Le Posizioni I Compiti Tattici Ed Organizzativi Del Portiere Nella Fase Di Non Possesso

  • April 2020
  • PDF

This document was uploaded by user and they confirmed that they have the permission to share it. If you are author or own the copyright of this book, please report to us by using this DMCA report form. Report DMCA


Overview

Download & View Le Posizioni I Compiti Tattici Ed Organizzativi Del Portiere Nella Fase Di Non Possesso as PDF for free.

More details

  • Words: 1,063
  • Pages: 3
LE POSIZIONI, I COMPITI TATTICI E ORGANIZZATIVI DEL PORTIERE NELLA FASE DI NON POSSESSO Relatore Claudio Rapacioli: Prep. Portieri Primavera e Allievi Piacenza Calcio Questa relazione ha l’intenzione di analizzare le posizioni da assumere, i compiti tattici ed organizzativi del portiere moderno nella fase di non possesso. Verrà spiegato il compito di organizzatore difensivo del portiere, gli obiettivi che deve difendere, le posture e le posizioni da assumere, ed i diversi tipi di spostamento da effettuare. Alcune delle esercitazioni presentate hanno temi analitici altre situazionali. Le prime sono maggiormente adatte alle categorie iniziali del settore giovanile dove l’apprendimento delle componenti della fase di anticipazione della parata (Posture, spostamenti e posizioni) sono tra gli obiettivi principali. Le seconde sono proprie delle categorie maggiori del settore giovanile e delle prime squadre. Nel calcio attuale la partecipazione alla gara del portiere avviene in forma molto più attiva rispetto a quanto succedeva in passato, quando era considerato solo e soltanto l’estremo difensore della porta. Ora, grazie anche alle epocali modifiche al regolamento volute dalla FIFA nei primissimi anni novanta ed alla ricerca sempre più attenta di soluzioni tattiche da parte degli allenatori, il portiere è entrato a tutti gli effetti nei meccanismi di gioco della propria squadra, sia durante la fase difensiva sia offensiva. Per fare ciò al N.1 è richiesto di mantenere un livello alto e continuo di attenzione e concentrazione per tutta la durata della partita. Queste sono qualità molto importanti, e devono far parte del programma di allenamento già a partire dai settori giovanili. Essere attento è una funzione cognitiva che permette al portiere di selezionare tra tutti gli stimoli (visivi, sonori, tattili) che riceve, quelli che sono in quel momento più rilevanti nell’ambito della situazione. La concentrazione è l’insieme di comportamenti che porta a orientare gli organi sensoriali e il sistema nervoso centrale nella direzione richiesta dalla situazione o dal compito. L’attenzione e la concentrazione sono “allenabili” sia proponendo durante la seduta esercitazioni che richiedano risposte motorie scatenate da scelte, sia responsabilizzando il portiere nel contesto della gara. Responsabilizzare è possibile già dalle categorie giovanili e significa assegnare al N.1 dei compiti tattici da assolvere e degli obiettivi da difendere, che ovviamente devono essere diversi in base all’età ed alle capacità.

Corso di aggiornamento APPORT - Siracusa 9 marzo 2009

1

Ciò gli permette di essere partecipante attivo della partita in ogni sua fase, ma sopratutto un “portiere pensante”, cioè un portiere che in ogni momento fornisce una risposta personale ed efficace nel contesto della situazione. La programmazione e l’organizzazione della moderna preparazione del portiere deve ovviamente tenere conto delle osservazioni effettuate durante la gara. Analizzando un qualsiasi scout si nota come gli interventi di difesa della porta, pur rimanendo di valenza notevole, sono ormai una minima percentuale (mediamente compresi tra il 10-20 %), rispetto a tutto il resto della gestualità espressa. Da qui la necessità di modificare e ampliare i temi proposti in allenamento. L’abilità di lettura e gestione dello spazio, la tecnica podalica di gestione e rilancio della palla, le situazioni di 1 vs 1, le uscite alte in presa o respinta, quelle basse con attacco estremo alla palla e ancora quelle volanti sopratutto con i pugni sono gli interventi più effettuati nel calcio attuale. Disimpegnarsi bene nello spazio, presuppone anche la conoscenza di contenuti tattici che devono essere introdotti già nelle sedute di allenamento specifiche, con esercitazioni analitiche, che è possibile proporre anche nei primi anni del settore giovanile, durante i quali si fisseranno i cosiddetti “paletti tattici” (obiettivi). Questa fase può essere sviluppata sia in forma pratica sul campo, ma anche in forma teorica con l’utilizzo di lavagna o di supporti multimediali. FASI DI GIOCO Le fasi di gioco possono essere di due tipi: - CON IL POSSESSO DELLA PALLA - SENZA IL POSSESSO DELLA PALLA In questa relazione tratterò la seconda dal punto di vista del portiere. FASE NON POSSESSO 2.1-COMPITI DI ORGANIZZAZIONE DELLA DIFESA 2.1.1 - ORGANIZZAZIONE DIFENSIVA CON PALLA INATTIVA 2.1.2 – ORGANIZZAZIONE DIFENSIVA CON PALLA IN GIOCO 2.2. OBIETTIVI DA DIFENDERE In base ai diversi sviluppi dell’azione, alla posizione dei compagni, degli avversari e dello stato della palla, il portiere ha precisi obiettivi da difendere. 2.2.1-DIFESA DELLO SPAZIO Il portiere ha come obiettivo principale quello di difendere lo spazio quando l’avversario in possesso di palla è a una distanza tale per cui un eventuale conclusione verso la porta non può impensierire l’estremo difensore. 2.2.2-DIFESA DELLO SPAZIO E DELLA PORTA Questa è una situazione che si sviluppa in una zona di campo più prossima alla porta (tra la ¾ e il limite dell’area), dalla quale può essere scoccato un tiro verso la rete o può essere giocata una palla filtrante nello spazio.

Corso di aggiornamento APPORT - Siracusa 9 marzo 2009

2

2.2.3-DIFESA DELLA PORTA Quando lo sviluppo dell’azione porta gli avversari in una di quelle situazioni in cui il pallone può essere calciato direttamente in porta da una distanza ridotta, a causa del poco tempo e spazio a disposizione, il portiere ha come obiettivo unico quello difendere della porta.

CONCLUSIONI Nel disegno sotto riportato sono sintetizzate a seconda del posizionamento della sfera nelle varie zone del campo i relativi obiettivi da difendere. Come detto, creare nel portiere già dal settore giovanile una mentalità di partecipazione attiva ad ogni fase della gara consente di avere atleti completi tatticamente e che riescono a mantenere un buon livello di concentrazione per tutta la durata dell’incontro. Quanto sopra esposto, evidenzia come oltre alla irrinunciabile preparazione specifica è necessario che il portiere sia più spesso allenato con la squadra o con il reparto difensivo. In queste fasi il preparatore deve seguire e analizzare, discutendo in modo costruttivo le scelte attuate dal portiere, così da capirne le motivazioni ed eventualmente suggerire le correzioni. Ciò dimostra come una delle necessità, da sviluppare nel calcio attuale è una sempre maggiore collaborazione tra allenatore e preparatore dei portieri. Quest’ultimo ha la necessità di essere un tecnico completo, che per svolgere al meglio il proprio lavoro deve possedere ampie conoscenze, tecniche tattiche, psicologiche e condizionali, al punto da far ritenere la parola “preparatore” limitativa e superata.

AUTORE DEL LIBRO “LA PREPARAZIONE COORDINATIVA, TECNICO, TATTICA E CONDIZIONALE DEL PORTIERE” EDIZIONI WWW.ALLENATORE.NET ARTICOLISTA PER IL SETTORE PORTIERI DELLA RIVISTA ALLENATORE .NET

AUTORE DEL PRIMO SOFTWARE PER PREPARATORI DEI PORTIERI 1-12-22 UTILIZZATO DA PARECCHIE SOCIETA’ ITALIANE E INTERNAZIONALI

Corso di aggiornamento APPORT - Siracusa 9 marzo 2009

3

Related Documents