Primo piano
Giovedì 14 agosto 2008
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Emergenza rifiuti Il procuratore Tricoli sta valutando l’ipotesi di un incarico nell’ambito del blind trust del gruppo Vrenna
La decisione all’ultimo momento La prefettura di Crotone dispone accertamenti sulla composizione sociale di ANTONIO ANASTASI CROTONE – Deciderà all’ultimo momento. Ancora ha qualche dubbio. Ma ci sta pensando. Seriamente. Il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, Franco Tricoli, potrebbe fare da garante nell’ambito del blind trust attraverso cui l’imprenditore Raffaele Vrenna, in seguito al diniego del certificato antimafia successivo alla condanna emessa a suo carico nel processo Puma, ha ceduto le sue quote nelle società che hanno partecipazioni dirette in società miste con enti locali. E, in particolare, ha ceduto la sua quota del cinquanta per cento (l’altra metà appartiene al fratello Gianni) nella società Sovreco, quella che gestisce la discarica chiusa e subito riaperta con due ordinanze dall’ufficio del commissario regionale per l’emergenza ambientale. Deciderà all’ultimo momento, Tricoli. Al Quotidiano non ha inteso rispondere, ma l’ha detto ad altri soggetti che l’hanno interpellato. Intanto, la Prefettura ha disposto gli accertamenti di routine sulla nuova composizione societaria di Sovreco e sull’operazione di blind trust. Quale amministratore del suo patrimonio, Raffaele Vrenna (che ha lasciato anche la presidenza del Crotone calcio), ha indicato il commercialista Angelo Berlingieri. I beneficiari sono i suoi familiari, la moglie Patrizia e i due figli. Quale garante ci sarebbe il fratello Gianni. Ma da ambienti istituzionali è trapelata l’indiscrezione secondo cui il procuratore Tricoli, che dal prossimo 19 agosto andrà in pensione, starebbe valutando l’ipotesi di rivestire la figura di protector, ovvero di garante. Un soluzione, quella adottata per dare garanzie circa il rispetto della normativa antimafia, che potrebbe fare “scuola” nel senso che, dicono gli specialisti, si tratta di un esperimento inedito in Italia. Il blind trust, infatti, è uno strumento solitamente usato dagli imprenditori che accedono a cariche pubbliche di altissima rilevanza per evitare forme di conflitto di interessi. Colui che dispone il trust si disinteressa così della politica aziendale e affida la gestione ai trustees senza conoscere le decisioni che prenderanno. Il tutto andrà avanti per tre anni, secondo le disposizioni di Vrenna. Il nuovo assetto societario dovrà essere definito attraverso una visura alla Camera di commercio di Crotone. Difficile saperne di più. Gli ufficiali di polizia giudiziaria investiti di competenze specifiche dalla Prefettura sono vincolati al riserbo. Tricoli, interpellato l’altro ieri dal Quotidiano, ha confermato di essersi dimesso da procuratore e non ha smentito la “voce”, riferendo di non sapere se è fondata o infondata. Di certo c’è che l’ipotesi dell’eventuale accettazione dell’incarico da parte del procuratore fa discutere in più ambienti, tanto più che Tricoli ha diretto l’ufficio nel quale lavora un
magistrato, il sostituto procuratore Pierpaolo Bruni, che ha coordinato l’inchiesta Puma, nell’ambito della quale Vrenna (di cui chiese l’arresto) è stato condannato, nel giugno scorso, a quattro anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione elettorale e falso con le aggravanti del metodo mafioso. Mentre la moglie di Vrenna è proprio la segretaria di Tricoli, che in un primo tempo, avendo raggiunto l’età del pensionamento ed essendo trascorso il periodo massimo previsto alla guida della Procura, aveva indicato altre sedi giudiziarie per altri incarichi ai quali alla fine ha rinunciato. Gli subentrerà Raffaele Mazzotta, che oggi guida la Procura di Lamezia.
Il procuratore Franco Tricoli
L’imprenditore Raffaele Vrenna
La parlamentare del Pdl annuncia che presenterà un’interrogazione
Napoli: «Il magistrato garante è inidoneo» di ANDREANA ILLIANO EFFETTO blind trust, in città cala il silenzio. Nessun amministratore pubblico commenta la decisione di Raffaele Vrenna di cedere le azioni delle sue società e dar vita a un blind trust. Tutti preferiscono non parlare neanche della possibilità che il procuratore di Crotone, dimissionario, Franco Tricoli possa decidere di far da garante al cartello di imprese dell’imprenditore, condannato in primo grado, per concorso esterno in associazione mafiosa. L’unica ad alzare la voce, annunciando pure un’interrogazione parlamentare è il deputato del Pdl, Angela Napoli: «Certo l’iniziativa sarebbe idonea se però la persona affidataria non fosse il procuratore Tricoli. Mi piacerebbe inoltre sapere se la segretaria del Procuratore, che è la moglie di Vrenna, contribuirà con Tricoli al suo progetto». E’ ironica la Napoli. Spiega che non ha presentato un’interpellanza solo perché le Camere sono chiuse per le ferie d’estate. Ma che la que-
Angela Napoli
stione rifiuti è di certo uno dei settori di cui si occuperà. L’atto, il blind trust è ineccepibile. Perfetto. E’ chiaro che l’uscita di Vrenna dal gruppo farà in modo che non ci siano più ostacoli al certificato Antimafia che oggi è un problema serio per l’imprendi-
tore. Va aggiunto infatti che Vrenna non ha solo la discarica Sovreco, ma anche sei società miste, in cui è socio con un centinaio di Comuni, tra il Cosentino, la Sibaritide e il Crotonese. Tutte le imprese si occupano di smaltimento dei rifiuti. «Avevo già sollevato il problema in passato - dice la Napoli - Ora certo mi sorprende la decisione del procuratore». In città c’è qualcuno che fa avanti il problema dei lavoratori, già, la questione delle 700 famiglie che trovano lavoro nelle imprese di Vrenna e che hanno la possibilità, in un tessuto sociale già fragile, di avere invece uno stipendio. Fisso. Perché i rifiuti non sono mai in crisi. Ma c’è anche la legge da rispettare. E la normativa Antimafia è chiara. Il rischio, almeno fino a poco tempo fa, era che anche gli enti locali potevano avere dei problemi seri,
serissimi, legati al possibile scioglimento, essendo soci in affari con un condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Con il blind trust non sarà più così. E la credibilità del cartello è di certo tutta nel suo garante che, se sarà Tricoli, è di certo ineccepibile. Ne sono convinti anche i prefetti. Intanto oggi la sospensione all’ordinanza del commissario straordinario, Goffredo Sottile ha consentito lo scarico dei rifiuti nella Sovreco. I camion arrivati a Columbra hanno trasportato le 520 tonnellate di spazzatura, senza alcun problema. Puntuali sono giunti anche gli autocompattatori che provenivano da Cosenza. L’emergenza è rientrata. Insieme al silenzio, anche sulla possibile decisione del procuratore dimissionario di far da garante al gruppo Vrenna. La Napoli aggiunge poi riguardo alla sospensione dell’ordinanza: «Con l’alibi dell’emergenza, si è buttata a mare l'utilità di qualsiasi legislazione antimafia. Complimenti agli autori di tutto ciò per la grande responsabilità istituzionale dimostrata».
Polemiche sulla discarica riaperta. Gentile: «A Isola appiccati roghi». Il primo cittadino smentisce
Rifiuti alle fiamme e diossina, sindaco e senatore contro LO ammette, senza remore: «Senza la discarica di Crotone, tutta la provincia di Cosenza non ha dove smaltire i rifiuti», lo ha dimostrato la crisi di questi giorni e a dirlo è il sindaco di Castrovillari, Franco Blaiotta che coglie la palla in balzo e aggiunge: «Le iniziative come quelle messe in campo dall’Amministrazione comunale di Castrovillari, che intenderebbe utilizzare la discarica di contrada Campolescio, come struttura di servizio , finalizzata alla raccolta differenziata, è stata messa in difficoltà dall’incendio doloso appiccato alcuni giorni fa. - e ancora L'irresponsabile comportamento di chi ancora si oppone a tale scelta, alimentando paure e sospetti, diventa ancora più incomprensibile alla luce dei fatti che si stanno consumando in questi giorni». Blaiotta chiede che la magistratura indaghi
sull’incendio della discarica di Campolescio e la dissequestri. Poi il sindaco attacca Loiero e ammette pure che trasportare i rifiuti dal cosentino a Crotone è un grande aggravio di spesa per le casse pubbliche. Intanto c’è ancora qualche punto da chiarire su quest’emergenza, durata a dire il vero qualche giorno, tra sindaci “ribelli”, mancata solidarietà e il dietrofront del commissario straordinario. A Isola Capo Rizzuto infatti dove comunque la raccolta è stata fatta dall’Akros (società mista con Vrenna come socio privato) c’è chi denuncia incendi di spazzatura per strada. A farlo è il senatore del Pdl, Antonio Gentile: «Chiedo al prefetto delegato per la questione rifiuti, al governatore Loiero ed al prefetto di Crotone di intervenire d’urgenza nella zona di Isola Capo Rizzuto. C'è una
continua produzione di diossina determinata dalla bruciatura quotidiana dei rifiuti ammassati. I turisti scappano e confermano la pessima immagine della nostra Calabria». Dopo qualche ora il sindaco di Isola Capo Rizzuto smentisce. E afferma in una nota che non c’è nessuna atmosfera apocalittica, da rioni napoletani, ad Isola. Il senatore del Pdl grida forte: «Villeggianti mi riferiscono di dover sopportare ogni sera la bruciatura dei rifiuti ammassati per la strada vicino ai tanti campeggi presenti. Si tratta di un fatto gravissimo che ricorda la questione napoletana e che rischia di provocare danni serissimi alla salute dei turisti. Chiedo che ci sia un intervento tempestivo perchè la situazione tracima di giorno in giorno e sta già provocando danni incalcolabili alla già
precaria economia crotonese». Appena letta la nota del parlamentare il sindaco di Isola Capo Rizzuto fa un salto dalla sedia e ribatte: «Non ci risulta che nel territorio del Comune di Isola Capo Rizzuto si stanno verificando incendi di cumuli di rifiuti. Nei giorni scorsi ci sono stati dei problemi a causa della chiusura della discarica e noi abbiamo affrontato la situazione cercando di ridurre al minimo i problemi. Ora che la discarica ha riaperto la situazione è tornata alla normalità e non ci sembra che ci siano problemi. Abbiamo comunque intensificato i controlli con i nostri vigili urbani per fare in modo da vigilare costantemente la situazione». In fondo la discarica è rimasta chiusa solo pochi giorni e l’emergenza sembra essere stata apocalittica. and.ill.