Ipotesi Su Maria

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“Osservato sotto il profilo storico, il culto di Maria offre una vista, con cui si abbraccia tutta la miseria dell'umanità. È una storia della superstizione più infantile, delle più temerarie falsificazioni, dei distorcimenti, delle interpretazioni capziose, delle fantasie e dei trucchi, cuciti insieme dalla miseria e dai bisogni umani, dall'astuzia gesuitica e dalla volontà di potere della Chiesa; uno spettacolo parimenti adatto a suscitar riso e pianto: l'autentica commedia divina” (Arthur Drews, “Die Marienmythe”). La generazione di una divinità da una vergine era ben nota già in Egitto, a Babilonia, in India, in Persia, in Grecia, a Roma. Questo miracolo è un vero mostro biologico ed il fatto che abbia tanto credito e seguito mostra il livello di credulità dell'uomo ed il suo amore per l'orrido ed il biologicamente straordinario. Già 3000 anni avanti Cristo, Amon-Rê, il dio egiziano del Sole, assumeva le sembianze del re per accoppiarsi con sua moglie dalla quale ebbe un figlio che avrebbe salvato il mondo. Nel 2850 avanti Cristo, a Babilonia, il re Sargon di Akkad, per farsi passare come Dio, millantava di essere nato da una madre vergine. In India, Buddha era ritenuto figlio della regina vergine Maya. In Persia, Zarathustra fu venerato come figlio di una vergine. Una leggenda sulla verginità riguarda anche Platone. Anch'egli era ritenuto figlio di una vergine. Poiché quasi tutti gli dei dell'antichità nascevano da vergini, pareva impossibile non prevedere una nascita analoga per Gesù, cosa che regolarmente fece la Patristica (Sant'Agostino, “Civ. Dei”. 12,24; 12,27; 17,6; ...). Il filosofo ebreo Filone (20 a.C. - 50 d.C.), che ebbe grande influenza sul Cristianesimo nascente, narra di quattro donne della storia biblica che ebbero il dono di generare nella verginità: Sara, Rebecca, Lea e Zippora. La storia di Zippora è la più vicina a quella di Maria. Mosè la trovò incinta, ma non ad opera di uomo mortale. Si trattava di una concezione ebraico-ellenistica che naturalmente fu adattata ed adottata dai cristiani. Ma il vero modello della nascita di Gesù da una vergine fu Iside. La dea più rinomata d'Egitto, già verso la metà del 2° millennio avanti Cristo, aveva inglobato in sé ogni culto di altre divinità femminili. Dal VI secolo al IV secolo a.C. la sua influenza si estese nel mondo greco, in Asia Minore, ad Atene, in Sicilia, a Pompei ed a Roma dove in breve tempo conquistò i ceti più ricchi della città (in: Tiberio, Tacito, Svetonio, Flavio Giuseppe). La sua massima espansione in Occidente si ebbe nel II secolo a.C. La religione di Iside aveva tutte quelle cose che poi saranno del Cristianesimo: rivelazione, sacre scritture, tradizione, organizzazione ecclesiale, gerarchia interna; si recitavano litanie, si tenevano processioni, digiuni, devozione particolare, esercizi spirituali, non esistevano differenze sociali, nazionali o di razza. Iside, da cui promanava la medesima serenità come poi da Maria, è piena di grazia materna e di misericordia, promette aiuto e dispensa consolazione, e le preghiere a lei dedicate, assai simili a quelle per Maria, testimoniano d'una fede ardente. Invocavano in ogni caso di bisogno la Madre di Dio soprattutto donne e fanciulle, ed essa procurava salvezza anche in occasioni le più disperate, guarendo ciechi e paralitici e restituendo la salute a chi era già stato abbandonato dai medici. La grande riconoscenza dei fedeli è attestata da epigrafi, tavole, ex voto, amuleti e doni votivi di ogni genere. Assai prima di Maria, la madonna pagana veniva venerata quale «signora amorevole», «madre misericordiosa», «dea assisa in trono», «regina dei cieli», «regina dei mari», «dispensatrice di grazie», «immacolata», «sancta regina». Iside - si pensi all'inno cattolico «Maria, regina di maggio» - era «la madre dell'erba verdeggiante e della fioritura» già in epoca egizia. Come si celebrava Iside quale «signora della guerra», così ben presto venne festeggiata Maria, quale protettrice delle guerre. La madre di Gesù divenne la «madre del dolore» come già Iside era stata “mater dolorosa”. E inoltre, l'idea della mater dolorosa del Redentore, la quale piange il figlio defunto, era da tempo immemorabile corrente nella mitologia pagana. Come Maria, anche Iside partorì Vergine e in viaggio; altri figli di vergini vennero spesso al mondo durante una fuga o un viaggio, come pure il consorte della vergine-madre fu spesso un falegname o, più genericamente, un artigiano.

Anche Iside tiene in braccio il figlio divino - in questo caso Harpocrate (la forma grecizzata dell'egiziano Harpe-chrot), detto anche Horus - o gli porge il seno. Queste statuine col lattante erano assai diffuse e nell'Egitto del tempo erano oggetto di produzione quasi industriale (notiamo di passaggio che dall'Egitto la Chiesa trasse, ad esempio, anche la venerazione di reliquie, la tonsura, l'uso dell'acqua santa, dell'aspersorio ecc.). Harpocrate fu chiamato quasi sempre figlio di Iside, non di Osiride, come Gesù viene perlopiù definito figlio di Maria, non di Giuseppe. Già nell'antico Egitto, Iside portava il titolo di «Madre di Dio», com'è spesso attestato in lingua egizia, appellativo gradualmente trasferito a Maria dal III secolo in poi, significativamente dapprima proprio in Egitto, da Origene; nel IV secolo poi tale definizione cominciò a diventare usuale anche altrove. E nel secolo V, dopo una interminabile polemica dottrinale e dogmatica, il titolo di Iside di «Madre di Dio» (deipara, theotokos) passò definitivamente alla madre di Gesù nel Concilio di Efeso del 431. Alla definizione del dogma della maternità divina di Maria proprio in Efeso dovette aver contribuito anche il fatto che la città era un centro assai popolare del culto di Iside e sede centrale della dea-madre pagana Artemide, la quale, degnata da Giove dell'eterna verginità, veniva chiamata «colei che ascolta le preghiere» e «salvatrice», e il mese di maggio, come poi nel culto mariano, avevano luogo particolari festeggiamenti in suo onore. Anche le immagini dell'Artemide Efesina cadute dal cielo passeranno alla Chiesa nella fede nelle immagini di Maria anch'esse cadute dall'alto. Così la dea di Efeso tanto adorata finì col fondersi con Maria: la massa dei cristiani voleva avere una madre di Dio anche nella nuova religione, come aveva del pari necessità d'un «dio» da poter gustare sacramentalmente secondo le usanze pagane. La polemica intorno al dogma definito in Efeso fu anche decisa da un'incredibile opera di corruzione con danaro, infilato dal patriarca di Alessandria nelle tasche di tutte le persone interessate, a cominciare dagli alti funzionari statali fino alla moglie del prefetto dei pretoriani e agli influenti eunuchi e camerieri particolari; in questo lavoro esaurì le proprie risorse, benché assai ricco, tanto che fu costretto a un prestito di 100.000 pezzi d'oro, che tuttavia non fu sufficiente. Anche l'atto del concepimento di Maria fu posto dalla Chiesa, in base a un calcolo evinto da una leggenda presente in Luca, nella medesima stagione in cui ebbe luogo il concepimento di Iside, le date della cui gravidanza erano state registrate nei fasti egizi con straordinaria esattezza. Il suo manto blu cosparso di stelle passò poi nelle raffigurazioni artistiche della «Madonna», insieme alla mezzaluna e alla stella, attributi propri di Iside. In tutta quanta l'arte protocristiana non v'è un tema che non possegga un preciso riferimento pagano. Poiché un tempo esistevano anche immagini nere di Iside - in Etiopia Iside era naturalmente diventata una negra anche il colorito di Maria fu talvolta scurito fino a divenir nero, e queste madonne nere guadagnarono poi fama di particolare sacralità a Napoli, a Chestokowa, a Barcellona e soprattutto in Russia. Per altro, un vescovo negro cattolico a New York, nel 1924, sostenne davanti a seimila afro-americani che Gesù e sua madre avevano la pelle nera. In un dizionario religioso «scientifico» con tanto di imprimatur, sotto la voce singolarmente breve di «Iside» si evita accuratamente anche soltanto di nominare Maria. La concorrenza delle madonne è davvero notevole e prima veniva condotta in modo ancor più primitivo. La chiesa mariana di Zwickau (Sassonia) possiede una madonna medievale, attraverso il cui capo, dal retro, due fori conducono fino agli occhi, sì che versandovi dell'acqua Maria piange copiosamente. Anche i pagani conobbero statue piangenti, e come le madonne talvolta vanno a spasso da sole - per esempio, un'immagine di Maria sottratta a Soest ritornò tutta sola soletta al suo posto a Weri, in Westfalia - così già si muovevano i simulacri degli dèi: una statua della mater deorum, ad esempio, che andò a farsi un bagno di mare, oppure un'immagine di Serapide, che s'imbarcò da sola sulla nave, che avrebbe dovuto ricondurla in Alessandria. [in Spagna si conoscono e si venerano 55.000 (cinquantacinquemila) madonne, tutte catalogate. n.d.r.] Anche sotto questo aspetto la Chiesa generalmente non fa che ripetere cose già viste. Nei luoghi di devozione pagani non soltanto esisteva una vera e propria industria di souvenirs, ma anche cassette per le elemosine governate automaticamente e, ovviamente, dappertutto prezzi fissi; infatti, senza denaro le antiche statuine miracolose, come quelle cristiane, non avrebbero potuto esistere. L'organizzazione relativa dei luoghi pagani di devozione ritorna nel Cristianesimo fin nei minimi particolari. Dal V secolo in avanti, i doni votivi riempiono le chiese, come mille anni prima riempivano i templi; grazie ai miracoli della sola Iside gli artigiani ricevevano tante ordinazioni, che si arricchivano nel giro di poco tempo.

La festa dell'immacolata concezione di Maria fece la sua comparsa nelI'VIII secolo; il suo presupposto consiste nel fatto che anche Maria sarebbe stata concepita e partorita dalla madre «immacolata», cioè senza il peccato originale. I grandi luminari della Chiesa, come Bernardo di Chiaravalle, Bonaventura, Alessandro di Hales, Alberto Magno e Tommaso d'Aquino, richiamandosi all'autorità nientemeno che di Agostino, combatterono come superstizione codesta festività dell'Immacolata Concezione di Maria. Il domenicano Vincent Bandelli menzionò non meno di 260 dotti cattolici per dimostrare eretica questa dottrina, propagandata e difesa soprattutto dai francescani. Anche Tommaso d'Aquino era un domenicano, ed è evidente che in questa polemica, condotta dai francescani anche col richiamo agli apocrifi e a falsi letterari, svolgeva un ruolo di rilievo la rivalità sempre presente fra i due ordini religiosi. Papa Sisto IV, ex francescano, nel 1482 vietò che si condannasse la fede nell'immacolata concezione, ma nel 1568 Pio V proibì di nuovo tale festa. Tuttavia il popolo, che divinizzava Maria, la voleva anche completamente pura; e poiché anche altri ordini si adoperarono ardentemente a favore della nuova dottrina, specialmente i Cistercensi, il cui primo abate Robert di Molesme (morto nel 1108) ebbe persino una «relazione segreta» con Maria, e infine anche i gesuiti, i Domenicani dovettero soccombere. Nel 1848, il gesuita Peronne dimostrò la concezione immacolata sulla base dell'esegesi biblica, fondandosi, fra l'altro, sui versi del Cantico dei Cantici «Come un giglio fra le spine, così è la mia anima fra le fanciulle»; «Sì, tu sei bella, amica mia, sei bella, tutto è in te bello, amica mia, e nessuna macchia è in te». La cosa era ormai chiara. Sei anni dopo, l'8 dicembre 1854, Pio IX proclamò con la Bolla “Ineffabilis Deus” che la dottrina della immaculata conceptio della santissima vergine Maria era stata «rivelata da Dio e perciò doveva essere saldamente e costantemente creduta da tutti i fedeli». Prima della proclamazione del dogma, per altro, il papa aveva interrogato i vescovi, dei quali 536 si pronunciarono a favore della nuova dottrina, 4 contro e 36 espressero dubbi sull'opportunità di una siffatta dogmatizzazione. Fu una lunga battaglia che lo Spirito Santo combatté con se stesso. Ma l'ultimo dogma mariano mancava ancora all'appello: vi provvide Pio XII, che nel 1950, con la Bolla “Munificentissimus Deus”, definì la dottrina della sua assunzione in cielo in corpo e anima. Autore della Bolla fu il gesuita Giuseppe Filograssi. Estratti da: “Sulla verginità di Maria (ed altro sul culto mariano)” di Roberto Renzetti (Pubblicato su Ecplanet 01-01-2006) LINKS

Iside - Wikipedia Madonna Nera - Wikipedia Le Madonne Nere Italiane MR. DA VINCI CODE THE JESUS MYTH

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