Fitoterapia

  • May 2020
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Fitoterapia

Logo della fitoterapia La fitoterapia (a volte anche impropriamente definita fitomedicina) è, in senso generale, quella pratica terapeutica umana comune a tutte le culture e le popolazioni sin dalla preistoria, che prevede l’utilizzo di piante o estratti di piante per la cura delle malattie o per il mantenimento del benessere. Data l’antichità di questa pratica, che con tutta probabilità rappresenta il primo esempio di pratica terapeutica umana, e data la sua generalizzata distribuzione geografica, è impossibile dare una descrizione di essa in termini di un sistema terapeutico specifico (come ad esempio è possibile fare per l’omeopatia). Piuttosto è sensato dire che l’utilizzo terapeutico delle piante si ritrova in tutti i sistemi terapeutici umani, da quelli più antichi e basati su osservazione ed empiria, a quelli più sofisticati e con livelli di complessità teorica elevata, fino alla moderna biomedicina. Dal punto di vista terminologico, limitandosi alla Unione Europea, solo da pochi anni, e limitatamente alla Gran Bretagna, esiste una categoria professionale istituzionalizzata di fitoterapeuti, con percorso formatico universitario distinto da quello previsto per la biomedicina, e con protezione legale del nome. Negli altri stati membri della UE il termine fitoterapeuta non ha valore legale, e la fitoterapia non è una branca riconosciuta delle biomedicina. Il termine viene dal greco phyton (pianta) e terapeia (cura). La fitoterapia è considerata una medicina alternativa o complementare nella maggior parte degli stati membri della UE e negli Stati Uniti, anche se alcune piante e soprattutto alcune frazioni di pianta sono riconosciuti e sfruttati anche dalla medicina scientifica tradizionale. La medicina popolare si serve di queste sostanze da tempi immemorabili. Ippocrate citava il rimedio come terzo strumento del medico accanto al tocco e alla parola.

Principi attivi [modifica] Le piante sono fra le principali fornitrici di sostanze medicamentose. Vanno considerate veri e propri produttori e contenitori dinamici di sostanze chimiche (Firenzuoli, 2009). Nella loro evoluzione esse hanno sviluppato innumerevoli metaboliti secondari che svolgono per la pianta varie funzioni ecologiche (repellenza, difesa dagli erbivori, lotta contro altre specie vegetali per il controllo delle risorse, difesa dai parassiti, attrazione degli impollinatori, ecc.). Questi stessi metaboliti secondari hanno mostrato importanti attività farmacologiche nell'uomo. Ecco una lista esemplificativa dei vari principi attivi: •

fenoli semplici



polifenoli - tannini e flavonoidi



glicosidi (fenilpropanoidi, antrachinoni, glucosinolati, iridoidi, glicosidi cianogeniche )



terpeni



terpenoidi e saponine (fitosteroli, glicosidi cardioattive , triterpeni)

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olii essenziali e resine



alcamidi



alcaloidi

Le attività che questi metaboliti possono esercitare sulla fisiologia umana sono molteplici e sarebbe impossibile riassumerle brevemente, tuttavia una lista sommaria comprenderebbe: •

sostanze tossiche



sostanze con attività ormonoregolatrici



sostanze ad attività antimicrobica •

battericidi



virostatici



fungicidi



sostanze lassative



sostanze antinfiammatorie



sostanze attive sul sistema nervoso centrale e periferico



sostanze antiossidanti

Le moderne preparazioni fitoterapiche sono ottenute a partire dal materiale vegetale, sia fresco che essiccato, tramite estrazioni con solventi e metodiche diverse: se il solvente è l'etanolo in percentuali diverse si parla di estratti idroalcolici, solitamente chiamati tinture (o estratti fluidi; se il solvente è l'acqua si parla di infusi, decotti o macerati a freddo; se il solvente è un olio grasso si parla di oleoliti; l'estrazione con solventi diversi e non alimentari (esano, cloroformio, ecc.), che vengono poi eliminati, permette la preparazione di estratti molli e secchi. Alcune preparazioni sono costituite da estratti di singole piante, altri da combinazione di estratti da diverse piante. In particolare i medici hanno la possibilità non di preparare ma di prescrivere preparazioni vegetali che poi prepara il farmacista (medicinali galenici magistrali) Le preparazioni in libera vendita devono sottostare a vari standard di tipo qualitativo, mentre gli standard di efficacia e tossicologici vengono applicati (nella UE) solo a quei preparati ai quali venga riconosciuto lo status di farmaci vegetali (herbal medicines). Per i preparati che non rientrano in questa categoria valgono le regolamentazioni dei singoli stati membri.

Pericoli [modifica] L'uso di piante e dei loro derivati può essere utile nella terapia, ma spesso si verifica uno sfruttamento promozionale di piante ed erbe delle quali si vantano proprietà terapeutiche non documentate e delle quali talvolta si ignorano i possibili pericoli. Fortunatamente esiste oggi in Italia una specifica regolamentazione dei prodotti naturali (Firenzuoli, 2009; Silano, 2006). L'equazione "naturale = benefico" è infatti spesso un semplice tranello atto ad abusare della credulità di alcune persone: anche i virus, difatti, sono naturali, come pure i funghi velenosi o la cicuta con cui Socrate si suicidò. Anche le interazioni con i farmaci tradizionali devono essere valutate con attenzione così come gli effetti collaterali, ampiamente descritte fin dal 1996 (Firenzuoli, Le insidie del Naturale) e poi successivamente approfondite (Firenzuoli, 2001, 2008). Particolare attenzione va infatti posta al sistema enzimatico epatico ed intestinale P450 e alle sue varie isoforme, oltre che alla proteina di trasporto denominata P-gp (P.Campagna, 2008). In particolare oggi sappiamo che esistono molte piante che interagiscono con i farmaci, riducendone l'attività o al contrario aumentandone la tossicità, tutte situazioni che devono essere ben conosciute onde prevenire guai anche pericolosi (Firenzuoli, 2008). Fitoterapia

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Premesse fitoterapiche [modifica] La fitoterapia non esclude l'autoprescrizione, tanto che esistono fitoterapici da banco senza obbligo di ricetta medica (Silano, 2006). Per la prescrizione occorre •

la laurea in medicina e chirurgia



meglio se accompagnata da una specifica formazione/specializzazione in fitoterapia



conoscenze su indicazioni, controindicazioni ed effetti collaterali di fitorimedi



conoscenze sulla ricettazione di fitoterapici (norme, convenzioni, abbreviazioni, combinazioni, dosaggi) e conoscenza di prodotti reperibili



conoscenze di galenica (preparazioni di piante e loro parti in rimedi galenici)



almeno minime conoscenze di erboristeria (piante, la loro crescità, coltivazione, raccolta, elaborazione e conservazione)

Fitoterapia popolare [modifica] La fitoterapia è una disciplina medica che ben si differenzia dalle pratiche tipiche della medicina popolare consente di curare e prevenire anche malattie non proprio banali. Impropriamente viene considerata una disciplina non convenzionale. La Fitoterapia per defnizione non può essere popolare ma solo scientifica.

Ricettazione [modifica] Capacità di stilare una ricetta formalmente corretta a seguito di una corretta diagnosi e per una determinata e assicurata patologia di un determinato paziente.

Galenica popolare [modifica] L'arte di preparare preparati a base di erbe nasce dall'antica professione dei farmacisti o speziali, si chiama Galenica (dal nome del medico dell'antichità Galenus). Non è necessario avere delle attrezzature speciali per svolgere questo mestiere, basta una cucina ben attrezzata. Per contro bisogna possedere delle solide conoscenze culinarie ed erboristiche. Da questa si distingue la Galenica vera e propria che spetta solo ai farmacisti e per la quale occorre una specifica attrezzatura.

Erboristeria [modifica] L'erboristeria è la capacità di identificare, raccogliere e conservare le piante medicinali. Ai tempi questo era il mestiere dell'erborista. Oggi le poche piante ancora usate come medicamenti grezzi vengono coltivati da contadini specializzati. Raccogliere piante selvatiche con scopi farmaceutici richiede buone conoscenze botaniche ed ecologiche.

Rimedi fitoterapici Questa lista contiene un elenco di rimedi fitoterapici associati ad una indicazione come da tradizione fitoterapica e medicina popolare mediterranea e medioeuropea. Con indicazioni si intende (in gergo medico) il campo di impiego terapeutico di un determinato farmaco (ad esempio l'aspirina è un anaflogistico). In fitoterapia si usano i termini droga e rimedio al posto di farmaco. Droga è inteso (nel vecchio senso della parola di farmacisti, speziali e erboristi) come pianta preparata a fungere come rimedio. Le indicazioni per le droghe vegetali sono più complesse che per farmaci sintetici: una droga vegetale contiene al solito un largo spettro di sostanze terapeuticamente attive (e con questo anche Fitoterapia

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diversi impieghi, indicazioni), mentre un farmaco sintetico al solito è una sostanza e ha una o due indicazioni. Non tutti i rimedi qui elencati sono riconosciuti dalla comunità medica scientifica classica, ma rappresentano un piccolo sunto della tradizione e dell'esperienza fitoterapica occidentale.

Dalla pianta vivente al rimedio (farmaco) [modifica] Una pianta o una droga diventa un rimedio o un farmaco tramite preparazione galenica, eseguito: •

dall'utente (p e. una tisana, infuso),



dall'erborista p.e. una tintura o



dal farmacista (p.e. un preparato magistrale).

La ricetta medica descrive in modo inconfondibile gli ingredienti, la preparazione e l'applicazione di un rimedio o farmaco. Ricette mediche individuali (non confezionate, che bisogna prepare per uno specifico cliente) si chiamano anche ricette magistrali.

Indicazioni fitoterapiche [modifica] Sono elencate in ordine alfabetico alcune indicazioni.

Astringenti [modifica] Un astringente è una sostanza che attenua le funzioni dei tessuti.

Astringenti a tannini [modifica] L'astringenza è data dalla presenza di tannini, che astringono la superficie della pelle e delle mucose, formando una sottile membrana. Utilizzati per la coagulazione della sanguinazione capillare, per le escrezioni plasmatiche (siero) e la guarigione di ferite. Sono nello stesso tempo dei germostatici. Usi •

Infiammazioni dell'alto tratto digestivo



Diarrea a seguito di infiammazioni gastrointestinali



A livello topico: lesioni aperte, emorroidi, scottature di 3° grado

Controindicazioni •

Costipazione



Anemia sideropenica



Malnutrizione

Prescrizione

Nella maggior parte dei casi assumere subito dopo i pasti principali. In alcuni casi di infiammazione gastrica l'utilizzo a breve termine lontano o prima dei pasti è giustificato. Non usare a lungo termine (4-6 settimane di seguito). Piante •

Acacia catechu (Acacia)



Agrimonia eupatoria (Eupatoria)



Alchemilla vulgaris (Alchemilla)



Bidens spp. (Bidens)

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Carduus benedicta (Cardo santo)



Geranium maculatum (Geranio)



Geum urbanum



Hamamelis virginiana (Amamelide)



Krameria triandra (Crameria)



Polygonum bistorta (Poligonio)



Potentilla erecta (Tormentilla)



Quercus spp. (quercia)



Arctostaphylos uva-ursi (uva ursina)



Vaccinium myrtillus foglie (mirtillo)



Salvia officinalis (salvia)



Camellia sinensis (tè)



Filipendula ulmaria (olmaria)



Bellis perennis (margheritina)



Rosmarinus officinalis (rosmarino)

Astringenti a resine [modifica] L'astringenza in questo caso è data dalla presenza di resine, gommoresine, oleogommoresine. Le piante a resina sono generalmente antimicrobiche, stimolanti della leucocitosi locale, astringenti, rubefacenti. Piante •

Commiphora myrrha (Mirra)



Propolis



Calendula officinalis (estratto ad elevato tasso alcolico)



Styrax benzoin



Resine di conifere

Alteranti [modifica] Un alterante è una sostanza che modifica i processi riparazione e nutrizione dei tessuti. Chiamati nella medicina tradizionale anche "depuratori ematici". Hanno la reputazione di restaurare "sane funzioni corporee", di promuovere la vitalità e la salute senza ulteriormente specificare in che cosa ciò consiste.

Amara [modifica] Gli amara aumentano la secrezione gastrica (prima dei pasti) e tonificano il sistema digestivo. Una parte sono anche ottimi epatici. Meccanismo d'azione degli amari 1. stimolazione dei recettori per l'amaro sulla lingua 2. stimolazione del vago, rilascio di gastrina, stimolazione secrezioni gastriche e salivari, che a loro volta stimolano una catena di secrezioni da parte del pancreas, cistifellea, duodeno, ecc. Fitoterapia

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3. riducono infezioni enteriche e dispepsia 4. riducono la fermentazione, specialmente durante le febbri quando il tratto gastrointestinale è meno attivo a causa della ridotta perfusione ematica 5. riducono l'iperattività ad allergeni ed antigeni 6. aumentano il flusso di bile 7. aiutano a regolare le secrezioni di insulina/glucagone 8. stimolano l'appetito contribuiscono alla rigenerazione delle pareti intestinali 9. promuovono l'assorbimento di grassi e vitamine A, D, E, K. 10.Promuovono una leggera leucocitosi 11.Riducono la temperatura corporea (aumentano il flusso ematico al fegato) Usi •

Anoressia e cattiva digestione



Disturbi epatici e biliari (azione coleretica)



Disturbi della glicemia



Gastrite cronica e ulcera gastrica



Intolleranze alimentari e allergie



Condizioni di debilitazione associate ai disturbi sopra elencati



Condizioni febbrili



Ittero

Gli amari possono risultare utili anche in casi di disturbi non direttamente gastrointestinali: •

emicranie e cefalee



problemi infiammatori, soprattutto cutanei



condizioni di ipersensibilità ed allergia

Controindicazioni •

Ulcera duodenale



Condizioni descritte come 'caldo-fredde' nelle medicine tradizionali

Prescrizione •

Vista l'azione riflessa, non c'è bisogno di utilizzare dosi elevate; sarà sufficiente elicitare una forte sensazione di amaro, e bere lentamente. Il medium preferito è una tintura diluita



Dato che l'azione è mediata dal sistema nervoso parasimpatico (nervo vago), è necessario aspettarsi un ritardo di 20-30 minuti nell'azione, quindi assumere mezz'ora prima dei pasti.



L'assunzione a lungo termine è possibile se è di beneficio, ma sarebbe preferibile l'utilizzo degli amari solo in caso di necessità, cioè come una stimolazione ad una miglior funzionalità autonoma piuttosto che come una 'gruccia'.

Piante •

Puri: trifoglio fibrini, genziana, centaurio, ruta, curcuma, assenzio, ...



con mucolasi: tussilago, canapa, ...

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con astringente: asclepia, ....

Analgesici [modifica] Un analgesico, o antidolorifico, attenua o elimina la sensibilità al dolore. Il dolore può essere causato da tanti meccanismi e la sua elaborazione e percezione cosciente è soggetta a dei processi complicatissimi. Per fare un esempio: un dolore provocato da un processo infiammatorio può sparire con un'anaflogistico (antiinfiammatorio) o l'esaurimento dell'infiammazione, perché non c'è più la causa, mentre un dolore spastico, nevralgico, "metabolico", ... non risponde minimamente alla stessa sostanza. Per questo motivo ci sono innumerevoli fitorimedi con la reputazione di avere effetti analgesici, ma quasi nessuno "funziona" per tutti tipi di dolori. I "veri" analgesici possono essere così categorizzati: •

Analgesici ad azione centrale: oppio; Cannabis sativa; Aconitum napellus; Gelsemium sempervirens; Piscidia piscipula



Analgesici ad azione periferica: Cannabis sativa; Capsicum spp.



Analgesici ad azione antemicranica: Tanacetum parthenium; Petasites hybridus; Cannabis sativa.

Gli analgesici "indiretti" possono essere caratterizzati a seconda delle loro azioni: •

Azione sull'innervazione sensoriale o afferente (anestetici locali, controirritanti): cocaina dalla Erythroxylon coca; Capsicum spp.; Aconitum napellus; oli essenziali rubefacenti; piante ad isotiocianati



Azione sui mediatori periferici (analgesici antinfiammatori/antipiretici): salicilati di olmaria, salice, pervinca e altri; Harpagophytum procumbens; Piscidia piscipula; Cannabis sativa; Aconitum napellus



Azione sul sistema nervoso somatico (antispasmodici anticolinergici): tubocurarina; Corydalis cava; Evodia rutaecarpa



Azione sul sistema nervoso autonomo (antispasmodici) •

sul sistema nervoso simpatico (antiadrenergici): Rauvolfia spp - reserpina



sul sistema nervoso parasimpatico (anticolinergici): alcaloidi tropanici; Gelsemium sempervirens; Piscidia piscipula; Anemone pulsatilla

Ci sono molte altre specializzazioni che richiedono capacità terapeutiche non da poco per poter affrontare il disturbo con criterio.

Antielmintici [modifica] Un antielmintico è una sostanza che uccide o facilita l'espulsione di parassiti intestinali: chenopodio, tanacetum, carota, aglio, seme di zucca (cucurbita).[senza fonte]

Antiasmatici [modifica] Gli antiasmatici sono utilizzati come rimedi palliativi contro attacchi di asma. In fitoterapia si usano degli spasmolitici per la muscolatura bronchiale come: •

belladonna (spasmolitico), giusquiamo, datura (paralisi di muscolatura respiratoria), efedra (simpatotonico), lobelia (sedativo del centro respiratorio)

combinati ev. con degli antiallergici (antistaminici): •

Nigella sativa, eventualmente con dei mucolitici ed espettoranti, come per esempio il finocchio, o il serpillo.

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Anticatarrali [modifica] Gli anticatarrali sostengono il corpo nel liberarsi da un'esagerata formazione di secrezione mucotica tramite diversi meccanismi: •

antistaminici come: calcio, olio di nigella, eufrasia, efedra, ...



astrigenti come: salvia, achillea, ...



antisettici come: eucalipto, melaleuca, timo, lavanda, rosmarino, ...



mucillaginosi come timo, issopo, salvia.

Tanti oli eterici legati a degli oli (nigella, calendula, ...) e usati come inalazione sono fortemente anticatarrali sia per alcune forme allergiche sia per quelle infettive (secondo la loro composizione).

Antidiabetici [modifica] Un antidiabetico è una sostanza che previene o cura il diabete, o che è utilizzata come coadiuvante in casi di diabetes mellitus II di senescenza. •

In medicina popolare vengono consigliati: pericarpium faseolus, bardana; anche amari come il trifoglio fibrini, l'artemisia, la genziana, il centaurio (tutti obsoleti o per debole effetto incerto o per effetti collaterali irriversibili dopo lunga somministrazione).



Molto più efficace è il cromo chimicamente legato a delle molecole di vitamina B3 (fattore di tolleranza glucosio GTF, Glucose Tolerance Factor), riccamente contenuto nel lievito di birra (saccharomyces cervisiae) medicinale e diete con indice glicemico basso.

Ipocolesterolomizzanti [modifica] Sono quelle piante medicinali che permetto di tenere sotto controllo i livelli plasmatici di colesterolo. Attualmente il mercato offre una vasta gamma di prodotti che vantano di possedere questa proprietà, addirittura si possono trovare degli yogurt a cui vengono attribuite queste proprietà. Vediamo nel dettaglio quali sono i rimedi più conosciuti e le loro proprietà •

olio di pesce, ricco di acidi grassi insaturi, è un vero e proprio farmaco preso nelle giusti dosi utile nelle ipertriglicemie. Non più di 1-2 grammi al giorno di prodotto concentrato all'80 per cento in DHA e EPA. Peccato che non esista letteratura concordante per quanto riguarda un suo utilizzo nelle ipercolosterolemie.Per ulteriori informazioni chieda al suo medico o farmacista



aglio, titolato in allicina, un metabolita dell'alliina, un glicoside solforato. Non serve assumere l'aglio tal quale poiché l'alliina di per sé non è attiva, deve essere metabolizzata ad allicina ed ajoene, i veri principi attivi, mediante una reazione catalizzata dalla alliinasi. Il problema è che alliina ed alliinasi si trovano in compartimenti cellulari diversi e quindi, per far avvenire la reazione, le cellule devono essere rotte per permettere il contatto tra enzima e substrato. Il che si traduce, in termini pratici, nel dover masticare molto a lungo l'aglio. Effetto collaterale: alitosi. Esistono tuttavia in commercio preparati a base di aglio invecchiato che non presentano lo sgradevole sapore. Diversi studi clinici dimostrano una leggera diminuzione dei livelli colesterolo insieme ad un temporaneo abbassamento della pressione e all'inibizione dell'aggregazione piastrinica.

policosanoli, estratti dalla canna da zucchero. È un prodotto cubano, che sembra possedere stupefacenti proprietà. L'azione che viene attribuita da studi scientifici ai policosanoli è comparabile a un farmaco di sintesi. Dosaggi 5-10 mg al giorno per almeno due mesi. Fitoterapia

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Recentemente gli estratti da Berberis aristata e Berberis vulgaris (berberina) e quelli contenenti astaxantina, xantofilla di nuova generazione prodotta da un'alga unicellulare, sono accreditati per il controllo delle dislipidemie grazie a meccanismi di azione diversi da quelli attribuiti alle statine o a piante o rimedi naturali statino-simili. (P.Campagna, 2008). in realta' la berberina e' un alcaloide, e può interferire con il sistema dei citocromi, quindi non dovrebbe essere assunta come un integratore.



fitosteroli



guggulsteroli



dieta



attività fisica di tipo anaerobico per mezzo'ora al giorno.

Per ulteriori informazioni chieda al suo medico o farmacista

Antidiarroici [modifica] Un antidiarroico è una sostanza che elimina o attenua la diarrea. La diarrea non è una malattia bensì una reazione intestinale a: 1. intolleranze, allergie alimentari o sostanze tossiche; 2. infezioni intestinali e/o lesioni di flora intestinale; 3. metaboliti di germi patogeni intestinali; 4. infiammazioni o lesioni intestinali per sostanze ingerite o processi intrinsechi. 5. processi psico-neurovegetativi come "colon irritabile"

L'antidiarroico può essere quindi solo una misura palliativa finché l'organismo stesso o il terapista ha potuto rimediare alla causa a monte. La diarrea disturba anzitutto e immediatamente l'equilibrio idro-elettrolitico (acqua e sali) di tutto l'organismo e nelle persone con poche riserve di grassi dopo poco tempo anche all'approvvigionamento energetico. Come pronto soccorso si ricorre prima di somministrare degli antidiarreici, alla sostituzione dei liquidi, sali e zuccheri: Coca-Cola (liquidi, zuccheri e leggermente astringente) e salatini (sodio, un po' di potassio) sono efficaci e piaciono ai bambini. Meglio sono i brodi (animali o vegetali e tisane con miele in alternanza). Solo dopo si ricorre agli antidiarroici: •

Carbone attivo: lega tossine, sostanze aggressive, microorganismi;



astringenti: mirtilli secchi macerati in ricotta, olmaria, corteccia di quercia, tormentilla...



inibitori di motilità peristaltica: preparati di radice di uzara (anche per piccoli bambini), belladonna, oppio.

Antiemetici [modifica] Un antiemetico è una sostanza che previene o elimina la nausea ed il vomito. Ad esempio: •

menta, finocchio, chiodo di garofano, lavanda, olmaria, melissa, paprica, Cannabis (Tinct. Suffumigatura, ...)...



Un rimedio molto efficace nella cura del vomito è il rizoma di zenzero (Zingiber officinalis) sotto forma di estratto secco titolato (2-3 grammi al giorno) o di rizoma fresco. Fare attenzione al suo utilizzo in gravidanza specialmente nei primi tre mesi. In questo caso può risultare utile la vitamina B6.

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Antipertensivi [modifica] Un antipertensivo è una sostanza che abbassa la ipertonia arteriosa, la quale può dipendere da tanti meccanismi: 1. deperimento del sistema cardiovascolare, specialmente arteriosclerosi e stenosi arteriale; 2. disturbi di irrorazione renale; 3. disturbi di regolazione ormonale dei diametri dei vasi, spesso causati da stress e antistressanti vasocostrittori (tabacco, caffè, medicamenti, ...); 4. disturbi regolatori a livello cerebrale di provenienza ignota (essenziale); 5. brutte coincidenze relative a vari di questi fattori.

In forme miti o come complementari ai farmaci sintetici nella fitoterapia si usano: •

ormonali/antistressanti: valeriana, luppolo, avena;



tonificanti cardiovascolari: crateagus, magnesio;



protettori vascolari, emolitici: aglio, meliloto, ruta, stellina odorata;



regolatori neurocentrali: rauwolfia, calcio, olio di pesce, vitamina B6;



vasodilatatori come nel caso di spasmi coronari è consigliata la nitroglicerina, vitamina B3;



diuretici abbassano la resistenza nel circuito ematico renale, Cave! demineralizzazione.

In forme dove non bastano queste misure è "il minor male" ricorrere a efficaci prodotti sintetici come i betabloccanti, ACE-inibitori e altri, perché le conseguenze dell'ipertensione non controllata, possono essere presto letali per un'eccessiva carica dei reni, del cuore, delle arterie e altri organi. I valori di referenza sono approssimativamente: Sistole < età + 100; Diastole < 90mm Hg (WHO).

Anaflogistici [modifica] Un anaflogistico attenua o elimina una infiammazione. Il termine anaflogistico non esiste in medicina, e quindi neppure in fitoterapia. Si tratta solo di una affermazione sbagliata, perché significa senza infiammazione, il termine corretto è "antiglogistico". L'infiammazione è una risposta immunitaria a delle lesioni, infezioni, intolleranze, allergie, irritazioni, degenerazioni, eccetera, e come tale è curabile. Diventa problematica se: 1. si perpetua, diventa cronica, 2. scatta e risponde smisuratamente (allergie), 3. provoca processi autolesionistici, autoimmunitari.

Il trattamento delle infiammazioni richiede conoscenze terapeutiche, perché rimane palliativo finché ci si limita al trattamento dei soli sintomi. •

anaflogistico universale: enzimi proteolitici (resistenti ai succhi gastrici) di papaya, ananas e pancreas di vitello



anaflogistici sistemici: camomilla, calendula, iperico, oli di pesce, artigli del diavolo, olmaria, corteccia di quercia;



anaflogistici locali: camomilla, lavanda, aloe, calendula ma anche iperico



vulneranti, emollienti e mucosaprottetivi: Symphytum officinalis (symphytum), malva;



antiirritativi esterni: tè nero, amamelide, corteccia di quercia.

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ipersensibilità, allergie, autoimmunità urologica: calcio, metionina, vitamina B6;

Antipiretici [modifica] Un Antipiretico è una sostanza che abbassa la febbre. In questo senso tutti i diaforetici sono anche antipiretici, perché l'aumentata sudorazione abbassa la temperatura corporea. Un altro tipo di antipiretici invece influisce sulla regolazione cervellare della temperatura in modo che abbassa la "temperatura di referenza". Contengono di queste sostanze delle droghe come la Cort. Chinae succirubrae (Chinina) e la Hb. Lobeliae inflatae. In omeopatia sono ritenute antipiretici globuli di: Belladonna 5CH, Ferrum phosphoricum 7CH e Aconitum 5CH.

Antisclerotici [modifica] L'arteriosclerosi è il risultato di un processo complesso (e non perfettamente chiarito) nel quale si formano dei depositi lipidominerali all'interno delle arterie, che ne diminuiscono il diametro (flusso), induriscono (contrattibilità) e può possono staccarsi (infarti). Come fitorimedi (piuttosto preventivi) si usano preparati di •

aglio, aglio orsino, crateagus, vischio, meliloto, ruta, stellina odorata.

Il termine fitorimedio è arcaico e fuori dalla medicina. I termini corretti sono invece farmaco vegetale, galenico o specialità. (Silano, 2006) La medicina classica la tratta cercando di diminuire i rischi di trombi con degli anticoagulanti e con dei salicilati (microinfiammazioni, aspirina a basso dosaggio o cardioaspirina). •

in naturopatia si corregge spesso le iperlipidemie con oli omega-3 (olio di pesce) e vitamina B3 nonché tintura di olmaria al posto della cardioaspirina.

In fitoterapia invece sappiamo che la tintura di Olmaria non può assolutamente sostituire la cardioaspirina, ed i naturopati che lo affermano dovrebbero prendersi la responsabilità di quello che affermano. Molti dietisti puntano invece su diete povere di lipidi e colesteroli, anche se è dimostrato sin dal 1992 che le diete non influiscono minimamente sulle lipidemie (studio VERA 1992, Germania). D'altro canto una dieta bilanciata e a basso contenuto di grassi animali (non significa povere di grassi) riduce significativamente il contenuto di grassi nel sangue come anche una buona attività fisica giornaliera.

Antitossivi [modifica] Gli antitossivi mitigano la tosse attraverso diversi meccanismi: •

antinfettivi (diversi oli essenziali),



mucodiluenti (timo, eucalipto, anice, Symphytum officinalis, verbasco, ...),



immunostimolanti (echinacea, ...),



neurovegetativo (oppio, codeina, efedra, lobelia, ...),

gli antitossivi sono di solito preparati composti dalle sostanze sopramenzionate secondo il caso individuale.

Aromatici [modifica] Gli aromatici sono sostanze con dei forti gusti e odori perché contengono oli eterici. Essi vengono usati anche per migliorare i gusti e gli odori di altre sostanze. •

Tutte le spezie culinarie

fanno parte di questo gruppo. Hanno spesso delle proprietà antisettiche e promuovono le secrezioni e la motilità gastrointestinale (tonificanti digestivi). Fitoterapia

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Interessando inoltre l'olfatto, direttamente connesso con il sistema limbico, influiscono in modo potente (e inconscio) sulle emozioni, gli umori e gli stati d'animo, ciò che viene largamente sfruttato nell'aromaterapia con gli: •

olii essenziali

Assolutamente da rispettare sono i sottilissimi dosaggi e le simpatie e avversità individuali, proprio perché si tratta di meccanismi non volontariamente controllabili. Esempio: usare l'aglio per una persona che lo detesta o nelle dosi individualmente esagerate è molto malsano (perché organicamente stressante), malgrado le sue proprietà "antisclerotiche".

Battericidi [modifica] I battericidi inibiscono la proliferazione dei batteri, in parte direttamente perché sono citotossici, in parte tramite la stimolazione della difesa immunitaria come p.es. •

la lavanda, la melaleuca, l'eucalipto, il chiodo di garofano, l'indago, l'aglio, la mirra, l'echinacea, l'assenzio.

Praticamente tutti gli oli essenziali e tutte le sostanze astringenti sono battericidi o antisettici dermici e mucotici.

Cardiotonici [modifica] I cardiotonici aumentano la forza cardiaca e sono spesso diuretici: •

digitalis, strofanto, crataegus, convallaria, scilla marittima, leonurus, ginestro, ...

Visto che possono avere degli effetti notevoli, è meglio lasciare all'esperto l'applicazione e il dosaggio.

Carminativi [modifica] Un carminativo è una sostanza utilizzata per favorire e regolare l'espulsione dei gas intestinali (flatulenza): •

cumino, anice, finocchio, camomilla, menta, ginepro, cardamomo



salvia, senape, timo, issopo, cannella

Sono in genere sostanze ricche di oli essenziali che calmano lo stomaco e nel medesimo tempo aumentano la peristalsi e sopprimono i processi di putrefazione intestinale (non solo scomodi ma anche "malsani" per via della produzione di alcol metilico nell'intestino).

Colagoghi [modifica] Un colagogo facilita l'evacuazione delle vie biliari. Sono sostanze che aumentano la produzione di bile da parte del fegato e stimolano altre funzioni epatiche: •

agrimonia, carciofo, carduus mariae, rafano, rheum, genziana, cnicus benedicti

Diaforetici [modifica] I diaforetici aumentano la sudorazione: •

tiglio, camomilla, verbascum, sambuco, cannella, menta, Rad. Angelicae, Hb. Pulegii, Hb. Eupatoriae.

Sono usati in malattie infettive e infiammazioni croniche e specialmente come antipiretici.

Diuretici [modifica] I diuretici aumentano la secrezione urinaria tramite i diversi meccanismi, in paricolare per l'irritazione dei reni.

Fitoterapia

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Inoltre, possono squilibrare l'omeostasi idro-elettrolitica per un'eccessiva escrezione dei sali minerali in seguito alla forzata escrezione acquosa, specialmente di potassio. Ci vogliono quindi precise indicazioni (p.es. infezioni urinarie, ritenzione di liquidi, reumatismi, calcoli urinari, disturbi cardiovascolari...), nonché la sostituzione dei sali minerali persi e un controllo medico per delle cure prolungate (l'acqua pura è diuretica!). Esempi di erbe diuretiche "miti" e quindi poco critiche sono: •

alchemilla, sambuco, cola, zucca, tiglio, tarassaco, carota, prezzemolo, achillea, semi di sedano, birra e asparagi.

Per un uso specifico medio-forte servono: •

pilosella, meglio fresca dunque sotto forma di tintura madre, orthosiphon o detto te di giava, ortica foglie



uva ursina, sabal serrulata, ginepro, ginestro, crataegus.

Per l'uso duraturo come diuretico è meno rischiosa la •

radice di tarassaco, perché contiene e restituisce all'incirca la dose di potassio che fa perdere.

È terapeuticamente sensato di consumare brodo in combinazione con diuretici (per restituzione di sali minerali) salvo se c'è una controindicazione clinica! (certe malattie renali). Altre piante ricche di potassio sono le banane, albicocche e i frutti secchi come le arachidi.

Emmenagoghi [modifica] Gli emmenagoghi promuovono le mestruazioni. Visto che i motivi per i disturbi mestruali di questo tipo possono essere molteplici (ad esempio nella gravidanza) è meglio lasciare all'esperto questo campo, perché molte erbe ivi impiegate influiscono notevolmente sul funzionamento ormonale con notevoli effetti collaterali o possono essere abortive se applicate dilettantisticamente.

Emollienti [modifica] Gli emollienti ammorbidiscono il derma e/o la mucosa: •

Symphytum officinalis (symphytum), fieno greco, lino, malva

Emostatici [modifica] Gli emostatici sono astringenti che applicati esternamente aiutano a fermare delle piccole emorragie superficiali dermatiche e mucotiche •

ortica, droghe a tannino.

Per quanto riguarda gli emostatici sistemici (emorragie interne): •

secale cornutum, hydropiper, senecio, bursa pastoris

é meglio lasciare all'esperto.

Emetici [modifica] Gli emetici provocano il vomito. Le erbe coinvolte sono da usare in dosi non prive di effetti collaterali potenzialmente nocivi. Lo sciroppo di Ipercacuana è in uso per provocare il vomito in caso di intossicazioni.

Epatici [modifica] Gli epatici regolano le attività metaboliche del fegato, promuovono la proliferazione del tessuto epatico e regolano la produzione biliare.

Fitoterapia

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Cnicus benedictus, carduus mariae, berberis, curcuma, carciofo, tarassaco, assenzio, dioscorides (yam), amarae in genere e tante spezie culinarie come il rosmarino.

Espettoranti [modifica] Gli espettoranti aumentano la produzione di muco: •

malva, altea, verbasco, lichene islandico.

Per tossi "secche" : •

edera

Sciolgono il muco abassando la sua viscosità: •

anice, finocchio, menta, eucalipto e timo.

Il timo presenta anche un spiccata azione disinfettante dovuta alla presenza di timolo. I semi di lino e la fecola di patate sono utilizzati per preparare cataplasmi, posti sui polmoni o le zone della schiena in cui è depositato il catarro, lo sciolgono guarendo la bronchite acuta e cronica. Il cataplasma si prepara facendo bollire l'ingrediente e stiepidendolo in acqua fredda. A una temperatura intorno ai 38 gradi (non bollente, per non ustionare) si pone su una garza e quindi non a contatto diretto con la pelle. Era un rimedio diffuso contro le bronchiti ai primi del novecento.

Germostatici [modifica] Quasi tutti gli olii essenziali hanno delle dirette capacità germostatiche o germicide. Ogni olio è specifico su uno o diversi dei seguenti tipi di germi: 1. parassiti (antiparassitari) 2. miceti (fungicidi) 3. protozoi (antiprotozoici) 4. batteri (battericidi) 5. virus (virostatici)

Le bibliografie degli oli essenziali documentano una piccola parte delle indicazioni specifiche (perché di oli sono tanti e di germi ancora di più).

Ipnogoghi [modifica] Gli ipnogoghi sono sostanze che inducono il sonno (direttamente o tramite sedazione centrale o meccanismi distensivi) come: •

oppio, valeriana, la scutellaria, luppolo, passiflora, piscidia, papavero rosso, escoltia californica, melissa

Galattagoghi [modifica] I galattagoghi inducono la produzione del latte materno (si ipotizza la stimolazione di ossitocina): •

anice, cnicus benedicti, fieno greco, finocchio

Litagoghi [modifica] I litagoghi hanno la fama di inibire la formazione di calcoli renali e urinari: •

alchemilla arvensis, parietaria, collosonia canadensis, eupatorium purpurea.

Gli effetti reali sono comunque discutibili.

Lassativi, purghe [modifica] Fitoterapia

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Lassativi e purghe rimediano la stitichezza promuovendo lo svuotamento degli intestini tramite diversi meccanismi: •

rigonfiamento della massa fecale per l'assorbimento dell'acqua nelle fibre vegetali e nei polisaccaridi: lino, ...



stimolazione rilascio di succhi digestivi: tarassaco, amara, ...



aumentata peristalsi per via di una reazione vegetativa:





salinici come natrii sulfurici (Sal Glauberi), magnesii sulfurici, ... altri sali



oleici come olio di ricino, olio di paraffina.

aumentata peristalsi per dei meccanismi regolatori: aloe, senna, rhamnus, rheum. Cave! Le sostanze contenute (antrachinoni) con l'uso regolare ledono irrimediabilmente i plessi nervosi per la motilità intestinale! Da usare quindi solo in episodi della durata di poche settimane.

Mucillaginosi [modifica] I mucillaginosi promuovono la produzione di muco sulle mucose (maggiormente dell'apparato digestivo). Sono erbe che contengono alte dosi di sostanze mucotiche come: •

althea, malva, lino, fieno greco, semi di mela cotogna, semi di psillio.

Di solito non vengono assorbite dall'intestino (polisaccaridi indigeribili).

Nervinotonici [modifica] I nervinotonici tonificano una parte del sistema nervoso vegetativo (simpatico o parasimpatico) o del sistema nervoso centrale in modo: 1. diretto sul sistema nervoso (corteccia, limbico, vegetativo); 2. indiretto tramite il sistema ormonale; 3. mediato tramite i sensi del gusto o l'olfatto;

tonificano o in un senso sedativo oppure in quello stimolante*: •

valeriana, damiana*, ginseng*, avena, scutellaria, luppolo, camomilla, cola*, lavanda, tiglio, lobelia, melissa, passiflora, menta*, rosmarino*, timo*, assenzio*, ...

Ossitocinergici [modifica] Inducono le doglie prima del parto: •

Hydrastis canadensis, caulophylli, ruta

Rubefacenti [modifica] Stimolano la pelle (derma) irritandola leggermente, provocando dei riflessi nervosi e un'irrorazione locale aumentata: •

ortica fresca (acido formico), chiodo di garofano, zenzero, aglio, paprica, peperoncino, rosmarino, menta, senape, ...

Sedativi [modifica] Influiscono sul sistema nervoso e/o sul sistema ormonale in modo calmante: •

valeriana, scutellaria, leonurus, melissa, luppolo, iperico, camomilla, lobelia, passiflora, dioscorea, papaver rhoeas, canapa

Spasmolitici [modifica] Fitoterapia

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Gli spasmolitici sciolgono o allentano il tono muscolare soprattutto dei muscoli lisci: •

belladonna, dioscorea, petasite, valeriana, scutellaria, camomilla, lobelia, eucalipto



L'olio essenziale di Lavanda (Lavandula angustifolia) possiede discreta attività miorilassante e spasmolitica, purché sia utilizzato con raziocinio e dietro prescrizione medica. (P.Campagna, 2008)

Sialagoghi [modifica] Promuovono la salivazione: amarae come: •

genziana e centaurium.

Pungenti come: •

paprica, peperoncino



Echinacea spp.

Stimolanti [modifica] Stimolano le diverse funzioni organiche. Gruppo di piante e spezie non molto specifico come ad esempio: •

benzoa, fucus, genziana, eucalipto, curcuma, cardamome, aglio, cumino, paprica, peperoncino, menta, rosmarino, salvia, senape, assenzio

Spesso si chiamano anche tonici o tonificanti. Tonificanti, tonici [modifica] Ce ne sono innumerevoli, perché ognuno tonifica qualcosa. Meglio ricorrere a una funzione o un organo specifico (cuore, circolazione, fegato, stomaco, ...).

Virostatici [modifica] I virostatici inibiscono la proliferazione virale: •

Attivi solo in applicazione topica: Hypericum peforatum iperico, Melissa officinalis (Herpes Virus), Glycyrrhiza glabra.



lavanda, eucalipto, thuja, mirto, cajeput, melaleuca,

Vulnerari [modifica] Ovvero cicatrizzanti: promuovono la guarigione e la cicatrizzazione delle ferite: •

La maggior parte delle piante astringenti facilità i processi di cicatrizzazione.



lavanda, Symphytum officinalis, Hydrastis canadensis, sambuco, iperico, verbasco, calendula, polpa della pala del fico d'india, corteccia di ulivo.

Droga Droga è un termine che indica in senso generale sostanze di origine naturale o sintetizzate in laboratorio aventi proprietà non comuni, normalmente intese in relazione all'organismo umano. Nel linguaggio comune sono dette droghe: •

sostanze utilizzate nella preparazione di cibi per dare un sapore particolare (spezie);



sostanze che provocano alterazioni della percezione della realtà e/o dello stato di coscienza (stupefacenti), o in grado di incidere sulle prestazioni e/o capacità psico-fisiche, e che spesso inducono forme di dipendenza fisica o psicologica.

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Farmacognosia [modifica] Nel linguaggio scientifico per droga si intende una parte di vegetali, animali o minerali contenente sostanze dotate di attività farmacologica insieme ad altre inerti. Le sostanze capaci di produrre effetti farmacologici sono dette principi attivi. Le droghe si dicono organizzate quando costituite da una struttura funzionale cellulare di un vegetale o di un animale; non organizzate quando formate da un succo o un secreto emesso spontaneamente o ottenuto attraverso varie tecniche. Esempi di droghe organizzate sono: radici, cortecce, foglie, fiori, frutti, semi, sangue, ecc..., esempi di droghe non organizzate sono i succhi, i secreti, le resine, i lattici, gli oli, le essenze, ecc...

Pianta officinale Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Una pianta officinale è un organismo vegetale, usato nelle officine farmaceutiche per la produzione di specialità medicinali. Sono considerate piante officinali piante medicinali, aromatiche e da profumo inserite negli elenchi specifici e nelle Farmacopee dei singoli paesi. Il numero ed il tipo di piante officinali varia da paese a paese a seconda delle differenti tradizioni. Il più comune utilizzo di piante officinali è quello di correttori del gusto: molti farmaci o preparati farmaceutici hanno originariamente un gusto sgradevole che quindi viene "corretto" con l'aggiunta di sostanze di origine vegetale. Le piante officinali, ad esempio, sono quelle usate per conferire ad uno sciroppo o a caramelle il gusto di fragola, arancia, limone, etc. Nel linguaggio comune spesso si sovrappone l'uso dei termini pianta medicinale con pianta officinale, termini che legalmente indicano due diverse entità; il termine officinale è un termine più ampio ed esclusivamente procedurale, indica cioè quelle piante inserite all'interno di elenchi ufficiali come utilizzabili dalle officine farmaceutiche, a prescindere dal fatto che queste piante abbiano o meno proprietà di tipo medicinale. Il termine pianta medicinale indica invece quelle piante che contengono sostanze utilizzabili direttamente a scopo terapeutico o come precursori in emisintesi che portino a sostanze attive. È quindi chiaro che una pianta può essere officinale in un paese e non in un altro, a seconda delle regolamentazioni, ma essa sarà una pianta medicinale a prescindere dalle leggi.

Pianta medicinale Una pianta medicinale, secondo la Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è un organismo vegetale che contiene in uno dei suoi organi sostanze che possono essere utilizzate a fini terapeutici o che sono i precursori di emisintesi di specie farmaceutiche. Inoltre si va sempre più affermando il concetto di "fitocomplesso" quale insieme di sostanze di origine vegetale non riproducibili per sintesi chimica.[1]

Pianta medicinale e officinale [modifica] Nel linguaggio comune si sovrappone l'uso dei termini pianta medicinale con pianta officinale, che indica piante utilizzate nelle officine farmaceutiche per la produzione di specialità medicinali. Questa definizione è però abbastanza riduttiva, e l'utilizzo in ambienti accademici del termine pianta medicinale non fa più riferimento esclusivamente ad un utilizzo a scopo terapeutico delle sostanze contenute nelle piante, bensì dell'utilizzo della pianta o di estratti da essa derivati a scopo terapeutico. Il volume Koehler's Medizinal-Pflanzen contiene una pregevole raccolta di disegni relativi a tali piante.

Piante in pericolo [modifica] Fitoterapia

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Una indagine scientifica internazionale (OMS), promossa all'inizio degli anni novanta, ha rilevato un numero di circa sessantamila specie vegetali, utilizzabili per la cura delle malattie, in forte pericolo di estinzione, di cui trecentosettantaquattro in Italia. Questo fatto richiede una maggiore attenzione alle piante medicinali, non solo quelle utilizzate nelle emisintesi, ma anche quelle che forniscono naturalmente componenti attivi applicabili nell'ambito della fitoterapia.[2] (Firenzuoli, 2008).

Erboristeria

L'erboristeria è un'antica arte che si occupa della conoscenza delle piante (erbe, piante medicinali, officinali, aromatiche e spezie), della loro coltivazione, raccolta, conservazione e commercio a scopi terapeutici (fitoterapia, galenica tradizionale), cosmetici o nutritivi.

Erboristeria tradizionale [modifica] L'erboristeria tradizionale era prerogativa delle casalinghe. Esse coltivavano spezie ed erbe medicinali nei loro orti o le raccoglievano allo stato selvaggio. Le usavano fresche o le conservavano seccandole; oppure estraevano le sostanze mettendole in infusione in vino o grappa. Preparazioni galeniche sofisticate venivano preparate da persone specializzate o farmacisti. I loro fornitori erano erboristi che per lo più raccoglievano erbe allo stato selvatico. Oggigiorno, l'erboristeria tradizionale è considerata un passatempo per persone affascinate dalla botanica, per salutisti, "verdi" e altri gruppi. Per molti è anche un nostalgico folclorismo.

Erboristeria moderna [modifica] L'Erboristeria moderna nel corso dell'industrializzazione sociale, è stata modernizzata. La raccolta selvatica d'un tempo è stata sostituita da coltivazioni agricole specializzate in erbe e medicinali. Fornivano e forniscono i loro prodotti alle industrie: •

alimentari,



cosmetiche,



erboristiche e



farmaceutiche

L'industria li elabora in: •

integratori alimentari,

Fitoterapia

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prodotti salutistici,



cosmetici,



prodotti erboristici e



fitoterapici



farmaci

Una tale specializzazione richiede delle formazioni adatte. Per esempio molte facoltà di Farmacia dell'Università italiana, offrono un corso di laurea in erboristeria (la denominazione varia a seconda della Facoltà), che include il sapere basilare di tutti prodotti, processi artigianali, industriali, commerciali e di consulenza coinvolti. Ma alla fine del corso triennale, l'unica cosa che un erborista può fare è il contadino. La carente legislazione italiana non tutela l'Erborista, trasferendo tutte le competenze al farmacista, che poco o nulla sa di botanica e fitoterapia.[senza fonte]

Erboristeria e fitoterapia [modifica] La fitoterapia era ed è, da sempre, una forma terapeutica. È adottata da medici dotti, naturopati, terapisti alternativi e complementari, guaritori e da persone senza formazione medica. Prodotti industrialmente fabbricati sono reperibili in ogni farmacia (come "fitoterapici"), naturalmente dall'erborista (come "prodotti salutari",senza finità terapeutica, che è ad esclusivo utilizzo del farmacista), e certi persino nei supermercati (come "integratori"). Il vantaggio è la comodità e una certa garanzia di qualità, lo svantaggio è costituito dai costi e dal fatto che vanno perse vecchie culture artigianali quali: •

orticultura di piante medicinali,



erboristeria selvatica,



raccolta e conservazione di fitorimedi



e in più le arti galeniche.

La Fitoterapia è la disciplina medica che si serve delle piante e dei loro derivati per scopi medicoterapeutici. Tanti farmaci (si stima ca. 1/3, con tendenza all' aumento) si basano originalmente su sostanze sintetizzate da piante e non in laboratorio. Un esempio recente è il Tamiflu: La sostanza attiva (antivirale) viene estratta dal pericarpio verde di anice stellato (Illicium verum Hooker fil.).Riguardo l'uso del seme usato come spezia nella Cina sud-orientale ci sono grandi coltivazioni. Al momento, i coltivatori fanno affari con l'industria farmaceutica, e questo fino a quando non sarà economicamente conveniente l'utilizzo di un battere geneticamente modificato (in via di sviluppo), che sintetizza in bioreattori la stessa sostanza attiva. Da tempi remoti, i medici oltre far capo agli erbari si servono di elenchi correlativi tra piante e loro effetti terapeutici.

Erboristeria e galenica [modifica]

Fitoterapia

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L'arte di erboristi, speziali, droghisti, farmacisti Il nome provviene dal nome del medico Galenus. Con galenica si intende la preparazione di farmaci e rimedi partendo da droghe grezze o sostanze chimiche e sostanze ausiliarie. Erano e sono ancora preparazioni di galenica tradizionale, l'arte di speziali e farmacisti. Oggi si chiama anche 'tecnologia farmaceutica', visto che i farmaci sono solitamente preparati confezionati. Da circa cento anni si usano delle tabelle correlative tra gruppi di principi attivi e piante che li contengono. La galenica fitoterapica richiede grande cautela ed esperienza nel calcolare e prevedere la quantità di principio attivo contenuta nei derivati vegetali utilizzati. Difatti questa può variare sensibilmente a seconda di vari fattori come terreno e clima di coltivazione, metodo di raccolta, modalità di conservazione (p. e. essiccazione) e produzione del rimedio, contrariamente al rimedio farmacologico in cui è sempre certa (o quasi) la quantità e qualità del principio attivo assunto, come pure i loro possibili effetti collaterali.

Medicina popolare, raccolta conservazione e preparazione [modifica]

Nella medicina popolare i rimedi fitoterapici sono il rimedio. Il tesoro di ricette è immenso. La raccolta di piante medicinali selvatiche richiede anzitutto precise conoscenze botaniche ed ecologiche. Non ci vuole una formazione ampia riguardo la conoscenza di molte piante. Come nella raccolta di funghi, ci si concentra sulle erbe che si conoscono a fondo. Questo si può imparare facilmente, facendo parte di gruppi che organizzano escursioni accompagnate da guide esperte in erboristeria. Fitoterapia

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Fitosostanze galeniche Fitosostanze galeniche sono sostanze farmaceuticamente attive in droghe vegetali. Sono formate dalla pianta durante la crescita e servono a scopi terapeutici. Le piante contengono sempre diverse sostanze attive oltre a sostanze di "riempimento" che hanno tutte la loro influenza terapeutica. A differenza dei monopreparati sintetici, una pianta partecipa con dozzine di sostanze diverse alla terapia. Per raggrupparle didatticamente, in galenica si usa fare dei gruppi di sostanze farmaceutiche (rimedi con simili effetti terapeutici. Di seguito ne sono elencate una ventina tra le più divulgate:

Alcaloidi [modifica] Molecole complesse di azoto (N) fortemente basiche, spesso molto velenose e/o psicoattive. Si estraggono dalla pianta tramite processi: 1. di sublimazione (evaporazione e deposito cristallino su superficie fredda) 2. o tramite soluzione (cocaina in gasolio) 3. e come residuo di distillazione.

Nella macerazione alcool-idrica si liberano spesso se il soluto viene acidulato (aceto, succo di limone, acido ascorbico). Come infusi o decotti sono esempi "alla buona" gli alcaloidi nervinotonici di caffè, tè, cacao, ...

Alcool [modifica] Gli alcool semplici sono prodotti da processi di fermentazione dei microrganismi (miceti, p. e. Saccharomyces cervisiae)) per la decomposizione metabolica degli zuccheri (o altri carboidrati). Nella produzione di bibite alcooliche si sfruttano questi processi per fabbricare vini, birre, sidri, ... che contengono 3...15% di alcool in acqua. Per produrre dell'alcool etilico più concentrato si ricorre alla distillazione, che separa l'alcool dall'acqua, perché evapora prima. Nell'intestino dell'organismo vengono prodotte (per la putrefazione di fibre vegetali da microorganismi della flora intestinale) delle piccole quantità di alcool metilico e in quasi tutti i tessuti anche di tipi più complessi come ad esempio la glicerina (contenuta anche nei tessuti vegetali).

Amara [modifica] Si tratta di un gruppo funzionale piuttosto che chimico, ed è composto da una varietà di entità chimiche diverse con la proprietà comune di stimolare i recettori amari della lingua e di conseguenza la produzione di gastrina con conseguente stimolazione della salivazione, dei succhi gastrointestinali, biliari e dell'appetito. Le sostanze amare possono essere semplici, come la naringina dei frutti citrici, o complesse, come nel caso del chinino. I gruppi principali di molecole amare sono: •

Terpenoidi



Flavanoidi



Alcaloidi



Tannini.

Antrachinoni [modifica] Fitoterapia

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Gli antrachinoni fanno parte della famiglia dei chinoni, pigmenti colorati presenti in molte piante e che però non contribuiscono molto alla colorazione nelle piante evolute; sono infatti presenti nelle cortecce, nei legni o nelle radici, oppure in tessuti, come le foglie, dove sono mascherati da altri pigmenti. Sono basati su un nucleo comune, l'antracene (tre anelli benzenici uniti). Gli antrachinoni sono comunque piuttosto rari, e l'emodina è la più comune. Sono stati studiati soprattutto perché le piante che li contengono sono tradizionalmente utilizzate come rimedi per la stipsi. Sono sostanze che stimolano la peristalsi intestinale e la secrezione di fluidi intestinali, agendo così come lassativi. Gli antrachinoni si trovano normalmente nella forma di glicosidi, e la ricerca ha dimostrato che esse viaggiano fino all'intestino crasso, dove vengono trasformate dalla microflora nei rispettivi agliconi (antroni), che sono i principi veramente attivi. Perché l'azione purgante abbia luogo è necessario che essi vengano ingeriti come glicosidi (quindi preparati a base di agliconi sono attivi solo in dosi molto elevate) , che vi sia bile nell'intestino, e una flora intestinale attiva. Si trovano prevalentemente nelle famiglie delle Poligonaceae, Caesalpinaceae, Rhamnaceae e Liliaceae, in particolare in Cassia angustifolia Senna, Rhamnus purshiana, Rhamnus frangula, Rheum palmatum, Rumex crispus e Aloe vera. I rimedi che contengono antrachinoni presentano vari problemi: mentre dosi ridotte agiscono soprattutto sulla motilità, dosi più elevate agiscono soprattutto sulle secrezioni elettrolitiche, con effetti più deleteri in caso di utilizzo cronico (con insorgenza di abituazione ed eccessiva perdita di elettroliti). L'utilizzo cronico di lassativi stimola la iperproduzione di aldosterone, in risposta alla perdita di elettroliti, e questo riduce l'efficacia del lassativo stesso. L'utilizzo di dosi elevate di lassativi porta allo svuotamento quasi completo del colon; la naturale mancanza di stimolo nella giornata successiva (o anche nei due giorni successivi) spinge i pazienti a riutilizzare il lassativo, magari a dosi più elevati con perpetuazione del circolo vizioso. Cave! usare queste droghe solo in episodi sporadici e mai per mesi o anni.

Carboidrati [modifica] Carboidrati sono le sostanze più comuni (di costruzione e di riserva energetica) nei vegetali, mentre negli animali sono più frequenti i lipidi come riserve energetiche e le proteine come sostanze costruttive. Come dice il loro nome, i carboidrati sono composti di carbonio, ossigeno ed idrogeno, con gli ultimi due elementi di solito presenti nelle stesse proporzioni che nell'acqua. Essi sono tra i primi prodotti della fotosintesi e formano una grande parte della biomassa vegetale. Certi tipi di carboidrati sono assimilabili da parte di alcuni animali dopo essere stati trasformati in glucosio, altri invece no, secondo l'apparato genetico degli enzimi disponibili al relativo catabolismo (decomposizione chimica). Per esempio per l'apparato enzimatico umano sono •



facilmente assimilabili: ○

zuccheri come maltosio, glucosio, fruttosio, saccarosio, lattosio, ...



Amidi di "semi" macinati come cereali, ..., lievitati e cotti (pane, pasta, ...)



Amidi di "radici" cotti e fritti come tuberi, rizomi, ... , patate cotte, arrostite, purea,



Amidi di leguminacee come piselli, lenticchie, fagioli, ... cotte

difficilmente o non assimilabili: ○

amidi di "semi" crudi, interi come frumento, avena, riso, ...



amidi di radici crude



amidi di leguminacee fresche

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non assimilabili: ○

amidi di leguminacee secche, lignine (membrana cellul. veget.), cellulosa (strutt. piante verdi), chiamate anche fibre vegetali.

I glucidi servono al corpo per le sue funzioni metaboliche energetiche. Visto che non ci sono glucidi essenziali, nei rimedi giocano un ruolo solo collaterale (p. e. come le "indigeribili" come le fibre vegetali o altri carboidrati di ballasto come le mucillaginose). Incidono di più nella dietetica come nutrienti energetici e sostanze di ballasto. Vedi anche: Polisaccaridi

Cumarine [modifica] Le cumarine sono le sostanze che si sentono come odori del fieno fresco. Pare che agiscano sulla distensione della muscolatura liscia. In naturopatia vengono sfruttate soprattutto come antiartritici sotto forma di impacchi di fior di fieno e come preparati per uso interno ed esterno di piante come il meliloto, la ruta e la stellina odorosa.

Fenoli [modifica] Sono antisettici, analgesici e anaflogistici. L'acido salicilico è un tipo di fenolo che si trova nel salice, nell'olmaria e nella pervinca, mentre altri tipi di fenoli si trovano nel timo, nel chiodo di garofano e nell'uva ursina.

Fitoacidi [modifica] I fitoacidi (organici) si trovano in molte piante, più negli agrumi e nell'altra frutta. I tipi alifatici (catene) si trovano per lo più in piante come l'ortica, la valeriana e la frutta, mentre le strutture aromatiche (cicliche) si incontrano in fitosostanze resinose come i balsami di benzoa, balsamo di tolu, balsamo di perù, ma anche del mirtillo rosso. Di solito hanno delle proprietà antisettiche, febbrifughe e diuretiche.

Flavonoidi e Flavoglicosidi [modifica] (da: flavus: giallo). Sostanze che rendono più resistenti i vasi capillari. Utili anche contro gli spasmi digestivi e in disturbi cardiovascolari. I tipi più noti sono la rutina, contenuta in piante come l'ippocastano e l'esperidina, contenuta nella buccia di agrumi.

Glicosidi [modifica] Gruppo chimico che, tramite l'idrolisi, si decompone in una parte di zucchero e una di non zucchero. Terapeuticamente è eterogeneo. I glicosidi più usati nella fitoterapia sono i "cardioglicosidi" contenuti nei digitalis, nella convallaria, nello strofantus, nella scilla marina. Cave! Dosaggio solo per esperti.

Acidi grassi essenziali [modifica] Alcuni lipidi essenziali per l'organismo umano si trovano nella semenza di tante piante (salvo il gruppo degli omega-3 che sono riservati quasi esclusivamente ai tessuti animali), anche se raramente in quantità rilevanti. Per coprire il loro fabbisogno serve la dietetica e non i rimedi. Si tratta prevalentemente di olio oleico (uliva, ...), linolici (cereali, ...), linolenici (selvaggina, volatili, pesce, ...), eicosapentaenici e docosahexaenici (volatili, pesce, ...).

Minerali [modifica] I minerali essenziali per l'organismo umano si trovano in quasi tutte le piante (salvo il sodio Na e il ferro Fe), anche se raramente in quantità rilevanti. Per coprire il loro fabbisogno serve la dietetica e

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non i rimedi. Ne sono ricchi i brodi animali e vegetali, perché sono idrosolubili e vengono estratti in notevoli quantità.

Mucolasi, mucillaginosi [modifica] Sostanze che formano muco nell'acqua. Diminuiscono le irritazioni delle mucose. Non vengono riassorbite. Tante piante ne contengono come la consolida, il lino, il fieno greco, la malva, ... Molti di loro sono polisaccaridi non assimilabili dall'organismo umano che servono da sostanze di ballasto come la gelatina, la pectina, l'agar-agar, ...

Olii essenziali [modifica] Sostanze oleose effimere molto odorose che si ottengono normalmente tramite la distillazione a vapore a 70...90 gradi C, in alambicchi. Hanno degli effetti virostatici, germicidi, metabolici e psichici (odore => sistema limbico => neurovegetativo). Uso specifico nell'aromaterapia.

Oligoelementi [modifica] Gli oligoelementi essenziali (minerali rari) per l'organismo umano si trovano ripartiti su tante piante (salvo il ferro Fe), anche se raramente in quantità rilevanti. Per coprire il loro fabbisogno serve la dietetica e non i rimedi. Sono ricchi di nutrienti come i semi nocciolosi e i funghi.

Resine [modifica] Tante piante formano delle resine come dei vulneranti e degli "antibiotici" per i propri legni feriti, p.es. tutte le conifere. Ma anche sostanze come l'incenso, la mirra, la benzoa, ... sono resinose. Hanno soprattutto delle proprietà antisettiche e aromatiche e ingerite sono lassative, perché stimolano la peristalsi (motorica intestinale).

Saponine [modifica] Sono dei glicosidi che, quando vengono idrolizzate, danno uno zucchero e un aglicone conosciuto come sapogenina. Come si comprende dal nome, queste sostanze sono schiumogene in soluzione acquosa, possiedono cioè proprietà surfattanti. Esse sono infatti molecole piuttosto grandi, con una estremità lipofilica ed una idrofilica. Quando sono in soluzione acquosa si allineano perpendicolarmente alla superficie, con l'effetto di ridurre la tensione superficiale dell'acqua e di formare della schiuma. Le molecole possono allinearsi per formare una configurazione sferica nell'acqua, formando una micella. Le micelle hanno un centro lipofilico, e ciò spiega la capacità delle saponine di dissolvere i grassi (come p.es. la saponaria). Le glicosidi saponiniche sono divise in due tipi basati sulla struttura chimica dei loro agliconi sapogenine. Le cosiddette saponine neutre derivano da steroidi (struttura triterpenoide tetraciclica) con catene laterali di tipo spirocheta; sono presenti soprattutto nelle monocotiledoni. Le saponine acide possiedono invece una struttura triterpenoidica pentaciclica e sono le più comuni nel mondo vegetale (sono presenti in almeno 70 famiglie) Le saponine producono emolisi se iniettate endovena, liberano emoglobina con tossicità renale e sono quindi molto tossiche (sono alla base di molti veleni per freccia). La dose tossica di una saponina si raggiunge quando l'emoglobina libera è abbastanza abbondante da causare una insufficienza renale (l'emoglobina danneggia il delicato epitelio del glomerulo). Le saponine non sono però tossiche a questo modo se vengono assunte per bocca. Le glicosidi non sono infatti assorbite dal tratto intestinale. Quando vengono idrolizzate dagli enzimi appropriati si ottengono uno zucchero e l'aglicone, detta sapogenina, che è comunque anch'essa ma assorbita dall'intestino. Tutto questo impedisce che il rene debba sopportare un elevato flusso di emoglobina. Le saponine sono un gruppo molto eterogeneo sia dal punto di vista chimico sia dal punto di vista degli effetti farmacologici. Le principali attività riscontrate sono: adattogena, espettorante, ipocolesterolemizzante, modulatrice del metabolismo degli steroidi (con effetto antinfiammatorio, Fitoterapia

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estrogenico, ecc.). Tipiche piante a saponine sono: Dioscorea, Scrophularia, Solidago, Stellaria, Bellis perennis, Verbascum, Primula, Viola, Glycyrrhiza glabra (liquirizia) ed Edera.

Tannini, acidi tannici [modifica] Sostanze che coagulano le proteine (nel senso di prepararle alla conservazione) e rendono inerti dei germi con una membrana proteica. Usate per i gargarismi, le ferite, le infiammazioni superficiali. Sono molto divulgate e contenute soprattutto nelle cortecce e nei legni come la quercia o i pericarpi e le foglie come il noce e in certi rizomi come in tormentilla.

Vitamine [modifica] Certe vitamine per l'organismo umano si trovano in quasi tutte le piante, mentre delle altre sono riservate quasi esclusivamente ai tessuti animali, anche se raramente in quantità rilevanti. Per coprire il loro fabbisogno serve la dietetica e non i rimedi.

Polvere (galenica) Le polveri in galenica sono delle erbe essiccate (o minerali) finemente contuse e/o macinate. Come abbreviazione si usano pulv. => pulvis, polvere, pulv.subt. => pulvis subtilis, polvere fine e cont. => contusus. Una volta si usava a questo scopo il mortaio e il pestello, e si fa ancora oggi per piccole dosi. Per delle dosi elevate si usano delle apposite apparecchiature o frullatori speciali. Alcuni si servono del macinacaffè elettrico, che è di per sé particolarmente adatto. Le polveri normalmente si conservano in appositi recipienti meticolosamente contrassegnati con l'indicazione del contenuto e la data di fabbricazione. È invece preferibile sminuzzare finemente le erbe solo quando servono (sono infatti particolarmente deperibili se polverizzate). Le polveri si usano: •

in modo inalterato: è frequentissimo il loro uso in cucina per le spezie e le erbe aromatiche quali (pepe, noce moscata, chiodo di garofano, cannella, cumino, cardamomo, curry, anice, finocchio, ecc.), o per uso orale diretto, sciolte in bevande o cibi, in quanto l'assorbimento delle sostanze attive nell'intestino è facilitato;



oppure per delle ulteriori preparazioni galeniche come pillole, compresse, cataplasmi, pastiglie, capsule, unguenti pastosi, ecc.



anche certe tinture ed estratti (specialmente di radici, legno, corteccia, steli) si preparano con polveri (grossolane, cont.), perché è facilitata l'estrazione delle sostanze attive dai tessuti molto duri e densi.

Abbreviazioni galeniche Le seguenti tabelle riportano delle abbreviazioni usati su ricette mediche fitoterapiche per farmacisti, speziali ed erboristi.

Erbe [modifica] La seguente terminologia latina (e le sue rispettive abbreviazioni) viene usata per le differenti parti

Fitoterapia

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di erbe e

piante su ricette e fogli illustrativi di fitofarmaci:

Preparazioni [modifica] Sulle ricette si usano delle abbreviazioni standardizzate provenienti dal latino per comunicare con il farmacista in modo standardizzato.

Quantità contate [modifica] Per quantità “contate” (pezzi, esemplari, gocce) si usano a regola d'arte le cifre romane, p.es. “gtt. X” => per “10 gocce”

“inferiori a sinistra vanno dedotti, a destra aggiunti”! Fitoterapia

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Tintura officinale Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La tintura officinale (o tintura FU) è una preparazione liquida erboristica che si ottiene macerando in alcool la pianta secca (a differenza della tintura madre in cui si usa, invece, la pianta fresca). Il rapporto tra il peso della pianta e la quantità del solvente alcolico è di circa 1 a 5 (1:5) mentre l'alcool presenta una gradazione oscillante tra i 60° ed gli 80°. In alcuni casi particolari (come per lo zafferano, la digitale od il peperoncino) il rapporto tra la droga usata ed il solvente è di 1:10. Così come per la tintura madre anche la tintura officinale non è titolata, per cui presenta un quantitativo di principi attivi che può essere variabile.

Tintura madre Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La tintura madre (TM) propriamente detta, in erboristeria, è definita in maniera diversa dalla FU tedesca e dalla FU francese. Nel primo caso la Tintura Madre (Hannemaniana) è definita come il succo della pianta fresca estratto per spremitura e stabilizzato con una soluzione etanolica (acqua + etanolo), in quantità pari al perso del succo estratto. In tal Modo il rapporto tra sostanza estratta dalla pianta e soluzione etanolica è di 1:2. Il metodo Hahnemanniano descritto in Farmacopea Omeopatica tedesca (H.A.B.) Prevede anche la preparazione delle TM per Macerazione. In relazione al tenore in umidità della pianta si identificano 3 metodi di estrazione per macerazione: Macerazione della pianta fresca con una soluzione etanolica pari al contenuto in umidità della pianta (per piante con un tenore in umidità compreso tra 60 e 70% e che non contengano oli essenziali e/o resine). con questo metodo si ottengono tinture madri con un rapporto tra sostanze estratte e soluzione etanolica di 1:2 - Macerazione della pianta fresca con una soluzione etanolica pari al doppio del contenuto in umidità della pianta (per piante con un tenore in umidità compreso tra 50 e 60% e/o che contengano oli essenziali e/o resine). con questo metodo si ottengono tinture madri con un rapporto tra sostanze estratte e soluzione etanolica di 1:3 - Macerazione della pianta secca con una soluzione etanolica pari a 10 volte il peso secco della pianta Nel secondo caso (FU francese) la Tintura Madre viene definita come un estratto idroalcolico che si ottiene tramite macerazione della pianta fresca o secca in un solvente alcolico. In questo si distingue dalla tintura officinale (tintura FU) che, invece, utilizza la pianta secca. La soluzione idroalcolica (acqua + alcool) viene aggiunta alla pianta in una rapporto di 1 a 10. Questo rapporto viene ottenuto considerando come punto di partenza il peso della pianta secca. La macerazione in questa soluzione dura circa 21 giorni. La tintura madre ha il difetto di non essere né titolata né standardizzata ed ha una concentrazione di principi attivi che è tendenzialmente bassa. Nell'omeopatia le tinture madri sono spesso usate per la successiva preparazione dei medicinali omeopatici.

Fitoterapia

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