Articolo Vicenza Di Gusto

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IL GIORNALE DI VICENZA Domenica 15 Marzo 2009

VicenzadiGusto a cura di Antonio Di Lorenzo [email protected]

PRIMAVERA DA ISETTA Giovedì 26 “da Isetta” a Grancona inizia il ciclo de “Le Buone tavole dei Berici” sul tema: “I piatti territoriali di primavera della festa”

n. 319

VILLA DI BODO Martedì 24 a Sarcedo degustazione dei grandi vini di Borgogna: Còte de Beaune, verticale Pommard Grand Clos des Epénots Grand cru.

L’INTERVISTA. PARLAILPADRE DELLASONDA“PHOENIX”,L’INGEGNEREBARRY GOLDSTEIN DELLANASA, CHE GIOVEDì SARÀ A BASSANOINVITATO DAI RISTORATORIDEL GRAPPA

«Asparagisu Marte?Pensiamoci...» «Il terreno alcalino e la presenza di acqua nel sottosuolo potrebbero creare le condizioni per una serra» Carlo Barbieri Ad aprire la rassegna bassanese “Asparagi e Vespaiolo” alle Bolle di Nardini, giovedì prossimo, su invito dei ristoratori di Bassano ci sarà lui, uno dei massimi esperti in navigazione interplanetaria. È l’ingegnere - manager della Nasa, Barry Goldstein, laureato nel 1981 all’università del Colorado, il “papà” della sonda “Phoenix”, costruita dal Jet Propulsion Laboratory di Pasadena e inviata dalla Nasa su Marte. È stata proprio “Phoenix” a sbalordire con i dati inviati al controllo della missione: la presenza dell’acqua nel sottosuolo e le caratteristiche sbalorditive del

«Èsolouna speculazione,ma unastruttura artificialeperfare crescerevegetali èun’ipotesi» «Potrebbeessere unobiettivo raggiungibile infuturo,vistii risultatiforniti daPhoenix”

terreno marziano, tanto da far dire agli scienziati della Nasa che sul Pianeta Rosso potrebbero crescere gli asparagi. Di qui l’idea venuta a Bassano di invitare l’esponente dell’Agenzia spaziale statunitense.

Ingegner Goldstein, il 19 marzo leisaràaBassanoperinaugurarela stagionedegliasparagi.Ha mai avuto modo di assaggiarli?

«Francamente no, ma a dir la verità non vedo davvero l’ora di farlo la prossima settimana da voi, a Bassano».

ComemaidagliStatiUnitihaaccettato l’invito del gruppo dei RistoratoridiBassanoadinagurare la rassegna enogastronomica “Asparagi e Vespaiolo” e con essa ufficialmente la stagione dell’asparago di Bassano?

Undisegnodellasonda PhoenixdellaNasa cheè atterrata suMarte

«E come potevo rifiutare un invito simile? Così avrò l’opportunità di visitare l’Italia, luogo così ricco di storia, un Paese bellissimo. Non è un’occasione che capita tutti i giorni».

Alla Nasa hanno detto che su Marte potrebbero crescere gli asparagi. Una battuta, d’accordo,maqualisonolecaratteristiche del suolo del Pianeta Rosso individuate dalla sonda Pohenix?

«È accaduto così. Uno degli strumenti scientifici per la misurazione dell’acidità del suolo rilevò che il ph aveva un valore pari a 8. Uno dei componenti del nostro gruppo scientifico

L’ingegnereBarryGoldstein dellaNasa:daPasadena, inCalifornia, dove lavora,arriverà aBassano si pose una domanda, e cioè che cosa potesse crescere bene in un suolo con quel ph, ed egli correttamente disse “gli asparagi”. Questo è ciò che ha condotto a questo fantastico e inatteso invito».

Si può pensare di modificare l’atmosfera di Marte? State pensando di sperimentare forme di vita vegetale che possano colonizzare il suolo marziano? «Sarebbe una speculazione

scientifica da parte mia, comunque potrebbe essere proprio un obiettivo raggiungibile. Il programma più probabile sarebbe di costruire una struttura artificiale per creare un habitat idoneo per far cre-

Traqualchedecennioavremo asparagi marziano-bassanesi? scere vegetali».

A che punto è l’esplorazione di Marte?

«Se si riferisce al prossimo passo nell’esplorazione di Marte le dico che stiamo progettan-

do un lancio di un nuovo rover con obiettivi ad ampio spettro che potrà effettuare numerosi esperimenti e analisi chiamato “The Mars Science Laboratory”. Il lancio è previsto per il 2011».f

ILPRODOTTO. UNACENAVENERDÌ20 “DA ROBERTO”AMAGLIO DISOPRAA BASE DEI PRODOTTI CASEARI DEL TERRITORIO

ILCORSO. L’ONAVARTEFICE DI INIZIATIVE

Altissimo,formaggio dasecoli

«Miglioriamo lacultura del bere nelVicentino»

Il caseificio è attivo dal 1884. Il gusto della montagna si rivela in pienezza Giancarlo Brunori Un formaggio realizzato solo con latte crudo, lavorato entro 24 ore dalla mungitura proveniente dal territorio della Comunità Montana AgnoChiampo. Ma anche l’unico della zona autorizzato a potersi fregiare della definizione di “Formaggio di montagna” essendo i pascoli, le aziende agricole e il caseificio situati a un’altitudine superiore ai 600 metri. Arriva a una stagionatura massima di due anni, il formaggio realizzato ad Altissimo con il lavoro di 14 allevatori e casari soci, che riescono a rendere disponibili 40 quintali di latte al giorno, per produrre una media di 40 forme giornaliere, ciascuna del peso di 8-12 chili e del diametro di 32-37 centimetri. La sua caratteristica principale? Poiché la produzione parte da latte crudo e non pastorizzato, il formaggio garantisce la migliore espressione degli aromi e sapori del territorio da cui proviene. «Una produzione di nicchia e di qualità, che ha già ottenuto la De.Co. (Denominazione Comunale ideata da Gino Veronelli, riconosciuta a livello italiano con adesione di 15 Comuni nel Vicentino) e che deriva da una rigorosa scel-

Loretta Simoni

Iprodotti dello storicocaseificio di Altissimo hannoottenutola “De.Co.”. FOTO DI PIERO STELLA BREGANZE

Maria Chemello con i formaggi delcaseificiodi Altissimo

ta delle stalle, presenti solo nella zona dalla Valle dell’Agno ad Altissimo, fino a Nogarole Crespadoro, a eccezione dei due soci di Selva di Progno nel confinante territorio veronese», spiega Agostino Dal Cappello, vice presidente del caseificio. Pochi ma ricercati, i formaggi lavorati artigianalmente dai casari, con attività che prosegue da 125 anni: era il 1884, quando fu fondato il caseificio ormai coinvolto, a pieno titolo, in appuntamenti gastronomici, proposti anche dal Consorzio Valle d’Agno, che promuove la qualità certificata ed

mezzanello dolce (4 mesi) al burro fuso e pisacàn di Castelvecchio. Come piatto di mezzo sarà proposta una fonduta di mezzano (6 mesi) con scorzone e crostini, per poi passare ad una selezione di “Formaggi di montagna” con varie stagionature fino allo stravecchio (24 mesi), abbinati alle mostarde. Doppio dessert con un matrimonio gastronomico tra cucina vicentina e cucina sarda (terra d’origine del cuoco Farris): tortino alla fioretta e seadìnas (fagottini di sfoglia fritti) alla ricotta di Altissimo, con miele di corbezzolo. f

esclusiva della zona, e dall’Organizzazione nazionale assaggiatori di formaggi, il cui delegato di Vicenza è il valdagnese Emilio Nizzero. «Per la ricotta, le caciotte, la fioretta, la punina, il burro ed il formaggio che ha una stagionatura minima di due mesi e massima di due anni - conferma Dal Cappello - viene utilizzato il latte di mucche di razze frisona, rendena, burlina e bruna alpina». «Il formaggio è solo d’allevo: nel periodo estivo le mucche si nutrono al pascolo, mentre in inverno vengono alimentate con foraggio dei prati del nostro territorio e senza mangi-

mi conservati in silo». L’occasione per una degustazione guidata dei formaggi dello storico caseificio di Altissimo sarà la cena prevista a Valdagno venerdì 20 al ristorante “Da Roberto” a Maglio di Sopra, con menu tipico della tradizione realizzato dal cuoco Giovanni Farris. L’appuntamento, presentato dai ristoratori Emy e Roberto Dal Mas, prevede un antipasto composto da bigné alla crema di formaggio dolce (stagionatura 2 mesi), caciotta impanata nonchè ricotta alla salsa di noci. Primo piatto, invece, dedicato ai ravioli al ripieno di

Divulgazione, formazione, confronto: sono queste le tre pietre miliari attorno alle quali ruota l’attività dell’Onav (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vini), sodalizio nato ad Asti nel 1951 e che ha ottenuto il riconoscimento giuridico nel 1981. Con più di cinquanta sezioni provinciali sparse nel territorio nazionale e oltre tredicimila soci, l’Onav è una realtà di riferimento in ambito enologico. A Vicenza vi è una sezione particolarmente attiva, che vede il produttore di Costozza Andrea Mattiello, nelle vesti di delegato provinciale. «Le finalità dell’Onav - spiega consistono nel promuovere iniziative per far conoscere l’importanza dell’arte dell’assaggio, che necessita, oltre a doti naturali, anche di una specifica preparazione tecnica. La diffusione della cultura del vino (il cui consumo, di questi tempi, è stato irragionevolmente demonizzato per colpa di stereotipi negativi) può contribuire anche al diffondersi di un approccio consapevole. D’altro canto, le nostre zone, tradizionalmente forti nel settore vinicolo, mancano di una vera e propria cultura della degustazione “professionale”. Il

AndreaMattiello, delegatoOnav nostro obiettivo è dunque proprio quello di focalizzare l’attenzione sul piacere dell’assaggio del vino, sia per favorire il giusto approccio da parte degli appassionati, sia per stimolare produttori ed enti a proseguire nella strada dell’eccellenza e del continuo miglioramento.» Il corso per diventare “assaggiatori di vino” è articolato in 18 lezioni (sempre di giovedì, alle 20.30 con un primo ciclo fino a metà giugno e un secondo ciclo da ottobre a dicembre), e si concluderà con un esame finale il 3 dicembre. Gli argomenti spaziano dai vari tipi di vinificazione, alla legislazione; dall’analisi sensoriale al valore alimentare del vino. Ma nel corso dell’anno l’associazione proporrà anche una gita nelle terre del Chianti il 18 e 19 aprile, e diverse serate di degustazione. f

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