I segreti della gestione del colore Prestampa digitale a colori - volume cinque
Nell’ultimo decennio, il passaggio a un processo di prestampa quasi interamente digitale ha portato cambiamenti straordinari. All’inizio della rivoluzione digitale, le attrezzature erano costose, complesse e difficili da far funzionare. In più, spesso era necessario acquistare tutte le attrezzature relative al processo di produzione da un solo produttore. Attualmente, vi sono molti più produttori sul mercato e ciascun componente è disponibile in diverse marche. Ogni attrezzo ha il suo spazio cromatico, la sua gamma di colori, la sua definizione di cos’è, ad esempio, il rosso mattone. Mentre l’immagine passa dalla scansione al layout, alla prova colore e alla stampa finale, ogni parte del processo introduce modifiche impercettibili del colore. Quando si acquistavano tutti i componenti presso un solo produttore, quest’ultimo si assumeva la responsabilità di garantire la fedeltà del colore dalla scansione alla stampa. Le sue attrezzature erano progettate in modo da correggere le minime variazioni di colore introdotte da ciascun componente. Ora, utilizzando parti di vari produttori, non esiste più la garanzia dell’uniformità del colore. Poiché ogni componente può provenire da un produttore diverso, nessun elemento dell’attrezzatura è in grado di sapere qual è il dispositivo che viene prima di lui nel processo e non può neppure correggere automaticamente le discrepanze introdotte. Ecco perché diventa necessaria una gestione del colore. Senza una gestione del colore appropriata non esiste alcun controllo sull’aspetto che i colori avranno nell’uscita finale. A causa della varietà e della complessità delle periferiche di output attualmente disponibili, il colore sta diventando un problema sempre più difficile. Poiché riuscire a mantenere la fedeltà e l’uniformità del colore dall’inizio alla fine è una questione di estrema importanza, la gestione del colore è diventato un elemento indispensabile del processo digitale. Questa guida illustra i problemi relativi alla gestione del colore, descrive le complicazioni legate al colore che possono portare a sorprese spiacevoli e indica come è possibile evitarle. Osservando cosa accade al colore nella fase di input, di visualizzazione e di output, la guida fornisce un quadro generale accessibile a tutti, indipendentemente dal livello di competenza.
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Il processo di riproduzione digitale
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Cos’è la luce?
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In che modo percepiamo i colori?
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In che modo si compongono i colori
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Modelli di colori
10 Perché una gestione del colore? 12 Limiti dell’input 14 Profondità dei bit 16 Caratterizzazione delle periferiche di input 18 Limiti del monitor 20 Caratterizzazione dei monitor 22 Limiti dell’output 24 Caratterizzazione delle periferiche di output 26 Selezione colore 28 Principi della prova colore digitale 30 Gestione del colore oggi 32 Glossario
Il Processo Di Riproduzione Digitale
Negli ultimi anni, le tecnologie implicate nelle varie fasi del processo di stampa hanno subito un’evoluzione straordinaria. Grazie ai progressi nella scienza della creazione elettronica dei colori, sono state quasi eliminate le lunghe manipolazioni tradizionali e spesso perfino la necessità di ricorrere a specialisti esterni. Mentre prima si assumeva un grafico o un fotografo, ora è possibile eseguire le foto mediante fotocamere digitali user-friendly, utilizzare un CD-ROM contenente migliaia di immagini pronte all’uso o semplicemente caricare le immagini grafiche da un sito web.
pagine, possono essere eseguiti durante la stampa del documento con un costo supplementare minimo, dato che sulle lastre e i tamburi della maggior parte delle macchine per la stampa digitale le immagini possono essere riprodotte all’istante. Le macchine per la stampa digitale hanno automatizzato e reso più efficiente il processo di stampa e gettato le basi per la stampa a colori decentrata. Con l’avvento di stampanti laser e a getto d’inchiostro economiche e di qualità, per produrre una prova colore o eseguire un’ottima stampa non è più necessario rivolgersi a uno stampatore.
Grazie alla serie sempre più ampia di periferiche di input e output disponibili, l’editoria desktop sta rapidamente diventando una consuetudine. Allo stesso modo, le periferiche di input e output hanno una qualità nettamente superiore e stanno diventando sempre più affidabili. Infine, gli utenti non sono più “bloccati” all’interno di sistemi chiusi, dove l’acquisto di una stampante di una determinata marca prevedeva anche l’acquisto dell’hardware e del software dello stesso produttore. Ora è possibile utilizzare liberamente componenti diversi.
Un’altra questione di importanza cruciale è l’uniformità del colore attraverso l’intero processo di stampa, un tempo responsabilità di un operatore scanner altamente specializzato. Attualmente, l’uniformità del colore non richiede più un intervento sistematico da parte dell’uomo. Può essere infatti mantenuta automaticamente per l’intero processo di stampa grazie ai sistemi CMS (Color Management Systems - sistemi di gestione del colore).
Scanner a letto piano di ottima qualità, scanner manuali e a tamburo, fotocamere digitali e sistemi per la cattura di fotogrammi video consentono di
manipolare le immagini su computer con un controllo e una flessibilità eccezionali, utilizzando software per il ritocco dell’immagine quali Photoshop® e Live Picture®. I risultati finali possono essere facilmente copiati un numero infinito di volte, senza alcuna perdita di qualità. Ciò che un tempo richiedeva service esterni e procedure costose, può ora essere eseguito da un operatore relativamente inesperto. Anche il ruolo di chi impagina è notevolmente cambiato. Foto, illustrazioni e testo esistono ora come dati digitali, invece che pezzi di pellicola. Ciò significa che anche l’accurata procedura manuale di “taglia e incolla” non è più
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necessaria. Gli elementi vengono assemblati sulla pagina mediante l’uso di software quali QuarkXpress® o Pagemaker®, mentre le illustrazioni si possono creare direttamente sul computer usando programmi come Adobe Illustrator®, Freehand® e Corel Draw®. Rispetto alle fragili immagini originali
fotografiche o eseguite a mano, le copie digitali memorizzate su nastri magnetici o dischetti garantiscono un’integrità affidabile dei dati e la loro duplicazione.
Allo stesso modo, la creazione di mappe di bit è ora una procedura interamente digitale. In passato, dovevano essere retinate e registrate su pellicola per il trasferimento sulle lastre de stampa. Ora, invece, le mappe di bit vengono prodotte usando un software chiamato RIP (Raster Image Processor)
e inviate direttamente a una macchina per la stampa digitale. Inoltre, saltando la creazione della pellicola, la stampa digitale automatizza, prepara e fornisce prove colore direttamente sulla macchina da stampa. In più, i cambiamenti dell’ultimo minuto, come la sostituzione di immagini, di testo o di intere
Per produrre uscite a colori di qualità, la stampa offset tradizionale richiede tuttora una notevole quantità di tempo, persone e materiali. Questo metodo rimane comunque più economico rispetto alle macchine per la stampa digitale se si stampano tirature alte. La stampa offset offre inoltre una gamma più ampia di inchiostri e di supporti per la stampa. Tuttavia, il rapido evolversi della tecnologia di computer, laser, lastre da stampa e inchiostri, porterà in futuro ulteriori sviluppi in termini di qualità e costi, per quanto riguarda le macchine da stampa digitali che, alla fine, eguaglieranno o supereranno le macchine per la stampa offset.
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Cos’è La Luce ?
Prima di parlare della percezione dei colori, è necessario definire alcuni concetti relativi alla luce, senza la quale non esiste alcun colore. In natura, la nostra percezione del colore è strettamente legata all’intensità e alle variazioni della luce attorno a noi. Il sole emette una radiazione elettromagnetica che copre un ampio spettro di lunghezze d’onda, dalle radioonde ai raggi gamma. Tale radiazione è costituita da miliardi di onde che si muovono nell’aria, simili alle increspature nell’acqua, e ci circondano in ogni momento. Ogni onda ha una dimensione diversa. La lunghezza d’onda, indicata in nanometri (nm), viene misurata dalla cresta di un’onda alla cresta dell’onda adiacente. L’occhio umano è sensibile solo a un piccolo intervallo di lunghezze d’onda, compreso approssimativamente fra 380 e 780 nanometri. Proprio all’interno di questo intervallo limitato, detto spettro visibile, troviamo le lunghezze d’onda di tutti i colori conosciuti: rosse, arancio, gialle, verdi, blu e violette. Noi vediamo ciascuna lunghezza d’onda come un colore diverso. Quando il nostro sistema visivo rileva una lunghezza d’onda di 700 nm, vediamo “rosso”. Quando rileva una lunghezza d’onda di 450-500 nm, vediamo “blu”. Quando rileva tutte le lunghezze d’onda della luce con misure quasi uguali all’interno dello spettro visibile, vediamo la “luce bianca”.
Cos’è la luce? Radio a onde lunghe
Radio VHF
Assorbimento e riflessione Radar
Televisione
Rosso
Arancio
Infrarossi
Microonde
Giallo
Verde
Ultravioletti Luce visibile
Blu
La superficie di un oggetto assorbe alcune lunghezze d’onda e ne riflette altre. La superficie di questa mela rossa assorbe tutte le lunghezze d’onda della luce inferiori a 700 nm e riflette quelle superiori. La luce che giunge ai nostri occhi riflessa dalla mela è interamente costituita da lunghezze d’onda superiori a 700 nm, che a noi appaiono rosse.
Raggi gamma
Raggi X
Raggi cosmici
Blu scuro
Violetto
I nostri occhi sono sensibili solo a una piccola parte dello spettro elettromagnetico. Questo intervallo limitato, definito luce visibile, include lunghezze d’onda comprese tra 380 nm e 780 nm e contiene tutti i colori conosciuti.
Temperatura della luce
Temperatura della luce La luce della candela ha una temperatura bassa; la luce che emette è nella zona delle lunghezze d’onda superiori, specialmente rosse e gialle. Con la luce della candela è difficile vedere il colore di oggetti blu e violetti.
La luce normale ha una temperatura media. L’insieme delle lunghezze d’onda non è però distribuito in modo uniforme su tutto lo spettro e gli oggetti appaiono troppo gialli.
La maggior parte della luce che raggiunge i nostri occhi parte come luce bianca, proveniente dal sole o da una lampadina, che viene riflessa da un oggetto e quindi nei nostri occhi. Quando la luce colpisce un oggetto, la superficie di quest’ultimo assorbe determinati intervalli di lunghezze d’onda, mentre altre parti dello spettro vengono riflesse dall’oggetto stesso. La luce riflessa contiene una miscela di lunghezze d’onda diverse. È questa nuova miscela di lunghezze d’onda della luce riflessa da un oggetto che gli dà il suo colore. Come risultato, la percezione dei colori dipende molto dal modo in cui un determinato oggetto attenua le onde di luce che lo colpiscono. Ad esempio, l’unica luce riflessa da una mela rossa è quella con lunghezze d’onda che si trovano nella parte “rossa” dell’arcobaleno. Il colore delle fonti di luce viene misurato in gradi Kelvin (K). Quando un oggetto, ad esempio un pezzo di metallo, viene scaldato a temperature sempre più alte, emette una luce che va dal rosso cupo all’arancio, al giallo e al bianco e può emettere anche una luce blu, nel caso che non si verifichi alcun cambiamento fisico o chimico. Il colore della luce incandescente emessa da questo oggetto può essere quindi descritto in base alla sua temperatura. La temperatura di colore della luce della candela è di circa 2.000 K. La luce blu del cielo tra 12.000 e 18.000 K. La luce del mattino e della sera circa 5.000 K, mentre un cielo coperto è vicino a 6.250 K.
In un flash di un fotografo la distribuzione delle lunghezze d’onda attraverso lo spettro è quasi omogenea. Qui la luce non accentua un colore o un altro e consente quindi una visione più obiettiva dei colori.
Anche i visori forniscono un insieme abbastanza uniforme di lunghezze d’onda e garantiscono quindi una luce neutra.
La luce bianca contiene una miscela di tutti i colori dello spettro. La temperatura della luce, in gradi Kelvin, descrive quanto tende al rosso o al blu una fonte di luce.
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Il sistema visivo umano
Colori additivi
Cristallino
Iride
Retina
Colori sullo schermo Il monitor funziona eccitando tre tipi di fosfori, in modo che questi emettano una luce rossa, verde e blu. Se vengono attivati fosfori rossi, verdi e blu adiacenti, si ottiene un colore bianco.
Luce
Cono sensibile al colore: rosso, verde o blu
Bastoncino
Colori sottrattivi I pigmenti cyan, magenta e giallo sottraggono varie quantità di rosso, verde e blu dalla luce bianca per produrre una gamma limitata di colori dello spettro.
La luce passa attraverso il cristallino e viene fatta convergere sulla retina. Questa contiene milioni di bastoncini e coni che emettono impulsi nervosi quando vengono colpiti dalla luce o da un determinato colore.
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Le luci rossa, verde e blu possono essere proiettate su una superficie scura per creare la maggior parte dei colori dello spettro. Quando le tre luci si sommano, si ha come risultato una luce bianca.
Esistono due modi per creare il colore desiderato. Uno si basa sulla luce, l’altro sugli inchiostri. Il primo viene definito sintesi additiva dei colori. Il secondo sintesi sottrattiva dei colori. La sintesi additiva dei colori è il modo in cui i monitor dei video creano i colori. Emettendo luce rossa, verde e blu in proporzioni e intensità variabili, i monitor riescono ad ottenere tutti gli altri colori. Quando viene emessa una luce rossa, verde e blu pura contemporaneamente e con la stessa intensità, si ha come risultato visibile una luce bianca. In relazione alla stampa, si parla di sintesi sottrattiva dei colori. Su una superficie bianca, come la carta, si usano inchiostri o pellicole colorate per sottrarre i colori non desiderati. Nella stampa, i tre colori primari sono cyan, magenta e giallo. Un inchiostro assorbe o sottrae la luce di tutti i colori tranne quella del proprio colore. L’inchiostro cyan, ad esempio, assorbe la luce di tutti i colori eccetto quella del cyan. Se si posizionano su una pagina bianca tutti i colori primari, viene assorbita tutta la luce e la pagina appare nera.
In che modo si compongono i colori ?
In Che Modo Percepiamo I Colori ?
L’occhio e il cervello dell’uomo sono in grado di rilevare differenze minime tra i colori. La luce che passa attraverso l’occhio viene regolata dall’iride che controlla la quantità di luce che attraversa il cristallino. Quest’ultimo, a sua volta, fa convergere la luce su una struttura nervosa complessa definita retina, collegata al cervello mediante il nervo ottico. La retina contiene milioni di cellule sensibili alla luce dette bastoncini e coni. I bastoncini vengono attivati solo con la luce fioca e non hanno quasi alcuna influenza in condizioni di visione normali. I coni funzionano con la luce del giorno e contengono elementi chimici sensibili alla luce, chiamati fotopigmenti che rendono ciascun cono sensibile a un particolare intervallo di lunghezze d’onda (rosso, verde o blu). Quando un cono viene stimolato dalla luce con la lunghezza d’onda appropriata, invia un messaggio, un impulso nervoso, al cervello che elabora i segnali provenienti da tutti i coni e li riunisce in un’immagine a colori. L’immagine costituisce la nostra percezione personale. La percezione del colore è determinata principalmente da caratteristiche fisiche, come il tipo di fonte di luce e il coefficiente di riflessione degli oggetti che stiamo guardando. Ma è determinata anche da fattori biologici e fisiologici che sono specifici di ciascun individuo. La salute e le prestazioni dei coni dei nostri occhi, ad esempio, rivestono una grande importanza. Anche il nostro stato d’animo, le esperienze e i ricordi influiscono sui colori che percepiamo. Inoltre, poiché il cervello di ogni persona è unico ed elabora i segnali in modo differente, le percezioni del colore possono essere estremamente soggettive. Due persone che guardano lo stesso oggetto percepiranno un colore leggermente diverso.
Nella stampa, sebbene gli inchiostri dei tre colori primari possano essere teoricamente usati per stampare tutti gli altri colori, si usa anche l’inchiostro nero come quarto colore (o “canale”). Questo per vari motivi. Innanzitutto per una questione economica: l’inchiostro nero è meno costoso dell’inchiostro colorato, quindi, per ottenere il colore nero si può usare un solo inchiostro più economico invece di tre inchiostri colorati. Si ha inoltre la garanzia di un nero più pieno (meno impastato rispetto a quello creato con i tre colori) e un tempo di asciugatura più rapido.
Il cervello riceve gli impulsi nervosi dai bastoncini e dai coni e li riunisce per creare l’immagine che vediamo.
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Modelli Di Colori
La capacità di definire i colori in modo preciso è essenziale ai fini di una corretta riproduzione dei colori. Nel 1931, un comitato noto come CIE (“Commission Internationale de l’Eclairage”) ha fissato valori numerici, quantificando le risposte dell’occhio umano medio a diverse lunghezze d’onda di luce. In base a queste risposte è stato creato lo spazio XYZ.
Lo spettro visibile
Scanner RGB Monitor RGB Duoproof RGB Getto d’inchiostro CMYK Macchina per stampa offset CMYK Macchina per stampa offset in Esacromia
Un modello usato nell’industria delle arti grafiche per descrivere i colori è definito HSV (hue, saturation, value tinta, cromia, valore) La tinta è la proprietà del colore che viene determinata dalle lunghezze d’onda della luce proveniente da un oggetto. Si tratta della proprietà a cui facciamo riferimento quando chiamiamo un colore con il suo nome, ad esempio rosso, porpora o verde bluastro. La cromia, detta anche intensità del colore o purezza, è la chiarezza di un colore, il limite fino al quale non diventa sporco o grigiastro.
I termini usati più di frequente per questi tre fattori sono HSV, HSL (hue, saturation, lightness - tinta, cromia, brillanza) e HVC (hue, value, chroma - tinta, valore, cromia). Queste caratteristiche possono essere illustrate mediante un modello tridimensionale costituito da diversi “dischi” impilati. Un movimento circolare attorno a ciascun disco modifica la tinta. Un movimento verso l’alto da un disco all’altro incrementa la brillanza. Un movimento radiale dal centro di ciascun disco verso l’esterno aumenta la cromia. Il modello ha una forma irregolare poiché l’occhio è più sensibile ad alcuni colori piuttosto che ad altri.
Un modello di colori usato di frequente è il Yxy CIE. In questo caso, viene mostrato solo il grafico xy.
Risposte dell’occhio umano medio stabilite dalla CIE nel 1931.
Modello di colori tridimensionale
Nel modello Yxy CIE, i colori puri sono posizionati su un piano a forma di ferro di cavallo. Il margine inferiore diritto rappresenta i colori ottenuti mescolando lunghezze d’onda rosse e blu da entrambe le estremità dello spettro. Tutte le miscele di colori si trovano all’interno dello spazio racchiuso dal ferro di cavallo e dalla linea diritta. La brillanza è rappresentata dall’asse Y, perpendicolare al piano xy. Sebbene in questo modello le distanze tra i colori non corrispondano a differenze nei colori percepiti, ci consentono tuttavia di valutare le gamme relative dei monitor RGB e le diverse serie di inchiostri da stampa. Con il modello L*a*b*, le distanze tra i colori corrispondono alle differenze nei colori percepiti. Nel 1976 vi è stato un ulteriore passo avanti con la creazione del modello L*a*b* CIE, detto anche CIELAB. In questo modello, L* definisce la brillanza o luminosità, a* indica il valore compreso tra rosso e verde: valori a* positivi appariranno rossastri, valori a* negativi verdastri. b* indica il valore tra giallo e blu: valori b* positivi appariranno giallastri, valori b* negativi bluastri. Tutti i colori della stessa brillanza si trovano su un piano e la brillanza varia verticalmente. Nell’insieme, questo modello richiama il modello HSV.
Modello *a*b* CIE Bianco L*
Il valore, definito anche brillanza o luminosità, indica quanto è chiaro o scuro un colore, quanto è vicino al bianco o al nero. Il valore è la proprietà che determina, ad esempio, se un colore è rosa chiaro o nero rossastro. La luminosità rappresenta anche la forza o l’ampiezza della luce che stimola i coni all’interno della retina dell’occhio. L’ampiezza della luce aumenta con la luce più forte e diminuisce man mano che la luce si indebolisce.
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Modello Yxy CIE
-b Verde -a*
Rosso +a* b
Nero
Tinta - Cromia - Brillanza
Tinta - Cromia - Brillanza
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Perché La Gestione Del Colore ?
Proprio come la percezione del colore varia da un individuo a un altro, nel processo per la riproduzione dell’immagine ogni periferica - di input, di visualizzazione, di output - per elaborare i colori si basa su un metodo differente. La tecnologia usata da ciascuna macchina limita la gamma di colori che la macchina è in grado di scansire o visualizzare. Questo intervallo di colori viene definito gamut. A seconda della periferica, alcuni colori si troveranno al di fuori del suo spazio cromatico e quindi non potranno essere elaborati. Ad esempio, le macchine da stampa che usano inchiostri CMYK comuni non riescono a stampare facilmente i blu profondi e i rossi profondi, dato che questi si trovano al di fuori del loro spazio cromatico. Allo stesso modo, spesso i monitor forniscono una visualizzazione scadente di alcuni colori, ad esempio i gialli caldi. Le differenze nello spazio cromatico possono rovinare un’immagine durante le varie fasi della lavorazione. Ad esempio, un blu particolare potrebbe trovarsi all’interno dello spazio cromatico del monitor di un grafico, ma all’esterno di quello di una stampante standard a colori. Sul monitor, il blu apparirà saturo. Tuttavia, dopo essere stato inviato a una macchina da stampa che usa inchiostri standard per la quadricromia, il grafico potrebbe avere una spiacevole sorpresa: il blu che sembrava perfetto sullo schermo potrebbe risultare troppo desaturato. Perfino stampanti a colori diverse che si basano sulla stessa tecnologia possono avere spazi cromatici differenti. Un determinato colore può essere stampato bene su un tipo di stampante ma non su un altro. I colori degli inchiostri da stampa di tipo commerciale tendono ad essere piuttosto impuri. I produttori di inchiostri saltano l’operazione di raffinamento, che consente di ottenere colori estremamente puri, in modo da ridurre i costi degli inchiostri. Altri tipi di stampanti, specie quelle usate per tirature più basse, ad esempio stampanti a getto d’inchiostro o macchine per la stampa digitale, usano spesso inchiostri o toner in grado di offrire colori più puri rispetto a quelli degli inchiostri per le macchine da stampa. Dato che i colori più puri forniscono uno spazio cromatico più ampio, queste stampanti dispongono di spazi cromatici più grandi rispetto a quelli delle macchine da stampa che usano inchiostri comuni e stampano quindi colori che queste non riescono a stampare. Questo fatto potrebbe causare difficoltà a un grafico che nello studio usa una stampante a getto d’inchiostro. Potrebbe essere uno shock stampare un lavoro e scoprire che i colori di un’immagine sono cambiati in modo notevole in qualche punto tra la scansione e la stampa della pagina. In una situazione ideale, dovrebbe esistere una perfetta uniformità e prevedibilità del colore. Dovremmo poter eseguire la scansione di una foto, visualizzarla su un monitor e non rilevare alcuna differenza tra l’originale e l’immagine visualizzata. Inoltre, stampando l’immagine, non dovremmo riscontrare alcuna differenza tra la stampa e l’immagine visualizzata sul monitor. Sfortunatamente, questo tipo di uniformità e prevedibilità del colore non esiste spontaneamente, ma è necessario faticare per ottenerla.
Mappatura percettiva Tutti i colori dello spazio cromatico originale, o la maggior parte di essi, vengono modificati, ma i rapporti tra i colori rimangono. L’occhio umano è più sensibile ai rapporti tra i colori piuttosto che alla lunghezza d’onda specifica di un colore. Poiché questo metodo preserva tali rapporti, la maggior parte delle persone non sarà in grado di dire se i colori dell’immagine sono stati modificati.
Origine = Scansione RGB
Nuova riduzione della gamma originale all’interno della gamma della periferica di destinazione
A A’ B’ B
Destinazione = CMYK
Mappatura colorimetrica assoluta I colori che non possono essere visualizzati nello spazio cromatico di destinazione vanno semplicemente perduti (tagliati al limite dal gamut).
Origine = Scansione RGB
Sostituzione dei valori originali al di fuori del gamut verso il limite del gamut di destinazione.
A
A’
B=B’
B Destinazione = CMYK
Mappatura colorimetrica relativa I colori che si trovano al di fuori del gamut della periferica di output verranno sostituiti all’interno del gamut di destinazione, conservando la brillanza e la tonalità del colore.
Origine = Scansione RGB
Sostituzione dei valori originali all’esterno del gamut di destinazione
A
Sono due gli elementi che rendono rischiosa la previsione del colore: 1. Differenze tra i gamut delle varie periferiche del processo di produzione. 2. Deviazioni dalle prestazioni standard di una periferica in un punto qualsiasi del processo di produzione. Per fortuna, un sistema CMS (Color Management System - sistema per la gestione del colore) può risolvere questi problemi e fornire l’uniformità e la prevedibilità del colore desiderate. Il CMS gestisce le differenze tra gli spazi cromatici delle periferiche usate nel processo di produzione, legge i dati della scansione RGB dei colori all’interno dello spazio cromatico della CIE e li converte in selezioni CMYK. Questa trasformazione, che si basa su algoritmi di conversione professionali, può anche trasformare dati di immagini CMYK in altri dati CMYK per una particolare periferica di output o ai fini della riproduzione. Al sistema CMS si possono “insegnare” le caratteristiche di una determinata attrezzatura. Questa operazione si chiama caratterizzazione. L’insieme delle caratteristiche di ciascun dispositivo del processo di produzione verrà memorizzato dal CMS come un profilo. Dopo aver stabilito i profili delle periferiche, il CMS corregge automaticamente il colore in base a tali caratteristiche.
A’
B
B’=B
Destinazione = CMYK
Mappatura della saturazione Tutti i colori vengono ridotti alla saturazione più brillante possibile. La cromia rimane la stessa ma la brillanza può variare.
Origine = Scansione RGB
Estensione dei valori originali fino al margine del gamut di destinazione
A A’
Metodi di mappatura La maggior parte dei sistemi di gestione del colore consente di eseguire una nuova mappatura dei colori utilizzando metodi diversi a seconda del tipo di immagini usate, ad esempio immagini a tono continuo, colori accostati o immagini create al computer.
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B
B’
Destinazione = A getto d’inchiostro RGB
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È importante notare che le periferiche, siano esse una fotocamera digitale o uno scanner, rispondono in modo diverso alle stesse informazioni sul colore, come accade anche per noi, dato che individui con sistemi diversi di sensibilità visiva percepiscono i colori in modo differente uno dall’altro. In effetti, per la stessa immagine i vari tipi di input forniranno colori leggermente differenti. Allo stesso modo, anche marche diverse dello stesso tipo di attrezzo forniranno colori leggermente diversi una dall’altra. Per di più, perfino due sistemi identici, con la stessa etichetta e prodotti dallo stesso costruttore, possono rilevare colori diversi uno dall’altro. Le caratteristiche della fonte di luce, ad esempio la sua età, i filtri usati e il percorso ottico lungo il quale l’immagine si sposta durante la scansione, possono introdurre discrepanze nei colori. Per creare un’immagine digitale, la carica analogica generata dagli elementi del CCD viene quantizzata in una serie finita di passaggi mediante un convertitore A/D. A ogni passaggio viene assegnato un unico numero binario che rappresenta una determinata tonalità o livello di grigio.
Gamut della scansione RGB
Scanner CCD
Originale opaco Immagine scansita
Obiettivo
Le periferiche di input RGB riducono la gamma di colori visibili a una palette limitata. A ogni pixel è assegnato il colore della palette che si avvicina maggiormente all’immagine originale. Più grande è la palette e più accuratamente viene descritta l’immagine originale.
CCD-chip
Fonte di luce Originale trasparente
Specchio Obiettivo
Posterizzazione & convertitori A/D
Immagine scansita
Qui le giunzioni tra le tonalità si possono vedere. Il termine quantizzazione viene spesso usato per ‘criticare’ la qualità, implicando passaggi digitali eccessivamente grandi che causano la posterizzazione.
Ruota con i filtri per i colori
Chip del CCD con rivestimento RGB
Convertitore A/D Bassa quantizzazione
Alta quantizzazione
Fonte di luce
Dettagli relativi al CCD
Dettagli relativi al CCD I dispositivi ad accoppiamento di carica sono costituiti da migliaia di minuscoli recettori sensibili (elementi). I dispositivi CCD convertono i vari livelli di luce variabili in segnali digitali. I singoli elementi del CCD in una matrice hanno una sensibilità leggermente diversa uno dall’altro. A sinistra: Un CCD trilineare.
Intensità della luce
Gli scanner a letto piano sono dotati di una matrice CCD lineare disposta su una fila su un singolo chip di silicio. Il movimento longitudinale della fonte di luce all’interno dello scanner, insieme a uno specchio, dirige le righe consecutive dei dati dell’immagine sulla matrice CCD statica, tramite un secondo specchio e un obiettivo messo a fuoco in modo sincrono. L’intera lunghezza di un’immagine viene letta simultaneamente come una riga.
Trasferimento dei dati del CCD
Celle del CCD
La luce di un determinato colore e di una data intensità, cadendo su ogni elemento del CCD crea una carica elettrica proporzionale all’interno di esso.
Intensità della luce
L’esposizione di un elemento del CCD alla luce produce un aumento corrispondente della carica elettrica all’interno dell’elemento. Il numero di livelli generati dal convertitore A/D dipende dalla sua struttura. Un convertitore a 3 bit limita l’intero gamut a 8 livelli di grigio, come mostrato.
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Specchio
Specchio
Conversione A/D
Con gli scanner a letto piano, la luce viene riflessa dall’originale su una serie di CCD rivestiti di filtri che scompongono la luce nei suoi componenti RGB. Il numero di elementi del CCD nello scanner determina la risoluzione della scansione. Con gli scanner a tamburo, una fonte di luce viene spostata, mediante piccoli movimenti, sull’intero originale. La luce riflessa viene quindi fatta passare attraverso un tubo fotomoltiplicatore che scompone la luce nei suoi componenti RGB. Un altro schema converte le informazioni analogiche della luce in selezioni CMYK digitali.
Gamut CIE completo
Conversione A/D
Limiti Dell’Input
Ciascuno dei sistemi di input, scanner CCD, fotocamere digitali e scanner a tamburo, è disponibile presso molti produttori diversi. Indipendentemente dal tipo o dalla marca, il funzionamento di tutte le periferiche di input è più o meno lo stesso: eseguono l’esposizione dell’originale mediante la luce e misurano la quantità di luce rossa, verde e blu riflessa da o trasmessa attraverso l’oggetto. Dopo essere stati convertiti in dati digitali, i valori vengono memorizzati su un disco del computer. Alcuni scanner salvano i dati RGB originali, mentre gli scanner più vecchi li convertono automaticamente in CMYK, limitando drasticamente la quantità di colori nella gamma.
Conduttore di carica
Questa carica analogica viene sistematicamente fatta passare attraverso catene di celle fino a un convertitore A/D, dove viene campionata in dati digitali.
CCD
Chip del convertitore analogico/digitale
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Profondità Dei Bit
Le immagini a mappa di bit vengono descritte pixel per pixel. Il colore di ogni pixel viene registrato nella memoria del computer usando uno o più bit del computer. Il numero di bit usati per memorizzare le informazioni per un solo pixel viene definito profondità dei bit del file. Maggiore è il numero di bit usati e maggiore è il numero di colori diversi che può avere un pixel. Un bit di informazioni può descrivere uno solo tra due valori (0 per off, o 1 per on). Quindi, in un’immagine in cui la profondità dei bit è 1 bit, ciascun pixel è off o on e non esistono livelli intermedi. Se l’immagine a 1 bit stava pilotando il canale rosso sullo schermo di un computer, ogni pixel dell’immagine sarebbe nero “off” o completamente rosso “on”. Aumentando la profondità dei bit di uno, il numero di valori validi per ciascun pixel raddoppia, per cui in un’immagine a 2 bit, ogni pixel può avere un valore su quattro. Ancora una volta, presupponendo che l’immagine stesse pilotando il canale rosso di un monitor, ogni pixel potrebbe essere nero, rosso più scuro, rosso chiaro e completamente rosso. La maggior parte degli scanner desktop a colori usa una profondità di 24 bit, ovvero 8 bit per ognuno dei tre colori. In questo modo, ogni colore di ciascun fosforo può essere una delle 256 (28) sfumature, e ciò fornisce uno spazio cromatico RGB contenente oltre 16,7 milioni di colori. Maggiore è la profondità dei bit e più realistica risulterà l’immagine. A 24 bit per pixel i file digitali sono in grado di rappresentare le immagini in modo fotograficamente realistico. I file dei colori separati in canali CMYK distinti usano 32 bit (8 bit ogni 4 canali). Alcuni scanner e software per il ritocco dell’immagine iniziano anche a supportare un colore a 48 e perfino a 64 bit. La scansione con profondità dei bit così elevate consente una straordinaria fedeltà del colore, ma crea anche file estremamente grandi e una quantità di informazioni superiore a quella che la maggior parte del software è in grado di gestire.
Profondità dei bit 1 bit
8 Bit 8 bit
In un sistema a 8 bit, ciascun pixel può essere una delle 256 (28) sfumature di grigio o colore. (detto anche “colore indice”)
256 colori (28) 0 1
00100110 10111001
Maggiore è il numero di bit usati e maggiore è il numero di colori diversi che possono essere memorizzati dal computer. 00000000
11111111
24 Bit
1 Bit
2 colori (21)
16 milioni di colori
La maggior parte degli scanner desktop a colori e del software gestisce un colore a 24 bit che fornisce oltre 16,7 milioni di colori, combinando le 256 sfumature disponibili per ciascuno dei colori primari. A 24 bit per pixel, i file digitali possono rappresentare le immagini in modo fotograficamente realistico. (detto anche “colore puro”)
(224) 0
1
Un pixel descritto da un solo bit può essere uno solo tra due colori, nero o bianco. Man mano che si aggiungono bit, il numero di colori che possono essere descritti aumenta in modo esponenziale. 000000000010101011101010
48 Bit
2 Bit
4 colori (22)
Milioni di colori
Quando un file d’immagine si basa su più di 24 bit per pixel, alcuni software sfruttano le informazioni supplementari per determinare quali sono i colori nella serie più ampia che appaiono più di frequente e, successivamente, usano i colori più importanti quando i dati vengono campionati fino a 24 bit.
(248) (=281.474.976.710.656 milioni) 00
11
Una profondità di 2 bit aggiunge due tonalità di grigio al nero e al bianco, per un totale di 4 livelli.
14
0000000000000000 00001111010101010 1111111100000101
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Caratterizzazione Delle Periferiche Di Input
L’obiettivo di un sistema di gestione del colore è quello di fornire uniformità e prevedibilità del colore attraverso l’intero processo di lavorazione. Il CMS fa tutto questo correggendo le differenze nel colore introdotte da ciascuna periferica, garantendo così una coerenza nella riproduzione. Il primo passaggio importante quando si esegue la configurazione del CMS è la calibrazione della periferica di input in modo che rilevi i piccoli cambiamenti di colore che quella particolare periferica introduce ogni volta che si esegue la scansione di un’immagine. La calibrazione deve essere effettuata in condizioni ottimali.
Gamut CIE completo
Conoscere il proprio gamut
Toni scuri
Toni medi
Toni chiari
Colori CMYK
Colori RGB
Campioni di spazio cromatico *a*b CIE (detto anche CIELAB) vengono usati per creare standard di riferimento definiti grafici IT8. Agfa è uno degli unici tre produttori al mondo ad assumersi l’arduo compito di garantire che i colori su queste schede corrispondano esattamente ai valori forniti dallo standard ISO. La determinazione dello spazio cromatico della periferica di input è essenziale per una buona gestione del colore. Valori ideali, sotto forma di modelli IT8 (vedere a sinistra) vengono forniti su un floppy disk.
La caratterizzazione di una periferica di input è un’operazione semplice. Al dispositivo viene fatta eseguire la scansione di un’immagine di riferimento contenente macchie di colore ben definite e questi risultati “misurati realmente” fanno riferimento ai valori “ideali” misurati con uno spettrofotometro nel laboratorio del produttore e forniti su un floppy. Le due serie di dati vengono riunite per ottenere un profilo completo che indica dove quel particolare scanner differisce dal valore ideale. Poiché la caratterizzazione è così importante, la maggior parte dei nuovi scanner vengono forniti con entrambi gli elementi necessari per eseguirla: 1) Un’immagine di riferimento (normalmente il modello IT8). 2) Una serie di valori di riferimento per quella stessa immagine.
Gamut della scansione RGB
Attualmente, ci basiamo su due grafici essenziali per l’input. Rispetto al grafico IT8 7/1, si possono misurare i valori del colore per trasparenza, letti da uno scanner o da un’altra periferica di input, mentre il grafico IT8 7/2 viene usato per misurare il colore per riflessione.
Carnagioni e altri colori che compaiono spesso in natura (selezionabili dal produttore).
Flusso di lavoro
Messa a fuoco e angolo di definizione della densità
Una volta che il CMS capisce quali sono le singole caratteristiche dello scanner, ogni volta che si esegue una scansione sarà in grado di eseguire la correzione in base ad esse. Supponiamo che lo scanner fornisca risultati leggermente scuri nei blu e chiari nei rossi. Una volta che il CMS lo sa, controllerà i blu e adatterà i rossi di conseguenza, al fine di garantire un risultato che corrisponda all’ideale. Tutti i sistemi di gestione del colore dipendono dai profili delle periferiche che memorizzano le caratteristiche dei colori di ogni modello di periferica di input, descritte in base al modello di colori CIE indipendente dal dispositivo. I profili generici già pronti delle periferiche con i quali vengono forniti alcuni sistemi di gestione del colore descrivono le specifiche del produttore per quanto riguarda il prodotto. Tuttavia, talvolta i profili sono poco accurati e il risultato della periferica non corrisponde alle specifiche. Per portare il profilo in linea con le specifiche previste, è necessaria una calibrazione regolare.
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Profilo dell’input
Avvio
Calibrazione
Accendere la periferica di input e lasciare che si riscaldi fino a raggiungere la temperatura operativa.
Calibrare la periferica di input e regolare tutti i parametri in modo che riflettano le condizioni di funzionamento normale
Applicare il modello di riferimento
Elaborazione della gestione del colore
Test e applicazione del profilo nel processo di lavorazione
Eseguire la scansione del modello di riferimento IT8.7/2.
• leggere i valori della scansione • confrontarli con i valori di destinazione originali forniti dal modello CIE • il software CMS crea un profilo di colori
Dopo aver installato il profilo nel CMS, eseguire alcuni test per controllare se il profilo fornisce un buon risultato
Aver cura di disattivare tutti i parametri relativi alla deretinatura, alla nitidezza o alla curva caratteristica
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Limitazioni Del Monitor
Sul video di un computer o di una TV non è facile ottenere una riproduzione precisa dei colori. È praticamente impossibile visualizzare su un monitor i colori esatti di un’immagine su carta. Questo perché i colori sul monitor e sulla carta vengono prodotti mediante due processi fisici completamente diversi. I colori di un’immagine digitalizzata sono espressi in valori binari. Poiché i monitor sono dispositivi analogici, per ottenere i colori sul monitor i dati binari devono essere convertiti in modo da creare i livelli di energia elettrica corrispondenti necessari. Per eseguire questa trasformazione, i computer usano un componente hardware definito scheda video. Le visualizzazioni dei colori variano notevolmente da un monitor a un altro. Una marca può visualizzare il blu puro come tendente al turchese, mentre un’altra come tendente al violetto. Specifiche di produzione diverse non sono l’unica variabile. Un’altra è la temperatura del monitor: dopo essere rimasto acceso per parecchie ore, lo stesso monitor può fornire una visualizzazione diversa dei colori. Anche l’età dell’hardware influenza l’uniformità delle visualizzazioni dei colori, dato che col passare del tempo si verifica un degrado dei fosfori. Infine, anche le fonti di luce esterne all’ambiente di lavoro sono molto importanti, poiché, quando colpiscono la superficie esterna dello schermo, vanno a fondersi con il colore emesso dal monitor.
Gamut CIE completo
Gamut del monitor RGB
Parametri del gamut del monitor
Per produrre i colori, i monitor eccitano fosfori rossi, verdi e blu mediante un raggio regolare e ampio di elettroni generati da un tubo a raggi catodici situato dietro la superficie di vetro opaca. Questa superficie - lo schermo del monitor - inizialmente è di colore nero. Gli elettroni che colpiscono i fosfori creano la luce rossa, verde e blu e varie combinazioni di essa. Quando tutti i fosfori rossi, verdi e blu sono illuminati contemporaneamente, lo schermo diventa bianco.
Il monitor è in grado di visualizzare solo i colori inclusi nella propria gamma. Quelli che non riesce a ottenere completamente uguali, verranno resi in modo approssimativo. La conseguenza di una tale discrepanza può essere evitata usando un sistema CMS.
Luminosità e contrasto
Per i monitor esistono diverse maschere per i toni scuri. I fosfori, sempre rossi, verdi o blu, possono essere disposti in varie combinazioni. Il risultato finale proiettato sulla superficie di vetro opaca dello schermo rimane più o meno lo stesso.
La regolazione manuale della luminosità e del contrasto del monitor modifica le cariche analogiche dell’input inviate dalla scheda video al tubo a raggi catodici. Questo può alterare notevolmente la saturazione dei colori e la luminosità visualizzata. È importante notare che i monitor moderni in genere dispongono di un proprio software di autocalibrazione. Una calibrazione regolare del monitor, preferibilmente ogni volta che cambiano le condizioni di lavoro ambientali, è essenziale per garantire l’uniformità del colore.
La scheda video La funzione principale della scheda video è quella di elaborare le informazioni visualizzate relative al colore. La scheda video usa tabelle di consultazione dei colori e un convertitore da digitale ad analogico per coordinare le informazioni digitali e analogiche sui colori. Dal tipo di scheda video e dalla precisione delle tabelle di consultazione dei colori dipenderà la qualità del processo di conversione.
Controllo della luminosità
Controllo del contrasto
La luminosità e il contrasto possono essere regolati manualmente sul monitor. Per quanto riguarda la gestione del colore, questi pulsanti rivestono un’importanza ancora maggiore di quanto si potrebbe immaginare. È necessario impostarli ai livelli che corrispondono all’ambiente di lavoro quotidiano.
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Caratterizzazione Dei Monitor
Un’altra funzione del sistema di gestione del colore è quella di garantire che il monitor del computer fornisca la rappresentazione più precisa possibile dei colori di una data immagine. Per eseguire questa procedura, come prima cosa il CMS analizza in che modo si comporta il monitor in condizioni controllate. Per una corretta caratterizzazione, è necessario impostare sul monitor quattro elementi di calibrazione: luminosità, contrasto, livelli del gamut e temperatura del punto del bianco. I livelli di luminosità e contrasto vengono impostati manualmente. I livelli del gamut e la temperatura del punto di bianco del monitor vengono impostati all’interno del software del monitor e, in genere, si possono regolare dal pannello di controllo incluso nel software del sistema. La successiva fase cruciale del processo di caratterizzazione implica l’uso di un esposimetro o colorimetro e, talvolta, di uno spettrofotometro. Questi dispositivi per la misurazione dei colori sono generalmente dotati di un ventosa di gomma che viene appoggiata direttamente sulla parte anteriore del monitor, come una microcamera fissata sullo schermo del computer. Il CMS controlla il monitor e gli chiede di visualizzare diversi colori sullo schermo. Il dispositivo misura i colori emessi realmente dal monitor e invia questi dati al CMS. Quest’ultimo crea quindi un profilo delle prestazioni del monitor confrontando i valori dei colori reali misurati con i valori dei colori ideali che avrebbero dovuto essere visualizzati.
Gamut CIE completo
Gamut del monitor RGB
Conoscere il proprio gamut di colori Il livello del gamut del monitor definisce il rapporto tra i valori dei colori di input, memorizzati sul disco del computer, e i valori dei colori di uscita, ovvero i colori visualizzati sullo schermo. Il livello del gamut (così come il livello del punto di bianco) può variare in base all’età del computer e alla temperatura.
Senza il supporto di un CMS, a mano a mano che la temperatura Kelvin del punto di bianco del monitor aumenta, l’immagine sembra più blu. Il CMS fa sì che l’immagine appaia sempre uguale, che sia su un monitor con un punto del bianco di 5000K o di 9000K.
Il punto di bianco del monitor è il colore risultante dal funzionamento alla massima intensità dei canali rosso, verde e blu. In alcuni monitor, il bianco tende verso il blu, in altri verso l’arancio o un’altra tonalità. L’impostazione del punto di bianco in modo tale che corrisponda alla luce sotto la quale verranno visualizzate le stampe e le prove colore aiuta la standardizzazione del colore in diverse fasi della produzione. Quando il CMS chiede al monitor di visualizzare un “rosso puro”, invece di questo colore il monitor può visualizzare un rosso contenente l’1% di blu. Le informazioni lette dal dispositivo (esposimetro, colorimetro o spettrofotometro) vengono inviate al CMS, il quale deduce che questo particolare monitor tende verso il blu. Per il futuro, il CMS sa che, per compensare tali discrepanze del monitor, dovrà sottrarre l’1% di blu da ogni colore elaborato.
5000K
6500K
9000K
La procedura di caratterizzazione
Pannello di controllo del monitor
Alcuni sistemi di gestione del colore non richiedono una procedura di misurazione completa ogni volta che i parametri del punto di bianco o dei livelli del gamut vengono modificati: possono infatti adattarsi automaticamente a un nuovo punto di bianco, a dei nuovi livelli del gamut o a entrambi. profilo del monitor
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Avvio
Calibrazione
Accendere il display e lasciare che si scaldi fino a raggiungere la temperatura operativa
Impostare le condizioni controllate per luminosità, contrasto e fonti di luce esterna così come apparirebbero in condizioni operative normali
Applicazione del modello di riferimento
Programmazione della gestione del colore
Test e applicazione del profilo nel processo di lavorazione
Applicare la calibrazione del colore al monitor
• Dopo la misurazione, i valori dei modelli vengono letti nel software del CMS • Il software del CMS confronta i valori RGB inviati al monitor con i valori della misurazione • Il software del CMS crea un profilo dei colori
Dopo l’integrazione del profilo dei colori nel software del sistema, eseguire alcuni test per controllare che il profilo fornisca il risultato desiderato.
Richiamare sullo schermo i modelli di riferimento
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Limiti Dell’Output
Attualmente esistono vari dispositivi di stampa: stampanti desktop, stampanti per prove colore, macchine per la stampa digitale e macchine per la stampa offset tradizionale, la rotocalcografia e la flessografia. Ogni dispositivo si basa su una diversa tecnologia. Vi sono differenze notevoli tra gli inchiostri per la stampa offset, per le stampanti a getto d’inchiostro, i toner per le macchine per la stampa digitale e gli inchiostri per la rotocalcografia. Di conseguenza, esistono differenze significative tra gli spazi cromatici delle varie stampanti utilizzate nel processo di produzione. Se non si usa un CMS per correggere le differenze tra gli spazi cromatici, la stessa immagine avrà senz’altro un aspetto diverso a seconda della stampante su cui verrà eseguita l’uscita. Sebbene la stampa in quadricromia sia la tecnica più usata dalla stampa a colori, sono in via di sviluppo anche metodi basati sull’aggiunta di altri colori. Uno di tali metodi è HiFi Color™ che per la stampa a colori si basa su più di quattro colori primari. Molti produttori hanno sviluppato algoritmi per le selezioni e la stampa HiFi Color. Ognuno usa tecniche differenti e perfino colori primari diversi, ma tutti offrono un gamut più ampio rispetto a quello della stampa in quadricromia.
Gamut CIE completo
L’intero spettro dei colori esistenti, così come viene definito nel modello Yxy CIE, raramente viene ottenuto da un dispositivo di stampa o di prestampa.
Gamut RGB
CMYK
Hexachrome
Lo spazio cromatico dello scanner è limitato. I colori delle immagini che registra sono guidati dai colori che lo scanner è in grado di supportare. Gli altri vengono resi in modo approssimativo.
Stampatori e macchine da stampa offset stampano in CMYK e supportano un gamut diverso da quello dello schermo del monitor. Altre discrepanze nei colori possono essere causate dalla conversione da RGB a CMYK.
Come colori primari del processo, il colore HiFi si basa su più di quattro colori. La stampa in HiFi amplia lo spazio cromatico, specie la palette degli aranci e dei verdi.
Originale ideale
RGB
CMYK
Hexa
Schermo del monitor
Internet
A getto d’inchiostro
A sublimazione
Stampante a toner
Stampante per flessografia
Proiettore
Riproduttore di diapositive
Stampante per tono continuo
Stampante a getto d’inchiostro per grandi formati
Offset CMYK
Offset in esacromia
Il metodo Hexachrome™ (di Pantone® Inc.), ad esempio, usa sei inchiostri da stampa: cyan, magenta, giallo e nero (tutti leggermente diversi dagli inchiostri CMYK tradizionali) più un verde e un arancio particolari. Questo fa sì che Hexachrome risulti la tecnica più appropriata per le molte macchine da stampa a sei colori installate in tutto il mondo.
22
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Caratterizzazione Delle Periferiche Di Output
La stessa immagine, stampata su periferiche di output diverse può dare risultati differenti. Da qui la necessità di calibrare in modo adeguato la periferica di output.
Gamut CIE completo
Gamut CMYK Elevata quantità di inchiostro totale per controllare la densità
La procedura di caratterizzazione della periferica di output è simile a quella di uno scanner o di un monitor. In questo caso, è meglio eseguire una stampa dello standard di riferimento IT8 7/3 che contiene 928 piccole macchie di vari colori (definite in valori CMYK).
Il CMS confronta i valori CMYK del modello di riferimento IT8 con le letture misurate mediante uno spettrofotometro La tavola IT8 7/3 è un file elettronico che può essere inviato a una periferica di output per determinarne il gamut. Le tavole di riferimento dei colori standardizzate sono indispensabili per la caratterizzazione e la calibrazione dei dispositivi. Per misurare i valori esatti delle varie macchie di colore si usa un colorimetro o uno spettrofotometro.
Ombre
Macchie CMY piene
Angoli di definizione della densità CMYK per controllare lo schiacciamento del punto
Grigi neutri stampati con CMY (e in alcuni casi K) per controllare il bilanciamento dei grigi
La procedura di caratterizzazione
angolo di calibrazione definito dal produttore
È importante ricordare che il profilo creato per una particolare situazione non sarà valido per un’altra, ovvero in una in cui uno o più parametri sono stati modificati. Controllare regolarmente la situazione e non esitare a eseguire una nuova caratterizzazione della periferica di output. Alcuni dei migliori sistemi di gestione del colore attualmente disponibili offrono la possibilità di misurare e confrontare (su schermo) il profilo che viene creato con l’ultimo profilo memorizzato. In questo modo è possibile decidere se integrare o meno il nuovo profilo.
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Colori saturati con 20% di nero
Lo standard IT8.7/3 è il modello di riferimento per la caratterizzazione dell’uscita.
Ogni macchia di colore sul modello IT8 7/3 stampato viene misurata mediante un colorimetro o uno spettrofotometro. Leggendo i valori dei colori delle diverse macchie, il CMS confronta i colori reali stampati con il valore CMYK originale di ciascuna macchia di colore. In questo modo, il CMS è in grado di creare un profilo completo della stampante. Una volta che tale profilo è stato creato, il CMS eseguirà automaticamente le regolazioni necessarie sulle informazioni relative ai colori inviate alla stampante. Ad esempio, se le misurazioni del grafico del test mostrano che la maggior parte delle macchie del test sono un po’ troppo rosse, il CMS può fornire una compensazione riducendo la quantità di rosso nelle immagini. Prima di stampare il modello IT8 7/3, occorre definire una situazione ambientale stabile in cui tutti i parametri di output risultino uguali a quelli del momento in cui, eventualmente, si eseguirà la stampa. Il supporto usato (carta o altro materiale), l’inchiostro, le tecniche di retinatura e perfino la temperatura dell’ambiente di lavoro possono influenzare la precisione della caratterizzazione.
Colori saturati senza nero
profilo dell’output
Avvio
Calibrazione
Applicazione del modello di riferimento
Programma per la gestione del colore
Test e applicazione del profilo nel processo di lavorazione
Accendere la periferica di output e regolarla per le condizioni di funzionamento normale.
Eseguire la calibrazione in base agli standard delle specifiche normali.
Eseguire l’uscita del modello di riferimento IT8.7/3
• dopo la misurazione, i valori delle macchie per la densità del colore vengono letti nel software per la gestione del colore • le misurazioni vengono confrontate con i valori CMYK inviati alla stampante • il software per la gestione del colore crea un profilo dei colori
Dopo aver installato il profilo dei colori nell’applicazione, eseguire alcuni test per controllare se il profilo fornisce il risultato desiderato
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Selezione Colore
Una volta che il progetto di un’immagine è stato completato, viene inviato al RIP per la preparazione alla stampa. La funzione del RIP è quella di prendere il file dell’immagine, così come è stato creato dal grafico, e convertirlo nel modello di goccioline d’inchiostro che formeranno l’immagine sul foglio di carta. Poiché i dispositivi di stampa attuali stampano ogni colore indipendentemente da quello successivo, ciascun colore ha la propria mappa di bit. Il RIP suddivide il file dell’immagine in quattro nuovi file che contengono le informazioni sulla mappa dei bit. Questi nuovi file vengono definiti selezioni colore.
Carta lucida
Selezione colore
Carta opaca
La tecnica per creare le mappe di bit viene definita retinatura. Fino a venti anni fa, le mappe dei bit venivano create proiettando le immagini attraverso un retino a maglie sottili su una pellicola o una lastra da stampa. I punti corrispondevano esattamente ai fori del retino (da qui il nome retinatura). Nonostante la retinatura sia una procedura ormai collaudata, la creazione delle selezioni colore è un compito più complesso. Sebbene la creazione della mappa di bit sia semplice, I RIP fanno molte altre cose contemporaneamente. Devono compensare le distorsioni che verranno introdotte dalle stesse macchine da stampa, ad esempio modifiche nella dimensione dei punti e registro errato. I RIP moderni usano tecniche sofisticate per migliorare la qualità dell’immagine stampata.
Sostituzione del nero Nella stampa, i tre colori primari sono cyan, magenta e giallo e, almeno in teoria, usando questi tre colori è possibile ottenere qualsiasi colore. Allora perché si parla di stampa in quadricromia, includendo un quarto canale nero o “K” ? Una delle ragioni per usare un quarto canale nero è quella di ridurre i costi degli inchiostri. Sebbene sia possibile stampare i grigi e il nero usando cyan, magenta e giallo, così facendo si utilizzano tutti e tre i colori contemporaneamente, sulla stessa parte dell’immagine, e ciò risulta costoso. Inoltre, il nero creato con una combinazione dei tre colori appare “opaco” - un fenomeno collegato all’impurità degli inchiostri - e la stampa dei neri ricavati dai tre colori può causare un accumulo di inchiostro che rovina l’asciugatura. L’uso dell’inchiostro nero garantisce all’uscita un nero più nitido. (Per i curiosi, la “K” usata per indicare il nero deriva dall’uso nell’ambiente fotografico del termine “key” per migliorare i toni scuri)
Carta assorbente
Gray Component Replacement
Influenza su tutti i colori
Esempi GCR per il colore C40, M90, Y60
In questo grafico, il grigio di CMY viene indicato come un grigio leggero. In altre configurazioni di GCR, parti differenti di tale grigio (indicato come grigio scuro) vengono trasformate in nero. L’effetto della riduzione dei costi degli inchiostri appare osservando le curve CMY nel grafico a destra. Più salgonó le curve CMY e meno inchiostro viene usato sulla macchina da stampa.
C
M
Y
Cyan
Magenta
Dopo la stampa del modello di riferimento IT8 7/3, il CMS elabora i valori generati al fine di compensare, da quel momento in poi, lo schiacciamento del punto presente. Fattori che contribuiscono allo schiacciamento del punto sono: la qualità della carta, specie l’assorbenza, le proprietà dell’inchiostro e le capacità della stampante, della stampante per prove colore o della macchina da stampa. Per mostrare con precisione il colore finale, il sistema per la prova colore dovrebbe simulare anche lo schiacciamento del punto previsto.
Giallo
Nero
Nessuna
Leggera
C
M
Y
K
Pesante
C
M
Y
K
Under Color Removal
Influenza solo su colori neutri
L’UCR del grigio funziona solo sui colori neutri. In questo grafico, il grigio di CMY viene indicato come un grigio leggero. La parte di questo grigio che viene trasformata in nero viene indicata come grigio scuro.
C
M
Leggera
Y
Pesante
C
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Una retinatura è composta da milioni di punti microscopici disegnati dal raggio laser di un plotter PostScript o di un film recorder. Durante la preparazione della pellicola e il processo di stampa i punti sono soggetti a distorsione. Ad esempio, quando i punti vengono trasferiti dalla pellicola alla lastra da stampa, al caucciù e alla carta, le loro dimensioni tendono ad aumentare, producendo sulla carta colori più scuri rispetto a quelli creati sulla pellicola. L’incremento delle dimensioni viene definito schiacciamento del punto.
K
Esempi UCR per C80, M70, Y70
Per la sostituzione dei colori vengono usate due tecniche: UCR (undercolor removal) e GCR (gray component replacement). UCR usa l’inchiostro nero per sostituire gli altri colori nelle zone d’ombra di un’immagine e nelle sfumature neutre. GCR implica una sostituzione più generale in cui il nero viene sostituito in un intervallo di colori più ampio (per le tonalità neutre e per i componenti grigi dei colori desaturati).
Schiacciamento del punto
M
Y
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Principi Della Prova Colore Digitale
In ciascuna fase del processo di prestampa e di stampa, le prove colore forniscono un metodo per garantire che l’aspetto di un lavoro sia quello desiderato. Nella fase della stampa, le prove colore dimostrano anche allo stampatore quale sarà esattamente l’aspetto del risultato stampato. L’esecuzione della prova colore in ogni fase del processo non solo assicura ottimi risultati, ma tiene anche bassi i costi. Una correzione precoce degli errori, infatti, è in genere semplice e poco costosa, mentre una correzione in una fase avanzata del processo, dopo che sono già state create le pellicole o le lastre, può essere molto costosa. Esistono due importanti ragioni per produrre una prova colore prima di stampare un lavoro:
Nessun confronto tra la gamma di colori di una macchina da stampa offset e una macchina per la stampa delle prove colore
Sebbene una volta le prove colore software fossero state giudicate inaffidabili per un’anteprima del colore, il rapido sviluppo della tecnologia ha fatto sì che fosse sempre più possibile basarsi sulla prova colore software. A differenza di qualsiasi altra prova colore, quella software consente di valutare le prove colore indipendentemente dalla periferica di output utilizzata. Inoltre, la prova colore può essere visualizzata subito su un altro monitor, in qualsiasi parte del mondo, di un secondo o un terzo produttore.
Prove colore digitali su una stampante a colori 1) Per controllare la precisione del colore e la risoluzione 2) Per confermare che impaginazione, fonti e altri elementi del progetto non siano andati perduti o deformati fino al momento in cui il file raggiunge la fase dell’uscita. Attualmente, per produrre una prova colore esistono diverse tecniche. Quelle più tradizionali sono la prova colore sulla macchina da stampa, usata ampiamente nell’industria fino a 25 anni fa, e la prova colore fuori macchina. Ogni metodo offre determinati vantaggi che aiutano a ridurre i costi di produzione. La tecnica più recente è la prova colore digitale, mediante la quale i dati digitali del file vengono inviati direttamente a una stampante ad alta risoluzione di ottima qualità. Questo metodo si è guadagnato il rispetto dell’industria solo cinque anni fa circa. Stampanti per prove colori digitali di fascia alta, prodotte da Imation, Iris, Tektronix, Agfa e Kodak sono conformi agli standard industriali del colore per i sistemi di prova colore per la prestampa. Queste prove colore usano varie tecniche per produrre un’immagine CMYK. Usando un CMS, alcune possono perfino simulare lo schiacciamento del punto previsto sull’uscita finale.
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Un altro metodo per la prova colore, che ormai viene usato più di frequente, è la prova colore software. Questo implica l’osservazione del lavoro sullo schermo. Il CMS converte l’immagine e visualizza sullo schermo una simulazione relativamente fedele dell’immagine finale che apparirà sulla macchina da stampa. Successivamente, il CMS analizza il lavoro e controlla se vi sono dei colori che si trovano al di fuori dello spazio cromatico della periferica di output. Alcuni sistemi di gestione del colore offrono la possibilità di eseguire un’anteprima su schermo dell’uscita finale.
Metodo tradizionale per la prova colore
Calcolo del profilo per la gamma di colori di una macchina da stampa offset su una stampante per prove colore
Prove colori digitali
Calcolo del profilo per la gamma di colori di una macchina da stampa offset su un monitor a colori sul posto o in altro luogo
Nel processo di esecuzione della prova colore digitale, è necessario includere un CMS per prevedere i colori. Oltre ad adattare la macchina da stampa agli altri dispositivi del processo di produzione, il CMS permette anche un adattamento alla stampante per prove colore. Questo aumenta al massimo la capacità di previsione, dato che lo spazio cromatico della stampante per prove colore corrisponde esattamente 6a quello della macchina da stampa in uso. Se viene usata insieme a un valido sistema per la gestione del colore, la prova colore digitale può rivelarsi un modo semplice ed economico per non avere sorprese e per verificare la precisione del colore prima di avviare il processo di produzione.
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Finalmente, nel 1993 i principali produttori per la prestampa - Adobe, Agfa, Apple, Fogra, Kodak, Microsoft, SGI, Sun e Taligent - hanno fondato l’ICC (International Color Consortium) per creare uno standard per la gestione del colore aperto e uguale per tutti i produttori e tutte le piattaforme. Il primo risultato dell’iniziativa dell’ICC è stata la creazione e l’implementazione di standard per la descrizione delle caratterizzazioni dei colori delle varie periferiche, conosciuti come profili ICC dei colori. Come è ormai noto, per mantenere una prevedibilità per la stampa è necessario conoscere lo spazio cromatico del dispositivo e la compensazione necessaria per avere prestazioni ideali. I profili ICC contengono queste informazioni. Oggi, la maggior parte dei produttori per l’industria delle arti grafiche sta sviluppando applicazioni che supportano i profili ICC. Quando si esegue una conversione del colore, l’applicazione software si rivolge al sistema operativo. Questo, a sua volta, per soddisfare la richiesta si rivolge al CMM (color matching module modulo per la corrispondenza dei colori) personalizzato. Se il modulo CMM personalizzato non è disponibile, il sistema operativo si rivolge al CMM standard.
Sistemi separati e profili non corrispondenti
A
B
Applicazione della gestione del colore
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C Applicazione della gestione del colore
Fosfori
Lastre da stampa
Elementi sensibili nell’occhio che rilevano le differenze di luminosità in zone scure.
Fogli di metallo o poliestere, sui quali sono state incise le informazioni relative all’immagine, che vengono montati sulla macchina da stampa.
Brillanza
Sostanze chimiche, con cui è rivestito l’interno dello schermo del monitor, che emettono luce quando vengono stimolate dagli elettroni provenienti dal catodo.
Valore che corrisponde alla luminosità di un colore.
Fotocamera digitale
Calibrazione
A
B
Profilo
C
Profilo
Profilo
Metodo per regolare gli scanner, i monitor dei video e i periferiche di uscita in base a uno standard definito affinché ciascuno di essi rappresenti i colori in modo preciso e affidabile. Una calibrazione regolare è indispensabile e compensa la degradazione della qualità dell’uscita causata dall’invecchiamento del monitor del computer.
Livelli di grigio La fotocamera digitale usa un dispositivo CCD che converte la luce in segnali elettrici e quindi in dati digitali. Le immagini delle fotocamere digitali possono essere integrate immediatamente in un programma di grafica o di impaginazione.
Fotopigmenti Sostanze chimiche, presenti nei bastoncini e nei coni contenuti nella retina, che emettono cariche elettriche quando vengono stimolate dalla luce in entrata.
Caratterizzazione
Sistemi separati e profili ICC compatibili
A
B
Applicazione della gestione del colore
Applicazione della gestione del colore
C Applicazione della gestione del colore
Misurazione del comportamento dei colori (caratteristiche) di una periferica a colori. Durante la caratterizzazione, il rapporto che si stabilisce tra i colori prodotti o visti da una periferica (gamma di colori) e un modello di colori indipendente dal dispositivo, dà come risultato la creazione di un profilo dei colori.
GCR
Catturatore di fotogrammi
Getto d’inchiostro
Combinazione di hardware e software progettata per catturare singoli fotogrammi dai video clip.
Sistema di stampa che spruzza minuscole goccioline di inchiostro CMY (e talvolta K) attraverso piccoli ugelli in modo da formare dei punti sulla carta.
CCD (Charge-coupled device - dispositivo ad accoppiamento di carica). Chip sensibile alla luce che si trova generalmente all’interno dei dispositivi per la cattura delle immagini (ad esempio scanner e fotocamere digitali) e che converte la luce in una carica elettrica corrispondente.
Standard dei profili ICC dei colori
A
B
C
Gestione del colore per Macintosh OS 7.5 e Windows 95
Applicazioni
CMM Color Management Module (modulo per la gestione del colore).
Gray Component Replacement (sottrazione del grigio nel colore). Tecnica che sostituisce l’inchiostro nero a una determinata quantità di inchiostri cyan, magenta e giallo, principalmente nelle tonalità neutre e nei componenti grigi dei colori desaturati.
HiFi color™ La stampa HiFi Color© non usa solo i quattro colori primari standard e offre quindi una gamma di colori più ampia rispetto a quella che si può ottenere con la stampa in quadricromia. Hexachrome© è un metodo di stampa sviluppato da Pantone Inc. che per la stampa a colori usa 6 colori primari: cyan, magenta, giallo, nero, verde e arancio.
CMYK Abbreviazione di uso comune per cyan, magenta, giallo e nero, i colori usati per la stampa standard in quadricromia.
ICM (Windows 95) (Macintosh OS 7.5)
È presente un CMM personalizzato?
HVC
Elementi presenti nell’occhio, sensibili al rosso, al verde e al blu, in grado di rilevare i colori.
Abbreviazione di uso comune per “hue, value, chroma” (tinta, valore, cromia). Intercambiabile con HSL e HSV.
Convertitore A/D
Si
...
CMM standard
CMM personalizzato
Periferiche
Luce bianca Luce che contiene approssimativamente in egual misura tutti i colori dello spettro visibile.
Luminosità Valore che indica quanto è chiaro o scuro un colore, quanto sia vicino al bianco o al nero. Vedere: brillanza.
Mappa di bit Immagine digitalizzata suddivisa in una griglia di pixel. Il colore di ciascun pixel viene definito mediante un determinato numero di bit.
Modello IT 8 Detto anche immagine di riferimento dei colori o destinazione. Riferimento standard per i colori usato per la calibrazione delle periferiche di input e output.
Nanometro (Nm) Miliardesimo di metro. Unità di misura usata comunemente per la misurazione delle lunghezze d’onda.
Pixel
Profili ICC dei colori
Coni
Rapporto tra le aree più chiare e più scure di un’immagine.
Rapporto tra i valori tonali di un file d’immagine e i valori tonali prodotti da un monitor o da una periferica di output.
HSV Dispositivo per misurare con precisione i colori che usa filtri XYZ. Vedere anche: spettrofotometro.
Contrasto
Livello del gamut
Abbreviazione di uso comune per “hue, saturation, lightness” (tinta, cromia, brillanza). Intercambiabile con HSV e HVC (vedere sotto).
Abbreviazione di uso comune per “hue, saturation, value” (tinta, cromia, valore). Intercambiabile con HSL o HVC.
Colorimetro
Colorsync
Passaggi tonali distinti in un’immagine a tono continuo, propri dei dati digitali. La maggior parte delle immagini a tono continuo contiene 256 livelli di grigio per ciascun colore.
(Picture element - elemento dell’immagine). Le immagini digitali sono costituite da una serie di pixel, ciascuno dei quali ha un colore o una tonalità particolare. L’occhio fonde i pixel di vari colori in tonalità continue.
HSL
Sistema operativo
No Nei sistemi operativi attualmente disponibili, ColorSync™ (Macintosh) e ICM (Windows) forniscono l’interfaccia strutturale per creare una gestione del colore basata sul sistema operativo. L’ultima generazione dei programmi per CMS (ad esempio Agfa ColorTune™) implementa questa architettura al fine di unire facilità d’uso e qualità.
Applicazione della gestione del colore
Bastoncini
ICC International Color Consortium. Consorzio di società che ha stabilito lo standard aperto per la creazione di profili per la gestione del colore.
Profili per la gestione del colore conformi allo standard ICC.
Profilo Caratteristiche dei colori di una periferica di input o di output usate da un CMS per garantire l’uniformità e la precisione del colore.
Profondità dei bit Numero di bit usati per rappresentare ciascun pixel di un’immagine.
Prova colore
Dispositivo usato per convertire dati analogici in dati digitali. I dati analogici sono continui, mentre quelli digitali si presentano suddivisi in livelli.
Immagine di riferimento Detta anche modello IT 8.
Campione abbastanza preciso di come apparirà la pagina una volta stampata. Le prove colore possono essere in bianco e nero o a colori.
Cromia
Iride Membrana colorata, rotonda e contrattile dell’occhio situata tra la cornea e il cristallino e attraversata dalla pupilla.
Prova colore digitale
Attributo dell’immagine che descrive l’intensità di un colore e la sua distanza dal grigio. Punto fino al quale uno o due dei tre colori primari RGB predominano in un colore. Man mano che i livelli di RGB si eguagliano, un colore diventa desaturato verso il grigio o il bianco.
Kelvin
Glossario
La Gestione Del Colore Oggi
Fino al 1993, tutti i venditori dei sistemi di gestione del colore producevano un formato proprietario per descrivere il comportamento del colore di un particolare dispositivo, ovvero il profilo. Tuttavia, dato che i grafici e gli altri professionisti delle arti grafiche utilizzano una combinazione di periferiche di vari produttori, questa proliferazione di standard per i colori era assolutamente priva di praticità.
Creazione di prove colore della pagina direttamente da informazioni digitali. Stampanti laser, a getto d’inchiostro, a trasferimento termico e a sublimazione vengono tutte usate per le prove colore digitali.
Scala di temperature - che ha preso il nome da Lord Kelvin, il suo inventore - usata per descrivere la composizione delle varie lunghezze d’onda, o colori, della luce.
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Glossario
Prova colore in macchina
Selezione colore
Prova colore prodotta su una vera macchina da stampa. Si tratta di una prova colore di ottima qualità che, nel caso siano necessarie delle correzioni, richiede una nuova creazione della pellicola e della lastra.
Procedura che separa un file a colori nei componenti che verranno stampati su lastre da stampa distinte. Anche: una serie di pellicole in cui ogni pezzo di pellicola contiene le informazioni sull’immagine per una sola lastra da stampa.
Prova colore fuori macchina Prova colore di prestampa che viene creata non su una macchina da stampa ma usando un metodo che simula il processo di stampa. Le prove colore fuori macchina sono più rapide e più semplici da produrre rispetto a quelle sulla macchina da stampa.
Sintesi additiva dei colori
Prova colore software
Sintesi sottrattiva dei colori
Descrizione di un’immagine digitale sul monitor di un computer, usata per controllare la precisione del colore e l’impaginazione.
Sistema che si basa su cyan, magenta e giallo come colori primari. Con la combinazione dei tre colori primari sottrattivi si ottiene il nero.
Punto di bianco
Spettrofotometro
Punto di riferimento mobile che definisce l’area più chiara di un’immagine, facendo sì che tutte le altre aree vengano regolate di conseguenza.
Il dispositivo più preciso per la misurazione del colore, basato sulla misurazione delle lunghezze d’onda.
Rappresentazione binaria
Stampa a colori decentrata
Sistema di codifica che rappresenta i dati in termini di due valori discreti (1 o 0). Quello dei numeri binari è il sistema di calcolo usato dai computer.
Stampa di un documento a colori in varie località usando gli stessi dati digitali trasmessi elettronicamente in ciascuno dei diversi luoghi.
Sistema in cui i colori primari (rosso, verde, blu) si compongono per formare altri colori. Il bianco viene ottenuto aggiungendo rosso, verde e blu in egual misura. Confrontare con: sintesi sottrattiva dei colori
Stampa digitale Registro errato Allineamento errato delle selezioni colore che può seriamente danneggiare la qualità dell’immagine durante la stampa.
Retina Membrana sensibile alla luce che riveste l’interno del bulbo oculare, riceve la luce e invia le relative informazioni al cervello.
Retinatura Procedura per la creazione di una rappresentazione retinata delle informazioni a tono continuo. Questo processo scompone l’immagine in punti di varie dimensioni. I sistemi per la riproduzione elettronica dell’immagine trasformano ciascun punto di retino in una cella contenente un certo numero di pixel che creano una particolare forma di punto. Più sono i pixel attivati e più scura appare la cella del punto.
Metodo di stampa che trasferisce da un computer a una macchina per la stampa digitale immagini e testo digitalizzati per un’uscita direttamente su carta. La stampa digitale elimina la necessità di molte operazioni lunghe e costose, come ad esempio la creazione della pellicola o della lastra.
Stampa flessografica Processo di stampa ad alta tiratura, basato su inchiostri, in cui l’inchiostro che aderisce alle aree delle immagini su lastre di stampa flessibili di gomma o fotopolimeri, viene trasferito direttamente su carta o su qualsiasi altro supporto.
Stampa offset Processo di stampa ad alta tiratura, basato su inchiostri, in cui l’inchiostro che aderisce alle aree delle immagini sulle lastre da stampa viene trasferito (offset) su un supporto di caucciù prima di essere applicato sulla carta o su qualsiasi altro materiale.
RIP Raster Image Processor. Dispositivo hardware o software che converte i dati dei file elettronici (ad esempio PostScript) in una serie di punti e linee che possono essere stampati.
Scanner a tamburo Dispositivo per la scansione delle immagini in cui gli originali vengono applicati su un tamburo ruotante e la scansione viene eseguita mediante un fotomoltiplicatore.
Tinta Il colore di un oggetto percepito dall’occhio.
Toner Particelle colorate, dotate di una carica, che aderiscono a tamburi con una carica opposta e che vengono successivamente fissate al supporto mediante pressione o calore. I toner vengono usati nelle fotocopiatrici, nelle stampanti laser, nelle stampanti per prove colore e in molte macchine per la stampa digitale.
Ringraziamenti Gestione del progetto: Danny De Roeck, Michel Peeters, Agfa-Gevaert N.V. Direzione tecnica e ideazione: Diana Van Den Bergh, Dirk Vansteenkiste, Agfa-Gevaert N.V Direzione artistica e grafica: Patrick Gypen, Image Building BVBA Adattamento per l’Europa: Image Building BVBA, Anversa, Belgio Produzione: Patrick Gypen, Bart Van Put, Koenraad Cant, Tom Merckx, Jan Van der Herten, Patricia Marcon, Image Building BVBA Illustrazioni: Bart Van Put, Tom Merckx, Patricia Marcon, Image Building BVBA Marijke Dirckx, iMOTION N.V. Stampa: Emico Offset N.V., Anversa, Belgio Testo: Gilly Weinstein, So to Speak, Brussels, Belgio Illustrazione di copertina: Koenraad Cant, Image Building BVBA Fotografia: Roger Dijckmans, Anversa, Belgio Mark Grofmans, Anversa, Belgio Ronny Smedts, Agfa-Gevaert N.V. Tony Leduc, Agfa-Gevaert N.V Kory Addis, USA Copyright ©1997 Agfa-Gevaert N.V. Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in qualsiasi forma senza il permesso scritto dell’editore.
Italia, Agfa-Gevaert S.p.A. Tel. +39-2-3074-1 Fax +39-2-3074-429 Svizzera, Agfa-Gevaert G.m.b.H. Tel.: +41-1-823 7111 Fax:+41-1-823 7376 Agfa su Internet: http://www.agfahome.com
Scanner a letto piano Dispositivo per la scansione delle immagini in cui gli originali vengono posizionati su un piano piatto e trasparente e la scansione viene eseguita mediante un dispositivo CCD.
Tubo a raggi catodici Genera un fascio di elettroni che eccita i pixel dei fosfori dipinti sul retro dello schermo del monitor.
UCR Scanner CCD Scanner basati sui CCD (vedi sopra).
Scheda video Scheda a circuiti in un computer che fa funzionare il monitor.
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Tecnica per ridurre la quantità di magenta, giallo e cyan nelle zone d’ombra e nelle aree neutre di un’immagine e sostituirla con una quantità appropriata di nero.
Pubblicato: Agfa-Gevaert N.V. Septestraat 27 B-2640 Mortsel
Stampato in Belgio ND7VS I 00 1997 09