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Un percorso partecipativo per un progetto qualitativo. L’esperienza in atto nella Provincia di Ascoli Piceno eravamo certi, ma fa sempre un certo “…Neeffetto veder confermare nei fatti, per
l’ennesima volta, ciò che da anni si va teorizzando. Quando si aumenta il livello di democrazia e si allarga la base partecipativa alle scelte di governo, quando si spezzano tradizionali modalità di relazioni politiche ed amministrative gerarchiche, paternalistiche o ispirate al modello fornitore/cliente, non possono che delinearsi idee e percorsi di sviluppo condivisi, diversi se non assolutamente alternativi al modello dominante. Attraverso scelte condivise si compone via via un progetto di relazioni sociali, economiche ed ambientali ove non può che crescere l’assunzione di responsabilità, di ognuno e di tutti, rispetto all’ineludibile necessità di assicurare la più equa fruizione possibile delle risorse disponibili, sia per l’attualità che per il futuro. I progetti di economia solidale, sviluppo sostenibile, sistemi culturali diffusi e creativi, mobilità alternativa, cooperazione internazionale, produzioni energetiche diffuse da fonti rinnovabili,… che stanno partendo o già diffondendosi nel Piceno non sono il frutto dell’intervento ideologico calato dall’alto da un “potere illuminato”, ma il risultato di un percorso di confronto, conflitto, condivisione, coprogettazione fortemente voluto e costruito nel lavoro quotidiano fuori e dentro il “palazzo”. Un percorso che innovando il ruolo e la funzione di un ente di governo di area vasta quale la Provincia determina e struttura luoghi, strumenti, processi di pianificazione e di programmazione, sempre e comunque basati
sul confronto e sulla più ampia partecipazione possibile alle scelte. Una modalità di governo territoriale che, partendo dal riconoscimento del ruolo centrale dei municipi, organizza la progettazione comune con un lavoro di coordinamento ed un’azione basata sul principio della sussidiarietà verticale. Ciò consente di costruire reti e sistemi locali in grado di prefigurare un vero e proprio modello di sviluppo alternativo. Una campagna annuale di ascolto itinerante di tutti gli amministratori locali, un tavolo allargato e permanente di coordinamento della programmazione economica, tanti consigli aperti, forum tematici, conferenze delle autonomie ed assemblee locali… Sono questi, per il momento, gli strumenti e le forme della partecipazione messe in atto in modo sistematico e strutturato. Ma è tuttora inquieta la ricerca di sempre nuove, specifiche e più capillari forme di coinvolgimento nelle scelte di governo locale. L’ufficio partecipazione dell’ente, incardinato alla sua direzione generale, ha il compito di gestire, facilitare e monitorare i meccanismi della partecipazione, elaborarne le risultanze, facilitarne l’implementazione nella programmazione finanziaria, nella pianificazione territoriale e di settore e renderle pubbliche attraverso varie forme di comunicazione tra le quali la pubblicazione sul sito internet della Provincia. Questo metodo, già rodato nel 2004 e nel 2005, è stato fondamentale per individuare problemi e
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criticità del territorio ma anche risorse e progettualità su cui intervenire al fine di sostenere una ripresa economica su basi nuove, responsabili e durature della realtà locale.
dell’università (che, via via, mette a punto proposte formative sempre più mirate per le esigenze di quest’area) e dell’istruzione più in generale.
A partite dal programma di mandato, grazie alla condivisione sin qui realizzata con le comunità locali, i relativi soggetti istituzionali e socio economici del territorio, si è venuto gradualmente delineando ed attuando in maniera sempre più chiara e leggibile un progetto politico amministrativo organico, contenente una serie di azioni strategiche, ispirato ad alcuni principi che possono schematicamente riassumersi in due direttrici principali, strettamente intrecciate tra di loro, che potrebbero essere sintetizzate in: “la provincia dei saperi” e “la provincia delle qualità”.
E poi c’è “la provincia delle qualità ”, un lavoro che si sviluppa in più settori e che ha come obiettivo quello di far crescere complessivamente la qualità della vita degli abitanti del Piceno e con essa la sua immagine e la sua capacità di attrazione verso l’esterno. Una qualità intesa sia come qualità ambientale e paesaggistica (sostenibilità delle scelte, tutela e valorizzazione del nostro straordinario patrimonio naturale e storico architettonico), che come qualità sociale e culturale (inclusione sociale oltre che incremento e piena accessibilità all’offerta culturale e sportiva).
La prima può riassumere l’impegno a “mettere a sistema”, incentivare e sostenere i progetti, i luoghi, le imprese, le strutture, le persone in grado di elevare i contenuti culturali, scientifici e tecnologici delle nostre attività. Lo sforzo per creare cultura diffusa e crescita complessiva del livello culturale dei nostri cittadini. L’impegno a favorire tutte le iniziative di studio e di ricerca volte a determinare innovazione, a riconvertire il nostro sistema produttivo verso beni materiali e immateriali più “sostenibili”, ricchi di saperi e creatività. Da qui discendono, ad esempio, le iniziative volte ad organizzare la rete dei laboratori didattici e i poli museali e formativi dello sviluppo scientifico e tecnologico, a riorganizzare il settore delle politiche attive del lavoro della Provincia, integrando i centri per l’impiego con quelli della formazione, per mettere a punto una sempre più mirata e qualificata offerta formativa a stretto contatto con le imprese, le università e l’insieme degli attori socio economici del territorio, per l’inserimento di un migliaio di laureati e diplomati nelle aziende attraverso il Fondo Sociale Europeo. Così come risponde a questa volontà l’impegno profuso, ad esempio, per l’avvio della riconversione del sito industriale cittadino SGL Carbon di Ascoli Piceno in “cittadella della scienza”, senza dimenticare il costante partnernariato con il mondo
A questa volontà rispondono alcuni progetti strategici intersettoriali quali ad esempio: il progetto di riqualificazione ambientale ed agricola della Valdaso, il progetto culturale, turistico, ambientale, promozionale “Saggi Paesaggi”, i tanti interventi integrati per l’agricoltura multifunzionale, biologica e tipica, il Parco Marino del Piceno, legato attraverso i fiumi al sistema dei parchi montani, il piano provinciale delle piste ciclabili e della mobilità dolce, il progetto “Scegli il treno-bus”, lo straordinario impegno per il risparmio energetico e le fonti alternative, i progetti per la sicurezza del lavoro e contro la precarietà, a partire dallo stesso ente provincia. In questo quadro si collocano, come già detto, tutte le pianificazioni ed azioni amministrative concrete, comprese innanzitutto quelle di adeguamento del sistema infrastrutturale del territorio. Sia per quanto attiene le infrastrutture tradizionali, quali ad esempio quelle della viabilità e dei trasporti, che per quanto riguarda le infrastrutture immateriali, come ad esempio le reti telematiche, ma anche quelle sociali e culturali. In sostanza, ogni scelta è stata e sarà sempre compiuta valutando preliminarmente e collettivamente con molta attenzione vantaggi e svantaggi di quella strada, quel ponte, quell’opera, sia in relazione alla salvaguardia di questo prezioso
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patrimonio che la natura e la storia ci hanno affidato, che in rapporto alla sua compatibilità con gli scenari e le strategie dello sviluppo socio economico locale. Ciò allo scopo di assicurare la sostenibilità delle scelte stesse. Cioè la loro idoneità a creare benessere diffuso e durevole nel tempo. Tutto ciò, come già detto, significa proporre e costruire con i cittadini del Piceno, a partire dallo straordinario patrimonio ambientale e culturale del territorio, un modello di vita di alto livello che si traduce, allo stesso tempo, in una proposta con pochi eguali nei confronti
dei potenziali ospiti; quindi, in un formidabile veicolo promozionale del turismo locale. Ma ciò che conforta particolarmente è il fatto che a partire da una tale pratica di governo partecipata su area vasta si riverberano e diffondono sempre di più a livello locale, anche là dove mai era avvenuto, analoghe modalità di formazioni delle decisioni. Si tratta di “sponde” per la sempre più diffusa volontà dei cittadini di essere artefici del proprio futuro, nella consapevolezza peraltro di appartenere a comunità locali sempre più responsabili del futuro dell’intera umanità. Massimo Rossi Presidente della Provincia di Ascoli Piceno
Ottobre 2006
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Indice: •
Saggi Paesaggi ................................................................... pag.
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Parco marino .................................................................... pag.
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Filiera Corta ..................................................................... pag. 13
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Scegli il bus ...................................................................... pag. 17
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100 Km verdi .................................................................... pag. 21
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Fonti energetiche dal sole .................................................... pag. 25
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Filiere bioenergetiche compatibili ecosostenibili ......................... pag. 29
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Energie: promozione dell’efficienza e del risparmio ..................... pag. 33
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Cittadini di una Provincia del Mondo ........................................ pag. 37
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ProvinciAPerta .................................................................. pag. 43
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“SAGGI PAESAGGI”
progetto ideato nell’ottica del sistema culturale regionale e per il rafforzamento dell’identità marchigiana
QUALITA’ AMBIENTALE E CULTURA Se c’e un ‘oggetto’ naturale che non può essere letto, interpretato, compreso, modellato e governato se non in quanto anche culturale, questo è l’ambiente. Esito di interazione costante fra natura e cultura, l’ambiente e la sua qualità sono la concretizzazione di scelte umane di carattere complesso, legate ai sistemi simbolici – valoriali, estetici, sociopolitici, economici- delle popolazioni che abitano un territorio. Non a caso gli indicatori della qualità ambientale, come è ormai acquisito, non sono dati soltanto dallo stato di salute degli elementi naturali presenti in un contesto (acqua, aria, suolo, ecc.), ma anche dalle condizioni sociali, insediative, urbanistiche, ricreative, formative, ecc. dalle quali, peraltro, spesso dipendono. E’ dunque evidente che, per tale natura complessa ed interagente, qualsiasi intervento anche di carattere strutturale (idrogeologico, faunistico, floristico, etc.) sulla tutela e sulla qualità dell’ambiente, diventa un intervento di carattere culturale (oltre e prima che tecnico) il quale fra l’altro impone il coinvolgimento dei comportamenti individuali, la condivisione delle popolazioni e delle comunità locali, nonché processi partecipativi e di governance. Strategico, ai fini della diffusione della cultura della qualità ambientale nell’accezione complessa ed olistica sopra richiamata, è il paesaggio. Esso costituisce l’aspetto dell’ambiente percepito dagli individui e dalle popolazioni. La conoscenza del
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paesaggio, la capacità di leggerlo e di governarlo è perciò fondamentale allo scopo di pervenire ad uno sviluppo sostenibile fondato sulla condivisione da parte delle comunità locali e su un rapporto equilibrato fra i bisogni sociali, le attività economiche e le risorse disponibili. Non a caso la Convenzione europea del paesaggio, entrata in vigore anche in Italia il 1° settembre 2006, sottolinea che il paesaggio rappresenta un elemento chiave del benessere individuale e sociale e che la sua salvaguardia svolge importanti funzioni di interesse generale sul piano ecologico, ambientale e culturale. La stessa Convenzione, proprio nella prospettiva della tutela dell’ambiente e della realizzazione di uno sviluppo sostenibile, dispone che gli enti locali si impegnino a sensibilizzare la società civile attraverso iniziative che tematizzino il paesaggio come bene ambientale strategico. All’art.6 la medesima Convenzione stabilisce che i governi locali hanno il compito di realizzare azioni formative per gli specialisti ed i decisori in grado di incidere sulle trasformazioni del paesaggio e sulla qualità percepita e sostanziale dei contesti di vita delle popolazioni locali. Risulta dunque evidente che qualsiasi politica di tipo ambientale che intenda tutelare le risorse disponibili nell’ottica di uno sviluppo sostenibile non possa prescindere da interventi culturali, peraltro strategicamente centrati sul paesaggio. L’eventuale assenza di tale approccio, darebbe infatti alle azioni un carattere tecnicistico, incoerente con i risultati dell’attuale ricerca ecologica e sociologica ed, infine, difforme dagli indirizzi metodologici e normativi nazionali ed europei. Il progetto della Provincia. Proprio nell’ottica europea di un approccio organico ai processi di progressivo miglioramento della qualità ambientale, in grado di integrare le dinamiche naturalistiche, urbanistiche, architettoniche, etc., la Provincia di Ascoli P. ha affidato all’Assessorato alla Cultura la strutturazione e la realizzazione del progetto integrato Saggi Paesaggi. Esso, articolato in diversi moduli, si propone le seguenti finalità: 1. sensibilizzazione delle popolazioni locali sui temi della qualità ambientale e paesaggistica con iniziative di carattere “emotivo” volte a far conoscere la specificità della cultura locale attraverso l’esplorazione del suo paesaggio naturale, enogastronomico, urbanistico, pittorico, ecc.. Azione 1.1. I volti del paesaggio. Un affiancamento di immagine (anche nei media) in grado di identificare il luogo con un nome, un volto con il luogo. I volti che veicolano la cultura profonda del Piceno sono individuati tenendo conto della loro popolarità nazionale ed internazionale, dello spessore artistico, del tratto emotivo che caratterizza le loro personalità ed i loro linguaggi, tratto emotivo il più possibile rappresentativo della modalità relazionale e culturale connotante gli stili di vita e la visione del mondo propri del territorio. Lo scopo dell’azione è quello di veicolare all’intera popolazione e con linguaggi emotivi e coinvolgenti la specificità della cultura locale ed i segni forti e qualificanti del suo paesaggio profondo. Nel 2006 le personalità che
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si sono impegnate in un’azione promozionale nuova sono state Giovanni Allevi musicista, Neri Marcorè attore, Tullio Pericoli pittore. Tali affermati artisti hanno dato vita ad un’opera originale costruendo lo spettacolo “(E)vento di terra. Osvaldo Licini, errante erotico eretico” . Anteprima di stagione. Dal 25 aprile al 1 maggio 2006. L’azione, contestuale alla precedente che ne ha costituito il traino promozionale, si è proposta di costituire la vetrina di ciò che significa vivere nel Piceno e nelle Marche, sia come ospiti che come residenti. Gli importanti appuntamenti d’arte, natura e cultura hanno disegnato un qualificato paesaggio dell’anima, un evento diffuso e vissuto, raro per la qualità delle proposte e nel contempo per la disseminazione sul territorio; in grado di rapportare il paesaggio immateriale degli spettacoli dal vivo con il paesaggio materiale dei beni artistici (mostre, musei) urbanistici ed architettonici (caffè, teatri e centri storici, ville, giardini, chiese), ed enogastronomici. L’”anteprima” ha costituito il palcoscenico promozionale della programmazione turistico-culturale da maggio all’inverno. Azione 1.2. I protagonisti del paesaggio. L’azione, contestuale alla precedente, che ne rappresenta il traino comunicativo, si propone di costituire la vetrina e lo specchio di ciò che significa vivere nel Piceno e nelle Marche. Importanti appuntamenti d’arte, natura e cultura disegnano un qualificato paesaggio dell’anima, un evento diffuso e vissuto, raro per la qualità delle proposte e nel contempo per la disseminazione sul territorio; in grado di rapportare il paesaggio immateriale degli spettacoli dal vivo con il paesaggio materiale dei beni artistici (mostre, musei) urbanistici ed architettonici (caffè, teatri e centri storici, ville, giardini, chiese), ed enogastronomici. In particolare si intende realizzare due importanti eventi sul tema del paesaggio: MOSTRA SUL PAESAGGIO MARCHIGIANO NELLA PITTURA fra Ottocento e Novecento da tenersi ad Ascoli Piceno e mostra di ampia risonanza su OSVALDO LICINI, il grande pittore morto nel 1958, interprete lirico e sublime dell’anima del paesaggio piceno, premiato alla Biennale internazionale di Venezia. La mostra, collegata al “Parco pittorico” di Monte Vidon Corrado, coinvolge sia l’Ascolano che il Fermano ed avrà appunto nella Pinacoteca di Ascoli, che accoglie un’importante raccolta delle opere liciniane, e nel centro studi di Monte Vidon Corrado, i due poli principali. 2. formazione di tecnici e decisori pubblici che a livello locale gestiscono le progettualità che incidono sull’ambiente e sulla sua dimensione percepita (il paesaggio) nell’ottica di costruire una modalità condivisa di approcci, tecniche e procedure. Azione 2.1. A scuola di paesaggio. Convegni, seminari, dibattiti di carattere tecnico, urbanistico, economico, filosofico ed antropologico accompagnano ed integrano la comunicazione emotiva.
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Corsi di formazione, specializzazione ed aggiornamento destinati a professionisti, dirigenti e funzionari degli uffici tecnici, amministratori di Comuni, province e Regione. 3. valorizzazione delle competenze che il territorio gradualmente costruisce e sviluppa in merito alla conoscenza, tutela, recupero, manutenzione e restauro del paesaggio e dell’ambiente, incentivando così le istituzioni formative e di ricerca (Università operanti sul territorio) ad accreditarsi come centri di eccellenza; Azione 3.1. Il Piceno accoglie importanti appuntamenti nazionali e internazionali sul paesaggio, quale ad esempio la Biennale europea del paesaggio di Barcellona, quest’anno presentata in una mostra estiva a San Benedetto del Tronto svoltasi dal 23 giugno al 16 luglio presso l’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione. Vengono ospitati i migliori progetti europei, le esperienze più avanzate per tracciare una marca precisa tra qualità dei luoghi e valorizzazione economica del territorio. In tal modo il Piceno diviene territorio di sperimentazione avanzata di metodologie, tecniche e tecnologie per il recupero della qualità rurale e urbana, nella cornice di una adeguata salvaguardia ambientale, in linea e oltre il protocollo di Kioto e in stretta connessione con le Università locali. 4. diffusione ed ampliamento delle conoscenze tecnico-scientifiche in materia di governo e pianificazione ambientale, paesaggistica ed urbanistica attraverso iniziative di studio, ricerca ed approfondimento realizzate in cooperazione con altri Enti territoriali, regionali, nazionali ed europei. A tal fine la provincia di Ascoli Piceno ha aderito alla RECEP (rete europea per l’attuazione della Convenzione sul paesaggio) ed ha organizzato una serie di convegni e seminari di carattere nazionale ed internazionale. Azione 4.1. Il Piceno favorisce la realizzazione, accoglie e realizza direttamente incontri, workshop e seminari con i partner della rete europea, con i potenziali partner nella richiesta di finanziamenti europei, con gli imprenditori del settore, sia a livello locale che nazionale.
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“PARCO MARINO”
QUALE PARCO Può apparire “un’idea bizzarra” promuovere l’istituzione di un’area protetta in uno specchio di mare non caratterizzato da straordinarie eccellenze naturalistiche e fortemente antropizzato e dove notevoli sono le attività sia turistiche che della pesca, ma l’iniziativa risponde alla consapevolezza di riprogettare in maniera sostenibile ikl rapporto tra comunità locali e risorsa marina; si tratta di una sfida difficile, ma ineludibile. L’area rappresenta con le sue caratteristiche bio-climatiche e al non
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eccessivo carico di inquinanti una porzione del bacino Medio-Adriatico. Durante la stagione estiva numerose specie ittiche utilizzano le acque costiere come nursery per i giovani, che qui si accrescono fino a disperdersi durante l’anno nella massa d’acqua contribuendo alla costituzione degli stock ittici della regione adriatica e di quella mediterranea in generale. Il territorio altamente antropizzato e il ragguardevole sforzo di pesca non consentono l’istituzione di un santuario, in cui tutelare integralmente le risorse bensì un un’area con diversi gradi di tutela, integrata, dinamica, altamente innovativa e riproponibile per realtà simili, in cui programmare e gestire armonicamente la conservazione ambientale e le prospettive di reddito. Il recupero dell’ecosistema marino ed il suo utilizzo razionale può costituire un valido modello, accettabile anche da interessi tradizionalmente contrapposti e rappresentare una possibile soluzione per garantire il mantenimento del patrimonio alle generazioni future. L’AREA del “PARCO MARINO DEL PICENO” L’area del “Parco Marino del Piceno” comprende 10 Comuni del tratto costiero della provincia di Ascoli Piceno, e 2 Comuni della provincia di Teramo, per una superficie complessiva di 281,22 Kmq; lo sviluppo costiero è di 55,3 Km, per una estensione in mare fino a tre miglia dalla costa e una superficie marina di circa 307 kmq. PERCHE UN’AREA MARINA PROTETTA? Gli Enti locali protagonisti, con gli operatori, della gestione della fascia costiera. Sino ad oggi le competenze fronte mare delle singole amministrazione terminavano alla definizione dei piani particolareggiati di spiaggia, ma ora con l’istituzione di un Area Marina Protetta si potranno programmare tutte le attività presenti fino alle 3 miglia nautiche. Una nuova cultura del mare, intesa come estensione del territorio, ed il coinvolgimento diretto degli Enti locali nella gestione della risorsa, innescano un meccanismo di assoluta novità, capace di creare fascino ed attrazione verso le nuove generazioni, sempre alla ricerca di forti motivazioni professionali. Gestione integrata del territorio per migliorare lo stato fiumi Le aree costiere con le foci dei corsi d’acqua rappresentano le zone in cui viene accumulato tutto ciò che le attività umane producono. Monitorare le zone terminali significa avere la possibilità di maggiore controllo sulle aste fluviali ed avviare un processo di risanamento totale del sistema acque. Sostegno e ridefinizione del settore Pesca Il Comparto da tempo in notevole stato di sofferenza è chiamato, quale interlocutore attivo, a dare il proprio contributo con idee e disponibilità al rinnovamento. L’area Marina Protetta rappresenta un sicuro investimento per il rilancio, il potenziamento e la garanzia di un futuro per l’intero sistema produttivo.Tali fattori comportano una programmazione delle attività di prelievo, una identificazione dei prodotti anche ai fini commerciali, una ricerca di attrezzi da lavoro sempre più selettivi, ed una nuova organizzazione socio-economica dell’intero settore.
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Opportunità di occupazione motivata e specializzata Verranno promosse nuove occasioni di lavoro sia direttamente (staff della vigilanza, settore educazione, informazione e promozione dei servizi) che indirettamente (ricettività, trasporti, comunicazioni, infrastrutture). Il tempo e le sperimentazioni, anche di carattere imprenditoriale e gestionale, porteranno ad un nuova e moderna figura di operatore del mare. Vie privilegiate per l’accesso a finanziamenti nazionali e comunitari Essere “Parco” pone l’Ente locale e le imprese residenti in una posizione preferenziale rispetto in merito al finanziamento di infrastrutture, viabilità investimenti produttivi, ristrutturazione di centri storici e altri vari interventi. Valorizzazione turistica La tutela e la valorizzazione dell’ambiente naturale diventano elementi strategici per un’ampia soddisfazione del mercato e promuovono un’immagine di qualità. Gli effetti incidono sulla destagionalizzazione e sulla diversificazione dell’offerta turistica balneare, naturalistica, culturale, gastronomica, congressuale e sportiva. Il Cammino del Parco Marino del Piceno L’idea di istituire un’Area Marina Protetta in questo territorio nasce, alla fine degli anni ottanta, in seguito ai noti fenomeni di eutrofizzazione che compromisero alcune attività produttive costiere. Il 6 Luglio 1998, quattordici Enti Locali: le Province di Ascoli Piceno e Teramo, i Comuni di Fermo, Porto Sant’Elpidio, Porto San Giorgio, Altidona, Pedaso, Campofilone, Massignano, Cupramarittima, Grottammare, San Benedetto del Tronto, Martinsicuro, Alba Adriatica, costituitisi in Comitato Istituzionale Promotore, con la Provincia di Ascoli Piceno come capofila, siglano un accordo di programma per l’attuazione e la promozione di programmi ed iniziative volte alla realizzazione dell’ “Area Marina Protetta del Piceno”. Lo studio di fattibilità biologico oceanografico e socioeconomico dell’Area Marina viene eseguito dall’Istituto di Ricerca sulla Pesca Marina di Ancona (IRPEM-CNR). Dal 2004 il processo istitutivo ha subito una forte accelerazione. Il 27 Dicembre 2004 la Provincia di Ascoli Piceno trasmette al Ministero dell’Ambiente gli studi biologico-ambientali e socio-economici per dare il via alle procedure di zonizzazione e regolamentazione dell’Area Marina. Nel Gennaio del 2005 il Ministero dell’Ambiente individua in seno alla propria Segreteria Tecnica un gruppo di esperti per dare inizio all’istruttoria per la zonizzazione del Parco Marino de Piceno. Il 7 Giugno 2005 a seguito delle verifiche tecniche effettuate in merito agli studi biologico-ambientale e socio-economico, il Ministero dell’Ambiente evidenzia l’esigenza di acquisire ulteriori informazioni su alcuni aspetti, ritenuti importanti per l’elaborazione di una proposta di zonizzazione. Il 26 Luglio 2005 la Provincia di Ascoli Piceno, quale Ente capofila dell’accordo di programma, da inizio ad un processo di condivisione partecipata dell’istituzione del
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parco marino e convoca a San Benedetto del Tronto tre tavoli di lavoro, uno con le istituzioni, uno con i rappresentanti del mondo della pesca ed uno con i rappresentanti di categoria del settore turistico. A ciascun presente viene sottoposta la mappa della fascia costiera e chiesto di segnare le aree di maggior importanza e quindi irrinunciabili per il proprio settore. Nel Settembre del 2005, con la collaborazione di tutti gli enti aderenti all’accordo di programma, si termina la raccolta delle integrazioni agli studi ISMAR-CNR e tutti gli approfondimenti vengono consegnati al Ministero dell’Ambiente. ell’Ottobre 2005 un esperto della Segreteria Tecnica del Ministero dell’Ambiente effettua un sopralluogo del litorale della futura area marina protetta con l’obiettivo di verificare i dati cartacei e iniziare a definire una prima bozza di zonizzazione. Il 5 Aprile 2006 durante una riunione al Ministero dell’Ambiente, alla quale partecipano tutti gli enti aderenti all’Accordo di Programma, la Segreteria Tecnica del Ministero dell’Ambiente consegna ufficialmente la prima proposta di zonizzazione del Parco.
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“FILIERA CORTA”
Sportello “filieracorta”: acquistare il biologico conviene Dai campi alle tavole dei piceni senza intermediari: una strategia di consumo che fa bene alla salute, al gusto, all’ambiente e, perché no, anche alle tasche dei cittadini. E’ questo, in estrema sintesi, il cuore del progetto “Sportello Informativo sulle opportunità della filiera corta per le produzioni agroalimentari di qualità e biologiche”, realizzato dall’Assessorato alle Attività Produttive della Provincia di Ascoli Piceno in collaborazione con AIAB, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica. Lo Sportello “filieracorta” è e sarà uno strumento operativo e concreto per dare nuovo impulso ad un mercato che da settore di nicchia, in brevissimo tempo, sta acquistando sempre maggiore importanza: quello dell’agricoltura biologica. Attraverso un numero verde (800 340 303), un sito internet (www.filieracorta.org) ed un indirizzo di posta elettronica (
[email protected]) si è creato un filo diretto tra produttore e consumatore per offrire, da una parte, una nuova occasione ai cittadini del territorio piceno per
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acquistare direttamente dai produttori alimenti biologici a prezzi decisamente competitivi e per ricevere informazioni su come formare gruppi d’acquisto, dall’altra per dare ai produttori biologici della Provincia di Ascoli Piceno delle nuove opportunità di commercializzazione. L’apertura di tale sportello è un primo passo di un percorso avvincente per uno sviluppo di una nuova tipologia di mercato locale che sia eco, equo e solidale, attento ai reali bisogni dei cittadini. La sua forza sta si nella convenienza reale che il consumatore ottiene grazie a questo sistema di vendita, ma soprattutto nella necessità da parte degli stessi di ritrovare un rapporto diretto con il produttore, e soprattutto nel caso del biologico, di poter acquistare cibi sani, la cui produzione tutela l’ambiente e valorizza i prodotti tipici locali. La filiera corta può essere definita come una delle rare opportunità per superare l’allontanamento tra produttore e consumatore, con il conseguente aumento dei costi e il rischio per la sicurezza alimentare: una dimostrazione, quindi, che è possibile un altro modo di acquistare e soprattutto di risparmiare. Nel contempo, essa rappresenta una delle più significative attività realizzate dall’Amministrazione provinciale, capace di dimostrare la possibilità di uno sviluppo eco-sostenibile, attento alla conservazione delle risorse. Un progetto che dimostri che un nuovo ‘stile di vita’ è possibile: uno stile rispettoso dell'ambiente, della conservazione della biodiversità e delle diversità locali, delle risorse naturali, oltre che interessato alla qualità della vita. A dimostrazione della portata e della riuscita del tutto, basti pensare che la Provincia di Ascoli Piceno è la prima in Italia ad implementare un progetto del genere. Progetto che ora vuol esser lanciato anche da altre Province italiane le quali hanno chiesto una sorta di collaborazione per la realizzazione nel proprio territorio di una siffatta iniziativa. Lo stesso ha suscitato grande interesse presso il Master in Sviluppo sostenibile e promozione del territorio presso l'Università di Torino, essendo citato come esempio da seguire. Quanto finora implementato si inserisce nell'obiettivo generale dell'Assessorato di porre le basi per la costruzione di un modello economico per un'“Equonomia Picena” che porti alla costruzione di un Distretto di Economia Solidale. Con questa espressione si intende un modello che metta al centro del proprio operare le persone, la qualità della vita, le relazioni e l'ambiente e che abbia un approccio trasversale a tutti i settori socioeconomici. In tale contesto si inserisce la creazione delle condizioni affinché iniziative economiche diverse, democratiche, eccellenti e motivate socialmente, radicate nel territorio trovino opportunità per conoscersi e farsi conoscere, per innescare processi economici nuovi, coordinati e partecipati nella convinzione che ciò potrà portare giovamento a tutti i soggetti coinvolti oltre che al contesto in cui essi operano. COME FUNZIONA LO SPORTELLO Semplicissimo: basta visitare il sito internet appositamente creato www.filieracorta.org ed andare nella zona dedicata al Listino dove a cadenza bisettimanale vengono aggiornati i prodotti disponibili, a seconda della stagione, essendo una caratteristica peculiare dell’agricoltura biologica la stagionalità. Dopo di che, due saranno le opzioni disponibili: quella di acquistare i prodotti offerti in maniera disgiunta a seconda delle singole esigenze, oppure indirizzarsi verso il cosiddetto “biocassettone”, confezionato direttamente dai produttori, con un maggior risparmio
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rispetto ai singoli acquisti. Ovvio che, per far ciò, più consumatori si dovranno organizzare in Gruppi di Acquisto per poi suddividersi i vari prodotti biologici, certificati, presenti nel cassettone. Una volta effettuata la scelta, basterà inviare una mail allo Sportello (
[email protected]), entro il martedì, il quale girerà l’ordine ai vari produttori. Gli acquirenti potranno ritirare quanto commissionato il venerdì seguente, nel pomeriggio, presso l’Azienda AgriBiologica Malavolta Enzo e Ivano, via Montecantino 57 - lungo la SS. 16 (tra Cupra Marittima e Pedaso), Marina di Massignano (AP), unica azienda che per il momento funge da centro di raccolta e smistamento, essendo tra l’altro ubicata in zona abbastanza baricentrica, rispettivamente al territorio provinciale. Maggiori informazioni si possono comunque avere contattando lo sportello al Numero Verde 800 340 303, dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 13,30 e mercoledì anche dalle 15 alle 17; oppure visitando il sito internet sopra menzionato. ATTIVITÀ CORRELATE (formative e non) MERCATINI E FIERE: diversi sono i mercatini e le fiere (anche nazionali) ai quali la “filieracorta Picena”, con le sue aziende aderenti, ha partecipato con appositi stand: da “Terra Futura” (Firenze, 31 marzo – 02 aprile), alla Festa del 1° Maggio di Porto Sant’Elpidio, dal mercatino di Massignano a quello di Cossignano, dal SANA (Bologna, 710 settembre 2006) al Eco&Equo (Ancona, 7-8 ottobre 2006). PRIMAVERA BIO: Il periodo primaverile, con tutte le nuove produzioni, è un periodo propizio alla formazione di una coscienza biologica e per far ciò cosa c’è di meglio se non far visita direttamente alle aziende agricole biologiche locali? È proprio questa la filosofia della “Primavera Bio”, iniziativa promossa dall’AIAB – Associazione Nazionale per l’Agricoltura Biologica – e recepita con entusiasmo dalla Provincia di Ascoli Piceno, la quale ha mirato ad instaurare un contatto diretto fra i produttori del biologico ed i gruppi di acquisto o singoli consumatori attraverso iniziative mirate quali visite didattiche, laboratori e degustazioni in azienda. Due le domeniche impegnate (14 e 21 maggio) e diverse le aziende della “filieracorta Piceno” che hanno aperto le proprie porte a chiunque volesse visitarle e nel contempo degustare prodotti biologici. UN FRUTTO PER MERENDA: La scelta di un’alimentazione incentrata sui prodotti biologici può fornire un contributo rilevante in termini di educazione alimentare per le giovani generazioni, con importanti effetti anche sulla prevenzione sanitaria. Da questo presupposto ha preso avvio l’iniziativa “Un frutto per merenda” promosso in collaborazione con l’Assessorato alle Attività Produttive della Provincia tramite lo Sportello della “filieracorta Picena”. Diversi sono stati gli appuntamenti durante la stagione estiva presso lo stabilimento balneare “Bacio dell’Onda” (conc. n.1) di San Benedetto del Tronto, dove è si è svolta anche un’attività ludica, oltre quella educativa, con degustazione finale di prodotti “bio”, a seconda del produttore.
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BIO TI SEGUE IN VACANZA: Qualificare la vacanza nel Piceno con una scelta alimentare “responsabile”, vale a dire basata su prodotti biologici, conciliando la naturalità delle produzioni agricole con la spensieratezza delle vacanze: è questo, in estrema sintesi, l’obiettivo dell’iniziativa lanciata dallo Sportello della “filieracorta Picena” denominata “Bio ti segue in vacanza”. I turisti, abituati a consumare prodotti biologici, possono così continuare a farlo durante le loro vacanze, sia nelle strutture ricettive del Piceno (ristoranti, agriturismi), appositamente selezionate, le quali daranno vita a particolari ‘piatti bio’ certificati; sia attraverso l’acquisto diretto di prodotti dell’agricoltura biologica presso le aziende agricole locali, aderenti alla filiera corta. Come? Visionando l’apposita pubblicazione confezionata dall’Assessorato alle Attività Produttive della Provincia di Ascoli Piceno. SVILUPPI PREVISTI Lo Sportello della “filieracorta Picena”, con il “Bio ti segue in vacanza” ha intrapreso un percorso che da sperimentale dovrà divenire tangibile nel territorio Piceno e cioè quello di portare il biologico nella ristorazione, soprattutto collettiva. Attraverso la certificazione di appositi piatti o menù biologici, la cultura del mangiare sano, di qualità, verrà proposta sia dai quei ristoratori lungimiranti inclini a tale nuovo modello alimentare, sia, soprattutto nelle mense scolastiche. Si sta già lavorando per predisposizione di un apposito disciplinare.
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“SCEGLI IL BUS”
Progetti di mobilità sostenibile “Scegli il bus” è un progetto volto ad incentivare l’abbonamento al trasporto pubblico locale per i lavoratori dipendenti e i pensionati. L’iniziativa ha avuto avvio nell’anno 2005 registrando un notevole successo, come l’aumento del numero degli abbonati al Trasporto Pubblico Locale su gomma in Provincia di Ascoli Piceno ha attestato. La volontà di “suggerire” una modalità alternativa alla mobilità autonoma tramite propri mezzi ha così incontrato l’interesse dei cittadini tanto da incoraggiare la Provincia ad estendere anche all’uso del treno gli incentivi all’uso del TPL. L’incentivazione all’uso del mezzo pubblico è avvenuta tramite l’introduzione di incentivi sia per i lavoratori dipendenti sia per i pensionati, secondo lo schema di seguito:
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AGEVOLAZIONI PER I LAVORATORI DIPENDENTI • Abbonamenti mensili gratuiti, urbani ed extraurbani sul percorso casa-lavoro ai lavoratori dipendenti con redditi inferiori a 13.000,00 € calcolo I.S.E.E. (50% di agevolazione della Regione Marche e 50% dall’Amministrazione Provinciale); • Contributo del 50% per abbonamenti mensili sul percorso casa-lavoro a tutti i lavoratori dipendenti. AGEVOLAZIONI PER I PENSIONATI • Abbonamenti mensili gratuiti, urbani ed extraurbani ai pensionati ultrasessantacinquenni che beneficiano della maggiorazione sociale ai sensi della legge 448/01 e con redditi inferiori a 13.000,00 € calcolo I.S.E.E. (50% di agevolazione della Regione Marche e 50% dall’Amministrazione Provinciale); • Contributo del 50% per abbonamenti mensili ai pensionati che beneficiano della maggiorazione sociale ai sensi della legge 448/01. L’introduzione di forme di agevolazione nell’uso del TPL è solo una delle modalità con cui si vuole proporre un “ripensamento” nella mobilità della comunità provinciale. L’idea guida di un nuovo modo di muoversi senza consumare territorio, si realizza attraverso azioni mirate e scelte precise. A tale proposito i primi di novembre si avvierà, a livello sperimentale, il progetto “bici in città” volto a promuovere l’uso della bicicletta in modo integrato con il trasporto pubblico. La mobilità ciclistica, in molte situazioni, come dimostrano i Paesi del nord Europa, rappresenta, se adeguatamente incoraggiata e sostenuta, una valida alternativa al trasporto automobilistico. In questa direzione va il lavoro integrato tra l’assessorato trasporti, al turismo e all’urbanistica volto a definire e sviluppare un Piano provinciale della “mobilità dolce” in grado di assicurare nel giro di qualche anno un’adeguata rete di percorsi ciclabili e pedonali, che leghi i tracciati esistenti collegando in contesti protetti le nostre città e le nostre qualità paesaggistiche, storiche, turistiche. ecc. Sarà inoltre pubblicata, nei primi giorni di dicembre per l’anno 2007, con la stessa finalità, la seconda edizione della guida al trasporto pubblico locale (“buon viaggio”) che ha incontrato il favore delle famiglie e degli operatori turistici del Piceno e che sarà integrata con informazioni in materia, rivolte ai portatori di handicap. Al fine di assicurarne la riuscita, queste ed altre iniziative in materia di trasporto pubblico, la cui gestione è recentemente passata dalla Regione alla Provincia, con grande impegno operativo, sono state sempre condivise con le Organizzazioni Sindacali ed una fitta rete di associazioni impegnate con la Provincia per rendere più sicure le nostre strade e vivibili le nostre città. Ma l’impegno per l’intermodalità nei trasporti assume una dimensione strategica e di grande impatto sulla qualità della vita dei cittadini con lo sviluppo della progettazione, in accordo con Reti Ferroviarie Italiane e la Regione Marche, della Metropolitana di superficie che dopo una prima ipotesi progettuale riguardante
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gli interventi infrastrutturali connessi, ha visto, in questo anno 2006, l’elaborazione della prima parte dello studio di fattibilità trasportisticoeconomico, presentato a San Benedetto del Tronto il 22 settembre 2006, a conclusione della Settimana Europea della Mobilità. Insieme alle grandi scelte, che sono destinate ad effetti nel medio e lungo periodo, si è ritenuto di porsi al servizio della comunità provinciale con iniziative in grado di produrre nell’immediato le proprie ricadute. A tal proposito la Provincia di Ascoli Piceno ha inteso promuovere: ADESIONE PROGETTO TWIST. L’Amministrazione Provinciale il giorno 30 Maggio 2006 con delibera della Giunta Provinciale n°211 ha aderito al Progetto TWIST come “Osservatore”, sperimentando un proprio sistema di trasporto a chiamata di pari passo con i partners di progetto, condividendone il know-how, gli strumenti ed i risultati. L’area di implementazione del servizio, è stata individuata nei territori dei comuni circostanti la località di Ponte Maglio di Santa Vittoria in Matenano, (come da progettazione Piano di Bacino) dove ha sede un poliambulatorio della Zona Territoriale 13 che serve l’utenza di diversi comuni della Comunità Montana dei Sibillini. Il servizio è stato avviato, a titolo sperimentale, il 16 ottobre 2006.
SETTIMANA EUROPEA DELLA MOBILITA’ Altre iniziative della Provincia di Ascoli Piceno per la Settimana Europea della Mobilità: • Giornata provinciale senz’auto (venerdì 22 settembre 2006) • Inaugurazione sistemi a priorità semaforica nei comuni di San Benedetto del Tronto e Porto San Giorgio;
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• • • •
Agevolazioni abbonamenti treno-bus “Picchio”; Presentazione studio sulla mobilità veicolare; Iniziative per la sicurezza stradale; Presentazione progetto “car pooling”
INCENTIVAZIONE ALL’USO DEL MEZZO PUBBLICO OPUSCOLO ORARI – dall’introduzione alla prima edizione 2005-2006:
“L
’articolazione del nostro territorio come pure la distribuzione delle sue numerose comunità locali, delle città come dei tanti paesi e dei tanti borghi si rispecchiano integralmente nell’organizzazione attenta dell’orario provinciale del trasporto pubblico che, per la prima volta, viene dato alle stampe. La vastità della rete degli abitati e dei luoghi è presente in pagine fitte di informazioni che vogliono contribuire non solo alla consapevolezza dei servizi esistenti, ma anche costituirne una buona base promozionale. Riteniamo, infatti,questa pubblicazione un incentivo all’uso del mezzo pubblico da parte di sempre più numerosi cittadini della nostra provincia ed, al tempo stesso, auspichiamo che l’esistenza di una tale pubblicazione sia di stimolo a “viaggiare” in Provincia di Ascoli Piceno anche da parte di chi sceglie il nostro territorio per trascorrere il proprio periodo di vacanza o, più semplicemente, qualche momento del proprio tempo libero: è questo anche il senso della presenza di pagine dedicate ai collegamenti da e per fuori provincia e delle pagine dei bacini ascolano e fermano del TPL. L’orario vuole quindi rappresentare un servizio al territorio attraverso il sostegno al trasporto pubblico locale, su cui si sta investendo per una sua migliore qualificazione e convenienza. Buon viaggio, trattandosi di introdurre un orario, è più di un semplice augurio, anche pensando all’opportunità per i viaggiatori di condividere il tragitto con altri viaggiatori e di guardare fuori dai finestrini degli autobus come dei treni per apprezzare gli scorci ed i paesaggi di un territorio stupendo affidato alla nostra cura di comunità laboriosa e rispettosa, dei ritmi naturali e del tempo. Un’originalità di incontri, ogni giorno. Buon viaggio!”
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“100 KM VERDI”
il futuro dell’ambiente rurale: servizi all’impresa agricola multifunzionale per le amministrazioni pubbliche Negli ultimi anni si è venuto affermando il concetto di agricoltura multifunzionale che segna per il mondo agricolo la presa di coscienza del passaggio dalla centralità della produzione, alla centralità dell'ambiente. Si tratta di un passaggio indispensabile per ridare all'agricoltura il suo ruolo di cerniera tra produzione e territorio, tra alimentazione e salute, tra lavoro e sviluppo sostenibile. Cioè uno sviluppo incentrato sui valori ed i bisogni reali che ogni territorio esprime. L'agricoltura multifunzionale descrive quello che è il nesso fondamentale tra agricoltura sostenibile, equilibrio territoriale, conservazione del paesaggio e dell'ambiente, nonché un approvvigionamento alimentare sicuro e garantito. Dunque, questo concetto così ampio fa riferimento alle numerose funzioni che l'agricoltura svolge e, nel dettaglio, comprende: la produzione di alimenti e fibre, la sicurezza alimentare, la biodiversità, la salvaguardia dell'ambiente e del benessere animale, il sostegno all'occupazione, il mantenimento di attività economiche nelle zone a basso insediamento, lo sviluppo rurale, la tipicità dei prodotti. Concettualmente la multifunzionalità è diversa dalla pluriattività, ed è un concetto più ampio anche rispetto all'agricoltura eco-compatibile. L'agricoltura multifunzionale è un impegno da parte dell'agricoltore a svolgere un'attività agricola che ha alla base processi riorganizzativi secondo i quali l'azienda fa proprie funzioni e processi un tempo non attuati e delegati a soggetti terzi, facendo proprio l'incremento di valore aggiunto dato dall'attivazione di servizi.
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Legge di orientamento per l’agricoltura D.Lgs. 228/01 L’art. 1 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, cosiddetta legge di orientamento per l’agricoltura, attraverso la riscrittura della definizione di imprenditore agricolo, ha voluto riconoscere espressamente la natura multifunzionale dell’attività agricola, anche al fine di adeguarsi all’evoluzione del diritto comunitario ed al cambiamento del modo di fare impresa in agricoltura registrato in Italia nel corso degli ultimi anni. Si è così arrivati a definire l’equazione: Imprenditore agricolo = soggetto imprenditoriale, che produce beni, ma anche, e non in maniera residuale, servizi. È un soggetto che svolge attività che possono essere molto diversificate, che spaziano dall’agroindustria all’ospitalità rurale ai servizi ambientali. Si introduce così l’innovazione della multifunzionalità economica che si basa sull’utilizzazione non solo del capitale fondiario ma anche delle attrezzature e delle risorse in funzione della fornitura di beni e servizi La multifunzionalità ed in particolare le risorse naturali prodotte dall’impresa agricola sono prese in considerazione dal decreto legislativo non solo sotto il profilo definitorio, ma anche attraverso la creazione di un sistema capace di far corrispondere loro benefici economici, convertendo tali esternalità in un bene produttivo di reddito. L’art. 15 costituisce un importante incentivo all’offerta di servizi ambientali da parte delle imprese e le amministrazioni locali ne hanno dato concreta attuazione scegliendo gli imprenditori agricoli quali affidatari di importanti lavori con la finalità di ottenere servizi utili alla comunità locale ad un costo economicamente vantaggioso: 1. Al fine di favorire lo svolgimento di attività funzionali alla sistemazione ed alla manutenzione del territorio, alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale, alla cura ed al mantenimento dell'assetto idrogeologico e di promuovere prestazioni a favore della tutela delle vocazioni produttive del territorio, le pubbliche amministrazioni possono stipulare convenzioni con gli imprenditori agricoli. 2. Le convenzioni di cui al comma 1 definiscono le prestazioni delle pubbliche amministrazioni che possono consistere, nel rispetto degli Orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato all'agricoltura anche in finanziamenti, concessioni amministrative, riduzioni tariffarie o realizzazione di opere pubbliche. Per le predette finalità le pubbliche amministrazioni, in deroga alle norme vigenti, possono stipulare contratti d'appalto con gli imprenditori agricoli di importo annuale non superiore a 50 milioni di lire nel caso di imprenditori singoli, e 300 milioni di lire nel caso di imprenditori in forma associata. L’elemento qualificante è che per lo svolgimento di tali servizi vengono utilizzate prevalentemente attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola. Ma l’importanza e l’innovatività della legge di orientamento stanno nel fatto che i contratti di appalto ambientale, ove conclusi con gli imprenditori agricoli, possono essere stipulati “in deroga alle norme vigenti”. Ciò potrebbe apparire un trattamento
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privilegiato ma, in realtà, non è altro che una conseguenza della rilevanza collettiva che viene attribuita dalla legge all’esercizio delle attività agricole in chiave multifunzionale. Il progetto della Provincia La Provincia di Ascoli Piceno con il lancio del progetto “100 km verdi” ha voluto applicare, in via sperimentale, il D.Lgs richiamato adottando forme procedimentali estremamente semplificate e nel contempo tutelare il buon andamento dell’attività amministrativa. E così è stata varato il progetto: “100 Km verdi” che corrisponde, dal punto di vista amministrativo, all’accantonamento di una somma pari a quella necessaria alla manutenzione ordinaria di circa 100 km di strade provinciali, da riservare all’applicazione della multifunzionalità. Il progetto è curato da due servizi dell’Amministrazione Provinciale: • il Servizio Agricoltura a cui è affidato il compito dei rapporti con le aziende agricole. Allo scopo si è attivato per la costituzione di un albo delle aziende agricole attraverso la firma di un protocollo d’intesa con le quattro organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative della realtà locale per l’appalto dei lavori di sistemazione, manutenzione del territorio, salvaguardia del paesaggio agrario e forestale, cura e mantenimento dell’assetto idrogeologico come previsto dall’art. 15 del d.lgs 228/01. • il Servizio Viabilità a cui compete l’attivazione delle procedure di affidamento dei lavori che, secondo quanto regolato dal protocollo sopra richiamato, possono essere rappresentati da: sfalcio erba scarpate stradali e lavori accessori manutenzione fossi e canali di scolo; spalatura neve; manutenzione realizzazione parchi, giardini e aree verdi; potatura alberi e verde pubblico realizzazione opere di piccola ingegneria naturalistica sgombro frane altro Sono iscrivibili nell’Albo le imprese agricole che rispondano ai seguenti requisiti minimi ovvero il possesso della qualifica di imprenditore agricolo comprovata con l’apposita iscrizione presso la sezione speciale del registro dell’imprese degli imprenditori agricoli. Soggetti affidatari potranno quindi essere: Imprenditori agricoli iscritti al registro delle imprese; Società che esercitano l’attività di cui al 2135 c.c.; Consorzi con attività esterna iscritti al registro delle imprese costituiti con atto pubblico registrato ai sensi dell’art. 2612 e ss. del c.c. costituiti da imprenditori agricoli aventi i requisiti di cui al precedente punto.
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Sono altresì iscrivibili all’Albo le imprese agricole che rispondano inoltre ai seguenti requisiti: Disponibilità della forza lavoro Rappresentata dal lavoro dell’intero nucleo familiare e dei lavoratori dipendenti o collaboratori dell’impresa normalmente impiegati nell’attività agricola esercitata sia a tempo indeterminato che determinato e/o parziale ai quali è riconosciuta la qualifica di lavoratore agricolo. Disponibilità di trattrici ed altre eventuali attrezzature in dotazione all’impresa agricola già omologate per l’attività agricola.
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“FONTI ENERGETICHE DAL SOLE”
La questione energetica resta una scelta centrale. Le attuali difficoltà di approvvigionamento del gas purtroppo confermano questa priorità. Le possibilità e le opportunità offerte dal Decreto 28/07/2005 (conto energia) hanno consentito di presentare e avere approvati 18 progetti di impianti fotovoltaici negli edifici di proprietà della provincia, che una volta istallati produrranno un risparmio annuo delle bollette di 200.000€, e un ricavo, derivante dalle tariffe incentivanti di circa 400.000 € per 20 anni. Oltre a questo diretto primato della Provincia, l’Ente è riuscito a coordinare attraverso apposite campagne e iniziative altri enti e privati, che alla fine hanno consentito di esser tra le prime 2-3 province del centro nord e decimi assoluti in Italia, come numero di progetti approvati e MW di potenza ottenuta. Così con ben 111 progetti presentati nel 2005 al GRNT (Gestore del Sistema Elettrico Nazionale) la Provincia di Ascoli Piceno è risultata tra le prime 6 in graduatoria nazionale sulla base del criterio della potenza massima ammessa
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all’incentivazione (oltre 4100 kW) collocandosi addirittura tra le prime tre del Centro Nord, dietro solo a Bologna e Bolzano. Peraltro il decreto citato seppur tardivo e limitato, ha di fatto aperto un varco e ha dimostrato che è possibile muoversi attivamente per le energie rinnovabili. La Regione Marche e la Provincia di Ascoli Piceno, tranne rare eccezioni, sono in media con la situazione italiana per l’importazione della energia, che vede dipendere la nostra nazione per l’82% dall’estero; soprattutto ogni anno si pagano complessivamente 8,5 miliardi di euro in più degli altri paesi europei per la bolletta energetica. Questo, oltre a creare problemi ambientali, penalizza fortemente la competitività delle nostre imprese e grava sui bilanci familiari di tutti i cittadini. Il decreto citato quindi ha consentito una rottura concreta con il passato e ci incoraggia a spingere ancora di più in questa direzione estendendo l’impegno verso altre fonti rinnovabili quali il solare termico, l’eolico e il minieolico, piccoli impianti a biomasse e la produzione di biodiesel derivante dalla trasformazione della raccolta differenziata degli oli vegetali esausti (a tal proposito la Commissione Europea ha adottato il giorno 08/02/2006, una ambiziosa strategia per l’incentivazione dei biocarburanti). Tutto questo, non può sfuggire, oltre a determinare vantaggi immediati, sia a livello locale, che come ricadute generali, (minore emissione di CO2 e polveri sottili), concorre anche a tratteggiare una bozza di un nuovo modello di sviluppo che, da un lato accentui le caratteristiche di qualità del nostro territorio, anche ai fini promozionali, e dall’altro stimoli e coinvolga le nostre imprese in crisi verso una riconversione sostenibile, ipotizzando e lavorando per una distrettualizzazione del sistema delle energie rinnovabili. La Provincia continuerà a proporre gli incentivi per i privati che presenteranno domanda per il fotovoltaico e proseguirà la attività di animazione, sensibilizzazione e coordinamento verso enti, associazioni, imprese. Altra misura sempre in questa direzione è la proposta di modifica dei regolamenti edilizi tipo, d’intesa con Regione e Comuni, volta a premiare, con incrementi volumetrici, gli interventi soggetti a concessione edilizia o ristrutturazione supportati dalla bioedilizia e da impianti di energia rinnovabile. Tutto questo sarà governato e razionalizzato anche dalle linee del piano energetico provinciale (altra scelta prioritaria), sugli indirizzi di quello regionale, per il quale sono state stanziate risorse apposite per consentirne la definizione nell’anno 2006. Una misura apposita dovrà essere elaborata per quanto riguarda il risparmio energetico. Il dato nazionale, che anche qui non si discosta da quello territoriale, dice che complessivamente si disperde un terzo della energia realmente fatturata. Per quanto riguarda l’energia elettrica il dato è più inquietante: la quota consumata è un terzo di quella immessa in rete. Dunque c’è spazio per puntare a una razionalizzazione della distribuzione collaborando con le società distributrici e anche per un risparmio domestico modificando gli
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stili di vita, informando con campagne mirate d’intesa con le associazioni dei consumatori. La Provincia di Ascoli Piceno è stata tra le prime in Italia lo scorso anno a presentare progetti per l’installazione di pannelli solari nelle scuole superiori del territorio ed in edifici di proprietà dell’Ente prevedendo un investimento superiore ai 6 milioni di euro. Tutti i 18 progetti presentati dalla nostra Provincia sono stati ammessi all’incentivazione del GRTN (Gestore del Sistema Elettrico Nazionale), l’ente a cui spetta il compito di valutare le domande pervenute. Si tratta di un traguardo straordinario, al cui raggiungimento ha sicuramente contribuito lo stanziamento di 150 mila euro varato dall’Amministrazione Provinciale e finalizzato ad erogare un contributo di 1000 euro per la copertura delle spese di progettazione, destinato ai privati che hanno deciso di presentare domanda per fruire degli incentivi statali. Per 5 dei 18 impianti previsti, pari ad una potenza complessiva di 61,32 kW, i lavori sono conclusi. Per quanto riguarda i rimanenti 13 impianti, i progetti esecutivi sono in corso di approvazione mentre l’inizio dei lavori è previsto per la fine del mese di dicembre. Si tratta di un progetto estremamente innovativo: alimentare con il fotovoltaico tutte le strutture pubbliche dell’Ente che tecnicamente lo consentono. Produrre energia per la vita di tutti i giorni utilizzando il sole non è dunque utopia: basti pensare che i 18 impianti per le strutture pubbliche produrranno complessivamente oltre 900 mila kWh/anno, il fabbisogno di un piccolo paese. E’ stato stimato che gli impianti fotovoltaici consentiranno a regime una riduzione dell’emissione nell’atmosfera di almeno 600 tonnellate di anidride carbonica. Molto conveniente per la Provincia anche l’aspetto economico degli interventi: la produzione annua prevista di energia elettrica permetterà di conseguire introiti annui pari a circa 500 mila euro per 20 anni, comprensivi dello scambio di energia elettrica con l’Enel per gli impianti di potenza inferiore ai 20 kW e della vendita dell’energia elettrica all’Enel, per quelli di potenza superiore a 20kW. Questo progetto mira anche alla qualità della vita di chi opera e vive nella scuola con una particolare attenzione per l’eco-sostenibilità. Questo l’elenco dei 18 interventi su scuole ed edifici provinciali: Denominazione Impianto 1 2 3 4 5 6 7 8
Liceo scientifico Onesti Biennio Montani (nuova palestra) ITIS Fermi Polo Scolastico fermano IPSIA Liceo Scientifico Istituto Tecnico Attività Sociali Circondario di Fermo (ex VV.FF.)
Località Kwh/anno. Fermo Fermo Ascoli Piceno Fermo S. Benedetto del Tr. Ascoli Piceno Ascoli Piceno Fermo
Kw prod. 49,500 49,500 49,500 49,500 49,500 48,825 33,600 8,400
Prod. 82.214,00 80.693,18 73.441,00 59.609,06 60.513,00 59.542,00 40.585,00 10.367,00
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9 10 11 12 13 14 15 16 17 18
Liceo Rosetti Liceo Classico Leopardi ex Palazzo Sanità I.T.C. Capriotti ITG Fazzini Montani Chimica ITC Mattei Amandola Liceo Montegiorgio ITC Einaudi IT Carducci Galilei
TOTALE
S. Benedetto del Tr. S. Benedetto del Tr. Ascoli Piceno S. Benedetto del Tr. Grottammare Fermo Amandola Montegiorgio P.to S Elpidio Fermo
29,400 27,300 6,300 48,300 49,500 10,020 16,800 42,000 49,500 19,800 637,245
43.527,00 44.977,54 7.610,00 79.594,00 81.312,00 16.334,00 20.538,00 50.652,00 60.699,00 32.284,00 904.491,78
Le iniziative di cui sopra si inquadrano tutte in un più generale contesto di attenzione all’ambiente, alle fonti rinnovabili ed ai beni comuni.
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“FILIERE BIOENERGETICHE ECOCOMPATIBILI ECOSOSTENIBILI”
DALLE FILIERE AGROENERGETICHE NUOVA ENERGIE PER L’AGRICOLTURA Gli obiettivi del Libro Bianco sull’Energia della Commissione Europea sullo sfondo delle scelte territoriali che affrontano domande decisive per il futuro del territorio: come far uscire l’agricoltura dalla crisi? Se le norme comunitarie impongono drastiche riduzioni delle produzioni, la Provincia, insieme alle forze sociali e di categoria, punta ad una nuova destinazione di alcuni “frutti” tipici della terra picena: le colture cerealicole possono essere il “carburante” per la produzione di un’energia pulita, che nasce vicino ai punti di consumo. Il settore agricolo, come noto, è da tempo in una situazione di crisi aggravata dalla riforma della Politica agricola comunitaria (PAC) che ha dimezzato le colture cerealicole: in particolare la riforma della Commissione europea riduce al 50% la produzione nazionale di zucchero. Forte è la penalizzazione dell’agricoltura provinciale, in particolare laddove si era storicamente insediata la produzione bieticola facente capo al gruppo SADAM che ha a Fermo un suo storico stabilimento. Ciò ha avuto conseguenze negative sia di perdita di posti di lavoro nel segmento industriale che nella filiera agroalimentare che costituisce il presupposto e dunque l’indotto dello stabilimento di trasformazione. Così la Provincia di Ascoli Piceno ha cominciato a lavorare su soluzioni che garantiscano continuità a tutta la filiera, salvaguardando l’occupazione ed il
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tenore di reddito dell’intero territorio. Nasce su questi presupposti il “Protocollo di intesa per la fattibilità a rete di filiere bioenergetiche, ecocompatibili ed ecosostenibili nella Provincia di Ascoli Piceno”, a cui si è iniziato a lavorare nel mese di settembre con incontri e rapporti intesi a conseguire la massima condivisione e per accogliere il contributo di tutti i soggetti interessati. Alla base delle scelte da compiere ci sono, dal punto di vista “ideale”, gli obiettivi previsti dal Libro Bianco sull’Energia della Commissione Europea che prevede che il contributo delle biomasse di produzione agricola al fabbisogno energetico dei 25 Paesi membri dovrà passare da 88 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio del 2000 ai 188 milioni di tonnellate equivalenti petrolio del 2010 (Fonte: ENEA 2005). Dal punto di vista sostanziale, si tratta di dare concretizzazione al “Progetto di fattibilità delle filiere agro-energetiche nella provincia di Ascoli Piceno” commissionato dalla Provincia al Dipartimento di Scienze Applicate ai Sistemi Complessi dall’Università Politecnica delle Marche. Lo studio indica che è possibile l’utilizzo delle bioenergie partendo da piccoli impianti, nelle diverse forme attuabili in campo bioenergetico. In buona sostanza si tratta di creare le condizioni di filiere agroenergetiche a rete attuate dagli stessi agricoltori in grado di: - Creare nuove opportunità di reddito sia alle strutture agricole associate che delle singole imprese, contribuendo concretamente ad una nuova economia. - Valorizzare le strutture immobiliari già esistenti e le enormi dotazioni meccaniche rappresentate da un parco macchine agrario oggi ampiamente sottoutilizzato - Creare le opportunità di nuovi posti di lavoro qualificati e difendibili. - Contribuire in modo concreto agli obiettivi di Kyoto per la riduzione dei gas serra. - Realizzare nel concreto l’idea del ciclo corto riassumibile nella frase “qui produco e qui consumo” anche nel settore energetico attuando accordi programmatici di consumo nel territorio della quota di energia prodotta dalle filiere a rete in grado di remunerare a “kilowatt” e non a “Kilogrammi” gli agricoltori. - Attuare un programma provinciale con i soggetti aderenti, concreto e verificabile, finalizzato al risparmio energetico quale prima fonte del contributo di Kyoto. I progetti attuativi del Protocollo saranno opportunamente vagliati da “Piceno Sviluppo”, la società partecipata della Provincia per i Patti territoriali, dall’Università Politecnica delle Marche per la parte scientifica e da Legambiente nel rispetto del Piano energetico Regionale e all’interno delle volontà condivise del Piano regionale di Sviluppo Rurale 2007/2013. L’ORGANIZZAZIONE L’obbiettivo perseguito è quello di creare iniziative imprenditoriali agricole pilota da inserire sul territorio dopo una modellazione locale in grado di “tarare” su misura la tipologia di intervento per la produzione di bioenergie
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ecocompatibile ed ecosostenibile a bilancio energetico positivo fra input di energia fossile e output di energia rinnovabile. La convinzione che sostiene il progetto politico del protocollo d’intesa Provinciale è che le rinnovabili sono una opportunità per il settore primario nella misura in cui sono finalizzate ad integrazione del redito agricolo delle aziende multifunzionali inserite nelle aree sensibili, sia come presidio ambientale (parchi, aree protette, nelle zone della collina e della montagna) o nelle aree particolarmente sensibili al problema dei nitrati. Ancor più il Protocollo Provinciale per le bioenergie a rete, mira a realizzare il progetto di un “distretto bioenergetico”, con la determinate partecipazione delle strutture sociali oltre la Provincia, i Comuni, le Comunità Montane, gli Enti Parco, le forze sindacali e del mondo dell’impresa, coinvolgendo le imprese agricole storicamente associate presenti nel territorio provinciale come le cantine sociali, i caseifici , i consorzi agrari, le cooperative di allevamento. Questo modello attuativo partecipato si basa, come detto, sulle ragioni scaturite dallo studio della problematica svolto per conto della Provincia dall’Università Politecnica delle Marche – Dipartimento di Scienze Applicate ai Sistemi Complessi - che indica la praticabilità dell’utilizzo delle bionergie partendo da piccoli impianti, nelle diverse forme attuabili in campo bionergetico. Le tipologie di impianto richieste per la costruzione delle filiere a rete sono rappresentative della gamma di interventi possibili in funzione delle fonti di approvvigionamento delle biomasse e del modo di attuare le filiere bionergetiche, rispettando le vocazionalità dei diversi territori nell’ambito provinciale adeguando ad esse le soluzioni tecniche. La prima rete sperimentale ha gli obiettivi organizzativi ed operativi descritti di seguito. 1. Impianti sperimentali per la produzione di energia da fonti rinnovabili agroenergetiche. 1. a – impianto da 1MW Sul territorio provinciale è necessario avviare un impianto pilota per la produzione di energia elettrica di 1MW. Il conferimento della materia prima oleaginosa avviene attraverso la messa in rete della produzione primaria, nel quadro delle intese già promosse sul territorio provinciale con un opportuno protocollo di intesa per la produzione di energia da biomasse ecocompatibile ed ecosostenibile. L’impianto per la produzione di energia elettrica necessita dell’acquisto di una caldaia, di un generatore di corrente e delle attrezzature tali da rendere anche opportunamente valorizzata la produzione di acqua calda che l’impianto, nel suo ciclo, genera. 1.b – n. 10 impianti a rete delle filiere agroenergetiche Il dimensionamento di impianti per la produzione di agroenergia trova il miglior allestimento e la migliore organizzazione con impianti di piccolo taglio in grado di “interpretare” la qualità produttiva del territorio. Non quindi una spersonalizzata impostazione progettuale, ma la messa in funzione di filiere in grado di sostenere impianti da 350 W attraverso una idonea produzione agricola
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che si estende per circa 800-1000 ha.. L’impianto, nel suo schema tipo, necessita di caldaia, generatore e di condotte per la valorizzazione dell’acqua calda. 1.c - Stazioni di stoccaggio per semi di girasole. Si tratta dell’intervento, all’interno delle strutture esistenti del Consorzio Agrario Provinciale, in grado di garantire lo stoccaggio dei semi di girasole, ma anche il trattamento in vista dell’utilizzo di questi nel ciclo di produzione di energie elettrica da fonti agroenergetiche. Gli impianti, in ragione di due da ubicare in altrettanti luoghi strategici del territorio, si compongono, oltre che delle attrezzature per l’ammassamento, dei macchinari utili alla pressatura, spremitura e stoccaggio, attraverso serbatoi, dell’olio prodotto. 1.d – Panelli solari a rete Si tratta di una misura intesa a sostenere l’introduzione dei pannelli solari nelle cooperative agricole e nelle aziende con priorità per quelle ubicate in aree protette e montane. L’iniziativa è a livello di incentivo di compartecipazione per l’avvio di reti. 1.e – Pannelli fotovoltaici Sostegni alle imprese della produzione primaria per l’introduzione di pannelli fotovoltaici. Sostegni agli Enti locali per l’introduzione di approvvigionamento elettrico da fonti rinnovabili, tramite pannelli fotovoltaici da ubicarsi su aree ed edifici di proprietà pubblica, con consistente riduzione dei costi d’esercizio e riduzione delle emissioni inquinanti. 2. sostegno all’uso di biomasse 2.a - Modello di valorizzazione a rete delle produzioni residuali da colture arboree da inserire nelle aree protette e nelle zone collinari con n. 10 isole ambientali di produzione. 2. b - Confezionamento Pellet La produzione di pellet (organizzata nel sistema di cui al precedente progetto A) necessita di un completamento della catena della produzione del valore provvedendo alla sua immissione sul mercato: a tal fine si rende necessario procedere al confezionamento del pellet. L’attività di ammassamento e stoccaggio è quindi propedeutica a quella del confezionamento vero e proprio, della pallettizzazione e quindi dell’immissione sul mercato attraverso idonei strumenti di marketing. La rete provinciale è tale da far ipotizzare la realizzazione di un solo impianto. 2.c – Impianto biogas per produzioni di energia da reflui zootecnici. La presenza di allevamenti e di stalle, anche di una certa dimensione, suggeriscono di completare le possibilità di utilizzo di produzioni di energia da biomasse con la previsione di un impianto funzionante con i reflui da zootecnia. L’impianto dovrà quindi essere allestito con masconi per fermentazione, la filiera del biogas (compressione e raffinazione), motore e generatore per la valorizzazione del biogas e sistemi per la distribuzione dell’energia elettrica e dell’acqua calda prodotta con il ciclo di valorizzazione energetica.
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“ENERGIE: PROMOZIONE DELL’ EFFICIENZA E DEL RISPARMIO”
LA PRIMA ALTERNATIVA: RISPARMIO E CONSUMI INTELLIGENTI Settantaduemilioni ed oltre kWh di risparmio energetico in un anno: la prima fonte alternativa. Obiettivo possibile con il progetto di efficienza energetica e di risparmio energetico varato dalla Provincia di Ascoli Piceno attraverso un protocollo di intesa con la società partecipata Asteria srl che la Giunta Provinciale ha approvato con delibera n. 367 del 2 ottobre 2006. Il quadro di riferimento normativo I Decreti Ministeriali 20 luglio 2004 emanati dal Ministro per le Attività Produttive di concerto con il Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio: “Nuova individuazione degli obiettivi quantitativi per l'incremento dell'efficienza energetica negli usi finali di energia, ai sensi dell'art. 9, comma 1, del D.lgs. del 16 marzo 1999 n.79” (elettricità); “Nuova individuazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili, di cui all'art. 16, comma 4, del D.lgs. del 23 maggio 2000 n.164” (gas) Territorio hanno riformato profondamente la politica di promozione del risparmio energetico negli usi finali. L'obiettivo che si propongono i decreti è quello di conseguire, alla fine del primo quinquennio di applicazione (2005-2009) un risparmio di energia pari a 2,9 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) all'anno, valore equivalente all'incremento annuo dei consumi nazionali di energia registrato nel periodo 1999-2000. La riduzione dei consumi complessivi nazionali di energia concorrerà al conseguimento degli obiettivi di riduzione dei gas serra in relazione agli impegni assunti dall'Italia nell'ambito del Protocollo di
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Kyoto e porterà benefici economici e sociali. Il sistema introdotto dai decreti 20 luglio 2004 prevede che i distributori di energia elettrica e di gas naturale (con non meno di 100.000 clienti finali al 31 dicembre 2001) raggiungano annualmente determinati obblighi quantitativi di risparmio di energia primaria, per il quinquennio 2005/2009, a partire dal 1 gennaio 2005. Inoltre gli stessi Decreti determinano gli obiettivi quantitativi nazionali di incremento dell'efficienza energetica, tali obiettivi dovranno essere conseguiti dai distributori di energia elettrica e dalle imprese distributrici di gas naturale attraverso progetti che prevedono misure ed interventi di incremento dell’efficienza energetica degli usi finali di energia (quindi interventi/progetti realizzati presso gli utilizzatori di energia siano essi utenti pubblici che privati). L'Autorità per l’energia elettrica e il gas (AEEG), con le Delibere n.103/03 e n.200/04 ha emanato le linee guida per la preparazione, esecuzione e valutazione dei progetti di cui agli artt. 5 dei DD.MM. 20/7/04 e ha definito i criteri e le modalità per il rilascio dei titoli di efficienza energetica (TEE). I TEE sono emessi dal GME (Gestore del Mercato Elettrico) a favore dei distributori di energia elettrica e a favore di società operanti nel settore dei servizi energetici (ESCO - Energy Society Company) al fine di certificare la riduzione dei consumi conseguita attraverso interventi e progetti di incremento di efficienza energetica presso gli usi finali. I distributori di energia elettrica e di gas naturale possono conseguire gli obiettivi di incremento di efficienza energetica anche acquistando i relativi titoli da altri soggetti. Il GME organizza la sede per la contrattazione dei TEE ed ha già predisposto le regole di funzionamento del mercato, d’intesa con l’AEEG (Del. AEEG n. 67 del 14/04/2005) al fine di consentire: a) l’acquisto di titoli da parte dei distributori che, attraverso i loro progetti, ottengono dei risparmi inferiori al loro obiettivo annuo e pertanto devono acquistare sul mercato i titoli mancanti per ottemperare all’obbligo; b) la vendita di titoli da parte dei distributori che raggiungono risparmi oltre l’obiettivo annuo e che dunque possono vendere sul mercato i titoli in eccesso, con conseguente beneficio economico; c) la vendita di titoli ottenuti da interventi/progetti autonomi realizzati da parte delle ESCO che, non dovendo ottemperare ad alcun obbligo, hanno la possibilità di realizzare dei profitti sul mercato. In pratica le ESCO a fronte di iniziative volte al miglioramento dell’efficienza energetica negli usi finali (utenti utilizzatori di gas ed elettricità) recuperano l’investimento attraverso il riconoscimento e la successiva vendita ai distributori dei TEE attribuiti loro dal GME. Le società operanti nel settore dei servizi energetici (ESCO) vengono accreditate dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Giova qui richiamare che i Titoli di Efficienza Energetica (TEE), denominati anche certificati bianchi, istituiti dai DD.MM. 20/7/04 hanno un valore pari ad un tep (1 TEE = 1tep - tonnellata di petrolio equivalente = circa EURO 77,00 – valore dipendente dal mercato dei TEE; 1 kWh= 0,22x10-3 tep) e si distinguono in tre tipologie:
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1) Tipo I, attestanti il conseguimento di risparmi di energia primaria attraverso interventi per la riduzione dei consumi finali di energia elettrica (ad esempio sostituzione delle lampade tradizionali con quelle a basso consumo); 2) Tipo II, attestanti il conseguimento di risparmi di energia primaria attraverso interventi per la riduzione dei consumi di gas naturale (ad esempio sostituzione delle caldaie tradizionali con quelle a condensazione oppure ad alto rendimento 3 o 4 stelle); 3) Tipo III, attestanti il conseguimento di risparmi di energia primaria attraverso interventi diversi da quelli di cui ai punti 1 e 2. Inoltre il P.E.A.R., Piano Energetico Ambientale Regionale della Regione Marche, approvato con Delibera di Consiglio Regionale n. 175 del 16/02/2005, alla sezione 5 “Governo della domanda di energia” punto 2 “Attuazione dei D.M. 24/04/2001”, dispone che parte degli interventi di incentivazione messi in atto dagli Enti Locali, ai fini del miglioramento dell’efficienza energetica e del conseguimento del risparmio energetico, non possono che inserirsi nell’alveo scavato da questi provvedimenti. Il piano locale delle azioni In questo contesto dei TEE la Provincia ha inteso promuovere un’iniziativa volta all’efficienza energetica negli usi finali, promuovendo una distribuzione massiccia di lampade a basso consumo (n.1.000.000 –un milione di lampade pari a tre per ogni abitante) e rompigetti aerati per rubinetti alla popolazione della Provincia di Ascoli Piceno, coinvolgendo nella fase di distribuzione le amministrazioni comunali. Il fine è duplice: da una parte è quello di ottenere un immediato risultato di riduzione del consumo energetico (sia direttamente attraverso l’utilizzo delle nuove lampade da parte degli utenti, sia indiretto attraverso una riduzione dei consumi di acqua), dall’altra quest’azione deve essere un volano per sensibilizzare la popolazione all’efficienza ed al risparmio energetico nella scelta giornaliera di tecnologie e abitudini (dalla scelta degli elettrodomestici a basso consumo alla sensibilizzazione verso una raccolta differenziata dei rifiuti). Per realizzare questa operazione la Provincia ha definito un rapporto di collaborazione con la società partecipata Asteria srl che è chiamata ad occuparsi della pianificazione e realizzazione dell’iniziativa, mentre la Provincia parteciperà alla campagna di informazione e fornirà il sostegno alle Amministrazioni Comunali per la distribuzione del materiale. Le principali attività sono finalizzate a: a. Produzione di materiale promozionale della campagna di sensibilizzazione: cartelle con tasca da utilizzare in occasione degli incontri formativi, manifesti per affissione, opuscolo pieghevole con coupon da ritagliare valido per il ritiro dei dispositivi, packaging personalizzato per i dispositivi, shopper in carta personalizzato contenente i dispositivi, spot radiofonici e video divulgativo per la promozione della campagna presso la cittadinanza, attivazione di un call center).
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b. Azioni di informazione ed organizzazione di eventi formativi al fine di sensibilizzare gli utenti sul tema dell’efficienza energetica ed incentivare gli interventi di risparmio energetico. Verranno realizzati eventi con il coinvolgimento degli Enti locali ed enti privati. Nell’ambito di tali avvenimenti verranno illustrati gli scopi del progetto e le modalità di attuazione. Nello specifico, si prevede la distribuzione gratuita, a carico delle amministrazioni comunali, dei seguenti dispositivi di efficienza e risparmio energetico: • numero 3 lampade fluorescenti compatte con alimentatore incorporato ad ogni cittadino circa; • numero 3 rompigetto aerati per rubinetti ad ogni cittadino circa. c. Contestualmente agli eventi di cui sopra verrà presentata, da parte di un soggetto abilitato, l’offerta per la fornitura di energia elettrica alle utenze dei Comuni che vorranno aderire all’iniziativa che prevedrà uno sconto pari a quello praticato da Consip, aumentato di un punto percentuale; sarà inoltre possibile certificare che l’energia fornita è prodotta da impianti che utilizzano esclusivamente fonti rinnovabili attraverso il sistema di certificazione standard europeo RECS-Renewable Energy Certificate System. I risultati attesi A. Risparmio energetico: quello stimato per la Provincia di Ascoli Piceno sarà di circa 72.863.636,36 kwh di energia elettrica per ogni anno, distribuendo un milione di lampade ed un milione di rompigetto aerati ai cittadini (tre per ogni cittadino). I cittadini “guadagnano” il risparmio avendo avuto gratis sia le lampade che i rompigetto aerati. Gli organizzatori del programma (Asteria srl e il soggetto abilitato) sono titolari dei certificati bianchi e si fanno carico dei costi delle lampade e dei rompigetto aerati. B. Riduzione degli sprechi con conseguente ottimizzazione del rapporto costi/benefici espresso in termini di attuazione di dinamiche di sviluppo ecosostenibile; C. Incremento delle risposte degli operatori in termini di attuazione di interventi di efficienza energetica ed incremento considerevole della produzione di energia rinnovabile in coerenza con il P.E.A.R. D. Salvaguardia del patrimonio ambientale e delle fonti primarie di approvvigionamento dalle minacce di depauperamento.
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“CITTADINI DI UNA PROVINCIA DEL MONDO”
Sviluppo, giustizia, diritti e pace. Responsabili del futuro dell’intera umanità, in un mondo sempre più piccolo, dove non poter più dire che “non si sapeva”: così interpellati, nelle coscienza di ciascuno e come comunità provinciale, si è dato vita a progetti concreti di presenza, pur sempre inadeguata, in varie parti del nostro unico mondo per assumere un carico di responsabilità, anche materiali, per un contributo al progredire del bene comune, a partire dai bisogni materiali. Nascono così alcuni progetti che sono in corso di realizzazione e di cui si accenna brevemente. Coordinamento per la Cooperazione Internazionale e l’educazione alla mondialità dei giovani. Progetto Palazzo Monti. Pensare al mondo e promuovere una cultura di apertura alla mondialità: nasce così l’iniziativa denominata, dalla struttura che la ospita, “Progetto Palazzo Monti”. Si tratta di un Coordinamento, con personalità giuridica, costituito da enti locali, associazioni onlus e organizzazioni non governative riconosciute dal M.A.E. con almeno una sede (operativa o legale) nei territori delle Province di Ascoli Piceno e Fermo, al fine di creare una rete territoriale per la promozione e la pratica della cooperazione internazionale e l’educazione alla mondialità dei giovani. Il Coordinamento si propone di essere uno strumento capace di promuovere, potenziare e coordinare il ruolo e le azioni dei soggetti coinvolti come agenti attivi della cooperazione internazionale e dello sviluppo umano.
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Il Coordinamento esprime la volontà degli enti locali, dei soggetti sociali e delle scuole del territorio di partecipare alla sfida globale per lo sviluppo umano, la giustizia, i diritti, l’ambiente e la pace ed in particolare di contribuire, dall’ambito locale, alla costruzione di un modello di sviluppo equo sul piano sociale, economico ed ambientale, fondato sul dialogo, sul rispetto, l’uguaglianza e la solidarietà tra i popoli ed i Paesi. Progetto Palazzo Monti nasce con lo scopo di promuovere lo sviluppo umano sostenibile sia a livello locale che internazionale e di praticare la cooperazione allo sviluppo e la cooperazione decentrata intese come strumenti efficaci per sostenere i processi di sviluppo e creare relazioni di partenariato tra territori ed attori omologhi del Sud e del Nord del mondo, con il comune obiettivo dello sviluppo umano. In sinergia con il mondo della scuola, il Coordinamento intende promuovere l’ottimizzazione delle azioni e delle risorse degli Enti Locali e degli altri attori del territorio per garantire la moltiplicazione dei risultati ed offrire uno strumento metodologico ed operativo capace di garantire l’efficacia, la trasparenza e la coerenza delle attività. Allo stesso tempo si propone di articolare la propria azione con gli attori e gli organismi nazionali ed internazionali, con i Programmi Quadro Multilaterali di cooperazione delle Nazioni Unite, con la rete mondiale dei partenariati per lo sviluppo e promuovere la sinergia e la complementarietà con le Istituzioni regionali e provinciali. Gli obiettivi del progetto •
Promuovere e praticare la cooperazione internazionale finalizzata allo sviluppo umano sostenibile attraverso la redazione di un piano annuale e di un piano pluriennale delle attività, che coordini e valorizzi le risorse dei componenti integrando e ottimizzando le risorse umane ed economiche.
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Promuovere e partecipare ai Programmi Quadro Multilaterali di cooperazione decentrata delle Nazioni Unite, intesi come la modalità prioritaria del Coordinamento in quanto la più efficace per garantire un ambito programmatico e metodologico, il coordinamento e la sinergia tra i differenti attori locali, nazionali ed internazionali e per incidere sui processi di sviluppo.
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Promuovere e contribuire alla realizzazione delle Mete del Millennio.
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Reperire ed amministrare i fondi per le azioni ed i progetti di cooperazione e di educazione alla mondialità dei giovani.
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Promuovere il coordinamento e la sinergia delle risorse e delle azioni degli enti locali e dei soggetti pubblici e privati che aderiscono al Coordinamento, attraverso l’elaborazione di un documento annuale di riepilogo del lavoro svolto, denominato Bilancio delle attività e delle risorse per la Cooperazione Internazionale di Palazzo Monti e l’organizzazione biennale della Settimana della Cooperazione Internazionale che prevede anche la presenza di testimonial dei progetti sostenuti.
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•
Promuovere la formazione di competenze locali rispetto alla cooperazione internazionale, coinvolgendo in tale processo le Università presenti nel territorio e il sistema scolastico locale.
•
Promuovere la realizzazione di interscambi e collaborazioni tra le Università, le istituzioni scolastiche, educative e formative del nostro territorio e quelle dei territori partner di cooperazione.
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Promuovere la partecipazione alle reti nazionali ed internazionali per facilitare l’interscambio di esperienze, di metodi, di innovazioni e buone pratiche di sviluppo.
•
Fornire servizi agli Enti Locali, alle Istituzioni e ai soggetti del territorio di riferimento negli ambiti di competenza del Coordinamento attraverso l’attivazione di un Servizio di Segreteria, affidato all’Associazione Internazionale Noi Ragazzi del Mondo e che si avvarrà anche di volontari forniti da altre Organizzazioni aderenti al Progetto Palazzo Monti, che curerà:
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la creazione e la gestione di una “banca dati” delle attività di cooperazione in essere nel territorio,
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l’apertura di uno sportello informativo in occasione di eventi quali la Settimana della Cooperazione Internazionale.
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promuovere iniziative di studio, ricerca e formazione sulle tematiche dello sviluppo umano e dello sviluppo sostenibile con l’organizzazione di mostre, campagne di informazione e sensibilizzazione, convegni, pubblicazioni e ricerche;
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Raccogliere, monitorare e diffondere le innovazioni e le Buone Pratiche di sviluppo a livello territoriale, valutarne l’efficacia e l’impatto, creare una rete locale delle innovazioni e favorirne l’intercambio e la visibilità locale ed internazionale.
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Migliorare l’attenzione, l’informazione e promuovere una comprensione critica e solidale rispetto alle problematiche degli squilibri sociali, ambientali ed economici a livello mondiale.
•
Favorire il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini e soprattutto dei giovani, attraverso il sistema scolastico locale e le Università del territorio, alla cooperazione internazionale e ai progetti di educazione alla mondialità. Otto x mille di ogni scuola x solidarietà
Il patrimonio provinciale conta oggi complessivamente 50 plessi scolastici, distribuiti in 15 Comuni per una superficie di oltre 192.000 mq (senza tener conto delle palestre ed aule magne), per un totale di 875 classi che ospitano circa 20.000 studenti. Gli edifici istituzionali contano 30 unità, per una superficie complessiva di quasi 20.000 mq.: sono in cantiere numerose iniziative di sviluppo
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ed ampliamento dei plessi scolastici con la realizzazione anche di “poli scolastici” nei principali centri della Provincia di Ascoli Piceno. Questa attività edilizia che scaturisce dall’Ente genera una imponente massa di investimenti su cui la Provincia ha deciso di conteggiarne una quota parte per iniziative di solidarietà internazionale. In particolare la quota pari all’otto x mille degli impegni finanziari di nuovi progetti scolastici è destinata alla realizzazione di strutture scolastiche nei paesi in via di sviluppo, dove milioni di bambini non possono istruirsi anche per carenza di strutture. L’obiettivo primario che s’intende realizzare passa attraverso la dotazione infrastrutturale nei Paesi svantaggiati con realizzazioni finalizzate all’istruzione, attraverso la quale “passa” la promozione umana di ciascuno: un passo importante perché un contributo ad una politica di pace basata sul rispetto, lo sviluppo locale, la valorizzazione delle risorse intellettuali ed il riconoscimento dei diritti di ogni donna ed ogni uomo di questa terra. L’intervento proposto è a sostegno di 4 scuole situate nel woreda di West Belesa, nella zona North Gondar, Regione Amhara. L’Amhara è la seconda regione più popolosa dell’Etiopia con oltre 17 milioni di abitanti. Dal 1994 CVM – Comunità Volontari per il Mondo – che opera da 25 anni in Etiopia e che la Provincia di Ascoli Piceno ha individuato come partner operativo, interviene nella regione con un programma di prevenzione e cura dell’HIV/AIDS, che negli ultimi 3 anni è arrivato a toccare 6 delle 11 zone amministrative in cui è divisa. La proposta di supporto educativo è rivolta al North Gondar che è divisa amministrativamente in 18 woreda, (535 kebele), per una popolazione totale di 3 milioni di persone. Le scuole individuate si trovano in specifico nel woreda di West Belesa, circa a 40 km da Gondar. Il woreda ha 155.994 abitanti, il 97% dei quali vive fuori dall’area urbana, in un’area montuosa raggiungibile in automobile attraverso una strada sterrata. L’area è remota e marginale, priva di rete elettrica e telefonica. Il territorio del woreda è particolarmente arido e difficile da coltivare ed è interessato da fenomeni di erosione e deforestazione, le risorse idriche sono inoltre molto scarse. Questi sono alcuni dei fattori che portano ad un’agricoltura poco redditizia e che rendono l’area dipendente a livello alimentare dal sostegno esterno. 4 nuove scuole per il sistema scolastico di West Belesa Il miglioramento del sistema educativo è vitale per promuovere uno sviluppo economico sostenibile, la partecipazione democratica e la riduzione della povertà. Quando anche le infrastrutture minime sono carenti, la capacità di fornire il servizio è ancora più bassa. L’Etiopia ha 70 milioni di abitanti, il 45% dei quali ha meno di 15 anni (UNDP, 2003) e nel 2004 si è stimato che circa il 43% della popolazione tra i 15-24 anni sia analfabeta (Unesco). Ufficialmente in Etiopia l’educazione è obbligatoria fino al 6° grado e tra i 7 e gli 11 anni di età. Nelle aree rurali come il woreda di West Belesa non sempre gli studenti possono completare il ciclo di studi in quanto la scuola di villaggio non lo prevede. Lo spostamento quotidiano in un’altra scuola può non essere possibile a causa delle
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distanze e perché ragazzi e ragazze devono aiutare la famiglia nei campi, nei pascoli, in casa. A livello di kebele è garantita almeno l’istruzione dal 1° al 4° grado. La situazione delle strutture scolastiche in West Belesa presenta notevoli difficoltà e non fornisce un’adeguata risposta ai bisogni locali. Il West Belesa presenta un tasso di frequenza scolastica tra i giovani tra i 7 e gli 11 anni del 56,67%, West Belesa è inoltre, insieme al woreda di Tagedie, l’unico woreda in North Gondar che non dispone di una scuola per il ciclo superiore (9°-12° grado). 22 delle 31 strutture scolastiche esistenti sono composte da edifici costruiti con la tecnica tradizionale, cioè una struttura in pali di legno coperti da fango e paglia. Le altre 9 scuole hanno strutture in cemento o in parte in cemento e in parte in fango. Sono molto comuni strutture in paglia che vengono costruite a fianco delle aule per sopperire alla mancanza di spazi. Al loro interno vengono disposte delle pietre su cui gli studenti si siedono. Nei periodi di pioggia queste capanne non sono utilizzabili. I direttori delle scuole del woreda constatano che ci sono sempre molti alunni assenti. Le aule accolgono giornalmente dai 45 ai 60 studenti, che, in parte sono seduti in 4-5 per banco (destinato a 2-3 persone), in parte siedono a terra. Il resto degli iscritti alla classe è assente, fatto che viene considerato quasi positivamente dai direttori delle scuole, in quanto non sarebbe possibile accogliere tutti in un’aula. Le famiglie vivono di agricoltura e allevamento e molto spesso hanno bisogno del contributo dei figli durante tutta la giornata, non solo al loro ritorno dal scuola. La media di dropout ogni anno nelle scuole del woreda è intorno al 5% (Woreda Educational Office). All’inizio di ogni anno scolastico gli insegnanti, insieme agli amministratori del kebele, passano nei villaggi per invitare le famiglie a mandare i bambini a scuola, in particolare quelli che devono iniziare il 1° anno. Le famiglie sono spesso poco propense a privarsi del lavoro dei figli per molte ore della giornata, considerato anche il tempo impiegato dai ragazzi per raggiungere la scuola. L’obiettivo del progetto è quello di migliorare la qualità degli edifici scolastici e aumentare gli spazi a disposizione degli studenti, elementi che possono facilitare lo svolgimento delle lezioni e la loro regolarità. Si propone inoltre di contribuire all’arredamento delle aule per renderle utilizzabili al meglio. Una scommessa su cui i giovani studenti del Piceno hanno dato adesione, partecipando essi stessi alla definizione del progetto operativo per insediamenti scolastici nel West Belesa. Human Solidarity Children Village – Sri Lanka Il nostro sostegno allo Sri Lanka dopo lo tsunami del 2004 ha assunto il profilo della realizzazione di un villaggio per donne e bambini; non volendo né rimanere “a guardare” né “soli” nell’intraprendere un’iniziativa che potesse contribuire a far “ripartire” quelle comunità martoriate. All’indomani della tragedia dello tsunami, l’Amministrazione Provinciale aveva approntato un primo intervento di emergenza per poi programmare insieme al GUS (Gruppo di Umana Solidarietà - ONG di Macerata) la realizzazione del Villaggio a cui partecipa con un cospicuo contributo la Regione Marche ed a cui
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hanno aderito con propri fondi anche le altre Province marchigiane, l’UPI regionale, l’Unione Comuni Valdaso e 25 comuni della Provincia. La cerimonia della posa della “prima pietra” è avvenuta lo scorso 18 maggio dando ufficialmente l’avvio alla realizzazione dello “Human Solidarity Children Village”, la struttura che a Matara, nel sud dello Sri Lanka, uno dei paesi più danneggiati dallo tsunami, ospiterà e fornirà sostegno ed assistenza a donne e minori in stato di fragilità personale e sociale. Un segno concreto di speranza a favore dell’infanzia che porta la firma, come accennato, di tante istituzioni locali, enti e cittadini del Piceno e delle Marche, con la Provincia di Ascoli Piceno che ha dato il via all’iniziativa ed ha assunto il ruolo di capofila di una grande rete di solidarietà che ha saputo coinvolgere istituzioni e cittadini in un progetto di cooperazione decentrata permanente nel tempo e di grande rilievo. Tra le molte attività della ong marchigiana Gruppo Umana Solidarietà G. Puletti, presente in Sri Lanka dal 4 gennaio 2005, certamente la costruzione dello Human Solidarity Children Village, riveste un ruolo di grande importanza. La tutela dei minori e soprattutto di quelli maltrattati, abbandonati e abusati è un obiettivo che porta l’organizzazione a mettere in campo tutto quanto possibile per creare le migliori condizioni per un recupero e una inclusione sociale nel territorio di appartenenza con il massimo rispetto per cultura, fede e legislazione del luogo in cui si opera.All’interno del villaggio ad Ahangama (distretto di Matara), sorgeranno: il centro medico ‘Specchio dei Tempi”, 5 case famiglia, 1 edificio polivalente e spazi verdi attrezzati aperti a tutta la comunità. La posa della prima pietra del Villaggio è stata l’occasione per verificare con quanta attenzione e partecipazione la comunità locale, dalle più alte cariche istituzionali alla gente del luogo, la associazione OBA MAMA partner del progetto, insegnanti e alunni, condividano questo importante progetto e le modalità con cui si opera con un ruolo determinante del centro medico come attività al servizio di tutta la comunità
ROMANO NOTARI, Fantasia a due mani, 1992 Dipinto offerto dall’artista per la 10° Asta della Pace promossa dalla Provincia di Ascoli Piceno
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“PROVINCIAPERTA”
Dalla declamazione dei principi, ribadita da una forte volontà politica, alla realizzazione di reali processi partecipativi si incontrano oggettive difficoltà che aumentano se il processo si realizza sull’area vasta, come è di competenza dell’Ente Provincia. Ci troviamo di fronte ad una tanto nuova quanto inedita opportunità di coinvolgere la comunità amministrata non solo sulle singole scelte concrete ma anche sulla pianificazione e programmazione del territorio, secondo le competenze che il legislatore ha attribuito alla Provincia. Allargare quindi le fasi di partecipazione ad interlocutori istituzionali, ma anche a portatori di interessi diffusi e collettivi, oltre che procedere anche al coinvolgimento dei singoli, è operazione che non attiene solo a capacità tecniche, ma che si sostanzia in un ricercato e costante dialogo con il territorio, in cui il confronto è dapprima una seria e strutturata operazione di ascolto. Una modalità di governo del territorio che ha, non secondo, il fi ne di ripristinare la bontà della politica fatta di cose ed interessi comuni, in vista del progredire della comunità e del territorio più in generale. Anzi il compito è ancor più grande, e forse nobile, perché la disaffezione e la sfiducia di gran parte della popolazione dei paesi industrializzati verso il voto e la classe politica è sotto gli occhi di tutti. Ecco tutta l’attualità, anzi il bisogno, di continuare in un percorso di reale coinvolgimento della comunità amministrata, badando di non confondere una prassi partecipativa con banali processi di comunicazione se non addirittura di propaganda. Ma è comunque molto significativo, constatare come ci sia emergente, e forte, il bisogno di numerosi amministratori locali di confrontarsi con questa esperienza e cercare di attuarla, ciascuno realizzando il percorso nei tempi e nelle forme che la situazione locale ammette.
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Promuovere la partecipazione nel governo di area vasta che compete alla Provincia non è la stessa cosa rispetto alle dinamiche che si possono sviluppare a livello municipale ma è altrettanto importante. Ecco quindi che abbiamo impostato con una articolazione mirata il nostro percorso con: • La campagna di ascolto del territorio della Giunta Provinciale per una relazione strutturata (si è attualmente già svolto il 70% degli incontri programmati e da chiudersi entro la metà di novembre) con gli Enti Locali; la Giunta nei tre mesi antecedenti la predisposizione del bilancio di previsione si reca sul territorio per l’incontro con i Sindaci e gli Amministratori dei 73 Comuni della Provincia di Ascoli Piceno, divenendo così itinerante al fine di essere “nei luoghi” anche per un rapporto diretto anche con le Associazioni ed i cittadini; • Il tavolo provinciale di coordinamento per la programmazione economica quale luogo permanente di confronto per le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali, le università presenti sul territorio, i consorzi di industrializzazione e la Camera di Commercio provinciale. • I consigli provinciali aperti, le Conferenze delle Autonomie Locali, tavoli, forum ed assemblee tematiche. • Il “cantiere provincia” per dare esecuzione alla Legge 147 del 2004 istitutiva della Provincia di Fermo, che porterà alla creazione di un nuovo Ente ed alla riorganizzazione generale di quanto resterà dell’esistente. Come accennato, estendendo funzioni, compiti e competenze dell’Ente ci troviamo di fronte ad un inedito ruolo per la Provincia di censimento, monitoraggio, sostegno e diffusione di buone pratiche della partecipazione. La Provincia sta vivendo una nuova fase di definizione del suo ruolo istituzionale, dopo aver subito la minaccia di una soppressione. Oggi ci troviamo di fronte ad un nuovo ente e nella nuova stagione della partecipazione questo rappresenta l’opportunità di assumere da un’altra ottica le decisioni per un territorio non più coincidente con il municipio, ma che “costringe” ad allargarsi all’area vasta, un’area in cui la programmazione nella composizione degli interessi locali rappresenta l’impegno più grande. Soprattutto oggi quando dalla finanza creativa immessa nel circuito degli Enti Locali e dai processi di privatizzazione derivano rischi di “cessione” di patrimoni e sovranità pubbliche a livello comunale. Altrettanto che per la realtà comunale, anche la Provincia è un “luogo” delle scelte e così anche per l’Ente Provincia si tratta di avviare i propri processi decisionali ispirandosi ai principi della partecipazione. La Provincia, quale Ente territoriale di area vasta, preposto al riequilibrio del territorio tra aree deboli (l’interno e le periferie), aree forti (i capoluoghi e le aree produttive) e tra i soggetti, può diventare il punto di riferimento culturale e programmatico per quanti abitano e operano al suo interno. Attraverso il dialogo fra gli Enti e con i cittadini e le loro associazioni, è possibile impostare un governo del territorio che assuma il lavoro, l’ambiente, i saperi e le tradizioni, come risorse e non intralci da manomettere in funzione delle esigenze economiche, un confronto che assuma la salvaguardia dell’ambiente come diritto primario, sul quale
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costruire le relazioni con altri obiettivi (lavoro, salute, giustizia, acqua, servizi pubblici e efficienti, ecc.). La Provincia può far questo utilizzando i forti strumenti di analisi, progettazione, indirizzo e coordinamento del territorio di cui dispone per rendere più efficaci e democratiche le politiche di concertazione, perché non siano settoriali e frazionate, e non assecondino soltanto gli appetiti dei settori sociali ed economici forti e speculativi. E’ emerso, nel corso della mia esperienza come Presidente di Provincia, la necessità di strutturare la dimensione della partecipazione perché attraverso la istituzione di un “ufficio della partecipazione” si avviasse, come si è avviato, un percorso strutturato di ascolto delle autonomie locali che porta l’intero esecutivo provinciale a compiere ogni anno da settembre a novembre un giro di incontri sul territorio con le amministrazioni comunali e, intrecciato con tale processo, l’attivazione di un tavolo permanente di coordinamento della programmazione economica che coinvolge gli attori sociali, economici, sindacali e del mondo dell’istruzione del territorio in un processo di condivisione delle scelte di governo e nella prospettiva di disegnare le scelte da compiere nei prossimi anni. Con l’Ufficio della Partecipazione stiamo avviandoci a far diventare un metodo quello che è ancora un obiettivo, avviando, come richiamato, le campagne di ascolto del territorio, faticose ma anche “gratificanti”, i tavoli di progettazione condivisa non disgiunti da un’attività istituzionale dell’organo consiliare, con iniziative aperte al confronto ed a tema che possono consentire la partecipazione diretta dei cittadini stessi su questioni nodali per il territorio. Ripercorriamo le tappe di un impegno che oscilla tra l’ascolto dei singoli, delle realtà associative, delle autonomie locali e che ci vedono “tornare” sul territorio con report per la verifica sul campo delle realizzazioni di quanto insieme e precedentemente deciso. La partecipazione richiede inoltre capacità di semplificazione dei rapporti tra i cittadini e l’Ente pubblico, trasparenza delle procedure amministrative, libero accesso alle informazioni: non nego che anche questa sia una “fatica”, ma vedo che già molto, e non solo nella mia Provincia, si sta facendo e mi rincuoro nel verificare la soddisfazione di chi all’inizio era scettico, anche all’interno della struttura. LE ATTIVITÀ Nel corso di questo anno 2006 sono state avviate o sono previste le seguenti attività: • un primo rapporto contenente tutte le istanze espresse dai comuni durante gli incontri. Ne verranno realizzate 2 versioni: una contenente tutte le priorità ordinate per assessorato/servizio che verrà distribuita agli Assessori, ai Consiglieri provinciali del collegio e ai Dirigenti competenti per individuare le aree prioritarie di intervento; ed un’altra versione, ordinata per gruppo/comune che verrà, in seguito, pubblicata sul sito della Provincia e liberamente consultabile da qualunque utenza.
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• Successivamente, sarà attivato un servizio che permetterà ai comuni interessati di verificare le priorità espresse durante gli incontri, confermarne la corretta trascrizione ed eventualmente aggiungerne altre riguardanti le stesse tematiche oppure relative a problemi precedentemente non segnalati. Tale servizio sarà avviato predisponendo vari strumenti quali un’area riservata interattiva all’interno del sito della Provincia, una e-mail, un numero telefonico di riferimento ed un indirizzo fisico per inoltrare le richieste e le proposte da integrare. • Tutte le informazioni raccolte mediante la modulistica messa a disposizione andranno a costituire una banca dati in continuo aggiornamento, capace di fornire suggerimenti e chiavi di lettura dei problemi del territorio e migliorare, così, la comunicazione e la trasparenza dell’attività dell’Ente Provincia. Contemporaneamente, sarà fornito un analogo strumento ai Servizi della Provincia che potranno così aggiornare costantemente le attività svolte, ottenendo maggiore visibilità e consentendo una circolazione più efficiente delle informazioni, grazie al supporto informatico. • Quest’ultima modalità è inoltre di particolare utilità per affrontare la Campagna di Ascolto 2006, che si è già avviata, permettendo un monitoraggio preciso e determinato delle rilevazioni precedenti, degli interventi svolti a seguito di segnalazione in sede della precedente Campagna d’ascolto, delle iniziative dell’Amministrazione che hanno una ricaduta sul territorio di riferimento per ciascun gruppo di ascolto; la qualità dei rapporti diviene così direttamente proporzionale alla capacità di fornire risposte precise e puntuali alle istanze dei Comuni, basandosi sul lavoro svolto durante l’anno. Basandosi sull’esperienza ormai consolidata con gli Amministratori locali, si prevede, inoltre, di allargare ulteriormente il coinvolgimento, nelle analisi delle problematiche territoriali e nelle indicazioni di risposte progettuali, alle associazioni ed ai portatori di interessi diffusi, ai cittadini. A tale scopo è ipotizzato per l’anno 2007 l’avvio di forme di consultazione utilizzando i sistemi informatici con il supporto attivo della rete della società civile organizzata (progetto DE.CI.DI: in partnerariato con la Provincia di Genova ed altre Amministrazioni Provinciali)
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