Confronto tra
i rapporti dinamici femore-tibia influenzati da diversi tipi di snodi '--Dall'osservazione dei diversi tipi di snodo, pìù comunemente utilizzati nei tutori del ginocchio, si ltLrc la maggior parte di essi non riescono a rispettare appieno il fisiologico movimento di roto-tras azlore r,": -questa articolazione (ovvero il centro istantaneo di rotazione viene costretto a non ricadere sulla linea 0e i'r-: al punto di contatto tra le superfici articolari), costringendo i capi articolari ad un movimento ìnnaturale, s3:.-:, i legamenti intrinsechi ed estrinsechi e la capsula articolare a sollecitazioni anomale. Ciò non accade con lo snodo a centro di rotazione variabile, che rispetta la fisiologia articoLare. Quanto sopra, è stato dimostralo ulilizzando un modello monoplanare (sul piano sagittale) in mater'a = r, che riproduceva il profilo della meta-epifisi distale del femore e di quella prossimale deLla tibia applÌcar: ' . snodi, che variavano a seconda dei sistemi di rotazione adottati:
i-w :l
snodo a centro variabile
r
snodo a centro fisso
snodo a doPPio centro
snodo a centro saltaic
-s Per poter uniformare, dove possibile, il posizionamento dei modelli rispetto allo snodo è stato preso in cc il centro iniziale di rotazione individuato col metodo di N ieiert.
:::"::
-
Per avere un giusto paragone dei modelli con il reale movimento del ginocchio, abbiamo ancora':^t-.^; .'=-,radiogrammi in proiezione latero-laterale sotto carico del ginocchio di un adulto di corporatura meclìa, ,': " r -:--. gradi di flessìone: 0o,30o,60o,90o, 110o. 1'::rr".a:.:-t'.::'::: ..a : - . - : ... ::
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Ricalcando icontorni dei radiogrammi alle varle angolazioni è stato possibile ricavare ogni singolo profilo radiolog:: confrontarlo, in sovrapposizione con il relativo tracciato articolare ottenuto ricalcando i contorni di ogni singolo nroci"' :
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Tensioni indotte
sui legamenti crociati del ginocchio da diversi tipi di snodo Per riprodurre l'azione
dei legamenti crociati,
9!oDo csq
rispettando i reperti anatomici, sono state applicate due funicelle in da-
COLJDIZIOLJA
LA DIL]AMICA DeL
CeL.lrRAroa.l PÉR. FeMOA.a e rlBlA
MÓViMEI..IrO
cron, fissate alla tibia che scorrono in due tunnef creati nel femore.
Ai capi mobili delle funicef le sono staLiappli-
cati i due dinamometri per misurare le tensioni ogni 15 gradi. Sono state anche valutate le distanze interosee tra i capi arlicolari, utilizzando un sistema a spessori (0,1 mm), che al
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lo snodo usato.
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Dati tecnici Distanza
tra i capi articolari
Snodo l(TJ ? 2
II cLL! snodo:
-llll ll It
Ít
it
1,5
l I j
I 0,5
tt
u
0
0
f (TJ
EICentr
15 3a 45
60 15 90
["]flessione
trACL
110
45
60
15
90
110
KPCL
Tabella 1: distanze articolari ai diversi gradi di flessione. La traìettoria imposta dallo snodo a centro fisso al contrario di quanto avviene in fisiologia, determina un marcato allontanamento dei capi articolari dai 35" di f lessione in poi. Lo snodo a centro di rotazione variabile garantisce un perfetto affrontamento dei capi articolarì in tutto l'arco del movimento. Tabelle 2,3: Tensione sui legamenti (funicelle). Con lo snodo a centro variabile, le tensioni sui legamenti sono inferiori e si mantengono in equilibrio, contrariamente a quanto accade utilizzando io snodo a centro fisso.
Considerazioni Da quanto emerso si può affermare che lo snodo a centro variabile offre indubbi vantaggi nel senso di una riduzione dello stress a carico dei legamenti crociati. È verosimile che questa riduzione di tensione sulle strutture danneggiate, possa migliorare l'efficacia dell'effetto tutef ante dell'ortesi che ulilizza lo snodo a centro variabile con un maggior comfort del paziente.
A tale proposito
(da
J. N. Insa l: Chirurgia del gînocchio,
Vercluci editore, Roma, 1986,
:17;2-:'3, zsl,
in rÌferimento alla
possibilità nella quale il centro istantaneo di rotazione viene costretto a non ricadere sulla linea perpendicolare al punto di contatto tra le superfici articolari (ovvero if ginocchio non ha la possibilità di eseguire un corretto moto roto-traslatorio), sappiamo che: "questa condizione può verificarsi quando le superfici articolari o i legamenti, o entrambi, non sono situati nella loro normale posizione anatomicai o quando al ginocchio viene applicato un apparecchio di immobilizzazione o altro dispositivo ortopedico che forza il movimento articolare
in una direzione
innaturale".
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