Lam

  • June 2020
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L’ULTIMA PAROLA

JOY ITO

ANCHE IL TELEPREDICATORE Amr Khaled HA ISTITUITO UN SUO CANALE SU YOUTUBE

DI STEPHEN JAY GOULD

Gliscienziati meritano lagloria degliartisti

INTERNET COLchador

Stephen Jay Gould (1941-2002) è stato un brillante biologo e paleontologo e forse ancor più brillante divulgatore, in particolare della teoria dell’evoluzione. Il brano che segue è tratto da I fossili di Leonardo e il pony di Sofia, una delle molte raccolte di saggi di Gould tradotte in italiano dal Il Saggiatore.

Gli islamici oggi trovano nella rete motori e siti compatibili con i precetti della fede

G

ooglepiùUmmah, ilmotore di ricerca più famosoalmondo elacomunità musulmana globale. L’unione dei due termini dà Gummah,il primo search engine "islamico", nato con lo scopo di conciliare la ricerca halal (lecita) su Internet e laraccolta di denaro ascopo beneficenza:ogni parolacercata, attraversola pubblicità, peril50%va aforaggiare le casse di non ben specificate associazioni islamiche. Gummah è solo il primo di una serie di tools islamici sbocciati a vista d’occhio su un Internet colpevole, secondo moltireligiosi islamici, diportare alla perdizione proprio come la tv satellitare della prima ora. L’Internet halal, puro e lecito, va già di gran moda. Al You Tube al Naqqi – lo You Tube ripulito di immagini non lecite – dichiara 6.000 contatti all’apertura. Al grido di

"condividete con noi un sito pulito", un gruppo di sauditi ha lanciato una piattaforma che non è altro che una versione filtrata di You Tube, ripulita di clip osé, video a sfondo sessuale o contenuti critici anche dal punto di vista politico o sociale. Rimangono molti videoclip, islamici, e halal, si intende. Eppure You Tube continua a essere lo strumento principale per raggiungere i giovani arabi se persino Amr Khaled, telepredicatore egiziano annoverato dal «Time Magazine» fra i 13 uomini più potenti del mondo, ha costruito un canale tutto suo sul popolare sito http://www.youtube.com/results? search_query=Amr+Khaled dove posta le sue video lezioni indirizzate alla gioventù islamica per incitarla a compiere azioni positive: smettere di fumare, fare volontariato, operare per l’ambiente, stu-

diare e avere successo. Un altro sito Internet della generazione "pura" http://e.holol. net/en/ propone di testare la propria fede attraverso un programma incrociato di web e tv dal titolo «Il Ramadan mi ha cambiato». Il test di spiritualità comincia sulla rete e va avanti per tutte le quattro settimane del mese sacro di Ramadan, interagendo con le puntate del canale Huda TV dove vengono assegnati veri e propri compiti che lo spettatore è chiamato a mettere in pratica, misurandone gli esiti positivi attraverso il web. Ma il gioiello dell’Internet halal è Imhalal.com (che sta per I am halal), motore di ricerca che assegna punteggi di "pericolosità" ai contenuti haram (non leciti). "Gay" e "sesso" totalizza due stelle su tre, mentre "vino" soltanto una stelletta. Non è chiaro quali siano i criteri

assegnati per filtrare i contenuti ma Reza Sardeha, fondatore della piattaforma dall’Olanda, sostiene che l’idea vincente non è di vietare i siti – come avviene in molti Paesi mediorientali, dove ad esempio You Tube è bloccato – ma di filtrarli e purificarli. La "purificazione" del web non è un trend soltanto islamico: gli ebrei ortodossi stanno facendo lo stesso con Koogle http://www.koogle.co. il/English/, il Google kasher che pubblicizza solo cibo consentito dai dettami religiosi e blocca lo shopping online durante lo Shabbath ebraico. A ognuno il suo "halal"... Donatella Della Ratta www.mediaoriente.com © RIPRODUZIONE RISERVATA

www.naqatube.com www.gummah.com e.holol.net/en imhalal.com

>mondo arabo>manifestazioni>social network

IN MEDIO ORIENTE TWESTIVAL DA REGINA I

l Twestival è in linea con lo spirito di solidarietà dell’Islam e del Ramadan. È così che centinaia di Twitterfannelmondoarabohannoraccolto entusiasti l’appello lanciato dalla casamadrediSanFranciscoaorganizzare,loscorsoweekend,Twestival,festival di solidarietà per raccogliere fondi a beneficio di organizzazioni umanitarie.EcosìAmman,Beirut,Dubai e Abu Dhabi hanno ospitato – insieme a 140 città nel mondo – la maratona di solidarietà via Twitter, scegliendoognuna la sualocation e la sua "causa". InGiordania (http://amman. twestival.com/), dove la regina Rania

èlaTwitteruserpiùinvista,proprioil Queen Rania Center for Entrepreneurship (Qrce), insieme alla Malik shishtawi foundation, ha dato appuntamento ai "twitterati" per raccogliere una donazione di oltre 7mila dollari in favore degli orfani dell’Al Aman Fund offerta dall’Aramex. IlQrce,unodei centripiù attivi nella Regione araba, ha colto l’occasione per aprire la discussione su "Impresa e social media", panel che ha riscosso gran successo fra la comunità web 2.0 della Giordania, ribattezzata "Silicon Valley araba". Dubai ha raccolto oltre 13miladollariinfavoredelDubaiAuti-

sm Center, con un evento che è finito persino sul telegiornale della rete satellitare Dubai one per la sua effervescenza e il suo multiculturalismo. La comunità di "twitterati" negli Emirati Arabi conta circa 6mila utenti e ha re-

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gistratounbalzodaquandol’Autorità per le Telecomunicazioni ha sbloccatoilservizio,precedentementecensurato.La fine deldivieto non è bastataa far decollare il Twestival di Abu Dhabi dove gli utenti preferiscono ancora gli incontri virtuali agli eventi faccia a faccia, anche se gli organizzatori si dicono fiduciosi sulla prossima edizione. A Beirut, nonostante le tensioni al confine con Israele, la comunità libanese, superando divisioni etnico-religiose,sièdataappuntamentopersupportare gli ambientalisti di Indyact. Secondo una recente ricerca della società Spot On gli utenti di Twitter nel mondo arabo sono oltre 14mila, con un tasso di crescita del 17% il mese scorso. Oltre l’85% userebbe il servizio per tenersi informati, e il 59% per interagire con i giornalisti.(d.d.r)

www.nova100.ilsole24ore.com

Nòva100. Continua la discussione su Nòva100, la piattaforma per blog indipendenti di Nòva24. Questa settimana si parla, per esempio, del dopo Festivaletteratura di Mantova, dell’influenza A H1N1 e di preziosi gioielli fatti... di carta.

INVIATO

[email protected] IN REDAZIONE

[email protected] [email protected]

✒La scienza progredisce, l’arte cambia. Gli scienziati, prima di compiere le loro scopertediimportanzauniversale, sono intercambiabili e anonimi; gli artisti sono creatori individualizzati e necessari dei loro capolavori unici. Se Copernico e Galileononfosseromaivissuti, la Terra orbiterebbe ciò nonostante intorno al Sole, e l’uomo avrebbe comunque imparato questa verità a tempo debito. Se Michelangelo non fosse maivissuto,conogniprobabilità la Cappella Sistina sarebbestatacomunqueaffrescata, ma la storia dell’arte sarebbe diversa e l’umanità molto più povera. Questa presentazione convenzionale delle differenze tra arte e scienza appartienealgenerefrustrante ma dominante di dicotomie grossolanamente semplificate, fondate su forti contrasti. (...) La presunta ineluttabilità del progresso tecnologico, in questa dicotomia fuorviante,conduce almito della scienza come una sorta di disciplina disincarnata: una macchina che ha una propria dinamica e perciò continua il suo cammino in avanti quasi indipendentemente da coloro che lo praticano. In questa prospettiva, gli scienziati diventano anonimi e quasi invisibili. Alcuni nomi sopravvivono come icone ed eroi: Edison e Bell come inventori, Darwin ed Einstein come pensatori. Se però accettiamo la premessa che l’innovazione tecnologica ha alimentato il mutamento sociale molto al di là di tutte le altre conseguenze dell’emotività e genialità umane, come possiamo risolvere il paradosso che le persone che più hanno contribuito al progresso della storia umana rimangano così invisibili?

REDAZIONE GRAFICA

A CURA DI Giulia Crivelli [email protected]

[email protected] [email protected] UFFICIO GRAFICO CENTRALE

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ART DIRECTOR

Francesco Narracci CONSULENZA EDITORIALE

Marco Magrini

[email protected] [email protected]

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