IL RISPETTO NEL WING TSUN E SULLA STRADA
di Chierici Marco
Definizione La parola “rispetto” deriva dal latino “RESPICERE” che significa “guardare di nuovo”, “riguardare”, “aver riguardo”, “guardarsi alle spalle”. Il senso di "tenere in considerazione", cioè rispettare, deriva da uno slittamento semantico: l'atteggiamento di chi torna a guardare implica ripetizione ma anche indugio, cioè incertezza, come quella che si prova davanti ad una persona di riguardo. Il rispetto è l'atteggiamento con cui dovremmo porci nei confronti degli altri esseri umani per non lederne i diritti e non mortificarne o ferirne la sensibilità. Questa parola ha assunto significati differenti in oriente rispetto all'occidente a causa di una evoluzione della filosofia completamente diversa. Se guardiamo ai nostri proverbi popolari troviamo frasi di questo genere: “chi rispetto vuol, rispetto porti” “chi rispetta è rispettato” Questo è in realtà un errore poiché il rispetto non nasce dagli “altri”, e noi non dobbiamo assumere atteggiamenti di riflesso al comportamento altrui. Nella nostra società occidentale avviene esattamente questo: se pensiamo di non essere rispettati da qualcuno noi neghiamo il nostro rispetto a quella persona. Per fare un esempio: se il nostro vicino di casa che incontriamo ogni mattina non ci saluta mai, saremo portati a credere che sia un maleducato e probabilmente gli negheremo il saluto a nostra volta. In questo modo rompiamo l'armonia, diventiamo irrispettosi a nostra volta, perdiamo il vero significato di cosa e di chi si deve rispettare, generiamo conflittualità. Forse il nostro vicino di casa non è un maleducato, forse è solo timido. La cosa giusta da fare è salutarlo tutte le mattine anche se lui continua a non salutarci. Il problema è e rimane solo suo, non nostro. Il rispetto non è ossequio, deferenza, riverenza. E’ attenzione, considerazione e riguardo per le persone, le leggi, le cose, se stessi. Il rispetto nasce, cresce, germoglia e fiorisce partendo da noi. Essere rispettosi significa esserlo anche quando nessuno ci guarda, è raccogliere i rifiuti quando si è in alta montagna soli immersi nella natura. Il rispetto armonizza. In oriente questo è stato appreso molto bene, il Buddismo, lo Zen, il Taoismo, lo Shintoismo giapponese con il suo culto degli antenati, tutte queste filosofie e religioni portano la “coscenza di sé” e quindi il “rispetto di sé” al centro dei loro insegnamenti. In Cina per strada ci si guarda e ci si osserva senza che questo atteggiamento “invadente” sia considerato una sfida.
La mancanza di rispetto sulla strada Nella nostra società la strada è diventato il luogo in cui ci si rispetta di meno in assoluto. Spacciatori, prostituzione, rapine ed aggressioni, risse per un parcheggio o per una mancata precedenza, bullismo e peggio di tutto la violenza gratuita senza scopo alla “Arancia Meccanica”. Ci sono luoghi nelle nostre città dove basta guardare negli occhi qualcuno per subire un'aggressione. Qui però non si vuole analizzare la mancanza di rispetto di criminali conclamati ma delle persone normali, persone oneste, padri di famiglia, vicini di casa che per futili motivi fanno cose pazzesche. Spesso le liti condominiali o di vicinato nascono dalla mancanza di rispetto di qualcuno a cui segue un'ulteriore mancanza di rispetto da chi ha subito il torto. Per fare un esempio: se il vostro dirimpettaio tiene il volume del televisore o dello stereo molto alto disturbandovi, è diverso mettersi ad urlare insulti dalla vostra finestra piuttosto che andare a suonargli il campanello e chiedergli gentilmente di abbassare. Se il vicino continua a tenere alto il volume anche nei giorni a seguire o se vi prende a male parole bisogna usare altri mezzi, si contatta l'amministratore, si può arrivare anche a denunciarlo, si può anche pensare di ovviare al problema montando finestre che riducono i suoni dall'esterno, MA quando il vicino molesto lo si incontra per le scale lo si saluta ugualmente. Non si smette di rispettarlo solo perché è un nemico della vostra tranquillità. Non si smette di rispettarlo solo perché lo odiate. Se smettete di rispettarlo avete fatto i suoi problemi vostri. Se smettete di portare rispetto verso qualcuno o qualcosa dovete avere una ragione veramente molto valida perché quest'azione comporta farvi carico di loro e dei problemi che portano. Il WT, fortunatamente, mi ha insegnato molto a questo proposito. Il WT mi ha dato la possibilità di scegliere quando farmi coinvolgere. Il poter decidere, sulla strada, è di fondamentale importanza. Quindi, tornando al rispetto, la strada è il luogo in cui è più difficile rispettare gli altri. Essere isolati dentro una macchina nel traffico ci rende meno rispettosi nei confronti delle persone. Inveire in automobile contro chi ci fa un torto è abbastanza normale, ed è sbagliato. Rispettare quella stessa persona che ci ha tagliato la strada invece che offenderla con gesti e parole significa essere in pace con se stessi, significa iniziare a comprendere il Wu-Wei, la non-azione. Significa che sappiamo rispettare ciò che ci circonda e quindi siamo rispettati a nostra volta. Conclusioni: Il rispetto parte da noi e a noi ritorna, i nostri proverbi popolari dovrebbero essere letti sempre partendo da questo presupposto, e non dal punto di vista in cui l'individuo cerca il rispetto altrui. Il rispetto può solo essere dato. Chi si compiace di essere rispettato non rispetta se stesso, e spesso confonde il rispetto con la deferenza, la paura, la falsa fedeltà. Il “rispetto” nel Wing Tsun
L'errore più comune che può fare uno studente occidentale di WT è credere che i suoi soldi comprino un servizio da un Sifu o da un Sihing. E quindi pretendere l'insegnamento. In realtà la struttura, la tradizione ed il rispetto all'interno del nostro sistema partono da tutt'altro presupposto: l'aspirante studente fa un dono al proprio Sifu o Sihing, il quale può accettarlo e riconoscere come proprio allievo quella persona, la quale si sentirà onorata di essere stata accettata nella famiglia del suo maestro. E' noto che il Si-Jo Leung Ting fu accettato come “closed door-student” (letteralmente studente ammesso dopo la chiusura della scuola) da Great Grandmaster Yip Man ricevendo il massimo onore ed il massimo insegnamento. Uso il termine “famiglia” poiché il WT, riprendendo gli insegnamenti di Confucio (di cui Yip Man era un forte sostenitore), è strutturato come tale: • • •
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Sifu: Maestro/Padre (Si significa Maestro, Fu significa Padre) Sisok: Giovane Zio (Sok significa Giovane Zio, è il Sidai del Sifu) Dai Sihing: Fratello Maggiore, generalmente lo studente che è al fianco del Sifu da più tempo (Dai “significa il più vecchio” o “il primo”) Sihing: Fratello Maggiore Sije: Sorella Maggiore Simui: Sorella Minore Sidai: Fratello Minore Todai: Studente
Altri titoli sono:
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Sijo: Sigung: Dai Sifu:
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Sibak:
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Bisnonno Nonno Maestro Anziano (Maestro di Maestri), lo studente più vecchio del Sigung oppure un Sifu che ha portato molti studenti al livello di Sifu Zio Anziano
Il rispetto all'interno di questa famiglia è un presupposto fondamentale per la comprensione dell'arte marziale, il rispetto verso “l'anzianità” (che nel nostro caso non è anzianità anagrafica, ma anzianità di studio e competenza) è a garanzia del proprio percorso formativo. Rispettare significa rispettarsi, rispettarsi significa comprendersi, comprendersi è la chiave per essere padroni di sé stessi. Richard Bach, scrittore e filosofo statunitense, scrive della famiglia: “Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite. Di rado gli appartenenti ad una famiglia crescono sotto lo stesso tetto” Parlare di legame formato dal rispetto e dalla gioia dell'esistenza mi porta sempre alla medesima conclusione: in una società formata da individui che coltivano il rispetto di
sé si avrà l'armonia. I principi del Confucianesimo raccolsero un grande favore soprattutto perché si fondavano in larga parte sulla tradizione e le credenze già radicate nella tradizione cinese. Confucio esaltò infatti la lealtà familiare, il culto degli antenati, il rispetto degli anziani da parte dei giovani, proponendo la famiglia come base di un governo ideale. Conclusioni: Il WT dunque si propone di essere un sistema completo che trascende l'aspetto marziale e “fisico” per arrivare ad affrontare e sconfiggere tutte le rigidità, le barriere, e tutti i comportamenti “preconfezionati” dello studente, e per arrivare a questo risultato, durante le normali sessioni di lavoro, il coltivare “rispetto”, che emerge anche nei piccoli dettagli, è un allenamento dentro l'allenamento.