Funkyrev Offline Journal 2

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  • Words: 3,683
  • Pages: 3
Issue #5 for Funky Rev Gang

2/16/2009 - 2/22/2009

feedjournal.com

Sansone sorride e sorprende! - 3° Comandamento (Funkyrev) Submitted at 2/18/2009 7:32:42 AM

Continuiamo a raccontare di Sansone e i 10 Comandamenti Anti Crisi: 3° Comandamento ”ReBrand Yourself “ • Acquistate e manifestate sicurezza in voi stessi, sorprendeteli!… Sansone sorride alla vita e la vita lo ricambia! In un tempo di crisi economica come quello che stiamo vivendo, è molto facile anzi del tutto naturale farsi prendere, emotivamente, da atteggiamenti negativi verso la vita di tutti i giorni. La paura di perdere il posto di lavoro e quindi di doversi rimettere in gioco (per chi un lavoro ce l’ha), quella di non riuscire a trovarlo (per chi lo sta cercando) e l’angoscia di non avere più l’indipendenza economica, sono tutti sentimenti molto comuni di questi tempi e d’altra parte più che comprensibili e giustificabili. Però, come ha sottolineato anche il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: In tempo di crisi tra le cose da fare c’e' soprattutto quella di tenere i nervi saldi, no al panico, no all’atteggiamento negativo che genererebbe ulteriore crisi. Ovviamente la leader degli imprenditori italiani lanciando questo messaggio si riferiva al mondo dell’imprenditoria, ma credo che questa sua frase possa e debba essere adottata anche da noi comuni mortali, che saremo i più esposti alla recessione. Dunque il lavoratore come si difende in una situazione come questa? Come può far fronte alla crisi? In questi giorni ho riflettuto sul problema e mi sono fatta questa idea, permettetemi quindi di potervela esporre attraverso una serie di Enunciati! • Il mio primo Enunciato è: Niente allarmismi! E’ il famoso “pensare positivo”, che per me significa “non avere pensieri negativi” . Guardate, amici FunkyReVvisti, non si tratta della solita banalità new age, perché la negatività può essere estremamente pericolosa non solo nella vita di tutti i giorni ma anche sul posto di lavoro. Con un atteggiamento di questo tipo non si fa altro che trasmettere ai propri colleghi e datori di lavoro emozioni quali l’ansia, la frustrazione, l’insicurezza nei propri mezzi, l’incapacità di raggiungere i risultati, la mancanza di volontà e di assumersi le proprie responsabilità. San Francesco d’Assisi scrisse: “ Stai attento a ciò che pensi e a ciò che dici, potrebbe diventare la profezia della tua vita“ La nostra mente è determinante nel

raggiungimento del successo o nel fallimento, anche lavorativo. Non siete forse d’accordo con me? • Secondo Enunciato: No alla reattività, sì alla proattività! Vi faccio questa domanda: sul posto di lavoro, di solito, avete bisogno di uno stimolo per agire oppure fate scelte consapevoli prendendo l’iniziativa? Per farvi capire meglio la domanda vi posso dire che viene considerato reattivo colui che dipendendo eccessivamente dagli altri e dai vari stati d’animo negativi o positivi dell’ambiente in cui vive (o lavora) assume, di conseguenza e a seconda dei casi, un atteggiamento difensivo e auto protettivo oppure positivo. Il proattivo è invece colui che, anche se gli altri lo trattano male, il tempo è brutto e gli sono capitate le peggiori sventure decide di stare bene lo stesso, perché la reazione agli stimoli esterni della persona proattiva è consapevole ed indipendente. Io credo che per natura, chi più e chi meno, tutti saremmo proattivi ma spesso i condizionamenti esterni non ci consentono di esprimere al meglio le nostre potenzialità’, ci fanno sentire inadeguati e acconsentiamo a questo nostro stato d’animo di controllarci, diventiamo quindi reattivi, condizionati dall’ambiente sociale. Ma in questo mondo del lavoro, ci sarà sempre meno spazio per i reattivi. Se ogni giorno andate al lavoro pensando solo a svolgere il vostro compitino quotidiano per guadagnarvi la pagnotta a fine mese, cominciate fin da ora a preoccuparvi, perché i tempi stanno cambiando e le persone come voi potrebbero essere le prime ad essere licenziate(o almeno a noi piace pensarla così, perchè sarebbe giusto che una persona migliore avesse l’opportunità che voi sprecate). Vi faccio un esempio pratico. Un mio amico lavora come agente per una famosa casa editrice che produce enciclopedie e si occupa di vendere, con il vecchio sistema del “porta a porta” le varie enciclopedie del catalogo della casa editrice. Questo metodo di vendita è ovviamente in declino, sia perché le persone non hanno piacere a far entrare in casa propria dei perfetti sconosciuti, sia perché l’avvento di internet ha mandato in grande crisi il settore (chi è che compra più dizionari in 5 volumi da 2000,00 euro quando può scaricare tutto gratuitamente da wikipedia?). Inizialmente il suo atteggiamento nei confronti del management dell’azienda era di tipo reattivo, puramente esecutivo, poi si è reso conto che questa

situazione non solo gli procurava una profonda frustrazione ma, non facendo fatturato, rischiava anche di perdere il posto di lavoro. Ne ha parlato con l’azienda e ha proposto alcune soluzioni alternative a questa metodologia di vendita, basate soprattutto su una diversa politica di marketing maggiormente al passo con i tempi.E’ ancora in attesa di una risposta su quanto da lui proposto, però il suo atteggiamento “proattivo” è stato molto apprezzato e, se non altro, la stima del capo nei suoi confronti è notevolmente aumentata, tanto che ora lo considera un elemento se non indispensabile (difficile esserlo in questo mondo del lavoro) sicuramente da tenere in buona considerazione per il futuro. • Terzo Enunciato: Apertura mentale! Occorre avere un atteggiamento di “ apertura” se si vuole campare in questo pazzo mondo del lavoro e togliersi qualche soddisfazione. La concorrenza è e sarà sempre più spietata, perché la domanda di lavoro è sempre più alta rispetto all’offerta, per cui l’unico modo per rimanere a galla sarà quello di avere un atteggiamento mentale di “apertura” che in parole povere significa disponibilità a tenersi sempre aggiornati, a studiare, a muoversi, a fare esperienze lavorative che creino nuovi stimoli, dunque“mobilità”, non solo fisica ma anche mentale. • E infine, l’ultimo Enunciato: la condivisione della conoscenza! Questo è un concetto base della filosofia Funky Rev! Un concetto che è stato più volte espresso sul forum e sul blog, e che consideriamo fondamentale! Sul posto di lavoro non fate come una mia ex compagna di classe che durante le prove di latino distendeva il braccio sul banco per paura che la copiassi(ed era una paura più che giustificata visto che avevo un ragguardevole occhio di lince in quel periodo), ma scambiate le vostre conoscenze e le vostre competenze con i colleghi e i datori di lavoro, ne trarrete vantaggio voi e l’azienda per la quale lavorate. Un atteggiamento prettamente individualistico non giova a nessuno, e in questo il web 2. dovrebbe esservi di grande esempio. Dan Tapscott, uno degli autori di Wikinomics dice “ collaborare o andare in rovina” diventerà una legge globale. Sorridiamo dunque ed iniziamo a “sgambettare!” La Markettara

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Sansone e il Bar Sport - 4° Comandamento (Funkyrev) Submitted at 2/19/2009 12:09:56 AM

Continuiamo a raccontare di Sansone e i 10 Comandamenti Anti Crisi: 4° Comandamento ”ReBrand Yourself “ • Puntate su scambio informazioni piuttosto che soldi… Sansone e il Bar Sport In tempi di vacche magre, tutti guardano al risparmio. Chiaramente ogni spesa diventa obbligatoriamente ponderata e si cerca la convenienza, le offertissime (saldi) prima di pensare ad aprire il portafoglio. Anche un professionista che offre servizi (immaginiamo un Architetto) rischia di veder svalutato il proprio lavoro e conseguentemente il proprio valore di mercato da questa situazione economica; fai un lavoro da 100 facendoti pagare 20 per colpa della crisi? Allora vali 20 e li varrai da ora in avanti. Ecco come “sputtanare” il proprio brand! La tendenza purtroppo è quella di non sprecare troppe energie nella costruzione di un Social Network, in quanto non dà diretti ed immediati riscontri monetari. Come biasimare tale approccio, si lavora per il soldo, è quello che ci hanno sempre insegnato! Ma in un periodo di crisi occorre pensare in prospettiva e l’equazione deve necessariamente cambiare: I soldi da soli non è detto che ti aiutino a trovare un nuovo lavoro, un nuovo progetto o nuovi clienti, ma un Network invece può farlo! Nel Web 2.0, diventa fondamentale la qualità del tuo Brand individuale: il contenuto che offri(nel tuo blog, come in quello di altri), il livello di coinvolgimento ed interazione (engagement!) risulteranno nella tua reputazione e impatteranno sulla tua visibilità. Ci eravamo abituati a fare siti bellissimi, come coloratissimi Curriculum Vitae in Flash, elencando le cose stupende che sappiamo fare, messe lì in vetrina, pensando a stormi di internauti che si affollano a dirci quanto siamo bravi ed a comprare da noi. Oggi bisogna cambiare registro, nel Web 2.0

occorre intavolare conversazioni, parlare, chiedere, comunicare, interagire garantendo una continuità di relazione, costruendo lentamente rapporti di fiducia come faremmo con persone a noi vicine. Il baratto regna sovrano ( come diceva Cecilia) e quello che manca a voi, è disponibile in rete in centinaia di sorgenti diverse. Basta saper offrire qualcosa in cambio, o per lo meno rendere la conversazione interessante. Nella mia azienda multinazionale 250 persone circa ci hanno salutato Venerdì scorso, con un cospicuo assegno in tasca ma anche con tanti dubbi sul futuro; chi resta non ha la tranquillità di lavorare e produrre come potrebbe; si resta in attesa di sviluppi e si affilano i curriculum nella paura che arrivi una telefonata dall’alto. Questo che viviamo, è’ un momento critico in cui vengono a mancare le prospettive. Parlando con Cristiano, uno dei colleghi in partenza, si disquisiva su come poteva impegnare il tempo libero che avrebbe avuto e, constatandone le comprensibili preoccupazioni, mi è venuto spontaneo offrire il mio aiuto, senza troppo pensarci. Parlandone, ci siamo accorti di come ci

siano sempre delle esperienze e degli skills che si possono offrire ed altrettante da ricevere da altri, fossero anche solo contatti. Non ci è voluto molto per intavolare una relazione fiduciaria su queste basi, che spero possa protrarsi nel tempo, portando benefici per tutti. Ci siamo detti, “Troviamoci al Bar dopo il lavoro…” Infatti non bastano le buone intenzioni, ci vuole anche un buon Bar! Un luogo ove potersi liberare, poter staccare con la quotidianità, lasciarsi andare ed essere quello che vogliamo essere. Ricordate quando entravate al bar, e tra un caffè ed un amaro si chiacchierava rilassati del più e del meno? Ecco, gli strumenti e le piattaforme di cui parliamo altro non sono che il vostro Bar Sport preferito ( ricordate il Bar Sport di Benni) con i suoi personaggi strani, le risate, le discussioni, le prese in giro, il flipper e la bacheca delle paste (che dal 1959 ospita la Luisona, la decana della paste). Come nella vita reale, i Bar Sport sono ovunque, così anche gli strumenti Social Media ove ritrovarsi. Molteplici, multilingue, multifunzionali, ne nascono di nuovi ogni giorno. Facebook sembra essere uno dei preferiti ultimamente, una piattaforma perfetta per la condivisione, anche se forse troppo “affollata” di contenuto inutile. Ma ce ne sono altri che meritano attenzione: www.twitter.com ad esempio (micro-blogging) sta esplodendo negli States, altri come www.digg.com o www.delicious.com permettono di segnalare e condividere notizie interessanti. Ancora www.linkedin.com sta evolvendo in una piattaforma per comunicare e scambiarsi informazioni, contatti professionali e addirittura raccomandazioni. Guardatevi intorno, chiedete e ne troverete fin che volete di splendidi Bar Sport. B asta riuscire a convincere chi ci ascolta ad utilizzare le stesse piattaforme, gli stessi Bar e dar vita ad uno scambio duraturo in cui poter semplicemente fare due chiacchere o addirittura “barattare” ciò che possiamo dare con ciò che ci serve. Allora, in quale Funky-bar vogliamo trovarci stasera?

Il Network dei mestieri - 1° Comandamento (Funkyrev) Submitted at 2/16/2009 12:14:02 AM

Iniziamo a raccontare di Sansone e i 10 Comandamenti Anti Crisi: 1° Comandamento“ReBrand Yourself ” • Diventate un prezioso punto di riferimento per i vostri colleghi, network professionale e clienti. Solitamente, in tempi di crisi, i primi ad essere licenziati sono le persone non “ indispensabili” alla conduzione dell’azienda. Se dalla competenza ed esperienza del servizio da voi offerto dipende il product or service offering aziendale, è molto probabile che nessuno vi toccherà, anche in momenti difficili. Come Social networker assicurati di mantenere i contatti con amici, parenti e contatti professionali e offri loro ogni aiuto o risorsa possibile. Come un imprenditore è vitale convincere i tuoi clienti che stanno beneficiando di un servizio coi fiocchi, con ottimi ritorni (ROI). Il modo migliore per farlo è di impostare i tuoi contatti in Linkedin, Facebook e Twitter in modo da meglio promuovere e distribuire informazioni nel tempo. Simone alias PR77, un amico, moderatore storico del Forum Parmafans, qualche tempo fa ha creato un topic di discussione chiamato “ Problemi informatici? Risolviamolo tutto in questo post”. Come risultato, tra centinaia di discussioni sulle vicende dell’amato Parma Calcio, ogni utente può postare i propri problemi tecnici e ricevere

assistenza gratuitamente e velocemente. Valore aggiunto quindi per l’utente, ma soprattutto un punto di riferimento di fiducia quasi in tempo reale. Al buon Simo, come previsto, si sono ora aggiunti altri utenti con conoscenze tecniche variegate, creando un team di consulenza spontaneo che si confronta giornalmente per la miglior soluzione al tuo problema, tra un imprecazione e l’altra al Presidente Ghirardi o Cristiano Lucarelli. Anche chi non ha avuto problemi è a conoscenza delle capacità tecniche di PR77 e dei suoi fedelissimi IT wizards crociati, uniti dal magico spontaneo potere di aggregazione di una piattaforma come un Forum. In fondo, problemi IT sono ricorrenti e soluzioni sono trasferibili. Per questo “ Problemi col tuo PC? Risolviamolo qui” è ora un contenitore di soluzioni da consultare in qualsiasi momento. Quando ho un problema quello è il primo posto in cui guardo; prima di postare nel topic. Lo stesso PR77 mi ha confessato di avere imparato tanto dalla condivisione generale del

topic. Una “Community” virtuale è spontaneamente strutturata in ruoli e livelli di interazione, come una società reale. C’è un autorità (amministratori e moderatori) ed un corollario di ruoli (mestieri) basati sulle competenze specifiche degli utenti. Sono ruoli che si conquistano nel tempo, fornendo informazioni e soluzioni e condividendole in modo trasparente e gratuito. Suggeriamo cautela comunque, la vostra reputazione è un bene volatile online; inutile mentire e spacciarsi per fenomeni, la Community vi smaschererà con brutalità. Meglio fungere da aggregatore, dirigendo il traffico, indirizzando domande verso risposte (o chi può rispondere). Scegliete il vostro mestiere con cautela quindi, partecipando attivamente e facendolo sapere al vostro network attraverso strumenti adatti. Potete agire a livello personale ( Facebook) postando articoli e/o commentandone altri, od iscrivendovi a gruppi specifici o creandone qualcuno (facendolo sapere al vostro network). Lo stesso può essere fatto a livello professionale attraverso portali networking globale per professionisti come Linkedin, Xing, Viadeo per esempio. In ognuno potrete individuare la community più adatta a voi, e con intelligenza saprete ricavarvi nel gioco di ruoli Web 2.0 il vostro spazio nel mestiere che vi aggrada. Allora, hai deciso? Che mestiere vuoi fare da grande?

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Gesù 2.0! Un esempio di come porsi con successo come punto di riferimento! (Funkyrev) Submitted at 2/16/2009 11:53:01 PM

Continuiamo a raccontare di Sansone e i 10 Comandamenti Anti Crisi: 2° Comandamento“ReBrand Yourself ” • To Be an Hub: Posizionarsi professionalmente come persona di riferimento… esempio di hub di successo: Gesù L’impatto della competizione mondiale porta con sè la necessità di essere sempre più visibili, e presenti. Un buon professionista, qualunque sia il suo ambito, deve cercare di collocarsi in una posizione di riferimento. L’alternativa è scomparire nell’anonimato, che spesso fa il paio con il pressapochismo e la poca professionalità. Promuovere se stessi come se fossimo dei brand richiede attenzione, volontà e pianificazione. Il presupposto naturalmente è che si stia compiendo, lavorativamente, una attività che piace, per poter essere in grado di comunicare la propria passione e le proprie conoscenze. Ma come gestire questi aspetti? Vi propongo quella che chiamo la mia filosofia del “HUG and HUB”, conoscenze e cordialità. Può essere il seme per ripensarsi e riposizionarsi sul mercato. Non è un how to, non esistono regole generalizzanti, non credo nel consiglio che va bene per tutti. Al contrario, vivendo in una società connessa abbiamo tutti delle impronte culturali comuni, ecco perchè questo è un piccolo decalogo emozionale, comportamentale. Su questa base, ognuno dovrebbe trovare la propria nota, e suonarla. • Essere pronti al cambiamento Non esistono più mercati chiusi, omogenei e protetti. Tra trentanni anni l’80% delle attività produttive saranno aperte alla concorrenza globale. Il dinamismo sarà sempre più un must. Non bisogna mai accontentarsi, occorre essere sempre un passo avanti. Questo significa cercare nuovi clienti, e nuove commesse per ridurre al minimo le percentuali di rischio. In Italia vi è un numero consistente di aziende medio-piccole monomandatarie, che fanno parte dell’indotto

dell’industria automobilistica, per esempio. Queste aziende sono strutturalmente soggette al fallimento. Non facciamo come loro! Per porsi come persona di riferimento, e MANTENERE questo ruolo, è necessario adottare uno spirito propositivo. • Totale disponibilità Occorre essere ricettivi nel raccogliere idee e segnali che giungono dagli altri. Chi ci interpella per risolvere un problema, di solito ha già provato a risolverlo da sè, quindi ne conosce i contorni e i punti di rottura. Le loro idee possono far parte di una soluzione più articolata. Mia madre dice sempre: “ Non si devono buttare via neanche le ossa della polenta“. Dice anche : “ Le buone maniere sono d’oro“. Ovvero, non bisogna mai negare un consiglio. Chi giunge da un ambito strettamente commerciale ha la pessima abitudine di pensare sempre tutto in termini di bilancio e conto economico. Evitate di mettere tutto e solo su un piano commerciale; è fondamentale l’attitudine con cui si approccia un problema. • Scegliere e sviluppare con intelligenza in che ambito collocarsi E’ difficile essere degli hub se la propria professionalità risulta essere “a banda larga”. Dovrete sempre essere in concorrenza con 100.000

neolaureati Indiani migliori di voi nel fare il lavoro della scimmia. Il segreto sta nella competenza d’alto profilo. Bisogna collocarsi in nicchie ecologiche e farle crescere. Non puoi essere un “informatico” di riferimento, ma puoi esserlo come Bioinformatico genomico. Puoi capitalizzare maggior visibilità come manager specializzato in aziente no profit per l’Africa, piuttosto che con experties di controllo dei processi di business (che significa tutto e niente). • Rendere evidenti al mondo le proprie competenze Una società interconnessa favorisce la distribuzione del know-how. Molto spesso la soluzione di un problema tecnologico si trova a tre click da noi. Ma se questo è possibile è grazie al lavoro infaticabile di persone che si sono adoperate per condividere le proprie soluzioni. Ciò significa che si sono coscientemente posti come hub specialistici. Non solo contenuto, quindi, ma anche forma. Questa è un’operazione non facile; spesso si crede che la professionalità basti per avere successo, ma non è così. E’ come avere un software magnifico, ma senza una riga di documentazione: verrà abbandonato. Occorre pensare al migliore canale comunicativo da usare, può essere un blog, ma anche la partecipazione a congressi, interventi universitari, collaborazioni con giornali specialistici, ecc… • Essere individuabili, mostrare la propria unicità E’ necessario, per far parlare di sè, avere un proprio segno distintivo. Bisogna sviluppare un proprio modo di fare professionale e al contempo personale, che sia forte e riconoscibile quanto un logo. Se si è bravi ma anonimi, non sarete mai la prima persona a cui si pensa quando nasce un problema. Infine, ricordate che è sempre una buona politica razionalizzare le proprie attività. Focalizzare sui punti indicati può risultare sterile se lo si fa in modo disorganizzato, ma se fatto con disciplina porta a sicuri vantaggi. Tutto questo sforzo, non è solo per voi: essere un punto di riferimento è un sicuro vantaggio… ma sopratutto aiuta gli altri!

Cari contatti, vi scrivo! Quinto comandamento (Funkyrev) Submitted at 2/20/2009 8:05:19 AM

Continuiamo a raccontare di Sansone e i 10 Comandamenti Anti Crisi: 5° Comandamento ”ReBrand Yourself” • Createvi una lista dei vostri contatti, prima che vi servano veramente… Credo sia opinione fortemente condivisa che le maggiori opportunità lavorative giungono attraverso altre situazioni lavorative (piove sempre sul bagnato…). Arrivati al quinto comandamento abbiamo imparato quanto sia necessario avere un approccio proattivo e sapersi posizionare come riferimento. In una tale situazione, le opportunità sono -de factopiù facili da cogliere e molto più numerose. Chi ti circonda ti conosce e fa quello che è un viral marketing spontaneo: ti sponsorizza e si rivolge a te. Ma quando si è alla ricerca di nuove occasioni e nuovi progetti? E’ cosa buona e giusta rivolgersi inanzitutto agli amici, quella lista di persone che conosci ad un livello personale. Cerchi lavoro? Quindici anni fa alzavi la cornetta dell’unico telefono fisso di casa e chiamavi gli amici ( DRIIINN), facevi presente la tua necessità, e chiedevi loro gentilmente di spargere la voce. Questa classicissima operazione, è ancora assolutamente valida: prima di guardare su Monster

e inviare alla cieca 10.000 CV, facendo spamming lavorativo, e rovinandoti il brand, è auspicabile prima rivolgersi al proprio network di conoscenze. Su questo medesimo presupposto è fondato il grande successo delle piattaforme lavorative dell’ultimo periodo: linkedin. Negli ultimi anni i Social Media hanno messo a disposizione per i naviganti nuovi strumenti per allargare il proprio campo di “influenza” e la

facilità di interazione. Ma cosa significa avere un network di contatti in rete? E come distinguere tra i contatti utili? Resta inanzitutto fondamentale la volontà di mantenere vivi i contatti e le interazioni. Non basta avere 250 nomi in lista tra gli amici di Facebook per avere un network di 250 persone proattive. E’ quindi una necessità lavorativa, dentro e fuori dalla rete, costruire la propria agendina di persone che in caso di bisogno, rispondono prontamente alla vostra richiesta d’aiuto: un Friendly network Per un professionista è obbligatorio avere un tale database attivo e pulsante, prima di averne effettivamente bisogno. Le interazioni forti si sviluppano lentamente, con pazienza, condividendo e discutendo. Canali come i feed RSS, Twitter, Facebook, permettono di essere creativi e performanti in questa attività. E’ consigliabile, oltre che piacevole, mettersi in gioco! Partecipare attivamente a discussioni di Social Network che trattano dei tuoi effettivi interessi. Che si tratti di forum misconosciuti, newsgroup sulla storicissima rete usenet, o piattaforme mediatiche alla moda non importa! Gridate tutti insieme a me: E’ tanto bella quanto necessaria la mia lista di contatti effettivamente spendibili!

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