DEDUZIONE TRASCENDENTALE Il termine: nel linguaggio giuridico è la dimostrazione della legittimità di diritto di
una pretesa di fatto. Per esempio: il possesso di un certo oggetto da parte di una persona – quid facti (pretesa di fatto) non prova che tale possesso sia legittimo quid iuris (di diritto) Il Problema: perché, pur essendo forme mentali soggettive le categorie pretendono
di valere per gli oggetti? È legittimo asserire che la realtà fenomenica obbedisce alle categorie? SOLUZIONE 1. l'unificazione del molteplice non è fatta dalla molteplicità (che è passiva), ma
da un'attività sintetica che ha sede nell'intelletto; 2. distinguendo tra processo di unificazione e unità che realizza tale processo, Kant identifica la suprema unità fondatrice della conoscenza con il centro mentale unificatore, denominato "Io penso", che è comune a tutte le persone ed è quindi oggettivo; 3. l'io penso opera tramite i giudizi che costituiscono il modo in cui il molteplice dell'intuizione viene pensato (unificato e ordinato); 4. i giudizi si basano sulle categorie, le 12 funzioni unificatrici dell’intelletto con cui si realizza la sua attività sintetica. Di conseguenza un oggetto non può essere pensato senza ricorrere alle categorie. Riassumendo: • • •
i pensieri presuppongono l'io penso; l'io penso opera tramite le categorie; gli oggetti pensati presuppongono le categorie.
Pertanto: L’io Penso o Autocoscienza Trascendentale o Appercezione Trascendentale è: il principio supremo della conoscenza, in quanto rende possibile l’oggettività cioè l’universalità e necessità del sapere scientifico Conclusione Le categorie essendo articolazioni logiche interne dell’attività unificatrice dell’Io Penso, rappresentano la condizione di base della pensabilità degli oggetti. Ne segue che i nessi instaurati dalle categorie sono costitutivi degli oggetti stessi e quindi valgono oggettivamente per tutto il mondo fenomenico.