Il Benessere Fisico E Spiritule Di Montaigne.

  • Uploaded by: lucia
  • 0
  • 0
  • June 2020
  • PDF

This document was uploaded by user and they confirmed that they have the permission to share it. If you are author or own the copyright of this book, please report to us by using this DMCA report form. Report DMCA


Overview

Download & View Il Benessere Fisico E Spiritule Di Montaigne. as PDF for free.

More details

  • Words: 550
  • Pages: 2
RECENSIONE DEL LIBRO “IL BENESSERE FISICO E SPIRITUALE” DI MONTAIGNE Montaigne,uomo del Rinascimento, nello scrivere il libro “il benessere fisico e spirituale”,dichiara di voler descrivere l’uomo e in particolare se stesso;parla infatti delle sue caratteristiche fisiche,dei suoi sentimenti,delle sue idee,del suo carattere,dei vari avvenimenti della sua vita,giungendo all’accettazione della vita con tutte le contraddizioni e i difetti che la natura umana comporti. Ma l’aspetto che caratterizza di più quest’opera è l’intreccio di molteplici argomenti,ognuno analizzato con grande introspezione,con considerazioni puntellate con citazioni di grandi classici: la vita,la morte,la religione,la medicina,l’amore,la morale,l’amicizia e la salute che egli considera il bene più prezioso,senza il quale non possono esserci la saggezza,la virtù e la scienza. A questo proposito Montaigne diffida dai medici e dalla medicina poiché secondo il filosofo si vive in modo più sano se non se ne fa uso, infatti infiniti popoli,come i romani, hanno dimostrato quanto facilmente se ne possa fare a meno,avendo vissuto tanti anni,fino all’estrema vecchiaia non solo senza medicina,ma anche senza medico,che come sappiamo ha bisogno di troppi elementi per esprimere la sua diagnosi e se ne manca anche sono uno di tutti questi requisiti,avviene la nostra rovina,molte volte accompagnata da mali immaginari. Tuttavia questa salute non è un semplice benessere fisico,ma un complesso gioco di equilibri corporei e psicologici in cui svolgono un’importante funzione la saggezza dell’individuo,il sentimento che ottiene solo colui che accetta e gode pienamente la propria vita e ha una serena attesa della morte,considerata un evento naturale da accettare senza rimorsi. Secondo Montaigne la meta della nostra corsa (la vita) è la morte,della quale molti ne sono spaventati. Il rimedio? Non pensarci e dire di si alla vita in qualunque circostanza. Soffermarsi sugli aspetti negativi di essa non può che deprimere e portare alla disperazione. Il saggio deve quindi cercare reprimere ogni argomento contro la vita e accettare quegli aspetti spiacevoli di cui essa è fatta: dolore,male,morte, affidandosi alla dolcissima medicina della filosofia.

RIFLESSIONI Dopo aver letto questo testo con molto interesse, ho avuto modo di confermare le parole scritte nell’introduzione,ossia che questo libro è una miniera di spunti per liberarci dai dubbi,dalle paure,dalle sofferenze e dagli affanni dell’esistenza,e vivere a lungo nel pieno godimento delle facoltà fisiche e mentali.

Secondo me,essendo quello dell’esistenza un problema sempre aperto,un’esperienza continua, l’uomo deve accettare il suo destino di essere mortale per poter vivere meglio,attraverso la saggezza e la tolleranza verso gli aspetti negativi,sopportando avversità e ostacoli. A questo proposito mi ha colpito molto una citazione di Mecenate,presente nel libro: “anche se mi rendono monco,storpio,sciancato,anche se mi tolgono i denti tentennati, finchè dura la vita sono contento”. Quindi in poche parole nessuno deve avere paura della morte poiché essa,come sosteneva Seneca è dappertutto : Dio vi ha ottimamente provveduto; chiunque può togliere la vita all’uomo ma nessuno può togliervi la morte, a essa portano mille porte. Un altro argomento che mi ha colpito di questo libro è quello che riguarda la diversità delle altre civiltà. Come Montaigne anche io seguo la regola della varietà,infatti rifiuto il pregiudizio che considera barbare e selvagge le popolazioni sudamericane, asiatiche e afriche,con cui recentemente l’Europa è venuta in contatto. Questi popoli,diversi per usi e costumi,appartengono comunque alla nostra stessa natura umana e quindi non abbiamo diritto di giudicarli,anzi ognuno di noi può imparare e apprendere qualcosa di nuovo da loro.

Related Documents


More Documents from "Curricolo Barberino"