La Scuola E Le Nuove Tecnologie

  • June 2020
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  • Words: 579
  • Pages: 2
Antinucci F. "… — mi direte — «Scuola» e «gioco» sono termini antitetici: se qualcosa appartiene all’uno non può appartenere all’altro e viceversa. E se non me lo direte voi, sicuramente me lo dirà un qualunque ragazzo che a scuola ci va. Eppure, abbiamo appena visto che gran parte dell’attività di un videogioco consiste nell’imparare: dalle abilità e le coordinazioni complesse dei giochi senso-motori fino ai più sofisticati procedimenti di deduzione logica, calcolo e previsione dei giochi di strategia. Anzi, in un certo senso, questi giochi costituiscono apprendimento allo stato puro; apprendimento, cioè, che non è funzionalizzato a nessuno scopo che non sia quello di progredire costantemente, di migliorare se stessi. Ma, nonostante questo, tutto ciò sembra non avere nulla a che fare con ciò che chiamiamo comunemente apprendere, conoscere e sapere, e, soprattutto, con l’istituzione fondamentale che è interamente dedicata a questi compiti."

La scuola e le nuove tecnologie I termini scuola e gioco sembrerebbero antitetici perché scuola vuol dire disciplina, rispetto di determinate norme e regole, istruzione, responsabilità, tutti aggettivi che non riscontrano il favore dei giovani che propendono più per il gioco, oggi per i videogiochi, che rappresentano svago, evasione, esperienza, atto libero, azione disinteressata, intelligenza, competizione e fantasia. L’abilità sta nel coniugare entrambe le cose. L’uso dello strumento tecnologico nella scuola viene finalizzato ad una attività didattica mediata dal docente che assume quindi un nuovo ruolo, quello di guida, di supporto, con la responsabilità di fornire le linee portanti del lavoro, i contenuti didattici, permettendo ai loro studenti di elaborarli liberamente, ed evitare l’apprendimento allo stato puro per favorire quello progressivo e costante. L’arrivo di una nuova tecnologia nella scuola comporta da parte degli studenti un incremento di curiosità dettato da sollecitazioni multimediali nonché di entusiasmo poiché viene chiesto loro di attivare e mettere in gioco diverse competenze, non solo strettamente curricolari; induce profondi cambiamenti nei modi di apprendere perché “imparano facendo e riflettendo” sul proprio operato, in contrasto con quanto avviene tradizionalmente a scuola, cioè spiegazione seguita da compiti a casa. D’altra parte per gli insegnanti troviamo uno stato di incertezza, che dà vita a conflitti e in particolare mette in discussione il loro stesso ruolo. Essi sono coloro che risentono del ruolo detenuto dalle nuove tecnologie nella riforma scolastica, questo perché sono fondamentali nella formazione culturale e nell’educazione dei propri alunni; la loro capacità professionale è quindi destinata ad accrescersi per poter colmare il divario tra istruzione e società.

Chi meglio della scuola come luogo e istituzione per eccellenza per focalizzate sulla costruzione del sapere, su nuove esperienze e su nuovi modi di comunicare e collaborare. Oggi, si apprendono molte più informazioni con il multimediale rispetto al monomediale e in parte queste informazioni riescono a toccare aspetti specialistici che rendono i nuovi media di qualità, paragonabili all'insegnamento del medium libro. L'apprendimento multimediale opera per immersione (ci si immerge con più sensi: la vista, l'udito, il tatto...) mentre l'apprendimento monomediale opera principalmente per astrazione. Le scuole, così come gli insegnanti, gli educatori e gli stessi genitori devono accompagnare la rivoluzione in atto, non solo rendendo moderno l'apparato delle risorse tecniche per la didattica, ma anche accogliendo e legittimando gli stili di pensiero e di azione che sono propri del nuovo campo. In caso contrario, tra le istituzioni educative e la società il contrasto diverrà sempre più insanabile e sempre più insanabile diverrà il conflitto tra le matrici di conoscenza e di esperienza dei giovani e quelle di chi provvede alla loro formazione.

Russo Giuseppina

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