L’ECONOMIA DEL ‘900 SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE (1870-1900)
Si venne a creare un legame sempre più stretto fra scienza e tecnologia e fra tecnologia è mondo della
produzione. Invenzioni: lampadina, ascensore elettrico, motore a scoppio, pneumatici, telefono, grammofono, macchina da scrivere, bicicletta, tram elettrico, automobile. Ingegneri, biologi, fisici, chimici divennero titolari o contitolari di imprese: Edison, Siemens, Bayer.
CRISI DEGLI ANNI ‘30
1. 2. 3. 4.
Premesse storiche: La guerra e il dopoguerra con i prestiti statunitensi al mondo. Premesse economiche: Il capitalismo e il free trade. Premesse bancarie: nessun controllo governativo sul sistema dei crediti. Premesse sociali: Il boom economico, ottimismo, acquisti dei nuovi prodotti.
Causa scatenante: Bolla speculativa (la ricchezza è data dalla previsione di crescita più che dall’effettivo valore dell’impresa)
1. Conseguenza borsistica: Crollo del valore delle azioni. 2. Conseguenza industriale: Crollo dei prezzi della produzione industriale e agricola, fallimento di migliaia di 3. 4. 5. 6. 7.
società. Conseguenza bancaria: Fallimento delle banche che non recuperano i crediti e trascinano nel fallimento la banche collegate. Conseguenza monetaria: La crisi bancaria si ripercuote sulle banche centrali e sulla moneta che viene svalutata. Conseguenza sociale: Disoccupazione, suicidi di operai e uomini d’affari. Conseguenza commerciale: Protezionismo. Conseguenza politica: Isolazionismo e armamento.
Rimedio: Politica inflazionistica di Roosvelt (New Deal). Intervento dello stato: Modello USA: Capitalismo diretto, Fu ristrutturato il sistema creditizio fu svalutato il dollaro per rendere più competitive le esportazioni. L’Agricoltural Adjustment Act si proponeva di limitare la sovrapproduzione nel settore agricolo, il National Industrial Recovery Act (Nira) imponeva alle imprese operanti nei vari settori un codice di comportamento volto a evitare le conseguenze di una concorrenza troppo accanita. Fu istituita la Tennessee Valley Authority (Tva) un ente che aveva il compito di sfruttare le risorse idroelettriche del bacino del Tennessee producendo energia a basso costo. Il governo potenziò ulteriormente l'iniziativa statale varando vasti programmi di lavori pubblici. Modello Hitler: Favorire l’armamento per rimettere in moto la produzione. Modello Italiano: IMI e IRI.
BOOM ECONOMICO (1950-1970)
Gli Stati Uniti, usciti dal conflitto in posizione di forza, fecero da locomotiva alla ripresa economica mondiale.
Piano Marshall (Gli USA attuarono un piano di ripresa economica dei paesi europei nel periodo post bellico 1947-52). Sviluppo dei settori legati da all'uso di tecnologie avanzate, e alla produzione di beni di consumo durevoli (automobili, elettrodomestici, televisori). Crescita della popolazione (baby boom) e conseguente allargamento della domanda di beni di consumo. Crebbero, in numero e in dimensione, le grandi multinazionali. I governi destinarono quote crescenti del reddito nazionale alla ricerca. Nel settore chimico si sintetizzo la più diffusa tra le fibre sintetiche il nylon e le prime materie plastiche. Nuovi farmaci: antibiotici, penicillina. Medicina-Chirurgia: primi trapianti di organi. Sviluppo dell’aviazione civile. Conquista dello spazio: I sovietici mandando in orbita, il 4 ottobre 1957 il primo satellite artificiale, lo Sputnik, e il il 12 aprile del 61 inviarono nello spazio il primo astronauta, Yuri Gagarin,a bordo della navicella Vostok. A questi successi gli Stati Uniti che nel 58 avevano dato vita alla NASA, replicarono puntando all'obiettivo più ambizioso: lo sbarco di uomini sulla luna. L'obiettivo fu centrato il 21 luglio 1969 quando Armstrong e Aldrin, discesi dalla navicella Apollo 11, misero piede sul suolo lunare. fra il 1950 il 1970 gli abitanti della Terra aumentarono del 50% . Dopo la metà degli anni ‘50 riprese il sopravvento la tendenza al calo della natalità, favorito dalla diffusione delle pratiche anticoncezionali. Boom dei consumi superflui: fra il ‘50 il ‘70 calò il consumo di prodotti alimentari, ma crebbe, la quota destinata all'abbigliamento, alla casa e soprattutto ai beni e servizi considerati comunemente non essenziali: gli elettrodomestici e le automobili, televisori ed apparecchi per la riproduzione del suono, spettacoli e viaggi. Rifiuto ideologico nei confronti di una società accusata di sostituire allo sfruttamento economico di tipo tradizionale una forma più subdola e raffinata di dominio esercitato soprattutto attraverso la pubblicità e i Mass media. Questa reazione si espresse in primo luogo in una ripresa delle ideologie rivoluzionarie di matrice marxista. In alcune grandi fabbriche del Nord Italia,(autunno caldo) le lotte ebbero come principale protagonista la figura dell'operaio massa. Le tre maggiori organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil) riuscirono a prendere in mano la direzione della lotte e a pilotarle verso la conclusione di una serie di contratti nazionali che assicurarono ai lavoratori dell'industria cospicui vantaggi salariali.
La crisi petrolifera (1973-75)
Nell'agosto 1971, le Stati Uniti decisero di sospendere la convertibilità del dollaro in oro (causa: impegno militare in Vietnam).
I paesi produttori di petrolio nel novembre 1973, in seguito alla guerra arabo-israeliana, decisero di
quadruplicare d'un colpo il prezzo del petrolio: prezzo che avrebbe continuato a salire negli anni seguenti, subendo nel ‘79 una nuova impennata che lo portò a livelli dieci volte superiori a quelli del ’72. Lo shock petrolifero colpi, in particolare quei paesi che dipendevano quasi interamente dall'estero per il loro fabbisogno energetico (come l'Italia e il Giappone).
Crisi argentina.
Dal 2000 al 2004
La crisi argentina, largamente annunciata da tre anni di recessione, è esplosa nella rabbia popolare. Il paese, caduta la dittatura nel 1983, si trovava alla prese con un’inflazione che toccava punte del 4000%. L’economia argentina aveva risentito pesantemente della crisi petrolifera del 1973, che aveva ridotto la domanda di beni e servizi in tutti i paesi sviluppati, soprattutto europei, verso i quali l’Argentina era legata a doppio filo. Un’economia fondata sull’esportazione, dunque, saldamente in mani straniere (l’83% del capitale delle mille aziende più importanti è oggi proprietà di imprese multinazionali), come del resto avviene in tutti i paesi dell’America Latina. Un appello e un’azione concreta proposti da Sdebitarsi. Stati uniti d’america
Crisi Enron (azienda elettrica) 2001 Crollo delle torri gemelle, crisi dei trasporti aerei Guerra in Afghanistan Seconda guerra del golfo
Italia
Svalutazione della moneta, dopo l’introduzione dell’euro Crisi FIAT Crisi Parmalat Crisi Cirio. Crisi Alitalia.