Chávez: “Mastico pasta di coca”. Diffidiamo della menzogna mediatica! Oh cielo! Siamo al disfacimento della cultura dell’informazione…Andiamo con ordine. Come suggerito dal post di ieri, l’11 gennaio il presidente venezuelano parla al parlamento del paese. Dice parecchie cose riguardo al rapporto con gli Usa e sulla proposta di togliere la dicitura “terroristi” per il gruppo guerrillero delle Farc. Questo è secondario. La cosa che più ha interessato le cloache mediatiche italo-americane è stato l’outing di Chávez riguardo il suo consumo di droga. Testuali le parole di Chávez: “Io mastico coca ogni mattina…E guardate come sto”. E mostra i bicipiti. Poi aggiunge “La coca non è la cocaina […] Evo mi manda pasta di coca”. Il tam-tam mediatico parte da Miami, dove esiste un giornale (l’Herald di Miami) che funge da “Grande Fratello” per il continente latinoamericano e viene prodotto un articolo (questo), firmato da Casto Ocando. Costui è giornalista e proprietario del blog “Venezuela confidencial” (dal sapore un po’ spionistico, ma in disuso da quasi due anni), dove si lamenta del fatto che il Venezuela stia sperimentando “Más dependencia de Estados Unidos” (titolo del suo ultimo post). Il tam-tam mediatico viene recepito da qualche “genio” del Corriere e del Giornale che zac…lo traducono e lo pubblicano. Solo che – per farsi belli e per “pompare” un po’ la notizia – infarciscono il tutto con un po’ di sensazionalismo. Per cui, il Corriere parla di “Chávez choc” e ricopiano (dopo traduzione) pari pari il contenuto dell’articolo dell’Herald. “Il Giornale” (che del sensazionalismo ha fatto la sua bandiera) va un po’ oltre: “Il Morales citato da Chavez non è un volgare spacciatore. È Evo Morales, il presidente della Bolivia che con il collega di Caracas ha in comune l’anelito rivoluzionario antiamericano. Chavez lo ha “smascherato” come narcotrafficante durante uno dei suoi abituali discorsi-fiume, trasmesso in diretta dalla televisione.” Dopo aver perso ogni speranza di vedere scritto Chávez correttamente sui media, vorrei “setacciare” un po’ il contenuto dell’articolo dell’Herald. Cito alcuni passaggi, commentandoli passo per passo. ''I chew coca every day in the morning . . . and look how I am,'' he is seen saying on a video of the speech, as he shows his biceps to the audience. Già però il giornalista si dimentica di ricordare che Chávez ha voluto fare una precisazione molto importante, poiché ha detto: “Coca no es cocaína”. Ovvero ci tiene a sottolineare come il suo consumo non sia di cocaina, ma di coca, intesa come foglie di coca, cioè le foglie della pianta. Questa frase è ben ascoltabile dal video proposto nel post di ieri. Qui si apre un problema, poiché Chávez fa riferimento ad una “pasta de coca” che gli manderebbe Morales dalla Bolivia. L’Herald conclude: It was not clear what Chávez meant. Indigenous Bolivians and Peruvians can legally chew coca leaves as a mild stimulant and to kill hunger. But coca paste is a semi-refined
product -- between leaves and cocaine -- considered highly addictive and often smoked as basuco or pitillo. Ecco, partiamo da un punto fermo: non è chiaro cosa Chávez abbia voluto dire. Una cosa che anche l’Herald (a differenza degli altri media nostrani) ha voluto sottolineare. Di certo, è vero che la “pasta de coca” sia un prodotto semi-raffinato, illegale e decisamente dannoso. Tuttavia, la foga (forse tipica di alcuni ambienti di Miami) di voler arrivare ad una conclusione smarrisce il giornalista dell’Herald. Io mi sono domandato che cosa sia la pasta di coca e come si utilizzi perché ammetto di essere un po’ carente in materia. Trovo su internet un trattatello sulla fabbricazione\sintetizzazione delle droghe, della cocaina nella fattispecie. Si chiama “Trattato completo degli abusi e delle dipendenze”, disponibile in consultazione gratuita su GoogleLibri (Dio benedica Google!). A pag. 786 (che troverete al link sopra) si parla della preparazione della cocaina a partire dalla foglia della pianta. La pasta di coca viene indicata come un prodotto intermedio della lavorazione. Tralasciando la composizione chimica…la pasta di coca contiene cocaina al 60-80% e si presenta incolore ed insapore, è insolubile in acqua. Ma soprattutto non può essere ingerita, inalata o iniettata. Può solo essere fumata. Solo che il fumo di quella robaccia chimica, secondo il testo in questione, è la principale causa di morbilità nei paesi produttori di coca. La stessa descrizione compare sull’articolo “Farmacocinetica della cocaina: i segreti chimici della foglia delle Ande” (di Luca Pani e Walter Fratta), contenuto in “Medicina delle farmacodipendenze”, febbraio 1994, a. II, n. 2, 34-35. Si legge: La prima fase di lavorazione della cocaina partendo dalle foglie consiste nell’estrazione della cosiddetta “pasta di coca”, ovvero “cocaina grezza”, costituita da una miscela di tutti gli alcaloidi con un contenuto in cocaina pari a circa i due terzi del totale. Tale pasta viene prodotta trattando le foglie secche con acido solforico diluito e precipitando dalla soluzione risultante gli alcaloidi in forma di basi, facendo uso di sodio carbonato. La pasta di coca viene spesso esportata e venduta in questa forma. Si presenta come un ammasso biancastro o marrone: viene assunta tramite fumo inserendone una porzione nell’estremità di una sigaretta confezionata con tabacco o marijuana oppure in pipe. Quindi adesso sappiamo che la celeberrima “pasta de coca” (che viene chiamata anche “cocaina grezza”) non si può né masticare né ingerire. Si fuma. Ha effetti distruttivi in entrambi i casi. Ma soprattutto in caso di ingerimento, poiché comporterebbe (vista la sua composizione chimica) danni irreparabili all’apparato digerente del consumatore. Solo che, vista questa premessa, le ipotesi sono tre: a) o Chávez mastica veramente pasta di coca e allora lo vedremo nei prossimi giorni. Un piccolo esperimento necrofilo: se Hugo non muore avvelenato nella prossima settimana vuol dire che non mastica quella roba… b) o consuma pasta di coca fumandola, ma mi sembra abbastanza arzillo e non “fatto”. Se si fumasse la pasta di coca ogni mattina ci andrebbe strisciando in parlamento
c) o si tratta di un fraintendimento e di una (non prima né ultima) “sparata” di alcuni media Io opterei per l’opzione c, visto che le prime due mi paiono poco probabili. Il fatto è che tutta la “montatura” si è giocata sul significato di “pasta”. Ad esempio, la Coca Loca Company, associazione peruviana che si occupa della diffusione della foglia di coca e di preparati agro-alimentari da essa derivati, sostiene che si tratti di una pasta dentifricia, cioè un preparato a basa di foglie di coca e quindi legatissimo. Ovvero non sarebbe la “pasta di coca” di cui ci siamo occupati prima, ma un semplice impasto a base di foglie di coca. Nella loro sezione dedicata ai prodotti a base di coca, la Coca Loca Company, propongono un dolce a base di foglie di coca, il “manjar de coca”, che sembra una “crema” di coca. E’ anche in vendita. Sono in vendita perché in molti paesi latinoamericani la foglia di coca è lecita, così come i prodotti alimentari derivati. Ad esempio in Bolivia è lecita e masticare le foglie è una antica usanza indigena. In Venezuela, secondo gli “esperts” dell’Herald (che mi sembrano tanto gli científicos di Diaz), la foglia di coca sarebbe illegale in Venezuela e quindi Chávez sarebbe punibile come consumatore, ma anche come commerciante, visto che se la fa mandare dalla Bolivia. Ecco cosa dicono gli “esperti”: Most likely, however, it seems Chávez was referring to chewing coca leaves, a traditional and legal practice among indigenous groups in the high Andes mountains but illegal in Venezuela, according to experts. ''Venezuela signed the Vienna Convention of 1961, which regulates everything that has to do with narcotics,'' said Mildred Camero, former president of the government's main counter-narcotics agency, the National Council Against the Illicit Use of Drugs. ``On the list . . . the coca leaf was prohibited.'' Ok. La Convenzione di Vienna è un documento molto complesso ed è stato firmato dal Venezuela, così come dai rappresentanti di più di 50 paesi. Di fatto pone in essere un sistema di controllo internazionale per la restrizione della coltivazione, della raffinazione, del traffico e del consumo di coca (più altre sostanze) e derivati illegali. Occorre però tenere fermo il principio dell’art. 49 per quanto riguarda il consumo di foglie di coca per la masticazione, cioè un paese può permettere (fatte salve alcune forme di controllo e di “non proliferazione”) il consumo di foglie di coca. Tale provvedimento però deve sottostare ad un vincolo ferreo di 25 anni dall’entrata in vigore del trattato. Dopo tale scadenza, la masticazione della coca deve ritenersi vietata. Però queste disposizioni contenute nella Convenzione mi portano a dubitare della loro effettiva applicazione e della vigenza della normativa. Infatti non si spiega come la Bolivia, che firmò la Carta del 1961, oggi abbia portato il dibattito sulla legalizzazione (con foglia di coca al seguito) della coca direttamente alle Nazioni Unite. Era il 19 settembre 2006. Ma non si trattava di una fiammata estemporanea. La Red Andina de Información ci propone proprio una panoramica sul progressivo avvicinamento alla legalizzazione della foglia di coca.
Poi ci sono fonti che sostengono che il principale destinatario della produzione di foglie di coca sia la Coca-Cola Company, che le usa per produrre la bevanda più venduta al mondo. Adesso andiamo a ridere un po’. Ci sono prove certe che alcuni personaggi famosissimi abbiano fatto uso di derivati della foglia di coca. Leggiamo da Wikipedia: Mate de coca, sometimes called "coca tea", is a tisane made from the leaves of the Coca plant (Eritroxilécea). The consumption of coca tea is a common occurrence in many South American countries. Coca tea is also used for medicinal and religious purposes by many indigenous tribes in the Andes. On the "Inca Trail" to Macchu Picchu, guides also serve coca tea with every meal because it is widely believed that it alleviates the symptoms of mild altitude sickness. And traditionally, official governmental persons travelling to La Paz in Bolivia are greeted by a mate de coca. News reports noted that Princess Anne and the late Pope John Paul II drank the beverage during visits to the region. Recently (June 24 2007) chairman of Microsoft Corp. and multi-billionaire, Bill Gates drank Coca Tea in The Inti Raymi or Sun festival in Cusco Peru, which begins at Coricancha temple and ends at the Sacsayhuamán fortress, takes place every June 24. Quindi un papa e l’uomo più ricco del mondo sono tossicodipendenti? Trafficanti? L’Herald si prende anche la briga di far commentare il presunto outing di Chávez da un pezzo grosso: ''It is another symptom that [Chávez] has totally lost the concept of limits,'' said Aníbal Romero, a political scientist with the Caracas Metropolitan University. ``It shows Chávez is a man out of control.'' Eh già. Però il bluff di Chávez non è assolutamente provato, mentre è provato il fatto che qualche nostro parlamentare si “faccia” alla grande. Basta ricordare il servizio delle Iene, mai messo in onda (o meglio censurato dal Garante). Sicuramente il prof. Romero non sa come ce la passiamo in Italia. Ah, non divaghiamo. Torniamo a noi: l’Herald per supportare la sua crociata chiama in causa un analista di Miami: ''If he is affirming that he consumes coca paste, he is admitting that he is consuming a substance that is illegal in Bolivia as well as Venezuela,'' said Hernán Maldonado, a Bolivian analyst living in Miami. ''Plus, it's an accusation that Evo Morales is a narcotrafficker'' for sending him the paste. Quindi riassumiamo: Chávez è un tossico di quelli che stra-sudano in metro e Morales è il pusher. Tutto perché il senso di “pasta”, come detto sopra, è stato interpretato nel modo peggiore, più vile e più distorto. Senza sapere cosa fosse la “pasta de coca”, i media hanno tratto la conclusione più comoda, quella più facile da gestire per rinvigorire l’immagine di “Jefe del Eje del Mal” di Hugo. Che poi, la cosa scandalosa è che si tratta di una polemica assolutamente limitata a livello nazionale venezuelano. Ho consultato diverse pagine internet di quotidiani del paese. El Universal annota, molto a margine, il fatto che un dirigente di Alianza Bravo Pueblo denuncerà Chávez per consumo e istigazione al consumo di stupefacenti. In
generale però – anche all’interno dei quotidiani di opposizione – non prevale una denuncia tout court del fatto, o meglio uno “stracciarsi le vesti” come accade sui quotidiani italiani o sull’Herald. E questo, forse, perché la vicenda è poco chiara nei contenuti. E la “pasta” è un termine un po’ vago. Inoltre, questa crociata “perbenista” nei confronti di Chávez è quasi esclusivamente italiana. Ho provato ad inserire su Google il termine “Chávez coca”: questi i risultati. Nel maggior parte dei casi si cita come fonte unica l’Herald e quasi il 60% delle prime due pagine contiene link a siti italiani, che peraltro riportano come fonte il Miami Herald. Molti quotidiani e blog dicono semplicemente “Chávez si è bruciato il cervello masticando coca”. Purtroppo questa è bruta ignoranza. Visto che nessun giornalista si è preso la briga di verificare quali siano gli effetti della masticazione della foglia di coca, dovrò farlo io. Allora, caro ordine dei giornalisti della cloaca massima dell’informazione, facciamo un po’ di storia. Prendete posto…Bene, la coca è usata da centinaia e centinaia di anni dalle popolazioni indigene del Sud America. Di fatto, come qualcuno ha fatto notare, serviva come “ricostituente” e “stimolante” per non sentire la fame (e la fatica). Fungeva e funge da una sorta di mate più potente e da masticazione. Diciamo subito che molti – anche per giustificare un nuovo impoverimento della cultura indigena continentale – sono fautori (come lo stesso presidente venezuelano) dell’espressione “coca no es cocaína” e cioè occorre discriminare tra alcuni derivati (non chimici) della pianta e la cocaina, che viene trattata chimicamente. Ovvio che questo secondo prodotto è altamente nocivo e produce assuefazione. Infatti il movimento di “liberalizzazione della foglia di coca” non mette in dubbio questo assunto. Lasciamo stare l’assurdo boicottaggio della foglia di coca, dalla quale si estrae sì la cocaina, ma dalla quale si ricavano anche composti medicinali e officinali del tutto privi di controindicazioni. Abbiamo visto poco sopra il “coca tea”, una tisana che non dà assuefazione e funziona proprio come un infuso di “yerba mate”. E’ molto tonificante e rinvigorente, come il caffè. Per quanto riguarda la masticazione, che per gli indios rappresenta un rituale da ripetere circa 4 volte al giorno, esistono gli effetti sono i seguenti: Il masticatore di coca assume per giorno circa 50 - 150 g di foglie, equivalenti a un quantitativo complessivo di 200 - 600 mg di cocaina [TEUSCHER 1987; MALIZIA 1995]. Si deve però tenere presente che per via orale la biodisponibilità è circa del 30-40%. L'assorbimento attraverso la mucosa della bocca è determinante, siccome nel tratto gastroenterico parte della cocaina viene idrolizzata e quindi inattivata. La cocaina è misurabile nel sangue entro 5 minuti dall'inizio della masticazione ed entro 15 minuti dalla deglutizione. Per questa via gli effetti compaiono lentamente e durano per circa 5-6 ore [AGUS 2001]. L'emivita è di circa 2 ore. Le proprietà della coca consistono nel fare sopportare una maggiore quantità di lavoro con minore nutrimento e impedire qualsiasi difficoltà respiratoria sulle grandi altitudini. (Fonte: Medico Cantonale, Canton Ticino, Svizzera) Di più preciso cosa accade? Questo:
La comparsa, entro pochi minuti, di un formicolio e di un senso di intorpidimento di bocca è la dimostrazione che la coca comincia ad agire. Dopo poco si avverte una sensazione piacevole, accompagnata da un senso di caldo allo stomaco. Subentra uno strano fenomeno come di energia sprigionata dallo stomaco, una forza che va diretta ai muscoli. La mente ottiene percezioni più chiare e molto limpide. L'umore diventa ottimo. All'inizio della masticazione si riscontra una straordinaria euforia estroversa, alla quale subentra il desiderio di restare soli, chiusi in sé stessi, con fuga di pensieri e di immagini, mentre la fantasia vola alta. Gli individui sotto l'effetto della droga possono lavorare meccanicamente per ore senza stancarsi né annoiarsi, perché affermano di "non essere presenti". La stimolazione psichica produce alterate percezioni, illusioni e allucinazioni, mentre la sferzata nervosa causa tachicardia, vertigini, visioni di macchie luminose, aumento della frequenza del respiro, della temperatura corporea e in diverse occasioni anche della sessualità. Dopo un'ora circa gli effetti cominciano piano piano a scemare senza lasciare alcuna traccia. La sensibilità agli effetti stimolanti non si riduce con la ripetizione del consumo, perché la coca non induce tolleranza. (Fonte: Epidemiologia & Salute pubblica, a cura del Medico cantonale, Canton Ticino, Svizzera) Quindi la masticazione ha un effetto pseudo-psicotropo che però non lascia tracce dopo un’ora e soprattutto gli studi dimostrano come alcuni elementi chimici presenti nelle foglie rallentino l’assimilazione della percentuale di principio attivo contenuto nelle foglie. Per quanto riguarda gli eventuali danni alla salute: La coca è stata usata per millenni senza che venissero lamentati effetti nocivi importanti. Questa droga viene considerata dannosa in grado molto inferiore a quello del suo alcaloide principale. Infatti gli effetti cronici del consumo di foglie di coca non possono essere immediatamente paragonati a quelli determinati dalla cocaina [VAN DYKE 1982]. Esistono cioè delle chiare differenze tra cocaismo e cocainismo. Secondo taluni autori [WEIL 1981; HURTADO-GUMUCIO 2000], addirittura la masticazione della coca non produrrebbe alcun problema di salute, tossicità o dipendenza. (Fonte: Epidemiologia & Salute pubblica, a cura del Medico cantonale, Canton Ticino, Svizzera)
Di fatto alcuni studi medici dimostrerebbero che la degradazione delle condizioni di salute degli indios dipendessero dal consumo e dalla masticazione della foglia di coca: malnutrizione, tendenza al suicidio, alcoolismo, emarginazione sociale. Tuttavia, come sostiene la mia fonte, non è possibile provare una correlazione di causa-effetto tra i fenomeni descritti e la masticazione delle foglie. Anche perché se vi fosse una connessione, gli indios sarebbero morti tutti prima della venuta dell’uomo bianco. Secondo alcuni studi ci sarebbero alcune controindicazioni nella masticazione di coca, che fanno capo ad alcuni studi medici:
Nei consumatori si instaura progressivamente uno stato di grave deperimento che si manifesta con forte dimagrimento ed è accompagnato da una progressiva alterazione del carattere e dell'umore. L'anemia è un sintomo costante dei masticatori, così come l'ipertiroidismo, dovuto ad una stimolazione tiroidea da parte della droga (nelle grandi altitudini la regola sarebbe l'ipotiroidismo, cioè la situazione contraria, quindi sotto questo aspetto la coca ha un effetto favorevole). I consumatori da 100 g al giorno in su sono torpidi, apatici, stanno silenti e immobili per ore, mancano totalmente di interesse e iniziativa, rispondono vagamente a qualsiasi domanda, sono usi fare affermazioni contraddittorie, hanno problemi di memoria e di apprendimento e possono avere difficoltà a comprendere i concetti astratti. (Fonte: Epidemiologia & Salute pubblica, a cura del Medico cantonale, Canton Ticino, Svizzera) Inoltre, come riportato da molti documentari sulle regioni andine, il consumo regolare di foglie di coca tramite masticazione attacca lo smalto dei denti. Molti indigeni masticatori presentano i denti neri perché lo smalto è stato eroso dalle sostanze presenti all’interno delle foglie. A voi Chávez sembra affetto da “grave deperimento”? Che si manifesta con “forte dimagrimento”? Secondo voi è affetto da “anemia”? Secondo voi è torpido silente ed immobile per ore? E’ forse privo di smalto dentale? Quindi siamo di fronte ad un altro bivio: a) o la masticazione delle foglie di coca non fa assolutamente male, o almeno non provoca palesi ed evidenti alterazioni psicologiche e comportamentali. Chávez mi sembra sia sempre di ottimo umore, ma serio nel momento del bisogno…e soprattutto iperattivo e molto diverso dalla descrizione che alcuni media ci hanno fatto del “fumatore d’oppio” nichilista ed annullato dalla droga b) o – seconda e ultima possibilità – non è vero che Chávez mastica foglie di coca pure o pasta di coca. Si tratta molto probabilmente di un surrogato decocainizzato. La stessa Coca Cola Company utilizza con tutta probabilità foglie di coca private del principio attivo della cocaina. Esistono prodotti commercializzati che sono a base di foglia di coca, ma sono privi del principio attivo. Lo stesso dicasi ad esempio per l’assenzio. Oggi il liquore a base di assenzio è trattato chimicamente in modo tale da eliminare alcuni residui cancerogeni e tossici che si sprigionavano nel procedimento di produzione della bevanda (che Baudelaire ingeriva quotidianamente e “visibilmente”). Quindi oggi dire “bevo assenzio” non significa quello che rappresentava per i poeti maledetti della fine del XIX secolo. E soprattutto è legale. Io però mi domando se tutte queste possibilità e reali connessioni siano state studiate o poste da colui che ha scritto il post, il giornalista Casto Ocando? Oppure chi ha copiato e tradotto il suo articolo lo ha fatto? Si è posto due domande? Dico questo perché ho l’impressione che i veri “drogati” da sensazionalismo siano proprio gli accusatori. Hanno letto “pasta de coca” e si sono subito drizzate la antenne. Certo è che il buon Hugo se le tiri sempre addosso con quel suo fare un po’ grossolano, anche verbalmente. Infatti non scrivo questo post né per incensarlo, né per costruirgli un simulacro: la mia è solo l’affermazione della verità, come si presenta nuda e cruda, senza falsificazioni. Leonardo da Vinci sosteneva che la verità è quella cosa che mette d’accordo i vari contendenti, che devono recedere i riconoscere l’ambiguità delle loro affermazioni o tesi. Ovviamente sarebbe inutile sperare in un dietro-front dell’Herald o del Corriere!
Riassumendo questa “mappazza” di post: E’ VERO (I media dicono la verità): - che Chávez ha detto ciò che i media hanno riportato; - che la cocaina provoca assuefazione ed è dannosa (nonostante Jagger sia ancora vivo!); - che la “pasta de coca” è un prodotto semi-raffinato derivante dalla foglia di coca ed è forse ancora più dannosa della cocaina pura, vista l’alta concentrazione di materiali chimici utilizzati per la lavorazione della materia prima; NON E’ VERO (I media mentono): - che la masticazione della coca e l’assunzione di cocaina abbiano gli stessi effetti in termini di “distruzione” fisica e di assuefazione; - che la “pasta de coca” a cui alludeva Chávez è il prodotto semi-raffinato (stadio intermedio della lavorazione della cocaina) per il semplice fatto che quella “pasta” non si può ingerire né masticare, ma solo fumare. L’ingerimento provocherebbe danni gravissimi alla salute in tempi molto rapidi; - che Chávez mastica coca ogni giorno perché non ha sviluppato la classica anemia dei masticatori e soprattutto perché ha ancora tutto lo smalto dentale. Esiste una concreta possibilità che si riferisse al consumo di prodotti naturali derivati dalla coca, ma sprovvisti del principio attivo; - che Morales sia un pusher, visto che si oppone alla trasformazione della foglia di coca in cocaina. Ecco, ho voluto fare un po’ di chiarezza tra il marasma della discarica mediatica che ci circonda. Lo so, scrivere queste 7 pagine di “word” è molto più difficile che accettare la “cena precotta” dell’Herald però ci sono domande che ci si deve porre. E questa ricerca sulle manipolazioni dei media è nata dalla mia ignoranza: ho letto la notizia che diceva “Chávez mastica pasta di coca”. Mi sono detto “cos’è la pasta di coca? Sono proprio un ignorante!”. Da quel “non sapere” ed ergo “informarsi, ricercare” è emersa una verità un po’ diversa da quella che ci propinavano.
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