Lezione 10

  • November 2019
  • PDF

This document was uploaded by user and they confirmed that they have the permission to share it. If you are author or own the copyright of this book, please report to us by using this DMCA report form. Report DMCA


Overview

Download & View Lezione 10 as PDF for free.

More details

  • Words: 757
  • Pages: 15
L’analisi della performance (seconda parte)

Lezione 10

Interpretazioni del paradigma SC-P Versione struttural ista

Versione comportamenti sta

Struttura principale responsabile delle performance medie delle imprese del settore Comportamento delle imprese principale responsabile delle performance del settore

Verifiche del paradigma S-C-P (1) Relazione diretta tra performance e struttura Uno studio a livello di settore del tipo:

Performance = a + b (Struttura) Ipotizza che  le variabili strutturali siano esogene  l’effetto delle condizioni strutturali sia uguale per tutte le industrie

Verifiche del paradigma S-C-P (2) Esempio di studio nella tradizione S-C-P a livello di settore j

πj = a + b CRj + c BEj1 + d BEj2 + e BEj3 BE sono le diverse barriere all’entrata (Scala Efficiente Minima, Spese di Pubblicità, Spese di Ricerca e Sviluppo, …)

Verifiche del paradigma S-C-P (3) Principali risultati relazione ProfittiConcentrazione  effetto positivo ma debole negli studi degli anni 70  stime poco robuste e risultati contrastanti in studi successivi  relazione non necessariamente lineare (effetti apprezzabili solo per alti livelli di concentrazione) Principali risultati relazione Profitti-Barriere all’entrata  effetti positivi più robusti e significativi

Verifiche del paradigma S-C-P (4) Relazione a livello di impresa (critica di Demsetz)  L’esistenza di una relazione positiva tra profitti e concentrazione non implica necessariamente che la concentrazione permette di sfruttare il potere di mercato  Le imprese più efficienti hanno profitti più alti e quote di mercato più elevate, quindi le differenze tra i costi possono spiegare sia i profitti sia la concentrazione del settore (concentrazione è la conseguenza dell’esistenza di imprese efficienti e non la causa di una maggiore profittabilità)

Verifiche del paradigma S-C-P (5) Relazione a livello di impresa

πij = f (CRj, BEj, SIZE, MSi, R&Di, ADVi) Principali risultati:  effetto positivo della quota di mercato  effetto limitato della concentrazione  i profitti dipendono quindi dall’efficienza dell’impresa e non dalle condizioni strutturali del settore Scuola di Chicago contro Scuola di Harvard

Verifiche del paradigma S-C-P (6) Relazione a livello di linea di business πijh = f (Caratt. settore, Caratt. Impresa, Caratt. Linea di Business) Principali risultati:  le caratteristiche della linea di business contano molto (80%)  le caratteristiche del settore contano ma meno (20%)  le caratteristiche dell’impresa contano molto poco

Verifiche del paradigma S-C-P (7)

Relazione a livello di linea di business

Principali variabili che incidono sulla profittabilità (ROI) della linea di business:  elevato tasso di crescita del mercato  elevato tasso di crescita dei prezzi  elevata quota di mercato  elevata utilizzazione degli impianti produttivi  elevato grado d’integrazione verticale Variabili inversamente correlate:  spese per marketing e R&D  elevata intensità degli investimenti

Verifiche del paradigma S-C-P (8) Critica La regressione ipotizza che il profitto sia influenzato, in maniera diversa, da tutte le dimensioni strategiche, ma con un pattern comune a tutte le imprese del settore Se esistono gruppi d’imprese che fanno un uso differente delle variabili strategiche (bassi volumi ed elevata qualità vs. grandi volumi e bassa qualità), è inutile stimare una relazione di “impatto medio” sul profitto

Relazione profitti-efficienza (1) Settori maggiormente profittevoli

Settori più efficienti in termini produttivi e di allocazione delle risorse Settori caratterizzati da un maggiore potere monopolistico (elevate barriere all’entrata)

Efficienza produttiv a

Data la struttura di mercato, le imprese producono a costi medi minimi

Efficienza allocativa

La quantità scambiata è quella socialmente ottimale (prezzo = costo marginale)

Relazione profitti-efficienza (2) Concorrenz a perfetta

Industrie con costi decrescen ti

 Prezzo = costo marginale  Efficienza allocativa  Efficienza produttiva  Indice di Lerner = 0  Lo sfruttamento delle economie di scala produce una crescita dimensionale delle imprese  Quota di mercato  Indice di Lerner > 0  Allocazione non efficiente delle risorse (prezzo ≠ costo marginale) Trade-off tra

efficienza allocativa e

Relazione profitti-efficienza (3)

RMg PM

M CMg Con=CMe Con=Offerta

PC CMe Monopolio D QM

QC

Q

Relazione profitti-efficienza (4) Problema per le Autorità garanti dei mercati

Strutture oligopolistic he

Maggiore efficienza produttiva

Struttura concorrenzia le

Maggiore efficienza allocativa

Opzione preferita: quella che garantisce una perdita minore (cfr. ampiezza aree)

La legislazione anti-trust vigila sulle operazioni di M&A per verificare che non comportino esclusivamente un aumento del potere monopolistico, senza alcun beneficio collettivo

Relazione profitti-efficienza (5) Due opposte scuole di pensiero Scuola di Harvard (S-C-P)

Scuola di Chicago

Vigilare sui settori fortemente concentrati Elevata concentrazione non è un problema

 Maggiore potere monopolistico  Maggiori profitti  Minore efficienza Maggiore allocativa efficienza produttiva delle imprese

(“liberisti” ) Possono verificarsi delle situazioni temporanee di squilibrio, ma l’intervento pubblico è costoso e non sempre efficace

Related Documents

Lezione 10
June 2020 1
Lezione 10
November 2019 2
Anemia - Lezione 22-10-07
October 2019 10
Lezione 6
June 2020 5
Lezione 22
November 2019 16