"… — mi direte — «Scuola» e «gioco» sono termini antitetici: se qualcosa appartiene all’uno non può appartenere all’altro e viceversa. E se non me lo direte voi, sicuramente me lo dirà un qualunque ragazzo che a scuola ci va. Eppure, abbiamo appena visto che gran parte dell’attività di un videogioco consiste nell’imparare: dalle abilità e le coordinazioni complesse dei giochi sensomotori fino ai più sofisticati procedimenti di deduzione logica, calcolo e previsione dei giochi di strategia. Anzi, in un certo senso, questi giochi costituiscono apprendimento allo stato puro; apprendimento, cioè, che non è funzionalizzato a nessuno scopo che non sia quello di progredire costantemente, di migliorare se stessi. Ma, nonostante questo, tutto ciò sembra non avere nulla a che fare con ciò che chiamiamo comunemente apprendere, conoscere e sapere, e, soprattutto, con l’istituzione fondamentale che è interamente dedicata a questi compiti." IMPARARE GIOCANDO La scuola tradizionale, quella di una volta, era centrata sulla figura del docente che imprimeva negli alunni una cultura univoca: maestro a discente, il quale era semplice recettore. L'insegnamento era tipicamente basato tipicamente sulla parola e sullo scritto, con il supporto degli strumenti didattici limitati alla, lavagna, al laboratorio, a cartelloni, a lavori di gruppo....ma molto poco agli strumenti tecnologici. Con l'avvento della tecnologia, il supporto tecnologico è diventato non un semplice supporto o strumento di facilitazione per l'insegnamento e per l'apprendimento, ma è attraverso di esso che veicola la cultura. Antinucci ci dice che questo strumento ci aiuta (educatori ed insegnanti) ad educare e insegnare anche con l'ausilio di videogiochi, che sinora sono stati demonizzati dai più. Io invece come lui sono dell'avviso che i videogiochi hanno una valenza in più in quanto attraverso il momento ludico stimolano l'apprendimento degli alunni. I maestri dunque dovrebbero con gioia rifarsi alla tecnologia, aggiornandosi ed istruendosi sui vari supporti di cui dispongono. Riflettiamo su un aspetto: i bambini imparano attraverso il gioco? Pare proprio di si, soprattutto nell'età prescolare. I docenti risultano essere facilitati nella loro opera educativa grazie al gioco. Marianna Bini