Jose Ingenieros

  • June 2020
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JOSE INGENIEROS “LA MENTE, L’INDIVIDUO, LA SOCIETÀ” Di Leonor Taiano Tesi presentata per la discussione del diploma di laurea in.

Lingue e Culture Moderne Relatore: Dottoressa Emanuela Jossa Università degli Studi della Calabria

2003-2004

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SOMMARIO

INTRODUZIONE

CAPITOLO 1 1.1 Biografia 1.2 Produzione intellettuale

CAPITOLO I I 2.1.- La mente 2.1.1-Gli ideali 2.1.2.- Il Dogma 2.2.- l’individuo 2.2.1 i tipi d’uomini 2.2.2 successo e gloria 2.3.- La Società

CAPITOLO III 3.1.- la figura del critico 3.2.- Metodi d’analisi critica. 3.3.- Il concreto universale

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CAPITOLO IV 4.1.- Profilo storico – politico 4.2.- Analisi del contenuto 4.2.1.- Mente 4.2.2.- Individuo 4.2.3.- Società 4.3.- Elegia a la muerte de Atahualpa

CONCLUSIONI

GLOSSARIO

NOTA REDAZIONALE La presente tesi si compone di 48 pagine

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INTRODUZIONE La seguente tesina corrisponde al tipo d’elaborato finale richiesto per ottenere la laurea triennale del nuovo ordinamento universitario, tesi che a livello internazionale è chiamata tesi di licenza. Questa tesi propone una forma d’analisi critica tridimensionale, che prende in base lo studio della mente, dell’individuo e della società, elementi fondamentali della saggistica dell’intellettuale argentino Josè Ingenieros. L’obiettivo di questa tesi non è quello di cambiare i diversi metodi d’analisi letteraria che esistono attualmente, ma di proporre una strategia d’analisi che sia completa e precisa, basata su tre discipline che conoscono l’uomo: la psichiatria, l’antropologia filosofica, e la sociologia. La tesi è articolata in cinque capitoli: Il primo capitolo di questa tesi, corrisponde alla presentazione della biografia e della produzione intellettuale di Josè Ingenieros. Il secondo capitolo, ci presenta la parte del pensiero d’Ingenieros che interessa il nostro studio, qui cominceranno ad entrare in uso i termini: mente, individuo, società. Il terzo capitolo, offre una visione panoramica dei diversi metodi d’analisi che esistono attualmente, i suoi fondamenti teorici e il collegamento che questi hanno con altri metodi o altre discipline non letterarie. Il quarto capitolo è una dimostrazione pratica della nostra proposta, l’analisi si basa su un’opera non molto conosciuta a livello europeo:

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“Atahualpa Huanui”, le fonti che abbiamo consultato sono di tipologie diverse, la critica è totalmente nostra e prende in considerazione i tre costituenti fondamentali della nostra tesi: “La mente, l’individuo, la società” Il quinto capitolo presenta le conclusioni, nella convinzione che la cooperazione tra le tre discipline che studiano più a fondo l’essere umano siano fondamentali per analizzare il contenuto delle opere letterarie.

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CAPITOLO

1

JOSE INGENIEROS 1.1 Biografia 1.2 Produzione intellettuale

1.1.- Josė Ingenieros ebbe il vantaggio di nascere in una famiglia intellettuale, i suoi genitori Salvatore Ingenieros e Marianna Tagliava erano parte attiva del movimento socialista siciliano, suo padre fu direttore del giornale di tendenza socialista Il Povero, a causa delle sue idee Salvatore Ingenieros fu perseguitato ed imprigionato, i rischi della famiglia Ingenieros erano ogni volta più grandi, per questa ragione la coppia lasciò la città natale di Palermo e si vide costretta ad emigrare in Argentina dove Salvatore lavorò sempre nel campo giornalistico come direttore della “Rivista Massonica” di Buenos Aires. Salvatore e Marianna ebbero due figli: Pablo e Josė, della vita di Pablo abbiamo poche notizie, tutto ciò che possiamo dire su di lui è meramente ipotetico, della vita di Josė invece conosciamo un po’ di più ed è su di essa che ci soffermeremo a parlare in questo capitolo. Josė Ingenieros nacque nel 1877, il suo luogo di nascita per molti è incerto, esiste una doppia teoria riguardo il suo luogo di nascita, molti assicurano che Josė nacque in Sicilia e che arrivò insieme ai suoi genitori quando era ancora molto piccolo, altri dicono che sia nato

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proprio nella capitale argentina,

non abbiamo le fonti dirette per

svelare questo mistero. Ingenieros si dimostra un prodigio sin da quando era piccolo, non solo aiutava suo padre nella correzione dei suoi articoli (suo padre aveva problemi con l’ortografia spagnola) ma dimostrava anche molta velocità ad imparare le discipline più diverse, così si distingue come ottimo studente sia nell’Instituto Nacional che nel Collegio Catedral. Per Ingenieros la conoscenza trovava la sua strada nella diversità, questa senza dubbio è la spiegazione che ci permette di capire la sua mente enciclopedica; medico psichiatra, sociologo, poliglotta e politico, era una delle menti più brillanti non solo della Repubblica Argentina ma anche di tutto l’universo intellettuale del ’900. Questa mente enciclopedica ebbe l’opportunità di vivere in un periodo storico molto interessante, egli fu testimone di grandi eventi storici come la rivoluzione messicana, la prima guerra mondiale, la rivoluzione russa, questi eventi, più le sue esperienze personali acquisite nei suoi viaggi dentro e fuori dell’Argentina, fanno si che la sua produzione scritta sia molto variata ed interessante. Nel 1925 dopo avere prodotto molto a livello intellettuale, dopo essere stato riconosciuto come uno dei leader più geniali del partito socialista argentino, dopo avere avuto una cattedra nella facoltà di medicina di Buenos Aires e di avere svolto lavori come criminalista, Josė Ingenieros muore vittima di una meningite acuta, il novecento rimane senza uno dei più grandi cervelli, la voce d’Ingenieros non parlerà più.

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1.2.- La produzione intellettuale d’Ingenieros si divide in due periodi, il primo che va dal 1897 fino al 1908, in questo periodo scrive soprattutto su patologie mentali e su criminologia; il secondo periodo inizia nel 1908 fino al 1925 anno della sua morte, questo periodo costituisce il periodo di produzione filosofica, psicologica e sociologica del nostro autore ed è su questo periodo che noi parleremo in questo elaborato.

Primo Periodo: La psicopatologìa en el arte

Buenos Aires, 1902

La simulaciòn en la lucha por la vida

Buenos Aires, 1903

Simulaciòn de la locura

Buenos Aires, 1903

Histeria y Sugestiòn

Buenos Aires, 1904

Patologìa del lenguaje musical

Paris , 1906

Crònicas de Viaje

Buenos Aires, 1906

La locura en la Argentina

Buenos Aires, 1907

Secondo Periodo: Principios de psicologìa

Buenos Aires, 1911

El hombre mediocre

Madrid, 1913

Hacia una moral sin dogmas

Buenos Aires, 1917

Ciencia y Filosofìa

Madrid, 1917

Sociologìa Argentina

Buenos Aires, 1918

Proposiciones Relativas al porvenir de la filosofia

Buenos Aires, 1918

Evoluciòn de las ideas argentinas

Buenos Aires, 1918

Las doctrinas de Ameghino

Buenos Aires, 1919

Los tiempos nuevos

Buenos Aires, 1921

8

Emilio Boutroux y la Filosofia francesa

Buenos Aires, 1922

La cultura filosòfica en Espaňa

Buenos Aires, 1922

Las fuerzas morales

postuma

Tratado del amor

postuma

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Bibliografia essenziale •

Su Ingenieros come scrittore e come uomo: D. Kamia, Ingenieros, Buenos Aires, Editorial Losada S.A. 1961, pp. 9-30.



Su tutte le opere di Ingenieros: D. Kamia, Ingenieros, Antologia, su pensamiento en sus mejores pàginas, Buenos Aires, Editorial Losada S.A, 1961, pp 7-449.

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CAPITOLO

2

MENTE, INDIVIDUO, SOCIETÀ 2.1.- La mente 2.1.1-Gli ideali 2.1.2.- Il Dogma 2.2.- l’individuo 2.2.1 i tipi d’uomini 2.2.2 successo e gloria 2.3.- La Società

2.1.- LA MENTE.Per Ingenieros la mente ha una funzione molto importante, la funzione di pensare; da questa dipende un’altra funzione quella che lui chiama la funzione di creare. La funzione di creare è sviluppata principalmente nella formazione degli ideali che secondo Ingenieros sono la ricerca della perfezione. Per Ingenieros

l’ideale

non

può

essere

considerato

come

una

manifestazione del pensiero a priori, l’ideale è una manifestazione a posteriore che nasce nella ricerca della perfezione, l’idealista non conforme alla realtà che vive, cerca una forma di perfezione per la

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realtà attraverso le sue idee, cerca di migliorare il futuro ma usa come strumento la realtà per stabilire un piano che le permetta di cambiarla.

2.1.1 GLI IDEALI.- Per Ingenieros l’ideale è un gesto dello spirito verso la perfezione, stabilisce un rapporto concreto-astratto, che dal concreto (che sarebbe la realtà), si costruisce l’astratto che rappresenterebbe l’ideale. Gli ideali sono formazioni naturali, come tutti i fenomeni accessibili alla nostra osservazione, sono effetti di cause, nell’uomo si sviluppa la funzione di pensare come un perfezionamento dell’adattamento, attraverso l’immaginazione possiamo processare i dati dell’esperienza, anticipando i risultati possibili e astraendo da questa gli ideali di perfezione che sono un nuovo stato d’equilibrio tra il passato e il futuro, sono credenze nella perfezione e nel progresso umano. Come abbiamo detto prima gli ideali sono una ricerca di perfezione, questi partono della realtà e hanno come scopo principale di migliorarla, gli ideali per Ingenieros sono di una natura che sta in costante sviluppo, evolvendosi,

cambiano

nella misura in cui la realtà va

sono una risposta alla realtà, agiscono con essa, la

perfezionano, ma non hanno una natura concreta come questa, gli ideali fanno parte della mente, della funzione di pensare e a causa della loro natura astratta possono variare con più facilità della realtà, gli ideali non si fermano mai, continuano a cambiare, se essi non mutassero non sarebbero più ideali ma diventerebbero dei dogmi. Gli ideali possono essere di due tipi, a seconda della forza dominante che aiuta la loro formazione, così quando la forza che domina un ideale è la passione abbiamo l’idealismo sentimentale,

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invece quando la forza che domina un ideale è la ragione abbiamo l’idealismo esperienziale. Così

i due elementi che fanno progredire il mondo secondo

Ingenieros, sono il cuore e il cervello, grazie a questi il mondo può creare, grazie a loro nascono gli ideali e l’esperienza non diventa sterile ma serve come laboratorio per migliorare se stessa. L’ idealismo sentimentale.- Come abbiamo detto in precedenza per Ingenieros, la passione è una forza capace di costruire, ha le sue radici nel cuore, perciò l’idealismo sentimentale trova le sue cause dove la ragione non le troverebbe mai, l’idealismo sentimentale è pieno d’impeto, è un idealismo proprio dei sognatori. Ingenieros ha identificato questo tipo d’idealismo con la gioventù, dato che la sua forza è molto più grande di quello che la realtà gli permette di essere, il suo impeto è forte ma generalmente è soltanto un sogno, l’idealismo sentimentale è un sogno impossibile, una chimera che ha dentro di sé la voglia di perfezione di un genio giovane e altruista. L’idealismo esperienziale .- come abbiamo detto l’idealismo sentimentale, è pieno di passione ma generalmente è totalmente chimerico perciò Ingenieros lo ha relazionato con la gioventù sia per la sua forza che per la sua voglia di grandezza, per il suo desiderio di cambiare la realtà totalmente, questo è un tipo d’idealismo senza gradazione, eppure questa natura giovane dell’idealismo sentimentale non è una chimera inutile, serve da base per costruire un tipo d’idealismo più raggiungibile alla realtà, permette di ottenere un ideale possibile, permette di eseguire un piano di perfezionamento in cui la forza dominante è la ragione che ordina ciò che la passione ha sognato.

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L’idealismo esperienziale

educa l’idealismo sentimentale. per

questo Ingenieros ha identificato l’idealismo esperienziale con l’età matura in cui i progetti della gioventù si raggiungono. L’idealismo esperienziale

rifiuta totalmente la mediocrità della

realtà, questo tipo di atteggiamento conferisce

una natura

individualista, a differenza dell’idealismo sentimentale, questo tipo d’idealismo crede che la perfezione è possibile se la raggiunge prima l’individuo e dopo attraverso la sua perfezione porta un pò di luce nella realtà in cui impera la società, l’idealismo esperienziale crede nella perfezione ma in una perfezione individuale che lotta per aiutare il resto della realtà. Secondo Ingenieros l’idealismo sentimentale è proprio dei guerrieri, l’idealismo esperienziale invece appartiene ai santi e ai filosofi che offrono la luce che brilla nella loro anima per il benessere di tutta l’umanità.

2.1.2 IL DOGMA Il mondo non è un luogo perfetto, ci sono due tendenze che lottano ogni instante. La prima delle due correnti della mente umana è quella forza positiva che fa che si che la realtà sì perfezione questa forza viene rappresentata negli ideali; la seconda corrente quella che possiamo definire di natura negativa o conformista è quella che fa diventare il mondo mediocre, una realtà ferma e paurosa che per Ingenieros si rappresenta nel dogma. Per Ingenieros il dogma ha una connotazione negativa già che è un’opinione immutabile e non perfezionabile imposta agli uomini da un’autorità precedente alla loro esperienza, questa natura

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non

spiegabile del dogma secondo Ingenieros è una dimostrazione della mancanza di fede in quello che si afferma o una prova d’ignoranza poiché l’imporre un fatto senza dare spazio alla ragione per dimostrare la sua veracità equivale a negare la sua esistenza. Questa corrente negativa ha un’importanza fondamentale per lo sviluppo della realtà che è una via di ricerca alla perfezione, grazie alla sua natura imperfetta possiamo riconoscere la perfezione, così come attraverso l’oscurità si riconosce la brillantezza della luce. I dogmi sono di due classi, alla prima classe corrispondono i dogmi di natura teologica che sono imposti dai teologi di una chiesa ai loro rispettivi fedeli, i secondi dogmi sono i dogmi razionalistici imposti dai filosofi ai loro discepoli e ammiratori.

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2.2 L’individuo 2.2.1 i tipi d’uomini Gli uomini hanno un ruolo molto importante nella realtà, poiché sono loro che la costituiscono, la fanno progredire o restare ferma. Non tutti gli uomini sono uguali, questo lo sappiamo da molto tempo, ma gli uomini si differenziano tra loro per la capacità d’adattamento alla società, cosi per Ingenieros ci sono tre tipi d’uomini: L’uomo inferiore.- secondo il nostro autore l’uomo inferiore è quello che non possiede la capacità di fare parte della società, questo è l’uomo istintivo che non riesce neanche a sviluppare una condotta gregaria come la maggioranza degli uomini, non è capace di assumere una condotta imitativa, per questo pensa e agisce al di sotto della media, è rappresentano

quelli che secondo Ingenieros hanno

sviluppato un’anima istintiva che lui chiama “l’anima della specie” L’uomo mediocre.- questo tipo d’uomo è un’ombra proiettata per la società, è essenzialmente imitativo, l’uomo mediocre è nettamente gregario, è un uomo che non ha nessun interesse ad essere ma a figurare, per lui è molto importante far parte del prototipo della società,è un uomo senza volontà, la sua volontà è stabilita dalla massa, per lui la società è la base del suo pensiero, questo tipo d’uomo non farà mai nessun’azione che secondo lui può produrre la sua esclusione della società, e un uomo che pratica l’onestà non perché sia contrario a commettere un delitto ma per paura di essere punito dai pregiudizi sociali, questo uomo può essere pericoloso perché

è capace di

provocare la rovina di un amico se la società è contro di lui, e di adulare un nemico se la società lo acclama, questo tipo d’uomo ha sviluppato secondo Ingenieros quella che lui chiama “ l’anima della società”.

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L’uomo superiore.- questo tipo d’uomo ha sviluppato la sua personalità sopra la media, è il tipo d’uomo per cui l’esperienza non è un fatto sterile ma è la fonte della sua perfezione, è il precursore di nuove idee già che pensa in modo migliore rispetto agli altri uomini, è capace di creare i propri ideali, nell’uomo superiore si sviluppa quello che Ingenieros chiama “l’anima individuale”. Secondo Ingenieros ci sono molti uomini superiori in questo mondo, essi rappresentano potenzialmente dei geni, purtroppo molti rimangono anonimi dato che

non sono compresi nella società, un genio è

apprezzato se arriva nell’ora esatta per cui si dice che la genialità è una coincidenza, l’uomo straordinario ascende alla genialità se trova il clima propizio.

2.2.2- SUCCESSO e GLORIA

L’uomo mediocre cerca l’accettazione della società, gli applausi e il riconoscimento degli altri, quando gli trova comincia a sentirsi fiero di se stesso, gli altri devono vedere in lui la luce per farlo brillare, quando gli altri cominciano a valutare le sue capacità, l’uomo mediocre percepisce un tipo d’euforia interiore che Ingenieros definisce come l’ebbrezza dell’anima, quest’ebbrezza è effimera, si cancella con il passare del tempo, è un riconoscimento superficiale e breve che Ingenieros ha denominato come “il successo dei mediocri” Questa sensazione d’ebbrezza è pericolosa come un grande abisso perché artificiale ed è basata sulla vanità, il successo del mediocre è illusorio, si perde nel tempo, è condannato a sparire nell’oblio.

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C’è un altro tipo d’onore, un tipo d’onore che ha natura universale, che va aldilà di un determinato momento della storia e del tempo, un onore destinato a pochi uomini nella terra, a gli individui che hanno originato determinati cambiamenti in una nazione, in una religione, in una scienza, questo tipo d’onore che appartiene a pochi è definito da Ingenieros come: “La gloria degli individui” La gloria si basa sul merito individuale, non interessa l’opinione collettiva,

non è una sensazione effimera come il successo ma è

perpetua data che non trova la sua origine nelle opinioni altrui ma si basa sul merito di chi la porta, la gloria appartiene all’uomo superiore, non è un trionfo accidentale come il successo, è definitiva perché si basa sulla virtù.

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2.3.- LA SOCIETĂ La Società è un sistema costituito dagli esseri umani, questo sistema per Ingenieros ha molti difetti dato che sacrifica l’individualità dell’uomo in nome della società stessa, cosi vediamo che per Ingenieros, la società

è l’artefice principale della mediocrità degli

uomini. La maggioranza degli uomini cerca d’adattarsi alla società senza problemi, questa ricerca fa si che gli uomini perdano la propria identità in nome del sistema, lo spirito gregario annulla totalmente lo spirito individualista, l’uomo non vuole più essere riconosciuto per i suoi valori individuali ma si sacrifica in nome dell’integrazione alla società. La lotta per l’adattamento cancella la propria personalità, cosi nella società gli uomini media preferiscono sembrare piuttosto che essere, per l’uomo media è più importante quello che gli altri pensano di lui non quello che lui pensa di se stesso, per l’uomo mediocre, la società non è altro che come Ingenieros ha detto: ” la simulazione nella lotta per la vita” L’uomo superiore invece non cerca necessariamente d’essere parte attiva della società, egli studia la società, la conosce e se è possibile cerca di cambiarla, l’uomo superiore non cercherà mai d’ apparire per essere accettato in un sistema che lui stesso considera imperfetto. L’uomo inferiore, l’uomo mediocre e l’uomo superiore fanno parte della società, il primo è troppo istintivo per adattarsi al sistema, il secondo sacrifica se stesso in nome del sistema, il terzo invece è quello che la fa andare avanti, solo l’uomo superiore può aiutare lo sviluppo della società poiché non ha mai perso se stesso.

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Bibliografia sommaria •

Sulla Mente: J. Ingenieros, El hombre mediocre , Buenos AiresArgentina, Editorial Losada, 1961, pp. 10,11.



Sugli Ideali: J. Ingenieros, El hombre mediocre , Buenos AiresArgentina, Editorial Losada, 1961, pp. 9-33.



Sul Dogma: J. Ingenieros, Hacia una moral sin dogmas , Buenos AiresArgentina, Editorial Losada, 1947, pp. 11-169.



Sul Tipi d’uominini: J. Ingenieros, El hombre mediocre , Buenos AiresArgentina, Editorial Losada, 1961, pp. 37-152.



Sul successo e la gloria: J. Ingenieros, El hombre mediocre , Buenos Aires- Argentina, Editorial Losada, 1961, pp. 77-82.



Sulla Società: J. Ingenieros, La simulaciòn en la lucha por la vida , Buenos Aires- Argentina, Editorial Losada, 1968, pp. 13-41

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CAPITOLO

3

ANALISI CRITICA 3.1.- la figura del critico 3.2.- Metodi d’analisi critica. 3.3.- Il concreto universale

3.1.- LA FIGURA DEL CRITICO Il lavoro del critico letterario è molto impegnativo, il critico non è come la maggioranza dei lettori di un opera letteraria, il suo obbligo è di fare un’analisi che serva ad orientare i suoi lettori, non è un semplice dato statistico per misurare l’effetto che una determinata opera letteraria può provocare in un lettore, deve insegnare e spiegare il significato dell’opera ai suoi lettori. Il critico analizza e giudica il suo oggetto di studio, nel caso del critico letterario il suo oggetto d’analisi è molto complesso già che un opera letteraria non nasce in maniera accidentale, questa è prodotta dalle idee che ci sono all’interno di una mente, le cause della sua origine sono intellettuali perciò per il critico è necessario conoscere le intenzioni e le ragioni che hanno prodotto un determinato lavoro letterario.

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3.2. METODI D’ANALISI CRITICA. Tutte le opere letterarie constano di due dimensioni: la forma e il contenuto, per questo nella critica letteraria contemporanea ci sono metodi che partono dal carattere formale dei testi e altri che riguardano il rapporto del contenuto con la realtà esterna, tra queste due categorie ci sono numerosi intrecci per cui è difficile stabilire una classificazione rigorosa, tuttavia la maggioranza dei libri distingue come principali i seguenti orientamenti: a.- critica sociologica.- la critica sociologica ha come obbiettivo quello di stabilire i rapporti che esistono tra la letteratura e la società, questo tipo di critica ricollega le opere al loro contesto situazionale, per dimostrare i condizionamenti che subiscono dalle strutture sociali, o per evidenziare il modo in cui definiscono i caratteri della società a cui partecipano. Lo studio del rapporto esistente tra letteratura e società aveva già suscitato l’attenzione della critica ottocentesca, sia nel Romanticismo come nel positivismo, ma molti specialisti assicurano che i risultati più rilevanti della critica sociologica sono stati raggiunti nell’ambito del marxismo, che non si basava sull’osservazione neutrale dei fenomeni sociali, ma nella ricostruzione dei processi sociali nel loro carattere dinamico, in vista di una trasformazione rivoluzionaria della società. b.- critica psicoanalitica.- Questo tipo di critica letteraria, cerca di ricostruire la struttura psichica dell’autore, sia attraverso lo studio delle sue esperienze personali, sia attraverso lo studio della psicologia dei personaggi o attraverso l’interpretazione di segni, simboli, figure, oggetti che si trovano in una determinata opera per stabilire il loro legame con la realtà umana. Questo tipo di critica si fonda soprattutto

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sulla ricerca di due aspetti psicologici molto importanti, il primo è basato sulle intenzioni dell’autore che sono state relazionate con il conscio, il secondo sulle emozioni dell’autore che sono state relazionate con l’ inconscio, sebbene è certo che i metodi critici basati sulla psicoanalisi si presentano teoricamente molto interessanti, secondo gli studiosi della università di Kentucky un uso superficiale di questi, potrebbe produrre un errore nel risultato della critica, che vengono nominati come fallacia intenzionale e fallacia affettiva, a seconda si tratti del primo o del secondo aspetto. Per G. Ferroni uno degli apporti più importanti della critica psicoanalitica è stato dato dello stesso Freud, che ha dato le definizioni dei meccanismi e delle tecniche con cui l’inconscio si comunica in alcuni generi letterari e drammatici come per esempio: motto di spirito, la catarsi e la sublimazione. c.-critica strutturalista.- Ferdinand di Saussure, l’uomo alla cui indagine sugli aspetti sistematici e sulle strutture della comunicazione linguistica si fa risalire la nascita della linguistica strutturale, definiva il linguaggio come un strumento di comunicazione, un sistema di segni destinati a trasmettere il pensiero, ugualmente è considerato come sostanza fonica, d’origine psichico e sociale. L’analisi sassuriano, studia il rapporto d’opposizione che esiste tra il linguaggio creatore e libero dell’individuo, e il linguaggio fisso e normalizzato imposto dalla collettività; in altre parole tra parola e langue. Dalla

linguistica

strutturale,

si

sviluppa

lo

strutturalismo,

atteggiamento teorico e ideologico che si basa su un’opposizione tra struttura e storia, orienta la conoscenza verso l’organizzazione interna

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che regola gli equilibri e i rapporti tra gli oggetti; lo strutturalismo, il quale cerca di analizzare le strutture profonde degli oggetti, e le catene di relazione che esistono tra loro. La critica strutturale si poggia sullo strutturalismo, per il fattore dominante della sua attenzione e la struttura interna del testo, per cui secondo questo tipo d’analisi, una composizione letteraria, non è un’espressione personale dell’autore, ma una catena di rapporti formali. d.- critica formalistica.- Studia l’articolazione e la disposizione delle forme dei testi letterari, considerando i loro aspetti linguistici, stilistici, costruttivi, che erano stati definiti dai formalisti russi, i cui centri più attivi erano Il Circolo Linguistico di Mosca, fondata nel 1915, e la società dell’Opajaz di Pietroburgo, fondata nel 1916; i formalisti russi, nell’analisi dei testi poetici consideravano principalmente gli aspetti fonetici, ritmici e metrici, mentre

per i testi narrativi, studiavano

sopratutto le sue funzioni e i rispettivi procedimenti formali e tematici. La critica formalistica ha trovato il suo miglior momento negli anni sessanta; uno degli aspetti più importanti che questo orientamento critico presenta, è l’importanza che da ai valori formali, privilegiando gli equilibri strutturali interni dei testi rispetto a quelli storici, cioè gli aspetti sincronici da quelli diacronici. e.- critica semiologica / semiotica .- I termini semiotica e semiologia hanno una etimologia comune, risalgono dal greco semėion che vuol dire segno; vengono utilizzati per indicare l’articolarsi della significazione e della comunicazione, guardando tutti gli aspetti della cultura umana dal punto di vista dei sistemi costituiscono.

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e dei segni che li

Nella linguistica strutturale, Saussure, definisce il termine semiologia come la scienza che studia la vita dei segni nell’ambito della vita sociale, questa definizione fa si che il termine possa essere usato solo per indicare la materia di studio nel suo carattere scientifico. La semiotica logica, nata con

Charles Sanders Pierce e si è

sviluppata con Charles W. Morris, definisce l’uso dei segni come un’azione, un’influenza che sia, o coinvolga, una cooperazione di tre soggetti, come per esempio segno, oggetto e interpretante; il termine semiotica può essere usato per definire diversi campi di studi, come l’antropologia, la critica e l’estetica, nella letteratura ha aperto nuove prospettive sui metodi di ricerca che hanno condotto a quello che oggigiorno si conosce come critica semiotica o semiologica, che mostra il ruolo comunicativo della letteratura. f- critica linguistico - stilistica.- Pierre Guiraud definisce lo stile come il modo di scrivere proprio dell’ autore, di un genere o di un’epoca, e assicura che questa definizione è stata ereditata dall’antichità, questa maniera di scrivere costituiva nell’antichità, l’oggetto di studio della retorica, che si presenta come l’arte di persuadere attraverso il discorso e nello stesso tempo come la disciplina che studia, definisce e classifica, le forme del discorso persuasivo. Per molti studiosi la stilistica è una retorica moderna, sia come arte dell’espressione, che come disciplina che studia gli stili individuali, perciò il suo carattere di disciplina razionale, oggettiva e analitica, rivolta allo studio degli aspetti espressivi e affettivi del linguaggio, attraverso la quale è nata la critica linguistico – stilistica , che centra la sua attenzione sugli aspetti del linguaggio letterario che sono più specifici e individuali. Essa ha come compito la valutazione delle

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scelte che gli autori operano all’interno del codice linguistico e delle deviazioni che essi producono rispetto alla norma linguistica dominante. Uno dei rappresentanti principali della critica stilistica novecentesca è Leo Spitzer, chi pone al centro della sua analisi lo stile, che secondo la sua definizione, è il luogo in cui si trova lo spirito del suo creatore, il suo principio di coesione interna. g.- critica filologica o critica del testo.- la ecdotica(critica del testo ) è la disciplina che si occupa dell’edizione dei testi antichi e moderni, quando la ricerca si basa sullo studio di testimonianze scritte del passato, questa disciplina agisce insieme alla filologia, e alla linguistica storica per costituire la critica filologica. Il lavoro del filologo testuale consiste nel rendere accessibile, un testo antico

ai lettori in generale, questo lavoro coinvolge la

conoscenza di discipline specifiche come la paleografia, la codicologia e la diplomatica. Il compito principale della critica filologica è quello di fornire l’edizione critica di un’opera, in questo processo il filologo può trovare tre possibilità: a.- Esiste l’originale autografo dell’opera, in testimonianza unica o assieme ad altri manoscritti che ne sono copia. b.- l’opera è tramandata da un’unica testimonianza che però è una copia dell’ originale. c.- l’opera è trasmessa da due o più testimoni che sono copie dirette o indirette dell’originale.

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Nel caso della probabilità (a) il filologo testuale si limiterà a fare l’edizione diplomatica, in pratica una fedele trascrizione in caratteri tipografici moderni del testo manoscritto( nella scrittura medievale non esisteva distinzione grafica tra la vocale u e la consonante v, non esistono segni diacritici, le parole a volte non vengono separate nello stesso modo che si fa nell’uso moderno), e l’edizione interpretativa che comporta la trascrizione dell’opera secondo i criteri moderni: la distinzione tra la v e la u, l’inserimento dei segni diacritici, la separazione delle parole secondo il criterio moderno. Nel caso (b) il compito del filologo critico è quello di stabilire gli errori che il suo autore non avrebbe fatto mai, fare la correzione di questi errori per offrire cosi una versione più vicina all’originale, nel caso in cui il testo presenta una parte illeggibile è che per il filologo sia impossibile proporre una soluzione, il suo compito

si riduce

a

segnalare che il testo è guasto in quella parte. Il caso (c) che è il più frequente, presenta molte più difficoltà per il filologo critico, che deve valutare l’affidabilità dei testimoni, quindi è necessario il confronto (collazione) tra i testimoni, attraverso la collazione, il critico può classificare i testimoni secondo gli errori comuni, il critico deve avere la capacità di stabilire se questi errori sono poligenetici o congiuntivi.

Gli errori congiuntivi sono

quelli che

permettono di stabilire la genealogia dei testimoni, la genealogia degli errori viene chiamata lo stemma codicum, che è rappresentato da un diagramma ad albero. Nel caso in cui lo stemma codicum presenta come capostipite un testimone che è

diverso dall’originale ma che di tutti i testimoni

presenti è il più vicino all’originale viene chiamato archetipo. Quando

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attraverso la genealogia delle testimonianze, il filologo testuale riesce a fare una ricostruzione dell’originale o il capostipite dello stemma codicum presenta le caratteristiche dell’originale può essere considerato autentico. Dopo il processo di ricostruzione dello stemma codicum, dell’edizione diplomatica, dell’edizione interpretativa, il filologo arriva al risultato finale che è il testo critico o edizione critica. h.- critica mitica o archetipica o simbolica.- questo tipo di critica, studia i testi, individuando la presenza di forme mitiche, di archetipi e simboli, spiegandoli in rapporto ai caratteri dell’immaginario collettivo. Con il termine mito si designa la narrativa che si propone di spiegare e raccontare, in base a terminologia sopranaturale, le cause del perché il mondo è com’è. Anche i miti nascono per spiegare il senso di determinati rituali, il cui significato originale è stato dimenticato, o possono essere anche racconti popolari basati sulla fantasia e che con il passare del tempo hanno preso dimensioni mitiche. Quando un mito ha caratteristiche collettiva,

comuni

ad

ogni

presenti nella sensibilità

esperienza

umana,

generalmente

rappresentati da simboli collettivi al di sopra della storia, ricavati dal mondo della natura, come la terra, il sole, ecc; abbiamo quello che i critici chiamano archetipo, questo termine è stato preso dal linguaggio dello psicoanalista Carl Gustav Jung. i.- critica ermeneutica.- la teoria della interpretazione o ermeneutica è la disciplina che si basa soprattutto nella ricerca dei significati profondi dei testi, specialmente quelli di natura ermetica o religiosa, è una teoria che cerca d’interpretare i segni non immediatamente manifesti; la ermeneutica letteraria o critica ermeneutica, cerca di comprendere il

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modo in cui l’interpretazione dei testi ha avuto nello svolgersi della tradizione. j.-la nostra proposta.- i diversi metodi d’analisi letterario, in fondo presentano lo stesso obiettivo, cioè quello di scoprire il vero significato dei testi, per questo motivo sono state sviluppate diverse tendenze; la nostra proposta non è una vera proposta creativa o inventiva, ma si basa su una riflessione teorica che abbiamo ottenuto dopo avere analizzato le diverse opere di Josė Ingenieros, innanzitutto quelle di carattere filosofico, psicologico, antropologico e sociologico. Le sue opere si appoggiano nell’osservazione delle forme della vita personale e collettiva, la nostra proposta che si costruisce principalmente di tre elementi rappresentati dalla mente, dall’individuo e dalla società, si presenta come un orientamento di analisi che considera allo stesso tempo il mondo dell’autore e il mondo dei lettori, il microcosmo e il macrocosmo, l’individuale e il collettivo, il concreto e l’universale.

29

3.3 IL CONCRETO-UNIVERSALE Un opera letteraria appartiene al suo autore, in essa si trovano, le sue idee, le sue parole, è parte della sua capacità creativa, l’autore scrive una determinata opera per ragioni che solamente lui conosce, le tracce dell’autore nell’opera danno a questa le sue caratteristiche individuali per questo i critici definiscono un’opera come un ente concreto o individuale, però esiste un altro aspetto dell’opera letteraria che è molto importante. Essa è destinata ai lettori, che costituiscono una massa che riunisce dentro di se la più profonda diversità, perciò i critici definiscono l’opera letteraria come un ente universale che ha dentro di se l’individuale e il generale, il proprio e il comune, il privato e il pubblico, appartiene ad uno e a tutti, è il concreto e l’universale.

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Bibliografia sommaria •

Sulla figura del critico: G. Ferroni, Profilo storico della letteratura italiana, Milano, Einaudi Scuola, 1992, pp. XX-XXI; W. K. Wimsatt, Jr, The Verbal Icon, lexington, kentucky, University of Kentucky Press, 1954, pp. xvi – xviii, 3-5, 29, 34.



Sugli orientamenti della critica letteraria: G. Ferroni, Profilo storico della letteratura italiana, Milano, Einaudi Scuola, 1992, pp. VII – LVII, 319 -321, 464, 1039 -1043



Sulla critica sociologica: G. Ferroni, Profilo storico della letteratura italiana, Milano, Einaudi Scuola, 1992, pp. 943 - 1040



Sulla critica psicoanalitica: G. Ferroni, Profilo storico della letteratura italiana, Milano, Einaudi Scuola, 1992, pp. 941-943, 945, 1041.



Sulla Fallacia intenzionale: W. K. Wimsatt, Jr, The Verbal Icon, lexington, kentucky, University of Kentucky Press, 1954, pp. 3-18.



Sulla Fallacia Affettiva: W. K. Wimsatt, Jr, The Verbal Icon, lexington, kentucky, University of Kentucky Press, 1954, pp. 21-39.



Sulla critica formalistica: G. Ferroni, Profilo storico della letteratura italiana, Milano, Einaudi Scuola, 1992, pp. 875



Sulla critica semiologica: G. Ferroni, Profilo storico della letteratura italiana, Milano, Einaudi Scuola, 1992, pp. 753, 1037, 1040,1151-1152.



Sulla semiotica logica: G. Berruto, La Semantica, Bologna, Zanichelli Editore S.p.A. 1988, pp. 3-4



Sulla critica linguistico – stilistica: P. Guiraud, La Stylistique, tr. sp. di Marta G. de Torres Agűero, Buenos Aires, Editorial Nova, 1960, pp. 928, 51-74, 117-119.



Su Leo Spitzer: P. Guiraud, La Stylistique, tr. sp. di Marta G. de Torres Agűero, Buenos Aires, Editorial Nova, 1960, pp. 81-90.



Sulla critica Filologica o critica del testo: L. Renzi – A. Andreose, Manuale di linguistica e filologia romanza, Bologna, Il Mulino, 2003, pp. 267- 291.

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Sulla critica mitica, archetipica o simbolica: A cura di Armando Gnisci, Introduzione alla letteratura comparata, Rocca s. Casciano, Bruno Mondadori, 1999, pp. 51-82; M.H. Abrams, The norton Anthology of English Literature, New York – London, W.W. Norton & Company, 1193, pp. 2569



Sulla critica ermeneutica: G. Ferroni, Profilo storico della letteratura italiana, Milano, Einaudi Scuola, 1992, pp. XIV



Sul Concreto universale: W. K. Wimsatt, Jr, The Verbal Icon, lexington, kentucky, University of Kentucky Press, 1954, pp.69- 83

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CAPITOLO

4

ELEGIA A LA MUERTE DE ATAHUALPA 4.1.- Profilo storico - politico 4.2.- Analisi del contenuto 4.2.1.- Mente 4.2.2.- Individuo 4.2.3.- Società 4.3.- Elegia a la muerte de Atahualpa

Quando abbiamo iniziato a scrivere questa tesi, ci siamo proposti di dimostrare come attraverso il rapporto “mente individuo - società” presenti nelle opere dell’argentino Josè Ingenieros, sia possibile realizzare un’analisi critico completo delle opere letterarie, perciò in questo capitolo vogliamo offrire un esempio d’analisi critica in base alla nostra proposta.

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4.1.- Profilo storico - politico. L’opera che abbiamo preso in considerazione per quest’analisi, è un’opera non molto conosciuta a livello mondiale, che costituisce però una delle opere di maggiore importanza nello studio della letteratura ecuadoriana, si tratta di una composizione poetica di genero lirico in cui la voce si lamenta della morte del suo imperatore, della perdita d’identità del suo popolo e del periodo d’oscurità che arriverà dopo di questo. La composizione di cui ci occuperemo in questo capitolo, data dalla seconda metà del 1500, costituisce una fonte storiografica primaria per le persone che siano interessate al periodo della conquista spagnola in America, questa composizione che originalmente è titolata “Atahualpa Huanui” è una fonte filo incaica perciò serve come controparte alle fonti conosciute a livello mondiale che sono nella maggioranza filo spagnole, questa composizione ci descrive la caduta di un impero, per questo presenta un tono molto nostalgico. Come abbiamo detto, l’opera si intitola “Atahualpa huanui”, composta in lingua quichua, è stata trasmessa in forma orale attraverso la tradizione indiana dell’Ecuador, fino al secolo XIX era stata ignorata dalla letteratura scolastica ecuadoriana. L’educazione in Ecuador è principalmente influenzata dalla chiesa cattolica, non perché non ci sia libertà di culto, già che in Ecuador l’educazione statale è ufficialmente laica, ma perché la casa editrice più importante a livello scolastico appartiene ad una comunità cattolica. Per il cattolicesimo, la conquista dell’America è vista come un fatto positivo, non solo perché è stata giustificata dal papa Alessandro VI, ma anche perché la presenza della chiesa cattolica fu molto forte nel periodo coloniale. L’America ha

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costituito una fonte d’aumento patrimoniale non solo per le corone spagnole, portoghesi e inglesi, ma anche perché è stata una giustificazione dell’aumento del patrimonio della chiesa di quel periodo che in realtà non s’interessava tanto alla teologia come all’economia. La chiesa cattolica ha in maniera soggettiva eliminato la maggioranza delle fonti indiane, ha cercato di cambiare le radici religiose di questi popoli con l’accusa d’idolatria e ignoranza e in questo modo è diventato più difficile il lavoro degli studiosi che dovevano ricostruire la tradizione di questi popoli. L’Atahualpa Huanui arriva a noi grazie alle ricerche dello scrittore e storiografo Juan Leon Mera, studioso delle tradizioni ecuadoriane e conoscitore della lingua quichua ci fa sapere dell’esistenza di questa composizione nel suo libro “Ojeada Historico Critica De La Poesia Ecuatoriana, Desde Sus tiempos măs remotos, hasta nuestros dias” questa composizione rimase nell’anonimato finché un indiano la recitò al cuencano Luis Cordero, che la trovò interessante, la tradusse e la condivise con il suo amico Leon Mera. Sull’autore del poema, in realtà non abbiamo dati precisi, inizialmente era stato assegnato a Jacinto Collahuazo, che è l’autore di “Historia de las guerras entre Atahualpa y Huascar” quest’ipotesi è sbagliata perché sebbene è certo che Collahuazo aveva scritto su Atahualpa ( l’imperatore a chi piange la voce), è anche vero che lui lo ha fatto come storiografo e non come poeta, inoltre le opere storiografiche di Collahuazo sono state bruciate nel secolo XVIII a causa della censura; una seconda teoria attribuisce il poema a un tale cacique de Alangasi, una terza teoria proposta per Regina Harrison, professoressa di letterature comparate all’ università di Maryland e

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autrice del libro” Entre el tronar epico y el canto elegiaco” mette in scena la possibilità che l’autore della elegia sia stata una donna, per noi tutte e tre ipotesi sembrano troppo forzate, gia che come abbiamo detto la composizione è stata trasmessa attraverso una tradizione orale, per cui preferiamo definirla come una composizione d’ autore anonimo. La composizione ci racconta due fatti molto importanti a livello storico: la colonizzazione delle terre americane, e la morte dell’ultimo imperatore incaico. Atahualpa fu l’ultimo imperatore degli Incas, il suo nome voleva dire “dolcezza virile” guerriero e statista, figlio di Huayna Capac (imperatore incaico) e della principessa Tupac Paclla(regno di Quito) già da piccolo dimostrava abilità come guerriero e intelligenza come governante per quest’Huayna Capac prima di morire divide l’impero tra lui e Huascar, che era il figlio legittimo di Huayna Capac, inizialmente tra i due fratelli non ci sono stati problemi, entrambi realizzavano scambi commerciali utili per l’uno e l’altro regno, finché intorno al 1532, il popolo caňari che era stato sempre un alleato del regno de Quito decide di passare alla parte dell’impero che considerava più forte e così invece di avere rapporti commerciali con Atahualpa, i caňari preferivano avere rapporti con Huascar. Iniziarono cosi una serie di problemi tra i due imperi, Huascar cerca di entrare in possesso della parte settentrionale dell’impero che gli spettava in quanto figlio legittimo.

Atahualpa difende i suoi territori che ereditava per via

materna, già che la parte settentrionale dell’impero corrispondeva a quello che in precedenza era il regno de Quito. Queste polemiche diedero luogo alla guerra civile, che finisce con l’imprigionamento di Huascar e l’unificazione dell’impero a favore d’Atahualpa. Questo

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evento coincide con l’arrivo dei conquistatori spagnoli che avevano come leader

Francisco Pizarro che arriva al territorio attualmente

chiamato Perú nel novembre di 1532. Per Pizarro è stato un vantaggio trovare l’impero in queste condizioni, così invia uno dei suoi uomini a fare un’intervista con l’imperatore, questo emissario era il prete Valverde, il quale chiede all’imperatore di accettare, con massimi poteri, nella sua terra Carlo V e il Papa Alessandro VI. Atahualpa si rifiuta e fu imprigionato, la sua cattura fu la chiave per la conquista dell’impero ormai unificato. Viene processato e nel giudizio accusato d’idolatria, assassinio e tradimento; nel frattempo il popolo incaico che non voleva rimanere senza guida offre un riscatto piuttosto generoso in oro, Pizarro accettò l’oro ma non fa tornare il loro re, il processo continua, Pizarro decide che l’imperatore sia condannato al rogo però se accettava il battesimo la sua pena sarebbe più mite, cosi Atahualpa accettò il battesimo è

fu chiamato Juan, lo condannano a morire

attraverso la garrotta, strumento di tortura che si usava in Spagna per le esecuzioni capitali, costituito da un anello metallico che era stretto progressivamente intorno al collo del condannato fino a provocarne la morte, Atahualpa muore il 29 agosto di 1532.

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4.2 . Analisi del contenuto . La traduzione s’intitola “Elegia a la muerte de Atahualpa”, non presenta una forma metrica fissa, e presenta alcuni cambiamenti rispetto all’originale. Questi cercano di presentare la composizione adatta alla fonetica spagnola, cosi

mentre l’opera

inizia con la

presenza del gufo vecchio (viejo carabo) “ruccu cuscumbu”, la traduzione inizia con la presenza dell’albero corpulento in cui si trova il gufo vecchio, un altro cambiamento che in ogni caso pensiamo sia importante è che mentre nell’opera originale la voce paragona gli invasori con il puma nella traduzione vengono paragonati al leone. La composizione a livello formale, presenta caratteristiche molto interessanti, inizialmente il parallelismo d’opposizione tra il gufo e la tortora sembra rappresentare strade molto diverse, la notte e il giorno, l’agonia e la nascita, la vecchiaia e la gioventù, però questi due esseri che sembrano cosi opposti in apparenza s’incrociano repentinamente, il carabo non è più da solo, la tortora è con lui, la tortora compartisce la stessa pena che affligge al carabo, i due uccelli fanno d’introduzione alla voce che racconta gli eventi che le hanno tolto l’allegria, per la voce, la sua terra non e più sua non le appartiene più, è consapevole del momento in cui ha perso la sua terra però questo momento e per lei nuvoloso come la nebbia, la voce sembra avere perso le speranze, suo padre , e il padre del suo popolo è stato ucciso, il presente non gli è grato, ma repentinamente la fede torna nella voce convinta che suo padre Inca si trova in una dimensione ultraterrena e che di là sente il pianto dei suoi orfani. Essa agonizza nel ripensare all’ avversità che ha sofferto, però allo stesso tempo questo dolore è una sensazione che gli permette di ricordare la vita.

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4.2.1.- MenteLa mente si trova in uno stato di solitudine che le ha tolto la voglia di ridere, analizza la situazione presente per cercare le cause che ci sono all’origine del suo pianto e scopre che queste si trovano nella perdita d’identità della sua patria. Cosi comincia a ricostruire i fatti e crede che il presente sia il risultato di un evento passato che la voce non riesce a vedere con chiarezza, essa più che una visione ci descrive una sensazione, che si relaziona con la presenza di estranei nella sua terra, con la loro cupidigia, con l’assassinio del loro imperatore. Le immagini non sono descritte con esattezza però gli estranei sono relazionati con diversi animali predatori, la voce proclama la sua solitudine e la sua tristezza quando racconta questo evento, ma dopo pensa alla figura dell’inca, chiama agli altri orfani, gli invita a mettere insieme il loro dolore che diventa una forza che le dà la possibilità di comunicare con il padre Inca, e per mezzo di tale forza l’inca può sentire e l’armonia può tornare; la voce appartiene a una mente idealista, però è un tipo d’idealismo romantico, si basa sul rifiuto della realtà che sembra caotica e crea una realtà aldilà delle catene dove può comunicare con il padre Inca. La voce ha fede nel suo ideale che è rappresentato dalla vita stessa.

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4.2.2.- L’individuo.La voce corrisponde senza ombra di dubbio alla categoria degli uomini superiori, il suo discorso ha un tono triste ma degno, la voce rispetta il suo popolo, sebbene sia stata ridotta alla servitù, ( questo è un fatto che non si può negare già che i conquistatori prendevano come servi tutti gli aborigeni senza considerare la loro condizione sociale nell’impero caduto), la voce si conserva mentalmente libera,

non

accetta di essere oltraggiata dagli invasori che considera inferiori perché ladri, l’atteggiamento di questa voce non è l’atteggiamento comune che si trovava negli indigeni, questi accettarono senza opporsi le regole imposte dai conquistatori così cambiarono la loro lingua, la loro religione, la loro organizzazione sociale. La maggioranza dei popoli aborigeni del continente americano era contraria a qualsiasi tipo di tentativo nella ricerca della libertà, (infatti, i primi movimenti con aspirazioni d’indipendenza sono stati prodotti dai creoli che erano gli spagnoli nati in america). Questa voce ha una virtù, la sua anima è libera, la sua dignità è grande, va aldilà delle catene, è un uomo superiore che conserva il rispetto delle sue radici, e soprattutto il rispetto di se stesso.

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4.2.3.- La società.-

La società incaica era una società teocentrica, Il Dio creatore chiamato Viracocha si incontrava nel centro, intorno a lui girava Inti, il dio sole, che nella terra veniva rappresentato dall’imperatore, è per questo che quando la voce parla della uccisione del padre inca “ Al venerado padre Inca/ le dieron muerte fatal” , paragona questa con il

tramonto del sole “ y el sol entrando en ocaso” secondo l’articolazione della società incaica la morte dell’ inca crea un vuoto comunicativo tra la terra e le divinità, questo vuoto viene rappresentato da manifestazioni naturali come il tuono Reventaba el trueno entonces, e la grandine

granizo caía asaz che sono un’anteprima del tramonto del

sole. La società incaica credeva nella vita aldilà della morte, l’inca discendente del sole, attraverso la sua morte è tornato alla sua origine, l’inca ha lasciato questa terra, però vive ancora,

in un’atmosfera

ultraterrena “ y vos inca padre mio / que el alto mundo habitàis” , per questo la voce invita tutti gli orfani a unire il loro dolore, già che attraverso questo lamento comune, riusciranno a comunicare con il loro padre, che si

trova

in

un'altra

41

dimensione.

4.3.- Elegia a la muerte de Atahualpa. TAHUAPA HUAÑUI ELEGIA A LA MUERTE DE ATAHUALPA

(Versión Luis Cordero

Rucu

cuscungu

En

Jatum

pacaipi

un

un

corpulento

viejo

guabo

cárabo

está

Huañui huacaihuan

con el lloro de los muertos

Huacacurcami

llorando

en

la

soledad

Urpi

huahuapas

y

la

tierna

tortolilla,

Janac

yurapi

en

otro

árbol

Llaqui

llaquilla

más

lamentando

allá,

tristemente

Huacacurcami

le acompaña en su pesar.

Puyu puyulla

"Como niebla vi los blancos

uiracuchami

en

curita nishpa

y oro más oro queriendo

Jundarircami.

se aumentaban más y más.

Inca

Al

yayata

muchedumbre

venerado

Jupicuchishpa

con

Siripayashpa

cogiéronle,

Huañuchircami

le

Puma

shunguhuan,

¡Corazón

Atuc

maquihuan

Llamata

una

shina

como

y de

de a

padre astucia

dieron

manos

llegar

ya

Inca falaz rendido

muerte

fatal.

león

cruel,

lobo

voraz,

indefenso

cordero

Tucuchircami

le

acabasteis

sin

Runduc urmashpa

Reventaba el trueno entonces

Illapantashpa

granizo

Inti yaicushpa

y el sol entrando en ocaso

Tutayarcami

reinaba

42

caía

piedad!

la

asaz oscuridad

Amauta

cuna

Al

mirar

los

sacerdotes

espantosa

maldad

Mancharichuspa

tan

Causac runahuan

con los hombres que aún vivían

Pamparircami

se

enterraron

de

pesar

Imashinata

¿Y por qué no he de sentir?

Mana llaquisha

¿Y por qué no he de llorar

Ñuca

llactapi

si

Shucta

ricushpa

en

Turi

cunalla

solamente mi

¡Ay

tierra

venid

extranjeros habitan

hermanos

míos, pesar

Tandanacuchun

juntemos

nuestro

Yahuar

y

llano

pampani

en

ese

de

Huacanacushum

lloremos

nuestra

Inca

y

inca

yayalla

vos

ya?

sangre orfandad

padre

mío

Yanac pachapi

que el alto mundo habitáis

Ñuca

estas

llaquilla

Ricungui Caita

yari

yuyashpa

no

olvidéis

¡Ay!

No

Mana

huañuri

tan

Shungu

llugshishpa

¡Y

Causaricuni

lágrimas

de

duelo

allá

jamás

muero

funesta vivo

cuando

mi corazón el pesar!

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recordando adversidad desgarra

Bibliografia sommaria •

Sulla conquista: A. Giardina -G.Sabbatucci – V.Vidotto, Manuale di Storia 2. Età Moderna, Roma- Bari, Editori Laterza, 1999, pp. 1 - 35.



Sugli Incas: J. Velasco, Historia del Reino de Quito, Caracas, Editorial Ayacucho, 1968, pp. 13 –41; A. Veiravè, Literatura Hispanoamericana y Argentina, Buenos Aires, Editorial Karpelusz, 1973, pp.28-30.



Sull’Elegia a la muerte de Atahualpa: G. Viňamagua, revista Arte cultura storico della letteratura italiana, Quito-Ecuador, aňo 6 n 145, 2002



Sulla religione e società incaica: N. Wachtel, Revista Quinto Sol, numero 1422, 10 de octubre del 2001, La Paz- Bolivia, numero 1422, 10 de octubre del 2001

44

CONCLUSIONI Lo studio dei diversi metodi d’analisi critico, ci porta ad un obiettivo generale: La ricerca dell’essenza del testo. La quale rappresenta un’ attività di natura molto complessa che a volte diventa un vero e proprio labirinto. Ci sono metodi che partono dal carattere formale dei testi e altri metodi che riguardano il rapporto del contenuto con la realtà esterna. La nostra proposta sì fondamenta sull’osservazione, attraverso le discipline che conoscono di più l’uomo: la psichiatria, l’antropologia filosofica e la sociologia. Queste discipline

prendono in considerazione soprattutto tre

elementi: la mente, l’individuo e la società, questi elementi costituiscono un punto di partenza molto preciso per il critico letterario, così attraverso un’analisi induttiva che abbia al suo vertice costoro, realizzerà un vero processo d’analisi logico. Il compito di un critico letterario, consiste nell’orientare i lettori comuni, le sue opinioni non possono essere basati sul caso, un critico deve improntare la sua opinione sulla ragione, una critica tridimensionale, che si costruisce in base alla mente, all’individuo e alla società, non può essere incompleta perché alla sua base ci sarà sempre la luce della scienza.

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GLOSSARIO: • ANTROPOLOGIA: L’Antropologia è la disciplina che studia all’uomo, questa se divide a sua volta in: Antropologia fisica che studia l’uomo nei suoi aspetti fisico - organici, Antropologia culturale che studia le caratteristiche culturali dei vari gruppi, Antropologia criminale che studia i tratti somatici e le anomalie fisiche e psichiche che caratterizzano i criminali e Antropologia filosofica che studia la descrizione dei tratti essenziali che definiscono la vita e il comportamento umano. •

ARCHETIPO:In

filologia:

manoscritto non conservato da cui

derivano tutti quelli conservati e che è ricostruibile dal loro confronto, In critica mitica: le immagini, i simboli, i contenuti primordiali e universali comuni a tutti gli individui •

COLLAZIONE:

In filologia:

confronto sistematico di tutti i

testimoni di un testo con un testimone base, allo scopo di farne l’edizione critica •

CREOLO:

nell’epoca coloniale, si chiamava cosi al figlio di

spagnoli, nato in america. •

DOGMA:

opinione immutabile e non perfettibile imposta agli

uomini per un’autorità anteriore alla sua esperienza •

ECDOTICA:l’insieme

di metodi e tecniche che presiedono

all’edizione critica di un testo. • ELEGIA: composizione lirica nel cui si lamenta la morte di una persona o un altro tipo di disgrazia, non ha una forma metrica fissa.

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• ERMENEUTICA:teoria e tecnica dell’interpretazione dei testi, specialmente quelli cui è attribuita autorità religiosa. •

FILOLOGIA:disciplina

che studia i documenti linguistici e letterari

di una determinata cultura o di una particolare civiltà. •

FORMALISMO.-

movimento critico letterario, di origine russo, la

cui ricerca si orientava sull’insieme delle caratteristiche formali che fanno di un testo un’ opera letteraria. • IDEALE:inerente alla idea considerata come modello di perfezione. • INCA: parola d’origine quichua che significa figlio del sole •

MENTE:l’insieme

delle facoltà intelletive che permettono

all’uomo di conoscere la realtà, e di creare attraverso di questa • PSICHIATRIA:branca della medicina che ha per oggetto la diagnosi, la terapia e le prevenzione delle malattie mentali. PSICHIATRIA SOCIALE:

studio dei rapporti che intercorrono tra la

salute mentale e i fattori socioculturali • PSICOANALISI:Disciplina fondata da S. Freud sia come psicologia generale dell’attivita mentale normale e patologica, sia come forma di psicoterapia volta soprattutto a interpretare i processi inconsci attraverso l’analisi delle libere associazioni prodotte dal paziente e del rapporto di transfert che si istaura tra questi e l’analista. • PSICOLOGIA:scienza che studia i fenomeni della vita affettiva e mentale dell’uomo. •

SEMIOLOGIA/SEMIOTICA:La

scienza generale dei segni, linguisici

e non linguistici, per mezzo dei quali avviene la comunicazione.

47



SIMBOLO:oggetto,

individuo o altra cosa concreta che può

sintetizzare ed evocare una realtà più vasta o un’entità astratta. •

SOCIETÀ:gruppo

più o meno ampio di più uomini uniti da

tradizioni, convenzioni, usi e costumi comuni, considerati in rapporto a un territorio o a un’ epoca. •

SOCIOLOGIA:Scienza

che studia i fenomeni sociali nei loro

rapporti con le strutture concrete in cui si organizza un determinato

corpo

sociale,

raccogliendo,

esaminando

e

interpretando i dati mediante particolari tecniche. •

STILISTICA:

studio storico -critico delle forme stilistiche proprie

di uno scrittore o di una determinata epoca o scuola. •

STRUTTURALISMO:LINGUISTICA

STRUTTURALE:termine

complessivo con cui si indicavano varie scuole del pensiero linguistico novecentesco che si ispierano all’opera del linguista svizzero ferdinand de saussure e che considerano le lingue come sistemi

di

elementi

interagenti

STRUTTURALISMO (IN GENERALE): indirizzo

e

interdependenti,

filosofico, scientifico

e critico- letterario che ha estesso alle scienze umane le teorie dello struturalismo linguistico, contrapponendo ai principi e ai criteri storicistici un metodo di indagine volto a individuare realzioni costanti e sistematiche tra i fenomeni.

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