del disegnatore grafico del layout Copia di QuarkXPress del disegnatoregrafico del layout Progetto QuarkXPress<br /> <br /> Ad Composition Zone<br /> <br /> Ad in the Shared Content palette<br /> <br /> Ad Composition Layout<br /> <br /> In alto a destra: La Composition Zones viene visualizzata come un oggetto con maniglie in un layout host. In fondo a destra: Quando modificate il contenuto di una Composition Zones, dovete aprire il layout di composizione. Sinistra: La palette Contenuto condiviso riporta un elenco delle Composition Zones. Dopo aver imparato a creare una Composition Zones per un singolo progetto, nella sezione successiva imparerete a rendere una Composition Zones accessibile per altri utenti e verranno descritti gli attributi che differenziano le Composition Zones e i layout di composizione da altri oggetti e da altri layout.<br /> <br /> CREAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES Potete adottare tre metodi per la creazione di una Composition Zones (e i suoi layout corrispondenti):<br /> <br /> • Potete selezionare molteplici oggetti e quindi scegliere Oggetti Þ Composition Zones Þ Crea. • Potete designare un intero layout come Composition Zones.<br /> <br /> • Potete selezionare lo strumento Composition Zones e delineare manualmente l’area della vostra Composition Zones. Gli esempi che seguono dimostrano tutti e tre i metodi utilizzati per la creazione di una Composition Zones, in questo caso per un uso esclusivo nell’ambito di un progetto (ossia, un layout di composizione per un singolo progetto). Nelle sezioni successive di questo capitolo, imparerete come designare un layout di composizione per l’uso in altri progetti da parte di altri utenti.<br /> <br /> 240<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> CREAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES<br /> <br /> CREAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES DA UNA SERIE DI OGGETTI SELEZIONATI Per creare una Composition Zones in base a una serie di oggetti selezionati, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Selezionate lo strumento Oggetti o Contenuto, premete il tasto Maiusc e selezionate più di un oggetto.<br /> <br /> 2 Scegliete Oggetti Þ Composition Zones Þ Crea. Una cornice blu delinea la Composition Zones e le maniglie di quella cornice sono simili alle maniglie applicate ad un gruppo di oggetti.<br /> <br /> 3 Per terminare la creazione di una Composition Zones, scegliete Oggetti Þ Condividi o visualizzate la palette Contenuto condiviso (menu Finestra) e fate clic su Nuovo . In entrambi i casi, viene visualizzata la finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso.<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso per assegnare un nome al layout di composizione e per definire la sua disponibilità.<br /> <br /> 4 Immettete un nome per il layout di composizione nel campo Nome. 5 Scegliete Soltanto questo progetto dal menu a discesa Disponibilità. Imparerete più avanti come utilizzare l’opzione Disponibilità nella sezione “Condivisione di un layout di composizione”.<br /> <br /> 6 Selezionate Mostra scheda nella finestra progetto per offrire accesso al layout di composizione dalla scheda di layout disponibile nell’area inferiore della finestra del progetto.<br /> <br /> 7 Fate clic su OK per salvare il layout di composizione. Se la posizione di uno o più degli oggetti selezionati è protetta (Oggetti Þ Blocca Þ Blocca la posizione) non potete creare una Composition Zones. Potete tuttavia creare una Composition Zones se il contenuto è bloccato in uno o più degli oggetti selezionati (Oggetti Þ Blocca Þ Blocca il contenuto della storia oppure Oggetti Þ Blocca Þ Blocca il contenuto dell’immagine).<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> |<br /> <br /> 241<br /> <br /> CREAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES<br /> <br /> CREAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES DA UN LAYOUT Per creare una Composition Zones basata su un intero layout, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Visualizzate il layout che volete designare come Composition Zones (in questo esempio, “layout 1”).<br /> <br /> 2 Scegliete Layout Þ Proprietà di layout avanzate. 3 Selezionate Condividi layout.<br /> <br /> Utilizzate la finestra Proprietà di layout avanzate per specificare la condivisione di un layout di composizione basato su un intero layout.<br /> <br /> 4 Scegliete Soltanto questo progetto dal menu a discesa Disponibilità. 5 Selezionate Mostra scheda nella finestra progetto per visualizzare il layout di composizione, in modo da potervi accedere rapidamente, nella scheda di layout nell’area inferiore della finestra del progetto. Se deselezionate Mostra scheda nella finestra progetto, potete accedere al layout di composizione selezionando la Composition Zones e scegliendo Oggetti Þ Composition Zones Þ Modifica.<br /> <br /> 6 Fate clic su OK. Il layout di composizione viene visualizzato nella palette Contenuto condiviso. Il layout di composizione potrebbe contenere molteplici pagine. Potete utilizzare il menu Pagina della palette Layout della pagina per aggiungere, eliminare o spostare nuove pagine. CREAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES TRAMITE LO STRUMENTO COMPOSITION ZONES Per definire manualmente una Composition Zones, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Selezionate lo strumento Composition Zones nella palette Strumenti. 2 Trascinate per disegnare la Composition Zones. 3 Per terminare la creazione di una Composition Zones, scegliete Oggetti Þ Condividi oppure visualizzate la palette Contenuto condiviso (menu Finestra) e fate clic su Nuovo . In entrambi i casi, viene visualizzata la finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso.<br /> <br /> 242<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> CREAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso per assegnare un nome al vostro layout di composizione, designarne la disponibilità e specificare se una scheda deve venire visualizzata nell’area inferiore della finestra del progetto.<br /> <br /> 4 Immettete un nome per il layout di composizione nel campo Nome. 5 Scegliete Soltanto questo progetto dal menu a discesa Disponibilità. 6 Fate clic su OK. Il layout di composizione viene visualizzato nella palette Contenuto condiviso.<br /> <br /> COLLOCAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES Dopo aver aggiunto un layout di composizione alla palette Contenuto condiviso, potete collocare una Composition Zones basata su quel layout di composizione in un pagina. Per collocare una Composition Zones, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Visualizzate la palette Contenuto condiviso (menu Finestra).<br /> <br /> La palette Contenuto condiviso elenca i layout di composizione e altri contenuti condivisi.<br /> <br /> 2 Selezionate il layout di composizione che volete posizionare. 3 Trascinate il layout di composizione dalla palette Contenuto condiviso nel layout. Dopo aver collocato la voce trascinata nel punto desiderato, potete riposizionare nel punto desiderato la Composition Zones.<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> |<br /> <br /> 243<br /> <br /> COLLOCAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES<br /> <br /> GESTIONE DI MOLTEPLICI PAGINE IN UNA COMPOSITION ZONES POSIZIONATA Il layout di composizione potrebbe contenere molteplici pagine. Una Composition Zones, tuttavia, basata su quel layout di composizione può visualizzare soltanto una pagina per volta. Se volete visualizzare molteplici pagine da un layout di composizione contenente molteplici pagine, dovete posizionare una Composition Zones per ciascuna pagina. Ad esempio, un layout di composizione a tre pagine necessita che la Composition Zones venga collocata per tre volte e che si specifichi una pagina per ciascun posizionamento. Per indicare la pagina da visualizzare in una Composition Zones, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Selezionate la Composition Zones. 2 Scegliete Oggetti Þ Modifica e fate clic sulla scheda Layout. 3 Scegliete una pagina dal menu a discesa Pagina.<br /> <br /> Utilizzate il menu a discesa Pagina nella scheda Layout della finestra di dialogo Modifica per visualizzare una pagina specifica del layout di composizione nella Composition Zones che avete posizionato.<br /> <br /> 4 Fate clic su OK.<br /> <br /> 244<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE<br /> <br /> CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE Quando create un layout di composizione potete specificare una condivisione e potete anche modificare in seguito le impostazioni della condivisione. Le opzioni di condivisione includono: • Condivisione sincronizzata e modificabile tra vari progetti: Potete esportare un layout di composizione in un file di progetto separato che può essere aperto e modificato liberamente, chiamato layout di composizione esterno. Altri progetti possono venire collegati a un file di progetto contenente un layout di composizione esterno e gli utenti possono utilizzare quel layout per creare Composition Zones. • Condivisione sincronizzata e collegata tra vari progetti: Potete ora rendere i layout di composizione interni collegabili tra di loro. Ciò significa che altri progetti possono venire collegati al progetto contenente il layout di composizione interno e utilizzare quel layout per creare Composition Zones. • Condivisione a livello di progetto singolo: Potete limitare l’uso del layout di composizione al progetto che lo contiene (chiamato layout di un progetto singolo).<br /> <br /> Collegamento o apertura? Quando definite il collegamento a un progetto, potete creare delle Composition Zones da qualsiasi layout di composizione condiviso in quel progetto. Ma non potete modificare un layout di composizione a meno che non apriate il progetto che contiene il layout. Molteplici utenti possono collegarsi a un progetto contenente un layout di composizione simultaneamente ma soltanto una persona alla volta può aprire quel progetto e modificarne il layout. I controlli di condivisione sono disponibili in molteplici finestre di dialogo e le modifiche apportate mediante i vari controlli vengono uniformemente integrate. CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE PER LA MODIFICA Se volete che altri utenti siano in grado di modificare il loro layout di composizione come un file separato, potete creare un layout di composizione esterno. Quando un utente modifica questo layout di composizione esterno, il contenuto viene aggiornato nel layout host d’origine dal quale era stato creato il layout di composizione (e eventuali altri progetti collegati al layout di composizione esterno vengono ugualmente aggiornati). Gli aggiornamenti vengono visualizzati nelle Composition Zones in base alle preferenze definite per i layout che contengono le Composition Zones (immediatamente, al momento della stampa o dell’apertura del progetto).<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> |<br /> <br /> 245<br /> <br /> CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE<br /> <br /> Lo strumento per la creazione di tutti i layout di composizione esterni è il pulsante Rendi esterno della finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso. La finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso viene visualizzata quando create un layout di composizione basato su una molteplice selezione oppure utilizzando lo strumento Composition Zones quando fate clic su Nuovo nella palette Contenuto condiviso oppure scegliendo Oggetti Þ Condividi. Per i layout di composizione esistenti, potete accedere al pulsante Rendi esterno mediante la palette Contenuto condiviso. Per creare un layout di composizione esterno dalla palette Contenuto condiviso, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Visualizzate la palette Contenuto condiviso. 2 Selezionate il layout di composizione nella palette Contenuto condiviso. 3 Fate clic sul pulsante Modifica<br /> <br /> .<br /> <br /> 4 Nella finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso fate clic su Rendi esterno. Viene visualizzata la finestra di dialogo Salva con nome.<br /> <br /> Dopo aver fatto clic su Rendi esterno, utilizzate le finestra di dialogo Salva con nome per specificare un nome e un percorso per il file del layout di composizione esterno.<br /> <br /> 5 Immettete un nome di file, scegliete un percorso e fate clic su Salva. Il layout di composizione esterno viene creato come un progetto QuarkXPress separato. Quando selezionate la vostra Composition Zones esterna dalla palette Contenuto condiviso e fate clic su Modifica, viene visualizzato il pulsante Rendi interno.<br /> <br /> 246<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE<br /> <br /> CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE PER IL POSIZIONAMENTO (MA NON PER LA MODIFICA) Per usare uniformemente un contenuto in vari progetti ma limitando la funzione di modifica al layout host d’origine, potete specificare questa condizione adottando uno dei due metodi descritti di seguito. Per specificare una condivisione dalla palette Contenuto condiviso, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Visualizzate la palette Contenuto condiviso (menu Finestra).<br /> <br /> Utilizzate la palette Contenuto condiviso per condividere un layout di composizione per il suo posizionamento.<br /> <br /> 2 Selezionate il layout di composizione e fate clic su Modifica<br /> <br /> per visualizzare<br /> <br /> la finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso.<br /> <br /> Il menu a discesa Disponibilità è lo stesso delle finestre di dialogo Proprietà di layout avanzate e Proprietà oggetto condiviso.<br /> <br /> 3 Scegliete Tutti i progetti dal menu a discesa Disponibilità. 4 Fate clic su OK.<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> |<br /> <br /> 247<br /> <br /> CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE<br /> <br /> Per specificare la condivisione dal layout di composizione, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Visualizzate il layout di composizione e scegliete Layout Þ Proprietà di layout avanzate. Oppure, premete Control+clic (Mac OS) o fate clic con il pulsante destro del mouse (Windows) sulla scheda del layout di composizione nell’area inferiore della finestra del progetto e scegliete Proprietà di layout avanzate. La scheda del layout è disponibile se selezionate Mostra scheda nella finestra progetto nelle finestre di dialogo Proprietà oggetto condiviso e Proprietà di layout avanzate.<br /> <br /> Utilizzate il menu a discesa Disponibilità della finestra di dialogo Proprietà di layout avanzate per specificare l’accesso.<br /> <br /> 2 L’elenco Disponibilità include Tutti i progetti e Questo progetto soltanto. Scegliete Tutti i progetti in modo che gli altri utenti possano collegarsi al progetto attivo e inserire questa Composition Zones. Per ulteriori informazioni, vedere “Collegamento al layout di composizione in un altro progetto” nella sezione successiva.<br /> <br /> 3 Fate clic su OK. COLLEGAMENTO A UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE IN UN ALTRO PROGETTO Quando un layout di composizione possiede l’impostazione Disponibilità definita su Tutti i progetti, significa che è un layout di composizione collegabile. Altri utenti possono quindi collegarsi al layout di composizione collegabile da un altro progetto e portare il layout di composizione collegabile in uno dei layout di quel progetto come una Composition Zones. Per stabilire un collegamento a un progetto contenente dei layout di composizione collegabili, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Con un progetto aperto, scegliete Archivio/File Þ Impostazione di collaborazione per visualizzare la finestra di dialogo Impostazione di collaborazione.<br /> <br /> 2 Fate clic sulla scheda Layout collegati.<br /> <br /> 248<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE<br /> <br /> ] Utilizzate la scheda Layout collegati della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione per accedere ai layout di composizione collegabili in altri progetti.<br /> <br /> 3 Fate clic sul pulsante Collega il layout Viene visualizzata la finestra di dialogo Collega il layout.<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Collega il layout per selezionare un progetto dal quale potete accedere a dei layout di composizione collegabili.<br /> <br /> 4 Selezionate il progetto contenente i layout di composizione collegabili che volete aggiungere al vostro progetto e fate clic su Apri.<br /> <br /> 5 I layout di composizione collegabili contenuti nel progetto al quale vi siete collegati vengono visualizzati nella finestra di dialogo Impostazione di collaborazione della palette Contenuto condiviso.<br /> <br /> La scheda Layout collegati della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione riporta un elenco dei layout di composizione collegabili da altri progetti.<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> |<br /> <br /> 249<br /> <br /> CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE<br /> <br /> Potete posizionare qualsiasi layout di composizione collegato nei layout del progetto attivo. Quando posizionate un layout di composizione collegato, la Composition Zones che ne risulta assomiglia a un’immagine importata in quando potete visualizzare la Composition Zones ma non potete modificarne il contenuto. Potete tuttavia modificare gli attributi della Composition Zones esattamente come fate normalmente per modificare gli attributi di una finestra immagine. Per ulteriori informazioni vedere “Utilizzo dell’impostazione di collaborazione” riguardo la condivisione di controlli della finestra di dialogo Impostazioni di collaborazione. GESTIONE DELLA ZONA DI CONDIVISIONE PER GLI AGGIORNAMENTI QuarkXPress gestisce le Composition Zones adottando lo stesso metodo di gestione delle immagini importate. • Se spostate un layout di composizione esterno in una cartella diversa, visualizzate quindi un progetto collegato al layout di composizione e scegliete Utilità Þ Utilizzo, viene visualizzata la finestra di dialogo “Mancante” nel riquadro Composition Zones. Potete tuttavia navigare al file corretto per aggiornare ancora il collegamento. • Se deselezionate tutte le opzioni di aggiornamento disponibili nella scheda Aggiornamenti della finestra di dialogo Impostazioni di collaborazione e modificate il layout di composizione esterno collegato al vostro progetto QuarkXPress, la finestra di dialogo Utilizzo visualizza “Modificato” nella scheda Composition Zones. Come avviene per le immagini, potete aggiornare lo stato. • Se il layout di composizione rimane lo stesso ed è situato nella stessa cartella del progetto QuarkXPress o all’interno della cartella dalla quale il layout di composizione era stato originato, viene visualizzata la finestra di dialogo OK nel requadro Composition Zones.<br /> <br /> Nel requadro Composition Zones della finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilità) visualizza le Composition Zones contenute nel layout attivo.<br /> <br /> 250<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE<br /> <br /> • Non collegato indica che Disponibilità è stato cambiato da Tutti i progetti a Questo progetto soltanto nel layout host d’origine. • Disponibile indica che la Composition Zones non può essere aggiornata forse perché il tipo di layout è stato convertito da Stampa a Web. RECUPERO DEL CONTENUTO DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE ESTERNO Se perdete un layout di composizione esterno (qualcuno potrebbe averlo rimosso dalla rete), le Composition Zones basate su quel layout di composizione verranno visualizzate come Mancanti nel riquadro Composition Zones della finestra di dialogo Utilizza (menu Utilità). Continuerete tuttavia ad avere accesso al contenuto e potrete creare un nuovo layout di composizione da qualsiasi layout host che utilizzi il layout di composizione mancante. Per recuperare il contenuto di un layout di composizione esterno perso, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Visualizzate un layout con una zona di compensazione basata sul layout di composizione mancante.<br /> <br /> 2 Scegliete Archivio/File Þ Impostazione di collaborazione. 3 Fate clic sulla scheda Layout collegati. 4 Selezionate il layout di composizione mancante. 5 Fate clic su Rompi collegamento.<br /> <br /> Utilizzate il pulsante Rompi il collegamento della scheda Layout collegati della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione per interrompere il collegamento al layout host d’origine dal quale avete stabilito il collegamento.<br /> <br /> 6 Il layout di composizione viene rimosso dalla scheda Layout collegati e un nuovo layout di composizione viene aggiunto alla scheda Layout condivisi della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione. Sebbene il nome di questo layout di composizione sembri lo stesso di quello nella palette Contenuto condiviso, il layout si trasforma in effetti in un nuovo layout di composizione con l’opzione Disponibilità impostata su Questo progetto soltanto. Potete quindi posizionare e modificare il layout di composizione. Per ulteriori informazioni sulla rottura e sull’eliminazione dei collegamenti del layout di composizione, vedere “Desincronizzazione e modifica dei collegamenti per le Composition Zones e per i layout di composizione”.<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> |<br /> <br /> 251<br /> <br /> MODIFICA DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE<br /> <br /> MODIFICA DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE Quando modificate un layout di composizione, potete modificare il contenuto e regolare gli attributi a livello di layout. Per modificare il contenuto di un layout di composizione, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Per un file di layout di composizione esterno, scegliete Archivio/File Þ Apri. 2 Se si tratta di un layout di composizione nell’ambito del vostro progetto QuarkXPress, fate clic sul nome del layout nella scheda di layout nell’area inferiore della finestra del progetto (disponibile se Mostra scheda nella finestra progetto è selezionato). Se il nome del layout di composizione non viene visualizzato nella scheda del layout, dovete selezionare una Composition Zones già posizionata e basata sul layout di composizione (o la Composition Zones d’origine) e scegliere Oggetti Þ Composition Zones Þ Modifica.<br /> <br /> 3 Quando viene visualizzato il layout di composizione, tutti i contenuti del layout di composizione sono disponibili per la modifica. Potete utilizzare i comandi del menu e della palette per alterare testo, grafica e oggetti e potete usare gli appositi strumenti per aggiungere un contenuto.<br /> <br /> 4 Scegliete Archivio/File Þ Salva affinché le modifiche vengano duplicate nel layout host d’origine (e in altri layout ai quali il layout di composizione esterno è stato collegato e in cui è stato posizionato). Se state modificando un layout di composizione di un singolo progetto, semplicemente chiudendo la finestra si aggiorna automaticamente il contenuto della Composition Zones. Per modificare gli attributi di un layout di composizione, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Aprite il file del layout di composizione esterno (Archivio/File Þ Apri) oppure attivate il layout di composizione tramite la scheda di layout o tramite Oggetti Þ Composition Zones Þ Modifica.<br /> <br /> 2 Scegliete Layout Þ Proprietà del layout per visualizzare la finestra di dialogo Proprietà del layout.<br /> <br /> 252<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> MODIFICA DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Proprietà del layout per alterare le dimensioni e l’orientamento della pagina (e impostare un layout a pagine affiancate).<br /> <br /> 3 Per i tipi di layout di stampa, confermate o modificate le dimensioni, l’orientamento e le impostazioni delle pagine affiancate e fate clic su OK.<br /> <br /> 4 Per i layout di tipo Web, confermate o modificate i colori del background e dei collegamenti, le dimensioni del layout e l’immagine del background (se inclusa) e fate clic su OK. Potete modificare il tipo di layout nella finestra di dialogo Proprietà di layout, ma in questo caso potreste perdere contenuto e impostazioni. E questo renderà il layout di composizione Non disponibile dalla finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilità) di altri progetti QuarkXPress collegati al layout di composizione. Il layout di composizione può contenere molteplici pagine. MODIFICA DEL CONTENUTO DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE DI UN PROGETTO SINGOLO Il layout di composizione di un progetto singolo è ristretto al progetto nel quale è stato creato. Il metodo adottato per accedere a un layout di composizione per la sua modifica è determinato dalle impostazioni di Mostra scheda nella finestra progetto della finestra di dialogo Proprietà di layout avanzate. Quando selezionate Mostra scheda nella finestra progetto, potete accedere al layout di composizione dalla scheda di layout disponibile nell’area inferiore della finestra del progetto. Fate semplicemente clic sulla scheda per attivare il layout di composizione e modificare il contenuto e gli attributi del layout. Se non selezionate Mostra scheda nella finestra del progetto, dovete selezionare la Composition Zones d’origine e scegliere quindi Oggetti Þ Composition Zones Þ Modifica. Viene visualizzato il layout di composizione.<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> |<br /> <br /> 253<br /> <br /> MODIFICA DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE<br /> <br /> Per un layout di composizione creato da un intero layout, selezionate Mostra scheda nella finestra progetto della finestra di dialogo Proprietà di layout avanzate in modo che possiate accedere al layout facilmente. In caso contrario, dovete selezionare il layout di composizione dalla palette Contenuto condiviso, fare clic su Modifica e quindi selezionare Mostra scheda nella finestra progetto. Una volta visualizzato il layout di composizione, potete modificare il suo contenuto come descritto in “Modifica dei un layout di composizione” più indietro in questo capitolo.<br /> <br /> MODIFICA DEGLI ATTRIBUTI DI UNA COMPOSITION ZONES Le Composition Zones sono praticamente degli oggetti. Sono molto simili alle immagini importate in quanto potete specificare attributi simili tramite la finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti). Ma come nel caso di un’immagine importata, il layout di composizione rimane inalterato. Ad esempio, potete definire un valore di Angolo nella scheda Finestra e potete creare un’ombreggiatura per una Composition Zones particolare. Tuttavia, il layout di composizione non cambia e altre Composition Zones possono avere valori diversi. Per modificare gli attributi di una Composition Zones, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Selezionate una Composition Zones. 2 Scegliete Oggetti Þ Modifica.<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Modifica per modificare gli attributi di una Composition Zones.<br /> <br /> 3 Utilizzate la scheda Finestra della finestra di dialogo Modifica per specificare posizione, dimensioni, allineamento, colore, opacità e funzioni di stampa.<br /> <br /> 254<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> MODIFICA DEGLI ATTRIBUTI DI UNA COMPOSITION ZONES<br /> <br /> 4 Utilizzate le schede Cornice, Circonda e Ombreggiatura per apportare altre correzioni strutturali.<br /> <br /> 5 Utilizzare la scheda Layout per navigare lungo le pagine, sopprimere o attivare la stampa e per regolare l’opacità del layout.<br /> <br /> 6 Dopo aver apportato le modifiche, fate clic su OK.<br /> <br /> DESINCRONIZZAZIONE E MODIFICA DEI COLLEGAMENTI PER LE COMPOSITION ZONES E I LAYOUT DI COMPOSIZIONE Potete desincronizzare Composition Zones singole o potete desincronizzare un layout di composizione per rompere il collegamento tra quel layout di composizione e qualsiasi altra Composition Zones compresa nel progetto. DESINCRONIZZAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES Quando desincronizzate una Composition Zones, il layout di composizione a cui appartiene rimane disponibile nel vostro progetto. Per desincronizzare una Composition Zones, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Selezionate la Composition Zones nella finestra del layout. 2 Scegliete Oggetti Þ Desincronizza. I layout di composizione rimangono nella palette Contenuto condiviso e nella scheda Layout condivisi della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione per poter essere utilizzati in futuro. Tenete presente tuttavia che modifiche apportate successivamente alla Composition Zones desincronizzata contenuta nella finestra del layout, non verranno sincronizzate. DESINCRONIZZAZIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE Quando desincronizzate un layout di composizione, QuarkXPress rompe il legame tra quel layout di composizione e tutte le Composition Zones esistenti in base a quel layout di composizione. Per desincronizzare tutte le istanze di una Composition Zones in un progetto, selezionate il layout di composizione della palette Contenuto condiviso e fate clic sul pulsante Desincronizza tutto . Se tuttavia modificate il layout di composizione e inserite una nuova Composition Zones basata su di esso, la nuova Composition Zones rifletterà la modifica apportata. ROTTURA DEL COLLEGAMENTO A UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE Se il vostro progetto QuarkXPress contiene una Composition Zones collegata a un layout di composizione contenuto in un altro progetto, potreste voler usare la Composition Zones per uno scopo diverso e non ricevere aggiornamenti quando vengono apportate delle modifiche nel progetto che contiene il layout di composizione. Quando rompete il collegamento, la Composition Zones rimane nella libreria di contenuto condiviso e rimane disponibile nella palette Contenuto condiviso.<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> |<br /> <br /> 255<br /> <br /> DESINCRONIZZAZIONE E MODIFICA DEI COLLEGAMENTI PER LE COMPOSITION ZONES E I LAYOUT DI COMPOSIZIONE<br /> <br /> Per rompere il collegamento tra la Composition Zones e il layout di composizione corrispondente, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Scegliete Archivio/File Þ Impostazione di collaborazione. 2 Selezionate il layout di composizione nella scheda Layout collegati e fate clic su Rompi il collegamento.<br /> <br /> 3 Fate clic su Chiudi. Il layout di composizione viene rimosso dalla scheda Layout collegati e un nuovo layout di composizione viene aggiunto alla scheda Layout condivisi della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione. Il layout di composizione viene visualizzato nella libreria di contenuto condiviso. ELIMINAZIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE COLLEGATO La rimozione di un layout di composizione collegato è simile alla rottura di un collegamento con un layout di composizione collegato. La differenza è che quando rimuovete un layout di composizione collegato, il layout di composizione viene rimosso dalla libreria di contenuto condiviso e quindi non viene più visualizzato nella palette Contenuto condiviso. Potete usare il pulsante Rimuovi della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione per rompere il collegamento al layout di composizione collegato e potete quindi usare il pulsante Elimina, disponibile nella palette Contenuto condiviso, per rimuovere dalla palette Contenuto condiviso qualsiasi Composition Zones collegata. In entrambi i casi, il layout di composizione viene rimosso dalla palette Contenuto condiviso. Per rimuovere un layout di composizione collegato, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Scegliete Archivio/File Þ Impostazione di collaborazione. 2 Selezionate il layout di composizione nella scheda Layout collegati. 3 Fate clic su Rimuovi. Potete usare il pulsante Rimuovi soltanto per i layout di composizione collegati. Dopo aver rimosso un layout di composizione collegato, la Composition Zones rimane nella pagina del layout e potete quindi scegliere Oggetti Þ Condividi per riportare la Composition Zones nella palette Contenuto condiviso. ELIMINAZIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE Per eliminare un layout di composizione, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Visualizzate la palette Contenuto condiviso. 2 Selezionate il layout di composizione dalla palette e fate clic su Elimina<br /> <br /> 256<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> .<br /> <br /> DESINCRONIZZAZIONE E MODIFICA DEI COLLEGAMENTI PER LE COMPOSITION ZONES E I LAYOUT DI COMPOSIZIONE<br /> <br /> Il pulsante Elimina della scheda Layout collegati ha lo stesso effetto del pulsante Elimina della palette Contenuto condiviso. Entrambi i controlli rimuovono il layout di composizione dalla palette del progetto Contenuto condiviso, ma è possibile sempre riportare il layout di composizione dalla finestra del layout alla palette Contenuto condiviso scegliendo Oggetti Þ Condividi e specificando Disponibilità. Se eliminate una Composition Zones dalla finestra del layout (Oggetti Þ Elimina), il layout di composizione a cui apparteneva rimarrà nella palette Contenuto condiviso. CONVERSIONE DI UNA COMPOSITION ZONES IN UN’IMMAGINE Per creare un file di immagine esterno da una Composition Zones, scegliete Oggetti Þ Composition Zones Þ Converti in immagine. Ciò utilizza lo stile di output EPS di default per creare un file EPS nella cartella del progetto e sostituisce la Composition Zones posizionata con quel file EPS. Prima di convertire una Composition Zones in immagine, la Composition Zones viene visualizzata nel riquadro Composition Zones della finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilità). Ma quando scegliete Oggetti Þ Composition Zones Þ Converti in immagine, viene visualizzato un messaggio che indica che la Composition Zones verrà desincronizzata. L’immagine che ne risulta viene visualizzata nel requadro Immagine della finestra di dialogo Utilizzo. Il layout di composizione rimane tuttavia nella palette Contenuto condiviso.<br /> <br /> UTILIZZO DELL’IMPOSTAZIONE DI COLLABORAZIONE La finestra di dialogo Impostazione di collaborazione (Archivio/menu File) include impostazioni di collaborazione definite a livello di progetto. Potete utilizzare queste impostazioni per un’esecuzione delle azioni seguenti: • Stabilire collegamenti ai layout di composizione residenti in progetti esterni. • Visualizzare informazioni sui layout di composizione condivisi nel progetto attivo. • Condividere i Job Jackets. • Importare testo o immagini nella libreria di contenuto condiviso. • Eliminare testo o immagini importati tramite la finestra di dialogo Impostazione di collaborazione. • Specificare la frequenza dell’aggiornamento del progetto attivo con modifiche apportate a un contenuto collegato o alle impostazioni di Job Jackets.<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> |<br /> <br /> 257<br /> <br /> UTILIZZO DELL’IMPOSTAZIONE DI COLLABORAZIONE<br /> <br /> COLLEGAMENTO AD ALTRI PROGETTI Il concetto di collaborazione è bidirezionale. Potete creare layout di composizione e rendere questi layout di composizione disponibili ad altri membri del gruppo e potete stabilire collegamenti a progetti contenenti layout di composizione collegabili.<br /> <br /> Utilizzate la scheda Layout collegati della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione per stabilire un collegamento ad altri progetti contenenti layout di composizione collegabili, per rompere collegamenti a layout di composizione collegabili residenti in altri progetti e per rimuovere dal progetto layout di composizione collegati. Per ulteriori informazioni sui collegamenti ad altri progetti, vedere “Collegamento a un layout di composizione di un altro progetto”, più indietro in questo capitolo. Per ulteriori informazioni sui pulsanti Rompi collegamento e Rimuovi, vedere “Desincronizzazione e modifica dei link per le Composition Zones e i layout di composizione” più indietro in questo capitolo. La colonna Nome riporta il nome del layout di composizione come designato nella palette Contenuto condiviso e la colonna Nome originale riporta il nome d’origine del layout di composizione come designato nel layout host d’origine. L’inclusione di entrambi i nomi nell’elenco, aiutano a monitorare i layout di composizione se assegnate un nuovo nome a un layout di composizione nella palette Contenuto condiviso. VISUALIZZAZIONE DI INFORMAZIONI SUI LAYOUT DI COMPOSIZIONE COLLEGABILI Utilizzate la scheda Layout condivisi per visualizzare layout di composizione collegabili all’interno del progetto.<br /> <br /> Utilizzate la scheda Layout condivisi della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione per identificare i layout di composizione collegabili di altri progetti.<br /> <br /> 258<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> UTILIZZO DELL’IMPOSTAZIONE DI COLLABORAZIONE<br /> <br /> La colonna Nome riporta il nome del layout di composizione incluso nella palette Contenuto condiviso e la colonna Nome originale riporta il nome assegnato al layout di composizione come specificato nella finestra di dialogo Proprietà di layout. Per ulteriori informazioni sulla condivisione del layout di composizione, vedere “Condivisione di un layout di composizione” più indietro in questo capitolo. IMPORTAZIONE E GESTIONE DI UN CONTENUTO CONDIVISO La scheda Contenuto consente di importare testo e immagini e la relativa scheda riporta un elenco di testo sincronizzato e di immagini comprese nel progetto.<br /> <br /> Utilizzate la scheda Contenuto della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione per importare testo e immagini. Quando utilizzate la scheda Contenuto per importare immagini e testo, il contenuto va direttamente nella palette Contenuto condiviso. Vedere il “Capitolo 2”: Sincronizzazione e contenuto condiviso” per ulteriori informazioni sulla scheda Contenuto della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione. SPECIFICA DELLE OPZIONI DI AGGIORNAMENTO Potete specificare la frequenza dell’aggiornamento delle Composition Zones basate su layout collegati.<br /> <br /> Specificate le opzioni di aggiornamento nella scheda Aggiornamenti della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione. • All’apertura: L’aggiornamento avviene all’apertura del progetto. • Prima dell’output: Visualizza un messaggio per gli aggiornamenti quando eseguite un output del progetto. • Durante il lavoro: Esegue gli aggiornamenti in base all’Intervallo di aggiornamento specificato.<br /> <br /> CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES<br /> <br /> |<br /> <br /> 259<br /> <br /> IMPOSTAZIONI DI ORIGINE E IMPOSTAZIONI DI OUTPUT<br /> <br /> Capitolo 9: Gestione del colore Quark è del tutto consapevole dell’importanza del processo del colore nell’ambito di un workflow, dalla selezione del colore e dalle prove del colore su schermo alle prove composite e separazioni cromatiche. A causa delle problematiche inerenti alla gestione del colore prodotto dai vari hardware e software coinvolti nel processo editoriale, la gestione del colore in generale si è conquistata la reputazione di un compito estremamente difficoltoso e con lunghi tempi di esecuzione quando messo in rapporto a risultati di natura spesso imprevedibile. QuarkXPress 7 affronta la difficoltà di produrre colori prevedibili con degli strumenti di gestione del colore basati su ICC che richiedono poco o quasi nessun intervento da parte dell’utente. QuarkXPress 7 offre tuttavia agli esperti del colore la possibilità di un totale controllo su ogni aspetto della gestione del colore. Per completare con successo un workflow, gli utenti possono implementare con estrema facilità impostazioni fornite da un esperto del colore. Se non volete approfittare delle nuove funzionalità di gestione del colore, non dovete farlo: potete infatti impostare QuarkXPress in modo da utilizzare le stesse impostazioni della gestione del colore utilizzate nelle versioni 3.3, 4.0 o 6.0. Oltre a una semplificazione dell’implementazione della gestione del colore, QuarkXPress 7 offre ora la possibilità di eseguire efficaci prove del colore su schermo tramite anteprime che simulano l’output su diversi dispositivi. Ad esempio, potete visualizzare in anteprima immagini e elementi della pagina in RGB quando eseguite un output su un dispositivo CMYK o in scala di grigi. Per ottenere i migliori risultati con i controlli della gestione del colore di QuarkXPress, accertatevi di calibrare correttamente i monitor e gli altri hardware coinvolti nella riproduzione del colore.<br /> <br /> 260<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> IMPOSTAZIONI DI ORIGINE E IMPOSTAZIONI DI OUTPUT<br /> <br /> IMPOSTAZIONI DI ORIGINE E IMPOSTAZIONI DI OUTPUT L’implementazione della gestione del colore in QuarkXPress 7 consente agli esperti del colore di creare e sintonizzare “pacchetti” di impostazione della gestione del colore chiamati “impostazioni d’origine e impostazioni di ouptut.” Le impostazioni d’origine specificano profili individuali e l“intento di rendering”, ossia i criteri di corrispondenza tra un gamut d’origine e un gamut di destinazione, per colori interi e immagini in RGB, CMYK, LAB oltre che per spazi cromatici in scala di grigio; specificano inoltre spazi cromatici d’origine per determinati colori e indicano gli spazi cromatici sottostanti per gli inchiostri. Le impostazioni di output specificano i profili di output e i modelli cromatici e configurano opzioni di prove per simulare sullo schermo i diversi tipi di output. Se siete interessati ad incaricare un esperto del colore della creazione di impostazioni d’origine e impostazioni di output specifiche per il vostro workflow, consultatevi con il vostro tipografo o provider di output per raccomandazioni al proposito.<br /> <br /> ESPERIENZA DELLA GESTIONE DEL COLORE Per la maggior parte degli utenti, i controlli della gestione del colore in QuarkXPress 7 sono stati realizzati per un lavoro nel background con poco o nessun intervento da parte dell’utente. Esistono tuttavia diverse alternative riguardo alla modalità di impostazione della gestione del colore: potete lavorare con impostazioni di default già utilizzate, potete ricorrere a un esperto del colore per definire impostazioni d’origine o impostazioni di ouptut oppure lavorare in un ambiente di gestione del colore delle versioni precedenti di QuarkXPress. AMBIENTE DI GESTIONE DEL COLORE DI DEFAULT Quando create dei nuovi progetti QuarkXPress 7, anche se scegliete di non fare nulla in termini di gestione del colore, potrete comunque trarre vantaggio dalle impostazioni d’origine e dalle impostazioni di ouptut di default. Le impostazioni di default intendono offrire delle anteprime accurate e un ottimo output nella maggioranza delle situazioni. Non avete in altre parole bisogno di impostare nulla, ma se volete verificare le impostazioni di default, potete selezionare il profilo del monitor, le impostazioni d’origine e le opzioni di prova del colore su schermo, dalla finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica).<br /> <br /> CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> |<br /> <br /> 261<br /> <br /> ESPERIENZA DELLA GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> Utilizzate il riquadro Gestione colore della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica).<br /> <br /> Se state aprendo dei file da una versione precedente di QuarkXPress, vedere la sezione “Ambiente di gestione del colore delle versioni precedenti” più avanti in questo capitolo. SPECIFICA DI UN MOTORE DI COLORE Il menu a discesa Motore colore consente di scegliere il motore di colore da utilizzare per trasformare i colori ai fini della gestione del colore. Le opzioni disponibili includono LogoSync CMM, Kodak CMM e le impostazioni di sistema. Se Usa compensazione valori di nero è selezionata, QuarkXPress regoleràà i valori del nero per riempire lo spazio cromatico di output. SPECIFICA DEL PROFILO DI UN MONITOR L’area Monitor del riquadro Display visualizza il profilo del monitor in uso. L’impostazione di default, Automatico, si riferisce al monitor corrente riconosciuto da Mac OS o da Windows. Potete selezionare un profilo diverso dal menu a discesa Profilo. Potete modificare il profilo del monitor di default, ad esempio, se avete un profilo personalizzato per il vostro monitor o se state passando da un computer laptop a un computer desktop e volete simulare lo stesso ambiente di visualizzazione.<br /> <br /> 262<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> ESPERIENZA DELLA GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> SPECIFICA DELLE IMPOSTAZIONI D’ORIGINE Il riquadro Gestione colore dell’area Opzioni d’origine visualizza le impostazioni d’origine di default, ossia QuarkXPress 7.0, che rappresentano l’ambiente più recente e convalidato della gestione del colore. Se preferite lavorare nell’ambiente di gestione del colore di una versione precedente di QuarkXPress, potete selezionare QuarkXPress 3.3, QuarkXPress 4.0 o QuarkXPress 6.0 dal menu a discesa Impostazioni d’origine. Per specificare i profili e l’intento di rendering, immagine per immagine, selezionate Attiva l’accesso ai profili immagine nell’area Opzioni d’origine. Per ulteriori informazioni, vedere la sezione “Sintonizzazione della gestione del colore per immagini singole” in questo capitolo. SPECIFICA DI UN’IMPOSTAZIONE DI OUTPUT DI DEFAULT PER LA PROVA Per specificare un’impostazione di output di default per una visualizzazione dei colori nei layout di stampa, scegliete un’opzione dall’elenco a discesa Output di prova. Questa impostazione di output saràà selezionata per default nel sottomenu Visualizza Þ Output di prova e quindi i colori del vostro layout verranno visualizzati in base a questa impostazione di output a meno che non la modifichiate. SPECIFICA DI UN INTENTO DI RENDERING Il menu a discesa Intento di rendering del riquadro Gestione del colore mostra il metodo utilizzato per la conversione dei colori da uno spazio cromatico all’altro. L’impostazione di default, Colorimetria assoluta, renderizza in modo preciso i colori in gamut e fuori gamut. A seconda del tipo di lavoro che svolgete, ad esempio con un’enfasi sull’arte al tratto e sui colori Pantone piuttosto che su fotografie, è probabile che dobbiate scegliere un’opzione diversa dal menu a discesa Intento di rendering. QuarkXPress offre gli intenti di rendering seguenti: • Percettivo scala tutti i colori del gamut d’origine in modo che rientrino nel gamut di destinazione. L’intento di rendering Percettivo è applicabile a fotografie e alla maggior parte delle immagini in quanto preserva il rapporto definito tra i colori. • Colorimetria relativa conserva i colori che si trovano sia nel gamut d’origine che nel gamut di destinazione. Gli unici colori d’origine che vengono modificati sono quelli non compresi nel gamut di destinazione. Con questo intento di rendering, il punto bianco viene mappato sul punto bianco della stampante. Sebbene Colorometria relativa riproduca più accuratamente i colori in stampa, il loro aspetto su schermo potrebbe preoccupare alcuni utenti.<br /> <br /> CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> |<br /> <br /> 263<br /> <br /> ESPERIENZA DELLA GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> • Saturazione considera la saturazione dei colori d’origine e li modifica in colori con la stessa saturazione relativa nel gamut di destinazione. L’intento di rendering Saturazione potrebbe sacrificare tonalità e luce ed è quindi più adatto alle immagini grafiche che richiedono un alto contrasto piuttosto che colori particolari. • Colorimetria assoluta conserva i colori che si trovano sia nel gamut d’origine che nel gamut di destinazione. I colori fuori dal gamut di destinazione sono regolabili in termini del loro aspetto quando stampati su carta bianca. Questo intento di rendering preserva il punto bianco. Colorometria assoluta riproduce meglio il colore su schermo rispetto alla Colorometria relativa, ma è meno accurato nel caso della stampa del colore. • Definito in base alle origini applica ad ogni colore e immagine l’intento di rendering definito nel profilo associato. (Un profilo viene associato a un colore mediante un’impostazione di origine; un profilo viene associato a un’immagine mediante un’impostazione di origine o tramite un profilo incorporato.) Oltre a specificare un intento di rendering globale nella preferenze, QuarkXPress vi consente di selezionare un intento di rendering immagine per immagine. Per ulteriori informazioni, vedere la sezione “Sintonizzazione della gestione del colore per singole immagini” in questo capitolo. GESTIONE DEL COLORE PER IMMAGINI EPS E PDF CON SPAZI MULTI-COLORE Alcuni file EPS e PDF possono contenere elementi che utilizzano diversi spazi cromatici. Ad esempio, un file PDF o EPS potrebbe contenere un’immagine che utilizza lo spazio cromatico RGB e un colore che utilizza lo spazio cromatico CMYK. Per consentire a QuarkXPress di gestire questi vari elementi in modo appropriato utilizzando l’impostazione di output specificata, selezionate Gestione colore di EPS/PDF importati nel layout. UTILIZZO DI IMPOSTAZIONI D’ORIGINE E IMPOSTAZIONI DI OUTPUT DEFINITE DA UN ESPERTO DEL COLORE Se un esperto del colore crea impostazioni d’origine e di output personalizzate specifiche del vostro workflow o specifiche di un determinato progetto o cliente, potete facilmente applicare queste impostazioni tramite le preferenze, le opzioni di visualizzazione, le opzioni di output e il Jobs Jackets. Ad esempio, un service per la stampa o una tipografia potrebbero definire per voi le impostazioni di stampa da utilizzare al fine di garantire l’output migliore dai loro impianti. AGGIUNTA DELLE IMPOSTAZIONI D’ORIGINE Se le impostazioni d’origine sono state create per un progetto specifico sul quale state lavorando, è possibile applicarle in seguito anche ad altri progetti. Usate il pulsante Aggiungi della finestra di dialogo Impostazioni d’origine (Comp./Modifica Þ Impostazioni colore Þ Origine) per navigare e per selezionare un’impostazione d’origine. Le impostazioni d’origine vengono salvate con il progetto attivo e rimangono disponibili nei menu della gestione del colore.<br /> <br /> 264<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> ESPERIENZA DELLA GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> IMPORTAZIONE DELLE IMPOSTAZIONI DI OUTPUT Se le impostazioni di ouptut sono state create specificatamente per voi, potete importarle tramite la finestra di dialogo Impostazioni di output (Comp./Modifica Þ Impostazioni colore Þ Output) Utilizzate il pulsante Importa per navigare e selezionare i file delle impostazione di output. Le impostazioni vengono salvate con la vostra copia di QuarkXPress e rimangono disponibili nei menu della gestione del colore. SELEZIONE DI IMPOSTAZIONI DI ORIGINE E IMPOSTAZIONI DI OUTPUT Per utilizzare le impostazioni d’origine personalizzate e le impostazioni di output, selezionatele dai vari menu della gestione del colore nel modo seguente: • Origine del colore: Per utilizzare un’impostazione d’origine, selezionatela dal menu a discesa Impostazioni d’origine del riquadro Gestione colore della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica). Questo indica a QuarkXPress l’origine del colore. • Visualizzazione del colore: Per utilizzare le impostazioni di output per la prova del colore, sceglietele dal sottomenu Output di prova del menu Visualizza. • Output del colore: Per utilizzare le impostazioni di output per la stampa o per altri tipi di output, sceglietele dal menu a discesa Impostazioni del riquadro Colori della finestra di dialogo Stampa (Archivio/File Þ Stampa).<br /> <br /> Utilizzate il riquadro Colori della finestra di dialogo Stampa (Archivio/File Þ Stampa) per selezionare impostazioni di output personalizzate. UTILIZZO DI IMPOSTAZIONI D’ORIGINE E DI OUTPUT IN JOB JACKETS Quando create un nuovo progetto dal file Job Jackets, le impostazioni d’origine e di output appropriate vengono incluse e selezionate per voi. Potete sempre importare, aggiungere e creare nuove impostazioni e quindi selezionarle per la loro visualizzazione e il loro output.<br /> <br /> CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> |<br /> <br /> 265<br /> <br /> ESPERIENZA DELLA GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> UTILIZZO DELL’AMBIENTE DI GESTIONE DEL COLORE DELLE VERSIONI PRECEDENTI Che tipo di impatto hanno le funzionalità di gestione del colore di QuarkXPress 7 sui vostri progetti e documenti esistenti? La risposta è — nessun impatto a meno che non siate voi a sceglierlo. Potete aprire documenti da QuarkXPress 3.3, 4 o 5 o progetti da QuarkXPress 6 ed essere certi che il colore verrà visualizzato e stampato come in passato. Ad esempio, potete verificare questo quando aprite un progetto creato e salvato in QuarkXPress 6.5. Nel riquadro Display della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica), il Profilo selezionato nell’area Monitor è RGB di default di QuarkXPress 6. Anche altre impostazioni della gestione del colore riflettono i profili di default di QuarkXPress 6. Potete continuare a lavorare in un ambiente di gestione del colore delle versioni di QuarkXPress 3.3, 4.0 o 6.0 (QuarkXPress 5 utilizza lo stesso ambiente di QuarkXPress 4). Se volete modificare determinate impostazioni del colore, vedere la sezione “Sintonizzazione della gestione del colore per singole immagini” più avanti in questo capitolo. Se scegliete di lavorare in un ambiente di gestione del colore delle versioni precedenti di QuarkXPress, potete approfittare comunque delle funzionalità di prova del colore su schermo di QuarkXPress 7. Non siete tuttavia ristretti ad utilizzare l’ambiente di gestione del colore di un progetto o di un documento pre-esistente. Potete infatti facilmente aggiornare il metodo di gestione del colore utilizzato a quello di QuarkXPress 7 definendo le Impostazioni d’origine su QuarkXPress 7.0 (o sulle opzioni personalizzate) nelle preferenze Gestione colore (QuarkXPress/Modifica Þ Preferenze). Poiché le Impostazioni d’origine sono specifiche di un determinato layout, se aprite un progetto con molteplici layout, potete modificare le impostazioni d’origine definite per ciascun layout. Accertatevi quindi che le impostazioni di output utilizzate (Comp./Modifica Þ Impostazioni del colore Þ Ouptut) specifichino i profili di QuarkXPress 7.0 piuttosto che i profili di altre versioni. PROVA DEL COLORE SU SCHERMO Indipendentemente dalla metodologia adottata per la definizione dell’ambiente di gestione del colore, QuarkXPress 7 offre una simulazione sullo schermo sufficientemente accurata per una prova del colore di vari tipi di ouptut. Utilizzando le informazioni delle impostazioni d’origine, delle impostazioni di output e di altre impostazioni personalizzate (come ad esempio diversi profili applicati alle immagini), le opzioni di simulazione mostrano l’aspetto di un determinato layout in diversi media di output e in base a diversi metodi di stampa. Ad esempio, se avete un avviso pubblicitario che verrà pubblicato in un sito Web, in una sezione degli avvisi economici in bianco e nero su un giornale e in una rivista a quattro colori su carta lucida, potete visualizzare su schermo tutte queste opzioni di output.<br /> <br /> 266<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> ESPERIENZA DELLA GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> L’accuratezza della simulazione su schermo sarà strettamente legata alla qualità di calibrazione del monitor. Altri fattori, come ad esempio la luce dell’ambiente e il riflesso dei colori, potrebbe incidere sulla percezione dei colori su schermo. Per eseguire una prova del colore su schermo, scegliete un’opzione dal sottomenu Output di prova dal menu Visualizza. Il menu elenca tutte le impostazioni di output disponibili nel layout, per cui se dovete importare delle impostazioni di output personalizzate definite da un esperto del colore, le troverete elencate qui. Dopo aver scelto l’opzione desiderata, l’intero layout viene visualizzato in quello spazio cromatico, incluso la palette Colori (menu Finestra) e tutti i campioni di colore disponibili in QuarkXPress.<br /> <br /> Il sottomenu Output di prova (menu Visualizza) offre opzioni di simulazione su schermo in modo che possiate vedere come i colori appariranno nell’output definito. Ad esempio, se pianificate di convertire i colori piatti in colori di quadricromia o se volete un output in scala di grigi di un intero layout RGB, potete visualizzare in anteprima l’aspetto finale della vostra scelta.<br /> <br /> QuarkXPress simula una visualizzazione su schermo delle opzioni Output di prova in base alle impostazioni del menu a discesa Intento di rendering dell’area Prova del colore su schermo delle preferenze di Gestione colore (QuarkXPress/Modifica). L’impostazione di default, Colorimetria assoluta, renderizza in modo preciso i colori in gamut e mappa i colori fuori gamut sulla tonalità disponibile più vicina. Molti esperti del colore considerano il rendering Colorometria assoluta l’opzione migliore quando il dispositivo di prova del colore ha un gamut più esteso del dispositivo di output, come ad esempio nel caso di un monitor e di una stampante composita.<br /> <br /> CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> |<br /> <br /> 267<br /> <br /> ESPERIENZA DELLA GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> Il riquadro Manager colore della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica) dispone di un’area Prova del colore su schermo utilizzata per una simulazione personalizzata su schermo.<br /> <br /> CONTROLLO DELLE GESTIONE DEL COLORE DA PARTE DI ESPERTI Per quanto QuarkXPress 7 offra ottimi colori applicabili a un intero workflow, un esperto del colore può sempre personalizzare e sintonizzare le impostazioni della gestione del colore in modo specifico per determinati lavori, impianti di stampa e processi di output. Se possedete una buona comprensione della teoria del colore e della terminologia relativa alla gestione del colore, come ad esempio profili e intento di rendering, potete creare impostazioni d’origine e impostazioni di output personalizzate che riflettono workflow specifici. Le impostazioni sono trasferibili e potrete quindi condividerle con altri utenti per evitare sorprese, sia su schermo che in stampa. CREAZIONE DI IMPOSTAZIONI D’ORIGINE Le impostazioni d’origine descrivono i colori di un layout prima dell’output, in altre parole descrivono la loro origine. Le impostazione d’origine contengono profili e intenti di rendering sia per i colori pieni che per le immagini in RGB, CMYK, LAB e scala di grigi. Includono inoltre informazioni sullo spazio cromatico sottostante per determinati colori (come ad esempio colori Pantone Process Coated) e inchiostri (come cyan, magenta, giallo, nero e multi-ink). Potete creare impostazioni d’origine per determinati clienti in base al loro workflow standard oppure potete creare impostazioni d’origine per un progetto specifico. Per creare le impostazioni d’origine, dovete avere una certa conoscenza dell’hardware e del software utilizzati dal workflow del cliente, ossia il tipo di camera digitale e scanner utilizzati, e avrete bisogno di accertarvi che i profili necessari siano disponibili. Potrebbe anche essere utile vedere dei progetti di esempio in modo da avere un’idea del tipo di immagini, colori, inchiostri e dispositivi con sui si dovrà lavorare, ad esempio logo, grafici e diagrammi, fotografie, immagini multitonali, ecc, output in SWOP o visualizzazione sul Web.<br /> <br /> 268<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> CONTROLLO DELLE GESTIONE DEL COLORE DA PARTE DI ESPERTI<br /> <br /> QuarkXPress 7 offre impostazioni d’origine di default per descrivere l’input del colore per le versioni 3.3, 4.0, 6.0 e 7.0 di QuarkXPress insieme a. Per creare impostazioni d’origine, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Scegliete Comp./Modifica Þ Impostazioni colore Þ Origine. 2 Fate clic su Nuovo. Se volete modificare delle impostazioni esistenti, come ad esempio l’impostazione di default che non è consentito modificare, selezionate quell’impostazione e fate clic su Duplica.<br /> <br /> 3 Immettete un nome appropriato e riconoscibile nel campo Nome. Se l’impostazione dell’origine è specifica di una campagna pubblicitaria, ad esempio, potete assegnare il nome della campagna pubblicitaria.<br /> <br /> 4 Nelle schede RGB, CMYK, LAB e Grigio, verificate e apportate le modifiche necessarie a Profilo e Intento di rendering, selezionati per Colori pieni e Immagini.<br /> <br /> Utilizzate i schede RGB, CMYK, LAB e Grigio della finestra di dialogo Modifica l’impostazione d’origine (Comp./Modifica Þ Impostazioni d’origine Þ Nuovo) per specificare i profili e gli intenti di rendering per i colori pieni e per le immagini importate.<br /> <br /> 5 Nelle schede RGB e CMYK, se volete che vengano eseguite trasformazioni anche all’interno dello stesso spazio cromatico, selezionate rispettivamente Gestione del colore da RGB d’origine a RGB di destinazione o Gestione del colore da CMYK d’origine a CMYK di destinazione.<br /> <br /> 6 Nella scheda Colori con nome, specificate lo spazio cromatico d’origine per ciascun colore di quadricromia nella finestra di dialogo Colori (Comp./Modifica). A questo proposito, selezionate un colore e scegliete un’opzione dal menu a discesa Spazio d’origine LAB, RGB o CMYK. L’impostazione di default Automatico utilizza lo spazio cromatico più esteso disponibile per descrivere il colore.<br /> <br /> CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> |<br /> <br /> 269<br /> <br /> CONTROLLO DELLE GESTIONE DEL COLORE DA PARTE DI ESPERTI<br /> <br /> 7 Nella scheda Inchiostri, specificate lo spazio cromatico d’origine per ciascun inchiostro destinato a un output dal layout. A questo proposito, selezionate un inchiostro e scegliete un’opzione dal menu a discesa Sovrapposizione spazio cromatico. LAB, RGB o CMYK. Non potete modificare Nero, Cyan, Magenta e Giallo in quanto i loro spazi cromatici d’origine saranno sempre CMYK. Potete tuttavia modificare l’impostazione di Qualsiasi nuovo inchiostro o di qualsiasi altro inchiostro creiate, come ad esempio una pellicola di vernice (varnish) personalizzata. L’impostazione Automatico utilizza lo spazio cromatico più esteso per descrivere il colore, considerando per primo LAB, quindi RGB e infine CMYK.<br /> <br /> Utilizzate il riquadro Inchiostri della finestra di dialogo Modifica l’impostazione d’origine (Comp./Modifica Þ Impostazioni di colore Þ Origine Þ Nuovo) per specificare lo spazio cromatico di colore per ciascun inchiostro (o pellicola) necessario per le separazioni di output.<br /> <br /> 8 Per completare le impostazioni d’origine, fate clic su OK. Per salvare le impostazioni d’origine con il layout corrente, fate clic su Salva. È consigliabile sperimentare con le impostazioni d’origine prima di condividerle con gli altri utenti. CREAZIONE DI UN’IMPOSTAZIONE DI OUTPUT Le impostazioni di output descrivono le funzionalità di vari tipi di dispositivi di output e determinano come verranno gestiti i colori in vari scenari di output. In parole semplici, le impostazioni di output gestiscono la “destinazione dei colori”. Le impostazioni di output specificano se si tratta di un output composito o di separazione, di una modalità di output e di un profilo di output. Potete creare delle impostazioni di output sia per una simulazione su schermo utilizzando Visualizza Þ Output di prova che per un output effettivo di stampa, in PDF e in altri formati.<br /> <br /> 270<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> CONTROLLO DELLE GESTIONE DEL COLORE DA PARTE DI ESPERTI<br /> <br /> Come per le impostazioni d’origine, per creare delle impostazioni di output avete bisogno di conoscere in dettaglio lavori tipici, metodi di output e dispositivi. Ad esempio, sarebbe molto utile sapere il nome e i profili di ciascun dispositivo di stampa composita. QuarkXPress 7 dispone di impostazioni di output di default per vari workflow: Così com’è, CMYK composito, CMYK composito e piatto, Hexachrome® composito, RGB composito, Converti in quadricromia, Scala dei grigi, Separazione in-Rip, e Colori quadricromia e Colori piatti. Per creare le impostazione di output, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Scegliete Comp./Modifica in Mac OS Þ Impostazioni del colore Þ Output. 2 Fate clic su Nuovo. Se volete modificare delle impostazioni esistenti, come ad esempio le impostazioni di default che non si possono modificare, selezionatele e fate clic su Duplica.<br /> <br /> 3 Immettete un nome appropriato e riconoscibile nel campo Nome. Se le impostazioni di output sono specifiche di un determinato lavoro di stampa, ad esempio, potete assegnare il nome del lavoro di stampa.<br /> <br /> 4 Scegliete un’opzione dal menu a discesa Modalità per specificare il tipo di output: Composito o Separazioni.<br /> <br /> 5 Se selezionate la modalità Composito, potete specificare uno spazio cromatico di output dal menu a discesa Modello: Scala dei grigi, RGB, CMYK, Così com’è o DeviceN. Se selezionate la modalità Separazioni, potete selezionare Separazioni basate sull’host o Separazioni In-RIP dal menu a discesa Modello.<br /> <br /> La finestra di dialogo Modifica impostazioni di output (Comp./Modifica Þ Impostazioni di output Þ Nuovo/Modifica) offre diversi modelli di output a seconda della modalità di output scelta. A sinistra, quando è selezionata la modalità Composito, il menu a discesa Modello offre dei modelli di colore dai quali potete scegliere. A destra, quando è selezionata la modalità Separazione, il menu a discesa Modello vi consente di scegliere il tipo di separazione desiderato.<br /> <br /> CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> |<br /> <br /> 271<br /> <br /> CONTROLLO DELLE GESTIONE DEL COLORE DA PARTE DI ESPERTI<br /> <br /> 6 In base al Modello specificato, selezionate un profilo di output dal menu a discesa Profilo. Se avete bisogno di caricare profili personalizzati, utilizzate la finestra di dialogo Gestione profili (menu Utilità).<br /> <br /> 7 Per completare le impostazioni di output, fate clic su OK. Per salvare le impostazioni di output con il layout corrente, fate clic su Salva. È consigliabile sperimentare con le impostazioni di output prima di condividerle con altri utenti. CONDIVISIONE DELLE IMPOSTAZIONI DI ORIGINE E IMPOSTAZIONI DI OUTPUT Le impostazioni d’origine e di output sono trasferibili e gli esperti del colore possono quindi distribuirle a utenti e a gruppi di lavoro. Le impostazioni d’origine possono essere ricavate da altri progetti e le impostazioni di output possono essere esportate come file individuali e salvate negli stili di output. Entrambi i tipi di impostazione, sia d’origine che di output, possono venire condivisi tramite la loro inclusione in Job Jackets. Prima di distribuire le impostazioni a gruppi di lavoro o a clienti, accertatevi di sperimentare con le impostazioni definite utilizzando dei lavori tipici. Per condividere le impostazioni, procedete come segue: • Aggiunta delle impostazioni d’origine: Per condividere un’impostazione d’origine, createne innanzi tutto una in un progetto QuarkXPress e quindi distribuite il file del progetto ad altri utenti QuarkXPress. Altri utenti possono utilizzare il pulsante Aggiungi della finestra di dialogo Impostazioni d’origine (Comp./Modifica Þ Impostazioni del colore Þ Origine) per accedere a impostazioni d’origine personalizzate. • Esportazione e importazione di impostazioni di output: Potete condividere le impostazioni di output esportandole come file individuali. Distribuite i file delle impostazioni di output agli utenti QuarkXPress che possono quindi importare i file. I pulsanti Esporta e Importa da utilizzare per la condivisione delle impostazioni sono nella finestra di dialogo Impostazioni di output (Comp./Modifica Þ Impostazioni del colore Þ Output). • Incorporazione delle impostazioni in Job Jackets: Per specificare le impostazioni d’origine e le impostazioni di output utilizzate in una struttura Job Jackets o job Ticket, fate clic sul pulsante Impostazioni avanzate della finestra di dialogo Manager di Job Jacket (menu Utilità), selezionate un progetto che contiene impostazioni d’origine o di output dall’elenco a sinistra e quindi trascinate le impostazioni di origine o di output nella struttura di Job Jackets o nel Job Ticket. Potete anche scegliere uno stile di output che includa impostazioni specifiche di output. Per ulteriori informazioni, vedere il capitolo 7, “Job Jackets”.<br /> <br /> 272<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> CONTROLLO DELLE GESTIONE DEL COLORE DA PARTE DI ESPERTI<br /> <br /> Utilizzate l’area Impostazioni d’origine della finestra di dialogo Manager di Job Jacket (menu Utilità) per selezionare le impostazioni d’origine dei layout in progetti basati sulla struttura di Job Jackets o sul Job Ticket selezionati. • Inclusione delle impostazioni di output agli stili di output: Per utilizzare le impostazioni di output per la stampa o per altri tipi di output, sceglietele dal menu a discesa Impostazioni del riquadro Colori della finestra di dialogo degli stili di output (Comp./Modifica Þ Stili di stampa Þ Nuovo/Modifica).<br /> <br /> SINTONIZZAZIONE DELLA GESTIONE DEL COLORE PER SINGOLE IMMAGINI Se volete specificare dei profili e degli intenti di rendering per singole immagini, potete farlo esattamente come facevate nelle versioni precedenti di QuarkXPress. Queste definizioni assumono carattere prioritario rispetto alle impostazioni di default di QuarkXPress 7 o alle impostazioni d’origine selezionate. Ad esempio, può darsi che vogliate cambiare l’intento di rendering di un logo EPS in saturazione ma che vogliate lasciare il resto delle immagini di un layout, particolarmente fotografie, in modalità di percezione. Per accedere ai controlli della gestione del colore per immagini singole, rendete innanzi tutto disponibili le relative funzionalità selezionando Attiva l’accesso ai profili immagine nel riquadro Gestione colore della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica) Per applicare e modificare i profili di immagini, procedete come segue: • Importazione di immagini: La finestra di dialogo Importa immagini (menu Archivio/File) offre il riquadro Gestione colore che vi consente di specificare un Profilo e l’Intento di rendering per l’immagine selezionata. Vedrete inoltre una casella di selezione specifica per l’immagine selezionata, come ad esempio Gestione del colore a CMYK di destinazione per un TIFF CMYK, Gestione del<br /> <br /> CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> |<br /> <br /> 273<br /> <br /> SINTONIZZAZIONE DELLA GESTIONE DEL COLORE PER SINGOLE IMMAGINI<br /> <br /> colore a RGB di destinazione per un file JPEG RGB o Gestione del colore ai grigi di destinazione per un TIFF grigio. Selezionate queste opzioni per applicare la gestione del colore anche quando lo spazio cromatico d’origine e lo spazio cromatico di output sono gli stessi.<br /> <br /> Utilizzate il riquadro Gestione colore della finestra di dialogo Importa immagini (menu Archivio/File) per personalizzare le impostazioni di gestione del colore durante l’importazione di singole immagini. • Modifica dei profili: La palette Informazioni sul profilo (menu Finestra) visualizza informazioni sul tipo di immagine e sullo spazio cromatico selezionati. Potete utilizzare questa palette per modificare rapidamente le impostazioni Profilo, Intento di rendering e Gestione colore su [tipo di dispositivo] da applicare all’immagine.<br /> <br /> Utilizzate la palette Informazioni sul profilo (menu Finestra) per visualizzare e modificare rapidamente le informazioni di gestione del colore per l’immagine selezionata.<br /> <br /> 274<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> SINTONIZZAZIONE DELLA GESTIONE DEL COLORE PER SINGOLE IMMAGINI<br /> <br /> Attiva l’accesso ai profili immagine è una preferenza basata sul layout ed è disattiva per default. Se avete bisogno di utilizzare regolarmente queste funzionalità di gestione del colore, impostate le preferenze per tutti i tipi di layout quando nessun progetto è aperto. A questo proposito, fate clic su Attiva l’accesso ai profili immagine, nel riquadro Gestione colore di Layout di stampa di default e di Layout Web di default della finestra di dialogo QuarkXPress/Modifica).<br /> <br /> GESTIONE DEI PROFILI La gestione del colore si basa fondamentalmente sui profili. Con l’adozione di nuovi workflow, l’acquisizione di nuovi dispositivi e la diagnostica dell’output, potreste aver bisogno di installare dei nuovi profili, verificare i profili disponibili e determinare i profili da utilizzare nell’ambito di un layout. Potete eseguire questi compiti utilizzando le funzionalità di Gestione profili e di Utilizzo profili. Le funzionalità Gestione profili e Utilizzo profili sono considerate funzionalità avanzate della gestione del colore. Per accedere al comando Gestione profili del menu Utilità e al riquadro Profili della finestra di dialogo Utilizzo, dovete selezionate Attiva l’accesso ai profili immagine del riquadro Manager colore della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica). Attiva l’accesso ai profili immagine è una preferenza basata sul layout ed è disattiva per default. Se avete bisogno di utilizzare regolarmente queste funzionalità di gestione del colore, impostate le preferenze per tutti i tipi di layout quando nessun progetto è aperto. A questo proposito, fate clic su Attiva l’accesso ai profili immagine, nel riquadro Gestione colore di Layout di stampa di default e di Layout Web di default della finestra di dialogo QuarkXPress/Modifica). INSTALLAZIONE DEI PROFILI Se acquisite nuovi profili dal fabbricante e questi profili non vengono automaticamente installati a livello di sistema, potete trascinarli nella cartella “Profili”, situata a sua volta nella cartella dell’ applicazione QuarkXPress. La prossima volta che lanciate QuarkXPress, i profili diverranno disponibili nei relativi menu a discesa della gestione di colore. Utilizzando la finestra di dialogo Gestione profili (menu Utilità), potete specificare una cartella di nuovi profili, se necessario.<br /> <br /> CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> |<br /> <br /> 275<br /> <br /> GESTIONE DEI PROFILI<br /> <br /> CARICAMENTO DI PROFILI Se disponete di vari profili che volete utilizzare per un workflow particolare, potete ottimizzare i profili disponibili in QuarkXPress. A questo proposito, utilizzate la finestra di dialogo Gestione profili (menu Utilità). La finestra di dialogo Gestione profili funziona come segue: • Elenco Profili: L’area superiore della finestra di dialogo visualizza un elenco di tutti i profili disponibili nel sistema. Per rimuovere un profilo dai menu a discesa della gestione del colore, deselezionate quel profilo nella colonna Includi. Ciò contribuisce ad impedire che gli utenti possano compiere scelte inappropriate quando assegnano i profili immagine per immagine o dispositivo per dispositivo. • Area Informazioni: Per dettagli relativi a un profilo, fate clic sul nome del profilo dell’elenco e verificate le informazioni nei campi Posizione, Nome del file e Spazio cromatico. • Area Cartella di profili ausiliari: Per specificare un’altra cartella per i profili, come ad esempio per i profili specifici di determinate pubblicazioni o clienti, potete specificare un’altra cartella per la loro archiviazione. Per aggiornare l’elenco dei profili ai fini di includerli nella cartella ausiliaria corrente, fate clic su Aggiorna.<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Gestione profili (menu Utilità) per specificare i profili del colore da caricare con QuarkXPress e per specificare una cartella ausiliaria per i profili stessi.<br /> <br /> 276<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> GESTIONE DEI PROFILI<br /> <br /> VERIFICA DELL’USO DEL PROFILO Se state lavorando su dei layout creati da altri utenti, potete verificare rapidamente come questi utenti hanno implementato la gestione del colore, osservando il riquadro Profili della finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilità). Analogamente all’Utilizzo immagini e all’Utilizzo font, mediante le funzionalità di Utilizzo profili potete verificare dove sono disponibili i profili nel layout e se sono stati specificati nelle impostazioni d’origine/di output o se sono stati applicati alle immagini. Per i profili applicati alle immagini, potete sostituire un profilo con un altro. Il riquadro Profili funziona come segue: • Menu a discesa Profili: Questo menu a discesa elenca tutti i profili che possono venire usati nel layout attivo. Scegliete un profilo per visualizzarne il tipo di uso. • Colonna Oggetto: Questa colonna descrive quello che il profilo gestisce, ossia il tipo di colore, come ad esempio Colore CMYK o CMYK composito o un’immagine importata. Nel caso di un’immagine, viene visualizzato anche il percorso del file. • Colonna Tipo: Questa colonna descrive come viene applicato il profilo: a Impostazioni d’origine, a Impostazioni di output o a un tipo specifico di file di immagine (TIFF, EPS, ecc). • Pulsante Mostra: Se l’oggetto selezionato è un file di immagine, potete fare clic su Mostra per visualizzare l’immagine alla quale è stato applicato il profilo. • Pulsante Sostituisci: Se l’oggetto selezionato è un file di immagine, potete fare clic su Sostituisci per applicare un profilo diverso all’immagine.<br /> <br /> Il riquadro Profili della finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilità) mostra i profili in uso tramite le impostazioni d’origine, le impostazioni di output o le immagini.<br /> <br /> CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE<br /> <br /> |<br /> <br /> 277<br /> <br /> GESTIONE POTENZIATA DELLE PALETTE<br /> <br /> Capitolo 10: Altre nuove funzionalità Questo capitolo offre una panoramica della gestione potenziata delle palette, di migliorie apportate alla palette delle Misure, modifiche di terminologia e altri potenziamenti realizzati in QuarkXPress 7.<br /> <br /> GESTIONE POTENZIATA DELLE PALETTE Gli utenti di software parlano spesso scherzosamente della necessità di disporre di monitor sempre più grandi per poter contenere tutte le palette necessarie per il loro lavoro e QuarkXPress 7 ha risposto offrendo una soluzione pratica ed efficace per la gestione delle palette. Per un contenimento efficace di ben 17 palette di default, e di un numero significativamente più alto se si contano le librerie e i software XTensions, QuarkXPress 7 offre due nuove funzionalità: • La funzionalità di raggruppamento delle palette che consente di raggruppare diverse palette in una singola palette. • La funzionalità del set di palette che consente di archiviare e richiamare la posizione e lo stato di tutte le palette e le librerie aperte in modo che si possa facilmente passare da una configurazione di palette a un’altra. Questa sezione descrive in dettaglio entrambe le funzionalità, oltre a presentare un elenco di potenziamenti inerenti alle palette, apportate a questa versione di QuarkXPress. AGGIUNTA DI PALETTE: CREAZIONE DI UN GRUPPO DI PALETTE La configurazione di default per le palette Fogli di stile, Colori e Layout della pagina, nell’area destra del monitor, diviene visualizzata come un’unica grande palette con un bordo di contorno che separa una palette dall’altra. Potete identificare ciascuna palette dal suo nome e da una piccola linea divisoria, ma tutte e tre le aree sono unite in modo da costituire un unico gruppo.<br /> <br /> 278<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> GESTIONE POTENZIATA DELLE PALETTE<br /> <br /> Questa illustrazione mostra le palette Fogli stile, Colori e Layout della pagina raggruppate in un’unica palette con un immediato risparmio di spazio sullo schermo e la possibilità di un facile accesso alle funzioni delle rispettive palette. AGGIUNTA DI UNA PALETTE AL GRUPPO DELLE PALETTE Per aggiungere una palette al gruppo delle palette, procedete come segue, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Premete il tasto Control e fate clic con il mouse/clic con il pulsante destro del mouse sulla barra del titolo di un gruppo di palette per visualizzare il menu contestuale. Potete anche premere Control e fare clic oppure fare clic/ con il pulsante destro del mouse per visualizzare un menu contestuale analogo.<br /> <br /> 2 Scegliete un nome di palette non selezionato. Quando aggiungete una palette che è già visualizzata, la palette si sposta per diventare parte del gruppo di palette. SEPARAZIONE DI UNA PALETTE DAL GRUPPO DELLE PALETTE Per separare una palette dal gruppo delle palette, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Premete il tasto Control e fate clic con il mouse/clic con il pulsante destro del mouse sul nome di una palette specifica per visualizzare il menu contestuale.<br /> <br /> 2 Scegliete Separa <nome palette>. La palette viene automaticamente eliminata dal gruppo di palette e riposizionata sul monitor.<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> |<br /> <br /> 279<br /> <br /> GESTIONE POTENZIATA DELLE PALETTE<br /> <br /> SET DI PALETTE: SALVATAGGIO DI UNA CONFIGURAZIONE DELLE PALETTE La funzionalità del set di palette consente di archiviare e richiamare la posizione e lo stato di tutte le palette e le librerie aperte in modo che si possa facilmente passare da un gruppo di palette e librerie ad un altro. I vari set di palette possono allinearsi alle varie fasi del vostro workflow. Ad esempio, se create un testo in QuarkXPress all’inizio di un progetto, è probabile che vogliate avere disponibili soltanto le palette Strumenti e Misure mentre state digitando il testo. In una fase successiva del progetto, avrete probabilmente bisogno delle palette Fogli stile e Elenchi, seguiti da una fase in cui vi serviranno strumenti per librerie e strumenti di colore e gestione dell’immagine da utilizzare per la creazione di grafici. CREAZIONE DI UN SET DI PALETTE Per creare un set di palette, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Visualizzate le palette di cui avete bisogno per un dato compito, come ad esempio la redazione o la revisione di un testo o la creazione di immagini grafiche. Posizionate e raggruppate le palette.<br /> <br /> 2 Nascondete tutte le altre palette. 3 Scegliete Finestra Þ Set di palette Þ Salva il set di palette come. 4 Nella finestra di dialogo Salva il set di palette come, immettete un nome e (se volete accedere al set dalla tastiera) assegnate una combinazione di tasti della tastiera.<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Salva il set di palette come per assegnare una combinazione di tasti funzione e per assegnare un nome al nuovo set delle palette. UTILIZZO DI UN SET DI PALETTE Per reperire un set di palette, scegliete Finestra Þ Set di palette Þ [nome del set delle palette] oppure premete la combinazione di tasti definita per quel set di palette.<br /> <br /> 280<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> GESTIONE POTENZIATA DELLE PALETTE<br /> <br /> ALTRE CONSIDERAZIONI SUI SET E SUI GRUPPI DI PALETTE Oltre ad utilizzare lo spazio disponibile in modo molto più efficiente, QuarkXPress 7 esegue regolazioni automatiche per migliorare ulteriormente l’uso dello spazio disponibile. • Quando lanciate QuarkXPress 7, il software rileva le dimensioni del monitor e in base a queste posiziona le palette. • Quando spostate una palette e la portate vicino alle barre di scorrimento, la palette che state spostando scatta in posizione senza sovrapporsi alla barra di scorrimento o all’altra paletta. • Una palette può venire visualizzata soltanto in un gruppo di palette per volta. • Potete visualizzare molteplici gruppi di palette simultaneamente e un set di palette può contenere molteplici gruppi di palette. • Quando aggiungete e separate delle palette da un gruppo, le altre palette del gruppo vengono automaticamente ridimensionate. • Potete ridurre o espandere una palette che fa parte di un gruppo di palette facendo clic sul triangolo a sinistra del suo nome o facendo doppio clic sulla barra del suo titolo. • Potete ridurre o visualizzare tutte le palette che fanno parte di un gruppo premendo il pulsante Mela e facendo clic/premendo Control e facendo clic sul nome di una palette qualsiasi all’interno del gruppo. • La palette più larga all'interno di un gruppo di palette definisce la larghezza massima del gruppo. • La librerie possono fare parte di un set di palette. Tuttavia, se una libreria contenuta in un set di palette viene archiviata in un server inaccessibile, quella libreria non verrà visualizzata quando scegliete il set di palette in cui è contenuta. • Non potete includere i libri in un set di palette. • Se volete utilizzare l’intero monitor per il vostro progetto, potrebbe essere utile creare un set di palette con nessuna palette o libreria visualizzata. • I set di palette possono contenere palette che non possono essere raggruppate (ad esempio le palette Strumenti e Misure). • Il gruppo di palette si comporta esattamente come una palette singola. Fate doppio clic sulla sua barra superiore per comprimere la visualizzazione fino a visualizzare soltanto la barra superiore. Potete fare clic sulla casella di chiusura per nascondere il gruppo delle palette. • Potete comprimere o espandere la visualizzazione di ciascuna palette all’interno del gruppo di palette facendo clic sul suo nome. • Potete comprimere o visualizzare tutte le palette di un gruppo premendo il tasto Mela e facendo clic/premendo Ctrl e facendo clic/sul nome di una palette qualsiasi all’interno di un gruppo.<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> |<br /> <br /> 281<br /> <br /> GESTIONE POTENZIATA DELLE PALETTE<br /> <br /> • Potete visualizzare il menu di una determinata palette facendo clic sulle frecce a destra del suo nome. Ad esempio, il menu della palette Fogli di stile visualizza i controlli per la modifica e la gestione dei fogli di stile. • Potete riposizionare una palette all’interno di un gruppo di palette facendo clic sul suo nome e trascinandola in una nuova posizione nel gruppo. Prima di rilasciare il pulsante del mouse, viene visualizzata una linea sottile nella posizione di destinazione. • I set di palette vengono salvati come singoli file XML nella cartella “Set di palette”, situata nella cartella Preferenze di QuarkXPress. Potete definire la vostra gerarchia di palette creando cartelle all’interno della cartella “Set di palette” situata nella cartella Preferenze di QuarkXPress. Queste cartelle diventeranno sottomenu del sottomenu Finestra Þ Set di palette. Portate semplicemente il file XML di un set di palette nella cartella appropriata uscite da QuarkXPress e rilanciatelo per visualizzare quel set di palette nel sottomenu desiderato. Potete anche creare delle cartelle nidificate per creare sottomenu nidificati. • Gli sviluppatori di software XTensions possono decidere di utilizzare le funzioni dei gruppi di palette in QuarkXPress 7. Se lo sviluppatore decide di adottare questo metodo, può aggiungere le palette dei software XTensions ai gruppi e ai set di palette.<br /> <br /> DESIGN POTENZIATO DELLA PALETTE DELLE MISURE Potete ora utilizzare la palette delle Misure per accedere virtualmente a tutti i comandi disponibili tramite le finestra di dialogo. Una fila di icone raggruppate in una scheda di navigazione viene visualizzata sopra il centro della palette delle Misure. Potete specificare di visualizzare la scheda di navigazione in qualsiasi momento oppure di visualizzarla quando si fa scorrere il mouse sopra la palette oppure di non visualizzarla mai. Quando la scheda di navigazione è attiva, scegliete un’icona per modificare le informazioni visualizzate. Scoprirete di avere a disposizione un notevole gruppo di controlli in uno spazio relativamente limitato.<br /> <br /> La scheda di navigazione viene visualizzata sopra il centro della palette delle Misure. VISUALIZZAZIONE DELLA PALETTE DELLE MISURE STANDARD Quando uno o più elementi della pagina sono attivi, la scheda di navigazione visualizza sempre le icone seguenti: Impostazioni di default di QuarkXPress (indicate dall’icona dell’applicazione), Spazio/Allinea e Ombreggiatura • Fate clic sull’icona di default di QuarkXPress per visualizzare informazioni sugli elementi della pagina o sul contenuto in funzione dello strumento e dell’oggetto selezionato.<br /> <br /> 282<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> DESIGN POTENZIATO DELLA PALETTE DELLE MISURE<br /> <br /> • Fate clic sull’icona Spazio/Allinea per visualizzare i controlli di allineamento degli elementi della pagina (uno in relazione all’altro o in relazione alla pagina o al documento disteso). • Fate clic sull’icona Ombreggiatura per visualizzare i controlli di aggiunta di un’ombreggiatura agli elementi della pagina attivi. Oltre alle tre icone standard, altre icone della palette delle Misure cambiano in base all’elemento della pagina attivo e allo strumento selezionato. CONTROLLI DI SPAZIO/ALLINEA Quando scegliete Oggetti Þ Spazia/Allinea Þ Spazia/Allinea (Tasto Mela+,/Ctrl+,), i controlli di Spazia/Allinea della palette delle Misure diventano attivi. Oltre ad aggiungere i controlli di Spazia/Allinea alla palette delle Misure, QuarkXPress 7 offre scelte più ampie per Spazia/Allinea. Potete infatti ora scegliere tra otto opzioni di spaziatura e sei opzioni di allineamento nella palette delle Misure e potete specificare un allineamento relativo agli elementi della pagina selezionati o (per i layout di stampa con pagine affiancate) relativi ai documenti distesi. I sei comandi nel sottomenu Spazia/Allinea (menu Oggetti) sono disponibili nella palette della Misure, ma le nuove modalità di allineamento relativo (ossia, a oggetti, alla pagina o al documento disteso) vengono definite soltanto nella palette delle Misure e presentano un comportamento leggermente diverso dalle versioni precedenti del software. MODALITÀ RELATIVA ALL’OGGETTO I controlli di Spazia/Allinea delle versioni precedenti di QuarkXPress utilizzavano una modalità relativa all’oggetto. Ciò significa che quando selezionavate più di un oggetto della pagina, potevate usare le opzioni di Spazia/Allinea per definire la spaziatura tra gli oggetti. In QuarkXPress 7, la modalità relativa all’oggetto è una delle tre modalità relative. MODALITÀ RELATIVA ALLA PAGINA Nuova in QuarkXPress 7, la Modalità relativa alla pagina posiziona gli oggetti in funzione dei parametri definiti per la pagina (sinistra, destra, in alto o in basso). MODALITÀ RELATIVA AL DOCUMENTO DISTESO Nuovo in QuarkXPress 7, la modalità relativa al documento disteso è disponibile per i layout di stampa attivi che includono pagine affiancate. Supponiamo che abbiate aperto un layout con pagine affiancate e che selezioniate un oggetto della pagina sinistra e un altro oggetto della pagina destra. Se fate clic sull’icona Modalità relativa al documento disteso nella palette delle Misure e scegliete Spazia centri orizzontali , gli oggetti selezionati si posizionano da sé all’estrema sinistra e all’estrema destra.<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> |<br /> <br /> 283<br /> <br /> DESIGN POTENZIATO DELLA PALETTE DELLE MISURE<br /> <br /> CONTROLLI DI SPAZIATURA I controlli di spaziatura seguenti sono disponibili per tutte le modalità di Spazia/Allinea: • Spazio bordi superiori • Spazio centri verticali • Spazio bordi inferiori • Spazio verticale • Spazio bordi sinistri • Spazio centri orizzontali • Spazio bordi destri • Spazio orizzontale CONTROLLI DI ALLINEAMENTO I controlli di allineamento seguenti sono disponibili per tutte le modalità di Spazia/Allinea: • Allineamento bordi sinistri • Allineamento centri orizzontali • Allineamento bordi destri • Allineamento bordi inferiori • Allineamento centri verticali • Allineamento bordi superiori Nuovo in QuarkXPress 7, potete ora scegliere Oggetti Þ Spazia/Allinea Þ Applica l’ultimo. ALTRE NOTE SULLA PALETTE DELLE MISURE • Quando è attivo un layout Web, la palette delle Misure include l’icona Esporta utilizzata per visualizzare i controlli di esportazione. • Quando selezionate molteplici oggetti dello stesso tipo (come ad esempio tre finestre di immagine distinte), i controlli della palette Misure vengono applicati a tutti gli oggetti selezionati. • Potete passare ciclicamente da una all’altra icona della scheda di navigazione della palette delle Misure premendo il tasto Mela+Option+;/Ctrl+Alt+;. Potete retrocedere (da destra verso sinistra) premendo Tasto Mela+Option+,/Ctrl+Alt+,. • Per visualizzare sempre la scheda di navigazione, usate Control+clic/fate clic con il pulsante destro del mouse sulla barra del titolo della palette delle Misure e scegliete Mostra sempre la barra della scheda. • Per nascondere permanentemente la scheda di navigazione, usate Control+clic/ oppure fate clic con il pulsante destro del mouse sulla barra del titolo della palette delle Misure e scegliete Nascondi sempre la barra delle schede.<br /> <br /> 284<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> DESIGN POTENZIATO DELLA PALETTE DELLE MISURE<br /> <br /> • Potete anche visualizzare la barra della scheda di navigazione interattivamente. Premete Control+clic/fate clic con il pulsante destro del mouse sulla barra del titolo della palette delle Misure e scegliete Mostra la barra della scheda con rollover. • La palette delle Misure ricorda l’icona e la visualizzazione selezionate per un determinato tipo di oggetto. Ad esempio, se visualizzate l’icona Tabulazioni per il testo e successivamente fate clic su una finestra di testo, quando fate ancora clic su una finestra di testo, i controlli di tabulazione vengono visualizzati. • Quando un layout Web è attivo, la palette delle Misure e la finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti) includono la casella di selezione Converti la tabella in immagine durante l’esportazione per una conversione automatica delle finestre di testo in elementi grafici quando esportate il layout. Rappresentata da una piccola icona di macchina fotografica sopra una casella di selezione nella palette delle Misure, l’impostazione di Converti la tabella in immagine durante l’esportazione visualizza la macchina fotografica anche in tutte le finestre di testo per le quali è stata contrassegnata la casella di selezione.<br /> <br /> PROTEZIONE DI OGGETTI E CONTENUTI La funzionalità di protezione di QuarkXPress 7 è applicabile agli oggetti e al contenuto della pagina. Potete proteggere con facilità il vostro lavoro di design, le immagini grafiche create e il vostro testo utilizzando queste funzioni di protezione, ma potete anche ritornare alla gestione delle modifiche utilizzando il menu Oggetti.<br /> <br /> • Ancorate la posizione di un oggetto scegliendo Oggetti Þ Proteggi Þ Proteggi la Posizione. I controlli di protezione dell’oggetto delle versioni precedenti di QuarkXPress prevenivano movimenti inavvertiti degli oggetti tramite il mouse, ma consentivano di modificarne le coordinate dalla palette delle Misure o dalla finestra di dialogo Modifica. Con la nuova funzionalità di protezione, un oggetto non può essere spostato fino a quando non viene annullata la sua protezione.<br /> <br /> • Potete anche proteggere il contenuto di un oggetto scegliendo Oggetti Þ Proteggi contenuto storia o Oggetti Þ Proteggi contenuto immagine.<br /> <br /> Il sottomenu Oggetti Þ Proteggi visualizza un contrassegno accanto alle posizioni o ai contenuti protetti. Scegliete ancora l’opzione di deselezione (e annullamento della protezione) di una posizione o del contenuto di un oggetto attivo.<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> |<br /> <br /> 285<br /> <br /> PROTEZIONE DI OGGETTI E CONTENUTI<br /> <br /> Se duplicate un oggetto completamente protetto (ossia, con la sua posizione e contenuto protetti), potete riposizionare ed eliminare il duplicato ma non potete sostituire il suo contenuto senza annullarne prima la protezione.<br /> <br /> INCORPORAZIONE AUTOMATICA DI FONT NEI FILE EPS ESPORTATI Quando scegliete Archivio/File Þ Salva la pagina in EPS, potete fare clic su Opzioni, scegliere Font e quindi incorporare selettivamente delle font nel vostro file EPS.<br /> <br /> NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7 Output era un termine utilizzato in passato come sinonimo di stampa. Oggi viene utilizzato in riferimento a una serie di opzioni di esportazione. Tramite l’esportazione, la stampa e altri comandi, QuarkXPress 7 può eseguire un output dei file nei formati seguenti: • PostScript (PS) • Encapsulated PostScript (EPS) • Portable Document Format (PDF), con o senza verifica PDF/X • Personalized Print Markup Language (PPML) • HyperText Markup Language (HTML) • Extensible HyperText Markup Language (XHTML) • Extensible Markup Language (XML) • Extensible Stylesheet Language (XSL) • Extensible Stylesheet Language Translator (XSLT) I punti analizzati di seguito si riferiscono a specifici aspetti del processo di output. • Il vostro tipo di layout attivo determina le opzioni di esportazione di QuarkXPress. Ad esempio, quando viene visualizzato un layout di stampa, il comando per l’esportazione di un layout Web in formato HTML (Archivio/File Þ Esporta Þ HTML) non è disponibile. • In QuarkXPress 7, PostScript Level 1 non è più supportato. Tuttavia essendo l’output di QuarkXPress totalmente compatibile con tutti i dispositivi Level 2 e Level 3, copre anche le funzionalità di PostScript Level 1 e aggiunge la disponibilità di altre opzioni (come ad esempio la possibilità di includere inchiostri di colori piatti nei file EPS). • QuarkXPress 7 offre molte opzioni per specificare la larghezza e lunghezza delle marcature da applicare agli output di stampa, EPS, PDF e PPML. La possibilità di esercitare un controllo diretto sulla posizione e sugli attributi delle marcature semplifica la comunicazione con i tipografi nonché la definizione dell’allinemento per le pellicole di separazione del colore.<br /> <br /> 286<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7<br /> <br /> SALVATAGGIO DI UNA PAGINA IN FORMATO EPS Quando esportate la pagina di un layout come un file Encapsulated PostScript (EPS), potete specificare un nome di file e un percorso e potete definire molteplici parametri di esportazione dell’EPS (tramite controlli personalizzati o la selezione di uno stile di output EPS). Per usare i controlli di esportazione EPS di base, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Scegliete Archivio/File Þ Salva la pagina in EPS. Viene visualizzata la pagina Salva la pagina in EPS.<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Salva la pagina in EPS per salvare una pagina in formato EPS.<br /> <br /> 2 Immettete un nome di file.<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> |<br /> <br /> 287<br /> <br /> NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7<br /> <br /> 3 Specificate la pagina da salvare nel campo Pagina. 4 Se avete già creato uno stile di output EPS (vedere “Output styles”), scegliete il suo nome dal menu a discesa Stile EPS.<br /> <br /> 5 Per specificare manualmente o per modificare le opzioni per l’esportazione EPS, fate clic su Opzioni. Viene visualizzata la finestra di dialogo Opzioni di salvataggio della pagina come EPS. • Per usare uno stile di output EPS, scegliete un’opzione dal menu a discesa Stile EPS. Per creare un stile di output EPS utilizzando le impostazioni correnti, scegliete Nuovo stile. • Per specificare un formato per il file EPS, scegliete un’opzione dal menu a discesa Formato. Le opzioni disponibili includono EPS Standard, File multipli in DCS e File DCS singolo. (Tenete presente che entrambi i formati DCS usano lo standard DCS 2.0; QuarkXPress non supporta più i file in formato DCS 1.0). • Utilizzate il riquadro Generale per specificare la scala del file EPS e il formato dell’anteprima del file EPS e per specificare se trattare le aree bianche della pagina come trasparenti o opache nel file EPS e se definire l’output del file EPS come documento disteso. • Utilizzate il riquadro Colore per scegliere un’impostazione di output per il file EPS e per selezionare le pellicole da includere nell’output. • Utilizzate il riquadro Font per specificare le font da incorporare nel file EPS esportato. • Utilizzate il riquadro Marcature per specificare la posizione, la larghezza e la lunghezza dei marchi di registrazione nel file EPS. • Utilizzate il riquadro Trasparenza per attivare o disattivare la trasparenza e per controllare la risoluzione di oggetti appiattiti nel file EPS. • Utilizzate il riquadro OPI per specificare le opzioni relative all’inclusione di immagini originali ad alta risoluzione nel file EPS e per controllare individualmente le opzioni TIFF e EPS. • Utilizzate il riquadro JDF per indicare se un file Job Definition Format (JDF) deve venire creato simultaneamente al file EPS. Questa scelta è disponibile se state usando Job Jackets in un workflow JDF. • Utilizzate il riquadro Avanzato per scegliere se l’EPS aderisce al PostScript Level 2 o a PostScript Level 3. • Per conservare le impostazioni correnti senza creare un file EPS, fate clic su Conserva le impostazioni.<br /> <br /> 288<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Opzioni di salvataggio della pagina come EPS per specificare opzioni dettagliate per il salvataggio di una pagina come un file EPS.<br /> <br /> 6 Fate clic su OK. 7 Fate clic su Salva. ESPORTAZIONE DI UN LAYOUT IN FORMATO PDF PDF è diventato lo standard cross-platform per la condivisione delle informazioni. I file PDF sono di dimensioni relativamente piccole e possono venire visualizzate su schermo o stampate a tutti i livelli di qualità (ossia, dal desktop o presso una tipografia professionale). Possono anche includere controlli di visualizzazione, link ipertestuali interni e esterni, annotazioni e funzionalità di sicurezza. PDF/X è un sotto-gruppo di specifiche PDF rivolte alla gestione del colore, delle font e delle variabili di trapping che hanno un impatto sui risultati di stampa. Le prime versioni di PDF/X hanno eliminato semplicemente le funzionalità PDF non rilevanti per il workflow pre-press (come ad esempio, commenti, annotazioni e colori RGB). Sviluppi successivi dello standard affrontano problemi di gestione del colore e altri problematiche di stampa. PDF/X non è un formato di file, ma piuttosto un set di limiti definiti per il formato di file PDF. Quando esportate un file nel formato PDF, potete scegliere se il file deve aderire alle limitazioni delineate nelle specifiche PDF/X. Tramite la creazione di un PDF che aderisce allo standard PDF/X, potete evitare numerosi problemi di output e di pre-press. Per ulteriori informazioni su PDF/X, rivolgetevi alla vostra tipografia di fiducia.<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> |<br /> <br /> 289<br /> <br /> NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7<br /> <br /> Per esportare il layout attivo in formato PDF, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Scegliete Archivio/File Þ Esporta Þ Layout come PDF. Viene visualizzata la finestra di dialogo Esporta come PDF.<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Esporta come PDF per esportare un layout in formato PDF.<br /> <br /> 2 Immettete un nome di file. 3 Specificate le pagine da esportare nel campo Pagina. 4 Se non avete già creato uno stile di output PDF (vedere “Output styles”), scegliete il suo nome dal menu a discesa Stile PDF.<br /> <br /> 5 Per specificare manualmente o per modificare le opzioni per l’esportazione in PDF, fate clic su Opzioni. Viene visualizzata la finestra di dialogo Opzioni di esportazione PDF. • Per utilizzare uno stile di output PDF, scegliete un’opzione dal menu a discesa Stile PDF. Per creare un stile di output PDF usando le impostazioni correnti, scegliete Nuovo stile. • Per utilizzare la verifica PDF/X, scegliete un’opzione dal menu a discesa Verifica. Le opzioni disponibile includono PDF/X 1a e PDF/X 3. Tenete presente che la verifica PDF/X1a accetta soltanto CMYK e colori piatti, mentre la verifica PDF/X 3 consente di includere colori e immagini che utilizzano altri spazi cromatici nonché i profili di colore ICC (già definiti nelle impostazioni di origine e di output per la gestione del colore).<br /> <br /> 290<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7<br /> <br /> • Utilizzate il riquadro Colori per specificare se creare un output composito o delle separazioni, per scegliere un’impostazione di output per il file PDF e per selezionare le pellicole da includere nell’output. • Utilizzate il riquadro Compressione per specificare le opzioni di compressione per i diversi tipi di immagine contenute nel file PDF. • Utilizzate il riquadro Pagina per specificare se esportare o meno i documenti distesi, se esportare queste pagine some file PDF separati, se includere pagine bianche e se incorporare una miniatura del file PDF. • Utilizzate il riquadro Marcature per specificare il posizionamento, la larghezza e la lunghezza dei marchi di registro nel file PDF. • Utilizzate il riquadro Link ipertestuli per specificare come i link, gli elenchi dell’esportazione del layout e i link ipeterstuali devono venire visualizzati nel PDF. Potete anche utilizzare questo riquadro per specificare lo zoom di default del file PDF. • Utilizzate il riquadro Meta dati per fornire i dettagli da visualizzare nella scheda Descrizione della finestra di dialogo Proprietà documento in Adobe Acrobat Reader®. • Utilizzate il riquadro Font per specificare le font incorporate nel file PDF esportato. • Utilizzate il riquadro Al vivo per specificare come le aree al vivo devono venire gestire nel file PDF. • Utilizzate il riquadro Livelli per specificare i livelli da includere nel file PDF. • Utilizzate il riquadro Trasparenza per attivare o disattivare la trasparenza e per controllare direttamente le risoluzione di oggetti appiattiti nel file PDF. • Utilizzate il riquadro OPI per specificare opzioni relative all’inclusione di immagini originali ad alta risoluzione nel file PDF (non disponibile quando scegliete PDF/X 1a o PDF/X 3 dal menu a discesa Verifica). • Utilizzate il riquadro JDF per indicare se un file JDF (Job Definition Format) deve venire creato simultaneamente al file PDF. Potete scegliere di fare questo se state usando Job Jackets in un workflow JDF. • Utilizzate il riquadro Sommario per visualizzare un sommario delle opzioni di esportazione PDF selezionate. • Per catturare le impostazioni correnti senza creare un file PDF, fate clic su Conserva le impostazioni.<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> |<br /> <br /> 291<br /> <br /> NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Opzioni di esportazione PDF per specificare opzioni dettagliate per l’esportazione di un layout come PDF.<br /> <br /> 6 Fate clic su OK. 7 Fate clic su Salva. PPML (PRINT MARKUP LANGUAGE) PERSONALIZZATO PPML (Personalized Print Markup Language) è uno standard basato su XML creato da PODI (Print On Demand Initiative), un’organizzazione di vendor e di clienti coinvolti nell’editoria personalizzata. L’obiettivo dello standard PPML è di promuovere un output ottimizzato per lavori editoriali personalizzati. PPML include tre punti chiave: • Standardizzazione: Poiché PPML è uno standard aperto, può essere supportato da una varietà di applicazioni e di dispositivi di output con uno sforzo minimo. Ciò contribuisce a facilitare l’interazione tra tali applicazioni e i dispositivi ed evita agli editori di rinchiudersi in soluzioni editoriali proprietarie e personalizzate. • Personalizzazione: Lo standard PPML supporta la personalizzazione consentendo l’uso di “elementi non ripetitivi” che sono diversi su ogni copia di un pezzo personalizzato. Tali elementi provengono tipicamente da una fonte di dati come ad esempio un database o un file XML. • Ottimizzazione: Lo standard PPML ottimizza le dimensioni dei file di output e i tempi di eleborazione consentendo l’uso di “elementi ripetitivi” che fanno parte di un lavoro di stampa e che sono identici per ogni copia che esce dalle presse di stampa. Un elemento ripetitivo viene definito soltanto una volta in un file PPML, eleaborato soltanto una volta dal dispositivo di output e quindi memorizzato e riutilizzato, con il risultato di un enorme risparmio sia nelle dimensioni dei file che nei tempi di esecuzione.<br /> <br /> 292<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7<br /> <br /> Le funzionalità di personalizzazione e di ottimizzazione di PPML vengono abbinate per asicurare un’efficienza altamente potenziata. Ad esempio, supponiamo che inviate una lettera a 1000 clienti e che ogni lettera abbia bisogno di avere il nome del cliente inserito. Supponiamo inoltre che la lettera includa una foto e un logo che devono venire stampati in modo identico su ciascuna pagina. Se doveste creare questo tipo di documento in un’applicazione di layout della pagina come ad esempio QuarkXPress e quindi stamparlo su un dispositivo di output PostScript, vi ritrovereste con un file di output di dimensioni molto grandi in quanto la stessa foto e lo stesso logo dovrebbero venire ripetuti mille volte. Se tuttavia create questo documento in un’applicazione di layout della pagina come ad esempio QuarkXPress e quindi lo esportate in un formato PPML, otterrete un file proporzionalmente molto più piccolo che contiene soltanto una copia della fotografia e del logo più una copia del nome di ciascun cliente. Questo file PPML può quindi essere inviato a un dispositivo di output PPML che memorizzerà tutti gli elementi ripetitivi anziché renderizzarli numerose volte e organizzerà le pagine istantaneamente prima di inviarle al dispositivo di imaging. PPML non è un linguaggio di descrizione della pagina completo come PostScript, ma piuttosto una struttura che può contenere riferimenti a oggetti stampabili in una varietà di formati. Ad esempio, un file PPML può contenere indicatori a file SVG, PostScript e TIFF che possono essere unificati per la renderizzazione del documento finale. Questi file esterni possono essere inviati all’output insieme al file PPML, che fa riferimento ad essi o ai quali il file può fare riferimento tramite un URL e che sono accessibili direttamente su rete da parte un dispositivo di output. Il lettore di dati PPML è un dispositivo in grado di leggere e renderizzare un file in formato PPML. Potrebbe accadere di sentir parlare del lettore di dati PPML come di un “RIP PPML”. È importante notare che non tutti i lettori di dati PPML sono uguali; come indicato prima, un file PPML può fare riferimento ad altre risorse in una varietà di formati e un determinato lettore di dati PPML può o non può essere in grado di rasterizzare tutti questi formati. UTILIZZO DEI LETTORI DI DATI PPML QuarkXPress consente di archiviare e di modificare configurazioni per diversi lettori di dati PPML. Il modo migliore di interagire con questi lettori è di chiedere alla vostra tipografia di fiducia se dispone di un file di configurazione del lettore di dati PPML per QuarkXPress e quindi di importare e di usare quel file. Se questo tipo di file non è disponibile, potete utilizzare la configurazione di default del lettore di dati PPML oppure potete creare la vostra.<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> |<br /> <br /> 293<br /> <br /> NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7<br /> <br /> Se sapete già le funzionalità che un dispositivo di output PPML supporta, potete creare la vostra configurazione per il lettore di dati PPML. Per creare questa configurazione, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Scegliete Utilità Þ Modifica lettore di dati PPML. Viene visualizzata la finestra di dialogo Lettori di dati PPML.<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Lettori di dati PPML per creare, modificare, eliminare, duplicare, importare e esportare lettori di dati PPML.<br /> <br /> 2 Fate clic su Nuovo, Viene visualizzata la finestra di dialogo Lettori di dati PPML.<br /> <br /> Utilizzate questa finestra di dialogo per configurare una definizione del lettore di dati PPML.<br /> <br /> 3 Utilizzate i riquadri di questa finestra di dialogo per selezionare le funzionalità supportate dal vostro dispositivo di output PPML.<br /> <br /> 4 Fate clic su OK. 5 Accertatevi di utilizzare questo lettore di dati PPML quando esportate il file in formato PPML (see “Exporting a layout in PPML format”). Potete anche utilizzare la finestra di dialogo Lettori di dati PPML per importare i lettori di dati PPML forniti dalla vostra tipografia.<br /> <br /> 294<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7<br /> <br /> ESPORTAZIONE DI UN LAYOUT IN FORMATO PPML Per esportare un file in formato PPML, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Scegliete Archivio/File Þ Esporta Þ Layout come PPML. Viene visualizzata la finestra di dialogo Esporta come PPML.<br /> <br /> La finestra di dialogo Esporta come PPML vi consente di esportare un layout in un formato adatto a un dispositivo di output PPML.<br /> <br /> 2 Immettere un nome per il file. 3 Specificate le pagine da esportare nel campo Pagina. 4 Se avete già creato uno stile di output PPML (vedere “Output styles”), scegliete il suo nome dal menu a discesa Stile PPML.<br /> <br /> 5 Per specificare manualmente o modificare le opzioni per l’esportazione PPML, fate clic su Opzioni. Viene visualizzata la finestra di dialogo Opzioni di lavoro: • Per utilizzare uno stile di output PPML, scegliete un’opzione del menu a discesa Stile PPML. Per creare un stile di output PPML utilizzando le impostazioni correnti, scegliete Nuovo stile. • Per utilizzare una definizione del lettore di dati PPML, scegliete un’opzione dal menu a discesa Lettori di dati. • Utilizzate il riquadro Dispositivo per specificare dettagli sul dispositivo di output di destinazione. • Utilizzate il riquadro Pagine per specificare il numero di copie, ridimensionamento in scala, sequenza, orientamento e opzioni correlate. • Utilizzate il riquadro Immagini per specificare le opzioni di compressione e di risoluzione per le immagini.<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> |<br /> <br /> 295<br /> <br /> NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7<br /> <br /> • Utilizzate il riquadro Colori per specificare se creare un output composito o delle separazioni, per scegliere un’impostazione di output per il file PPML, per specificare opzioni di mezzzi toni e per selezionare le pellicole da includere nell’output. • Utilizzate il riquadro Marcatori per specificare il posizionamento, la larghezza e la lunghezza dei marchi di registrazione nell’output PPML. • Utilizzate il riquadro Avanzato per scegliere se l’output deve aderire a PostScript Level 2 o a PostScript Level 3. • Utilizzate il riquadro Al vivo per specificare come le aree al vivo devono essere gestire nell’output PPML. • Utilizzate il riquadro Livelli per specificare i livelli da includere nell’output PPML. • Utilizzate il riquadro JDF per indicare se un file Job Definition Format (JDF) deve essere creato simultaneamente all’output PPML. Potete scegliere di fare questo se state utilizzando Job Jackets in un workflow JDF. • Utilizzate il riquadro Sommario per visualizzare un sommario delle opzioni di esportazione PPML.<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Opzioni di lavoro per specificare opzioni dettagliate per l’esportazione di un layout in un formato PPML.<br /> <br /> 6 Fate clic su OK. 7 Per catturare le impostazioni correnti senza creare un output PPML, fate clic su Impostazioni di cattura.<br /> <br /> 8 Per eseguire un output di documenti distesi anziché pagine singole, selezionate Documenti distesi.<br /> <br /> 296<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7<br /> <br /> 9 Per raccogliere copie di tutte le immagini utilizzate nel layout in una cartella dal nome “Images”, selezionate Raccogli immagini. In caso contrario, le immagini non verranno incluse nell’output PPML.<br /> <br /> 10 Fate clic su Salva. STILI DI OUTPUT Se si considerano le numerose opzioni disponibile per l’invio di un contenuto QuarkXPress all’output, gli stili di output possono aiutarvi a semplificare le operazioni di produzione finale. In aggiunta all’uso degli stili di stampa (disponibili nelle versioni precedenti di QuarkXPress), potete catturare delle impostazioni di output nei formati PDF, EPS e PPML. QuarkXPress 7 include impostazioni di default per tutte le opzioni di output che possono servire come base per una personalizzazione in funzione delle proprie esigenze. Oppure è possibile creare degli stili di output partendo da zero. Per creare uno stile di output, procedete come segue:<br /> <br /> 1 Scegliete Comp./Modifica Þ Stili di output. Viene visualizzata la finestra di dialogo Stili di output.<br /> <br /> Utilizzate la finestra di dialogo Stili di output per creare, importare, esportare, modificare e rimuovere gruppi di impostazioni per output di Stampa, PPML, EPS e PDF.<br /> <br /> 2 Fate clic su Nuovo e scegliete una delle quattro opzioni disponibili. Viene visualizzata una finestra di dialogo che vi consente di costruire uno stile di output. Le opzioni specifiche disponibili in questa finestra di dialogo per un determianto formato sono le stesse di quelle disponibili quando stampate o esportate un layout in quel formato. • Per informazioni sulle opzioni EPS, vedere “Saving a page in EPS format.” • Per informazioni sulle opzioni PDF, vedere “Exporting a layout in PDF format.” • Per informazioni sulle opzioni PPML, vedere “Exporting a layout in PPML format.”<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ<br /> <br /> |<br /> <br /> 297<br /> <br /> ALTRE MODIFICHE DELL’INTERFACCIA<br /> <br /> ALTRE MODIFICHE DELL’INTERFACCIA Oltre a significative modifiche apportate all’architettura del software in QuarkXPress 7, sono state apportate leggere modifiche anche a termini, icone ed elementi dell’interfaccia che potrete osservare con l’uso del software. I have been asked this many times! It is skipped because in italian “get” for pictures and text has always been translated as “importa”. So this sentence does not apply. Con lo strumento di collegamento o di rottura del collegamento selezionato, il simbolo della coda di una freccia indicante il termine di una catena di testo viene rappresentata in QuarkXPress 7 semplicemente come l’estremità di una linea.<br /> <br /> 298<br /> <br /> |<br /> <br /> CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ </div> </div> <hr /> <h4>Related Documents</h4> <div class="row"> <div class="col-lg-2 col-md-4 col-sm-6 col-6"> <div class="card item-doc mb-4"> <a href="https://pdfcoke.com/documents/manuale-quarkxpress-7-ita-gl3gjgnnvx3p" class="d-block"><img class="card-img-top" src="https://pdfcoke.com/img/crop/300x300/gl3gjgnnvx3p.jpg" alt=""/></a> <div class="card-body text-left"> <h5 class="card-title"><a href="https://pdfcoke.com/documents/manuale-quarkxpress-7-ita-gl3gjgnnvx3p" class="text-dark">Manuale Quarkxpress 7 Ita</a></h5> <small class="text-muted float-left"><i class="fas fa-clock"></i> June 2020</small> <small class="text-muted float-right"><i class="fas fa-eye"></i> 15</small> <div class="clearfix"></div> </div> </div> </div> <div class="col-lg-2 col-md-4 col-sm-6 col-6"> <div class="card item-doc mb-4"> <a href="https://pdfcoke.com/documents/manuale-photoshop-70-ita-48ojjn2jqo1w" class="d-block"><img class="card-img-top" src="https://pdfcoke.com/img/crop/300x300/48ojjn2jqo1w.jpg" alt=""/></a> <div class="card-body text-left"> <h5 class="card-title"><a href="https://pdfcoke.com/documents/manuale-photoshop-70-ita-48ojjn2jqo1w" class="text-dark">Manuale Photoshop 7.0 Ita</a></h5> <small class="text-muted float-left"><i class="fas fa-clock"></i> November 2019</small> <small class="text-muted float-right"><i class="fas fa-eye"></i> 19</small> <div class="clearfix"></div> </div> </div> </div> <div class="col-lg-2 col-md-4 col-sm-6 col-6"> <div class="card item-doc mb-4"> <a href="https://pdfcoke.com/documents/ic-7000-manuale-ita-1d3qg0wxx1og" class="d-block"><img class="card-img-top" src="https://pdfcoke.com/img/crop/300x300/1d3qg0wxx1og.jpg" alt=""/></a> <div class="card-body text-left"> <h5 class="card-title"><a href="https://pdfcoke.com/documents/ic-7000-manuale-ita-1d3qg0wxx1og" class="text-dark">Ic-7000 Manuale Ita</a></h5> <small class="text-muted float-left"><i class="fas fa-clock"></i> May 2020</small> <small class="text-muted float-right"><i class="fas fa-eye"></i> 7</small> <div class="clearfix"></div> </div> </div> </div> <div class="col-lg-2 col-md-4 col-sm-6 col-6"> <div class="card item-doc mb-4"> <a href="https://pdfcoke.com/documents/ebook-ita-latex-manuale-latex-kpolpgkkn3xn" class="d-block"><img class="card-img-top" src="https://pdfcoke.com/img/crop/300x300/kpolpgkkn3xn.jpg" alt=""/></a> <div class="card-body text-left"> <h5 class="card-title"><a href="https://pdfcoke.com/documents/ebook-ita-latex-manuale-latex-kpolpgkkn3xn" class="text-dark">[ebook - Ita] Latex - Manuale Latex</a></h5> <small class="text-muted float-left"><i class="fas fa-clock"></i> October 2019</small> <small class="text-muted float-right"><i class="fas fa-eye"></i> 23</small> <div class="clearfix"></div> </div> </div> </div> <div class="col-lg-2 col-md-4 col-sm-6 col-6"> <div class="card item-doc mb-4"> <a href="https://pdfcoke.com/documents/manuale-economia-analisi-tecnica-ita-wj3947v94zgq" class="d-block"><img class="card-img-top" src="https://pdfcoke.com/img/crop/300x300/wj3947v94zgq.jpg" alt=""/></a> <div class="card-body text-left"> <h5 class="card-title"><a href="https://pdfcoke.com/documents/manuale-economia-analisi-tecnica-ita-wj3947v94zgq" class="text-dark">Manuale - Economia - Analisi Tecnica [ita]</a></h5> <small class="text-muted float-left"><i class="fas fa-clock"></i> November 2019</small> <small class="text-muted float-right"><i class="fas fa-eye"></i> 9</small> <div class="clearfix"></div> </div> </div> </div> <div class="col-lg-2 col-md-4 col-sm-6 col-6"> <div class="card item-doc mb-4"> <a href="https://pdfcoke.com/documents/marijuana-itail-manuale-cannabis-indoor-nautilus-gl3gj814dk3p" class="d-block"><img class="card-img-top" src="https://pdfcoke.com/img/crop/300x300/gl3gj814dk3p.jpg" alt=""/></a> <div class="card-body text-left"> <h5 class="card-title"><a href="https://pdfcoke.com/documents/marijuana-itail-manuale-cannabis-indoor-nautilus-gl3gj814dk3p" class="text-dark">[marijuana Ita]il Manuale Cannabis Indoor-nautilus</a></h5> <small class="text-muted float-left"><i class="fas fa-clock"></i> June 2020</small> <small class="text-muted float-right"><i class="fas fa-eye"></i> 4</small> <div class="clearfix"></div> </div> </div> </div> </div> <hr/> <h4>More Documents from "Craig Ohlsen"</h4> <div class="row"> <div class="col-lg-2 col-md-4 col-sm-6 col-6"> <div class="card item-doc mb-4"> <a href="https://pdfcoke.com/documents/curriculum-vitae-coach-airton-souza-w63ywq4rnyzm" class="d-block"><img class="card-img-top" src="https://pdfcoke.com/img/crop/300x300/w63ywq4rnyzm.jpg" alt=""/></a> <div class="card-body text-left"> <h5 class="card-title"><a 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src="https://pdfcoke.com/img/crop/300x300/xlo67826x136.jpg" alt=""/></a> <div class="card-body text-left"> <h5 class="card-title"><a href="https://pdfcoke.com/documents/proshow-producer-3-photodex-manuale-italiano-xlo67826x136" class="text-dark">Proshow Producer 3 Photodex Manuale Italiano</a></h5> <small class="text-muted float-left"><i class="fas fa-clock"></i> June 2020</small> <small class="text-muted float-right"><i class="fas fa-eye"></i> 26</small> <div class="clearfix"></div> </div> </div> </div> <div class="col-lg-2 col-md-4 col-sm-6 col-6"> <div class="card item-doc mb-4"> <a href="https://pdfcoke.com/documents/torres-v-oakland-scavenger-co-j6o4lxvl88zx" class="d-block"><img class="card-img-top" src="https://pdfcoke.com/img/crop/300x300/j6o4lxvl88zx.jpg" alt=""/></a> <div class="card-body text-left"> <h5 class="card-title"><a href="https://pdfcoke.com/documents/torres-v-oakland-scavenger-co-j6o4lxvl88zx" class="text-dark">Torres V Oakland Scavenger Co</a></h5> <small class="text-muted float-left"><i class="fas fa-clock"></i> July 2020</small> <small class="text-muted float-right"><i class="fas fa-eye"></i> 21</small> <div class="clearfix"></div> </div> </div> </div> <div class="col-lg-2 col-md-4 col-sm-6 col-6"> <div class="card item-doc mb-4"> <a href="https://pdfcoke.com/documents/principales-funciones-que-desarrolla-el-ayuntamientodocx-8o2nnj46p0op" class="d-block"><img class="card-img-top" src="https://pdfcoke.com/img/crop/300x300/8o2nnj46p0op.jpg" alt=""/></a> <div class="card-body text-left"> <h5 class="card-title"><a href="https://pdfcoke.com/documents/principales-funciones-que-desarrolla-el-ayuntamientodocx-8o2nnj46p0op" class="text-dark">Principales Funciones Que Desarrolla El Ayuntamiento.docx</a></h5> <small class="text-muted float-left"><i class="fas fa-clock"></i> July 2020</small> <small class="text-muted float-right"><i class="fas fa-eye"></i> 24</small> <div class="clearfix"></div> </div> </div> </div> </div> </div> </div> </div> </div> <footer class="footer pt-5 pb-0 pb-md-5 bg-primary text-white"> <div class="container"> <div class="row"> <div class="col-md-3 mb-3 mb-sm-0"> <h5 class="text-white font-weight-bold mb-4">Our Company</h5> <ul class="list-unstyled"> <li><i class="fas fa-location-arrow"></i> 3486 Boone Street, Corpus Christi, TX 78476</li> <li><i class="fas fa-phone"></i> +1361-285-4971</li> <li><i class="fas fa-envelope"></i> <a href="mailto:info@pdfcoke.com" class="text-white">info@pdfcoke.com</a></li> </ul> </div> <div class="col-md-3 mb-3 mb-sm-0"> <h5 class="text-white font-weight-bold mb-4">Quick Links</h5> <ul class="list-unstyled"> <li><a href="https://pdfcoke.com/about" class="text-white">About</a></li> <li><a href="https://pdfcoke.com/contact" class="text-white">Contact</a></li> <li><a href="https://pdfcoke.com/help" class="text-white">Help / FAQ</a></li> <li><a href="https://pdfcoke.com/account" class="text-white">Account</a></li> </ul> </div> <div class="col-md-3 mb-3 mb-sm-0"> <h5 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