Lezione 5

  • November 2019
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L’analisi dell’offerta (prima parte)

Lezione 5

L’analisi dell’offerta Prima parte: L’analisi delle imprese del settore

Seconda parte: L’analisi delle singole fasi del processo produttivo (individuazione dei fattori critici)

L’analisi dei produttori L’insieme delle imprese può essere scomposto secondo diversi criteri:  Classi dimensionali  Tipo di prodotto

Caratteristich  Tipo di cliente e della  Collocazione/destinazione concorrenza

geografica della produzione …

L’analisi per classi dimensionali  Identificazione delle classi dimensionali più significative (max. 6/7)  L’analisi storica evidenzia la dimensione maggiormente “idonea”(classe overperforming, incremento della numerosità della classe,…)  Motivazioni della concentrazione in una determinata classe:  dimensione del processo produttivo che minimizza i costi medi (economie di scala, Stigler)  motivazioni di natura strategica (maggiore potere contrattuale verso i fornitori, dimensione minima per accedere ai mercati esteri,…)

Grado di concentrazione di settore (1) Indici utilizzati per realizzare confronti intersettoriali si basano sulla quota di mercato dell’impresa i-esima:

Fi qmi = FS

Alcune considerazioni:  si possono usare altre varabili dimensionali (addetti, capitale investito, VA, …)  nel caso di elevate importazioni (IMP) la formula va modificata: qmi = Fi/(FS + IMP)  nel caso di imprese diversificate/integrate bisogna considerare solo il fatturato attribuibile al settore

Grado di concentrazione di settore (2)  Indice di Herfindal-Hirschman

H=0 H=1

concorrenza perfetta monopolio

n

H = ∑ qm i =1

2 i

 Numero equivalente : 1/H

Numero medio di imprese del settore, se tutte hanno la medesima qm  Concentration ratio

x = numero delle principali imprese del settore

x

CRx = ∑ qmi

 Curva di Lorenz e coefficiente di Gini

i =1

Grado di concentrazione di settore (3) I confronti intersettoriali sono tesi a verificare l’esistenza di una relazione tra: maggiore grado di concentrazione

Il grado di concentrazio ne è funzione di

maggiore profittabilità maggiore grado di potere monopolistico

 dimensione assoluta del mercato  barriere all’entrata  economie di scala

Variabili in parte esogene, in parte determinate da strategie aziendali

Altre utili suddivisioni Suddivisione per prodotto

può non coincidere con la segmentazione del mercato Suddivisione per cliente

differente dall’analisi della domanda produzione propria vs. conto terzi clienti industriali vs. clienti privati Area geografica

 di attività produttiva (distretti industriali)  di destinazione della produzione (grado d’internazionalizzazione del

Barriere all’entrata (1) Le barriere all’entrata sono costituite dalle difficoltà che le imprese esterne al settore devono sostenere per entrarvi  Δ tra prezzo praticato e prezzo (teorico) di concorrenza (Bain) Concezioni diverse  maggiori costi di produzione per il neoentrante (Stigler)  investimenti in R&D, immagine, vantaggigià assoluti di Classificazio ammortizzate (Demsetz) costo

ne di Bain

 economie di scala  differenziazione del

Barriere all’entrata (2)

Minori costi

VANTAGGI ASSOLUTI DI COSTO 

No campagne pubblicitarie

 Economie di apprendimento  Canali distributivi consolidati

Cost i med i Costi medi impresa entrante Costi medi impresa insediata Quantit

Barriere all’entrata (3) LE ECONOMIE DI SCALA Le economie di scala comportano una riduzione del costo medio al crescere della dimensione dell’impresa, (ovvero dell’output prodotto) Neoentran te Volumi iniziali ridotti Maggiori costi medi, scarsa competitività in termini di prezzo

Volumi iniziali elevati Investimenti significativi (non sostenibili dalla piccole imprese)

Barriere all’entrata (4) LA DIFFERENZIAZIONE DEL PRODOTTO Preferenze consolidate

Switching costs

 Beni durevoli  Beni di consumo ostentativo  Compatibilità software  …

In entrambi i casi, per superare le barriere:  prezzo di vendita inferiore  forte campagna pubblicitaria

Margini di profitto ridotti

Barriere all’entrata (5) BARRIERE STRATEGICHE Barriere istituite volontariamente dalle imprese insediate  sfruttamento aggressivo delle economie di scala ed apprendimento  creazione di capacità in eccesso  introduzione di nuove varietà di prodotto per riempire tutte le nicchie di mercato  fissazione di prezzi limite  ricerca di brevetti e tecnologie per prodotti sostituti

Barriere all’entrata (6) FISSAZIONE DEL PREZZO LIMITE CMg

RM g PM PL A E

CMe

M B

L C

QM

QL

D

Q

Barriere all’uscita (1) Le barriere all’uscita sono le difficoltà che l’imprese incontrano se desiderano uscire dal settore Le barriere all’uscita dipendono principalmente da n

n

 Costi fissi  Valore residuo dei beni da ammortizzare

∑ perdite > ∑ costi fissi annuali - plusvalenze

Barriere all’uscita (2) Le barriere all’uscita sono determinate anche da altri fattori:  costi di trasferimento o di conversione degli impianti  penali derivanti da contratti non onorati  interdipendenze tra aree d’affari che condizionano la strategia aziendale

Maggiori barriere all’uscita

 Settori con forti investimenti fissi  Settori con investimenti

La diversificazione di settore Diversificazione differente da differenziazione Indice di Berry (Herfindal) Coefficiente di specializzazio ne (Wrigley)

N

D = 1 − ∑ Pi

2

i =1

CS =

Fpp FT

Integrazione verticale (1) L’integrazione verticale indica il fatto che l’impresa opera in mercati a monte/valle di quello considerato 

Motivazion i

VA e

costi di transazione

(riduzione dei costi amministrativi,…)  asimmetrie informative (maggiori informazioni su clienti,…)  barriere all’entrata 

imperfezioni in uno altro stadio

 efficiente discriminazione di prezzo

Integrazione verticale (2) Per misurare il grado d’integrazione si utilizzano i seguenti indici

Indice di Aldeman (integrazion e impresa) Indice di integrazion e (settore)

VA In = VP

IS

VA ∑ = ∑VP

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