Esistenza Di Dio, Wikipedia

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Esistenza di Dio Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Vai a: Navigazione, cerca Molte argomentazioni circa l'esistenza di Dio sono state proposte da filosofi, teologi e altri pensatori. Questa voce elenca alcune delle argomentazioni pi comuni (pro e contro), in particolare quelle che rientrano nell'area della filosofia della religione, e usando una terminologia filosofica, introduce le scuole di pensiero sull'epistemologia dell'ontologia di Dio.

Indice ●





● ● ● ●

1 Questioni preliminari ❍ 1.1 Definizione dell'esistenza di Dio ■ 1.1.1 Il Dio cristiano ■ 1.1.2 La metafisica induista ■ 1.1.3 Il problema del supernaturale ❍ 1.2 Epistemologia 2 Argomentazioni a favore dell'esistenza di Dio ❍ 2.1 Argomentazioni metafisiche ■ 2.1.1 L'argomento del Proslogion di Anselmo d'Aosta[1] ■ 2.1.1.1 Spiegazione ■ 2.1.1.2 La rielaborazione di Cartesio ■ 2.1.1.3 La rielaborazione di Leibniz [3] ❍ 2.2 Le cinque vie di Tommaso d'Aquino ■ 2.2.1 La via ex motu ■ 2.2.2 La via ex causa ■ 2.2.3 La via ex contingentia ■ 2.2.3.1 Spiegazione ■ 2.2.4 La via ex gradu perfectionis ■ 2.2.5 La via ex fine (o "argomento teleologico") ❍ 2.3 Argomentazioni empiriche ❍ 2.4 Argomentazioni deduttive ❍ 2.5 Argomentazioni induttive ❍ 2.6 Argomentazioni soggettive ■ 2.6.1 Argomentazioni basate sull'esperienza personale ❍ 2.7 Argomentazioni matematiche 3 Argomentazioni contro l'esistenza di Dio ❍ 3.1 Argomentazioni empiriche ❍ 3.2 Argomentazioni deduttive ❍ 3.3 Argomentazioni induttive 4 Conclusioni 5 Voci correlate 6 Note 7 Bibliografia

[modifica] Questioni preliminari [modifica] Definizione dell'esistenza di Dio Per approfondire, vedi le voci Dio, Divinit

Un modo per stabilire la validit caratteristiche di tale Dio.

e Ontologia.

di una qualsiasi argomentazione riguardo all'esistenza di Dio

quello di esaminare le

Un approccio a questo problema, seguendo le opere di Ludwig Wittgenstein, potrebbe essere quello di estrarre una definizione di "Dio" dal modo in cui viene utilizzata questa particolare parola. Come usiamo la parola "Dio" o "dei"? Questa linea di ragionamento incontra immediatamente dei problemi se cerca di dare una nozione universale di "Dio", poich tale parola (e il suo equivalente nelle altre lingue) stata usata in modi molto differenti lungo tutto il corso della storia umana. Oggigiorno in Occidente, il termine "Dio" si riferisce tipicamente al concetto monoteistico di un Essere Supremo, ovvero un essere diverso da tutti gli altri. Una definizione comune in questa tradizione afferma che Dio possiede ogni perfezione possibile, incluse qualit quali onniscienza, onnipotenza, e una perfetta benevolenza. Comunque, questa definizione non l'unica possibile. Le religioni politeistiche usano la parola "dio" per diversi esseri, che sono tutti ritenuti come esistenti. Alcune mitologie, come quelle di Omero e Ovidio, ritraggono questi dei che discutono, ingannano e combattono l'un l'altro. Il periodo di tempo in cui avvengono questi conflitti (ad esempio, i dieci anni della guerra di Troia), implica che nessuna di queste divinit onnipotente, n particolarmente benevola.

[modifica] Il Dio cristiano Il Dio del Cristianesimo (primo dogma) Uno e Trino, una Sostanza in tre Persone, Padre, Figlio e Spirito Santo. Il Padre e il Figlio, l'Essere e il Pensiero (il Logos) sono in una reciproca dimensione relazionale, di Amore, espressa (e personificata) proprio dallo Spirito Santo. Dio eterno, onnipotente, onnisciente, Essere perfettissimo, Creatore dell'Universo, Provvidenza e Salvezza degli uomini, creature poste al vertice dell'ordine del creato. Il secondo dogma del Cristianesimo la fede in Ges Cristo Figlio di Dio, Verbo eterno del Padre, che si incarn sotto forma umana, nascendo dalla Vergine Maria. Dopo aver predicato l'Amore infinito di Dio verso gli uomini, port a compimento la sua missione con la sua passione e morte in croce. Il Padre Lo resuscit il terzo giorno (Pasqua di Risurrezione), aprendo agli uomini la possibilit della redenzione. Mand poi lo Spirito Santo sui Suoi discepoli, che andarono a formare la Chiesa.

[modifica] La metafisica induista Per approfondire, vedi le voci Dio#Visione induista, Advaita Vedanta, Kosha e Atma.

Nel contesto induista, secondo la filosofia della scuola monista dell'Advaita Vedanta, la realt viene in ultima analisi vista come un essere singolo, senza qualit , immutabile, eternamente beato e completo, chiamato Brahman (o nirguna Brahman, ossia Brahman senza attributi). Il Brahman, pur essendo immanente in tutta la manifestazione, viene visto come qualcosa che sta al di l della comprensione umana, in quanto non possono esistere strumenti cognitivi adatti per comprendere il Brahman all'interno di qualsiasi forma di esistenza duale: l'unico modo per comprendere il Brahman, riscoprire di essere il Brahman. Quello che percepiamo ordinariamente, ovvero un mondo composto da molti aspetti (dai pi grossolani a pi sottili), dovuto all'illusione, ed difficile, se non impossibile, emanciparsi dall'illusione e concepire il nirguna Brahman. Per renderSi accessibile agli esseri, alla nascita dell'universo Si manifest come Isvara (o Saguna Brahman, ossia Brahman con attributi),

ossia l'aspetto personale di Dio, il Dio con una personalit e degli attributi, che si mostra ai suoi devoti sotto infinite forme. A Ishvara, a sua volta, vengono ascritte qualit come onniscienza, onnipotenza, e benevolenza.

[modifica] Il problema del supernaturale Un problema immediatamente posto dalla questione dell'esistenza di un Dio che le credenze tradizionali solitamente attribuiscono a Dio vari poteri sovrannaturali. Gli esseri sovrannaturali possono essere in grado di nascondere o rivelare se stessi per i loro scopi, come ad esempio nella storia di Filemone e Bauci. Le capacit sovrannaturali di Dio sono spesso offerte per spiegare l'incapacit dei metodi empirici di investigarne l'esistenza. Nella filosofia della scienza di Karl Popper, l'asserzione dell'esistenza di un Dio sovrannaturale sarebbe una ipotesi non falsificabile, e quindi chiusa all'investigazione scientifica. I sostenitori del disegno intelligente credono che esistano prove empiriche che indicano l'esistenza di un creatore intelligente, anche se le loro asserzioni sono rigettate dalla comunit scientifica. Poich il disegno intelligente si affida ad un ristretto insieme di argomenti correlati al problema della sintonia fine, che non sono ancora stati risolti con spiegazioni naturali. Il creatore implicato dal disegno intelligente equivale al negativamente connotato Dio dei vuoti. I positivisti logici, quali Rudolph Carnap e A. J. Ayer, vedono qualsiasi discussione sulle divinit come un vero e proprio nonsense. Per i positivisti logici e per gli aderenti a simili scuole di pensiero, affermazioni sulla religione o altre esperienze trascendenti non possono avere un valore di verit , e vengono considerate come prive di senso.

[modifica] Epistemologia Per approfondire, vedi le voci Epistemologia e Sociologia della conoscenza.

Non possibile dire di "conoscere" qualcosa solo perch giustificazione.

ci si crede. La conoscenza si distingue dalla fede tramite la

La conoscenza, nel senso di "comprensione di un fatto o di una verit " si pu distinguere in conoscenza a posteriori, basata sull'esperienza o la deduzione (si veda metodologia), e in conoscenza a priori derivante dall'introspezione, da assiomi o dall'autoevidenza. La conoscenza pu essere descritta anche come uno stato psicologico, poich in senso stretto non potr mai esserci una vera e propria conoscenza a posteriori (si veda relativismo). Gran parte del disaccordo circa le "prove" dell'esistenza di Dio sono dovute alle differenti concezioni, non solo del termine "Dio", ma anche dei termini "prova", "verit " e "conoscenza". La credenza religiosa derivante dalla rivelazione o dall'illuminazione (satori), ricade nel secondo tipo di conoscenza, quella a priori. Conclusioni differenti circa l'esistenza di Dio spesso si fondano su criteri differenti nel decidere quali metodi sono appropriati per decidere se qualcosa vero o no. Esempi sono: ● ● ●

la logica conta come prova riguardante la qualit dell'esistenza? l'esperienza soggettiva conta come prova per la realt oggettiva? possono la logica o la prova ammettere o escludere il sovranaturale?

[modifica] Argomentazioni a favore dell'esistenza di Dio Presentiamo gli argomenti proposti nel corso della storia per giustificare razionalmente l'esistenza di Dio seguendo, quando possibile, l'ordine cronologico.

[modifica] Argomentazioni metafisiche Le prove metafisiche sono quelle che poggiano sui primi ed universali principi della ragione, e che pertanto hanno un valore assoluto causando nella mente un'adesione perfetta (certezza metafisica). Tra le pi celebri forme in cui queste sono proposte, vi sono l'argomento ontologico di Anselmo d'Aosta e le "cinque vie" di Tommaso d'Aquino, con le quali si prova l'esistenza di Dio come primo motore immobile, prima causa incausata, essere necessario, essere perfettissimo, sapientissimo ordinatore.

[modifica] L'argomento del Proslogion di Anselmo d'Aosta[1] Dunque, o Signore, tu che dai l'intelletto della fede, concedimi di intendere, per quanto tu sai essere utile, che tu esisti come crediamo, che tu sei quello che crediamo. Ora noi crediamo che tu sia qualcosa di cui non pu pensarsi nessuna cosa maggiore. O forse non esiste qualche natura siffatta, poich l'insipiente ha detto in cuor suo: Dio non esiste[2]? Ma certamente quel medesimo insipiente, quando ode ci che io dico, cio qualcosa di cui non pu pensarsi nessuna cosa maggiore, intende ci che sente dire; e ci che intende nel suo intelletto, anche se egli non intende che ci esiste. Altro infatti che una cosa esista nell'intelletto e altro intendere che una cosa esista. Infatti quando il pittore premedita ci che sta per fare, egli lo ha nell'intelletto, ma non intende ancora che esiste ci che non ha ancora fatto. Quando poi lo ha dipinto, egli non solo lo ha nell'intelletto, ma intende anche che esiste ci che ha gi fatto. Dunque anche l'insipiente deve convincersi che almeno nell'intelletto esiste qualcosa di cui non pu pensarsi nessuna cosa maggiore, poich egli lo intende, quando lo sente dire, e tutto ci che intende esiste nell'intelletto. Ma certamente ci di cui non pu pensarsi nessuna cosa maggiore non pu esistere nel solo intelletto. Infatti, se esiste nel solo intelletto, si pu pensarlo esistente anche nella realt e questa allora sarebbe maggiore. Di conseguenza se ci di cui non pu pensarsi nessuna cosa maggiore esiste nel solo intelletto, ci di cui non pu pensarsi nessuna cosa maggiore ci di cui pu pensarsi una cosa maggiore. Questo evidentemente non pu essere. Dunque, senza dubbio, qualcosa di cui non pu pensarsi nessuna cosa maggiore esiste sia nell'intelletto sia nella realt . Questa cosa dunque esiste in modo cos vero che non si pu pensare che non esiste. Infatti si pu pensare che esista qualcosa che non si pu pensare non esistente; ma questo maggiore di ci che si pu pensare non esistente. Dunque, se ci di cui non pu pensarsi nessuna cosa maggiore pu essere pensato come non esistente, ci di cui non pu pensarsi nessuna cosa maggiore non ci di cui non pu pensarsi nessuna cosa maggiore. E ci contraddittorio. Dunque qualcosa di cui non pu pensarsi nessuna cosa maggiore esiste in modo cos vero che non si pu pensare non esistente. E questo sei tu, o Signore Dio nostro [ ]. (Anselmo d'Aosta, Proslogion, capp. II-III)

[modifica] Spiegazione

Anselmo d'Aosta un religioso, ma fornisce una prova detta "ontologica", che dimostra l'esistenza di un essere superiore, solo sulla base di un ragionamento meramente logico. Anselmo definisce Dio come "l'Essere di cui non si pu pensare nulla di pi grande" e poi passa a dimostrare che questo Essere esiste. Definiamo dunque Dio come un Essere che ha tutte le qualit e il massimo di tutte queste (ossia "di cui non si pu pensare nulla di pi grande"). Nella nostra mente possibile concepire quest'Essere. Ad es. non conosciamo l'essere pi buono al mondo, ma riusciamo nella nostra mente a concepire l'essenza di una bont assoluta e insuperabile. Ora bisogna dimostrare che questo

Essere esiste. Anselmo fa notare che ci

che esiste nella realt

pi forte di ci

che esiste solo nell'intelletto.

L'albero esiste nella realt e quindi anche nell'intelletto, mentre non tutto quello che esiste nella mente esiste anche nella realt (ad es. un cavallo alato). A questo punto se quell'Essere definito sopra (Dio) avesse il massimo di tutte le qualit , ma non esistesse nella realt , giungeremmo ad una contraddizione, nel senso che allora mancherebbe della qualit di esistere e allora deve avere come minimo anche l'esistenza reale tra le sue qualit , poich anche l'esistenza una qualit .

[modifica] La rielaborazione di Cartesio

Cartesio (Ren Descartes) propose, nella quinta delle "Meditazioni metafisiche", una prova analoga a quella di Anselmo d'Aosta ma leggermente differente: per Dio egli intende una sostanza infinita, indipendente, sommamente intelligente, sommamente potente, ovvero la somma di tutte le perfezioni la cui idea innata nell'intelletto, ed improducibile da esso stesso, al pari dell'idea di infinito attuale. Se Dio assomma tutte le perfezioni, contenute in s come note di un concetto, non pu mancare dell'esistenza; se non esistesse, sarebbe meno perfetto della perfezione che gli era stata accordata. Pensare un Dio perfettissimo manchevole dell'attributo dell'esistenza contraddittorio, dice Cartesio: Come pensare un monte senza valle .

[modifica] La rielaborazione di Leibniz

Gottfried Wilhelm Leibniz, sia nello scritto del 1701 "Sulla dimostrazione Cartesiana dell'esistenza di Dio" che nella "Monadologia" nel 1714, svilupper l'interpretazione cartesiana dell'argomento Anselmiano, e lo riformuler in una maniera prettamente logica. Per Leibniz, infatti, la prova dell'esistenza di Dio necessariamente esiste.

ridotta alla riflessione logica sulla Sua possibilit : se Dio

Dio quell'Essere la cui esistenza implicita nella sua essenza o natura, e allora baster pensare la possibilit cui esistenza implicita nella sua essenza che ne avremo dimostrato l'effettiva esistenza. Baster , dunque, dimostrare la non-contraddittoriet inclusa nella sua essenza.

possibile,

di un Essere la

logica, per dimostrare l'esistenza di quell'Essere la cui esistenza

In Leibniz abbiamo l'estrema logicizzazione dell'argomento Anselmiano.

[modifica] Le cinque vie di Tommaso d'Aquino[3] Che Dio esista si pu provare per cinque vie. (Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae, I, questione 2, articolo 3)

[modifica] La via ex motu La prima e la pi evidente quella che si desume dal moto. certo infatti e consta dai sensi, che in questo mondo alcune cose si muovono. Ora, tutto ci che si muove mosso da un altro. Infatti, niente si trasmuta che non sia potenziale rispetto al termine del movimento; mentre chi muove, muove in quanto in atto. Perch muovere non altro significa che trarre qualche cosa dalla potenza all'atto; e niente pu essere ridotto dalla potenza all'atto se non mediante un essere che gi in atto. Per esempio, il fuoco che caldo attualmente rende caldo in atto il legno, che era caldo soltanto potenzialmente, e cos lo muove e lo altera. Ma non possibile che una stessa cosa sia simultaneamente e

sotto lo stesso aspetto in atto ed in potenza: lo pu essere soltanto sotto diversi rapporti: cos ci che caldo in atto non pu essere insieme caldo in potenza, ma insieme freddo in potenza. dunque impossibile che sotto il medesimo aspetto una cosa sia al tempo stesso movente e mossa, cio che muova se stessa. dunque necessario che tutto ci che si muove sia mosso da un altro. Se dunque l'essere che muove anch'esso soggetto a movimento, bisogna che sia mosso da un altro, e questo da un terzo e cos via. Ora, non si pu in tal modo procedere all'infinito, perch altrimenti non vi sarebbe un primo motore, e di conseguenza nessun altro motore, perch i motori intermedi non muovono se non in quanto sono mossi dal primo motore, come il bastone non muove se non in quanto mosso dalla mano. Dunque necessario arrivare ad un primo motore che non sia mosso da altri; e tutti riconoscono che esso Dio.

[modifica] La via ex causa La seconda via parte dalla nozione di causa efficiente. Troviamo nel mondo sensibile che vi un ordine tra le cause efficienti, ma non si trova, ed impossibile, che una cosa sia causa efficiente di se medesima; ch altrimenti sarebbe prima di se stessa, cosa inconcepibile. Ora, un processo all'infinito nelle cause efficienti assurdo. Perch in tutte le cause efficienti concatenate la prima causa dell'intermedia, e l'intermedia causa dell'ultima, siano molte le intermedie o una sola; ora, eliminata la causa tolto anche l'effetto: se dunque nell'ordine delle cause efficienti non vi fosse una prima causa, non vi sarebbe neppure l'ultima, n l'intermedia. Ma procedere all'infinito nelle cause efficienti equivale ad eliminare la prima causa efficiente; e cos non avremo neppure l'effetto ultimo, n le cause intermedie: ci che evidentemente falso. Dunque bisogna ammettere una prima causa efficiente, che tutti chiamano Dio.

[modifica] La via ex contingentia La terza via presa dal possibile (o contingente) e dal necessario, ed questa. Tra le cose noi ne troviamo di quelle che possono essere e non essere; infatti alcune cose nascono e finiscono, il che vuol dire che possono essere e non essere. Ora, impossibile che tutte le cose di tal natura siano sempre state, perch ci che pu non essere, un tempo non esisteva. Se dunque tutte le cose (esistenti in natura sono tali che) possono non esistere, in un dato momento niente ci fu nella realt . Ma se questo vero, anche ora non esisterebbe niente, perch ci che non esiste, non comincia ad esistere se non per qualche cosa che . Dunque, se non c'era ente alcuno, impossibile che qualche cosa cominciasse ad esistere, e cos anche ora non ci sarebbe niente, il che evidentemente falso. Dunque non tutti gli esseri sono contingenti, ma bisogna che nella realt vi sia qualche cosa di necessario. Ora, tutto ci che necessario, o ha la causa della sua necessit in altro essere oppure no. D'altra parte, negli enti necessari che hanno altrove la causa della loro necessit , non si pu procedere all'infinito, come neppure nelle cause efficienti secondo che si dimostrato. Dunque bisogna concludere all'esistenza di un essere che sia di per s necessario, e non tragga da altri la propria necessit , ma sia causa di necessit agli altri. E questo tutti dicono Dio.

[modifica] Spiegazione

1. L'universo un complesso di esseri contingenti. 2. Ma l'essere contingente esige l'essere necessario come sua prima causa. 3. Dunque oltre l'universo esiste un essere necessario, creatore dell'universo, che

Dio.

L'universo un complesso di esseri contingenti. Per spiegare questa prima affermazione basta guardare a ci che ci circonda, l universo che scorgiamo sensibilmente composto da un infinit di cose: noi uomini, gli animali, le piante, i minerali, gli astri, le cellule, gli elementi chimici, gli atomi e cos via Tutti questi esseri, compreso l uomo (come abbiamo detto) non sono necessari. Perch ? Perch necessario soltanto ci che necessariamente (quindi non pu non essere) e che necessariamente quello che (quindi non pu mutarsi). Invece tutte le cose che compongono l'universo sono mutabili e di fatto continuamente mutano. I viventi nascono, crescono e muoiono; e durante la loro vita si evolvono e si modificano sempre. Le sostanze inorganiche sono ugualmente soggette a continue trasformazioni. Tutto in natura soggetto a trasformazioni. Dunque tutti gli esseri che costituiscono l'universo sono contingenti.

Ma l'essere contingente esige l'essere necessario come sua prima causa. L uomo in quanto contingente pu essere e non essere. Per esempio alla natura dell'uomo appartiene la razionalit (per cui un uomo senza razionalit assurdo) ma non appartiene alla natura dell'uomo la bont , per cui pu essere buono e cattivo. Se per sua natura l'essere contingente indifferente ad essere e a non essere, vuol dire che non ha in s la ragione sufficiente della propria esistenza; ed allora chiaro che questa sua esistenza deve averla ricevuta da un altro, cio ci deve essere un altro ente che sia la ragione sufficiente della sua esistenza, la causa che l'abbia determinato ad essere. Questa causa che l'ha determinato ad essere o un essere contingente o un essere necessario. Se contingente, neppure esso ha in s la ragione sufficiente della propria esistenza, che perci deve essere causata da un altro essere; e riguardo a questo si riproduce la medesima questione. Orbene non si pu procedere all'infinito nella serie delle cause essenzialmente subordinate, altrimenti si avrebbe una serie infinita di anelli che stanno sospesi senza un fulcro di attacco, si avrebbe, cio , una serie infinita di specchi che riflettono la luce senza un corpo per s lucente, una somma di zeri che, per quanto prolungata, non pu dare l'unit . Dunque ci deve essere un essere necessario. Un essere che abbia in s la ragione sufficiente del proprio essere e che sia ragione sufficiente di tutti gli altri, causa prima dell'universo. Ed allora evidente la conclusione: oltre l'universo esiste un essere necessario, creatore dell'universo, che appunto Dio.

[modifica] La via ex gradu perfectionis La quarta via si prende dai gradi che si riscontrano nelle cose. un fatto che nelle cose si trova il bene, il vero, il nobile e altre simili perfezioni in un grado maggiore o minore. Ma il grado maggiore o minore si attribuisce alle diverse cose secondo che esse si accostano di pi o di meno ad alcunch di sommo e di assoluto; cos pi caldo ci che maggiormente si accosta al sommamente caldo. Vi dunque un qualche cosa che vero al sommo, ottimo e nobilissimo, e di conseguenza qualche cosa che il supremo ente; perch , come dice Aristotele, ci che massimo in quanto vero, tale anche in quanto ente. Ora, ci che massimo in un dato genere, causa di tutti gli appartenenti a quel genere, come il fuoco, caldo al massimo, cagione di ogni calore, come dice il medesimo Aristotele. Dunque vi qualche cosa che per tutti gli enti causa dell'essere, della bont e di qualsiasi perfezione. E questo chiamiamo Dio.

[modifica] La via ex fine (o "argomento teleologico") La quinta via si desume dal governo delle cose. Noi vediamo che alcune cose, le quali sono prive di conoscenza, cio i corpi fisici, operano per un fine, come appare dal fatto che esse operano sempre o quasi sempre allo stesso modo per conseguire la perfezione: donde appare che non a caso, ma per una predisposizione raggiungono il loro fine. Ora, ci che privo d'intelligenza non tende al fine se non perch diretto da un essere conoscitivo e intelligente, come la freccia dall'arciere. Vi dunque un qualche essere intelligente, dal quale tutte le cose naturali sono ordinate a un fine: e quest'essere chiamiamo Dio.

[modifica] Argomentazioni empiriche Altre argomentazioni si avvalgono di definizioni e assiomi. Ad esempio, alcune di queste argomentazioni richiedono solo che si assuma che esista un universo non casuale in grado di sostenere la vita. Tra queste troviamo: ●

● ● ●

L'argomentazione teleologica, che sostiene che l'ordine e complessit dell'universo mostrano segni di una volont (telos), e che deve essere stato disegnato da un progettista intelligente dotato di propriet che solo un Dio pu avere. L'argomentazione antropica si concentra su fatti basilari, come la nostra esistenza, per dimostrare Dio. L'argomentazione morale sostiene che la moralit oggettiva esiste e che quindi esiste Dio. L'argomentazione trascendentale dell'esistenza di Dio, che sostiene che logica, scienza, etica e altre cose che prendiamo seriamente, non hanno senso se non c' Dio. Di conseguenza le argomentazioni atee devono alla fine confutare se stesse, se pressate con rigorosa coerenza. Per contro esiste anche una argomentazione trascendentale della non esistenza di Dio.

[modifica] Argomentazioni deduttive Le argomentazioni deduttive partono da premesse di tipo logico formale per arrivare ad affermazioni sul piano dell'esistenza, la quale viene ammessa per non urtare il principio di non contraddizione, avvalendosi dunque di una sorta di ragionamento per assurdo. Il passaggio dalla possibilit logica alla necessit dell'esistenza avviene perch ogni altra ipotesi che neghi l'esistenza di Dio risulta logicamente impossibile. In questa categoria rientra in particolare: ●

la prova ontologica di G del: Kurt G del nel suo trattato di matematica "Ontologisches beweis" fornisce una dimostrazione logica dell'esistenza di Dio nel 1941, rivista nel 1954 e nel 1970. In questo libro, sostiene con argomenti matematici le sue convinzioni teologiche. Secondo la prova ontologica di G del, Dio un Essere che assomma in s le qualit positive di tutti gli enti reali. Dio deve esistere necessariamente come fondamento dell'ordine matematico dell'universo. La dimostrazione g deliana, che parte da cinque assiomi e si avvale di un rigido teorema logico-formale, si basa sul fatto che non logicamente plausibile ammettere la possibilit di un unico Essere provvisto di tutte le "propriet positive", tra cui la stessa esistenza, senza attribuirgli una realt effettiva, perch ci sarebbe una palese contraddizione in termini.

[modifica] Argomentazioni induttive Le argomentazioni induttive sostengono le loro conclusioni attraverso il ragionamento induttivo. ●

Un altro insieme di filosofi asserisce che le prove dell'esistenza di Dio presentano una probabilit abbastanza alta, anche se non la certezza assoluta. Un numero di punti oscuri, essi sostengono, rimane sempre. Allo scopo di superare queste difficolt c' necessariamente o un atto di volont , un'esperienza religiosa, o il discernimento della miseria del mondo senza Dio, cos che alla fine il cuore prenda una decisione. Questa visione sostenuta, tra gli altri, dallo statista britannico Arthur Balfour nel suo libro The Foundations of Belief (1895). Le opinioni portate avanti in questo lavoro vennero adottate in Francia da Ferdinand Bruneti re, editore di Revue des deux Mondes. Molti protestanti ortodossi si esprimono allo stesso modo, come ad esempio il Dott. E. Dennert, presidente della Kepler Society, nel suo lavoro Ist Gott tot?. [4]

[modifica] Argomentazioni soggettive Le argomentazioni soggettive si affidano principalmente sulla testimonianza o l'esperienza di determinati testimoni, o sulle proposizioni di una specifica religione rivelata. ●





L'argomentazione dei testimoni d credibilit alle testimonianze personali, contemporanee o storiche. Una variante l'argomentazione dei miracoli, che si affida alle testimonianze di eventi sovranaturali per stabilire l'esistenza di Dio. L'argomentazione cristologica o religiosa specifica di religioni come il cristianesimo, e asserisce ad esempio che la vita di Ges , come scritta nel Nuovo Testamento, ne stabilisce la credibilit , e quindi possiamo credere nella verit delle sue dichiarazioni su Dio. Un esempio di ci il Trilemma presentato da C.S. Lewis in Mere Christianity. L'argomentazione della maggioranza sostiene che persone di tutte le epoche e in luoghi diversi hanno creduto in Dio, quindi improbabile che non esista.

[modifica] Argomentazioni basate sull'esperienza personale ●

La Scuola Scozzese guidata da Thomas Reid insegna che il fatto dell'esistenza di Dio viene da noi accettato senza conoscenza delle ragioni, ma semplicemente per un impulso naturale. Che Dio esista, dice questa scuola, uno dei principi metafisici fondamentali, che accettiamo non perch siano evidenti in s o perch possono essere provati, ma













perch il senso comune ci obbliga ad accettarli. L'argomentazione da una base propria sostiene che la fede in Dio "propriamente basilare", vale a dire, simile a affermazioni come "vedo una sedia" o "sento dolore". Tali convinzioni sono non-falsificabili e quindi, non possono essere n provate n confutate; esse riguardano convinzioni percettive o stati mentali indiscutibili. In Germania, la Scuola di Friedrich Heinrich Jacobi insegnava che la nostra ragione in grado di percepire il sovrasensibile. Jacobi distingueva tre facolt : sensi, ragione, e comprensione. Cos come i sensi hanno una percezione immediata delle cose materiali, la ragione ha una percezione inmmediata dell'immateriale, mentre la comprensione porta queste percezioni alla nostra consapevolezza e le unisce l'una con l'altra.[5] L'esistenza di Dio quindi, non pu essere provata--Jacobi, come Kant, rigettava il valore assoluto del principio di casualit --deve essere sentita dalla mente. Nel suo Emilio, Jean-Jacques Rousseau asseriva che quando la nostra comprensione pondera circa l'esistenza di Dio, non incontra altro che contraddizioni. Gli impulsi del nostro cuore, comunque, hanno pi valore della comprensione, e questo ci proclama chiaramente le verit della religione naturale, ovvero l'esistenza di Dio e l'immortalit dell'anima. La stessa teoria venne sostenuta in Germania da Friedrich Schleiermacher (morto nel 1834), che assumeva un senso religioso interno per mezzo del quale sentiamo le verit religiose. Secondo Schleiermacher, la religione consiste solamente di questa percezione interna, e le dottrine dogmatiche non sono essenziali.[6] Molti teologi protestanti moderni seguono le orme di Schleiermacher, e insegnano che l'esistenza di Dio non pu essere dimostrata; la certezza di questa verit fornita solamente dalla nostra esperienza interiore, dai sentimenti e dalla percezione. Anche la cristianit modernista nega la dimostrabilit dell'esistenza di Dio. Secondo questa, possiamo conoscere qualcosa di Dio solo tramite l'immanenza vitale, vale a dire che, in circostanze favorevoli, il bisogno di divino che dorme nel nostro subconscio, diventa conscio e risveglia il sentimento religioso o l'esperienza in cui Dio si rivela a noi. In condanna di questa visione il giuramento contro il modernismo formulato da Papa Pio X dice: "Deum... naturali rationis lumine per ea quae facta sunt, hoc est per visibilia creationis opera, tanquam causam per effectus certo cognosci adeoque demostrari etiam posse, profiteor." ("Dichiaro che per illuminazione naturale della ragione, Dio pu certamente essere conosciuto e quindi la Sua esistenza pu essere dimostrata tramite le cose fatte, ovvero tramite l'opera visibile della creazione, in quanto la causa nota attraverso i suoi effetti.")

[modifica] Argomentazioni matematiche Il matematico italiano Vincenzo Flauti (1782-1863) pubblic dell'esistenza di Dio.

la "Teoria dei miracoli", una dimostrazione matematica

George Boole (1815-1864), inventore dell'algebra della logica, nel capitolo XIII del suo libro "The Laws of Thought" (MacMillan 1854) espresse in formule la dimostrazione dell'esistenza di Dio ideata dal teologo non conformista Samuel Clarke (1675-1729). Altri autori hanno espresso considerazioni riguardo i limiti notevoli, in merito all'esito indeterminato del prodotto o divisione di due grandezze infinite, e al prodotto di una grandezza nulla per infinito.

[modifica] Argomentazioni contro l'esistenza di Dio Ciascuno dei seguenti argomenti mira a mostrare che alcune particolari concezioni di un dio sono inerentemente prive di significato, contradditorie, o contraddicono fatti scientifici o storici noti, e che quindi un dio cos descritto non esiste.

[modifica] Argomentazioni empiriche Le argomentazioni empiriche si basano su dati empirici per dimostrare le proprie conclusioni.











"Nella cornice del razionalismo scientifico uno giunge al credo nella non-esistenza di Dio, non a causa di una certa conoscenza, ma per via di una scala decrescente di metodi. Ad un estremo, possiamo respingere con fiducia gli dei personali dei creazionisti su solide basi empiriche: la scienza basta a concludere oltre ogni ragionevole dubbio che non c' mai stata un'alluvione planetaria e che la sequenza evoluzionistica del cosmo non segue nessuna delle due versioni della Genesi. Comunque, pi ci spostiamo verso un Dio deistico e definito incoerentemente, pi il razionalismo scientifico fruga nella sua cassetta degli attrezzi e si sposta dalla scienza empirica alla filosofia logica informata dalla scienza. In ultima analisi, gli argomenti pi convincenti contro un Dio deistico sono il detto di Hume e il rasoio di Occam. Questi sono argomenti filosofici, ma costituiscono anche le fondamenta di tutta la scienza, e non possono quindi essere scartate come non-scientifici. La ragione per cui riponiamo la nostra fiducia in questi due principi perch la loro applicazione nelle scienze empiriche ha portato a spettacolari successi nel corso degli ultimi tre secoli." [7] L'argomentazione delle rivelazioni inconsistenti contesta l'esistenza della divinit biblica mediorientale chiamata Dio come viene descritta nelle sacre scritture, come la Tanakh ebraica, la Bibbia cristiana o il Corano musulmano, identificando le contraddizioni tra le differenti scritture, quelle all'interno di una singola scrittura, o le contraddizioni tra le scritture e i fatti noti. La teodicea (o "problema della giustizia di Dio") in generale, e le argomentazioni logiche e evidenziali del male in particolare, contestano l'esistenza di un dio che sia contemporaneamente onnipotente e omnibenevolo, sostenendo che un tale dio non permetterebbe l'esistenza del male o della sofferenza percepibili, le quali si pu facilmente dimostrare che esistono. Tale argomento viene anche detto argomento morale: se Dio esistesse sarebbe non-morale dal punto di vista della comprensione umana, quindi inutile come riferimento. L'argomento non verte strettamente sull'esistenza di qualsiasi divinit , perci viene sostenuto anche da teisti e altri gruppi oltre che da atei. Inoltre, essendo Dio infinito per sua stessa natura dovrebbe contenere in s il male, principio che cozza contro un dogma cattolico che dichiara che da Dio procede solo il bene senza la minima presenza di male in esso. L'argomentazione del disegno insufficiente contesta l'idea che un dio abbia creato la vita, sulla base del fatto che le forme di vita mostrano una progettazione scarsa o malevola, che pu essere spiegato facilmente usando l'evoluzione o il naturalismo. L'argomentazione della non credenza contesta l'esistenza di un dio onnipotente che vuole che gli esseri umani credano in lui, sostenendo che un tale dio farebbe un lavoro migliore per raccogliere i credenti. Questa argomentazione viene contestata dall'affermazione che Dio vuole mettere alla prova gli uomini per vedere chi ha pi fede. Ad ogni modo, questa asserzione viene respinta dalle argomentazioni relative al problema del male.

[modifica] Argomentazioni deduttive Le argomentazioni deduttive cercano di dimostrare le loro conclusioni con il ragionamento deduttivo a partire da premesse vere. ●







Il paradosso dell'onnipotenza e gli altri paradossi teologici, sono una delle molte argomentazioni che sostengono che le definizioni o descrizioni di un Dio sono logicamente contraddittorie, e dimostrano cos la sua non esistenza. L'argomentazione del libero arbitrio contesta l'esistenza di un dio onnisciente dotato di libero arbitrio sostenendo che le due propriet sono contraddittorie. L'argomentazione trascendentale della non esistenza di Dio contesta l'esistenza di un creatore intelligente, dimostrando che un tale essere renderebbe dipendenti logica e morale, il che incompatibile con l'affermazione presupposizionalista che esse sono necessarie, e contraddice l'efficacia della scienza. Una linea di argomentazione pi generale basata sull'argomentazione trascendentale della non esistenza di Dio, [8], cerca di generalizzare questa argomentazione a tutte le caratteristiche necessarie dell'universo e a tutti i concetti di dio. La controargomentazione dell'argomentazione cosmologica ("l'uovo o la gallina") dichiara che se l'universo stato creato da Dio perch doveva avere un creatore, allora Dio a sua volta avrebbe dovuto essere stato creato da un altro dio, e cos via. Questo attacca la premessa che l'universo sia la "causa seconda" (dopo Dio, che si sostiene essere la "causa prima"). Una risposta comune a questo che Dio esiste al di fuori del tempo e dell'universo [9], e quindi non necessita di una causa. Questa concezione genera alcuni problemi logici: in primo luogo cozza contro la natura infinita di Dio, non pu esistere un "altrove" a un Dio che tutto permea e organizza. in secondo luogo, tale affermazione ricondurrebbe al rasoio di Occam facendo coincidere il caso con quello del primo argomento empirico: il modello logico causale non sarebbe pi vantaggioso poich dipende da un elemento senza causa, elemento che quindi in pi



rispetto al necessario. Il fatto di spiegare il mondo e l'universo come creazione di dio un rimandare la spiegazione, per il fatto che ora dall'inspiegabilit dell'universo si passa nella assai pi complessa inspiegabilit di Dio. Il non-cognitivismo teologico, come usato in letteratura, cerca solitamente di confutare il concetto di dio mostrando che esso inverificabile e senza significato.

[modifica] Argomentazioni induttive Le argomentazioni induttive sostengono le loro conclusioni tramite il ragionamento induttivo. ●



L'argomentazione atea-esistenzialista della non esistenza di un essere senziente perfetto, sostiene che poich l'esistenza precede l'essenza, ne consegue dal significato del termine senziente che un essere senziente non pu essere completo o perfetto. La questione viene affrontata da Jean-Paul Sartre in L'essere e il nulla. Secondo Sartre Dio sarebbe pour-soi [un essere per s ; un essere cosciente] che anche en-soi [un essere in s ; una cosa]: il che una contraddizione in termini. L'argomentazione viene rieccheggiata nel romanzo di Salman Rushdie, Grimus: "Ci che completo anche morto." L'argomentazione del "nessun motivo" cerca di mostrare che un essere onnipotente o perfetto non avrebbe alcuna ragione di agire in alcun modo, in particolare creando l'universo, perch non avrebbe desideri, in quanto il concetto stesso di desiderio soggettivamente umano. Siccome l'universo esiste, c' una contraddizione, e quindi, un dio onnipotente non pu esistere. Questa argomentazione viene sposata da Scott Adams nel libro God's Debris.

[modifica] Conclusioni Per approfondire, vedi le voci Teismo, Ateismo e Agnosticismo.

Le conclusioni sull'esistenza di Dio possono essere approssimativamente divise in due campi: teiste e atee. Entrambi i campi possono essere a loro volta divisi in due gruppi ognuno, basati sul convincimento che la propria posizione sia o meno dimostrata definitivamente dalle argomentazioni. ●

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per l'ateismo non esistono ragioni sufficienti o necessarie per affermare l'esistenza di Dio; oppure, l'esistenza di Dio impossibile dal punto di vista logico. per l'agnosticismo non si hanno o non possibile avere una risposta assoluta al problema dell'esistenza di Dio. per il teismo, esistono ragioni sufficienti per credere nell'esistenza di Dio o delle divinit .

[modifica] Voci correlate ● ● ● ● ● ● ● ● ●

Agnosticismo Apologetica Ateismo Deismo Dio Filosofia della religione Noncognitivismo teologico Prova ontologica Teismo

[modifica] Note

un

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.

^ Anselmo d'Aosta, Proslogion (= "Colloquio"), 1077 1078. ^ cfr. Salmi 14,1;53,1 ^ Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae (= "Compendio di Teologia"), 1259-1269. ^ (Stoccarda, 1908) ^ (A. St ckl, Geschichte der neueren Philosophie, II, 82 sqq.) ^ (St ckl, loc. cit., 199 sqq.) ^ ucsd.edu/~eebbesen ^ materialist apologetics ^ Rich Deem, The Extradimensional Nature of God [1]

[modifica] Bibliografia C.D. Broad, "Arguments for the Existence of God", Journal of Theological Studies 40 (1939): 16-30; 156-67. Jeff Jordan, "Pragmatic Arguments for Belief in God", The Stanford Encyclopedia of Philosophy (Fall 2004 Edition), Edward N. Zalta (ed.) Morris R. Cohen, "The Dark Side of Religion", Religion Today, a Challenging Enigma, ed. Arthur L. Swift, Jr. (1933). Versione rivista in Morris Cohen, The Faith of a Liberal (1946). David Hume, (1779), Dialogues Concerning Natural Religion. Richard Popkin (ed), Indianapolis: Hackett, 1998. J.L. Mackie, The Miracle of Theism, Oxford, Eng.: Oxford Univ. Press, 1982. Kai Nielson, Ethics Without God, Londra: Pemberton Books, 1973. Graham Oppy, "Ontological Arguments", The Stanford Encyclopedia of Philosophy (Edizione autunno 2005), Edward N. Zalta (ed.) William Paley (1802), Natural Theology, Indianapolis: Bobbs-Merrill, 1963. Alvin Plantinga, Warranted Christian Belief, Oxford Univ. Press, 1993. Louis P Pojman, Philosophy of Religion: An Anthology, IV Ed., Belmont, CA: Wadsworth, 2003. ISBN 0-53454364-2. Del Ratzsch, "Teleological Arguments for God's Existence", The Stanford Encyclopedia of Philosophy (Edizione autunno 2005), Edward N. Zalta (ed.) Jean-Marc Rouvi re, Br ves m ditations sur la cr ation du monde, L'Harmattan, Parigi (2006), ISBN 2-74759922-1. Richard Swinburne, The Existence of God, New York: Clarendon, 1991. Giacomo Samek Lodovici, "L esistenza di Dio", edizioni A.R.T., 2000 ISBN 8878790095. Raymond Smullyan The Tao is silent,1977. AA.VV., Apologetica cattolica (con licenza OTRS al rilascio in GFDL)

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