Aristotele 2.La critica alle dottrine platoniche delle idee e dei principi primi La dottrina delle categorie: sostanza ed accidente. Esistono quattro diversi tipi di predicazione: • La definizione: (es: l’uomo è un animale razionale) composta da genere, un gruppo più ampio in cui rientra che il soggetto (animale) ed una differenza specifica (razionale). C’è perfetta identità, le due espressioni sono interscambiabili. La definizione è un “discorso che esprime l’essenza”. • Il genere: (es. l’uomo è un animale): Come già detto è un concetto più ampio nel quale rientra il soggetto ma che non si esaurisce con il soggetto (non tutti gli animali sono uomini). • Il proprio: (es. quell’ uomo è un grammatico) un concetto che non esprime l’essenza di un soggetto, ma può appartenere univocamente a quella differenza specifica (solo l’uomo sa leggere e scrivere). • L’accidente: (es. quell’uomo è bianco) il predicato (bianco) è associato al soggetto (uomo) per accidente, appunto; può anche non appartenere ad un determinato soggetto, ma gli capita. Alcuni termini possono fungere sia da soggetto che da predicato come quelli che indicano un genere esteso: uomo, animale, etc (es. l’animale è un essere vivente | un uccello è un animale: prima soggetto poi predicato); altri termini invece possono essere usati solo come soggetto: è il caso dei nomi che indicano gli individui, ossia i nomi propri (Individuo: indivisibile, non ci sono (molti) casi particolari di Socrate mentre ce ne sono tanti di uomo). Le sostanze prime sono gli individui poiché da essi discendono senza le quali non esistono i generi, le specie, i propri e gli accidenti che sono sostanze seconde, riassunte poi nel termine “accidente” (senza individui umani non esiste la specie “uomo” ne il proprio “grammatico” ne l’accidente “bianco” (nel senso in cui si dice degli uomini). Categorie dei termini (ognuna delle quali ha un genere ampio ed una specie particolare => Qualità: colore bianco): sostanza, qualità, quantità, parentela, dove, quando, stare, avere, fare, patire. Le sostanze prime esistono indipendentemente da tutto, mentre l’accidente esiste in dipendenza da queste. Le sostanze prime non ha contrario (non esiste il contrario di Socrate mentre per “bianco” c’è “nero”) ne sono ammesse gradazioni (non si può essere più o meno Socrate); tuttavia possono accogliere in se i contrari delle sostanze seconde (prima bianco poi nero). La critica alla dottrina delle idee: Se le idee sono separate dalla cose dovrebbero essere sostanze prime, ma hanno in loro il concetto di universalità che è proprio delle sostanze seconde; queste non possono essere slegate dalla sostanza prima che sono gli individui. Si ha dunque una contraddizione (Ti piace vincere facile? Impegnativo smontare gli altri secondo criteri di nostra invenzione…). Inoltre le idee non sono in alcun modo utili a spiegare il mondo sensibile. La critica alla dottrina dei principi Aristotele critica la riduzione delle idee a numeri operata da Platone successivamente, non ha senso infatti ipotizzare dei numeri diversi da quelli matematici e quelli matematici sono solo quantità e non possono esistere senza una sostanza prima. Inoltre i numeri non sarebbero in grado di spiegare tutti gli aspetti della realtà di cui non sono “causa” in nessun senso. La critica continua attaccando i concetti di principi dell’Uno e della Diade indefinita, infatti questi sono due principi opposti che esprimono quantità, due caratteristiche dell’accidente e non della sostanza prima; è necessario pertanto ammettere un terzo principio che funga da sostrato nel quale i due contrari possano susseguirsi; inoltre è necessario moltiplicare i principi per il numero dei generi degli enti esistenti (animale, pianta, etc…).
3.La Logica La teoria del concetto: E’ una scienza che scompone il pensiero nei suoi elementi ed è lo strumento delle altre scienze (le opere di Logica aristoteliche sono raccolte nell’Organon). I concetti hanno due caratteristiche:
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Estensione: la valenza universale di un concetto, la capacità di abbracciare in se altri concetti minori (animale è un concetto molto esteso). • Comprensione: determinatezza, capacità di distinguersi da altri concetti. Va da se che tanto più è grande l’estensione minore sarà la comprensione. Ad esempio un genere ha maggio estensione di una sua specie ma minore distinzione in dettagli, comprensione. I generi che hanno massima estensione e minima comprensione sono le categorie, quelli per che hanno massima comprensione e minima estensione sono invece le specie infime, cioè quelle che non comprendono sottospecie (uomo, cavallo, ulivo, etc…). Si aggiunga infine che i concetti non hanno valore di verità o falsità. La teoria del giudizio: La proposizioni sono l’unione di nomi e verbi, sono vere se uniscono o dividono termini realmente uniti o divisi sono false se si verifica il contrario, queste sono dette discorsi apofantici (es. di proposizione falsa: l’uomo -nome- vola -verbo-). Esistono comunque proposizioni ne vere ne false come le preghiere i comandi e le domande (discorsi semantici). Due giudizi –proposizioni- che hanno stesso soggetto, stesso predicato e qualità opposta (cioè positiva o negativa) danno luogo ad una contraddizione e non possono coesistere allo stesso tempo (principio di non contraddizione). La verità risiede in una delle due opzioni e non ve n’è una terza (principio del terzo escluso). I giudizio sono poi universali, particolari o individuali, ogni uomo, qualche uomo, Socrate. Quelli universali opposi si dicono contrari perché possono essere entrambi falsi (“ogni uomo è bianco” e “nessun uomo è bianco”), quindi non danno luogo a contraddizione; quelli opposti particolari sono ne contraddittori ne contrari perché possono essere entrambi veri. I giudizi universali positivi entrano in contraddizione con quelli particolari negativi con stesso nome e verbo (“tutti gli uomini sono belli” e “qualche uomo non è bello”). In questo contesto le confutazioni hanno la funzione di dimostrazioni vere e proprie. Altre caratteristiche dei giudizi sono: • Possibilità: ciò che non è ma può essere (il tempo potrebbe peggiorare); • Contingenza: ciò che è ma può non essere (è contingente che il tempo sia bello); • Impossibilità: ciò che non è e non può essere (il cerchio non può essere quadrato); • Necessità: ciò che è e non può non essere (è necessario che due più due faccia quattro). La teoria del ragionamento: i ragionamenti sono concatenazioni di più giudizi, il ragionamento perfetto è il sillogismo, ossia l’unione di tre giudizi. Nel sillogismo abbiamo due premesse ed una conclusione che è necessaria; la veridicità della conclusione dipende da quella delle premesse, se le premesse sono corrette e non contengono termini medi (quelli che si ripetono) bivalenti la conclusione è necessariamente vera. La conclusione sarà formata dai termini estremi, quelli uniti dal termine medio (es. “ogni uomo è mortale”+ “Socrate è un uomo”= “Socrate è mortale”). Il sillogismo non funziona se il termine medio è equivoco: “mia nonna ha quattro denti”+ “le forchette hanno quattro denti”= “mia nonna è una forchetta”; com’è intuibile mia nonna non né una forchetta. Il sillogismo è una deduzione perché va da giudizi universali ad un giudizio particolare; non permette di acquisire nuove conoscenze, solo di dimostrare. Ragionamenti deduttivi legati al sillogismo sono: la riduzione all’assurdo, la confutazione (non mi spreco a spiegarli!). Esiste poi il ragionamento induttivo che va da giudizi particolari ad uno universale, per esempio: “il gatto e la tigre sono felini”+ “il gatto e la tigre hanno riflessi pronti”= “i felini hanno riflessi pronti”; non è infallibile come il sillogismo deduttivo, ma permette, entro i suoi limiti, di acquisire nuove conoscenze.
La teoria della dimostrazione: Gli assiomi sono proposizioni che hanno la stessa dignità delle dimostrazioni poiché evidenti (come il principio di non contraddizione ed io principio del terzo escluso). Secondo Aristotele è possibile come già visto comprendere l’universale attraverso il particolare, questo processo avviene dopo aver acquistato esperienza di un determinato aspetto del mondo sensibile; infatti attraverso l’intelletto, il nous, legato all’esperienza si è in grado di formulare giudizi veri sulla specie od il genere di appartenenza dell’oggetto esaminato, quindi sull’universale, questo processo prende il nome di induzione lo stesso utilizzato per il ragionamento precedentemente descritto. Dunque il nous comprende verità dal mondo sensibile e seppur queste rimangono indimostrabili queste sono considerate vere perché risultato di esperienza. Questo nuovo concetto stravolge completamente la visione platonica in cui la relatà sensibile non svelava informazione sul mondo delle idee.