Berneri Camillo

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associazione culturale Hop Frog - Salerno

Camillo Berneri Camillo Berneri (Lodi, 1897 - Barcellona, 5 maggio 1937), intellettuale, scrittore politico, esponente anarchico italiano. Chiamato alle armi ed escluso dall'Accademia di Modena per le sue idee, fu inviato al fronte nel 1918; quindi, ancora in servizio, venne confinato nell'isola di Pianosa in occasione dello sciopero generale del luglio 1919. Iniziava intanto con lo pseudonimo Camillo da Lodi la sua copiosa attività pubblicistica collaborando per anni a vari periodici libertari: da Umanità Nova a Pensiero e Volontà, da L'avvenire anarchico di Pisa a La Rivolta di Firenze e a Volontà di Ancona.Laureatosi in filosofia, insegnò tale materia per qualche tempo a Camerino. Pronta e decisa si manifestava la sua avversione al fascismo; dall'Umbria, in particolare, egli manteneva i contatti con gli antifascisti fiorentini diffondendo il battagliero giornaletto Non mollare. Molto intensa fu in quegli anni l'attività di Berneri nell'Unione Anarchica Italiana. Inaspritasi la dittatura fascista, Berneri dovette espatriare clandestinamente in Francia nel maggio 1926 e lo raggiunse poco dopo la moglie con le figlie. Scoppiata la guerra civile spagnola, Berneri fu tra i primi ad accorrere in Catalogna, centro dell'attività di massa libertaria esprimentesi nella Confederaciòn Nacional de Trabajo e qui si trovò a fianco di Carlo Rosselli con tanta parte dell'antifascismo italiano e internazionale. Furono gli ultimi mesi febbrili della sua vita: inadatto alle fatiche del fronte, si dedicò con entusiasmo all'opera formativa, al dibattito ideale e alle incombenze politiche pubblicando a Barcellona dal 9 ottobre 1936 un proprio periodico dal titolo Guerra di classe che sintetizzava la sua precisa interpretazione del conflitto in corso. In esso infatti Berneri, preoccupato per il crescente isolamento non tanto del legittimo governo repubblicano quanto delle più tipiche realizzazioni rivoluzionarie e libertarie conseguite in Catalogna, Aragona e altre regioni, si battè vigorosamente per la stretta connessione di guerra e rivoluzione ponendo agli antifascisti e ai suoi stessi compagni anarchici il dilemma: vittoria su Franco, grazie alla guerra rivoluzionaria, o disfatta. Tale la sostanza di numerosi suoi articoli e discorsi come della famosa Lettera aperta alla ministra anarchica della Sanità Federica Montseny che con altri tre anarchici era nel governo di Largo Caballero. Molteplici, seppure inascoltati, furono anche i suoi suggerimenti politici per colpire le basi operative del fascismo proclamando l'indipendenza del Marocco, coordinare gli sforzi militari, potenziare gradualmente la socializzazione. Fu dunque quella di Berneri una funzione singolarmente impegnata che lo espose ben presto alle feroci repressioni condotte dai comunisti ormai prevalsi dopo l'avvento del governo Negrìn: scomparvero così tragicamente, vittime dei massacri di massa, migliaia di combattenti antifascisti non comunisti e scomparve anche Berneri dopo essere stato arrestato con l'anarchico Barbieri durante la battaglia di Barcellona del maggio 1937. I cadaveri dei due eroici anarchici italiani furono ritrovati crivellati di proiettili.

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