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28 Sport Le osservazioni di un cittadino su quanto fatto e su quanto si dovrà ancora fare Sabato 31 maggio 2008

“Diritti acquisiti” a discapito di altri Il Regolamento urbanistico è poco chiaro e lascia molti dubbbi NON c’è giorno che passi senza che qualcuno intervenga sul Regolamento urbanistico adottato dall’amministrazione comunale del capoluogo. Anche questo è un segno dei tempi che cambiano. In passato, infatti, erano pochi quelli che si interessavano ai problemi della propria città. Quanto veniva deciso nei Palazzi veniva accettato con “muta rassegnazione”. Oggi, invece, si assiste a un’inversione di tendenza. E tra responsabili di associazioni, presidenti di comitati di quartiere o semplici cittadini non mancano i contributi. Contributi che dovrebbero servire, non come attacchi poDa qualche tempo è in atto un vivace dibattito apertosi a seguito dell’approvazione del Regolamento urbanistico di Potenza. Il “Quotidiano della Basilicata” ha dato ampio spazio ad interventi di cittadini, addetti ai lavori, associazioni oltre che al sindaco e all'assessore all’Urbanistica. (...). Prima di cominciare a parlare del Regolamento è utile fare una fotografia della città di oggi dal punto di vista urbanistico e per far ciò non si può fare a meno di affermare che Potenza si è sviluppata in maniera caotica come se un Piano regolatore non fosse mai esistito. Da più parti ci si lamenta della cementificazione selvaggia che ha interessato il capoluogo di regione, critiche sacrosante, e dei danni arrecati alla città e ai suoi abitanti. Sarebbe giustificabile il disastro arrecato con le costruzioni realizzate negli anni ‘70 (...) e l’aver costruito palazzi enormi intorno al cucuzzolo della città doveva essere un monito per non commettere altri errori. E invece no, la variante del Piano regolatore generale del 1989, spacciata come soluzione ai mali arrecati in precedenza, ha prodotto nuovi disastri. Macchia Romana e il Serpentone sono l’emblema di come non andava edificata la città. I danni di un’urbanizzazione selvaggia sono sotto gli occhi di tutti, palazzi uno sopra all’altro, mancanza di parcheggi, poche aree verdi attrezzate, pochissime strade costruite e poche opere di urbanizzazione realizzate. Potenza è una città dove si sono rilasciate licenze per costruire interi quartieri senza curarsi di costruire le strade, i marciapiedi e dotarla dei servizi indispensabili alla comunità. Nella “Zona G”, per esempio, il comparto in via di ultimazione in cui si è iniziato a costruire negli anni ‘80, ancora oggi nel 50 per cento del quartiere non sono presenti marciapiedi e manca la pubblica illuminazione in qualche

lemici nei confronti di tizio piuttosto che di caio, per far sì che, se un nuovo volto della città “s’ha da fare”, lo si faccia prendendo il meglio di quanto a vario titolo cittadini e associazioni vanno proponendo. L’incontro dello scorso 12 maggio tra associazioni di cittadini e amministrazione comunale è stato sì terreno di scontro tra le due “opposte” fazioni, ma è anche servito a innescare un dibattito a più voci su come riuscire a conciliare i punti “no” con i “si” previsti all’interno del nuovo Regolamento urbanistico targato Giuseppe Campos Venuti. Dibattito a cui non si è sotratto neanche il sindaco di Po-

Uno scorcio del capoluogo visto dall’alto

strada; Macchia Romana è servita da una strada che è un offesa chiamarla tale e dove i circa 8.000 abitanti sono privi di scuole, asili, farmacia, ufficio postale. Si sono realizzate case, mi riferisco a Macchia Giocoli, senza accertarsi della disponibilità dei suoli e qualche famiglia ha dovuto pagare due volte la casa, si lasciano costruire case in una zona, mi riferisco a via Appia nei pressi del ponte 9 luci, dove dovrebbero essere possibile costruire solo attività commerciali e direzionali. Una città dove l'abusivismo edilizio è molto praticato tant'è che le tante leggi di condono hanno sempre ingolfato gli uffici comunali. Una parte di città, quella più pregiata, in pianura, lungo le sponde dell’inquinatissimo Basento, è gestito non dal Comune ma dall’Asi e così l’area (...) è un agglomerato dove sono presenti attività artigianale, commerciali, direzionali nate senza una programmazione efficace e che si trova-

no a convivere con realtà non più compatibili con il contesto urbanistico, mi riferisco alla ferriera che si è venuta a trovare in una zona destinata ad insediamenti abitativi in virtù della trasformazione in atto a Bucaletto dove i prefabbricati stanno lasciando il posto a normali costruzioni. Ebbene in questo complesso di elementi che si è inserito il Regolamento urbanistico di recente approvato dal consiglio comunale, e proprio nell'imminenza dell’adozione del nuovo strumento urbanistico che nell’ultimo anno si sono rilasciate un numero incredibile di permessi di costruire con le regole del vigente Prg e Regolamento edilizio. (...). Basta fare un giro per la città per rendersi conto che mai nella storia di Potenza si sono costruiti tanti fabbricati contemporaneamente, centinaia di migliaia di metri cubi, migliaia di vani, tantissimi fabbricati a destinazione commerciale dire-

zionale. Molti di queste costruzioni aggraveranno i problemi di viabilità in punti strategici della città, come via Anzio, via del Gallitello, via del Basento, via Cavour, tutta Macchia Romana diventeranno delle trappole infernali per chi ci vive o per ci deve transitare. Altra anomalia è il cambio di volumetrie in occasione dell’abbattimento e ricostruzione di vecchi fabbricati. Succede in viale Marconi dove l’ex fabbricato Ricciuti nei pressi del Ponte Musmeci prima composto da piano terra e primo piano oggi diventa un fabbricato con pianta raddoppiata e di 6 piani; è successo nel piazzale della stazione centrale dove un vecchio stabile con tre o quattro abitazioni e un paio di attività commerciali diventa un enorme fabbricato con abitazioni, uffici, negozi, sta succedendo nel bel mezzo dello svincolo del Ponte Musmeci dove il vecchio fabbricato Perretti stanno diventando due torri

tenza, Vito Santarsiero, che ha dato tutta la sua disponibilità a trovare un percorso comune che vada incontro, sempre tenendo conto di quello che è il bene della cittadinanza, alle istanze, purché valide, di tutti. Quindi il Regolamento urbanistico non dovrebbe essere letto come una sorta di documento dogmatico non suscettibile di migliorie, nei casi in cui ce ne fosse necessità. Di seguito oggi pubblichiamo i punti salienti di un lunghissimo intervento pervenutoci da un cittadino. Per andare avanti e migliorare quello che poi è patrimonio di tutti, la cosa migliore è sempre il confronto. al.g. gemelle, hanno tentato di fare la stessa cosa a Portasalza dove la vecchia Stazione di Posta si è trasformata in un fabbricato di volumetria doppia o tripla, ma qui almeno l’insano progetto è strato bloccato. C’è, in sostanza, la ripetizione del miracolo evangelico della moltiplicazione non dei pani e dei pesci ma alle volumetrie dei fabbricati. (...) Si potevano evitare queste anomalie, con varianti mirate al Prg. Ma qui entra in gioco una specie di spada di Damocle a cui è stato dato il nome di “diritti acquisiti”. E qui la mia ignoranza tecnica - giuridica richiede spiegazioni. Che vuol dire questo assunto? Chi ha “creato” questi diritti? Perché sono stati “concessi” considerato l’evidente danno che ne deriva alla comunità potentina? Non si può mortificare il diritto della collettività,“accordando” diritti acquisiti. (...). Per carità lungi da me l’idea di sparare addosso agli imprenditori edili o negare la necessità di costruire case per le esigenze della popolazione, a Potenza c’è ancora fame di case ed è giusto costruirle ma si doveva (e lo si deve ancor di più nel nuovo Regolamento) tenere conto della vivibilità di questa città, dove, fra l’altro, nonostante la messa sul mercato di tante nuove costruzioni, il prezzo delle case non accenna a diminuire (...). (...) Parlare del nuovo Regolamento urbanistico non è facile, il cittadino normale, che vuol capire cosa prevedono le norme di tale strumento, non ci si raccapezza. Io ce l’ho messa tutta, ho letto, senza capirci gran che, tutto ciò che è stato pubblicato sul sito del Comune, ho partecipato all’assemblea pubblica indetta dalle associazioni, (...) ho letto il fiume di parole (...) ma, sinceramente, le poche certezze che mi ero costruito vengono demolite dall’incomprensibilità della materia. Come si trasformerà questa città già

“rovinata” da precedenti scelte urbanistiche? Io non l’ho capito e come me non lo hanno capito in tanti concittadini. Non è servito l’aver avuto l'accesso alla copiosa documentazione sul web, non sono servite a far chiarezza le assemblee organizzate per presentare il Regolamento, anche se proprio dal confronto con gli abitanti delle contrade si è raggiunto un compromesso che soddisfa il mondo rurale tant'è che tutto ciò che concerne le zone extra urbane non sono oggetto di contese. Dalla lettura delle carte non c’è identità di vedute per ciò che concerne le aree da destinare a verde pubblico. Si assegna un ruolo fondamentale in questa ottica al vallone di Santa Lucia (...) ma più di qualcuno fa notare che proprio in queste aree si costruirà un grande parcheggio a servizio del Ponte attrezzato e, cosa ancora più devastante, all'incrocio fra via Roma e viale dell’Unicef si realizzeranno non meno di 30.000 metri cubi. (...). E’ conciliabile tutto questo cemento con la classificazione di Parco urbano in quell’area? Non si legge nelle pieghe del Regolamento come sarà il futuro Parco fluviale del Basento (...). Mi sembra logico che un Parco degno di questo nome deve utilizzare tutti gli spazi oggi occupati dai capannoni della ex Cip Zoo. (...). Ma proprio sull’area ex Cip Zoo, oggetto del desiderio di mastodontiche speculazioni edilizie, non ci sono elementi di chiarezza. Non ho letto dove dovrebbe essere costruito il terminal dei Bus interurbani. (...). Non ho capito se il Regolamento ha individuato un’area per gli spettacoli itineranti (...). Nella speranza che si possa fare chiarezza sul futuro urbanistico della città di Potenza (...) spero che il civile confronto possa proseguire nell'interesse della città e dei cittadini. Antonio Nicastro

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