Ktj Comparazione

  • May 2020
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  • Words: 716
  • Pages: 2
Confronto tra

i rapporti dinamici femore-tibia influenzati da diversi tipi di snodi '--Dall'osservazione dei diversi tipi di snodo, pìù comunemente utilizzati nei tutori del ginocchio, si ltLrc la maggior parte di essi non riescono a rispettare appieno il fisiologico movimento di roto-tras azlore r,": -questa articolazione (ovvero il centro istantaneo di rotazione viene costretto a non ricadere sulla linea 0e i'r-: al punto di contatto tra le superfici articolari), costringendo i capi articolari ad un movimento ìnnaturale, s3:.-:, i legamenti intrinsechi ed estrinsechi e la capsula articolare a sollecitazioni anomale. Ciò non accade con lo snodo a centro di rotazione variabile, che rispetta la fisiologia articoLare. Quanto sopra, è stato dimostralo ulilizzando un modello monoplanare (sul piano sagittale) in mater'a = r, che riproduceva il profilo della meta-epifisi distale del femore e di quella prossimale deLla tibia applÌcar: ' . snodi, che variavano a seconda dei sistemi di rotazione adottati:

i-w :l

snodo a centro variabile

r

snodo a centro fisso

snodo a doPPio centro

snodo a centro saltaic

-s Per poter uniformare, dove possibile, il posizionamento dei modelli rispetto allo snodo è stato preso in cc il centro iniziale di rotazione individuato col metodo di N ieiert.

:::"::

-

Per avere un giusto paragone dei modelli con il reale movimento del ginocchio, abbiamo ancora':^t-.^; .'=-,radiogrammi in proiezione latero-laterale sotto carico del ginocchio di un adulto di corporatura meclìa, ,': " r -:--. gradi di flessìone: 0o,30o,60o,90o, 110o. 1'::rr".a:.:-t'.::'::: ..a : - . - : ... ::

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Ricalcando icontorni dei radiogrammi alle varle angolazioni è stato possibile ricavare ogni singolo profilo radiolog:: confrontarlo, in sovrapposizione con il relativo tracciato articolare ottenuto ricalcando i contorni di ogni singolo nroci"' :

)

Tensioni indotte

sui legamenti crociati del ginocchio da diversi tipi di snodo Per riprodurre l'azione

dei legamenti crociati,

9!oDo csq

rispettando i reperti anatomici, sono state applicate due funicelle in da-

COLJDIZIOLJA

LA DIL]AMICA DeL

CeL.lrRAroa.l PÉR. FeMOA.a e rlBlA

MÓViMEI..IrO

cron, fissate alla tibia che scorrono in due tunnef creati nel femore.

Ai capi mobili delle funicef le sono staLiappli-

cati i due dinamometri per misurare le tensioni ogni 15 gradi. Sono state anche valutate le distanze interosee tra i capi arlicolari, utilizzando un sistema a spessori (0,1 mm), che al

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si venivano a determinare

in base

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lo snodo usato.

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Dati tecnici Distanza

tra i capi articolari

Snodo l(TJ ? 2

II cLL! snodo:

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Ít

it

1,5

l I j

I 0,5

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0

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EICentr

15 3a 45

60 15 90

["]flessione

trACL

110

45

60

15

90

110

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Tabella 1: distanze articolari ai diversi gradi di flessione. La traìettoria imposta dallo snodo a centro fisso al contrario di quanto avviene in fisiologia, determina un marcato allontanamento dei capi articolari dai 35" di f lessione in poi. Lo snodo a centro di rotazione variabile garantisce un perfetto affrontamento dei capi articolarì in tutto l'arco del movimento. Tabelle 2,3: Tensione sui legamenti (funicelle). Con lo snodo a centro variabile, le tensioni sui legamenti sono inferiori e si mantengono in equilibrio, contrariamente a quanto accade utilizzando io snodo a centro fisso.

Considerazioni Da quanto emerso si può affermare che lo snodo a centro variabile offre indubbi vantaggi nel senso di una riduzione dello stress a carico dei legamenti crociati. È verosimile che questa riduzione di tensione sulle strutture danneggiate, possa migliorare l'efficacia dell'effetto tutef ante dell'ortesi che ulilizza lo snodo a centro variabile con un maggior comfort del paziente.

A tale proposito

(da

J. N. Insa l: Chirurgia del gînocchio,

Vercluci editore, Roma, 1986,

:17;2-:'3, zsl,

in rÌferimento alla

possibilità nella quale il centro istantaneo di rotazione viene costretto a non ricadere sulla linea perpendicolare al punto di contatto tra le superfici articolari (ovvero if ginocchio non ha la possibilità di eseguire un corretto moto roto-traslatorio), sappiamo che: "questa condizione può verificarsi quando le superfici articolari o i legamenti, o entrambi, non sono situati nella loro normale posizione anatomicai o quando al ginocchio viene applicato un apparecchio di immobilizzazione o altro dispositivo ortopedico che forza il movimento articolare

in una direzione

innaturale".

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