L’APOSTOLO ALLA DESTRA DI CRISTO Una ricerca storico-archeologica sulla tappa di Paolo a Siracusa mette in luce i frutti di fede e di devozione lasciati dal passaggio dell'Apostolo. In un suo libro del 1520 lo storico Ludovico Cristofaro Scobar (spagnolo, canonico della cattedrale di Siracusa), racconta che il vescovo Germano «fece edificare una chiesa dedicandola ai santi Paolo e Pietro». L'attuale chiesa di San Paolo in Siracusa, ubicata accanto ai ruderi del tempio di Apollo e ricostruita dopo il terremoto del 1693, è un monumento che testimonia un'antichissima tradizione di fede circa la sosta e l'attività di Paolo nell'Isola. E tuttora aperta la discussione sul primato cronologico della evangelizzazione cristiana da parte di Pietro o di Paolo. È sostenuto da sempre il titolo di "chiesa petrina" riferito alla città siciliana, a motivo del martirio ivi subito dal primo vescovo di Siracusa, san Marciano, ritenuto discepolo di Pietro ed evangelizzatore della Magna Grecia. Ma la chiesa siracusana ama chiamarsi anche "paolina" a motivo della presenza e della presumibile (seppur breve) azione pastorale di Paolo, testimoniata dal libro degli Atti (At 28,12), dove si narra la sosta in Sicilia dopo il naufragio a Malta, durante il fortunoso viaggio dell'Apostolo dalla Palestina a Roma.
Paolo a destra di Cristo
Paolo alla destra di Cristo, affresco nelle catacombe di San Giovanni a Siracusa.
carnazione non furono concesse a nessun altro mortale... L'apostolo infatti ebbe per maestro Gesù, che lo istruì nei misteri della fede e, a differenza degli altri apostoli, non fu sottoposto all'insegnamento di nessuno, eccellendo su tutti per la profondità della sua sapienza. Lo riconosce lo stesso Pietro quando scrive: "...anche il nostro fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose difficili da comprendere, e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre scritture, per la propria rovina" (2Pt 3,15).
La Fonte della vita etema - continua Pier Damiani - immerse come in un torrente profondo il Vaso d'elezione e lo riempì della sua sapienza. E ciò che per gli altri apostoli avvenne gradatamente, in un lungo spazio di tempo, per Paolo si compì con un solo sprazzo di luce. E ciò che il Signore insegnò a Pietro durante la sua vita mortale, attraverso molte esemplificazioni e ragionamenti, Paolo intuì istantaneamente nella luce della Maestà divina». Il più illustre dei commentatori ed il più fervido lettore delle lettere di Paolo, Giovanni Crisostomo, scrisse: «L'avvenire non vedrà più un altro Paolo». Benedetto XVI, donandoci le bellissime catechesi su Paolo, fra l'altro disse: «Paolo brilla come stella di prima grandezza nella storia della Chiesa e non solo di quella delle origini...; altri lo hanno chiamato "il tredicesimo Apostolo", e realmente egli insiste molto di essere un vero "apostolo" essendo stato chiamato dal Risorto, o addirittura "il primo dopo l'Unico"». I nostri padri videro Paolo e lo ascoltarono, quale arcobaleno di salvezza e araldo delle supreme speranze. Fino alla fine dei secoli, Paolo, il buon soldato di Cristo, notte e giorno non cessa di correre per le strade del mondo, per rafforzare nel cuore dei forti il coraggio, per riunire i feriti e i deboli, per rianimare tutti per quel combattimento nel quale è impossibile essere sconfitti. L'araldo di Cristo dice a tutti noi pa role umili, di angelica dolcezza; canta il regno dell'amore e della pace, e an cora a noi, come ai nostri padri, dice: «Vi prego dunque: diventate miei imi tatori!... miei imitatori, come io lo so no di Cristo», perché «sono stato croci fisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Fi glio di Dio, che mi ha amato e ha con segnato sé stesso per me». □
E qui si pone un interessante confronto fra i due "principi degli apostoli". Nel documento dello Scobar, il nome di Paolo precede quello di Pietro, e nelle pitture delle nostre catacombe, Paolo è collocato a destra di Cristo. Ciò non è un fatto casuale: ha una sua precisa motivazione. S. Pier Damiani, a suo tempo, si pose la domanda dopo aver visto nelle catacombe di Roma e della provincia romana pitture simili a quelle delle catacombe siracusane.
Perché Pietro, che è il capo degli apostoli, - si domandava il Damiani è raffigurato a sinistra di Cristo, mentre Paolo, che gli è inferiore, a destra? In una lettera conservataci nella Patrologia latina, S. Pier Damiani diede una precisa risposta: «Il Salvatore del mondo concesse a Paolo grazie così singolari che dopo l'in-
■ Pietro apprese dal Verbo, i Paolo intuì nella Luce
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