4a_struttura Mercati

  • December 2019
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Struttura dei mercati dell’energia Parte 1

Economia dei servizi e delle reti Elena Fumagalli [email protected]

Struttura condotta performance 

Struttura di mercato: insieme degli elementi che le imprese assumono come dati nella formulazione delle proprie strategie (condotte) 





Decisioni assunte con obiettivi di massimizzazione dei profitti, all’interno delle opportunità e dei vincoli offerti dal mercato

Es: presenza di un regolatore che determina le regole per gli investimenti, i prezzi, la qualità Es: la struttura in un mercato libero determina la forma e la forza della competizione tra le imprese già presenti (competizione di breve periodo) /facilità o ostacola l’ingresso di nuove imprese (e quindi la competizione di lungo periodo)

ESR – E. Fumagalli

2

1

Struttura condotta performance 

Condotta di un’impresa 

Comportamento breve periodo, azioni operative 







comportamenti in termini di prezzi e qualità del prodotto

Comportamenti lungo periodo, azioni strategiche investimenti in impianti o in ricerca, mercati di prodotto e geografici in cui operare, organizzazione

Le condotte di un’impresa ne determinano le performance 



Redditività (ma anche: crescita fatturato, investimenti) … naturalmente a parità di struttura di mercato, condotte e performance dipendono anche da 

Performance

risorse e capacità organizzative, tecnologiche, commerciali, finanziarie dell’impresa

ESR – E. Fumagalli

3

Struttura condotta performance 



I comportamenti di un’impresa si basano in misura importante sulla struttura del mercato in cui sono presenti o in cui pensano di entrare Per comprendere le strategie di impresa occorre svolgere un’analisi della struttura del mercato, ovvero analizzare 





quali sono gli aspetti strutturali, non contingenti, di tali mercati (elementi della struttura di mercato) da cosa dipende la loro presenza (determinanti della struttura di mercato) e la forza con cui essi agiscono sulle imprese

Lo stesso vale per determinare le politiche pubbliche per i mercati

ESR – E. Fumagalli

4

2

Struttura mercati energia Oggetto di questa parte del corso





principali elementi della struttura  



dei mercati intermedi e dei mercati finali … … nell’energia elettrica e nel gas naturale

loro determinanti 

costi di impresa 



rappresentazione economica delle possibilità tecnologiche, produttive, organizzative delle imprese

domanda di mercato 

rappresentazione economica delle preferenze consumatori e clienti industriali

ESR – E. Fumagalli

5

Struttura mercati energia: elementi e determinanti 1.

Concentrazione dell’industria. Numero piccolo imprese oppure tante imprese ma una o più di grandi dimensioni rispetto alla dimensione totale del mercato 

2.

Determinanti principali: economie di scala (costi impresa).

Barriere all’ingresso e all’uscita. Vantaggi imprese presenti nei confronti delle imprese potenziali entranti; costi aggiuntivi e specifici per uscire dal mercato 

3.

Determinanti principali: economie di scala, economie di apprendimento, e costi irrecuperabili (costi impresa).

Regolazione mercato. Autorità condiziona scelte impresa (prezzi, qualità e investimenti) 

4.

Determinanti principali: monopolio naturale, costi irrecuperabili (costi impresa); bassa elasticità domanda al prezzo (domanda mercato).

Complementarità con altri settori. Processi produzione o organizzazioni dei due settori o condividono risorse o scambiano stabilmente prodotti e servizi 

Determinanti principali: economie di multi-prodotto (costi impresa).

ESR – E. Fumagalli

6

3

Struttura mercati energia: elementi e determinanti

ESR – E. Fumagalli

7

Indice 

 

Struttura di mercato: introduzione Analisi dei costi di impresa: generalità Analisi dei costi di impresa nei settori dell’energia     

 

Economie di scala Monopolio naturale Investimenti irrecuperabili Economie di multi-prodotto Economie di apprendimento (esercitazioni)

Analisi della domanda di mercato: generalità Analisi della domanda di mercato nei settori dell’energia 

ESR – E. Fumagalli

Elasticità al prezzo e altre proprietà

8

4

Struttura mercati energia

Analisi costi impresa: generalità  

 Costi totali Risorse variabili, fisse, set-up Costo marginale, costo medio

ESR – E. Fumagalli

9

Costi totali impresa Costo totale

 

Misura il valore economico delle risorse utilizzate da un'impresa per sviluppare produrre e vendere i propri prodotti  



Ricavi: misura risorse generate e vendute dall'impresa Differenza: profitto o utile, valore differenziale che remunera i proprietari (azionisti)

Risorse: 



Fattori produttivi operativi: costo del lavoro, costo materiali e servizi, ammortamenti di immobilizzazioni materiali e immateriali, amministrazione, formazione, R&D, … Risorse finanziarie: oneri finanziari (pagamento interessi) e utile “minimo” (necessario assicurare remunerazione minima azionisti) 

ESR – E. Fumagalli

Remunerazione del capitale investito è inserita nei costi totali

10

5

Costi totali impresa Funzione costo totale



CT=CT(q) con q≥0, quantità; CT’ ≥0 

La relazione è modificata da fattori diversi: 

Prezzi unitari dei fattori produttivi, w 

Salari (lavoro), prezzi materiali e servizi, tassi interesse (capitale di debito)..



Progresso tecnico, T: CT=CT(q,T), ∂CT/ ∂T≤0



CT=CT(q,T,w), ∂CT/ ∂wi≥0

ESR – E. Fumagalli

11

Costi totali impresa 

Funzione costo totale 

La relazione è biunivoca perché esprime una relazione di efficienza

ESR – E. Fumagalli

12

6

Risorse variabili, fisse, set-up 

Al variare delle esigenze dei consumatori, della regolamentazione, della tipologia di concorrenti, il management prende decisoni rigurdanti i volumi produttivi, il mix dei prodotti, la capacità installata, teconologie di produzione i mercati geografici,…



Solo alcune tra le risorse di impresa possono essere mobilitate immediatamente, mentre altre richiedono una maggiore quantità di tempo  

Risorse variabili Risorse fisse

ESR – E. Fumagalli

13

Risorse variabili, fisse, set-up Risorse variabili

 

Risorse che possono essere immediatamente “aggiustate” per aumentare o diminuire la quantità prodotta  

Materie prime, materiali e servizi In misura inferiore (regolazione mercato lavoro), lavoro

Risorse fisse

 

Risorse che possono essere modificate solo nel lungo periodo  



Stabilimenti, reti, impianti, programma di R&D …

Breve v. lungo periodo: distinzione convenzionale; l’impresa opera nel breve periodo quando è vincolata nel livello di alcune risorse

ESR – E. Fumagalli

14

7

Risorse variabili, fisse, set-up Risorse di set-up, o “indivisibili”



Risorse necessarie per entrare nel mercato Risorse fisse ma non variano neppure nel lungo periodo perché insensibili alla dimensione di impresa

 

Autorizzazioni e licenza per erogare un servizio Alcune opere civili Apparati di rete (sistema informativo preposto al controllo della rete, squadre addette alla manutenzione e alla sicurezza della rete) Concessione per il diritto ad erogare il servizio

  



Passaggio dal breve al lungo: diventano variabili solo una parte delle risorse fisse (dipende dall’industria)



Nelle decisioni di ingresso e uscita sono particolarmente rilevanti

100% risorse impresa



ESR – E. Fumagalli

Risorse variabili Risorse variabili Risorse fisse Risorse indivisibili

Breve periodo

Risorse indivisibili

Lungo periodo 15

Risorse variabili, fisse, set-up Costi variabili e costi fissi

 



La funzione di costo è diversa tra breve e lungo periodo Breve periodo: CTB=CFB+CVB(q)



Lungo periodo:

 





CTL=CFL+CVL(q)

CFB> CFL>0, con CFL costi di set-up Inoltre CTB(q) ≥CTL(q), ∀q 

ESR – E. Fumagalli

Nel breve periodo in genere costi più elevati per produrre la stessa quantità perché non posso combinare “al meglio” tutti i fattori produttivi 16

8

Costi marginali e medi Costo marginale

 

costo di un'unità aggiuntiva di prodotto incremento nei costi totali per produrre un'unità in più MC, marginal cost

 

MC= MC(q)=

"CT (q) "CV (q) = "q "q



Non tutte le unità presentano lo stesso MC Nel breve, al crescere della quantità i costi marginali crescono (nel lungo esiste possibilità di installare ulteriore capacità produttiva)



Fondamentale per capire quanto produrre



!

Tutte le unità con costi marginali inferiori al prezzo …



 



Prezzo: ricavo aggiuntivo dalla produzione e vendita di un’unità Se il prezzo del prodotto scende sotto il costo marginale di una certa unità, non "copre" i costi delle risorse aggiuntive necessarie alla sua produzione

… dal momento che si è nel mercato

ESR – E. Fumagalli

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Costi marginali e medi Costo medio

 

Costo unitario: rapporto tra costi totali e quantità Comprende il costo variabile medio e una quota di costi fissi AC, average cost

 

AC= 

CT (q) = AC(q). q

Fondamentale per capire se uscire dal mercato 

Nel lungo periodo se il prezzo non copre il livello minimo dei !costi medi, anche se copre costo marginale, occorre uscire 

ESR – E. Fumagalli

Se restassi, coprirei i costi variabili relativi alle unità prodotte ma non i costi fissi

18

9

Costi marginali e medi 

Esempio

ESR – E. Fumagalli

19

Struttura mercati energia

Analisi costi impresa nei settori energia: Economie di scala Definizione e Cause  Esempi Effetti: concentrazione industriale  Effetti: barriere ingresso 



ESR – E. Fumagalli

20

10

Perché partire da economie scala 

News energia



Cosa spiega dimensione impresa? 

Punto partenza: economie scala

ESR – E. Fumagalli

21

Definizione e cause Economie di scala

 



Un’impresa beneficia di economie di scala quando al crescere delle proprie dimensioni sperimenta una maggiore produttività delle proprie risorse, ovvero Se i costi totali crescono in maniera meno che proporzionale alla quantità (costi medi decrescono) 



maggiore produttività delle risorse di impresa al crescere della dimensione dell’impianto e / o dell’impresa economie di scala “reali” 

Esistono anche economie di scala “pecuniarie” prezzi inferiori per materiali e impianti o salari inferiori nel caso di grandi dimensioni  fatto non strutturale ma legato alle capacità dell’impresa 

ESR – E. Fumagalli

22

11

Definizione e cause Cause economie di scala. Al crescere delle dimensioni, nel lungo periodo, un’impresa può sperimentare dei vantaggi:



1. Economie di scala di impianto, o tecniche 

maggiore produttività risorse produttive al crescere della taglia 

Es. impianti produzione energia

… a livello di impresa 2. Specializzazione del capitale umano 

 

Organizzazioni piccole: Personale meno specializzato Specializzazione favorisce produttività del capitale umano  

Operativo: apprendimento, esperienza, competenze specifiche Manageriale: manager dedicati a funzioni di elaborazione strategica, di coordinamento e di controllo; adozione di soluzioni e forme organizzative più efficienti

3. Condivisione risorse set-up  

Risorse assai pesanti per livelli dimensionali minimi Sfruttamento delle indivisibilità, minor peso relativo dei costi di set-up

ESR – E. Fumagalli

23

Definizione e cause 

Oltre certe dimensioni, diseconomie di scala 

difficoltà organizzative tipiche delle imprese di dimensioni elevate 



Nel breve periodo, l’impresa sperimenta soprattutto economie di densità 

Saturazione risorse sovradimensionate 



Se in origine capacità produttiva eccedeva domanda

Diverse da economie scala 

ESR – E. Fumagalli

costi aggiuntivi di coordinamento e di controllo

vantaggio dovuto a inefficienza passata 24

12

Definizione e cause 

Un settore può essere caratterizzato in rapporto alle economie di scala tramite un indicatore   



Dimensione Ottima Minima, o DOM Dimensione necessaria per avere costi medi minimi Indicatore importanza economie scala nel settore

Esempio trasporto nazionale gas

Costo medio trasporto [Euro/Mln mc] DOM - Dimensione Ottima Minima 25.000 15.000 12.000 10.000

Economie di scala

Mln mc - anno

100.000

ESR – E. Fumagalli

25

Esempio: Produzione energia elettrica 

Economie di scala nella generazione termoelettrica a livello di impresa  

Benefici di scala di impianto e organizzativi Imprese tipicamente multi-impianto  

Per ogni tecnologia di impianto, dimensione appropriata Decisione sul numero di impianti e coordinamento nella produzione multiimpianto

Costi

Peak-load plant Mid-merit plant Base load plant

MWh ESR – E. Fumagalli

26

13

Esempio: Produzione energia elettrica Studio USA, 1999: costi medi di impresa al variare della quantità prodotta in un anno DOM: circa 50 milioni di MWh prodotti in un anno 

Oltre 70-75 milioni di MWh debole crescita dei costi medi

Ipotizzando un utilizzo degli impianti istallati in media al 50% della capacità produttiva, le imprese con costi medi minimi hanno potenza installata 10 18.000 MW

95 10 5

85

75

55

65

35

45

10 8 6 4 2 0

5

$cent/KWhe



25



15



millionMWhe ESR – E. Fumagalli

27

Effetti: concentrazione industriale 



Le economie di scala a livello di impresa sono importanti come causa del grado di concentrazione del mercato Concentrazione industriale: elevata se la produzione è dominata da poche imprese  



Numero limitato di imprese Numero elevato, ma alcuni competitori dimensioni maggiori

Perché la concentrazione è più elevata se le economie di scala sono significative? 

Possono sopravvivere in un mercato un numero di imprese vicino al rapporto tra dimensione del mercato e DOM  

Imprese tendono a raggiungere DOM, per avere costi minimi Se DOM è elevata 

ESR – E. Fumagalli

Il mercato sarà popolato da poche imprese o da alcune imprese alla DOM e altre meno efficienti 28

14

Effetti: concentrazione industriale 

Concentrazione industriale: Perché importante? 

Settori molto concentrati: ridotta concorrenza 

Solo con molte imprese piccole, vigorosa competizione prezzo 





Se numero limitato imprese  Possibili condotte anticoncorrenziali (cartelli prezzo,…)  In ogni caso aggiustamento reciproco a prezzi “non troppo ridotti” Oppure: se una o poche grandi imprese  vantaggi rispetto a concorrenti più piccoli

… settore concentrato: margine prezzo-costo elevato 

(approfondimenti successivi)

ESR – E. Fumagalli

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Effetti: concentrazione industriale 

Indicatori: necessari per caratterizzare mercato devono catturare sia il numero sia la dimensione relativa delle imprese presenti 

Basati sulle quote di mercato delle imprese presenti " = qi i n

# qi i=1



Indice di Herfindal: somma quadrati delle quote di mercato di tutte le n imprese presenti H = #" i2 i=1 

!

Cresce al diminuire del numero delle imprese e al crescere delle asimmetrie dimensionali

!



Rapporti concentrazione: somma quote di mercato prime 1 o 4 imprese 4

C4 = #" i i=1

ESR – E. Fumagalli !

30

15

Effetti: concentrazione industriale Rapporti concentrazione: più semplici da calcolare, ma minor peso a asimmetrie imprese





 

Es. paese con 10 imprese al 10% e paese con 1 impresa con il 37%, e 63 all’1% C4 = 40% per tutti e due, H = 10% e 14% Nel secondo maggiore potere di mercato (impresa dominante)

10,000

10,000

9,000

9,000

8,000

8,000

7,000

7,000 HHI

HHI

6,000 5,000

6,000 5,000 4,000

4,000

3,000

3,000

2,000

2,000

1,000

1,000

0

0 0

2

4

6

Number of firms

8

10

0

20

40

60

80

100

Market share of dominant firm %

ESR – E. Fumagalli

31

Esempio: Produzione energia elettrica 

Concentrazione nella generazione elettrica 



Date le economie di scala presenti nella generazione elettrica è possibile dire qualcosa sulla concentrazione a regime del settore della produzione elettrica in Italia? Bilancio aggregato dell’energia elettrica in Italia. Dati in GWh

ESR – E. Fumagalli

32

16

Esempio: Produzione energia elettrica 

Punto di partenza: precedente analisi economie di scala  



Analisi assai semplificata Ipotesi solo tecnologie termoelettriche

A regime, in prima approssimazione spazio per 6 imprese che lavorino alla DOM o a dimensioni un poco superiori.  

ESR – E. Fumagalli

Italia, produzione netta 2006: 300.000 GWh Necessarie altre considerazioni, legate all’irreversibilità degli investimenti, ma prima valutazione

33

Esempio: Produzione energia elettrica

ESR – E. Fumagalli

34

17

Effetti: barriere all’ingresso 



Barriere all’ingresso: vantaggio delle imprese già presenti nei confronti di imprese potenziali entranti Perché la presenza di significative economie di scala crea barriere ingresso? 

Imprese presenti 

alla DOM -> costi medi inferiori  



Qualità reale o percepita superiore 



economie di scala localizzazione (es. idroelettrico), .. Superiore conoscenza mercato, fidelizzazione clienti,…

Imprese entranti   

più piccole ->costi medi più alti tempi lunghi per raggiungere DOM, ma anche per guadagnare clienti (non sfruttano le economie di scala) debito per investire e raggiungere la DOM -> costi finanziari elevati 

Autofinanziamento non possibile (capitale acquistato sul mercato del debito, con incremento costi)

ESR – E. Fumagalli

35

Effetti: barriere all’ingresso 

Perché la presenza di barriere ingresso è importante?



Impedendo o rallentando l’ingresso  

minore concorrenza nel breve periodo minore concorrenza nel lungo periodo 





ESR – E. Fumagalli

Meno probabile che nel lungo periodo entrino nuove imprese a contendere il mercato Imprese presenti riescono a praticare margini prezzo-costi elevati senza temere che nuovi entranti le “spiazzino” Imprese relativamente inefficienti o con prodotti di bassa qualità riescono a sopravvivere

36

18

Esempio: produzione elettrica Barriere ingresso nella generazione elettrica Date le economie di scala presenti nella generazione elettrica è possibile dire qualcosa sulle difficoltà per le imprese potenziali entranti?

95 10 5

85

75

65

55

45

35

25

10 8 6 4 2 0

5

$cent/KWhe



15



millionMWhe

ESR – E. Fumagalli

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Esempio: produzione elettrica 

Punto di partenza: precedente analisi economie di scala  



Curva dei costi medi: aggravi significativi di costo per imprese piccole 



Analisi assai semplificata Ipotesi solo tecnologie termoelettriche

Se dimensioni inferiori ad 1/3-1/4 della DOM, costo medio per kWh 50-100% più alto

Inoltre, investimenti ingresso assai onerosi  

impianti con vita utile varia tra i 15 e i 30 anni Investimenti dell’ordine dei 100-1.000 milioni di dollari

ESR – E. Fumagalli

38

19

Struttura mercati energia

Analisi costi impresa nei settori energia: Monopolio naturale Definizione e cause  Esempi Effetti: regolazione monopolio 



ESR – E. Fumagalli

39

Definizione e cause 

Monopolio naturale 

Un’attività industriale nella quale i costi di impresa sono subadditivi 



produzione concentrata in un’unica impresa: costi totali inferiori alla somma dei costi totali sperimentati da più imprese qualora l’offerta fosse realizzata da più imprese Q quantità totale di prodotto offerta nel settore, si ha monopolio naturale se vale la seguente relazione qualsiasi sia la suddivisione della quantità totale tra più imprese: n

CT (Q) < ! CT (qi ) i =1

n

!q i =1

ESR – E. Fumagalli

i

SERVIZIO SERVIZIO

= Q, #n " 2 COSTI PIU’ IMPRESE

COSTI 1 IMPRESA

40

20

Definizione e cause 

Monopolio naturale  Definizione tradizionale: un mercato è caratterizzato da condizioni naturali di monopolio quando, per la presenza di economie di scala nella produzione, un certo livello produttivo (corrispondente al livello di domanda) è ottenibile a costi unitari inferiori da una singola impresa di quanto lo sia da 2 o più imprese. 







Costi medi decrescenti al crescere della produzione

Si dimostra che la presenza di economie di scala è CS ma non CN per l’esistenza di monopolio naturale (ovvero è CS per la subadditività dei costi) Definizione corretta: un’industria costituisce monopolio naturale se, nell’intervallo rilevante di produzione determinato dalla domanda, la funzione di costo è la subadditiva CNS per l’esistenza del monopolio naturale è la subadditività della funzione di costo

ESR – E. Fumagalli

41

Definizione e cause C( y) = a + by i2



Ipotizzo una funzione di costi medi a U:



Ipotizzo che siano attive due imprese, e chiediamoci come deve essere ripartita la produzione totale y per avere una minimizzazione dei costi

C[ y(2)] = C( x)!+ C( y " x)   

x: livello produzione prima impresa y-x: livello produzione seconda impresa Sostituendo:

!

C[ y(2)] = 2a + 2bx 2 + by 2 " 2byx



La ripartizione ottimale si ha quando il costo totale è minimo:



Livelli ! di produzione uguali per le due imprese

ESR – E. Fumagalli

!

dC[ y(2)] =0 dx

y 2 !

x=

42

21

Definizioni e cause 

Individuiamo se è opportuno attivare una sola impresa (invece di due), ovvero quando è verificata la seguente relazione: " y(1) % C[ y(1)] < C[ y(2)] = 2C$ # 2 '& " ( y +2 % a + by 2 < 2$a + b* - ' ) 2 , '& $#



Risolvendo per y si ha

y<

! 

2a b

Al di sotto di questo livello produttivo è ottimale attivare una sola impresa !

ESR – E. Fumagalli

43

Definizioni e cause 

Calcoliamo il costo medio minimo:



a 2a Risolvendo per y: y = <







b

" C( y) % d$ ' # y & =0 dy

b

!

Il livello produttivo con costo medio minimo è inferiore al livello produttivo al! di sotto del quale è economicamente conveniente che operi una sola impresa Funzione d costo può essere subadditiva anche in presenza di costi medi crescenti Importanza intersezione della curva di domanda e dei costi medi

ESR – E. Fumagalli

44

22

Definizioni e cause

p, AC

D1

D2

D3

!

!

!

!

a /b  





2a / b

y

D1 anche nell’ipotesi tradizionale non si giustifica l’attivazione di due imprese D2 monopolio naturale, nonostante la curva dei costi medi ! sia intersecata in una zona ! ! crescente D3 Si giustifica la presenza di due imprese sul mercato Con una curva di costi a U, un’industria non è in generale un monopolio naturale, dato che il livello produttivo dipende dal livello della domanda

ESR – E. Fumagalli

45

Definizione e cause 

Quali sono le cause del monopolio naturale?  

In un settore mono-prodotto, economie di scala molto forti DOM superiore o “non molto inferiore” alla quantità richiesta dal mercato 



Condizione sufficiente per la subaddittività dei costi è che i costi medi siano decrescenti.

Reti distribuzione e trasporto /trasmissione energia elettrica e gas naturale  

ESR – E. Fumagalli

Economie di scala straordinariamente rilevanti In alcuni casi le economie scala non vengono esaurite neppure da dimensioni di impresa paragonabili alle dimensioni del mercato

46

23

Definizione e cause 

Esempio precedente: ipotetica curva economie scala trasporto gas 

Conviene dividere il mercato tra imprese?

Costo medio trasporto [Euro/Mln mc]

25.000

Esempio: Mercato nazionale = 125.000 Mln mc - anno DOM

15.000 12.000 10.000

Mln mc - anno

100.000

/ continua ESR – E. Fumagalli

47

Definizione e cause 

continua / Esempio

15.000



La presenza di più imprese  

potrebbe impedire di cogliere appieno le economie di scala .. .e portare ad un aumento dei costi del sistema

ESR – E. Fumagalli

48

24

Esempi: Trasporto nazionale gas 

Gasdotti: “volumetric returns to scale” 



Diametro doppio: superficie doppia (materiale), ma volume quadruplo

‘Rights-of-way’: diritto accesso a terreno di terzi; altre autorizzazioni 

Risorse di set-up (indivisibili) 







Costi insensibili al volume trasportato

Efficienza dispacciamento e pianificazione rete In caso di più imprese, costi di coordinamento nella pianificazione e nel dispacciamento

Stima per mercato Nord-Americano (Gordon et al. 2003): economie di scala non ancora esaurite  

Volume trasportato: +10%: Costi totali: +8.5-+9.5% Costi unitari decrescono

ESR – E. Fumagalli

49

Esempi: trasporto gas  

Trasporto gas in Italia: Monopolio naturale (AEEG, 2002) 



ESR – E. Fumagalli

Le economie di scala rendono inefficiente, e talvolta impraticabile, la duplicazione della rete di Snam Rete Gas S.p.A., che detiene il 96 per cento della rete di trasporto italiana in termini di capitale investito. Le reti sono caratterizzate da una funzione di costo “subadditiva” (…). In esse si realizzano dunque le condizioni di monopolio naturale.

50

25

Esempio: Trasmissione nazionale energia elettrica 

Costi medi dei sistemi di trasmissione (mercato USA) …



.. decrescono al crescere della potenza trasportata



NB: economie di scala di impianto, non di impresa



terreno, piloni, pali, conduttori, sottostazioni

Tensione (kV)

Costi capitale (‘000$/miglio)

Capacità (MW)

Costo medio ( million$ / GW-miglio)

230

480

350

1,37

345

900

900

1,00

500

1.200

2.000

0,60

765

1.800

4.000

0,45

ESR – E. Fumagalli

51

Esempi: Distributori 

Energia elettrica (mercato USA)  





Dimensione ottima minima: 250.000 utenti Curva dei costi medi “ piatta”: svantaggi sostanziali di costo per meno di 10.000 e per più di 2.900.000 clienti Prevalgono le economie di scala di tipo organizzativo: amministrazione, lettura contatori, fatturazione.

Gas naturale (Italia)  

Costi medi fortemente decrescenti per migliaia di utenti Costanti a partire da 100.000 utenti 

ESR – E. Fumagalli

Dimensione media distributori gas: 220.000 utenti

52

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Esempi 

Monopolio naturale nel settore gas

ESR – E. Fumagalli

53

Esempi 

Monopolio naturale nel settore energia elettrica

ESR – E. Fumagalli

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Effetti: regolazione del monopolio Concorrenza tra imprese costituisce un meccanismo virtuoso



 

Mentre le imprese tentano di massimizzare proprio profitto … … si realizzano condizioni ottime da un punto di vista pubblico 



minor prezzo possibile a parità di qualità

Anche dove concentrazione e barriere all’ingresso riducono la forza della competizione, si ritiene preferibile mantenere un regime di mercato concorrenziale non regolamentato.

Nel caso di monopolio naturale la concorrenza appare indesiderabile perché comporterebbe un aumento dei costi





Es: Installazione ed esercizio reti elettriche o gas

ESR – E. Fumagalli

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Effetti: regolazione del monopolio Il monopolio viene protetto con specifiche disposizioni di legge Si rende però necessario un intervento pubblico di regolazione del monopolio







Se mancassero questi interventi da parte dell’autorità pubblica, 

un solo operatore potrebbe esercitare “potere di mercato” 



Prezzi eccessivamente alti e qualità ridotta

Scelta economie avanzate: regolazione del monopolio 

ESR – E. Fumagalli

Si veda dispensa dedicata

56

28

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