Matteo Valente
Chi, come, cosa, perché: la complessità dell’apprendimento
Nei due racconti letti, relativi ai metodi di apprendimento rispettivi di Tita (Dolce come il cioccolato) ed Elias (Tedesco sul lago di Ginevra), è possibile confrontare le due storie e trovare inoltre alcune somiglianze. La similarità più grande, a mio parere, tra i due racconti è rappresentata dall’educazione rigida a cui sono stati sottoposti i due personaggi. Nel caso di Tita, sulla quale la madre esercita un forte controllo, il terrore per la figura della madre compare fin dall'inizio e prosegue per tutto il racconto portandola ad una sensazione di dolore. A differenza di Tita, Elias, nonostante abbia ricevuto una rigida istruzione dalla madre che voleva a tutti i costi fargli imparare la lingua tedesca, riconosce che, nonostante fosse stato utilizzato un metodo assai duro, riconosce che le lezione impartitegli hanno riscontrato un ottimo risultato consentendogli di parlare in maniera fluida e corretta e di conseguenza vede la madre in maniera positiva rispetto all'inizio. Un'ulteriore dettaglio che si può notare nei due racconti riguarda la memoria, la sensibilità, le sensazioni e i ricordi dei due protagonisti: Tita attraverso i profumi, gli odori e i suoni della cucina, nella quale trascorre la maggior parte del suo tempo, riesce a viaggiare con la mente; anche Elias fà lo stesso, servendosi a sua volta dei paesaggi, dei suoni intorno a lui e dei momenti trascorsi con la sua famiglia nel viaggio per Vienna. Da questi due racconti si evince la difficoltà del rapporto tra madre e figlio che può essere paragonata al rapporto tra insegnante e studente, e soprattutto quanto questo rapporto possa influenzare l’apprendimento. Da un lato Tita viene "bloccata" dalla madre (ogni tanto tentava di ribellarsi), non riesce a coronare il suo amore per Pedro e successivamente viene costretta ad accudirla, essendo la più piccola delle tre; dall'altro lato Elias è costretto ad imparare una nuova lingua in un lasso di tempo molto breve e considerando la sua giovane età. La cosa che noto in entrambi i casi è che la libertà individuale dei due bambini è stata loro in buona parte negata. Ritengo che un bambino, di qualsiasi età, debba avere il diritto di esprimersi nella sua totalità ma pur sempre nel rispetto delle regole.